- Capitolo 4°

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view post Posted on 14/2/2009, 16:59
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Passarono pochi giorni e il trenta agosto Tom Riddle si svegliò nel suo letto provvisorio a Grimmauld Place con un timido sorriso che saliva per arrivargli alle labbra.
Dopo tanti incidenti accaduti in seguito alla notte della rinascita di suo padre, Lord Voldemort, Tom aveva trascorso la rimanenza delle sue vacanze estive con gli Auror che affollavano la sede dell'Ordine della Fenice.
Era stato un via vai di informazioni, ipotesi, nuovi piani d'attacco, articoli della Gazzetta che urlavano alla guerra e illazioni del Cavillo che dicevano che Harry Potter fosse fuggito.
In certi articoli si era parlato anche lui. Secondo una certa Rita Skeeter (che Tom non aveva ancora avuto il piacere di conoscere, se Merlino voleva) Lord Voldemort sarebbe tornato per riprenderlo con sé e l'opinione generale era che, ma guarda, tutti i maghi mezzosangue erano in grave pericolo.
La lucidità di certi giornalisti era brillante quanto il loro genio.
Comunque lui quella mattina riuscì ad accantonare ogni brutto pensiero. Voleva farlo per qualche ora perché quella mattina lui, Sirius e Remus sarebbero andati nel Surrey, a Privet Drive, per riprendersi Lucas e Glory e la cosa lo riempiva di gioia.
Un po' meno rosea era la situazione in generale ma lui aveva fede che tutto si sarebbe sistemato.
Purtroppo, non aveva ancora potuto incontrare Ron e gli altri, immersi fino al collo nelle ricerche, ma ogni tre ore gli mandavano messaggi da picchi di serietà a voragini d'idiozia veramente divertenti.
Almeno loro stavano bene.
Chi lo convinceva poco era Damon.
Aveva parlato con Cloe la sera prima e preoccupato per tutte le lettere a cui non aveva trovato risposta, la biondina l'aveva avvisato che Damon si trovava si a casa sua, ma si era asserragliato in camera.
Da anni, conoscendolo, sapevano bene che quando era colpito dalle sue emicranie era meglio girargli allargo ma a quel punto il giovane Riddle era rimasto senza risposte.
Perché il suo migliore amico non aveva previsto quelle morti?
Anche Silente, in una delle loro conversazioni nei giorni precedenti, era alquanto preoccupato da quella faccenda. Ma il giorno dopo sarebbe finalmente partito per Hogwarts. E allora sarebbe finalmente venuto a sapere la verità.
Tornava per l'ultima volta a casa...e Harry l'avrebbe aspettato lì, con Draco, Hermione ed Elettra.
L'unica cosa in cui ora sperava il giovane Riddle era che i Mangiamorte l'avessero smessa di macinare vittime, senza contare il malsano desiderio di prendere Lord Voldemort per la gola e spezzargli il collo.
E al diavolo l'etica e la morale.
Quando scese in cucina, passando dal salone, evitò di salutare la madre di Sirius per cortesia, come faceva sempre, rischiando così di svegliarla e di farsi bestemmiare dietro da tutti gli altri ritratti ma anche a tavola c'era una bella lotta all'ultimo sangue. Tanto per cambiare fra Black e Malfoy.
- Per favore, volete smetterla?- Narcissa Malfoy sembrava esasperata, spingendo suo cugino lontano da suo marito - Siete insopportabili di prima mattina! Oh Tom, buon giorno.-
- Ciao zia. Zio.- sorrise, sedendosi accanto a Sirius - E' successo qualcosa stanotte?-
- Non è morto nessuno, se è questo che intendi.- frecciò Lucius Malfoy.
- A questo però si può sempre provvedere.- replicò Black con sarcasmo, attaccandosi al caffè - Ti sono arrivati messaggi mostriciattolo?-
- Si, un paio da Ron e Blaise. Sono tornati a Wizloon, stanno raccogliendo le ultime prove con Gary Smith e la sua squadra. Edward è al consolato, sta parlando coi tedeschi riguardo ai Lestrange però hanno promesso col sangue che domani verranno con me a King's Cross, quindi li avremo per cena.-
- Peggio dei vip, si fanno desiderare parecchio.- Lucius schioccò la lingua, finendo per appoggiarsi allo schienale della poltrona - Quand'è che potrò rivedere mia nipote?-
- Quando porterai la tua malefica persona dai babbani.- gli disse Sirius.
- Meglio la morte.-
- Non ne avevo dubbi. Quindi andremo noi a riprendere i bambini dopo pranzo.-
- Non corrono rischi, tranquillizzatevi.- disse Remus con pacatezza, leggendo il giornale con attenzione mista a disgusto - La protezione di Lily si perpetua nel tempo. Hermione ha fatto studi approfonditi.-
- Ma che persone sono?- chiese Tom, servendosi di uova e pancetta.
- Vagamente mi ricordo della sorella di Lily...- borbottò Sirius pensoso - Una scopa.-
- Già, non le assomigliava per nulla. Lily era un angelo.- disse Lupin.
- Mica tanto. Rifilava dei ceffoni...- ricordò Black.
- Avessi fatto meno il porco ai tuoi tempi, forse la mezzosangue non ti avrebbe preso a ceffoni.- sentenziò Lucius seccato.
- Ha parlato il santo martire dei casti.-
- Nel senso...- Tom corresse il tiro della conversazione, visto come sapevano degenerare quei tre - Sono persone gentili? Non è che avranno maltrattato i bambini vero?-
- Considerando che Hermione è una di quelle streghe che ritengono di non dover legare la magia dei neonati in fasce, credo che si siano divertiti parecchio in questi quattro giorni.- rise Narcissa con un sottile veleno nella voce, ringraziando il buon senso della nuora - E lo stesso varrà per Lucas. Saranno scoppiati disastri ovunque per quella casa babbana.-
- Già, gli Obliviatori avranno altro lavoro, chissene frega.- sibilò suo marito - Ognuno ha la sua croce, io rivoglio mia nipote qua seduta stante. Il solo pensiero che sia fra quei babbani rivoltanti mi fa venire i brividi.-
- Viva il pacifismo.- brontolò il giovane Riddle, ben sapendo che sia Draco che suo padre avevano le loro idee e non potevano di certo cambiarle da un giorno all'altro - Allora andiamo dopo pranzo?-
- Si e armiamoci di santa pazienza.- concluse Sirius, stracciando in mille pezzi il Cavillo senza fare una piega - I Dursley non sono un esempio di civiltà.-
- Fa ridere questa frase sparata dalla tua bocca insolente, Black.-
- Sta zitto Malfoy.-
- Fatela finita tutti e due. Basta.- sbuffò Narcissa.
Intanto, in un'altra parte della casa, Jess Mckay stava bevendo la terza tazza di thè corretto con brandy della giornata, sperando di tranquillizzare i nervi che minacciavano di farlo esplodere.
Poggiato alla finestra, spiava fra il vetro e la tenda senza particolare interesse.
Quando capì di essere fissato, rimase immobile e fece finta di nulla.
Sarah allora bussò sullo stipite del vecchio bouduaire del padre di Sirius, per attirare la sua attenzione.
- Ti disturbo?-
- No.-
Il tono era secco, a negare ciò che aveva appena detto.
Sarah lo raggiunse, stropicciandosi le mani.
- Volevo chiederti se volevi qualcosa da mangiare. Hai bevuto solo thè in queste ore...-
- No, grazie. Non ho fame.-
La bionda non si lasciò scoraggiare e si sedette sulla mensola con lui, a debita distanza.
Amareggiata, si accorse che qualsiasi cosa facesse forse lui l'avvertiva come un'intrusione.
- Alexander?- le chiese l'Auror.
Sorrise a mezze labbra, pensando al loro bambino.
- E' a giocare con Jeremy e Herik. Si diverte molto.-
- Chi c'è a sorvegliarli?-
- La moglie di Arthur Weasley.-
- Bene.-
- Bene...- Sarah deglutì, guardandosi attorno nella disperata ricerca di prendere tempo. Dio, possibile che non riuscisse neanche a scambiare due parole con suo marito? Ma perché?
Stava per cedere e alzarsi in piedi, gettando la spugna, quando dei passi leggeri ma cadenti risuonarono nel corridoio.
Senza vedere l'espressione umiliata di Sarah, Jess scattò verso la porta.
- Lucilla?- chiamò.
La Lancaster apparve sulla soglia, più bella di una dea ma infuriata e stanca per lunghi giorni di ricerca andati a vuoto.
- Trovato niente?- le chiese Jess.
Lei si posò un dito sulle labbra, mentre passavano alcuni amici di Kingsley alle sue spalle.
Le fecero un mare di inchini e occhi dolci, poi Lucilla tornò a rivolgersi a Jess.
- Zero totale. Ma forse ho la soluzione per capire come mai i Veggenti non hanno previsto niente. E' illegale ma è l'unica possibilità rimasta.-
- E sarebbe?-
- Te lo dico quando saremo a cena con Tristan. Ora vado da Degona, per aiutarla coi bagagli.-
- D'accordo, a dopo.-
Una volta richiusa la porta, Jess si rimise a guardare fuori dalla finestra e ancora una volta, troppo perso nel rimpianto, non si accorse di chi gli stava accanto. Gli occhi sgranati e lucidi di sua moglie ora si stavano velando anche di rabbia.
- Lo sa Tristan?-
- Sa cosa?- borbottò lui distrattamente, quasi senza averla nemmeno sentita.
- Che sua moglie e suo fratello lo tradiscono.-
Stavolta la sua voce gli arrivò forte e chiara perché Jess si girò con gli occhi verdi che fiammeggiavano.
- Cos'hai detto scusa?-
Sarah si alzò, stringendo i pugni e tremando per l'impotenza.
- Hai sentito benissimo! Cosa credi, che non mi sia accorta di come la guardi?! Lo dice anche tu madre!-
- All'inferno mia madre.- sibilò il mago mettendosi in piedi e sovrastandola al limite dello sdegno - Credevo che almeno avessi un minimo di cervello e invece mi rendo conto che la mia era solo una vana speranza! Come diavolo di permetti d'insinuare che Lucilla tradisca Tristan?!-
- Bhè, forse allora lei non lo tradirà ma vedo bene come la guardi!- urlò la strega piangendo - Lo vedo! A volte passi intere giornate a guardare solo lei! L'ami è vero? Almeno dimmi la verità! Amavi lei anche quando sei salito all'altare con me!-
- Sarah per l'amor di Dio!- Mckay imprecò, girandosi e passandosi le mani fra i capelli - Fra me e Lucilla non c'è niente, dannazione!-
- Non mentirmi! Quando la guardi quasi ti s'inumidiscono gli occhi!-
- Per Dio, guarderò Lucilla ma ti assicuro che non è lei che vedo.-
Sarah questa volta tacque.
Una lacrima le rigò la guancia arrossata. Non capiva...non riusciva a capire.
- Non mi hai mai amato.- sussurrò.
- Per favore.- Jess rise mestamente, appoggiandosi con la schiena al muro, stanco, tanto stanco - Non dirmi che tu mi hai sposato perché mi ami. Hanno insistito i miei e i tuoi per il loro tanto sospirato erede, quindi risparmiati la commedia.-
- Forse è questo che ha spinto te...- Sarah si fece indietro, abbassando il viso - Ma io mi sono innamorata di te fin da quando ci hanno presentato la prima volta. Sei tu che sei sordo Jess, sei tu che non capisci. Sei cieco. Non hai mai capito niente.-
Rimasto solo, il primogenito dei Mckay scosse il capo. Si, lui non aveva mai capito nulla.
Proprio niente.
E ora guardava Lucilla, pensando alla donna che aveva ucciso...senza sapere di amare.


Erano le due di pomeriggio e il sole era molto caldo a Privet Drive.
Un sacco di teppistelli giravano con gli skate-board, nascosti qua e là con sigarette in bocca a fare i bulli coi più piccoli. Le signore spiavano nel giardino altrui, mariti sclerotici invece tornavano a casa sbuffando dal lavoro.
Tom Riddle si guardava attorno, pensando divertito a un Harry di pochi anni, gironzolare lì attorno a quei giardini come un randagio.
Chissà che infanzia aveva avuto. Di certo peggio della sua.
Lui almeno aveva avuto Caesar e Lucilla a coccolarlo. Harry invece proprio nessuno.
- Ma guarda che non mi ricordo proprio come si chiama...- stava bofonchiando Sirius davanti a lui, affiancato da Remus. Quei due avevano deciso di farsi due passi e dopo essersi Smaterializzati avevano attraversato tutto Privet Drive ciondolando per il quartiere, attirando gli sguardi un po' allibiti e un po' assatanati delle pettegole.
Di certo ai Dursley, così orgogliosi di essere normali, sarebbe venuto un colpo.
- Arrivati.- disse Lupin, fermandosi davanti al numero 4 - Calma e sangue freddo Paddy, ok?-
- Perché lo dici a me Moony?- brontolò Black - Non sono mica un animale. Controllati tu piuttosto.-
- Vuoi litigare per caso?- fece Remus con un ghigno angelico.
- Magari stanotte che c'è la luna piena eh?- propose l'altro divertito - Attento anche tu Tom, questi babbani hanno il cervello bacato. Parla poco e non accennare mai alla magia. A quanto dice Harry, hanno degli squilibri seri.-
- Davvero non vi ricordate i nomi dei suoi zii?- chiese il giovane mago.
- Quel del tizio no...ma la sorella di Lily ha un nome di un qualche fiore.- fece il licantropo pensoso.
- Forse un bel nome come quello della mamma di Harry.- disse Tom.
- Ma no...- Sirius, che aveva visto la signora Dursley anni prima quando lui e James erano andati a prendere Lily a casa dei suoi e l'avevano vista di striscio, cercava di ricordarsi di quel nome con molto impegno - Porca miseria, ma come cavolo si chiama? Peonia? O Begonia, Moony?-
- Ma non credo. Penso sia Petunia.- rispose Remus, dando un paio di colpi leggeri sulla porta.
- Sicuro?- Sirius l'illuminò tutto - Ah, trovato! Ora mi ricordo! E' Carogna!-
La porta si spalancò all'istante e Petunia Dursley rimase a fissare i tre maghi.
Sbarrò gli occhi, cacciò un gridolino e richiuse il battente sul naso di Sirius.
- Visto? Era Carogna.- cinguettò Black sarcastico.
Remus sbuffò mentre Tom si grattava il capo. Amichevoli quei babbani!
Bussarono di nuovo e stavolta tintinnò la catenella della serratura.
Lo spiraglio mise in mostra gli occhi porcini di Vernon Dursley.
- Non vi vogliamo in casa!- sbraitò - Qua Harry non c'è!-
- Ma va?- sibilò Sirius - Apra, si muova o le faccio saltare...- a frenare la sua lingua velenosa da Black fu Remus, mentre Tom, coi suoi modi cortesi, si mise davanti ai due maghi - Ehm...buon pomeriggio. Siamo amici di Harry, siamo venuti a riprenderci i bambini.-
- Ah!- Il padrone di casa richiuse la porta con un tonfo, fece scattare la catenella e riaprì la porta.
Era armato. Con una mazza da golf numero cinque.
- Dite a Harry da parte nostra che ci vuole un bel coraggio a lasciarci di nuovo questa grana davanti a casa!- tuonò, assordando il giovane Tom - Ora vi faccio entrare...- sibilò - Ma osate tirare fuori una delle vostre fesserie e vi ributto fuori a calci.-
- Brr...- ridacchiò Black malignamente - Sto trrremando di paura.-
- Paddy per l'amor di Dio.- gli sibilò Remus a bassa voce - Sta zitto e cammina senza fare disastri.-
Entrati in casa, Tom si guardò attorno e vide Petunia Dursley accanto alla scala del piano superiore.
- Buon pomeriggio.- ridisse Tom - Scusi il disturbo ma siamo venuti per i bambini.-
- Chi siete?- berciò Vernon.
- Già ci conosciamo.- disse Black sadicamente verso la padrona di casa.
- Dicevo...il ragazzo.- ringhiò Dursley - Comunque lei è?-
- Il padrino di Harry.- s'intromise Petunia, tremolante.
- Non era morto?- allibì Vernon.
- Però. È da un pezzo che non parla con suo nipote.- frecciò Sirius.
- Io invece sono il figlioccio di Harry. Lui è il mio padrino.- rispose Tom, cercando di sembrare a suo agio - Ci scusiamo per avervi portato i bambini nel cuore della notte ma ora li rivorremmo indietro.-
- Ci vuole una bella faccia tosta!- ringhiò il signor Dursley.
- I bambini sono in salotto. Prima porta di fronte.- disse intanto Petunia a Tom - Vai pure.-
Il giovane Riddle annuì e scoccando un'occhiata ai due maghi avanzò nel corridoio, pregando che il professor Lupin riuscisse a tenere a freno il suo migliore amico. O almeno si sperava.
Entrò in un salotto arredato come una bomboniera e la prima cosa che lo colpì furono i vagiti divertiti di due bambini.
- Permesso.- bofonchiò, trovandosi di fronte un ragazzone alto, corpulento, con due occhi vicini e acquosi, capelli biondi e faccia tonda da suino.
Dudley si rizzò in piedi, tenendo in braccio una bambina coi capelli biondissimi, riccioluti.
- Salve.- disse ancora il giovane mago - Io sono...-
- Tom!- gli disse Dudley, puntandogli il dito addosso - Giusto?-
- Si.- l'altro lo guardò stranito.
- La bambina non ha fatto che ripetere il tuo nome da stamattina. O almeno, ci provava.- gli spiegò il cugino di Harry.
- Ah.- Tom sorrise - Lo sapeva allora. È una piccola veggente.-
- Siete venuti a riprenderli?-
- Esatto. Ehi...ehi Lucas!- Tom con un sorriso luminoso si piegò su un box per bambini, dove il piccolo Lucas Potter si divertiva a giocare con cubi di stoffa e forme colorate adatte a un poppante di sedici mesi.
Da parte sua, Glory batté le manine cicciotte, continuando a tubare il suo nome.
I piccoli sembravano stare bene. Erano allegri e in perfetta salute. Meno male.
Anche Lucas fece un sorriso sdentato al suo padrino, ficcando a forza una formina a stella dentro un buco rotondo.
Bella testa dura. Come suo padre...
- Harry è...- Dudley lo guardò di striscio, indeciso - Harry è morto?-
- Cosa?- Tom scosse il capo - No, assolutamente. Ha solo avuto dei problemi.-
- Col mago che vuole ucciderlo?-
Il giovane Riddle si morse le labbra.
- Si. Ma sta bene. Abbiamo portato qua i bambini per proteggerli. Ora li portiamo via con noi.-
- Oh, eccolo qua!- Sirius apparve sulla soglia, tampinato dalle paranoie di Vernon, incurante dei suoi borbottii. Si piegò su Lucas e lo prese in braccio, facendolo ridere con un po' di solletico.
Gli occhi azzurri del bambino, come quelli di sua madre in perfetta tradizione Potter, era lucenti al pari di quelli di Elettra. Glory invece si fece prendere in braccio da Tom senza fare storie, osservando i presenti con uno sguardo di sufficienza tipico di una parte dei suoi geni.
Un occhio della bambina era grigio argento, come quelli di Draco. L'altro dorato, come le iridi di Hermione.
Si pensava che in futuro uno dei due pigmenti sarebbe prevalso ma ora la neonata sembrava impaziente di andare via.
Saltando la generazione, le doti di veggente degli Hargrave erano finiti a lei, per questo quella mattina si era svegliata e aveva cominciato a tubare il nome del suo padrino.
- Bene.- un quarto d'ora più tardi, raccolto ogni oggetto dei bambini, i tre maghi vennero messi alla porta.
- Grazie mille per la disponibilità.- disse Tom con garbo.
- Tsé!- Vernon Dursley sembrava impaziente di levarseli di torno - Dite a Harry da parte nostra che dovrà risarcirci per tutto il tempo perso coi suoi mocciosi, sia chiaro!-
- Adesso lo mordo.- bofonchiò Sirius, mentre Lucas giocava col bavero della sua costosa giacca, sbavandoci sopra.
- Avrà il risarcimento, si fidi.- disse invece Remus con pazienza infinita - Grazie ancora.-
Non finì di dirlo che la porta venne richiusa con un botto.
Di seguito a quello, dalla finestra del giorno scoppiarono un mare di scintille colorate e un chiasso di mobili buttati ovunque invase la via.
Black, quel disgraziato, ridacchiò con aria diabolica - Ah Lucas...- fece soavemente, intanto che il piccolo Potter batteva le manine - James sarebbe pazzo di te! Bravo, così si fa!-
Glory, in braccio a Tom, si limitò ad emettere un vagito e poi a sbadigliare altezzosa.
Come per dire che per il momento potevano rilassarsi tutti quanti.


Stava calando il sole quando Ron Weasley, Blaise Zabini e Gary Smith si presentarono alla sede dell'Ordine.
Entrarono e si levarono i mantelli, letteralmente massacrati dalle ricerche andate in fumo.
- Voglio sotterrarmi.- alitò il rossino, passandosi le mani fra i capelli.
- Dammi una vanga e scavo la fossa anche per me.- Zabini lo seguì verso la cucina da dove proveniva un allegro chiacchiericcio. Bene, se non altro almeno lì il morale era alto.
Quando entrarono trovarono il bancone della cucina invaso da giocattoli per bambini, sonagli magici, Grattastinchi acciambellato in bilico sullo spigolo del tavolo, libri di magia qua e là a fare una specie di cintura per Jeremy, Lucas e Glory.
Tom invece leggeva, mentre Lucas gli succhiava il dito con la bocca fatta di sole gengive.
- Papà!- Jeremy Weasley vide suo padre e quasi fece cadere Grattastinchi dalla tavola, tubando giulivo.
- Ragazzi!- celiò anche Tom, rovesciando goffamente libri e provette.
- Ehi mostriciattolo!- Blaise e Ron corsero ad abbracciarlo mentre Gary Smith si divertiva coi marmocchi.
Dopo i saluti generali e i ringhi di Pansy che sbraitava dietro a quei matti che non si facevano vedere da quattro giorni, si sedettero tutti insieme.
Erano pallidi e emaciati, decisamente a pezzi.
- Caffè cari?- chiese Molly Weasley, accorsa a stritolare suo figlio e Blaise in un abbraccio caloroso.
- Un letto.- aggiunse Pansy, stretta a suo marito - Edward dov'è? Arriva?-
- Si, è andato a controllare suo padre.- rispose Ron, giocando con Jeremy, come sollevato nel poter tornare alla realtà che l'aveva accolto per sei anni - Pare che abbiano la tenuta in campagna attorniata da demoni impuri.-
- Oh, George Dalton è uno che ama il tiro al bersaglio.- disse Arthur Weasley con orgoglio - Se la caverà bene.-
- Comunque torna per cena, tranquilli.- aggiunse Blaise - Con lui è andato anche Clay, così saranno più sicuri.-
- Allora?- Tom non resistette più a fare la domanda che più gli premeva, quando arrivarono anche Tristan, Jess, Degona e gli altri, compreso Sirius appena uscito dal bagno - Avete trovato Harry?-
Ron si portò la tazza di caffè alla bocca.
Osservò i presenti, poi scosse il capo.
- No.- disse - Ma Edvige ci è sfrecciata sulla testa quando siamo stati l'ultima volta a Godric's Hollow.-
- Oh, Dio ti ringrazio!- piagnucolò Molly - Allora stanno bene!-
- Si, quello è il nostro segnale.- annuì Blaise - Credo che abbia mandato un messaggio a Silente. Ci rivedremo a Hogwarts domani sera.-
- E a Wizloon? Avete trovato qualcosa?- s'informò Jess.
- Bhè...- Ron cercava le parole adatte per spiegarsi senza scatenare il panico - Non so cosa di preciso vi abbiano detto gli Auror che sono stati lì in ricognizione ma ne abbiamo già discusso anche con Duncan. Tre notti fa abbiamo catturato un Mangiamorte che ha mandato giù una capsula di cianuro prima che finissimo d'interrogarlo.-
- Gli abbiamo dato del Veritaserum e ne è uscita una cosa strana.-
- E sarebbe?- l'incalzò Sirius.
- Bhè...quando gli abbiamo chiesto perché hanno attaccato Wizloon, uccidendo parecchi purosangue, Maltus Milton ci ha detto che non sono stati i Mangiamorte a fare quella strage.-
Vedendo gli occhi sgranati dei presenti, Ron deglutì - Abbiamo pensato fosse colpa del Veritaserum ma...ecco, Clay ha controllato all'Ufficio Spostamenti Magici Spirituali. Non c'era concentrazione di magia oscura in Scozia quella mattina.-
- Questo significa che Lucilla aveva ragione!- sbottò Tom - Non è stato mio padre! Ma se non è stato lui allora...-
- Calma.- Blaise levò la mano - Quel Milton ha detto un'altra cosa prima di tirare le cuoia.-
- E sarebbe?- rognò Jess impaziente.
- Ecco...non è molto comprensibile ma ha detto che qualcuno vuole farla pagare a Lord Voldemort. Uccidendo la speranza dei Mangiamorte.- disse Blaise.
- Veramente non ha detto precisamente così.-
Tutti si girarono verso la porta della cucina, dove Edward si stava levando guanti e mantello.
- Oh caro! Tutto bene?- gli chiese Molly.
- Benissimo.-
- Tuo padre?-
- Tutto bene, si diverte come un bambino.- sorrise Edward - Tornando a prima...non voglio mettere in allarme nessuno ma sono passato da Silente venendo qua, con Clay. Mi ha pregato di dire la faccenda chiara e tonda una volta per tutte, specialmente per Tom.-
- Siamo tutt'orecchi.- lo seguì Lucilla, arrivandogli alle spalle.
- D'accordo allora.- sussurrò Ron - Letteralmente Milton ha detto che "qualcuno vuole uccidere Tom Riddle per farla pagare a Lord Voldemort, per spezzare la speranza dei Mangiamorte".-
- Tom Riddle?- alitò Pansy - Non intendeva la stessa persona...-
- No.- sussurrò Tom con gli occhi sbarrati - Intendevano me.-
- Questo è quello che pensa Silente.- annuì l'ex Corvonero, sedendosi accanto a lui e posandogli la mano sulla spalla - A quanto pare, Lord Voldemort ha pestato i piedi a qualcuno una volta di troppo.-
- Un momento. Qualcuno vuole uccidere Tom?- gracchiò Elisabeth - Ma perché? È un ragazzo! Non è Harry!-
- No ma...si è parlato di speranza dei Mangiamorte.- ponderò Remus - In una visione contorta delle cose, Tom è come un prolungamento di suo padre. I Mangiamorte pensano che lui prima o poi tornerà all'ovile.-
- Puttanate.- sentenziò Ron.
- Si ma loro la vedono così.- concluse Lucilla pacatamente - E per spezzare i Mangiamorte, questo qualcuno che ha fatto sprofondare Wizloon per dare la colpa a Voldemort vuole uccidere Tom. Il punto è che questo qualcuno non è neanche un nostro alleato, visto quello che ha fatto.-
- Dio...ma chi sono adesso questi pazzi?- sussurrò il giovane Tom mettendosi le mani nei capelli.
- Tranquillo, nessuno ti toccherà con un dito.- l'assicurò Sirius.
- A questo punto la soluzione è una sola.- ringhiò Tristan rabbioso - Trovare un Veggente che abbia visto. Ci serve un indizio da cui partire o non andremo da nessuna parte.-
- A questo rimedio io.- disse Lucilla prima di sparire - Vi dirò tutto stasera dopo cena.-
- Ma cosa vuole fare?- chiese Blaise stranito.
- Mah.- Mckay levò le spalle - Ora pensate a riposarvi un attimo. Edward, dov'è Clay?-
- Da Silente. Hanno trovato un modo per distinguere l'aura di un Mangiamorte da quella di un altro mago oscuro, basandosi sul marchio nero sulla pelle.-
- Grande.- Tom si sentiva male, pronto a svenarsi con qualsiasi oggetto affilato - Non bastava che quello psicotico fosse tornato in vita e abbia quasi ammazzato Harry per riprendermi no, ora abbiamo anche questi pazzi in giro per la Gran Bretagna.-
- Mostriciattolo, guarda il lato positivo della cosa.- gli disse Edward accendendosi una sigaretta davanti alla finestra aperta.
- Ah si? E quale sarebbe?-
- E' un modo di dire.- sbuffò Dalton agitando la mano con noncuranza - Comunque il preside ci ha dato il via libera. Domani ci trasferiamo tutti a Hogwarts. Mentre Tristan starà a contatto con gli studenti, noi torniamo alla cara e fida Torre Oscura. I bambini verranno con noi.-
- Ma sarà pericoloso!- pigolò Elisabeth.
- No, abbiamo già trovato delle tate molto particolari.- sorrise Jess, tranquillizzando anche Sarah che si era messa in angolo ad ascoltare - Ce le mandano dei vecchi amici.-
- Bene, così non saremo sole ad occuparci di queste pesti!- ridacchiò Pansy abbracciando il suo Jeremy - E tu Degona? È il tuo primo anno vero?-
La ragazzina annuì, tutta orgogliosa - Si, ho fatto un esame per entrare prima. Voglio dare una mano a Tom!-
- Dovevamo ancora parlarne comunque.- sbuffò la Jenkins.
- Non c'è nulla da dire.- le disse Tristan, mettendo una mano sulla testa bacata della figlioletta - Nyssa è sempre con lei, inoltre avere delle buone "orecchie" per il castello sarà utile. Basta non strafare, sa bene che nessuno deve sapere che è un'empatica. Inoltre mi ha promesso che non userà i suoi poteri per scopi impropri.-
- Giuro.- annuì Degona.
- Viene anche Lucilla spero.- disse Tom esausto.
- Si, almeno credo. Vado a vedere che combina.-
- Perfetto. Noi intanto prepariamo la cena.- cinguettò Molly Weasley - Riposatevi cari, vi chiamiamo quando è pronto.-

Mezz'oretta più tardi, Tom Riddle se ne stava seduto rannicchiato su un divano.
Accanto a lui Degona, immersi in un'atmosfera ipnotica nonostante le brutte notizie.
Sapere che altri assassini erano in giro e stavolta per fargli direttamente la pelle non era stati piacevole.
Ma Lucilla, ancora una volta, stufa di dover aspettare i comodi dei Veggenti, si era rimboccata le maniche e era filata al Ministero, andando dritta al settimo livello. Ufficio Memorie Visive, chiuso a doppia mandata e sorvegliato dalla creme de la creme dei maghi Auror di Orloff.
Era bastato toccarli ed erano andati giù come pere tanto da permettere alla Lancaster di prendersi alcune ampolle colorate contente gli ultimi ricordi visivi dei Veggenti del Ministero degli ultimi cinque giorni.
Erano come pensatoi ma quando si toglieva il tappo alle ampolle, si levava una nube di fumo fosforescente in cui il mago doveva tuffare la testa. Lucilla stava appunto guardando i ricordi di quelle notti, immersa nella nuvoletta colorata fino al collo.
- Certo che fa proprio ridere.- disse Degona, coprendosi la bocca per non sganasciarsi.
- Come no, c'è da morire.- frecciò Tom con un sospiro.
- Guarda che sei fissato. Ti proteggeremo tutti.-
- Bisogna pensare a Harry e a chi rischia la vita sul serio, non a me.- sentenziò incrociando le braccia.
- Stupidaggini.- sentenziò la piccola Mckay - Vero mamma?-
In risposta Lucilla cacciò un'imprecazione poco fine, levando la testa dalla nuvoletta che si dissolse.
- Dannati Veggenti!- sibilò, pestando il micidiale tacco a terra - Sono degli idioti! Prevedono cose senza senso!-
- Niente?- le chiese Tristan, staccandosi dal giornale.
- Zero.- sbraitò la demone - Vuoto totale! Glory mezza ubriaca potrebbe fare meglio di loro!-
- Se la mettiamo così.- si schifò suo marito con un ghignetto - L'ultima possibilità restano i Legimors.-
- E dove li trovi? Ce ne sono cinque dichiarati in Gran Bretagna, Damon compreso e tutti hanno soppresso i loro poteri. Se Damon non ha visto nulla come credo, visto che non ci ha avvisato, siamo punto e a capo.- rispose Tom.
- Sbagliato, siamo nella merda fino al collo!- ringhiò Jess entrando in quel momento e sbattendosi la porta alle spalle.
- Grande, proprio davanti a orecchie innocenti.- Tristan gli scoccò un'occhiataccia - Che succede?-
- Primo, Orloff sa gli Auror per proteggere la sua ignobile persona; secondo, tua madre ed Elisabeth stanno boicottando la partenza di tua figlia e terzo mi sta venendo un esaurimento nervoso.-
- Si, in effetti sei un po' sbattuto.-
- Vai al diavolo Tristan.-
- Ottimo. Voi state pure qua a chiacchierare.- disse Lucilla, bruciando seccata tutte le ampolle vuote come un secchio vuoto - Io vado a chiudere la bocca alla mia amata suocera.-
- Vengo con te mamma.- sospirò Tom.
- Io mi faccio un giro da Ron. Mi faccio spiegare meglio quello che ha detto Milton, per vederci chiaro.- disse il secondogenito di Tanatos - Dena, cerca di tranquillizzare quest'anima buona di tuo zio ok?-
E grazie tante. Degona rimase seduta sul divano quando Jess si buttò al suo fianco.
Sembrava veramente provato. E furibondo.
Si girò per tre quarti verso di lui, raggomitolandosi.
- Senti zio...- sussurrò, vendendo i segni di esasperazione sui suoi bei lineamenti - Tu vuoi bene ad Alex?-
Jess emise un gemito, mettendosi le braccia sul volto.
- Ma certo.-
- Anche alla zia Sarah?-
- Diavoletta, non leggere nel pensiero dei grandi. Ti fa male.-
Degona sorrise mestamente - Tu non l'ascolti molto, vero?-
- Da lei ascolto fin troppi capricci.-
- No invece.- la ragazzina scosse il capo, i ricci spioventi sulle gote - Lei ti grida sempre qualcosa. Ma tu non senti.-
Jess stavolta si girò a guardarla.
Negli occhi una muta domanda.
- Ti grida che ti ama. E si chiede perché non la senti.-
Lo vide socchiudere gli occhi, scuotere il capo.
- Mi dici a chi pensi? Non sei innamorato di lei?-
- Non è bello essere messi al secondo posto, piccola.-
- Secondo posto? In che senso?-
- E' quando una persona si lega a un'altra. Ma non pensa solo e sempre a lei.-
- Lei pensa a qualcun altro?-
- No, sono io. Io non la metto al primo posto.-
- Ma le vuoi bene.-
- Si ma...vedi piccola, non basta per sposarsi.-
- E tu...- Degona lo guardò attenta - Tu a chi pensi?-
- A...- Jess si morse il labbro, addolorato - A una persona che ho ucciso, tempo fa.-
- E chi è?-
- Lei aveva il tuo nome.-
Degona tacque. Gli occhi sbarrati.
- Intendi...la sorella della mamma?-
- Si, lei.-
- Eri innamorato della sorella della mamma?-
- Me ne sono accorto solo ora. Ma si...amavo Lumia.- lo sguardo di Jess si perse, diventando vacuo e lontano - Non me ne sono accorto fino a quando non sono salito all'altare e ho giurato di amare Sarah.-
- Ma Lumia...-
-...già, Lumia non era una brava persona.- finì per lei, stringendole la mano - Ma sai piccola, non possiamo scegliere di chi innamorarci. Capita e basta. Ai Mckay poi capita sempre a Hogwarts. Il primo giorno del primo anno.-
Degona si avvicinò di più - Come il nonno e la nonna? E anche la mamma e il papà?-
- Esatto.-
- E dici che capiterà anche a me?- Dena gli strinse la mano, gli occhi pieni di attesa.
Jess riuscì a sorridere finalmente - Forse. In fondo sei una Mckay anche tu. Forse incontrerai qualcuno.-
Ora la streghetta divenne pensosa, assumendo un'espressione terribilmente adulta.
- Ma non si può scegliere questa persona, vero?-
- No, purtroppo.-
- E non amerai più nessun altro?- gli chiese - Lumia è morta zio. Sarah invece ti ama tanto ed è viva.-
Già. Lumia era morta. Fra le sue braccia.
Sarah invece era viva. E gli aveva dato Alexander.
- Occhi aperti diavoletta.- sospirò - Quando capita, sei fregata.-
Risero insieme e poi lei si piegò sulla sua spalla, abbracciandolo.
- Se lo trovo cosa devo fare?-
- Sei ancora piccola tesoro. Datti tempo. Dammi retta.-
- E se...fosse qualcuno come la sorella della mamma?-
Jess scosse il capo - Spero che non ti capiti. Ma tu non sei come me. Come mi hai detto, Sarah è viva e Lumia è morta. Dovrei farla finita e mettermi l'anima in pace, come ha fatto Lucilla.-
- Le manca?-
- Non lo so. Ma era sua sorella. La sua gemella. È normale ogni tanto pensarla.-
- Le assomiglio per caso?-
- Un po'. Quando giochi coi capelli.- ghignò Jess - E quando strizzi l'occhio a tuo padre. Lei me lo faceva sempre. Comunque ora che siamo fra noi...occhio a quello che succederà d'ora in avanti. Ora sei della squadra diavoletta e vedi di seguire le regole. Pochi rischi e orecchie ben aperte. I Mangiamorte sono ovunque.-
- Tranquillo zio, l'ho già promesso alla mamma e al papà.-
- Ecco appunto. Non diamo adito a rotture per Liz e tua nonna e uscirai a diciassette anni da Hogwarts che sarai una strega eccellente! Capito peste?- le chiese, puntandole un dito sul nasino perfetto.
- Capito. Ah, un'altra cosa...se finisco a Serpeverde, il nonno dici che si arrabbia?-
- Qualsiasi cosa ma non lì.- ridacchiò, tirandola in piedi - Dai, andiamo a cena adesso.-
- D'accordo. Però zio...penserai un po' di più a Sarah adesso?-
Jess si fermò sulla soglia. Penserai a Sarah?
- Si, credo di si.-
Degona sorrise.
Bene. Ora sapeva che avrebbe trovato l'amore a Hogwarts. Non sapeva che volto avesse, né in che forma si sarebbe presentato. Ma era preparata. Voleva trovarlo quell'amore. Come quello di sua madre e suo padre.
A tutti i costi.
Era pronta anche lei ormai.
Hogwarts li aspettava impaziente.

 
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