| Lascio qui la recensione lasciata anche su Anobii:
Quando la Divina supera sé stessa & i personaggi cambiano nome.
Qualcuno la conosce come Savannah, altri solo come Virginia de Winter. Ricordo giornate passate su EFP leggendo The ground beneath her feet e Original Sin, non è un caso se questa autrice è conosciuta nel web come "La Divina". Per lungo tempo ho atteso l'uscita di questo libro, allora non era ancora Black Friars, ma ci chiedevamo tutti quando e se Sav avrebbe scritto un libro. Poi ci fu l'annuncio e per alcuni mesi non si parlò d'altro che dell'imminente uscita di Black Friars. Mi sono rifutata di sapere qualsiasi cosa su questo libro prima di averlo in mano, non volevo guastarmi la sopresa, non volevo essere condizionata, ho evitato di parlare con la Sere, con la Jud, con la Vale (miriam) e con l'altra Vale (Celly puzzona) onde evitare spoiler sconcertanti. Poi è successo, ho sentito la parola vampiri, e il sangue mi si è gelato nelle vene. Ammetto che da quando esiste la Meyer i vampiri sono diventati lìultimo gradino della piramide alimentare, l'ultimo substrato di fango della società, se posso evitarli lo faccio. PERO' quello era il libro della Divina, non potevo non leggerlo. Così l'ho comprato e dopo un inizio altalenante (Come? Nel primo capitolo già mi rapiscono e salvano la protagonista?) me lo sono divorata in giorno. Tutto quel cazzo di libro, 600 e passa pagine, in una giornata. Dio benedica i treni.
Passiamo al vero e proprio commento. Meno di quattro stelline è impossibile darle. La prima cosa che si nota è lo stile, non ho mai letto un libro di un esordiente scritto tanto bene, a tratti può risuonare un po' barocco o altisonante, ma per l'epoca e la situazione descritte è un linguaggio perfetto. L'autrice dimostra non solo di avere una perfetta conoscenza dell'italiano, della sua grammatica e del suo lessico, ma anche di essere capace di gestire la punteggiatura, cosa al giorno d'oggi davvero difficile. Solo nel primo capitolo Virginia/Savannah ci parla di postulanti, fanatici religiosi e giovani studenti riuscendo a creare un prologo degno di nota e riusciendo a catturare il lettore con una descrizione decisamente realistica di un medoevo "fantastico" e immaginario. Decisamente, questa donna sa scrivere, descrizioni e dialoghi degni di nota e degni di essere apprezzati. La trama può essere a tratti non apprezzata, ho trovato vagamente ripetitivo tutto questo battibeccare tra Eloise ed Axel, mi ha ricordato molto una Dramione (non dimentico che il backgound dell'autrice è questo, mi stupirei se non si sentisse l'influenza di questa coppia), ho apprezzato invece molto tutta la storia dei Blackmore e l'uso dei redivivi (ho apprezzato anche che la parola "Vampiro" sia stata usata un'unica volta in tutto il romanzo). Inoltre l'uso del latino e l'evidente studio fatto per organizzare l'intera struttura dello studium e delle societates salta decisamente all'occhio e non può non essere apprezzato, c'è un background decisamente notevole, i personaggi secondari quasi meglio sviluppati dei principali e un'analisi approfondita di pressoché ogni cosa. In definitiva ho apprezzato quasi tutto, dai personaggi, soprattutto i secondari, allo stile. Un libro decisamente sopra la media a cui non dò 5 stelline per i seguenti motivi: Axel Vandemberg tu sei Draco Malfoy. Avendo letto i precedenti lavori dell'autrice non ho potuto non collegare il suo Draco ad Axel, possessivo, con la tendenza dominare e controllare ogni cosa, se Axel potesse piegherebbe Eloise (che però è una gran figa e non si lascia piegare, una protagonista femminile con i controcoglioni, che ho apprezzato davvero tanto) come Draco tenta di piegare Hermione. Non miè piaciuto molto, soprattutto perché non riesco a vederlo in modo lineare, quando è stronzo è uno stronzo estremista e possessivo, quando è debole sembra una donna col mestruo, quando è melenso sembra abbia il diabete. E' estremo in tutto quello che fa per questo non sono riuscita ad apprezzarlo a dovere. Bryce Vandemberg tu sei Blaise Zabini. Sposerei Bryce, è fantastico, geniale, bellissimo, adorabile, ossessivo e ansioso, ma mi ha ricordato il suo Blaise. Non è una nota negativa, Blaise era un genio, uno dei personaggi meglio riusciti, ma sono uguali. Stesso amore per sè stessi, stessa passione per i vestiti e per le belle donne, se esistesse Armani Bryce si vestirebbe da lui. Anche Granville (Ross, non una delle sue parenti random) mi ricorda tantissimo Goldstain. Una nota di colore è data da Ashton, completamente diverso da qualsiasi personaggio fin'ora visto (anche se c'è una sorta di ossessione per i suoi occhi viola, cosa ripetuta duemilaeseicento volte) e deciamente originale nel suo genere, sia come personaggio che come redivivo.
Detto ciò decisamente pollici in su per questo libro, soprattutto perché chi non ha letto Savannah non ha nessun motivo per non apprezzare a pieno il capolavoro di Virginia de Winter. E anche se non vi dovessero piacere i vampiri, ve lo garantisco, sono 20 euro ben spesi. Solo per come è scritto è impensabile dargli meno di 3 stelline, e questo è tutto dire. Quindi gente, buona lettura, questo libro è consigliato con tutto il cuore.
|