- Capitolo 5°

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view post Posted on 14/2/2009, 16:56
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Trentuno agosto.
La notte più infernale della sua vita.
Thomas Maximilian Riddle si alzò alle sei di mattina, imprecando fra i denti.
Non era stato così nervoso neanche al primo anno a Hogwarts.
Aveva quasi voglia di buttarsi giù dalla finestra.
Si alzò in piedi e si stiracchiò, massaggiandosi la schiena. Toccò il cerotto di garza sul fianco sinistro, lo tolse si mise di spalle allo specchio, guardando quel capolavoro soddisfatto.
Bene, il tatuaggio era guarito. Un grifone e un serpente attorcigliati troneggiavano sulla sua schiena, orgogliosi e vanitosi, al livello dei reni.
Proprio come dovevano essere.
Luce e ombra.
Unite. Insieme.

Uscì in corridoio per andare in bagno ma quando aprì la porta, sempre soprappensiero, si prese in faccia sapone magico che gli morse il naso e anche tre asciugamani che cercarono di strozzarlo.
- Ma possibile che non bussi mai?!- gli sbraitò Degona in pigiama, furibonda.
Svegliò mezzo casa ma poi tutti si rimisero a dormire, immaginando che Tom fosse caduto o avesse battuto la testa da qualche parte. La piccola Mckay invece lo guardava snervata, aiutandolo a rimettersi in piedi.
- Scusami.- alitò il mago, toccandosi il naso mordicchiato - Cosa ci fai già in piedi? Ahi...merda!-
- Non esce sangue, non fare storie.- ghignò la ragazzina - Non riesco più a prendere sonno.- ammise, sedendosi sul bordo della vasca con piedi a zampe di leone mentre Riddle si lavava la faccia e i denti - Sono così nervosa...-
- A chi lo dici.- sospirò lui, immergendo la faccia nell'acqua fredda.
- Ma dai, sei Caposcuola. Tutti ti conoscono! Sanno che non centri niente con questa storia!-
Lui rise, appoggiandosi coi fianchi al lavandino - Ti accorgerai presto che in un posto come Hogwarts, non conta chi sei davvero ma solo il tuo nome.-
- Damon, Trix e Cloe non ci hanno mai fatto caso.- sorrise Degona - O sbaglio?-
- Siamo un gruppo di sfigati tutti e quattro.- ridacchiò Riddle - Comunque se Harry davvero verrà a scuola avrò le spalle un minimo coperte, prima che la mia già corrotta reputazione finisca definitivamente nel cesso.-
- Adesso parli come un Serpeverde.- frecciò la ragazzina, alzandosi - Vado a fare del caffè. Vuoi?-
- Si. Ma piano con la magia.-
- Tranquilla, ce lo farà Nyssa. Da oggi inizia il periodo legale del mio giuramento.-
- Certo, ammesso che Liz non ammazzi in qualche modo la mamma nel sonno.-
- Se, in un'altra dimensione dove la mamma è un'innocente babbana magari.- ghignò Degona sparendo nel corridoio e poi giù per le scale.
Tom invece rimase in bagno. Si volse verso lo specchio, guardando il suo viso.
E alla mente gli tornò quello di Lord Voldemort.
Dio.
Come si assomigliavano. Stessi occhi, stessi lineamenti.
Quella faccia Harry avrebbe dovuto odiarla. Spaccargliela.
Disgustato, se ne andò dal bagno e non poté accorgersi di una cosa.
Il suo volto...era rimasto impresso nel vetro.
La sua immagine vi rimase per qualche secondo. Poi rise...e sparì.

- Pietà.-
Due ore più tardi, Tristan Mckay appoggiò la fronte alla tavola, deciso a non ascoltare più né Liz né sua madre.
La cucina era ingombra di Auror pronti a partire, bauli e animali in gabbia ma quelle due non sembrano attente alla loro immacolata reputazione. Sembravano pronte a far piazzate.
- Ripensaci!- sbraitò di nuovo Rose Mckay, picchiando la mano sul bancone della cucina e facendo andare per traverso il caffè a Sirius, Remus e Jess - Tua figlia è troppo piccola! Troppo speciale! Facciamola studiare a casa con Elisabeth!-
- Neanche per idea.- rispose Tristan pacato - Non ha niente di diverso dagli altri e non la segregherò in casa.-
- Insomma, pensa ai pericoli!- piagnucolò teatralmente anche Liz.
- C'è Nyssa.-
- Non basta!- tornò ad incalzarlo la Jenkins - Hogwarts è in piena guerra, lo capisci o no?-
- Ma tu guarda, pensavo di andare lì per una scampagnata.- ironizzò Jess da parte sua.
- E tu non cominciare!- sibilò sua madre - Portare Alexander e Sarah è già abbastanza folle! Non so cosa ti passi per la testa! Anzi, lo so ma è meglio lasciar perdere.-
- Ecco, brava.- le disse Tristan gelido - Lascia perdere mamma.-
- Tu proprio non capisci! È precipitoso mandare Degona a scuola!-
- Me l'ha chiesto lei.-
- Hai un cuore di burro con tua figlia. La vizi troppo!- disse Elisabeth - Cosa credi, che io non sia preoccupata per lei?-
- Non lo metto in dubbio. Ma a Cedar House con voi non sarebbe al sicuro.-
- E con chi è al sicuro? In una scuola piena di talpe, dove entra chiunque, dove c'è il bambino sopravvissuto e Lucilla?-
Tristan stavolta sorrise, scuotendo il capo.
- Il fatto che ci sia Lucilla, dovrebbe assicurarti, mamma, del fatto che sopravviverò anche io.-
Rose stavolta si morse la lingua, seccata.
- E' fiato sprecato.- finì il suo secondogenito - Degona viene con me e Tom.-
- Se succede qualcosa sarà colpa della tua testardaggine!-
- Oh, grazie.- l'Auror fece una smorfia, quasi disgustato - Non mi sarei aspettato altro da voi.-
- Insomma si può fare colazione in santa pace?- sbuffò anche Tanatos - Mi state mandando per traverso il caffè e coi vostri strilli sveglierete la madre di Black.-
- Così la giornata inizierà alla grande.- soffiò Sirius - Come siamo messi con la scorta?-
- Tutto ok, andiamo col Nottetempo.- gli disse Remus - Clay, Sphin e Jess verranno con noi. Ninfadora ci aspetta a King's Cross con Kingsley. Duncan vuole un rapporto entro stasera.-
- E sul treno chi baderà ai ragazzi?- chiese Molly Weasley - Ron, Edward e Blaise sono già a Hogwarts!-
- Sul treno sono al sicuro.- biascicò Tristan, mangiando svogliatamente del bacon - Ci sono i professori e Nyssa darà uno sguardo a tutti. Una volta arrivati li aspettano Hagrid e Gary Smith con la sua squadra. Saranno scortati attentamente fino ai cancelli. Una volta dentro sono al sicuro.-
- Trix è già arrivata?- chiese Degona tutta curiosa.
- Arriva dritta a scuola.- le rispose Tom, mandando giù una tazza di caffè dietro l'altra - Il suo aereo è partito in ritardo ieri sera. Cloe e Damon invece arriveranno al binario come ogni anno. E poi si spera che riesca a vedere Harry. Sirius, Tristan...di Glory e Lucas vi occupate voi?-
- Si, non preoccuparti.- Black annuì, finendo la colazione - Speriamo solo che anche Harry sia al sicuro.-
- Già, speriamo.- disse Molly - Ne sapete qualcosa dei nuovi professori? Li avete controllati?-
- Ah già.- Tristan si levò di tasca un foglietto di Silente, con su scritti i nomi del nuovo professore d'Incantesimi e della professoressa di Difesa che si sarebbe occupata degli altri anni - La tizia che si occupa con me della Difesa si chiama Anita Mortimer. Mai sentita. Quello che sostituisce Dorian Broody invece mi hanno detto che voi lo conoscete. Si chiama Horace Lumacorno.-
Sentito quel nome, Remus sgranò gli occhi e Sirius sentì una spiacevole sensazione nauseabonda in fondo allo stomaco.
- Bhè?- Mckay li guardò preoccupato - E' uno strano?-
- E' un vecchio demente.- scattò Sirius velenoso.
- Paddy!- Lupin scosse il capo - Ma no. È solo un po'...come dire, un po' opportunista. Ma è un bravo insegnante, davvero. Noi l'abbiamo avuto per tre anni di fila, dal quinto fino al settimo. È molto abile ma aveva la tendenza a circondarsi di studenti con un certo nome e una certa fama.-
- Cos'è, un lecchino?- si schifò Degona.
- Dena!- sbottò Liz - Che linguaggio!-
- Qualcuno ha visto la mia stricnina?- se ne uscì Jess sarcastico - Credo di averne bisogno.-
- Mi spiegate meglio?- chiese Tom interessato.
- Bhè...te l'ho detto.- gli disse Remus - E' uno che ha sempre amato farsi una sua cerchia di studenti che avevano alle spalle famiglie famose, con un certo nome. Amava definirsi "uno scopritore di talenti". Per un po' di tempo ha tampinato Sirius, poi dopo che l'ha mandato al diavolo si è buttato su Lily. Anche Harry l'ha avuto al sesto anno.-
- Immagino le sviolinate.- ridacchiò Riddle.
- Già ma...- Black lo guardò con aria contrita - Ecco, è meglio che ti avvisiamo adesso. Lumacorno ha insegnato anche a Lord Voldemort.-
L'aria sorridente di Tom sparì.
- Che allegria.- sussurrò, abbassando gli occhi sulla tazza.
- Già. Lo adorava. Sapeva che sarebbe diventato un grande mago anche se non ha previsto in che direzione...-
- Un genio eh?-
- Si, un vero genio.- Sirius gli mise una mano sulla spalla - Tutto bene? Meglio essere preparati no?-
- Si, è vero.- Tom tornò a bere il suo caffè, pensoso - Come mi devo comportare?-
- Tranquillo, ti terrà a debita distanza.- gli disse Arthur Weasley - A quanto mi raccontarono Ron e Harry a loro tempo, era mortalmente impaurito da Tu-Sai-Chi.-
- E chi non lo è...- ringhiò il giovane Riddle fra i denti - Quando mi vedrà in faccia gli verrà un collasso.-
- Un idiota in meno.- sibilò Lucilla, apparendo in cucina in vestaglia - Buongiorno a tutti.-
- Ciao mamma!- cinguettò Degona, baciandola - Ci accompagni in stazione?-
- Si, certo.-
- Di bene in meglio.- berciò Rose Mckay - Allora non vuoi proprio fermare questa follia vero?-
- Oh, dovrebbe saperlo da tempo ormai che sono fuori di testa Rose.- insinuò Lucilla, aprendo il giornale senza neanche guardarla in faccia - O almeno questo è quello che bofonchia quando pensa che non sento, no?-
Tanatos e Jess non riuscirono a trattenere un risolino, mentre la vecchia strega arrossiva di rabbia.
- Impudente.-
- Ancora non ne ha una vaga idea.- ghignò diabolicamente la Lancaster - Amore non mi dai un bacio?-
Tristan le scoccò un'occhiata obliqua, sempre sull'orlo delle risate. Eccola. Quando voleva far incazzare a morte Liz e sua madre faceva la zuccherosa e lo chiamava "amore" quando a momenti non si sognava di farlo se non sotto alle lenzuola. Vipera tentatrice.

Erano le dieci quando gli Auror accompagnarono Tom e Degona alla porta di Grimmauld Place.
Di fronte c'era il Nottetempo e Stan Picchetto pronto e diligente a fare il suo lavoro.
- Allora avete tutto?- piagnucolò Liz, con fazzoletto al naso - I libri, i vestiti e il resto?-
- Si.- dissero in coro Degona e Tom, cercando di non apparire impazienti.
- I vostri animali? Tom dov'è Veleno?-
- Qua.- disse Riddle alzando il polso sinistro, dove il suo fido serpente riposava sotto forma di bracciale.
- E Galatea?- richiese la Jenkins, appigliandosi a qualsiasi cosa per trattenerli - Dena dov'è?-
- Ce l'ha la mamma.- sorrise la streghetta, indicando una ragazzina diciassette in jeans, con un capellino con visiera calato sulla fronte che teneva in mano una gabbia. Dentro un falcone dal piumaggio dai colori scuri e densi.
- Bene. Mi raccomando Dena...-
- Si lo so. Farò attenzione a non mettermi nei guai, non dirò a nessuno che sono un'empatica e non finirò a Serpeverde.-
- E comportati bene, mi raccomando!- squittì anche Elisabeth - Ricordati che sei una Mckay!-
- E chi se lo scorda.- le sfuggì mentre scendeva i gradini, raggiungendo Clay.
Il Sensimago le strizzò l'occhio - Vai che sei libera diavoletta.-
- Già, ancora non ci credo.- sospirò la streghetta - Senti qualcosa zio?-
- No, per ora no. Tom passa pure il baule a Sphin.-
- Chi ha i biglietti?- chiese Sirius mentre li aiutava coi bagagli.
- Io.- l'informò Lucilla, appena furono tutti saliti - Tranquilli, ora li prendo in consegna io. In stazione ci sono Kingsley e i suoi, non dovete stare in ansia. Ci rivediamo stasera a Hogwarts.-
- Perfetto.- Tristan si sporse a baciare lei e Degona - Io aiuto gli altri con le ultime cose e poi arrivo. Diavoletta, noi ci rivediamo alla cerimonia di smistamento e se mi fai un favore, fila dritta a Serpeverde.-
- Già, così è la volta buona che tua madre ci resta.- insinuò la Lancaster.
- Ehi, ad alta voce l'hai detto tu.- ghignò suo marito - Occhio Tom ok?-
- D'accordo. A stasera.- annuì Riddle - Ciao gente!-

Il tragitto fino a King's Cross fu come al solito da panico ma per Dena e Tom che non ci erano mai saliti fu quanto mai divertente. Lucilla non era dello stesso avviso ma se non altro chiacchierava con le teste appese al cruscotto e questo riuscì a distrarla fin davanti alla stazione.
Quando scesero e Stan li aiutò a mettere tutti i bagagli dei due maghi sui carrelli, il Nottetempo schizzò via lasciando solo una leggera scia di fumo.
- Bel soggetto quello.- rise Tom, rivolgendosi a una Lucilla diciassettenne - Oh, ecco Tonks e gli altri.-
In un attimo furono attorniati da Auror, stavolta conciati in maniera un po' meno bislacca del solito ed entrarono in stazione in pieno clima di fermento. Kingsley sembrava tranquillo, specialmente visto che la demone gli camminava a fianco e che Clay copriva loro le spalle, coi sensi ben tesi.
Per il momento però sembrava tutto tranquillo.
- Binario 9 e 3/4?- Degona sorrise divertita quando si trovò in mezzo al binario nove e dieci, attorniata da tantissimi babbani che correvano, si urtavano, imprecavano o leggevano il giornale - Come si entra?-
- Schiantati contro il muro divisorio.- le disse sua madre.
- Cosa scusa?-
- Si, corrici in mezzo.- le disse, più chiaramente - Dai che sono le dieci e mezza. So che sembra presto ma ci sarà una ressa dannata e non voglio perdervi di vista fino a quando non metterete piede sul treno. Ah, Nyssa...- aggiunse, parlando al vuoto - Mi raccomando, pensa ai ragazzi.-
La custode di sua figlia annuì, facendole un inchino.
"Certo mia signora. I ragazzi saranno al sicuro."
- Perfetto.- Clay e Sphin tornarono dopo un rapido giro - Andiamo pure.-
Per primi passarono Kingsley e Ninfadora, poi Degona accompagnata da Clayton, gli altri Auror, poi rimasero Lucilla e Tom. Il giovane Riddle strinse le mani sul carrello, in tensione.
- Andrà bene.-
Lui scosse il capo - Non so mamma.-
- Tom, quante volte io e Harry dovremo ripeterti che tu non centri nulla?-
- Non centrassi nulla, qualcuno ora non vorrebbe uccidermi.-
- Lo fanno per colpire tuo padre. Sei solo un mezzo per loro.- la demone scosse il capo - Piantala di colpevolizzarti. Tu ora devi solo pensare a tornare a scuola, a goderti il tuo ultimo anno. Intesi?-
Lui tacque, restando a guardarla. Poi annuì.
- D'accordo. Però...ti ricordi cosa mi hai promesso sei anni fa?-
Lucilla si bloccò, fermandosi prima della parete. La sua promessa.
- Tu vuoi...-
Tom annuì - Si. Non cambierò idea.-
- Ne riparleremo con calma a Hogwarts. Ora andiamo.-
Attraversata la parete, lo stesso spettacolo che un tempo aveva incantato Harry Potter, ora si riposò per la settima volta negli occhi blu di Tom Riddle. E Degona Mckay, al suo fianco, sembrava incantata.
Il suono della locomotiva mescolato al chiacchiericcio di genitori e ragazzi, ai versi di animali e alle grida del capo stazione le apparvero esaltanti.
Da lì in poi, Lucilla riprese il suo aspetto normale e con la sua falcata elegante si fece largo fra la folla, attirando sguardi maschili e femminili di tutti i maghi che presero il suo arrivo come una garanzia di sicurezza.
Tutti sapevano chi era, tutti sapevano che già una volta si era adoperata per sconfiggere Lord Voldemort.
Con Dena al suo fianco destro e Tom al sinistro, scortati dagli Auror, sembravano un corteo di vittoria dopo una battaglia importante. Peccato che la battaglia iniziasse solo ora.
Verso i vagoni in fondo trovarono posto sufficiente per sistemare i bauli di Tom e della piccola Mckay, quando cominciarono ad affollarsi accanto a loro un po' di amici e vecchie conoscenze.
Alcuni era già appostati ai finestrini.
- Ciao Tom!-
Martin Worton e Bruce Joyce, suoi ex compagni di stanza, scesero ad abbracciarlo come nulla fosse, allegri e felici di rivederlo. Salutarono rispettosamente e arrossendo in maniera vergognosa Lucilla, poi si misero a chiacchierare.
Arrivò anche il resto del gruppo di Grifondoro.
Claire era accompagnata da suo padre e suo fratello Brian e corse ad stringere Degona e Lucilla con affetto. Mentre Daniel King parlava con la Lancaster, Claire si accostò a Tom.
- Ehi.- gli sorrise furbetta - Che faccia lunga. Non hai dormito vero?-
- No ma si è sparato quattro caffè!- rise Degona salendo sui primi gradini del vagone.
- Ma dai.- la King scosse il capo, coi ricci biondi che le ricadevano lunghi oltre le spalle - Lo sapevo che sarebbe finita così. Allora?- gli prese la mano per staccarlo un po' dagli altri compagni - Come stai?-
Tom evitò di guardarla, sperando di non arrossire di nuovo come un fesso - Direi bene.-
- Le balle le dici da schifo Riddle.- sentenziò un Grifondoro del settimo, arrivando alle loro spalle. Era alto e ben piazzato, con i capelli biondo cenere e occhi chiari.
- Ciao Sedwigh.- lo salutò Cloe - Passato una bella estate?-
- Lasciamo perdere.- rognò Stanford - I miei si sono messi in testa di farmi dare i numeri.-
- Bhè, se non altro sei capitano della squadra di quidditch.- ghignò Martin - Le notizie corrono, mio condottiero!-
- Battitore anche quest'anno?- gli chiese Tom.
- Già!-
- Bella roba.- ringhiò il biondo fra i denti - E la giornata inizia ora. Alderton...- sibilò, quando Fabian Alderton di Serpeverde, rompiballe giurato di tutta Grifondoro, arrivò da loro tutto baldanzoso con Clyde Hillis, suo malefico braccio destro.
- Salve gente. Siete ancora vivi?-
Cloe e Sedwigh quasi si fecero spuntare corna e coda.
- Si, stiamo bene.- rispose Tom pacato prima che quei due estraessero le bacchette.
- Riddle. Ciao. Sono contento di vederti in salute.- disse allora Fabian, con la faccia da mastino tutta corrucciata.
Grazie tante. Anche quello sperava rinsavisse? Mah!
A quanto pareva gli arrivi non erano ancora finiti. Sentirono un po' di casino nel vano merci e solo una persona buttava il suo baule negli scomparti in quel modo.
Il gruppetto si girò e vide un ragazzo con dei jeans chiari stracciati qua e là, una maglia bianca dalle maniche lunghe a stampa babbana, capelli castani sparati a caso e occhi di un celeste intenso raggiungerli con aria greve.
- Howthorne.- ghignò Alderton malignamente - Buongiorno!-
- Buongiorno una sega.- sibilò Damon con voce sepolcrale, passando loro a fianco e filando dritto sul vagone.
Cloe e Tom non fecero una piega, scoccandosi un'occhiata complice.
- Allegro come un becchino.- soffiò Sedwigh - Io salgo a prendere posto. Tom vieni da noi o resti davanti?-
- Dovrò controllare in giro ma poi arrivo.- rispose.
Dieci alle undici, tutti gli studenti dopo aver fissato a occhi sgranati Tom Riddle e la bella Lucilla, naturalmente iniziando da subito a spettegolare (e non avrebbero finito se non alla conclusione dell'anno scolastico!) salirono sul treno. I genitori salutavano con le lacrime agli occhi, altri con espressione preoccupata.
- Sono tutti spaventati.- disse Clay all'orecchio di Lucilla.
- Già.- annuì lei - Ma sanno che Hogwarts è più sicura delle loro case.-
- Noi andiamo mamma!- Degona e Tom saltarono giù dal vagone per abbracciarla un'ultima volta. Lucilla, a differenza di Rose e Liz, non si sprecò a fare raccomandazioni che tanto quei due non avrebbero ascoltato davvero. Si limitò a stringerli forte, ad augurare loro buon viaggio e a sorridere a sua figlia.
- Mi raccomando.-
- Si, non farò guai...-
- No.- la Lady scosse il capo - Divertiti. Capito? Questi anni non tornano più.-
Degona s'illuminò. Trattenne una lacrima birichina e senza un minimo di paura la baciò di nuovo e poi salì finalmente sul vagone. Ora l'avventura per lei iniziava sul serio.
Il fischio del capo stazione, poi lo sbuffo della locomotiva.
E Degona vide il volto perfetto di sua madre sparire lentamente, poi sempre più velocemente fino a quando di Lucilla non rimase che il suo sorriso.
Il viaggio riprendeva.
Destinazione Hogwarts.


Il tragitto per tutto il primo pomeriggio fu molto tranquillo, anche se il chiasso provocato dagli studenti era insopportabile e superava i soliti livelli di decenza.
Tom Riddle, nel vagone dei Prefetti e dei Capiscuola, svolgeva il suo lavoro in tranquillità, prendendo nota degli accorgimenti che il Presidente del Comitato Studentesco avrebbe adottato quell'anno. Le solite scempiaggini che non interessavano nessuno se non alle ragazze.
Se ne stava in mezzo al corridoio, a sorbirsi quelle follie insieme a Neely Montgomery, una dei Caposcuola di Corvonero, una bella biondina dall'espressione sempre seria ma anche pronta alla battuta, con l'insopportabile e arrogante Thaddeus Flanagan, Caposcuola di Tassorosso e Fern Gordon, la spocchiosa Serpeverde che dava sempre addosso a Cloe e ai mezzosangue. Gli altri complementari erano in giro per l'ispezione coi Prefetti e si erano risparmiati così le prime sparate del Presidente, un altro svarionato di prima categoria.
Tom però non sapeva di essere spiato attraverso lo spiraglio di uno scompartimento.
Qualcuno lo osservava con bramoso e timoroso interesse.
Da capo a piedi, Thomas Maximilian Riddle sembrava un ragazzo normale seppur affascinante come il peccato. Alto, capelli neri, lineamenti regolari e fini, occhi blu, un fisico asciutto e longilineo, con un'aria stranamente altera a occhio di qualcuno che non lo conosceva di persona. Nei jeans e con la camicia lasciata fuori, era proprio un ragazzo diciassettenne come tanti altri.
Eppure chi lo osservava in lui vedeva solo suo padre.
- Abbiamo finito?- sbuffò Fern Gordon dopo l'ennesima predica di Albert Johnson, Presidente del Comitato - Di tutte queste piccolezze potremo discuterne alla prima riunione, Albert.-
- Infatti. È tutta la mattina che ci tieni qua, Johnson.- rognò Thaddeus Flanagan, battitore di Tassorosso e libertino incallito, circondato da tutte le oche della scuola - Ho un sacco di cose da fare.-
- Già, voi Tassorosso siete sempre in azione eh?- frecciò la Gordon.
- Io mi sono rotta.- Neely Montgomery scoccò un'occhiata serafica a tutti - Ci si vede.-
- Vado anche io.- disse Tom, cercando di non sbattere addosso alla Corvonero a ogni sobbalzo del treno - Torno dai ragazzi. A stasera.-
- Si, a stasera Riddle.-
Passando nel corridoio comunque, il giovane mago si sentì spiato. Si voltò ma non vide nessuno che lo fissasse.
Che strano. Forse stava andando in paranoia.
Negli ultimi vagoni intanto il morale vagava da alti picchi a profondi abissi di preoccupazione e ansia.
Tutti ormai sembravano sapere che quell'anno sarebbe accaduto qualcosa e ben presto la voce che Harry Potter sarebbe tornato a Hogwarts fece il giro di tutto il treno.
- Che pettegoli.- Degona, attaccata al finestrino, cercava di non sentire tutti quelle fesserie.
- Lascia perdere.- le disse Cloe, seduta sui sedili a destra, con Sedwigh appoggiato sulle sue gambe a leggere una rivista di quidditch. Sull'altro sedile Damon, cupo come un corvo, gli occhiali da sole calati sugli occhi e le maniche fin sulle unghie. Sembrava dormire ma la King sapeva che era sveglio.
- Non hai caldo?- gli chiese, visto che lei era in maniche corte.
- No.- disse secco.
- E' strano. Oggi c'è un sole che spacca le pietre.- disse anche Degona.
- Sto bene.- sibilò allora Howthorne, deciso a chiudere quella conversazione e tirò fuori un libro dalla tracolla, con Iggy, il suo furetto, che gironzolava ai loro piedi.
Tom arrivò passando fra i suoi compagni, compresi Ian Wallace e Archie Byers che era rimasto mingherlino e attaccato ai lecca-lecca come quando aveva undici anni.
- Dio.- sospirò, entrando da loro - Dovevo mettermi addosso il Mantello.-
- Ti danno già il tormento?- gli chiese Cloe.
- Già.-
- Che pretendi?- Stanford alzò appena lo sguardo su di lui - Dopo quello che è successo, se la fanno tutti sotto.-
- Scusate!-
Una streghetta del quinto anno si fermò da loro, con un biglietto in mano.
- Devo darti questo King.- disse a Cloe e sorridendo tutta rossa a Tom sparì com'era arrivata.
- Ma cos'è?- la bionda aprì il biglietto e lesse ad alta voce - "Cara Angelica, gradirei avere la tua presenza nel vagone E per un thè informale fra amici. È invitato anche il signor Howthorne e il signor Stanford. H. Lumacorno."-
- Oddio.- sfuggì a Tom. Angelica?? Angelica? Nessuno chiamava Claire Angelica!
- Ma chi cazzo è?- chiese Sedwigh, sbuffando.
- Il nuovo prof d'Incantesimi.- l'informò Degona.
- E perché vuole vederci?-
- Vai e lo saprai no?- le disse Stanford - Io da qua non mi scollo.-
- Io neanche.- rognò Damon serio e tetro - A meno che non vuole che gli vomiti addosso il suo thè.-
- Hai mal di testa?-
- Hn.-
- E tu Sedwigh? Non vieni? Dai, non mandarmi da sola!-
- Tesoro sto leggendo. Digli che ho dei problemi di comportamento in pubblico.-
- Al diavolo voi maschi.- Cloe si mise in piedi, finendo addosso a Tom e spalmandolo al muro in una curva. Se lui arrossì e sfrecciò via adducendo a una scusa, lei parve fare finta di nulla e si chiuse la porta alle spalle.
- Vado a fare un giro anche io.- disse Degona sorridente - Ho una persona da cercare.-
Rimasti soli, Stanford svaccato da una parte e Howthorne dall'altra, Sedwigh lasciò passare qualche minuto poi dette voce a un suo pensiero.
- Che hai fatto ai polsi?-
Damon non disse nulla ma un esperto l'avrebbe visto irrigidirsi.
- Quando hai preso il libro ti si è alzata una manica.- continuò il biondo Grifondoro - Allora?-
- Le bende di seta non sono così delicate come sembrano.- insinuò il Legimors con sarcasmo.
- Certo, sesso troppo violento. Howthorne, sai chi è mia madre?-
- Il grande capo di uno dei reparti al San Mungo?-
- Già è un Medimago. E so riconoscere le ferite da catene da quando ho dodici anni.-
Stavolta Damon perse la pazienza. Si levò gli occhiali e puntò le iridi ghiacciate su Sedwigh.
- Stanford...pensa agli affari tuoi come hai fatto in tutti questi anni. Se continui su quella strada può darsi che diventiamo pure amici. D'accordo?-
- Come vuoi.- e il biondo lasciò finalmente perdere. Almeno in apparenza.
Degona intanto curiosava in giro, esercitandosi nel chiudere la mente a qualsiasi pensiero intruso.
Certo, non era facile ma poteva cavarsela bene.
Comunque per il momento non aveva trovato nessuno che potesse essere il suo grande amore.
Più che altro, ancora così giovane, non vedeva la cosa dal lato romantico ma solo per uno spiccato interesse. Capire chi sarebbe stato il suo futuro amore le sembrava una scoperta eccitante.
A dire il vero veniva guardata da molti e cercando i primini, vide solo dei mocciosetti tutti presi dai loro animali.
Non c'era nessuno che spiccasse per lei. Infondo, ingenuamente, pensava che questo qualcuno le sarebbe apparso ben nitido fra gli altri visi, che magari avrebbe avuto un'aureola sul cranio, per far riconoscere...e invece ora scopriva che sarebbe stato più difficile del previsto! Comunque la giornata era solo a metà.
Prima o poi il suo grande amore sarebbe arrivato.
Stava per tornarsene dagli altri quando, incappando nel vagone E, non si trovò di fronte un ometto tarchiato, col panciotto decorato e la pelata lucida.
- Degona Lumia Mckay!- le disse, puntandole il dito in fronte.
La streghetta si fece indietro, con la tipica espressione di sua madre.
- Si...sono io.-
- Lo sapevo!- Horace Lumacorno senza tante storie la prese per il braccio e la catapultò letteralmente dentro al suo scompartimento, sedendola accanto a Cloe che dava alcuni strani segni di "tutti pronti al suicidio!".
- Mia cara, che onore!- cinguettò il vecchio Lumacorno, distruggendole la mano - Hai gli occhi di tuo padre vedo! Ma la tua bellezza dev'essere della tanto famosa Lady Lancaster! Io sono il professor Horace Lumacorno.-
- Molto piacere.- riuscì a biascicare. Mentre quello ciarlava, si guardò attorno senza capire. Ma cosa stava succedendo? Lì con Claire c'erano due ragazzi del sesto, figli di chissà che magnati della magia, una ragazzina del quinto, la figlia di Charlene Rainolds, la presidentessa dell'associazione Strega e Nobildonna di cui faceva parte Liz e un ragazzino del secondo anno, un tipo dall'aria timida e gli occhi dolci.
Aveva i capelli biondo grano e Degona gli era quasi finita addosso, rischiando di fargli veramente male.
Si scusò limitandosi a muovere le labbra e lui scosse il capo.
- Oh, ora siamo tutti presenti. Mia cara Angelica, sono dispiaciuto che il signor Howthorne e il signor Stanford non siano potuti venire. Certo il viaggio in treno fa brutti scherzi!- celiò Lumacorno - E tu dimmi, cara Degona. È vero che hai solo dieci anni?-
- Bhè, si.-
- Ah, lo dicevo. Tua madre è un genio, tu avrai ereditato la sua bravura.-
- Ma davvero hai dieci anni?- le chiese allibito un ragazzo del sesto, un Serpeverde.
- Mia cara, vieni che ti presento i nostri amici.- Lumacorno bofonchiò dei nomi che lei si scordò all'istante ma ascoltò stranamente quello del ragazzino del secondo anno, un Grifondoro, che si chiamava Isidoro Cavalon. Al suo nome lui arrossì come un pomodoro ma a quanto capì Degona, i suoi genitori in Irlanda avevano un grande vivaio di specie in via di estinzione. Un vivaio che fruttava un sacco di soldi, pensò fra sé la streghetta.
Mentre il tempo passava parlando di politica e cavolate che la piccola Mckay era stata costretta a sentire da Elisabeth e le sue amicizie altolocate fino allo sfinimento, Hogwarts si avvicinava sempre di più.
Alle sei, il treno finalmente si fermò alla stazione di Hogsmade.
Il sole era tramontato da appena pochi minuti e un tenue rossore invadeva l'orizzonte.
Uno sciame di studenti in divisa invase il binario presidiato da Auror e ad aspettarli c'era Hagrid, insieme a Gary Smith e alla sua squadra.
- Primo anno!- urlò il custode di Hogwarts - Primo anno da questa parte!-
Degona stava con Tom e sospirò intensamente.
Era ora di andare.
- Tranquilla. Il lago è bellissimo.- le disse anche Cloe - Non te lo scorderai più questo viaggio.-
- Ci vediamo alla cerimonia.- aggiunse Riddle - Tranquilla!-
- Ok!- la streghetta detta un altro lungo respiro, poi s'incamminò insieme a tanti piccoli maghetti.
- Speriamo che sopravviva.- bofonchiò Riddle.
- Ma piantala, non è un covo di draghi.- gli disse Cloe, prendendolo per mano - Forza, andiamo alle carrozze.-
- Damon dov'è?-
- E' già andato. C'è Maddy con lui.-
- Hn...- Tom rise, in mezzo a quella folla assurda - Non mollano eh?-
- Maddy ha troppa pazienza. Se non altro è l'unica che lo sopporta.-
- Ma piantala.-
Le carrozze lì attendevano appena fuori dalla stazione. I Thestral a trainarli sembravano impazienti quanto i giovani maghi. Si divisero un po' per casa un po' per amicizie e raggiunsero speditamente il castello, sempre tenuti d'occhio da Gary e la sua squadra. Con Tom c'erano Cloe, Damon, Madeline Nolan, una graziosa Grifondoro del loro anno dalle forme piene e capelli rossicci, sempre allegra e gentile, e Matt Rogers, Corvonero adorabile da sempre innamorato di Trix che al primo anno aveva rischiato l'osso del collo contro il Basilisco insieme a loro.
- Novità ragazzi?- chiese Maddy interessata - Tutto bene?-
- Per il momento si.- le disse la King - E tu? Tutto a posto?-
- Per ora non mi sono arrivate minacce di morte anche se Alderton sul treno s'è sbizzarrito.- rispose incurante.
- Avete sentito del casino in Scozia?- fece Matt, appoggiato allo sportello - Sapete che alcuni studenti saranno mandati qua?-
- Cosa?-
Damon si svegliò dal coma, alzando gli occhi sgranati su Rogers - Che hai detto?-
- Che alcuni studenti hanno rifatto l'iscrizione da noi. Le famiglie pensano che Hogwarts sia sicura.-
Howthorne tornò a estraniarsi, evitando accuratamente gli occhi troppo limpidi del suo migliore amico.
Non poteva neanche guardarlo. Non ci riusciva.
- Ehi tutto a posto?- gli chiese Maddy - Damon hai una faccia terribile. Ma hai dormito un po'?-
- No.-
- E hai mangiato?-
- Ho mandato giù un caffè e delle vitamine.-
- La medicina babbana fa schifo.- gli disse Cloe - Potresti andare dalla Chips.-
- Passerà. Trix quando arriva?- chiese, glissando.
- Dovrebbe essere arrivata a scuola prima di noi. Almeno spero.- mormorò Tom - Speriamo non sia nei guai.-
- Cos'è andata a fare in America?- cinguettò Matt, curiosissimo su qualsiasi cosa riguardasse la Diurna, visto che era l'unico a sapere del suo segreto.
- Non so, è partita in fretta e furia appena siamo tornati da Amsterdam.- gli raccontò Claire - Suo padre si è trasferito a Boston e credo abbia voluto andare a trovarlo e tornare a respirare l'aria degli yankee.-
Raggiunti finalmente i cancelli della scuola di magia, quando scesero nell'ingresso, Tom levò gli occhi fin dove le torri si stagliavano.
Eccola Hogwarts. Illuminata contro un cielo brulicante di stelle. Fiera e orgogliosa come in passato.
Il cuore gli batteva forte, l'emozione lo strozzava.
Il suo ultimo anno.
Claire e Damon gli furono a fianco mentre gli altri studenti cominciavano a entrare.
- Ci siamo. La partita ricomincia.- disse la Grifondoro.
- Già.- annuì serio, senza staccare gli occhi da quello spettacolo.
Damon invece non disse nulla.
Parlando delle vacanze, si fermarono sui gradini dell'ingresso dove Neely Montgomery spediva dentro i ragazzi più giovani. Scoccò uno sguardo di traverso a Damon ma lui non se ne accorse, visto che Tom era appena inciampato nel gradino. Poi il Legimors avvertì una fitta alla tempia.
Alzò il viso, lo riabbassò ed entrò.
- Occhio ai gavettoni.-
- Occhio a cosa?- chiesero Neely e Tom in coro.
Un secondo dopo la risata di Pix li gelò sulla soglia e di seguito una decina di gavettoni pieni di acqua ghiacciata li prese in pieno, infradiciandoli da capo a piedi.
La Corvonero era sconvolta. Puntò gli occhi su Howthorne, che si strinse nelle spalle e se ne andò dentro.
Claire invece faticava a non ridere.
- Buon inizio anno ragazzi.- rise e schizzò via prima di farsi maledire.
- Ma porca...- Riddle si stava strizzando i vestiti - Lo sapevo, lo sapevo! Ogni volta me lo fa!-
- Al diavolo Howthorne!- ringhiò anche la Montgomery, strizzandosi i capelli - Matt, sostituiscimi! Vado a cambiarmi!-
- Guarda che stai bene anche così...- insinuò il ragazzo malizioso.
- Grazie tante!-
Sparito anche Tom che corse come un pazzo dentro alla scuola per arrivare in tempo alla cerimonia, da tutt'altra parte anche Degona faceva il suo ingresso a Hogwarts.
Insieme a una quarantina di undicenni, la piccola Mckay venne traghettata sul fiume, col cuore in gola per uno spettacolo così bello e poi risalì il canale sotterraneo, fino ad arrivare all'ingresso della Sala Grande dove la Mcgranitt li aspettava.
La strega, seria come suo solito, intimidì subito i più sensibili.
Come da tradizione, parlò loro delle case in cui sarebbero stati divisi, dei punti e delle punizioni per la violazione del regolamento, poi ordinò loro di attendere.
Quelle porte chiuse sembravano un mondo nuovo...lontano da casa, lontani dall'ambiente chiuso delle loro famiglie.
Da bambini, stavano per entrare in un mondo adulto, totalmente diverso dal loro paradiso incantato.
E Degona non vedeva l'ora di entrarvi.
Ora le voci erano tante attorno a lei...e tutti pensieri non chiedevano altro che di entrare a Hogwarts.
Sperò che quelle porte si aprissero presto...
Tutto ricominciava.

 
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