A Tutto Campo, Calcio e dintorni a cura di ~Kiky

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view post Posted on 24/9/2009, 18:07

Arrivederci Presidente...

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Rubrica di approfondimento calcistico e dintorni a cura di ~Kiky


“Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose. Dopo un pò ti si mescola tutto in testa e non riesci più a capire se la vita è una merda perché l'Arsenal fa schifo o viceversa. Sono andato a vedere troppe partite, ho speso troppi soldi, mi sono incazzato per l'Arsenal quando avrei dovuto incazzarmi per altre cose, ho preteso troppo dalla gente che amo... ma non lo so, forse è qualcosa che non puoi capire se non ci sei dentro. Come fai a capire quando mancano 3 minuti alla fine e stai 2-1 in una semifinale e ti guardi intorno e vedi tutte quelle facce, migliaia di facce, stravolte, tirate per la paura, la speranza, la tensione, tutti completamente persi senza nient'altro nella testa. E poi il fischio dell'arbitro e tutti che impazziscono e in quei minuti che seguono tu sei al centro del mondo e il fatto che per te è così importante, che il casino che hai fatto è stato l'elemento cruciale in tutto questo, rende la cosa speciale; perché sei stato decisivo come e quanto i giocatori e se tu non ci fossi stato a chi fregherebbe niente del calcio? E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c'è sempre un'altra stagione. Se perdi la finale di coppa in maggio puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio e che male c'è in questo?.....anzi è piuttosto confortante se ci pensi."

E’ con le parole di Nick Hornby, nel famoso libro Febbre a 90°, che voglio aprire questa rubrica, interamente dedicata al calcio.
Perché nella sue parole si racchiude l’essenza di questo sport, di ciò che chi questo sport lo vive a tutto tondo prova realmente.
Può l’amore per uno sport, per la propria squadra, per undici uomini ed un pallone, per una maglia sudata, per una bandiera, far fare follie?
Può.
Ve lo garantisco.
Ed è proprio per questo che, in questa rubrica, non parlerò solo di campo e calcio giocato, che come ovvio saranno trattati, ma parlerò soprattutto di tutto ciò che ruota attorno ad un campo di calcio.
Della passione, del sentimento, di quell’eterno sogno in movimento che tutto chiamano Football.
E’ un gioco, solo un gioco, per chi non lo vive.
Per chi lo vive spesso è qualcosa di più.
Ricordi e Amarcord, ci accompagneranno in questo piccolo viaggio. Bandiere e tifo, curve e stadi, grandi giocatori e partite storiche che hanno cambiato il corso del giuoco del calcio, come dicono quelli bravi.
Schemi e tattica, ruoli e regole, ma anche classifiche, match e coppe.
Di tutto un po’, o per parafrasare il nome della Rubrica, il calcio...A Tutto Campo.


Bordocampo
Risultati, partite e statistiche della Domenica Pallonara.

La quinta giornata di Serie A si è giocata ieri sera, nel primo turno infrasettimanale della stagione calcistica, eccezion fatta per l’attesissima sfida di questa sera al Marassi tra Genoa e Juventus. Quest’ultima dovrà difendere il primato assoluto, insidiato da un Inter apparsa quanto mai solida contro i partenopei, ieri sera, al San Siro. Un 3-1 secco che mette il punto su le tante discussioni ascoltate in settimana in merito al gioco espresso dai nerazzurro negli ultimi impegni tra campionato e Champions. In poco più di cinque minuti i nerazzurri archiviano la pratica Napoli con due gol, Eto’o e Milito. Nel secondo tempo allunga Lucio e a nulla serve il ritorno al gol del Pocho Lavezzi.
Giornata nera al contrario per i rossoneri. Al Friuli il Milan incassa un gol del solito Di Natale, in grande spolvero. Bastano appena ventidue minuti al temporaneo capocannoniere della Serie A per insaccare la porta milanista, raccogliendo un pallone scagliato contro il palo da Inler. L’Udinese ritrova gioco e geometrie, Di Natale si riconferma bomber di razza. Il Milan dal canto suo delude e impensierisce con una prova incolore.
Prova impalpabile per il Livorno dell’anomalo duo Ruotolo-Russo, crolla con un 2-0 secco per la prima vittoria casalinga stagionale del Bologna. Da segnalare la contestazione della curva bolognese, all’indirizzo della dirigenza, per i presunti contatti, poco graditi dai tifosi, con l’ex dg della Juventus, Luciano Moggi.
Prima vittoria anche per il Cagliari, in quel di Bari. I rossoblu vincono per 1 a 0 sui galletti di Bari, meno brillanti e concreti rispetto alle prime uscite stagionali. I cagliaritani hanno la meglio con un gol del talento Nenè, che fa portare a casa ai sardi i primi tre punti della stagione. Zero a zero per Atalanta-Catania, con Antonio Conte alla prima sulla panchina con gli orobici, che rimedia subito il primo punto ma anche la prima espulsione per proteste. Torna Doni ma non brilla e i Catanesi potrebbero recriminare per decisioni arbitrali quantomeno dubbie. Stesso risultato anche per Siena-Chievo. Partita noiosa votata alla difesa, che il punticino andasse bene ad entrambe lo si è capito quasi subito, viste le difese arroccate e i vertici bassi.
A Roma va in scena una partita giocata sul filo della tensione, con l’arbitro Velotto che perde completamente la bussola. Rigore molto dubbio per i biancoazzurri, rigore dubbio e gol segnato in totale assenza di fair play per gli emiliani. Finisce 2-1 per il Parma che batte una Lazio apparsa stanca e sulle gambe, affaticata da tre turni in meno di dieci giorni. Servono gambe fresche.
La Fiorentina vince contro la Sampdoria capolista, con una bella gara che riporta un po’ di serenità nell’ambiente dopo le sconfitte di Lione e Roma. Torna il gioco corale nei viola e, complice un Cassano poco concreto, al Franchi la Fiorentina vince con un bel 2-0 tondo tondo.
Paleremo- Roma sembra più una partita di pallanuoto che di calcio, con pozzanghere, pantani e il pallone che si ferma ogni tre per due. Nonostante la pioggia battente che martella il campo finisce con un rocambolesco 3-3 che diverte il pubblico, un po’ meno i giocatori.
La classifica si muove. L’Inter è prima a 13 punti, in attesa di vedere questa sera la Juve (12 punti) se riuscirà a difendere il primato. La Sampdoria perde e resta a 12, seguita da Fiorentina in risalita e la sorpresa Parma. Ad una sola distanza il Genoa, con una partita in meno. Risale la Roma che riagguanta a 7 punti il Milan e la Lazio. Ferma ancora a fondo classifica l’Atalanta con un solo punto.

13 Inter.
12 Juventus. *
12 Sampdoria.
10 Fiorentina.
10 Parma.
9 Genoa. *
8 Udinese.
7 Lazio.
7 Milan.
7 Roma.
7 Chievo.
6 Bari.
5 Palermo.
5 Bologna.
4 Cagliari.
4 Napoli.
4 Siena.
2 Livorno.
2 Catania.
1 Atalanta.

*Una partita in meno.

Nel prossimo turno di campionato si annidano molte insidie.
Incroci di campionato interessanti. I giallorossi di Ranieri resteranno in Sicilia per affrontare il Catania, mentre il Palermo volerà all’Olimpico di Roma contro la Lazio. Al Marassi si affronteranno Sampdoria e Inter, mentre il Milan ospiterà i galletti di Bari. Derby regionale tra Livorno e Fiorentina al Picchi, mentre il Siena affronterà in trasferta il Napoli, a caccia di punti e certezze. La Juventus ospiterò all’Olimpico di Torino il Bologna, a chiudere il quadro della domenica pallonara Chievo-Atalanta e Udinese-Genoa. Il tutto in attesa dei prossimi turni di Champions League e Europa League che si giocheranno la prossima settimana tra martedì 29 e giovedì 1 ottobre. Una settimana intensa insomma per le italiane impegnate nelle coppe europee.

Fonte classifica e risultati: corrieredellosport.it

La descrizione di un'attimo
I click della settimana dal campo.

image image

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Fonte immagini: sportmediaset.it



Una questione di Cuore
La Roma vista da me.

Che sarebbe stata una stagione difficile lo avevamo sospettato. Che sarebbe stata dura, lo sapevamo. Che sarebbe stato un tormento di alti bassi, speravamo di no.
Alla Favorita però, si sono visti evidenti segni di ripresa.
Una Roma sparagnina, come la definirebbero commentatori di altri tempi, lotta e suda su ogni pallone, mettendo grinta e carica agonistica su un campo che, per impraticabilità, non permetteva certo tacchi, classe e colpi da biliardo.
Tutto sommato possiamo dirci soddisfatti.
Bisognerebbe giocare sempre per vincere, ma visti l’andazzo della partita col Palermo, uscire con un punto è oro colato.
E impossibile scindere la questione societaria dal campo, la tifoseria è logora, stanca e arrabbiata e questo certo non giova all’ambiente e alla squadra. Per raggiungere certi traguardi, e su questo bisogna dar ragione al povero Ranieri, c’è bisogno d’unità d’intenti, bisogna fare quadrato.
Ma il momento è delicato e chiedere ora ai tifosi di mandar giù il rospo e tirare avanti la carretta è impensabile.
Mexes ed altri chiedono il supporto dei tifosi.
Noi tifosi chiediamo il supporto dei giocatori.
A ognuno il suo.


Tutti nel Pallone
News e Gossip dal mondo pallonaro.

Sembra la trama di un film, sebbene i principali interpreti non siano attori. Potremmo dire che somiglia un po’ a Totò Truffa, un po’ per la comicità un po’ per la truffa.
Cosa non si fa per vincere un derby?
Di tutto. E quel di tutto è successo a Sofia, un intrecci bulgaro-sovietico che ha del ridicolo. Passiamo a raccontare i fatti.
Un finto emissario della squadra Russa del Rubin Kazan, facente parte lo stesso girone dell’Inter in Champions League, ha inviato un fax alla segreteria del Levski Sofia, squadra del campionato bulgaro, richiedendo in via ufficiale i quattro migliori giocatori del Levski. Il tutto qualche giorno prima del derby bulgaro con il CSKA Sofia.
L’offerta fatta dalla società Russa, per altro una delle più ricche società del panorama calcistico europeo, era fin troppo allettante per le casse praticamente vuote del Levski che non se lo è fatto dire due volte.
Contattato immediatamente l’emissario del Rubin Kazan, si sono chiesti i particolari dell’operazione. Una valanga di milioni per quattro giocatori: Zhivko Milanov, Darko Tasevski, Zé Soares, Youssef Rabeh. L’emissario ha inoltre addotto giustificazioni al perché di un’operazione del genere a mercato chiuso sostenendo di aver ricevuto una deroga straordinaria dall’Uefa causa pandemia suina tra i giocatori del Rubin.
Il Presidente del Levski, Todor Batkov , abbocca all’inganno e parte alla volta di Mosca nella giornata di sabato, accompagnato dal direttore sportivo e dai quattro giocatori, già pronti per le visite mediche.
L’indomani ci sarebbe stato il derby ma il Presidente non vuol sentire scuse. Servono soldi e servono subito. Tutti a Mosca.
La domenica mattina l’amara sorpresa.
Non c’è nessun emissario, nessuna trattativa in atto e al Rubin tutti si dicono all’oscuro della vicenda.
Troppo tardi ormai per tornare a Sofia e giocare il derby con i quattro campioni.
Il Levski scende in campo con le seconde linee e perde la stracittadina di Sofia con il CSKA per 2 a 0.
Beffati da non si sa chi, al solo scopo di mettere il CSKA nelle condizioni ottimali per vincere. Cosa c’è di meglio che privare i propri avversari dei giocatori migliori?
Gli inquirenti hanno avviato un’indagine per scoprire chi ci sia dietro questa furbata, anche se tutto fa pensare ad un gruppo di tifosi molto accaniti e soprattutto molto furbi.
Siamo certi che d’ora in avanti l’avido Presidente del Levski Sofia si guarderà bene dall’accettare faraoniche offerte campate in aria, ma ormai il danno è fatto.
Piano perfetto. Truffa perfetta. Obbiettivo raggiunto.

Cuore di Curva
Curve, tifo e bandiere. Il cuore del calcio.

Dopo una settimana densa di incontri sull'annosa questione della Tessera del Tifoso, segnaliamo uno striscione esposto all'esterno della Favorita di Palermo.

image

E una bella immagine della Curva Fiesole di Firenze, festante dopo il secondo gol dei viola.

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Fonte immagini: tifonet.it


Tribuna d'Onore
Il meglio e il peggio della settimana, da 0 a 11...

11 - Il tifoso Rigorista.
Durante la partita Saturn-Spartak Mosca, del campionato Russo, l’arbitro assegna un rigore alla squadra ospite. Tutto è pronto per il tiro in porta dell’attaccante dello Spartak Alex quando, dal nulla, appare nell’inquadratura della televisione un tifoso che, spiazzando arbitro e giocatori, tira in porta e segna. Giro di campo ed ovazione del pubblico, giocatori tra il divertito e l’incredulo. Idolo.

10 - Spalletti.
L’ex allenatore della Roma di nuovo in panchina per una sfida d’eccezione. Il mister di Certaldo guiderà per un giorno la squadra dei detenuti del carcere di Massa contro la Nazionale parlamentari, in una sfida calcistica facente parte delle attività ricreative organizzate dalla casa di reclusione per favorire il processo rieducativi. Sport e rieducazione. Bravo Mister.

9 - Il Carletto Nazionale
Il Made in Italy tira, soprattutto nel calcio. Un plauso dunque a Carlo Ancellotti, neo allenatore dei Blues che, con sei vittorie su sei, conquista il primato assoluto in campionato facendo letteralmente volare il Chelsea in vetta alla classifica. Daje Carlè!

8 - Rocca e l’U20
Nonostante i rifiuti categorici dei grandi club italiani nel concedere ai loro under 20 la partecipazione al Mondiale, che avrà inizio per l’Italia lunedì 28 settembre, il ct Rocca non demorde. L’Italia non si pone limite, sostiene Rocca, anche senza i Balotelli o gli Okaka, si punta alla vittoria. Nazionale di serie B, secondo i più critici, ma motivata più che mai. In bocca al lupo ragazzi e grande mister Rocca, non mollate.

7 - Bentornato Lavezzi
Nonostante la sconfitta brilla la perla firmata Ezequiel Lavezzi, un destro al volo che inchioda Julio Caesar. Peccato per i tre gol incassati dal suo Napoli ma...bentornato Pocho.

6 - Fair play si, fair play no
Il Parma segna con un giocatore a terra, la gente mormora, si torna alla solita polemica. Fair play si, fair play no?
Noi diciamo si...quando i giocatori non se ne approfittano gettandosi a terra col solo scopo di interrompere azioni pericolose. Si al Fair play. No hai furbetti.


5 - Il Muo furioso.
Non è mai bello vedere in campo giocatori accozzati agli arbitri che sbraitano come donnette al mercato del pesce in cerca di una cartellino giallo. Vederlo fatto da un allenatore è addirittura fastidioso. Non dovreste essere anche educatori?

4 - Lotito e i “Dissidenti”.
Che i giocatori la fanno un po’ troppo da padroni è vero, il Presidente Lotito ha ragione. Ma siamo certi che per mantenere il punto sulla questione Dissidenti sia sacrificabile lo spogliatoio, la classifica e il futuro in campionato della squadra? Presidente dispettoso.

3 - Velotto di Grosseto.
Arbitraggio ai limiti dell’isteria. Cartellini gialli (e rossi) dati senza senso, rigori regalati e gol in fuori gioco. Un disastro su tutta la linea.

2 - Il campo della Favorita.
Che gli impianti di drenaggio e il razzolamento del campo costino cifre spropositate possiamo capirlo, ma quanto mai costerà un telone in plastica per coprire il manto erboso nei giorni antecedenti le gare? A Palermo s’è giocato a pallanuoto più che a calcio. Inguardabile.

1 - Le decisione del Casms
Stranamente nel turno infrasettimanale di mercoledì sera, quando nessuno è materialmente in grado di andare in trasferta, causa lavoro ( ebbene si anche gli ultras lavorano), nessuna trasferta era vietata. I casi e casms della vita...

0 - Figc e Lega.
Per quanto dovremo ancora sacrificare la regolarità dei campionati sul sacro altare delle pay-tv? Già giocare il campionato di mercoledì è terribile, spezzettarlo poi in due giornate in virtù dei diritti tv è vergognoso. Ci dispiace dirlo ma stavolta ha ragione il Muo.


Amarcord
Perchè la nostalgia canaglia ogni tanto ci prende.

5 Luglio 1982.
Una data.
Per molti può significare nulla. Per gli amanti del calcio significa quasi tutto.
Il 5 luglio del 1982 è stata giocata allo stadio Sarrià di Barcellona La Partita.
Quel giorno è scesa in campo la storia.
Erano le 17.15 di un torrido pomeriggio spagnolo quando ventidue uomini hanno calpestato il verde prato del Sarrià dell’Espanol, dando inizio a quella che resterà per sempre la più bella partita di calcio di tutti i tempi.
Italia-Brasile.
Era un calcio antico, lento, immobile. A guardarlo oggi qualcuno lo definirebbe noioso.
Molta tattica, tanta tecnica, pochi muscoli.
Giocatori smilzi e longilinei infilati in pantaloncini che oggi definiremmo quantomeno ridicoli, più adatti a ballerine che a calciatori.
Eppure resta immobile nel tempo, intatta nella memoria, la mole di forza, di potenza, che quei ventidue atleti misero in campo.
Italia-Brasile.
3-2.
L’Italia scesa in campo più come vittima sacrificale di un Brasile stratosferico, imbattibile, che come potenziale vincitrice.
Ultima partita di un girone a tre che permetteva l’accesso alla semifinale. Una partita secca che aveva il sapore di una Finale vera a tutti gli effetti.
Un Brasile immenso, che spaventa.
I più grandi giocatori del mondo. Un calcio spumeggiante, per quei tempi, bello al punto da far sognare anche i tifosi delle altre nazionali. Vincente, concreto ma mai noioso.
Un Brasile che aveva macinato così tanti vittorie, e stritolato così tante squadre da potersi permettere un pareggio a cuor leggero con un’Italia finita a giocarsi l’ultimo scontro per la semifinale non si sa bene come, reduce da una vittoria con l’Argentina di Maradona che poco aveva convinto.
Un’Italia che usciva da uno scandalo calcistico che senza precedenti.
Un’ Italia che non aveva nulla da perdere.
Bearzot si presentò in campo con Zoff, Cabrini, Collovati, Gentile, Scirea, Antognoni, Oriali, Tardelli, Conti, Graziani e il contestatissimo Rossi, fino a quel momento subissato dalle critica della stampa, oggetto tanto misterioso quanto inutile, secondo i più, di questa nazionale.
Dall’altro lato del campo un formazione che ancora oggi, a ventisette anni di distanza, mette paura solo a leggerla. Valdir Peres, Leandro, Oscar, Luisinho, Cerezo, Junior, Socrates, Serginho, Zico, Eder e il Divino Falcao.
L’arbitro Klein fa appena in tempo a fischiare l’inizio che l’Italia, al 5’ minuto di gioco va in gol.
Incredibile ma vero.
Un’azione da manuale del calcio. Conti per Cabrini che crossa da sinistra per Rossi. Colpo di testa. Gol.
Battuto Valdir Peres. Gli spalti esplodono, i tifosi impazziscono. L’Italia è in vantaggio.
Ma passano appena sette minuti e al 12’ il Brasile pareggia con un’azione da biliardo. Socrates scambia con Zico che si ritrova solo in area, rasoterra in controtempo, battuto Zoff. 1-1.
Passano poco meno di quindici minuti quando su una rimessa maldestra di Valdir, Rossi ruba palla a Luisinho e fulmina il portiere verdeoro.
2-1 per l’Italia, i tifosi sugli spalti iniziano a credere nell’impresa incitando senza sosta gli undici azzurri.
Il primo tempo è un susseguirsi di azioni alternate con i brasiliani sul piede di guerra, offesi per lesa maestà, che cercano in tutti i modi di pareggiare. Gli azzurri increduli dal canto loro cercano di aumentare il vantaggio senza sosta, impauriti dall’ipotesi di un pareggio. Solo la vittoria avrebbe consentito il passaggio alla semifinale.
Al 68’ l’Italia vede, anche se per un breve momento, il sogno della semifinale infrangersi. Falcao, liberato sulla destra da Junior, avanza e con un destro micidiale batte Zoff.
Il Brasile pareggia, mettendo in cassaforte la qualificazione alla semifinale, ormai convinto di potersela cavare con un’Italia che fino a quella partita non aveva entusiasmato.
Gli azzurri vedono sfumare il sogno e con loro milioni di italiani.
Ma è al 75’ che la gioia esplode senza più freni.
Corner di Conti, Tardelli lancia a seguire per Rossi che corregge di destro in rete siglando la sua tripletta storica, tre gol che rimarranno impressi nella memoria per sempre.
Ora l’Italia ci crede, gli azzurri ci credono, i tifosi ci credono.
Gli ultimi quindici minuti sembrano un’eternità, con un gol di Socrates annullato per evidente fuorigioco, attacchi continui del Brasile che sale sul campo senza logica, rincorrendo un pareggio che non verrà.
Italia – Brasile finisce 3 a 2, con un tripletta siglata da Paolo Rossi.
L’Italia vincerà il Mundial di Spagna sotto lo sguardo rassicurante e benevolo del Presidente Sandro Pertini.
L’Italia vincerà il Mundial.
Dalle ceneri di una nazione pallonara sconvolta dallo scandalo del calcio scommesse, nascerà l’Italia Campione del Mondo.
La stessa Italia che aveva stentato con Perù e Cameron, la stessa che non aveva convinto con l’Argentina, la stessa che era stata sommersa dalle critiche di tutti, la stessa che era stata indicata come carne da macello pronta per essere offerta in sacrificio alla corazzata verdeoro.
Vincerà il Mundial, o forse lo aveva vinto in quel pomeriggio di Barcellona quando l’Italia dei Bruno Conti e dei Paolo Rossi, dei Graziani e degli Scirea, aveva bloccato l’armata Carioca, la più forte squadra di tutti i tempi.
Questa partita è stata definita in molti modi.
Ne sono stati tratti libri e film, critici di calcio l’hanno presa per anni ad esempio nei loro dibattiti tecnico-tattici, ma la verità è una ed una soltanto.
Quel giorno in campo scese il Cuore.
Quel giorno undici uomini fecero l’impresa.
Quel giorno diventarono Campioni del Mondo.
E con loro l’intero popolo pallonaro.


______________________________________________



Chichi
Ad Maiora

 
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Celly_88
view post Posted on 24/9/2009, 18:46




Evvai Fraaa!!
Io di calcio ci capisco poco e niente, ma leggendoti inizio a farmi na cultura u.u
Poi mi piace che non usi termini troppo tecnici, qualcosa ci capisco pure ioXD

Comunque... come preannunciato, la cosa che m'è piaciuta di più è la truffa al Sofia!!
Ma dai!! Il presidente è stato un coglionz potente!! Febbre suina!! Io avrei dubitato u.u E' vero che circola, ma la cosa puzzava.
I tifosi sono stati grandi e hanno avuto pure un.. fondoschiena enorme, ecco, a non farsi beccare.
GrandiXD Miraccomando Fra, tu leggi ste notizie e impara!

Poooi, anche l'amarcord mi è piaciuto assai.
Io amo i mondiali, con tutto il cuore. Sono le uniche partite che seguo e per cui non ci sono per nessuno in quei momenti.
Hai fatto rivivere una grande partita Fra, grazie!
Sei la nostra donnaH del calcio!
 
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Galya
view post Posted on 24/9/2009, 18:55




Ca**o, Fra, sei una grande.
 
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.Sabb
view post Posted on 25/9/2009, 08:25




Quando la classe non è acqua, non è acqua, direi..

Finalmente non avrò più lo sguardo da ebete quando si parlerà di calcio... grande Fra!!
 
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view post Posted on 25/9/2009, 09:15
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Diletta

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Oddio "un manuale" di calcio che posso capire...Grazie Fra!!
 
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Artemisia~
view post Posted on 25/9/2009, 10:09




Ma tu sei una professionista, seriamente. :S
 
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Roselynn
view post Posted on 25/9/2009, 17:38




Ciao e complimenti!

La passione che provi per il calcio traspira ad ogni tua parola.
Seguo poco il campionato (diciamo che lo seguo forzata dai i miei fratelli) ma adoro la nazionale. Per motivi che non starò qui a spiegare perchè troppo lunghi, vorrei semplicemente aprire una riflessione non solo sulla passione ma sul significato che un gioco puo assumere quando vivi all'estero! Gli azzurri diventano il tuo orgoglio il tuo modo di spiegare agli altri chi sei (specialmente se poi vivi in un paese che si ritiene al sopra di tutti!)
l'ottanatadue lo ricordo benissimo, e lo ricordo perchè allora mi trovavo nel paese della squadra che abbiamo battuto! Ecco un'altra cosa che tutti ci invidiano, quando parliamo della nazionale parliamo di NOI! E questo agli altri da fastidio!

E allora avanti così con questa rubrica e mi raccomando.... mi aspetto tanti articoli sulla nazionale!



ps. sfiga della sfiga (per modo di dire...) ho un piccolo ristorantino pieno di poster della nazionale (ovviamente abbiamo anche un angolo con 4 stelle!) ma .... alcuni giocatori della nazionale tedesca vengono a mangiare da noi... Vi lascio immagginare ... ma tutti e ripeto tutti vorrebbero venire a giocare per una squadra italiana!!!

FORZA AZZURRI!

 
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view post Posted on 25/9/2009, 17:58

Arrivederci Presidente...

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Oh grazie signore *O*
Sono felice che la rubrica calcistica vi piaccia u.u..farò del mio meglio per renderla quanto più interessante.
Per la Nazionale vedremo che si può fare..per ora c'è il Mondiale Under 20 che seguirò con interesse..soprattutto perchè è la nostra prima partecipazione dopo più di 10 anni XD..non ci eravamo quasi mai qualificati. Vedremo, speriamo bene u.u
 
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*Aura*
view post Posted on 25/9/2009, 19:30




Ammora, dopo che per colpa di mio fratello traditore interista me ne sono stata rintanata in un angoletto per due giorni dopo la sonora batosta presa, la tua rubrica mi ha rianimata un pò.
Onore all'introduzione, ma soprattutto all'amarcord. Da brividi.

CITAZIONE
Nonostante la sconfitta brilla la perla firmata Ezequiel Lavezzi, un destro al volo che inchioda Julio Caesar. Peccato per i tre gol incassati dal suo Napoli ma...bentornato Pocho.

Ecco appunto, forza Pocho!!!!
T'amo Chicca.
 
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view post Posted on 25/9/2009, 19:57

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Perfetto!!!
Sei grande Fra!!!
Non pensavo fosse possibile che qualcuno mi avvicinasse così tanto al calcio, è la prima volta che seguo partita per partita un campionato...
E tu sei sempre la migliore, si vede che un pezzo del tuo cuore è per il pallone... **
 
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Oby86
view post Posted on 26/9/2009, 13:27




Mamma mia Fra..ho avuto i brividi a leggere la storica partita Italia-Brasile!

Sei grande! come sempre!
 
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view post Posted on 28/9/2009, 18:24

Arrivederci Presidente...

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Rubrica di approfondimento calcistico e dintorni a cura di ~Kiky


“Il Calcio è un gioco maschio, per uomini non per ballerine”


Così parlò Collina, Disegnatore Arbitrale, ad inizio campionato.
Ma di uomini in campo, nell’accezione calcistica del termine, ne abbiamo visti molti pochi.
Di gioco maschio, là dove per gioco maschio si intenda grinta, cattiveria agonistica e fame di calcio, se ne è visto ancor meno.
E nemmeno di calcio femmina si può parlare, perché non è stato neanche bello e vanitoso.
Indolenti, lenti, noiosi, macchinosi.
Fino ad ora uno dei Campionati di serie A più brutti che il calcio italiano ricordi.
Una pochezza tattica che impensierisce. Tutti nel calderone, nessuno escluso.
Giocatori molli, allenatori confusi, squadre isteriche e impalpabili.
Arbitri privi di polso, di carattere, d’identità.
Tutti accozzati ad uno-due punti di distanza. In altri tempi avremmo parlato di campionato equilibrato. Equilibrato si, ma per difetto. Povero nelle grandi squadre al punto che il Bari ci sembra il Real Madrid degli anni d’oro, e il Cagliari potrebbe giocarsela col Manchester Utd.
A nulla servono i nomi di grido e le campagne acquisti faraoniche se mancano fiato e tenuta atletica, se mancano idee e gioco.
Nella domenica dei pareggi a tutti i livelli ci viene da dire solo:
Che noia, che pena e che pochezza.



Bordocampo
Risultati, partite e statistiche della Domenica Pallonara.

Il palinsesto del week end pallonaro dava spunti per partite interessanti.
Ecco.. dava. Alla fine di questo turno di campionato però ci sentiamo tutti un po’ annoiati e parecchio delusi.
Qualche buona giocata, un Bari e una Sampdoria di ottimo livello, per il resto il deserto del Sahara.
L’anticipo che vale la vetta della classifica è riassumibile nell’azione da gol della Sampdoria operaia di Del Neri. Coralità e giocate di prima mandano in porta Pazzini, lasciato colpevolmente solo in area dalla difesa interista, addormentata sugli allori. Qualche azione pericolosa del tandem Balotelli-Milito, per altro bocciato dal Mou che sostituisce il primo per infoltire un centrocampo apparso poco concreto e sguarnito. 1-0 dunque per i blucerchiati che agguantano la vetta della classifica.
Vittoria di misura per la Fiorentina di Prandelli, grazie a un rigore rimediato per una leggerezza di Diniz su Gilardino. Jovetic regala dunque i tre punti ai viola nel derby toscano con il Livorno. Partita tutto sommato equilibrata con un primo tempo che ha visto Frey operoso, a difendere la porta dal gioco aggressivo degli amaranto. Nella ripresa più Fiorentina e meno Livorno, ma la domanda sorge spontanea: se questo è il gioco dei viola come pensano di affrontare la sfida Champions con il Liverpool? Partita da non perdere, assolutamente.
Nella giornata di domenica, serie infinita di pareggi che bloccano la classifica con un vero proprio nulla di fatto.
All’Olimpico di Roma finisce 1-1 la sfida tra Lazio e Palermo. Un primo tempo mediocre quello dei biancoceleste, con un centrocampo molle e poco creativo. Cruz assolutamente non in giornata, Zarate a sprazzi ed evidenti segni di stanchezza dovuti alle poche alternative in panchina. Un Palermo non messo meglio, parte bene ma dopo meno di quindici minuti sembra abbia esaurito il carburante e finisce per nascondersi nella propria metà campo. Cavani sorprende Muslera che papera su un tiro prendibilissimo, Zarate pareggia il conto con un rimpallo in mischia.
Pareggia anche la Juventus in casa col Bologna, 1-1 agguantato sul finale dai bolognesi. Juve affaticata ed assolutamente sotto tono. Niente corsa, poca creatività, poco fiato, poche gambe. Il Bologna la tiene a bada con fin troppa facilità ma al 23° il solito Trezeguet la butta dentro, più per fortuna che per merito. Nel recupero il buon vecchio Adailton segna beffando Buffon e agguantando un pareggio quanto meno meritato.
Pareggiano anche Chievo e Atalanta, nella seconda uscita stagionale di Conte, graziato dopo l’espulsione di domenica scorsa la cui squalifica viene commutata in multa. Primo tempo noioso e senza azioni degne di nota, nel secondo tempo il Chievo carica ma viene messo all’angolo dai bergamaschi con un paio di interessanti azioni, tanto che al 26° la Dea mette in scena un’azione da manuale del calcio e Tirabocchi sigla il gol del vantaggio. Ma poi il calo di concentrazione dei bergamaschi offre lo spunto perfetto a Pellissier, che da grande opportunista sfrutta la bambola della retroguardia. Garics appoggia all’indietro, Bianchi fa sfilare e il centrocampista del Chievo s’infila fra i due, salta il portiere Consigli e ristabilisce la parità. 1-1, tutti negli spogliatoi.
A Parma vincono i rossoblu di allegri per 2 a 0. Un Cagliari da applausi inchioda gli emiliani che dal canto loro possono solo recriminare per un rigore nettissimo non concesso dall’arbitro Tommasi. Tanta tanta roba i rossoblu, con il solito Jeda al gol, raddoppiato da Dessena. Tutto nel primo tempo, partita in discesa.
Vince anche il Napoli, subissato dai fischi del San Paolo. Traballa la panchina di Donadoni che risponde alle critiche del presidente con due gol di Hamsik. Un Napoli non ancora guarito che, per buona parte della gara, cincischia col pallone, si rintana nella metà campo, e gioca spesso all’indietro cercando delle ripartenze che non arrivano mai. Nel secondo tempo si vedono segnali di ripresa, si inizia a giocare. Primo gol di Hamsik molto contestato dai toscani del Siena, che riescono comunque a riacciuffare, almeno temporaneamente, il risultato con un bel diagonale di Maccarone. Poco meno di sei minuti e l’arbitro assegna un rigore per un netto fallo di mano di Brandao. Sul dischetto si presenta Quagliarella, ma dalla panchina arriva un ordine. Hamsik. Così sia. Batte, Curci respinge ma la palla torna sui piedi dello slovacco, che insacca senza pietà. 2-1, panchina salva per questa settimana, ma non dormiremmo tranquilli se fossimo in Donadoni.
Bella vittoria dell’Udinese sul Genoa per 2 a 0, con Totogol Di Natale che si candida ancora come capocannoniere della serie A con un gol da applausi. Una rete splendida per costruzione ed esecuzione. Il Genoa subisce due gol nei primi 43 minuti e si arrende al gioco dei friulani. Pochi acuti e qualche sprazzo di gioco per i liguri ma nulla più.
Pareggio al veleno per la Roma a Catania. Partita brutta e macchinosa per i giallorosso che non mordono mai, poca grinta e poco gioco. I Catanesi non deludono mettendo in campo tanta sostanza e abnegazione, con qualche bella giocata di Mascara che però non trova mai la via del gol. Il solito Morimoto castiga la Roma, per cui è diventato una bestia nera vera e propria. Come detto più veleno che gioco, battibecchi, accenni di risse o risse vere nel finale, il tutto corredato da un arbitraggio ai limiti dell’indecenza. Un Saccani assolutamente fuori dal mondo, assegna un calcio d’angolo inesistente ai giallorrossi che, più per fortuna che per merito, pareggiano grazie a un rimpallo sul ginocchio di De Rossi. La partita si chiude con discussioni a non finire, il presidente Pulvirenti che applaude polemico l’operato dei guardalinee, Motta e Morimoto che si spintonano per il campo e il buon Ranieri che alza gli occhi al cielo. Così non si và da nessuna parte.
Nel posticipo ennesimo pareggio, senza gol in questo caso, della giornata, con un Milan che sembra il gemello brutto e povero (tecnicamente e tatticamente parlando) di quello di Ancellotti. Leziosi e fastidiosi, i giocatori rossoneri riescono nell’ardua impresa di irritare il proprio pubblico che per buona parte della gara fischia e impreca. Nota positiva della giornata i galletti di Bari. Coraggiosi, vivaci e veloci si presentano a San Siro in assetto da guerra, aggredendo senza paura il Milan stellare dei Ronaldinho e degli Hunteelar. Bella partita quella dei baresi, i ragazzi di Ventura danno da fare alla retroguardia milanista e non mollano un centimetro, riuscendo nell’impresa. Due partite a San Siro, zero sconfitte. 0-0 dunque, non senza polemiche su un Milan stanco e senza idee.
La classifica resta pressoché invariata, movimenti si ma di uno o due punti e posizioni statiche, con i Sampdoriani in testa a 15 punti, seguiti a un punto dalla Juve e a due punti da Fiorentina e Inter.

15 Sampdoria.
14 Juventus.
13 Inter
13 Fiorentina.
11 Udinese
10 Parma.
10 Genoa. Una partita in meno
8 Lazio.
8 Milan.
8 Roma.
8 Chievo.
7 Bari.
7 Cagliari.
7 Napoli
5 Palermo.
6 Bologna.
6 Palermo.
4 Siena.
3 Catania.
2 Livorno.
2.Atalanta.
.


Nel prossimo turno di campionato la Roma in piena crisi affronterà il Napoli, che non può dirsi certo in condizioni migliori. Partita fondamentale per i giallorossi tanto quanto per la panchina di Donadoni. Il Milan ospiterà l’Atalanta di Conte, mentre l’Inter affronterà l’Udinese del capocannoniere di Serie A Totò Di Natale in quel del Friuli. Il Bologna affronterà in casa il Genoa mentre al Marassi contro la Samp arriveranno gli emiliani del Parma. La Juve se la vedrà coi rosanero del Palermo, mentre gli altri siciliani, i Catanesi affronteranno in trasferta i ragazzi di Allegri del Cagliari. Altro derby di Toscana tra Siena e Livorno mentre la Fiorentina sarà impegnata al Franchi contro la Lazio.
In attesa del campionato, questa settimana, ci saranno i secondi turni delle fasi a girone di coppa. In Champions League la Fiorentina affronterà il Liverpool. Partita assolutamente da seguire così come Bayer Monaco-Juventus. L’inter volerà in Russia per la trasferta con il Rubin Kazan, mentre il Milan, unica italiana a giocare in casa, ospiterà lo Zurigo.
Dal fronte Europa League, la Roma affronterà all’Olimpico il CSKA Sofia, mentre, in un curioso intreccio derby, la Lazio se la vedrà a Sofia con il Levski Sofia. Trasferta anche per il Genoa atteso a Valencia.
Sul fronte Nazionale, stasera, la U20 di rocca è chiamata ad affrontare il fanalino di coda del girone Trinidad e Tobago. Dopo lo 0-0 con l’ottimo Paraguay, gli azzurrini puntano alla vittoria questa sera, che gli consentirebbe di ipotecare o quasi la qualificazione al prossimo turno.

Fonte classifica e risultati: corrieredellosport.it



La descrizione di un'attimo
I click della settimana dal campo.

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Fonte immagini: sportmediaset.it, corrieredellosport.it e calcioblog.it




Una questione di Cuore
La Roma vista da me.

Imbarazzante.
Non ci sono altri aggettivi adeguati a descrivere la prestazione di ieri della Roma. Imbarazzante.
Ranieri salva lo spirito battagliero, personalmente ne ho visto poco pure di quello.
Centrocampo inguardabile, con Pizarro che predica nel deserto ed un De Rossi completamente fuori quadro.
Qualche discreta accelerazione di Vucinic, che non morde mai a sufficienza e il Capitano defilato e stanco, tre partite la settimana iniziano ad essere troppe anche per lui che tutti credevamo indistruttibile.
Brighi è il fantasma di se stesso, Perrotta un corpo estraneo e utile quanto la crema solare quando piove. Cassetti poi è l’apoteosi del declino tecnico. E’ vacanza per chiunque si affaccia sulla sua fascia, non corre, non pressa, si fa uccellare da chiunque. Un disastro totale.
Con questi presupposti non si va da nessuna parte e Mister, se lei pensa di poter rigenerare questa squadra con i Taddei, i Perrotta e i Cassetti…allora siamo ben lontani dalla meta.
Ha ragione De Rossi, aimè.
Bisogna fare molto di più e bisogna farlo subito, prima che sia troppo tardi.
Ribadisco, imbarazzanti.



Tribuna d'Onore
Il meglio e il peggio della settimana, da 0 a 11...

11 - A volte ritornano.
Dopo 207 giorni di assenza torna in edicola l’unico quotidiano monotematico del mondo, dedicato ad uno sola quadra di calcio. Da venerdì 25 settembre è tornato in stampa Il Romanista. Dopo svariate peripezie legali ed una causa contro lo Stato ancora in corso, il quotidiano romano si riaffaccia nel panorama giornalisti capitolino. Un voce libera e tagliente, una redazione giovane e autofinanziata. Ci siete mancati, bentornati. In bocca al Lupo ragazzi.

10 - Ventura.
Una ventata di calcio genuino, fatto di corso, sudore e tanta abnegazione. Il suo Bari brilla come una stella solitaria nel cielo notturno. Complimenti a Ventura e al suo coraggio, non è da tutti presentarsi a San Siro in assetto di guerra. Condottiero coraggioso.

9 - Multe e Ricerca.
Il Ct della Nazionale, Marcello Lippi, fa una proposta interessante. Che le multe comminate a calciatori e società durante la stagione vengano investite per la ricerca sulla SLA. Ed era ora. Anche perché ci siamo sempre chiesti dove finissero tutti quei soldi. Applausi per Lippi, qualcuno da queste parti ogni tanto mette in moto il cervello.

8 - Cassano-Pazzini.
Tanto per restare in tema Lippi. Che dice mister ce li portiamo questi due, in tandem sia chiaro, a mondiali in Sudafrica? Belle geometrie e intesa perfetta, manca la continuità ma si può sempre migliorare. Complimenti ai nuovi gemelli del gol.

7 - Galeotta fu la telecamera.
Pizzicato. Il portiere del IFK Goteborg, Kim Christiensen, viene sorpreso dalle telecamere mentre, con un colpetto di spalla, sposta di qualche centimetro il palo della sua porta riducendo così le dimensioni della stessa. Ripreso dall’arbitro, avvisato dal quarto uomo, se la sghignazza e saluta la curva. Furbetto.


6 - Aggredito a suon di abbonamenti.
Ecco cosa succede ad illudere i tifosi. Ieri nel dopo partita di Lazio – Palermo, un tifoso biancoceleste, perde le staffe e, in Tribuna Monte Mario, tira il proprio abbonamento dello stadio contro il presidente della Lazio, Claudio Lotito. “Ridacci la Lazio” urla il sostenitore. E pure l’abbonamento, aggiungiamo noi.


5 - Il Mou stizzito.
Sta diventando Ospite Fisso, dovremmo dargli il gettone di presenza prima o poi. Nel dopogara di Sampdoria – Inter, dopo aver perso la partita il Mou perde pure l’eleganza (o forse quella non l’ha mai avuta). Alla domanda dei giornalisti su un Del Neri bestia nera dell’allenatore di Setubal risponde stizzito. “Quando Del Neri mi ha sostituito al Porto è stato esonerato dopo 15 giorni…” Caduta di stile e polemica sterile. Irritante.


4 - Influenze lotitiane.
Un De Laurentis in versione lotitiana ammettiamolo, non lo avevamo mai visto. Scarica il direttore tecnico in diretta tv accollandogli colpe su colpe e chiedendone, neanche troppo velatamente, le dimissioni. Marino vede e provvede. Dimissioni pervenute, stile presidenziale in caduta libera. Donadoni stia in guarda, sentiamo odore di esonero.

3 - La comunicazione Bulgara.
Credevamo di aver visto tutto, ma ci sbagliavamo. Dopo il “Parlo solo per comunicati”, dopo le interveste alla tv di regime (Roma Channel) prive di contraddittorio e false come le tremila lire di carta, dopo le Conferenze Stampa ad invito con le domande scomode lasciate senza risposta, dopo il “Chi ha detto Aquilani?”, il presidente della Roma, Rosella Sensi, bandisce da Trigoria i giornalisti de Il romanista in quanto testata giornalistica non gradita. La comunicazione Bulgara di regime impallidisce di fronte a lei, Nostra Signora del silenzio. La libertà di stampa, questa sconosciuta.

2 - Sicurezza degli stadi.
A fuoco il magazzino di uno dei bar della tribuna del Friuli, evacuati durante la partita più di mille tifosi. Domande sparse. Gli stadi a norma? La sicurezza? L’incolumità degli spettatori paganti? Ci cadono le braccia.

1 - Catania vs Roma
Parlavamo di gioco maschio, all’avvio. Ebbene qualcuno informi lor signori, i giocatori di Roma e Catania, che il gioco maschio non include le risse e gli isterismi da ciclo mestruale. Scene di pura follia degne della terza categoria. Inguardabili.

0 - Sua Maestà..
..la Serie A. Tra risse inutile, crisi di nervi, scenate da prime donne, allenatori indispettiti, presidenti con manie di protagonismo, giocatori degni delle prime file di Broadway, pochezza tecnica e tattica e tifosi in perenne contestazione, a Sua Altezza, al secolo il più bel campionato di calcio del mondo, si è incrinata la corona. Addrizzategliela.



Cuore di Curva
Curve, tifo e bandiere. Il cuore del calcio.

Deu immagini dalla serata al Marassi.

La bella curva della Samp.
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Il settori ospiti Interista.
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Fonte immagini: corrieredellosport.it




L’Accademia del Calcio
Protagonista assoluto: il Calcio. Regole, ruoli, moduli e tattica.

Il gioco del calcio non è solo undici uomini ed un pallone.
Il gioco del calcio è fatto principalmente di tattica, tecnica, moduli, schemi, ruoli.
In questa parte di A Tutto Campo affronteremo questi argomenti.
Cos’è la Difesa a Zona? Cos’è il Catenaccio? Chi è lo Stopper? Cos’è il 4-4-2?
A queste e a molte altre domande, per i meno avvezzi e competenti, risponderemo, per quanto possibile.
Ho meditato a lungo su l’argomento di partenza, ma mi sono resa conto che è un circolo vizioso. Inutile star qui a parlare della Zona se prima non sappiamo la differenza tra un Terzino e uno Stopper.
Quindi partiamo proprio da questo.

I Ruoli nel Calcio.
Undici uomini come detto, suddivisi in quattro categorie d’atleti: il portiere, il difensore, il centrocampista e l’attaccante.
Ogni categoria di giocatore crea un reparto della squadra, eccezion fatta per il portiere che viene accorpato dalla difesa. I reparti sono dunque tre: difesa, centrocampo e attacco.
Ogni reparto ha i propri schemi, che vengono poi affiancati agli schemi degli altri reparti, creando quella che viene definita la coralità del gioco.
Se i reparti non giocano con coralità, il gioco perde senso, perde efficacia.
Se non c’è raccordo, interazione, collaborazione tra i reparti il gioco risulta spezzettato e macchinoso, oltre che poco proficuo.
Il gioco del calcio è un gioco di squadra. L’individualismo non paga.

Iniziamo questo percorso nei ruoli di gioco parlando del reparto più arretrato: la Difesa.
Tra i pali spicca la figura del portiere. L’estremo difensore di ogni squadra che è ha l’annoso dovere di difendere la porta.
Il portiere è un giocatore a se. Unico a poter toccare la palla con le mani, all’interno dell’area di rigore e lì solamente, il portiere agisce unicamente in difesa della porta, con il compito preciso di evitare alla propria squadra di subire gol.
Di fronte a lui si schiera la difesa, che può essere a tre uomini, o come in tempi più recenti a quattro.
I difensori si dividono anzitutto in due categorie: centrali ed esterni.
I centrali, nello schieramento in campo, si collocano uno di fianco all’altro esattamente davanti al portiere, a copertura della porta. Gli esterni occupano la parte di campo lateralmente alla porta, coprendo le fasce esterne appunto.
A seconda poi delle proprie capacità individuali assumono diverse connotazioni.
I centrali di difesa un tempo erano di due tipi: lo Stopper e il Libero.
Lo Stopper ha il ruolo fondamentale di marcatura sul centravanti. Si occupa infatti della marcatura sulla prima punta o centravanti della squadra avversaria.
Al contrario il Libero prende il suo nome proprio dalla libertà di azione in area di rigore. E’ svincolato dalla marcatura fissa su un avversario e interviene in seconda battuta sugli attaccanti sfuggiti al controllo dei propri compagni di squadra.
Questi due ruoli sono andati a morire e nel calcio moderno sono stati unificati nel ruolo del Centrale Difensivo assoluto, che con l’avvento della difesa a zona anziché a uomo, svolge entrambe i compiti.
Gli esterni di difesa, o Terzini, sono di due tipo: il Terzino o Laterale di difesa, e il Terzino Fluidificante.
Entrambe sono difensori di fascia, ossia agiscono sulle corsie esterne tamponando le incursioni delle ali avversarie. La differenza sostanziale sta non nella fase difensiva ma piuttosto come i due differenti terzini agiscono in fase offensiva. Il Terzino classico, o laterale si occupa solo ed esclusivamente della fase difensiva, fornendo copertura al portiere sugli esterni. Il Terzino Fluidificante invece svolge anche la funzione di costruzione del gioco, in possesso palla sale sulla fascia laterale costruendo l’azione di gioco in fase d’attacco.
Oggi il termine Terzino non viene quasi più usato, se non da giornalisti vecchio stampo. Di norma oggi i terzini vengono definiti Esterni Bassi (per indicarne l’area di competenza), di Difesa o Fluidificante a seconda delle caratteristiche.

E questo è tutto, per quel che riguarda il reparto difensivo.
La prossima volta parleremo di quello che viene considerato il repato più importante di una squadra di calcio.
Come diceva il buon vecchio Sor Magara, alias l’allenatore Carlo Mazzone, “Le partite si vincono a...Centrocampo!”



Amarcord
Perchè la nostalgia canaglia ogni tanto ci prende.

30 maggio 1984.
30 maggio 1994.
Dieci anni. In mezzo la solitudine e il senso di vuoto.
30 maggio 1984.
Scende in campo la Roma del Barone Liedholm.
La partita della vita. La partita della morte.
La finale della Coppa dei Campioni, all’Olimpico di Roma.
Roma - Liverpool.
Da un lato del campo, schierato tra i giallorossi, il Capitano dallo sguardo triste, quel “Nino non aver paura” cantato da De Gregori che a proprio a lui, ad Agostino Di Batolomei, aveva dedicato quella canzone, ha la faccia serena, gli occhi rivolti alla sua curva.
30 maggio 1994.
Gli occhi non sono più solo tristi, ma vuoti e il Capitano è solo.
30 maggio 1984.
La Roma scende in campo lotta e suda, si difende con le unghie e coi denti, attacca con la forza dei Gladiatori e con la tenacia dei Lupi.
Ma non basta.
I rigori arrivano come una condanna e una liberazione. Il Divino non se la sente, si getta a terra, si nasconde tra i fili d’erba e rifiuta il rigore. E lui, il Capitano si sente tradito.
Lo batte il Capitano quel rigore, il primo della serie.
Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore...
Segna e abbraccia la sua curva, la sua gente, la sua città.
Ma non basta.
Le lacrime offuscano la vista.
I Reds derubano di quel sogno il Capitano triste, quel timido ragazzo capace di farsi amare da chiunque posi gli occhi su di lui.
30 maggio 1994.
Perché proprio oggi Capitano?
30 maggio 1984.
E’ finita. Il sogno è svanito.
Da lì a pochi mesi verrai tradito, ceduto contro la tua volontà ad un Milan che non sarà mai come casa tua, tu nato a Tor Marancia, romanista vero nel cuore e nell’anima.
Tradito ancora. Di nuovo.
“Ti hanno tolto la Roma, ma non la tua Curva”
Ti restano solo loro. I tuoi tifosi, la tua curva, che ti ama e ti amerà per sempre.
30 maggio 1994.
Agostino Di Batolomei, il Capitano timido della Roma di quella finale, si alzò presto quella mattina. Pulì con cura la sua Smith&Wesson calibro 38, si sedette in veranda nella sua casa nel Cilento e alle 10.50 si sparò un colpo al cuore.
Dieci anni esatti.
30 maggio.
Aveva 39 anni.
Al suo funerale sul feretro furono deposte due sciarpe, una della Roma l’altra della Salernitana. La fascia da Capitano giallorosso. Le sue scarpette da calcio.
Uno striscione dei suoi ragazzi della Curva citava:
Niente parole...solo un posto in fondo al cuore. Ciao Ago.
Il sentimento profondo che lo legava alla sua squadra ne fece un mito.
Un cordone ombelicale indistruttibile con la sua tifoseria, un amore viscerale fatto di rispetto, di ammirazione reciproca.
Schivo e silenzioso, non si era mai realmente integrato con quel mondo, con le luci della ribalta.
Troppo timido per i riflettori, troppo genuino per la vita mondana e ruffiana della Capitale.
Troppo vero tra mille volti falsi e bugiardi.
Lui che entrava in campo dedicando il suo sguardo e il suo unico sorriso alla Curva Sud. Non si prestava a giornalisti e fotografi, non strizzava l’occhio ai primi accenni di show-business, che faceva capolino per la prima volta nel calcio italiano. Usciva dal tunnel dell’Olimpico di Roma e voltava il capo alla sua destra, salutando la sua gente e abbracciandola con lo sguardo.
“Oh Agostino, Ago, Ago, Ago, Agostino gol!”
Rispondeva la sua Sud.
Nato in una delle tante borgate romane, poverissime, tra case popolari, bar e campetti di calcio che erano l’unico svago possibile. Crebbe nel Tor Marancia, squadra del suo quartiere e passò poi all’Oratorio San Filippo Neri, alla Garbatella.
Giovanissimo approdò alla Roma e dopo un grave infortunio e un anno di esperienza al Vicenza, finalmente, nella stagione 76/77 torno nella sua città, a Roma, tra le file dei Giallorossi.
In breve tempo diventa leader indiscusso della Roma, Capitano. E con essa conquista lo scudetto nel campionato 82/83 guidando in campo una delle formazioni romane più brillante e forte di tutti i tempi.
Tutti lo ricordano come un Capitano “diverso”, atipico rispetto ai giocatori dell’epoca, ma anche attuali.
Posato, serio, educato.
Gli arbitri lo stimavano, gli avversari lo rispettavano.
Una sola espulsione in tutta la carriera, mai un eccesso, mai una protesta scomposta. Si presentava in virtù di Capitano a contestare le decisioni dell’arbitro con mani raccolte dietro la schiena, parlando con tono basso e senza mai lasciarsi andare ad esternazioni esagerate o aggressive.
Ceduto dalla Roma al Milan, in un passaggio che tutti, da lui ai tifosi, vissero come un vero proprio tradimento da parte della dirigenza romanista, passò a Milano tre stagioni ad ottimo livello. Nell’87 poi, con l’arrivo di Sacchi venne ceduto al Cesena.
Concluse la sua carriera alla Salernitana, nell’anno della storica promozione in serie B.
Agostino Di Batolomei è stato un esempio per il calcio italiano, sia a livello tecnico che umano.
Giocatore di elevata caratura tecnica, era considerato uno dei più grandi centrocampisti, e in seguito libero, degli anni 80.
Di Batolomei era dotato di una straordinaria sagacia tecnica, grande visione di gioco e potenza. Non era molto veloce, ma suppliva a questa mancanza con un senso della posizione fuori dal comune. Aveva un tiro potentissimo che gli valse un’alta percentuale di realizzazione di punizioni e rigori. Agostino è stato uno dei registi italiani dotati di maggior classe e carisma, guidando la Roma non solo da giocatore, ma soprattutto da Capitano, nell’accezione più alta del termine.
Il giorno della sua morte, il 30 maggio 1994, dieci anni esatti dalla più brutta serata romanista della storia, un’intera città si fermò. Il dolore per la scomparsa di Agostino di Batolomei fu immenso.
Ci furono altri Capitani, ci furono altri leader, e ci saranno ancora, ma quegli occhi tristi sono rimasti scolpiti nella memoria del popolo giallorosso.
E la Sud ancora canta per il suo Capitano...
Oh Agostino, Ago, Ago, Ago, Agostino gol...

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Chichi
Ad Maiora

 
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.Sabb
view post Posted on 28/9/2009, 20:28




Mi inchino alla tua maestria, Fra
 
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Celly_88
view post Posted on 28/9/2009, 21:51




Ora capisco davvero bene il 30 maggio, e ora non si può non sapere perchè quel giorno per il calendario dei romanisti non esiste.
Brava Fra, diffondi informazioni!
 
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Dispersion
view post Posted on 29/9/2009, 10:21




Fra, se te sei imbarazzata dalla Roma, io sono veramente depressa e incaxxata per il Milan.
Io non trovo parole che non siano insulti e bestemmie, quindi è meglio se non mi esprimo.
Ma come si fa a pensare di affrontare Campinato e Coppa in questo stato? =________=

Tengo ancora nel portafoglio una vecchia figurina di Van Basten, almeno quella mi rincuora.
 
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161 replies since 24/9/2009, 18:07   2683 views
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