- Capitolo 7°

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view post Posted on 14/2/2009, 16:49
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Ah, la prima notte di sonno a Hogwarts.
Harry Potter poteva dire di non conoscere miglior sensazione di quella per addormentarsi.
E svegliarsi fra quelle mura calde e imponenti era come svegliarsi in un nido.
Un nido di protezione e vecchi ricordi dolci e amari.
Ricordi di un tempo che sembrava non essere mai passato.
Si girò lentamente fra le lenzuola, baciando i capelli della donna che gli riposava a fianco, col capo appoggiato al suo torace. Elettra Baley mugugnò qualcosa nel sonno e ricambiò leggermente il bacio che le dette a fior di labbra, poi lo lasciò alzarsi. Suo marito si diresse a una culla poco distante dalla sua sponda, sorridendo.
Lucas Potter era già sveglio e vagiva divertito, giocando coi le farfalle magiche appese sopra la capotte di tulle.
- Ehi cucciolo.-
Lucas gorgogliò di nuovo, facendo un sorriso sdentato a suo padre.
Alzò le braccine e si fece prendere in braccio, poi si aggrappò alla maglia di Harry che tornò a letto, sedendolo sul suo cuscino e mettendosi poi a pancia in sotto.
Giocare con Lucas di mattina presto faceva sentire Harry, in un certo modo, pronto per la giornata che l'aspettava.
Pronto per la guerra che l'aspettava.
Il neonato giocava con le dita del padre, succhiandole e toccando con le manine grassocce il suo viso.
Harry non poteva fare altro che sorridere, che scoppiare di felicità.
Da quando Lucas era nato, un anno e quattro mesi prima, la sua vita era cambiata.
Lucas rappresentava una parte intoccabile del suo animo, una parte in cui nulla poteva entrare se non suo figlio.
Era stato amore a prima vista, un qualcosa di sconvolgente, di profondo e irreversibile.
Lucas era tutto. Lucas era al primo posto, con Elettra.
Loro due erano tutto. Tutta la sua vita.
E quando era con loro...non era il bambino sopravvissuto, non era Harry Potter.
Ma solo Harry.
Lucas gli fece un altro sorriso, passandogli le piccole dita sul volto, poi aggrappandosi ai suoi capelli.
Fin da piccolissimo, suo figlio si era dimostrato allegro e curioso, una vera peste. A differenza di Glory, strillava a ogni ora della notte e con una mania tutta sua si ostinava a cacciare le stelline dentro a forme per i cerchi della sua casetta giocattolo. Una bella testa dura.
- Mostriciattolo.- gli disse, facendosi succhiare l'indice destro.
Lucas tubò un "Dada" che poteva significare papà o chissà cos'altro.
Da principio Harry aveva temuto di non essere in grado di occuparsi decentemente di un bambino. Non aveva mai avuto esperienza in fatto di rapporti paterni, se non con Sirius che però l'aveva conosciuto che aveva ormai tredici anni...ma una cosa se l'era promessa fin dal principio.
Per Lucas lui ci sarebbe stato. Non avrebbe permesso a nessuno di separarli.
E non sarebbe morto. No, non avrebbe lasciato Lucas senza una famiglia.
Avrebbe dato la vita per lui ma...lasciarlo significava fargli vivere la sua stessa esperienza.
- Io ci sarò sempre.- gli sussurrò, puntando gli occhi verdi sul bambino - Non me ne vado.-
- Dada!- gorgogliò di nuovo Lucas - Hori!-
- Glory dorme. Cosa che dovresti fare anche tu a quest'ora.- sbuffò Potter ridendo.
- Hori!- tubò di nuovo suo figlio - Hori!-
- Tesoro...- la voce ora arrivava da Elettra, ancora nel dormiveglia - Sono le sette, fallo dormire di prego!-
- E come faccio?- Harry scosse il capo, carezzandole la spalla e la chioma bionda - Ormai non lo addormenti più neanche con una pozione!-
- Non sarà l'unico sveglio.- sbadigliò Elettra, stiracchiandosi languidamente - Anche Draco sarà a spasso.-
- Spero che Ron gli stia dando un'occhiata. Oggi me lo lasciate fare?-
- Se intendi picchiarlo a sangue, NO!-
- Dai Ele!- sbuffò, facendole le fusa da perfetto ruffiano - Si comporta come un bambino di sette anni, figurati che quando legge il giornale diventa pallido per tutti i casini che fanno i Mangiamorte! Hermione prima o poi lo strangola nel sonno! Senza contare che non mi diverto più...-
- E già, povera stella.- Elettra si mise seduta, prendendo in braccio Lucas - Senza il tuo compagno di giochi ti senti escluso eh? Vero che papà è tutto pazzo tesoro?-
- Dada!- tubò di nuovo il bambino.
- Senti ma mamma lo dice, perché non dice anche papà?- si lagnò capricciosamente Harry.
- E io cosa ne so, si vede che non gli viene.- ghignò sua moglie, perfida - Prima o poi te lo dirà, tranquillo.-
- Un corno.- Harry si girò improvvisamente verso la porta, sentendo un tonfo al piano di sotto - Eccolo. O è Malfoy o Hermione. Se si è alzata da sola giuro che la prendo a schiaffi!-
- Sciocco. Lo sai che non è facile per lei.-
- Si ma è questione di un mese!- sbuffò Potter, alzandosi in piedi - In più oggi è anche il primo giorno di scuola e lei è lì che sfrigola! Mi faranno diventare matti quei due!-
- A proposito, hanno posticipato la data di nozze, lo sai vero?-
- E certo. Dopo ben cinque tentativi andati in fumo direi che è meglio andarci cauti.- rognò l'Auror, iniziando a vestirsi e chiudendosi in bagno - Hermione se la prende comoda comunque.-
- Ha le sue idee.- sorrise Elettra, dondolando Lucas che ridacchiava allegro - E' meglio aspettare.-
Aspettare non era una delle doti peculiari di Hermione Jane Granger Hargrave, futura Lady Malfoy.
La bella strega dagli occhi dorati ora vagava per la sala riunioni della Torre Oscura con le braccia e le mani protese in avanti, per sfiorare e memorizzare ogni superficie.
I suoi occhi erano spenti, puntati su qualcosa di vago mentre lei viveva in un mondo fatto d'ombre.
Arrivando alla tavola incolume, si sedette e cercò la bacchetta nella manica della vestaglia di seta color cielo.
- Gigì?- sussurrò.
La fatina si levò dal suo alveare, arrivandole sotto al naso.
- Si seccatrice? Sai che sono le sette?- sbottò Gigì, illuminata di rosa e sempre di cattivo umore.
- Puoi farmi puntare il braccio verso la cucina? Ho voglia di un caffè.-
- D'accordo.- la fatina, con la tipica forza del Piccolo Popolo, le spinse il braccio destro alla sua sinistra e con l'ordine della strega, tazze, zuccheriera, cucchiaini e bricco si misero all'opera.
- Grazie.- mormorò Hermione, già abbastanza frustrata.
- Glorya?- le chiese la fatina, sbadigliando e sedendosi sulla sua testa.
- Con Draco.-
- E hai lasciato tua figlia nelle mani di...-
- Suo padre?...Si, anche se senza memoria, Glory è più al sicuro con lui.-
- Solo perché non vedi non significa che non sei più la stessa per tua figlia.- disse una voce alle sue spalle, una voce che lei riconobbe subito. Si sforzò di sorridere e quando Ronald Weasley si sedette al suo fianco, dopo averle baciato la guancia, arrivò anche il caffè.
- Non scherzare.- sussurrò Hermione, abbassando il capo - Già prima Draco mi diceva che non ero abbastanza affettuosa con lei ma almeno potevo capire le sue espressioni e le sue esigenze guardandola. Ora invece non riesco a fare più neanche quello.-
- Sei troppo dura con te stessa.- Weasley le versò il caffè, mettendole un goccio di latte e niente zucchero - Ho dovuto imparare molto con Jeremy, non siamo nati tutti genitori provetti.-
- Se non altro tuo figlio non piange ogni volta che lo prendi in braccio.-
- Pansy dice che i bambini sentono cosa provano i genitori. Se sei nervosa, Glory lo sente.-
Hermione sospirò, portandosi la tazza alla bocca - Mi sa che ho un grave problema allora.-
In quel momento s'insinuò nella stanza un bel po' di chiasso e un tonfo che la Granger aveva imparato a riconoscere.
Quattro strani esseri femminili alti poco più di un metro fecero il loro ingresso, dopo aver posato delicatamente a terra un box magico per neonati.
Erano quattro follette arboree, con orecchie lunghe e facce dai tratti umani, tranne per gli occhi che erano straordinariamente troppo verde pallido, un tono quasi fosforescente.
Erano le tate del rinomato Asilo Magico di Londra, le tate dei figli di maghi famosi e che erano state chiamate apposta per proteggere i loro bambini. Le migliori nel loro campo: Fulva, Fauna, Flora e Fiona.
Con le loro gambette zozze depositarono Lucas e Jeremy nel box, mentre alle loro spalle arrivarono anche Pansy, Elettra, Harry ed Edward.
- Buongiorno.- celiò Ron - Come va gente?-
- Tutto alla grande.- bofonchiò Harry seccato - Draco dove sta?-
- A fare il bagno a Glorya, signor Potter.- disse Fiona, zompettando per preparare i biberon a Lucas.
- Non è che l'affoga vero?- soffiò Pansy.
- E chi lo sa.- frecciò Harry - Certo che se mi lasciaste fare a modo mio...-
- ...lo uccideresti.- concluse Edward, sbadigliando - Sta buono, quel Medimago ha detto che era questione di giorni.-
- Già e intanto io che faccio?-
- Lo sappiamo che ti annoi ma sopporta ancora un po' eh?- gli sorrise Elettra, carezzandogli la testa.
- Pensa io.- mormorò Hermione, che non poteva neanche leggere.
- Tesoro...- la Baley la guardò preoccupata - Come vanno gli esercizi di visione mentale?-
- Uno schifo. Fossi una Sensistrega andrebbe di certo meglio.-
- Clay magari può darti una mano.- propose Ron.
- No, lui deve stare con voi e preoccuparsi dei ragazzi e della scuola.- scandì la Granger seria - Non voglio che questo intoppo metta gli altri nei guai. E anche voi, dovreste già essere a pattugliare le mura e i corridoi.-
- Gli ordini sono di pattugliare anche Harry.- ridacchiò Dalton.
- Salve a tutti.- disse Jess, scendendo in quel momento con Tristan e Alexander.
- Ciao. Avete dormito un po'?- s'informò Weasley.
- Abbastanza.- sorrise Tristan, mentre Jess lasciava Alex nelle mani di Fulva - Gli altri?-
- Fra poco saranno qua.- gli disse Harry, finendo il caffè e la sua ciambella - Lucilla?-
- E' da Silente. Per mezzogiorno abbiamo riunione anche con lui.-
- Ottimo.- Potter si alzò - Vado a cercare Malfoy.-
- Hori!- tubò Lucas.
- Si, un attimo e te la portiamo!- rise il bambino sopravvissuto - Dio, neanche fossero gemelli!-
- Che ci vuoi fare, il giorno in cui un Potter e un Malfoy dovevano andare d'accordo sarebbe arrivato prima o poi, sai?- ridacchiò Jess, sedendosi accanto a loro - Piuttosto, dove cavolo sta Milo si può sapere? Ancora non ci ha detto un tubo della discussione con quelle sanguisughe! Mi piacerebbe sapere che diavolo hanno in mente di fare.-
- Considerato che i Leoninus e i Greyback sono nemici secolari, forse ci alleggeriranno di mannari prossimamente.- disse Hermione, fissando il vuoto - Il fatto che ci sia quel principe in giro però mi piace poco.-
- Parli di Asher Greyback? Quello con cui ha parlato Tom?- fece Tristan pensoso - Si, in effetti un licantropo di stirpe è una bella grana. Si trasforma quando vuole e ha un aspetto umano che inganna come quello dei vampiri. Bisognerà che ne parli coi prof. Forse dovremo limitare le uscite quest'anno.-
- E tenere d'occhio il mostriciattolo!- disse Harry, scendendo con Draco alle costole.
- Buongiorno.- Pansy ridacchiò verso l'aria svagata di Malfoy - Ehi Dray, tutto bene? Hai fatto il bagno a Glory?-
- Si.- rispose il biondo, più fuori di un balcone - E' stato divertente! Vero piccola?-
Glory, stranamente, visto che era molto espansiva con suo padre, si limitò a sbadigliare e guardarlo non molto convinta. Era impressionante come quella piccola fosse ricettiva. Da quando Draco aveva perso il lume della ragione anche la neonata si era fatta un po' diffidente con lui. Così, allibendo Hermione che poteva solo sentirla, pronunciò uno stentato "mamma" e allungò le braccine grassocce verso di lei.
Malfoy non fece una piega e aiutò la Granger a tenerla in braccio.
Come accadeva sempre, Hermione la teneva come se fosse stata di vetro ma Glory stavolta non si mise a piangere, restando tranquilla aggrappata alla vestaglia di sua madre con un dito in bocca.
La strega dagli occhi d'oro le carezzò i capelli, ora col bisogno di toccarla e sentire il suo profumo, come per riconoscerla.
- Signorina, vuole che le dia io il biberon?- le chiese Fauna, arrivando col vassoio.
- Forse è meglio che ci provi io.- borbottò Hermione, con una smorfia corrucciata. Dopo vari tentativi fu Glory ad afferrare il malefico strumento di tortura che sua madre le aveva già cacciato in un occhio, capendo che se non voleva morire di fame era meglio aguzzare l'ingegno.
Così ridendo e scherzando iniziò quel nuovo anno.
Harry guardò fuori dalla finestra, mentre gli altri parlavano di Mangiamorte e disastri naturali.
Si. Era davvero ricominciato tutto...e una strana sensazione s'impadronì di lui. Attesa. Eccitazione.
Voldemort era lì fuori.
Era tornato. Era vivo.

Ma Wizloon...no, Lucilla aveva ragione. Quella non era opera sua.
Avrebbero dovuto parlare di quella faccenda prima o poi. Faccia a faccia.
E Harry sapeva bene che quell'idea non sarebbe piaciuta a nessuno dei suoi compagni.
Specialmente a Tom.

Come ogni nuovo anno, le matricole affollarono i corridoi della scuola non sapendo dove sbattere la testa. Degona era fra questi ma se non altro si era fatta furba e aveva chiesto a suo padre come rigirarsi. La prima ora, che iniziò con un po' di ritardo, ebbe subito la Mcgranitt, cosa di cui fu molto felice visto che adorava la Trasfigurazione e il desiderio di usare la bacchetta la faceva gasare da matti, visto e considerato che era fatta di ciliegio e di...un capello di sua madre!
Al settimo anno invece la cosa era più delicata.
Se non da suicidio.
Gli studenti delle varie case si affollavano al tavolo del loro coordinatore, tranne gli scozzesi che avrebbero usato quel primo giorno per discutere col preside del loro percorso scolastico, e mentre Trix e Damon stavano di fronte a Piton a subire la solita menata sul fatto che quell'anno avevano il M.A.G.O. e dovevano impegnarsi, anche Cloe e Tom se ne stavano di fronte al tavolo della Mcgranitt, a sgranocchiare zenzerotti e a farsi dare un orario che avrebbe fatto impallidire anche Hermione. Comunque non se ne lamentavano troppo.
Infatti tutti quelli del settimo sapevano per sentito dire che le lezioni di Difesa con Tristan Mckay ripagavano di tante rotture ed erano tutti curiosi di sapere anche che cosa si era inventato il Ministero per il loro esame finale.
Usciti dall'ufficio della professoressa di Trasfigurazione, Tom e Cloe controllavano appoggiati al muro il loro orario, per vedere che lezioni avevano in comune e quali si sarebbero sparati con le ultime due ruote del loro carro.
Fortuna voleva che Difesa l'avrebbero fatta tutti insieme, Corvonero e Tassorosso che l'avevano scelta come materia compresi, anche se a giorni alterni e non sempre tutti ammucchiati per la salute mentale di Tristan.
- Dunque...Pozioni è domani anche se credo vorrà i compiti oggi pomeriggio quell'infame di Piton.- la King mugugnava pensosa - Ma adesso ho subito un'ora buca.-
- Io no.- le disse Riddle - Ho Storia della Magia.-
- Ma che palla, perché ti ostini a farla?-
- Perché m'interessa.- fu la lucida risposta.
- Tu trovi tutto interessante.- sorrise la biondina - Io vado da Trix, Damon invece dovrebbe avere Divinazione. Ammesso che non sia suicidato stanotte. Secondo me ha qualcosa che non va Tom.- aggiunse, abbassando la voce mentre passavano dei ragazzini del terzo e secondo anno - Non ha visto quel massacro di Wizloon e credo abbia litigato di nuovo coi suoi. E non so se hai notato ma è pallido e sempre stanco.-
- Si, ho visto.- annuì Tom, preoccupato - Ma sai che non parla volentieri delle visioni.-
- Si ma non può stremarsi così! Ora vado da Trix, vedo se lei sa qualcosa in più.- gli disse, mettendo libri e orario nella borsa - Ci vediamo dalla Mcgranitt. Lumacorno invece ce l'abbiamo domani.-
- Fantastico.- il giovane Riddle se l'era pure scordato. Ci mancava anche lui!
- Allora vado.- Claire si alzò sulle punte, baciandolo sulla guancia, vicino all'angolo della bocca - Ci vediamo dopo!- e se ne andò, voltando subito l'angolo. Tom invece rimase immobile.
COSA CAVOLO ERA SUCCESSO?, si chiese, dopo aver contato fino a cento.
Non mosse un muscolo, rosso come se avesse avuto la febbre.
E da quando lo baciava in quel modo?
Dio. L'avesse rifatto come minimo sarebbe svenuto.
Facendosi violenza riuscì a muoversi verso l'aula di Ruf dove lui, Ian e altri matti fissati con lo studio seguivano Storia Avanzata dei Maghi degli ultimi Duecento Anni, ma di certo non stava bene, no, aveva la tachicardia. Ed era tutta colpa di Claire!
La King invece, passando per i corridoi con la sua aria da regina, veleggiò verso il bagno delle ragazze senza sfiorare nessuno con lo sguardo. Ma quando entrò, sentendo l'inconfondibile presenza di Beatrix che stava appoggiata al lavandino, attaccò subito con la sua dichiarazione...visto che aveva trovato il coraggio.
- Yankee, ho deciso!- scandì, poggiandosi le mani sui fianchi - Quest'anno ci provo con Tom! Ora o mai più!-
Stava per andare avanti con una vera proposta di guerra, come una faccenda di conquista del letto di Riddle, quando si accorse che qualcosa non andava.
Trix era di spalle e tremava. Quando alzò il viso e Cloe ne vide il riflesso allo specchio, allibì.
Stava piangendo!
- Oddio...- la biondina si fece avanti, sconvolta - Yankee ma cos'hai? Non ti ho mai visto piangere, cosa c'è?-
Trix per tutta risposta gemette più forte e senza aggiungere altro l'abbracciò di slancio, nascondendo il viso nella sua spalla. La strinse forte e pianse a lungo, mentre Cloe stavolta veramente in ansia le carezzava la schiena, pregando solo che non fosse un suo modo sadico per morderla sul collo di sorpresa.
Ma non lo era. Quando Trix le disse, fra i gemiti, cosa le era successo, Cloe la scostò a bocca aperta.
- Cos'ha fatto quel bastardo?!- sbraitò assordandola - Ma io lo affogo nell'acqua santa! Come cavolo si è permesso Milo di fare una cosa simile?!-
La Vaughn scosse il capo, sconsolata.
- Mi ha detto...che è stato solo un ...errore.- le confidò ancora poco più tardi, sedute a terra contro la parete dei bagni, con Mirtilla che ascoltava sopra le loro teste - E poi si è portato a letto quella vampira. Sono andata a cercarlo neanche due ore dopo per parlargli e dirgli finalmente tutto...ma è venuta ad aprirmi quella mezza nuda...e lui è uscito dalla doccia in quel momento, solo coi pantaloni addosso...- Trix si pulì una lacrima, rabbiosa - Dio quanto sono deficiente!-
- No che non lo sei.- Cloe le sorrise con tenerezza, porgendole il suo fazzoletto - E' lui che è un grandissimo stronzo! Comunque se ti ha baciato c'è un motivo.-
- Figurati, aveva solo voglia.-
- Che vaccate, dai!- la Grifondoro scosse il capo - Ti guarda con aria trasognata da una vita superoca, solo che ti conosce da quando eri piccola e...bhè, deve aver avuto paura.-
- Ora non sono più piccola!- sbottò la Diurna furibonda, mettendo in mostra i canini - E se voleva ritrattare bastava che me lo avesse detto! E io stupida che ero andata lì per dirgli che lo amavo! Quel deficiente invece si gingillava con quell'altra che mi ha guardato dall'alto in basso come se fossi stata una bambinetta!-
- Era giorno?- le chiese Cloe serafica.
- No purtroppo, era appena calato il sole o l'avrei bruciata all'istante!- si schifò Trix, pulendosi di nuovo gli occhi - Idiota. Sono una testa di cazzo! Sono stati gli ultimi giorni più orrendi della mia vita. Sono scappata da mio padre e Billy mi ha detto chiaro e tondo che non può sopportare la nostra diversità. Mi ha piantata all'aeroporto, il volo era in ritardo e una maledetta cretina di una lesbica mi ha anche infilato la lingua dell'orecchio durante la notte!- al colmo della sfiga si soffiò il naso, davanti all'aria depressa della King - E aveva pure il sangue cattivo...-
- Oddio. Tesoro lasciare perdere e concentriamoci sul problema principale. Milo. Questa non doveva proprio fartela!-
- Mi crede solo una bambina!-
- Che creda quello che gli pare.- Cloe la guardò duramente - Hai diciassette anni, sei maggiorenne, puoi fare quello che vuoi! Qui dentro ti basta schioccare le dita per avere chiunque!-
- E' quello che intendo fare infatti.-
- Ecco, brava... NO, un attimo! Cos'hai detto?-
- Quello che hai sentito.- Trix si rimise in piedi, andando al lavandino e bagnandosi il viso su cui già erano sparite le tracce del pianto - Mi considera una bambina, bene! Adesso vedi che volo faccio fare alla mia verginità!-
La King ora era sconvolta. Merda.
- Tesoro...non puoi andare a letto col primo che capita per ripicca.-
- Certo che posso! Posso e lo faccio! E parli tu che sei stata con Prentice perché eri annoiata!-
- Ma almeno Philip mi piaceva! Sono stata con lui dieci mesi!- sbottò la bionda - Dai Trix, pensaci!-
- Ci ho già pensato. Non intendo tenermi sotto ghiaccio per quel cretino! Che bruci all'inferno! Adesso faccio una lista e vedo come aggiustare la cosa. Appena trovo Damon glielo chiedo.-
- Vuoi andare a letto con Howthorne?- Cloe era sempre più disperata - Ma insomma, ragiona! Intanto se viene a sapere di questo casino si metterà una cintura di castità e poi lo sai com'è! Quando vuole sa essere di uno schizzinoso terribile! Dopo Maddy l'anno scorso praticamente ha chiuso i battenti con le avventure di una notte!-
- Si ma siamo in confidenza.- ora la Diurna era totalmente lanciata e si stava truccando di fronte allo specchio, calma e pacifica - Posso chiederglielo come favore.-
- Ah, bel favore! Che gli dici: "Tesoro per favore deflorami?" Gli verrà una crisi di nervi!-
- Non posso mica chiederlo a Tom scusa!- Beatrix scosse il capo - A lui si che verrebbe un collasso!-
- E poi ti caverei gli occhi!- sibilò la King velenosa.
- Ah già.- la Vaughn si girò verso di lei, confusa - Cosa stavi dicendo quando sei entrata?-
- Ah si, che quest'anno ci provo.- mugugnò la biondina a bassa voce.
Trix per poco non rise. Si mise la mano sulla bocca, mentre l'altra cominciava ad alterarsi.
- Non ridere!- le ordinò la Grifondoro - Se non ci provo ora non avrò più possibilità!-
Era ora di giocare. Beatrix e Damon, bisogna dirlo, erano due che si annoiavano parecchio e quale modo migliore per loro se non guardare le telenovelas? Entrambi sapevano che Tom era innamorato perso di Cloe e che Cloe era cotta di Riddle da almeno il terzo anno. Ma si erano mai sognati di dire la cosa a quei due? Mai.
Cloe e Tom naturalmente non capivano un calderone dei sentimenti dell'altro e visto che i Serpeverde erano tediati dal quotidiano, anni prima avevano fatto un giuramento. Silenzio assoluto. E così la Diurna fece.
- Senza offesa.- le disse soave - Ma è più facile che io mi porti a letto Milo piuttosto che Tom si accorga che gli sbavi dietro da una vita. E' delicata la questione. Se ci provi spudoratamente scapperà a gambe levate, se stai zitta non capirà una fava. È caccia grossa stavolta, sorella.-
- E caccia grossa sia.- sindacò Cloe - Basta, non voglio rimpianti! Ci andrò piano e prima o poi lo capirà!-
Capire. Mah, Trix aveva i suoi dubbi visto che Tom Riddle in fatto di donne non capiva assolutamente una benamata mazza. Comunque decisamente sarebbe stato divertente vedere quei due alle prese con quella caccia alla volpe.
- Piuttosto, hai visto Howthorne?-
- Si ma dopo che è stato da Piton è filato a Divinazione ma non so se è quest'anno se l'è aggiudicato la Cooman o Fiorenzo. Sarà lotta all'ultimo sangue, anche se credo che lui preferisca di certo Fiorenzo.-
La porta sbatté, interrompendo il loro sproloquio ed entrò Fern Gordon, seguita dalle due nuove compagne del settimo, Asteria McAdams e quella Olivia Andrews di Grifondoro che sembrava succube della Serpeverde, visto come stava a capo chino nascosta alle sue spalle.
- Salve ragazze.- Fern ghignò - Tutto bene?-
- Andava meglio prima.- disse Cloe, senza mezzi termini, mentre Beatrix tornava a truccarsi.
- Vi ho portato un'amica.- continuò la Gordon, senza sentire quel sarcasmo - Asteria McAdams, loro sono Beatrix Mirabel Vaughn e Angelica Claire King. La duchessa.- aggiunse sarcastica.
Mentre la biondina levava un sopracciglio, la McAdams si fece avanti con uno strano sorriso mellifluo.
- Caspita ma allora non scherzava Fern. Sei davvero una duchessa...-
- Così pare.-
- Che nomi strani però per delle streghe.- continuò Asteria - Beatrix e Angelica. Nomi molto teneri.-
Cloe stavolta la guardò obliquamente - Come prego?-
- Si, sono nomi buoni.- continuò la scozzese - Io invece ho il nome della mia famosa antenata.-
- Che è morta per aver maledetto troppa gente.- fece la Grifondoro - Giusto?-
- Esatto.- Asteria sorrise, accendendosi una sigaretta con mosse studiate - Molto piacere ragazze.-
- Incantata.- la King sospirò verso la porta - Cos'è questo chiasso?-
- Le Tre Grazie di Corvonero sono a briglie sciolte.- sibilò la Gordon - Prima o poi Juliette la uccido.-
- Le Grazie?- Asteria rise divertita, anche se sempre con quella sua aria altezzosa - Chi sono?-
- Tre dementi.- rognò Fern poco prima che entrassero nel bagno altre tre ragazze del settimo a braccetto.
Regina Farrell, Juliette Caldwell e Paige Brinkam sfilarono all'interno del bagno rigide come modelle, ognuna con la sua borsa griffata, ognuna coi capelli tenuti a regola d'arte e ognuna col naso all'insù. Tutte e tre more, tutte e tre coi capelli ondulati che sembravano impiallati, stesso trucco, stessa espressione.
E facevano un cervello in tre.
- Si?- fece Fern seccata.
Juliette Caldwell, la capa, rise con aria melassosa - Scusate, speravo di trovare Tom.-
- Tom?- La Gordon ridacchiò maligna - E perchè Riddle dovrebbe essere qui?-
- Riddle?-
La McAdams si era intromessa, l'espressione rigida e gli occhi infuocati.
- Tom Riddle?- sibilò - Il figlio del Lord Oscuro?-
- Piano Asteria.- Fern scoccò uno sguardo alle presenti - Sei in territorio minato.-
- Non me ne frega niente!- scattò quella quando la porta, per l'ennesima volta, si spalancò di nuovo ed entrò Neely Montgomery. La poveretta rimase un attimo spiazzata, vedendosi circondata da facce ben poco civili.
- Però.- le scappò - Allora è qua che i nobili rampolli di Hogwarts si riuniscono.-
- Oh tesoro!- Regina Farrell, una delle tre Grazie, le scoccò uno sguardo pemsos - Ma cos'hai fatto ai capelli?-
- Tirati non vanno di moda!- se ne uscì anche Paige Brinkam.
- I miei sono lisci così come li vedi.- sibilò la Caposcuola della loro casa, sospirando - Scusate il disturbo fanciulle. King, Matt mi ha detto che potevo rivolgermi a te. Ho perso un anello con una perla, è piccolo e vecchio ma era di mia nonna e ci tengo molto. Puoi aiutarmi?-
Cloe sorrise - Si, certo. Dammi il pomeriggio e te lo trovo.-
- Neely, dolcezza, scusa tanto!- s'intromise Juliette con voce stucchevole - Ma io stavo cercando Tom!-
- A questo punto lo cerco anche io.- disse Asteria - Dov'è?-
- Perché?- sibilò Claire a quel punto, puntandole gli occhi addosso.
La McAdams non era una che si lasciava intimidire ma davanti a quello sguardo non si sentì spavalda come sempre.
- Perché trovo indecoroso che qui possa studiare il figlio di quell'uomo.-
- Neanche lo conosci.- disse Fern, tranquilla, visto che come gli altri Serpeverde sperava molto in Tom.
- Non m'importa conoscerlo!- ringhiò Asteria fra i denti, furibonda - Ma è assurdo che stia qua!-
- Asteria forse...- Olivia Andrews si morse le labbra, poi tacque - No, niente...-
- Ecco, brava! Sta zitta!- sbottò l'altra sempre più astiosa - Allora, ditemi dov'è Riddle!-
- Senti ma perché non ti calmi?- le disse Regina Farrell - Non sai come girano le cose qua.-
- Senza contare che se solo provi ad aprire la bocca qualcuna te la cucirà in fretta.- aggiunse Cloe, restando granitica.
- E saresti tu a farlo?- la sfidò Asteria.
- Se proprio vuoi farti umiliare.- rispose la King, a bassa voce, senza staccarle gli occhi di dosso.
- Ehi, calma.- Fern tirò via la McAdams, facendola da parte - Vacci piano. Lei è una Sensistrega.-
- Ma non mi dire! Potrebbe anche essere una vampira, non m'importa!-
- Comunque qua le cose girano così, fattene una ragione.- continuò Juliette Caldwell, pacata - King dov'è Tom?-
- Non lo so.-
- Uffa. Tu...Vaughn, sai dirmi dov'è?-
Trix neanche le rispose, troppo intenta a succhiarsi la colazione da un bicchiere di polistirolo.
A quella frase però Neely Montgomery rise con disprezzo e fece per andarsene ma Juliette la bloccò.
- Che hai da ridere in quel modo?-
- Già, che ti passa in quel cervellino da bionda svampita?- aggiunse anche Fern, perfida.
Neely allora mollò la maniglia e tornò da loro, l'espressione totalmente disgustata - Dio, qui state tanto a parlare di decoro che mi fate venire il volta stomaco. I morti nelle bare a momenti sono ancora caldi e tu, razza di cretina, parli di mezzosangue.- sibilò a Juliette, sua compagna a Corvonero, per poi girarsi verso Asteria - E tu vuoi andare a vendicarti con uno che in questa guerra non ha mai avuto altra parte se non quella della vittima! Complimenti, avete superato anche voi stesse questa volta! I Mangiamorte trovano indecoroso che mezzosangue possano andare a scuola coi purosangue, tu invece ritieni indecoroso che un ragazzo nato dalle persone sbagliate possa stare qui quando dalla faccia che hai fatto quando hai sentito che Beatrix è mezzosangue si capisce benissimo anche come la pensi in quel verso.- scosse il capo, con sprezzo e facendo arrossire la scozzese di rabbia - Dio, che schifo! Parlate tanto di decenza quando mi sa che l'unico che può farlo è Tom! Nei sei anni passati è sempre stato gentile con tutti e non ha mai rotto le palle a nessuno, anzi! S'è ben guardato dai Mangiamorte dichiarati, quindi fammi il favore Asteria o come diavolo ti chiami...- le disse, a un passo dal naso -...non venire qua a fare la faccia di quella che ha perso gli amici quando sicuramente te ne sbatte solo di quelli purosangue. Ecco la mia opinione da bionda svampita.- concluse, girando sui tacchi - Ci vediamo a Trasfigurazione, King!-
E si sbatté la porta alle spalle, lasciando Cloe e Beatrix intente a decidere se farle o meno un altarino.
- Dio, c'è ancora fauna intelligente qui!- cinguettarono qualche minuto più tardi, uscendo dal bagno di Mirtilla ridendo come pazze.
- Ma hai visto che faccia ha fatto anche Fern?- rise la Diurna - Le dev'essere venuto un colpo! Qualcuno che tratta così la sua nuova pupilla! Santo cielo, Neely Montgomery è la mia eroina! Sul serio, le colo un bronzo! Aspetta che lo sappia Damon!-
- Certo, basta che la maledetta stia lontana da Tom! Altrimenti la sotterro!-
- Non so se hai notato ma lo cercavano anche le Grazie...-
- Non farmici pensare!- la Grifondoro si guardò attorno, pensosa e attenta che non ci fossero in giro curiosi - Senti...hai notato qualcosa di strani in Damon?-
La Vaughn sogghignò - Ma certo, non sono cieca. Ieri sera non ha quasi spiccicato parola, è tornato subito in camera e ci si è chiuso dentro a chiave senza partecipare al poker, senza contare che a quanto ne so non è riuscito a prevedere il casino a Wizloon. Credi ci sia sotto qualcosa?-
- Più che altro credo che non voglia parlare con nessuno.- le rispose - E Dena sul treno l'ha sentito molto distante, senza contare che ha fatto di tutto per tenersi alla larga da lei. Quindi, se posso fare due più due credo che abbia dei problemi.-
- Mandaci Tom a parlare con lui. Che prima se la risolvano fra uomini.- le disse Trix - E andiamo a cercare Dena, in questa storia voglio vederci comunque chiaro.-
- Adesso abbiano noi la Mcgranitt.- sospirò la King, mentre filavano a Trasfigurazione - Speriamo che non ci sia la ressa dell'anno scorso o mi uccido.-
- Gli scozzesi iniziano domani, giusto?-
- Già. E saranno cazzi amari...-

Tobey Williams malediva Hogwarts e ogni sua maledetta protuberanza.
Girò la sedia magica e imprecando fra i denti decise di tornarsene alla torre di Corvonero, ora che il colloquio col preside era finito, peccato non sapesse girarsi minimamente in quel luogo atroce.
Come odiava anche solo il pensiero di trovarsi lì, fra gente che se ne stava ben protetta e felice di essere sana e salva, quando invece trenta dei suoi compagni erano morti e altri stavano esalando l'ultimo respiro al San Mungo.
Con stizza si guardò attorno, fermo in un grande corridoio al secondo piano.
E ancora più rabbia gli facevano quelli che lì dentro sapevano solo fissarlo con compassione. Alcuni credevano che neanche fosse un essere umano visto che si limitavano a puntare solo la sua sedia...come se essere immobilizzati dalla vita in giù fosse sintomo di carenza mentale.
Che schifo, pensò passando una mano fra i capelli scuri e leggermente lunghi sulla nuca.
Quella scuola era piena di dannati purosangue che non facevano altro che pavoneggiarsi, peggio che a Wizloon.
Anche lui era figlio di maghi ma di certo non andava in giro a tormentare i mezzosangue come invece certa gente si era sempre permessa di fare. Asteria McAdams per prima, che quel giorno a colazione se n'era andata in giro come un pavone coi suoi nuovi compagni di Serpeverde quando fino a due giorni prima aveva pianto atrocemente la morte di ragazzi che alla fine considerava inferiori a lei, peggio di animali.
Le mancava solo un ragazzo stupido e borioso come lei e avrebbe finito la sua arrampicata sociale.
- Ehi Tobey! Ti cercavo!-
Si girò riconoscendo la voce di Lancelot, Lot per gli amici.
- Ehi.- bofonchiò, quando Frommer lo raggiunse - Te la cavi?-
- Si, tutto bene.- gli sorrise il nuovo Tassorosso - I ragazzi sono simpatici, mi piacciono. E tu come ti trovi?-
Tobey alzò le spalle - Sulla torre sopravvivo, nonostante tutte le puttanate sparse in giro. Gli unici che non mi guardano come un alieno sono la Caposcuola e Matt Rogers, quello che ti ho presentato stamattina.-
- La Caposcuola? Quella sventola?- ridacchiò ancora Frommer - Che fortuna, ti va sempre di culo!-
- Questa fa veramente ridere.- brontolò Williams mentre proseguivano per i fatti loro, senza sapere di andare verso l'infermeria - Olivia? Regge senza stare tutto il giorno attaccata alle gonne di Asteria? O l'ha già scaricata?-
- Ma che ne so.- Lot alzò le spalle, abituato alla parlata lenta e apatica del suo amico - Lascia perdere Asteria, dammi retta, Tobey. Con quella ci rimedi solo dei guai. Piuttosto...hai sentito che il Veggente che ha predetto questa guerra è di Serpeverde, del settimo anno come noi? Forse domani lo vediamo!-
- Si e ho sentito anche di Tom Riddle.- sbuffò Tobey, continuando a galleggiare sulla sua sedia con aria annoiata - Perché vi fissate tutti quanti eh? Non so che perversa voglia abbiate tutti di vedere in faccia il figlio di quello sporco assassino!-
- I professori qua lo difendono.-
- Lot, basta sul serio. Non me ne frega un cazzo, né di Riddle e neanche di quel Veggente quindi...- ma si zittì di colpo. All'improvviso, davanti alla porta aperta dell'infermeria, sentirono delle voci concitate.
- Cosa cavolo succede?- borbottò Lot, piegandosi sull'ingresso e sbirciando.
- Le ho già detto che non è niente, ma è sorda?!- stava urlando una voce maschile seccatissima, mentre la Chips stava in piedi in mezzo alla stanza, coi palmi posati sui fianchi e aria battagliera.
- E tu lo chiami niente? C'è del sangue lì signor Howthorne!-
- E chissene frega, è solo un graffio!- Damon si stava rivestendo, infilandosi il maglione sulla camicia - Mi serviva solo qualcosa per la testa ma a quanto pare parlo arabo vero?-
- Insomma fammi almeno controllare quei polsi!-
- Le ho già detto che non è niente!- si spazientì il Legimors, serrando il nodo alla cravatta verde e argentea - Perché, mi chiedo io, siete sempre tutti così insistenti eh? Sono solo dei graffi, andavo a cavallo e sono caduto!-
- E già.- la Chips scosse il capo - E cadendo coi palmi in giù ti sei graffiato sulle braccia, vero? Ma per favore!-
- Sa che è veramente testarda?- Damon afferrò mantello e borsa, buttandoseli in spalla - Si faccia una camomilla, mi dia retta!-
- Insolente!-
- Può anche darsi. La saluto!- e filò alla porta, dove Lot e Tobey si spostarono per non farsi notare.
- La saluto un corno, signor Howthorne!- berciò la Chips ormai lontana - La pozione per le visioni devi fartela fare da Piton! O dal signor Malfoy, ammesso che abbia già recuperato il lume della ragione!-
Senza stare a sentire altro, il Serpeverde le chiuse la porta sul grugno, sentendo le sue grida inferocite ma Damon se ne infischiò alla grande, almeno fino a quando non beccò Frommer e Williams piazzati al fianco della porta.
Avvoltoi, pensò Damon scoccando un'occhiata vaga a tutti e due.
- Vi siete persi?- chiese sarcasticamente.
Frommer arrossì vagamente, annuendo, mentre Tobey non mosse un muscolo, senza perdere la sua aria apatica.
- Dove dovete andare?-
- In Sala Grande.- sussurrò il Tassorosso.
- Le scale in fondo a destra.- disse Howthorne, sistemandosi la tracolla - Vi serve altro?-
- Ih ih ih! Che buon cuore!-
Quel sibilo conosciuto si allargò sulle loro teste, mentre quel mentecatto di Pix ciondolava seduto a gambe all'aria su un gargoile delle colonne d'ingresso all'infermeria.
- Guarda guarda cos'ha portato il gatto!- frecciò il Poltergeist - Il nostro caro Veggente! Dov'è il tuo compare eh?-
- Trovati una tomba schifoso.- rognò Damon seccato, mentre Lot si accendeva d'interesse.
- Ma tu guarda...abbiamo anche due dei disgraziati di Wizloon.- continuò acidamente Pix, tornando a dondolare le gambe grassocce, rischiando di buttare per terra il gargoile - Howthorne fai sempre comunella coi disperati eh?-
- Dai, sparisci che ho mal di testa!- sbottò Damon nervosissimo - E lascia in pace le persone, abbiamo di meglio da fare che sentire le tue porcate sai? Avanti, fila! O stasera mi faccio due chiacchiere col Barone Sanguinario!-
- Grr...- Pix cacciò la lingua, ruttò rumorosamente e se ne andò via, lasciando i tre studenti fra lo sconvolto e l'incazzato. Tobey con un gemito di noia diede un giro alla sua sedia - Che scuola d'idioti.-
- Ehi dove vai?- gli chiese Lot - Non vieni in Sala Grande?-
- Non ho fame. Ci vediamo oggi pomeriggio.-
Lot sospirò, volgendosi poi verso Damon - Grazie per l'informazione.- e senza aggiungere altro raggiunse le scale.
Il Serpeverde invece abbassò gli occhi celesti, sedendosi esausto sul gradino d'ingresso al regno della Chips.
Era stanco.
Così stanco che gli si chiudevano gli occhi.
Ma se li avesse chiusi...avrebbe rivisto tutte le persone che non era riuscito a salvare.
Si prese la testa fra le mani, gemendo.
Ma perché? Perché nessuno lo aveva ascoltato?
Perché nessuno voleva più sentire?
Perché?

 
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