- Capitolo 8°

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 14/2/2009, 16:42
Avatar

Advanced Member

Group:
Grafiche
Posts:
3,490

Status:
off


Il pomeriggio del primo giorno era stato particolarmente intenso ma doveva ancora volgere al termine.
Gli Auror avevano iniziato a pattugliare la scuola in lungo e in largo, sfruttando naturalmente le conoscenze poco ortodosse di Harry Potter che poteva dire che saper percorre a menadito e a occhi chiusi ogni via di fuga nascosta; Tristan era stato in riunione con Orloff per sapere di quel nuovo e originale esame che si prospettava una porcata su tutta la linea mentre Edward era tornato a Londra, senza dire a nessuno esattamente il motivo.
Per Degona invece era stata una giornata fantastica.
Aveva finalmente potuto usare la sua bella bacchetta e il bello era che lì non c'era nessuno a impedirle di fare magie!
A Trasfigurazione era stata l'unica a trasformare lo stecchino in un ago lucente e perfetto, con tanto di cruna e con Piton era stato altrettanto divertente schiacciare lumache e prendere appunti su piante varie.
Era perfino riuscita ad apprezzare la lezione con Ruf in cui aveva sentito di grandi maghi e streghe potenti, senza appisolarsi davanti al vagare meditabondo del fantasma.
E poi si era trovata un buon gruppetto: lei dormiva in camerata con Isabella e altre due ragazzine chiacchierone, mentre a spasso con lei e la biondina c'erano sempre Julian Larabee che non si scollava mai da loro due e Nicolas Brett, detto Nick, un vero campione nel far esplodere le cose.
Si era ritrovata così catapultata in un mondo bellissimo, pieno di magie e senza costrizioni che riguardassero etichetta ed eleganza. Un mondo con ragazzini normali, con disastri normali e battibecchi fra Grifondoro e Serpeverde.
E lei non poteva esserne più felice anche se per il momento aveva accantonato la ricerca del suo grande amore, trovandola d'interesse secondario, visto com'era presa dal suo nuovo ambiente.
Appena salita in camera raccontò ogni cosa a sua madre, investendo Lucilla attraverso la loro lente di comunicazione visiva con un fiume di parole che oltre a stordire la demone, la fecero anche sorridere.
Non aveva mai visto sua figlia così felice.
Per Tom e compari era stata una solfa un po' diversa. Ognuno perso nei suoi corsi della malora, specialmente Riddle che a momenti seguiva anche le follie più impensate, i ragazzi del settimo si videro solo dopo pranzo quando le iscrizioni al quidditch iniziarono a fioccare.
Beatrix avevano appena finito Aritmanzia e l'ora prima per lei e Tom era stata dedicata a Rune Celtiche. Invece Cloe era andata a Focalizzazione Spazio/Temporale, un corso per maghi dotati di una sensibilità del tutto particolare e a cui anche Damon era stato costretto ad accodarsi.
L'ora migliore era stata quella di Trasfigurazione, a metà mattinata. La Mcgranitt aveva gambizzato quella classe di venticinque studenti mollando subito un pacco di appunti indecorosi ma se non altro il percorso di quell'ultimo anno sembrava davvero allettante. Trasfigurazione Totale.
Tom ci era andato a nozze.
Il giorno dopo avrebbero avuto Piton, Lumacorno e poi Tristan per quasi tutto il pomeriggio per la preparazione all'esame. Peccato che il viscido prof di Pozioni avesse voluto i compiti assegnati nelle vacanze quel pomeriggio stesso, invece che aspettare il suo turno il martedì.
Tom, guarda caso, era l'ultimo nella lista a dover portare i compiti perché di solito combinava dei guai tali da spaccare l'intero ufficio di Piton. Era salito a cambiarsi e alle quattro scese da Grifondoro con una cassetta di legno in mano, contenente una ventina di boccette colme di pozioni date per compito.
Naturalmente aveva pregato di non far cadere nulla ma come sempre qualcosa gli andò storto.
Inciampò in vista del traguardo.
Stava svoltando l'angolo del piano terra, proprio sotto le arcate da cui spuntava un sole tiepido, e l'ufficio di Severus distava neanche dieci metri quando andò sbattere contro qualcuno apparso proprio da dietro l'angolo e ribaltò tutto a terra, mentre una ragazza cacciava un gridolino spaventato.
I libri che teneva in mano si mescolarono alle pozioni sul pavimento ed esplose una nube di fumo puzzolente che li fece tossire per parecchi minuti.
Olivia Andrews era annichilita, i libri usati impiastricciati e tutte quelle boccette rotte.
- Oh no, Merlino...- alitò, gli occhiali appannati e sconvolta - Oh no! I libri...-
- Cavolo!- Tom s'inginocchiò subito, pensando ai tomi magici della ragazza - Dio, mi dispiace tanto. È colpa mia!-
- Ma no...cioè...anche io sono spuntata così...ma i libri...era già di seconda mano...- piagnucolò disperata.
- Aspetta, te li sistemo io, tranquilla.- Riddle le sorrise, imbarazzato - Mi capita sempre, ormai sono un esperto nel ripulirli!- e agitando la bacchetta estratta dalla tasca dei jeans, iniziò la sua opera di recupero, riuscendoci perfettamente.
Un minuto e tutto era tornato a posto, tranne i compiti di Piton.
Olivia sorrise timidamente, rossa come un peperone.
- Grazie.- mormorò - Io non sarei stata capace di recuperarli così bene.-
- Figurati, è stata colpa mia.- Tom l'aiutò a riprenderli tutti fra le braccia - Mi capita fin troppo spesso.-
- Bhè, immagino che i tuoi non saranno di seconda mano almeno.- la Andrews fece una smorfia, guardando basso - In fondo questa scuola è per i ricchi...-
- Cosa?- il Grifondoro parve non capire.
- Si...cioè...ecco...- l'altra s'impappinò - Niente, lascia perdere. Non puoi saperlo. I tuoi sono ricchi immagino.-
Riddle stavolta sbatté gli occhioni. Ma di cosa parlava?
- Sei un Grifondoro anche tu?- gli chiese Olivia, facendosi forza davanti a un ragazzo così carino.
- Si, tu sei del settimo vero?-
- Già. Sono Olivia Andrews.- e con un po' di coraggio gli strinse la mano - E tu come ti chiami?-
- Io...-
- RIDDLE!!!!-
Tom incassò la testa nelle spalle, mentre i passi pesanti di una cerna persona riecheggiarono nell'atrio.
Olivia invece sgranò lo sguardo e subito dopo scappò via veloce, quando Severus Piton apparve a pochi metri da lui.
- Riddle!- ringhiò di nuovo, osservando quel disastro - Dimmi che non è quello che penso!-
Il giovane Grifondoro alzò le mani, come per difendersi - Non si preoccupi professore, pensavo che sarebbe successo e stavolta ho fatto la scorta. Ho altre due cassette alla torre. Vado a prenderle!-
- Se non fosse una cosa tanto vergognosa direi che è una trovata quanto mai provvidenziale.- sibilò Severus sarcastico - Muoviti, fra cinque minuti ti voglio nel mio ufficio, chiaro?!-
- Corro.-
- No, non correre!- gli sbraitò dietro - Oltre ad ucciderti rovineresti di nuovo tutto!-
- Si, certo. Mi scusi tanto!-
Dopo aver rovesciato anche la seconda cassetta in mezzo al Grifondoro, aver appestato tutta la torre e essersi procurato un nuovo bernoccolo sulla fronte, Tom riuscì a portare sana e salva l'ultima cassetta dei compiti, con tutte le provette e le fiale integre. Piton quasi sollevò gli occhi al cielo, ringraziando chissà che santo.
- Mettile lì.- gli ordinò, indicando l'angolo destro del suo studio, tutto pieno di libri e boccette contente roba disgustosa - E delicatamente, grazie!- aggiunse, mentre sistemava nuovi ingredienti sugli scaffali.
Tom fece come gli era stato detto e subito dopo si rimise in piedi, guardandosi attorno in quel caos spaziale.
- Le serve una mano professore?- chiese, gentile come sempre.
Piton lo guardò di sottecchi, ingrugnito, poi gl'indicò la scrivania con un cenno del mento - Metti in ordine gli schedari per data. E non toccare altro.-
- Certo.- sorrise Riddle, senza fare una piega.
Dopo qualche minuto di lavoro silenzioso, Piton mise l'ultima boccetta al suo posto e iniziò a sistemare i libri.
- Riddle ti hanno avvisato che dovrai seguire lezioni di Occlumanzia?-
- Con Damon, si. Me l'ha detto la professoressa Mcgranitt stamattina. Mi sa dire perché?-
- Perché non vogliamo che certi collegamenti tornino a far danni, nel tuo caso.- gli spiegò la serpe - E nel caso del signor Howthorne, non vogliamo che altri riescano a spiare altre eventuali visioni. Il preside ha pensato che facendolo in coppia ne avreste tratto maggior giovamento. Sarò io ad occuparmene. Ci vediamo qua tutti i giovedì sera, a partire dalla prossima settimana.-
- D'accordo, nessun problema.- annuì Tom, mesto ma interessato.
Certo, erano tutti preoccupati che suo padre potesse infilarsi nella sua mente e fargli fare qualcosa che non voleva.
Ad Harry, a quanto Hermione una volta gli aveva raccontato, era già successo.
Attese ancora un attimo, poi dopo aver rimuginato si permise di aprire bocca a sproposito.
- Professore...possa farle una domanda che non centra niente?-
- Cosa?- bofonchiò Piton fra i denti, senza staccare gli occhi dalle sue porcherie.
- Ecco...Hogwarts è una scuola per ricchi?-
Severus stavolta si volse, un sopracciglio alzato e l'aria stranita - Ma di cosa parli?-
- Cioè..- Tom cercò di spiegarsi meglio - Voglio dire, Hogwarts è una scuola esclusiva? Bisogna essere ricchi per accedervi?-
- Perché me lo chiedi?-
- Ho sentito dei discorsi simili.- disse vago il grifone - E' vero? E' Lucilla ad occuparsi di queste cose per me e io non mi sono mai interessato, ma ora mi è venuto il dubbio.-
- Diciamo che Hogwarts è la scuola più esclusiva dell Gran Bretagna e una delle cinque più famose al mondo. La retta di per sé è abbastanza costosa, per questo il preside si è sempre battuto per dividere il pagamento in rate, durante i sette anni a dispetto delle richieste continue dei contribuenti e dei vari Ministri che come ben sai ci hanno sempre soffiato sul collo. Da quando c'era Dippett e poi ora il preside Silente esiste anche il fondo per gli studenti impossibilitati all'acquisto del necessario per la frequentazione, quindi in teoria e in pratica tutti possono accedere a Hogwarts...-
- Ma è comunque una bella spesa, giusto?-
- Si, direi di si.- Piton tornò a girarsi verso di lui - Perché questa domanda Riddle?-
- Così.- Tom alzò le spalle, tornando ai suoi pensieri. Allora quella ragazza non aveva avuto torto.
Che strana tipa, però.

Intanto Lucius Malfoy e sua moglie Narcissa non potevano credere né alle orecchie né alle loro fosche pupille.
Il loro unico figlio Draco, l'essere più granitico sulla faccia della terra dopo lo zar Alessandro, li aveva appena abbracciati, salutati con un sorriso e ora se ne stava davanti a loro, senza perdere quell'aria da Alice nel Paese delle Meraviglie.
Perfino Sirius, sulla porta, ci era rimasto secco.
Lucius poi, che non abbracciava suo figlio da quando aveva cinque anni, come minimo, lo guardava fisso.
- Te l'avevo detto io che beveva troppo.- sussurrò a sua moglie, chinandosi al suo orecchio.
- Ma cosa gli è successo?- balbettò Narcissa stupita, ignorando la frecciata di suo marito - Che cos'ha?-
- Diciamo che ha battuto la testa.- sibilò Harry, facendoli sedere a tavola - E Hermione è cieca, ma solo momentaneamente.- aggiunse, verso Jane che giocava con Glory e Lucas, acciambellati nel box con Jeremy.
- Ha battuto la testa?- Sirius se ne uscì con la stessa espressione schifata di Malfoy senior - Miseria che colpo. Gli è caduta in testa tutta la casa allora, per ridurlo in questo stato...-
Draco di nuovo non rispose, ridendo e inclinando il capo con aria da beota.
- Vado a fare i caffè.- cinguettò verso Potter, lasciandosi alle spalle gente abbastanza perplessa.
- Dio santo.- alitò Lucius - Un tempo mi ci avrebbe messo dentro il veleno.-
- Non si può fare niente?- chiese Jane.
- Per Hermione basta un mese e buone cure. Per lui...- il moro fece una smorfia - Io ci avrei già pensato con una padella ma gli altri non vogliono.-
- E allora lo lasciate così? Sembra la sorella psicopatica di Crudelia Damon!- sbottò Black - Hermione prima o poi lo uccide nel sonno!-
- Lasciamo perdere.- Harry scosse il capo, quando tornò Malfoy col vassoio che galleggiava davanti a lui.
Si sedettero e mentre i suoi genitori lo guardavano seriamente preoccupati, il biondo ex Principe di Serpeverde stava sprofondato in poltrona, sorbendosi caffè macchiato che aveva sempre detestato fino alla morte.
- Allora?- chiese Potter, quando si furono messi comodi - Come va a Londra?-
- Un disastro. Fughe di massa ed apparizioni di Mangiamorte in ogni vicolo.- sentenziò Black seccato - E sono morte sette persone ieri notte, in periferia. Si sono liquefatte. Erano babbani e c'era il Marchio Nero a terra.-
- Oddio...che cattiveria. Poveri babbani.- cinguettò Draco, interloquendo.
- Potter dammi quella padella...- sibilò Lucius fra i denti.
- Stiamo calmi.- lo bloccò Narcissa - Comunque sono a rischio anche i mezzosangue. A Hogsmade gira la voce di strane ombre notturne.-
- Dissennatori?- chiese Jane.
- Probabile.- annuì la bionda - Qui come va?-
- Per ora bene.- Harry finì il caffè troppo dolce, disgustato - Ho chiesto a Silente di fare delle indagini su tutti gli studenti di Wizloon, nel caso il pericolo ci arrivi di nuovo da sotto il naso.-
- Perché? Sono ragazzi così carini e allegri.- gorgogliò di nuovo Malfoy.
Stavolta la padella si levò in aria da sola e cercò di prenderlo sulla testa ma il biondo la evitò solo perché si era girato verso la finestra per vedere gli uccellini, così che l'oggetto finì contro il muro con un tonfo sordo.
I presenti fissarono Harry e Lucius che però alzarono le mani, come per difendersi.
- Porca miseria, l'ho mancato!-
Dalle scale stava scendendo Hermione, saldamente aggrappata alla ringhiera.
- Vuoi cadere per caso?- le chiese Jane, alzandosi per raggiungerla.
- Mamma.- la salutò la Grifoncina - Cosa fai qua?-
- Ci siamo anche noi.- le disse Narcissa - Come stai?-
- Considerato che sono cieca, che non siamo riusciti a sposarci per la quinta volta e che vostro figlio si comporta come un hippy alla stregua di "Fate l'amore, non fate la guerra", posso dire che va tutto alla grande. Dio, non riesco più a sopportarlo! Dovete fare qualcosa! Stamattina mi ha svegliato cantando No Woman No Cry dal bagno e non è stato per niente piacevole!-
- E ha espresso la sua compassione per i babbani.- aggiunse Harry sarcastico - Come la mettiamo?-
- E l'Oblivion da solo avrebbe fatto tutto questo casino?- Sirius era allibito.
- Se non altro non è permanente. Era Oblivion in polvere, fosse stata magia vera sarebbe a fare compagnia ad Allock.-
- Si ma stiamo rasentando la follia!- disse Lucius - Quello non è mio figlio, è zucchero filato e miele per uccidere uno col diabete!-
- Senta non se la prenda con me!- berciò il bambino sopravvissuto, sbuffando - E' una rottura di palle per tutti, ora più che mai mi serve un alchimista, senza contare che durante l'incendio ci siamo anche rovinati i bracciali. Si sono scheggiati e fanno le bizze. Stamattina mi sono svegliato coi capelli blu elettrico, chiaro?-
- Si sono scheggiati?- Black guardò il bracciale di platino del figlioccio. In effetti aveva un graffio non molto grande vicino all'immagine del drago Kentron che ora faceva una bella linguaccia.
- Come si fa per ripararli?- chiese Jane incuriosita.
- Di quello me ne occuperò io.- sussurrò Hermione, bevendo un po' del caffè di sua madre - Conosco il nipote dell'uomo...cioè, dell'Antidiluviano che li fece creare.-
- Antidiluviano?- riecheggiò Narcissa - Un vampiro?-
- No, un gagia che si è venduto l'anima a un vampiro.-
- Che allegria.- frecciò Harry.
- Che cosa impensabile.- disse invece Draco, angelico.
- Ho bisogno di qualcosa di forte.- rognò Lucius fra i denti, cominciando ad alterarsi.
- Si, anche io.- sibilò Hermione seccata - C'è del whisky nascosto sotto il divano. E' di Draco.-
- Brutto infingardo.- Harry andò a controllare - Comunque, tornando a noi, posso dirvi che per ora stiamo cercando nella direzione che ci ha indicato Lucilla. Ai prossimi attacchi controlleremo meglio i Veggenti di Orloff. In quanto a Damon se ne occuperanno Tom e Silente, ma vogliamo vederci chiaro in questa storia.-
- E se davvero non fosse Lord Voldemort?- brontolò Sirius - Come la mettiamo?-
- Allora siamo doppiamente nelle grane.- concluse Hermione, esausta - Ma prima dobbiamo esserne sicuri.-

Sicurezza, gran bella parola. Peccato che nemmeno chi si era sempre tenuto alla larga dai Mangiamorte e dalle rotture di palle in generale quel pomeriggio riuscì a scamparla.
Tom, dopo lo scontro con Olivia Andrews e aver portato i compiti a Piton, si era rintanato da solo un quarto d'ora sotto le arcate del giardino interno con Ian, Bruce, Albert Johnson, Presidente del Comitato Studentesco e Patience Hogs, una Tassorosso geniale in Erbologia che aveva un mezzo intrallazzo non ancora consumato con Bruce dall'anno prima, quando accadde ciò che aveva temuto, in cuor suo, da quando la sera prima aveva visto gli sguardi degli scozzesi nella Sala Grande.
Stava leggendo il manuale di botanica della Sprite per le ultime classi con le cuffie di un lettore nelle orecchie, ascoltando uno dei cd pirata di Trix pieno di punk e metal, ma all'improvviso una furia arrivò in giardino.
Asteria McAdams uscì dalla porta principale, guardandosi attorno con occhi fiammeggianti.
Gettò indietro i capelli castani con un gesto secco e altezzoso, cercando, cercando.
Cercava una persona soltanto.
La persona che le aveva indicato Olivia. Alto, aveva detto, e bello come il peccato. Occhi blu.
Il gruppo di studenti più grandi era sotto le arcate e con passo sprezzante attraversò il giardino. La sua espressione fece cambiare direzione a molti quando all'improvviso si fermò.
Vide due ragazzi che potevano essere chi cercava. Vide Tom e poi Bruce, anche lui moro e alto.
Senza cedere di un passo si piazzò di fronte a loro, mentre Olivia spiava tutta rossa da un angolo delle arcate.
- Chi di voi è Tom Riddle?- sibilò Asteria, con tono duro e perentorio.
Il giovane Riddle fece appena in tempo ad alzare il viso e a levare le cuffie, che Patience, senza sapere a cosa andavano incontro, glielo indicò. E non fu una buona mossa perché Asteria, ora con gli occhi lucidi di lacrime, non ci pensò su due volte. Il ceffone risuonò secco, come frustata, per tutto il giardino.
Gli altri studenti, allibiti, osservarono la scena senza capire mentre Tom, col viso girato dall'altra parte, sentì il sapore ferroso del sangue nella bocca.
Si portò lentamente un dito alle labbra e lo ritrasse sporco di rosso.
Non alzò lo sguardo, non disse nulla, mentre quella ragazza lo attaccò ferocemente.
La voce di Asteria, rotta dalle lacrime, suonò stridula e frammentata da gemiti.
- Lo sai quanti ne sono morti di noi?- iniziò la McAdams prima a bassa voce, poi alzandola sempre di più - Lo sai? Siamo saliti a quarantasei! E altri ottanta ragazzi sono ancora al San Mungo! Ottanta! E quarantasei ragazzi che io conoscevo sono già morti! Sono morti, hai capito? Sono morti! E tutto per colpa di tuo padre!- urlò, mentre le lacrime le rotolavano sulle guance e poi lungo il collo - Sia maledetta tutta la vostra famiglia! Che possiate morire tutti come sono morti i miei amici! Tuo padre ha fatto a pezzi una scuola piena di gente indifesa! Erano solo dei ragazzi! Avevano la nostra età! Non hanno guardato in faccia a nessuno, non sono stati a sentire né grida né suppliche quando hanno sventrato Wizloon! E tu ora te ne stai qua tranquillo a leggere quando nelle tue vene scorre il sangue di quell'assassino! Credi che sia normale per te stare qui? Eh? L'unico posto in cui tu e quelli come te e tuo padre dovrebbero stare è all'inferno! Che possiate morire soffrendo come avete fatto soffrire tutti i miei amici!-
Dopo un lungo respiro e la rabbia sbollita, Asteria rimase immobile.
Le braccia dure come roccia, per lo sforzo. Il cuore che le galoppava in gola.
Ma lui non aveva aperto bocca. Si, aveva sollevato il viso. Le aveva puntato addosso quei suoi occhi incredibilmente blu, con del sangue che gli rigava il labbro inferiore ma...aveva taciuto.
Gli altri erano rimasti così sconvolti da quello schiaffo e da quello sproloquio che non erano neanche riusciti a parlare.
Ian si svegliò per primo ma quando fece per chiedere alla Serpeverde di andarsene, Tom si era già messo in piedi.
Raccolse il libro che gli era caduto e se ne andò, senza una parola, senza difendersi.
Quando le passò a fianco però, Asteria McAdams sentì qualcosa di freddo allargarlesi dentro.
Freddo.
Ora aveva tanto freddo.

Sedwigh Stanford guardava sconsolato i nuovi cacciatori che tentavano di fare breccia nella difesa del suo portiere.
Aveva avuto così tante nuove richieste dalla Mcgranitt che aveva dovuto iniziare il pomeriggio stesso, sebbene avesse avuto una mattinata d'inferno.
Il campo da quidditch era pieno e pattugliato da occhi invisibili.
- Che campioni, devo ammetterlo.- mugugnò Martin Worton, quando un tizio di quarta quasi franò giù dalla scopa, prendendo in pieno il portiere. Ne avevano visionati una ventina, uno peggio dell'altro.
- Lasciamo perdere.- borbottò il biondo - Diamo dieci minuti di pausa, prima che mi uccida.-
- Volo ad avvisarli.- disse Martin, schizzando giù dalla panchina e fermando quella follia.
Sedwigh colse al volo l'occasione per accendersi una sigaretta quando vide arrivare qualcuno a piedi, dalle tribune.
- Ehi.- disse, mentre Tom si avvicinava mani in tasca - Come va?-
Riddle si sedette accanto a lui e non rispose, limitandosi a svaccarsi contro lo schienale ma il biondo si accorse subito che qualcosa non andava. Sollevò un sopracciglio, girandogli il mento verso di lui. Quando vide il taglio sul labbro, gli lasciò la faccia.
- Chi è stato?-
Tom alzò le spalle - Qualcuno che non pensa che dovrei stare qui.-
- E tu stai già pensando che abbia ragione, vero?- ghignò Stanford, mettendosi la sigaretta in bocca e accendendosela.
- Forse.- ammise il moro.
L'altro ridacchiò brevemente, sistemandosi più comodo - Senti, io non dico che sia facile...- Sedwigh scosse il capo, guardando il cielo che cominciava a diventare buio e cupo -...ma se sei riuscito a convincere me, a cambiare quello che pensavo di te all'inizio...credo che tu ce la possa fare con chiunque.-
- Stiamo parlando di persone che hanno perso i loro amici.-
- Ah, è stato un testa di cazzo di Scozia. Ma per favore.-
- Non t'incazzeresti a morte se ti avessero ucciso gli amici?-
- Si ma non me la prenderei con te.-
- Non puoi saperlo.-
- Mettiamola così.- Sedwigh si girò verso di lui, con aria seria - Io sono un purosangue ok? Tu li conosci quelli come me. Mi è stato insegnato che i mezzosangue sono inferiori a noi eppure tu e Cloe mi avete fatto cambiare idea. Non dico che ora sono uno stinco di santo, non dico che non guardo ancora a Magonò e mezzosangue non senza sospetto ma...credo di essere una persona migliore. Da un certo punto di vista però sono più Mangiamorte di te.-
- Sed...- Tom si mise le mani nei capelli, distrutto - Sed, come puoi pensarla così anche con gli scozzesi in casa?-
- Chiariamoci. Io me ne sbatto le balle di loro, chiaro? Sono uno stronzo, pazienza. Ma non posso stare sempre a preoccuparmi degli altri e così dovresti fare tu. Harry te lo ripete da anni. C'è gente qui dentro che passerebbe sulla faccia a qualunque mezzosangue a prima vista e non venirmi a dire che Wizloon era una cloaca di sostenitori Babbanofili perché non ci credo neanche se lo vedo. Non sei stato tu ad ammazzare tutte quelle persone, non sei stato tu. Ci arrivi col tuo misero cervellino da purosangue? Eh?-
- Non sono purosangue.-
- Come sarebbe non lo sei? Tua madre era una Black e tuo padre...-
- Non è purosangue.-
- Oh.- Stanford alzò un sopracciglio - E allora perché...?-
- Perché va in giro ad ammazzare?- Tom fece un ghigno amaro - Non saprei.-
- Cazzo. Non l'avrei mai detto. Ma sei purosangue comunque, di seconda generazione.-
- Lascia perdere Sed. Il punto non è questo.-
- No, il punto è che qualche testa di cazzo qua dentro si arroga il diritto di poter dire chi può stare qua e chi no. L'avrei detto anche io anni fa ma ora sono cambiato. Ora forse vedo meglio certe cose, certe idee che mi hanno inculcato i miei.-
- Anche per Damon?- sorrise Riddle.
- Hn...lui lasciamolo perdere.- Sedwigh dette un tiro, ciccando poi a terra - E già che siamo in argomento. Ci hai parlato?-
- Ieri sera è sparito e stamattina non sono riuscito a incrociarlo, se non a Trasfigurazione ma non siamo riusciti a spiaccicare granché. Perché me lo chiedi?-
L'espressione del biondo Grifondoro lasciò intendere a Tom che c'era qualcosa che lui non sapeva e infatti Stanford si schiarì la voce, piegandosi sulle ginocchia.
- Senti...non so se faccio bene a dirtelo a meno, ma non vorrei gli fosse successo qualcosa. Io te lo dico, poi usa le mie parole come riterrai più opportuno. Sul treno...ti ricordi che aveva le maniche lunghe? E anche oggi, quando l'ho incrociato aveva sempre la camicia tirata fin sulle nocche.-
- Si...e allora?-
- Fa ancora caldo, Tom. Sul treno...per sbaglio gli si è sollevata una manica.- mormorò Sedwigh - E ho visto dei segni sui suoi polsi. Lui mi ha detto che era per colpa delle bende di seta...- scosse il capo, ridendo mestamente - Ma quei segni non sono causati dalla seta troppo stretta. Mia madre è Medimago e...so che quelli non erano segni causati da bende di stoffa. Aveva graffi e abrasioni, dei lividi...erano segni di costrizione causati da catene.- e vedendo gli occhi blu di Tom sgranarsi, continuò - Io non so cosa gli sia successo, non so che cazzo ha potuto provocargli quei lividi ma se fossi un suo amico credo che andrei a fondo della faccenda.-
Segni di catene.
Tom continuò a pensarci, mentre rientrava a Hogwarts.
Damon. Cosa gli era successo? E perché aveva cercato di nasconderli? Perché non gli aveva detto niente?
E perché non aveva visto i morti di Wizloon?
Doveva parlargli. E subito anche.
Voleva delle risposte e in un modo o nell'altro se le sarebbe fatte dare.

- Si può sapere cosa diavolo cerchi?-
Damon Howthorne, appoggiato sulla porta dell'ufficio di Gazza, faceva da palo mentre Cloe King, l'unica ad avere illegalmente le chiavi di quella specie di sgabuzzino del tesoro, frugava ovunque per cercare l'anello di Neely.
Era rischioso ma lei lo faceva da una vita, senza contare che era l'allibratore di Hogwarts e doveva darsi un tono.
- Cerco l'anello della nonna di Neely.-
- Chi?- fece il Serpeverde senza capire.
- Neely Montgomery. Quella bionda e tanto figa che oggi ha rimesso a posto Fern e quella cretina di una scozzese.-
- Ah, la Corvonero.-
- Ah, la Corvonero.- lo scimmiottò la biondina - Ma che ti prende eh? Non sai più riconoscere le belle ragazze?-
- Le bionde non mi piacciono. E poi mi guarda sempre male.-
- Non è vero.- Cloe lo guardò di sottecchi - Perché lo pensi?-
- E' vero. Si vede che non le sto simpatico.-
- Per me è il contrario. Anzi, vi vedo bene insieme.-
- Duchessa, per favore...- Damon fece una smorfia, incrociando le braccia - Abbi pietà, non cercare di combinarmi incontri ok? Ne ho già basta ancora prima di cominciare.-
- Sei ancora innamorato di Maddy? No, non mi risulta.- sbuffò la King, continuando sfrucugliare qua e là - Vi siete mollati l'anno scorso ad aprile, quindi è ora che ti rimetti in carreggiata sai?-
- Senti ma che fisse ti prendono?- il Legimors la guardava ora con sospetto.
- Ma niente...forse è perché ho bisogno di vedere coppie ovunque.-
- Ah si? Fammi indovinare...no!- Damon sogghignò diabolicamente, faticando a non sfregarsi le mani - No, dai. Ci provi! Stavolta ci provi con Tom!-
- Si.- ammise Cloe con pazienza - Ne ho già parlato a Trix. Da domani scatta la caccia.-
- Oddio.- per Damon era il sogno di una vita - Dio che goduria. Non mi annoierò poi così tanto quest'anno! Ah, come vorrei essere una mosca!-
- Non ti gasare, sarà più difficile del previsto.-
Ma quella proprio non capiva un cazzo, pensò Howthorne sospirando. C'era ben poco da cacciare, Tom Riddle era già cotto a puntino e da anni ormai. Ma la King, quando si trattava del Grifondoro, non vedeva al di là del suo naso.
- Consigli?- gli chiese infatti.
- Si. Uno. Non andarci con la carrozzeria pesante.-
- Grazie, questo lo sa già.- sbottò ironica - Tu sei un uomo, dimmi qualcosa di utile.-
- Qualcosa che tu non abbia imparato sbattendoti Prentice?- fece Damon sarcastico - Hn, fammi pensare...-
- Quanto sei spiritoso! In fondo tu hai più esperienza di me, potresti scendere per un attimo al mio misero livello e darmi qualche dritta. Ammesso che l'idea di Trix non ti abbia già leso i nervi.-
- Trix?- il Serpeverde non capì - Che idea?-
- Ah, non te l'ha detto.-
- Cosa non mi ha detto?-
- Niente, niente. Ma se fossi in te mi chiuderei a chiave e mi terrei stretti i boxer. Ah, trovato!- cinguettò la biondina, estraendo l'anello con la perla da un cofanetto di legno quasi marcio - Andiamo pure.-
- Un attimo duchessa, che boxer? Ma di cosa parli?- si preoccupò Howthorne, seguendola per il corridoio del primo piano - Che ha in mente quella spostata? Non è che ha ancora la fissa di Morrigan eh?-
- Diciamo che centra anche lui ma quella poverina ha avuto delle giornate davvero pesanti. Quell'imbecille di Billy ha definitivamente chiuso con lei, dicendole che sono troppo diversi e una lesbica sull'aereo del ritorno le ha infilato la lingua in un orecchio.-
- Ed è ancora viva questa maniaca?-
- Non saprei ma credo che ci abbia fatto merenda, visto che ha esternato il suo schifo per il suo sangue cattivo.-
Damon roteò gli occhi celesti, devastato.
- Che mi dicevi di Fern, duchessa?-
- Ah si, stamattina c'è stata una riunione in bagno. La McAdams ha minacciato di fare qualcosa a Tom e Neely l'ha rimessa al suo posto senza che io abbia aperto bocca. È la mia eroina!-
- Hn. Se lo dici tu. Ma mi guarda come se fossi un alieno.-
- Per me le piaci. Magari non è uno sguardo di disapprovazione ma solo di lussuria incontrollabile.-
- Ma falla finita King.-
- Tu piuttosto. Sei sempre più sbattuto. Ma dormi?-
- Si mamma.-
- E le visioni?-
Lui stavolta tacque, alzando le spalle.
Cloe allora, senza mezzi termini, lo prese e lo spinse al muro.
- Ehi, ehi! Te l'ho detto che le bionde non mi piacciono.-
- Sparati, mi farei Alderton piuttosto che te.-
- Accomodati.- ironizzò, acido.
- Non fare l'idiota. Mi nascondi qualcosa, ti conosco.-
- Non ti nascondo nulla.- le rispose allora, con le mascelle lievemente serrate - E per favore lasciami il polso.-
Claire abbassò il viso. Lentamente gli lasciò il braccio e lui se lo massaggiò appena.
- Da quando sei così delicato?-
- E' ora di andare a mangiare Cloe.- Damon distolse lo sguardo - Ci vediamo.-

Mai mollare, era quello il detto a Grifondoro. Al massimo "Barcollo, barcollo, ma non mollo!", così alle nove in punto Cloe King filò dritta alla torre e dalla sua falcata per nulla promettente, molti si spostarono dal suo cammino, facendo finta di non vederla per non scatenare una tempesta prima del tempo.
Salì al dormitorio maschile e dopo essere passata per corridoi con gente in mutande, prendendosi dietro allusioni e avances sessuali da quelli degli anni anziani, andò dritta all'ultima camera singola della torre.
Bussò forte e senza attendere il permesso entrò, sbattendosi poi il battente alle spalle.
- Tom, dobbiamo parlare!-
Riddle quasi saltò per lo spavento, facendo naturalmente cadere i libri che aveva in mano.
- Claire, ciao!- alitò, ritrovando il fiato - Si? Ti serve qualcosa?-
- Mi serve qualcuno che ragioni!- imprecò, sedendosi sul suo letto, levandosi gli stivali e incrociando le gambe - Allora, punto primo: Trix sta dando i numeri. Punto secondo: voglio uccidere gli scozzesi. Punto terzo: Damon ha seriamente qualche problema che...che cos'hai fatto al labbro?- sbraitò, balzando giù dal letto con un salto e raggiungendolo.
- No...no, niente...- balbettò il moro, mentre lei gli prendeva il viso fra le mani e gli passava il dito sulla bocca.
- Niente un corno! Dite tutti niente. Che hai fatto?-
- Sono...finito contro uno spigolo.-
- Infame bugiardo.-
Dio, quando voleva Cloe era peggio di una moglie sicura di un adulterio.
- Chi è stato?-
- Nessuno, tranquilla. Sono inciampato e...-
- Sei inciampato o è stato uno spigolo?- insinuò perfida.
Tom naturalmente andò in palla, con l'innocenza di un angioletto - Bhè...sono inciampato e finito su uno spigolo...- ma ebbe poi la decenza di tacere, davanti all'espressione minacciosa e assassina della King.
Così tacque e assunse un'aria da cucciolo a cui lei non sapeva resistere.
- Forza.- gli disse paziente, tirandolo alla luce di un candelabro - Vieni che ti rimetto a posto.-
Poco più tardi stavano seduti a letto, lui ad ascoltare e lei a blaterare al vento della follia generale di Hogwarts.
Riddle, conoscendola, preferì tacere delle ferite di Damon ma ormai era chiaro che dovevano discutere in fretta di quella faccenda. E sistemare qualsiasi guaio avesse combinato il loro amico.

Pure Damon comunque aveva i suoi bei guai con le donne quella sera.
Si era appena infilato i pantaloni molli di una tuta, dandogli un giro sui fianchi visto com'era dimagrito in quei giorni, quando Beatrix piombò nella sua stanza singola, concessagli da Silente.
- Ma prego, fa pure.- le disse sarcastico, infilandosi di volata la maglia per coprirsi le mani e le braccia.
- Prima di tutto sei un gran porco!- l'apostrofò la Diurna, levandosi gli anfibi e buttandosi sul suo letto - Non provare mia più a baciarmi!-
- D'accordo. Ora che me l'hai detto puoi anche andare a nanna amore.-
- E non chiamarmi amore.- fece la Diurna, scostando i lunghi capelli dal viso - Secondo, sono depressa e ho bisogno di coccole.-
- Ma tu guarda.- Damon rise appena, toccandosi fra le scapole - Tu che vedi...è guarito del tutto?-
La Vaughn allora aguzzò gli occhi gialli, lo raggiunse e gli abbassò il collo della maglia, poi annuì soddisfatta.
Slytherin's Eye.
Scritto in gotico, tatuato in mezzo alla schiena del Legimors.
- Bellissimo.- concordò.
- Il tuo?-
Trix abbassò la parigina che aveva sulla gamba destra e la alzò sotto alle sue fosche pupille.
Stesso carattere gotico, la scritta Bloody Slytherin faceva bella mostra di sè sulla sua caviglia nuda.
- Dicevi che hai bisogno di coccole.- soffiò Damon poco dopo, seduto a letto con lei, con una sigaretta in bocca e l'aria serafica, carezzando Iggy acciambellato sul cuscino - Non ti sono bastate quelle della lesbica in volo?-
- Hai parlato con quella fessa. Lo sapevo!-
- Già. Ha detto qualcosa anche riguardo ai miei boxer.- ora Howthorne la guardava diffidente - Che storia è?-
- Niente, è presto per dirtelo.- disse la Diurna con vocetta stucchevole, stringendosi al suo braccio con aria dolce - Com'è andata la giornata?-
- Vuoi dei soldi?-
- No ma sei vuoi darmeli non ci sputo sopra.-
- Trix...che ti passa per la testa? Sei troppo su di giri. Ti sei fatta qualcosa?- le chiese.
- Assolutamente niente.- fece angelica - Piuttosto, quando sono entrata ho sentito odore di sangue...- e fiutò di nuovo, stranita - Hai del sangue in giro?-
Damon s'irrigidì impercettibilmente, abbassandosi le maniche della maglia sui polsi.
- Non mi pare. Sarà una delle pozioni venute male per Piton, oggi ne ho rovesciata una.-
- Vabbè.- Trix tornò a stringersi al suo braccio - Senti, ti spiace se dormo qua? Vicino alla mia camera ci sono Fern e quell'altra scozzese e quei muri di carta velina mi fanno sentire tutte le loro porcate.-
- Tesoro, dimmi subito cosa vuoi e facciamola finita.- la incalzò sempre più diffidente - Non è che sei a secco per colazione e hai deciso di consumare la prima portata eh?-
- E la prima portata saresti tu?- replicò ironica - Magari hai il sangue cattivo.-
- Per tua sfortuna non lo saprai mai.-
- Questo è ancora da vedere.- tubò la Diurna - Allora? Posso dormire con te?-
- Va bene, d'accordo.- cedette Howthorne per sfinimento - Ma non fare scherzi, qualsiasi cosa ti passi per la testa non farla. Prendi una mia camicia.-
- Grazie!- cinguettò stranamente troppo allegra e filò dritta in bagno a cambiarsi, mentre Damon ora pensava seriamente che fosse impazzita, drogata o che meditasse qualcosa. Era troppo strano quel comportamento, non era da lei.
Comunque doveva solo aspettare.
E sperare di non avere incubi durante la notte, o Beatrix avrebbe scoperto il suo segreto.
 
Top
0 replies since 14/2/2009, 16:42   56 views
  Share