- Capitolo 12°

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view post Posted on 14/2/2009, 11:14
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Harry Potter aveva le braccia incrociate, le gambe lunghe sul tavolo e un muso da ragazzino diciassettenne che era tutto un programma.
A tenere il broncio c'era anche Hermione Granger, accoccolata sul divano con un diavolo per capello.
Evidentemente quella non era una buona giornata per nessuno e il fosco cielo grigio che incombeva su tutta la valle sembrava dare appena un accenno di ciò che avrebbe riservato fino a sera.
- Insomma voi due è ora che la finite di fare i bambini!- sentenziò Ron Weasley, mani sui fianchi e aria seria più che mai, in piedi in mezzo alla sala riunioni della Torre Oscura.
- Mi avete rotto! Lo capite si o no che non siete nelle condizioni per poter uscire fuori dalle mura del castello?-
- E già, sono cieca.- sibilò la strega rabbiosa.
- Ok, passi lei che è cieca...io che problema ho?- sibilò Potter con aria incredibilmente adolescenziale.
- Tu non hai cervello, ecco la magagna!-
- Questa vostra nuova fissa sulla mia protezione mi sta dando il voltastomaco.- Harry assottigliò gli occhi verdi - Dovete finirla di trattarmi come un prigioniero!-
- Non sei un prigioniero ma siamo circondati da pazzi assassini, non so se ti è entrato in testa.- aggiunse anche Edward, mangiandosi uno yogurt seduto a tavola - Ora non c'è più solo Voldemort ma anche questa setta di maniaci che non si sa ancora bene cosa vogliono. Per favore quindi, non andare a cacciarti nelle grane. Chiaro?-
- Chiaro un accidenti!- sbraitò - Elettra difendimi!-
La Baley alzò le spalle, inzuppando dei biscotti nel caffè - Io sono d'accordo con Ron e Ed.-
- Grazie e le parole "ti sosterrò contro ogni avversità" che fine hanno fatto?-
- Sono diventate "mettiamo cervello quando il nostro maritino si comporta da moccioso".- soffiò la biondina.
Potter roteò gli occhi, rovesciando la testa indietro oltre lo schienale della sedia.
- Biondastro dì qualcosa.-
Draco Malfoy non aprì bocca. Stava a tavola, intendo a dare la pappa a Glory con un cucchiaio di plastica. La sua aria funerea, più o meno la stessa di Potter, indicava tempesta in arrivo.
- Allora?- lo incalzò Ron - Non hai niente da dire?-
- Hn,- Draco pulì la bocca della sua bambina, sempre più disgustato - cos'ho da dire? La vita fa schifo.-
- Esatto.- annuì Harry.
- Sapete cosa fa ancora più schifo?- proseguì Malfoy - Crescere i figli nel peccato, per esempio.-
Hermione, per tutta risposta, roteò gli occhi ciechi.
Eccolo che cominciava. Quando diventava melodrammatico non lo sopportava proprio.
- Eh già.- proseguì Draco senza ascoltare il filo dei discorsi altrui - Facciamo figli senza pensare alle conseguenze... senza essere sposati e sbattendocene di quello che potranno soffrire, mandandoli in depressione fin da neonati. Che dici Glory? Vero che sei sull'orlo di una crisi di nervi?-
La bambina emise un vagito inconsulto, tornando a mangiare la pappetta.
- Certo, se quella mezzosangue di tua madre mi sposasse forse...-
- Bene, perfetto.- Pansy rise acidamente - A quanto pare abbiamo due ragazzini invece che uno.-
- Io non mi comporto da ragazzino!- sibilarono Harry e Draco in coro.
- Siete voi che mi trattate così!- continuò Potter - Non ho bisogno di un quintale di balie, chiaro?-
- Bene e allora non farci preoccupare. Stattene buono e mettiti sui libri!- sindacò Ron, ficcandosi il mantello - Vado di ronda con Milo e Clay. Vedi di non farti venire a cercare per tutto il castello. Ci vediamo a pranzo!-
- Goditi l'uscita. Potrebbe essere l'ultima che farai.- lo minacciò il suo migliore amico.
- Ahah, molto spiritoso. Ed, noi ci vediamo giù.-
- Già, oggi i ragazzi vanno a Hogsmade.- disse Pansy - Come siete messi?-
- Il tragitto verrà sorvegliato.- rispose Dalton - E giù al villaggio ci penseranno Gary e gli altri.-
- Perfetto. Herm ci facciamo una canna?- rognò Harry fra i denti.
- A questo punto...- brontolò la Grifoncina - Pare che qua non ci sia altro da fare.-
- Dio ma siete impossibili.- sorrise Elettra - Senza rischiare il collo non vi divertite eh?-
- All'inferno.- la Granger si mise in piedi, serrando le palpebre - Vado in camera. Se non altro lì non sentirò ritorsioni da parte del primo uomo al mondo che vuole ingabbiarsi.-
- Ah, molto divertente mezzosangue!- fece Draco irritato - Ne riparliamo più tardi.-
- Contaci!-
Spariti i soggetti recalcitranti, Edward e Draco rimasero soli in cucina mentre Elettra e Pansy erano salite al piano superiore con le tate, per giocare coi bambini già belli vispi alle otto di mattina.
Malfoy cominciò a prepararsi per uscire quando il perpetuo rumore che provocava Dalton lo bloccò.
L'ex Corvonero ticchettava col cucchiaio sul bancone della cucina, dondolandosi sulla sedia.
Sembrava uno spiritato.
Alzò un sopracciglio, restando a fissarlo fino a quando Edward non si accorse che lo puntava come un cane da caccia.
- Bhè?- Edward si prese un portacene, accendendosi una sigaretta - Ti serve qualcosa?-
- No...e a te?- rispose Draco diffidente - Ti serve un elettro shock?-
Dalton si morse il labbro, indeciso sul da farsi.
- Lo sapevo che prima o poi avresti cominciato a dare segni di demenza.- il biondo lo guardò con un mezzo ghigno appena accennato - Allora? Sei di nuovo senza soldi o hai messo incinta qualcuno?-
- No, per il momento niente bambini...anche se sono comunque al verde.- bofonchiò l'altro - Senti...ce l'hai un minuto?-
- Dipende. Se è una cazzata ti prendo a pugni, oggi non sono dell'umore adatto.-
- Si tratta di...rapporti di sangue.- iniziò Edward, sedendosi di nuovo e dando un lungo tiro dalla sigaretta.
- Allora dammi un altro caffè.-
Pochi minuti più tardi, stavano faccia a faccia, a discutere di un argomento vecchio come il mondo.
Edward aveva atteso a lungo ma sapeva che non poteva parlarne con nessuno al di fuori di Malfoy.
L'aveva ascoltato in silenzio e gli aveva detto tutto.
Di Ophelia Haeder.
Di come l'aveva conosciuta un anno prima, una babbana ventiseienne che viveva a Londra, in cerca di lavoro. Di come la prima volta che l'aveva incontrata per le scale con un semplice saluto gli avesse tolto il sonno. Di come, stranamente per uno come lui, non era riuscito a chiederle un appuntamento per una semplice birra per ben quattro mesi. Di come parlare con lei fosse difficile ma anche...diverso, dal mondo in cui era cresciuto.
Di come le mentiva, di quello che era stato costretto a raccontarle.
- Noi siamo uguali.- gli disse Edward, fissandolo - Io e te siamo stati cresciuti con le stesse idee e gli stessi valori. Purosangue di qua, mezzosangue di là. I babbani per me non dovrebbero neanche esistere.-
- E invece sei andato a impegolarti con una di loro.- Draco rimase impassibile - Pessima idea.-
- Lo so.- ammise Dalton - Ma non ci riesco a tagliare i ponti. Non potremmo essere più distanti ma...-
- Ma un corno.- il biondo scosse il capo - Perché hai deciso di parlarne con me? Sai come la penso.-
- Perché speravo mi facessi rinsavire.-
- Inutile. Sai già cosa ti risponderei...-
- Ma?-
Draco ciccò nel portacenere, rimettendosi la sigaretta in bocca e versandosi altro caffè.
- Ma tu ci tieni già a lei, no?-
Fu la prima volta che lo vide arrossire, intimidito.
- Cazzo. Sei proprio andato allora.-
- Non fa ridere. È orrendo.- sbottò Edward - Mi comporto come un deficiente di tredici anni!-
- Riassumiamo. Ti sei innamorato di una babbana. O no?-
- Non so.-
- Si.- sindacò Draco, ignorando i suoi lamenti - E da quando sei bambino ti hanno insegnato che noi siamo qua e loro là, per farla breve. Giusto?-
- Giusto.-
- E faresti venire a tuo padre un infarto, sbaglio?-
- No, non sbagli.-
- Che casino.-
- Non dirlo a me.- Dalton si passò le mani nei capelli, distrutto - Mio padre mi ucciderà e io non so neanche da che parte cominciare per spiegare ad Ophelia cosa sono. Non so neanche se lo accetterebbe. E non so come conciliare due mondi così diversi. Un conto è se fosse mezzosangue...io non avrei il minimo problema, sono sempre maghi, sono come noi.-
- Hn.- la smorfia ironica di Malfoy lo fece sorridere.
- Infatti con Hermione ti è andata bene.-
- Perché lei è una strega. Tu invece sei purosangue, lei una babbana.-
- La grana è questa.-
- Hai tastato il polso?-
- Con cosa? Dovrei mettermi ad agitare la bacchetta e farle venire un collasso?-
- E allora lasciala.-
- Non stiamo insieme.-
- Senti Dalton, arriviamo al sodo. Pensi che ne valga la pena?-
Lo vide mordersi le labbra. Dio, non si era mai sentito così indifeso e impacciato in vita sua.
- Allora?-
- Allora non lo so! Va contro ogni cosa mi è stato ripetuto fino alla nausea!-
- Te ne sei sempre sbattuto del sangue, non dirmi balle. Si, quand'eri studente eri orgoglioso di essere purosangue, poi hai cominciato a fregartene anche di quello sotto l'influsso malefico dello Sfregiato, quindi per favore non stare ad angosciarmi. Sei adulto ed è ora che la pianti di sbatterti le prime che passano. Non che straveda per i babbani, fosse per me li deporterei tutti e la faccenda di questa tizia mi piace anche meno...ma in fondo è la tua vita. Tuo padre è anche peggio del mio ma ti ha sempre voluto bene. Sei tutto quello che gli rimane.-
- Già e io vado a mandargli in malora la tradizione di famiglia con una babbana.-
- E allora sposati la prima deficiente purosangue che passa e vivi una vita all'ordine del country club e di riunioni di famiglia con vecchie mummie che pontificano sui tempi andati. Da quando sei diventato così conservatore eh?-
- Scusa, non volevo fregarti il posto.- brontolò Edward immusonito.
E facendo ridere sommessamente Draco, iniziò a picchiare la testa contro la tavola.
E fu così che finalmente quel giorno Edward Dalton iniziò a crescere.


Beatrix Vaughn si mise la giacca nera di pelle e si legò al collo un fazzoletto rosa inteso, cercando di non pensare al bicchiere vuoto che troneggiava sulla sua libreria.
Vuoto. Le scorte erano finite. E lei aveva sete. Tanta sete.
Ma piuttosto che andare a mendicare poche gocce di sangue si sarebbe lasciata essiccare al sole.
Doveva uscire, ormai era ora per l'adunata per Hogsmade.
Qualcuno bussò alla sua porta e senza aspettare un invito, Asteria McAdams apparve sulla soglia. In una mini fasciante e truccata alla perfezione si guardò attorno, poi posò lo sguardo su Beatrix che finiva di vestirsi.
- Sai che non ho mai visto una ragazza bella come te?-
Trix si girò appena, con un sopracciglio alzato.
- Non pensare male.- sorrise melliflua la scozzese - Non sono lesbica. Anche se proverei volentieri l'esperienza.-
- Grazie.- la Diurna evitò di guardarla, mettendosi il collirio negli occhi.
- Di che colore hai gli occhi?-
- Castani.- mentì Trix - E' ora?-
- Si, Fern e Cordelia sono già con quelle del sesto.-
- Arrivo.-
- Posso farti una domanda personale?-
- Dipende.-
- Stai con Damon o con Riddle?-
- Non sto con Tom.-
- Allora sei la ragazza di Damon.-
- Per il momento no.- Trix finalmente si mise la tracolla in spalla e la raggiunse - Perché me lo chiedi?-
- Così. Lui mi piace. E se Riddle non fosse il figlio bastardo di un assassino, di certo farei un pensiero anche su di lui. Comunque...- Asteria spense la sigaretta che stava fumando nel portacenere sul comodino della Diurna -...se non sbaglio la prima volta che ci siamo viste tu stavi litigando con l'amico del prof Mckay.-
- Non andiamo d'accordo.-
- E' molto bello per essere un mezzo vampiro.-
- Dote di tutti i mezzosangue dal carattere demoniaco.-
La McAdams annuì, seguendola in corridoio - Già. Hanno un che di misterioso e letale, non pensi?-
Già. Letale era la parola adatta. E quella non sapeva in che guai si stava cacciando, pensò Trix sull'orlo della sete più assoluta.
Uscirono in giardino dove un debole sole balenava da nubi di panna, presagio della prima tempesta autunnale.
Le classi del sesto e del settimo anno erano raggruppate qua e là, altri ragazzi erano in fila per dare alla Mcgranitt e a Lumacorno, i loro accompagnatori, le autorizzazioni.
A fiuto, Beatrix raggiunse Cloe che chiacchierava con Madeline e Patience Hogs, di Tassorosso.
- Salve superoca.- la King le fece un cenno - Sei venuta con la serpe?-
- Si, abbiamo avuto uno scambio di idee interessante.- sussurrò la Diurna, a bassa voce - Qua come va?-
La biondina gl'indicò Damon poco più in là, a parlare con Matt Rogers, Martin, Bruce e Philip Prentice. Poi le disse che ad aspettarli a Hogsmade ci sarebbe stato Gary Smith. Con loro in carrozza invece Sphin e Clay.
Dall'alto avrebbe pattugliato Jess, in forma animale.
- Il piano "Attentiamo alle grazie di Howthorne" come procede?-
- Va male.- bofonchiò la Diurna, sentendo le chiacchiere odiose delle Tre Grazie e di Fern Gordon alle loro spalle - Fa finta di niente e la cosa mi irrita. Forse non gl'ispiro.-
- Ispireresti anche un cadavere, smettila.- la blandì Cloe - Sono io che dovrei farmi questa domanda.-
Trix si accese una sigaretta, per ammazzare la fame. Proprio non ci arrivava.
- Tom dov'è a proposito?-
- E' là all'ingresso. Parla con Neely.- mormorò la King desolata, mostrandole Riddle con un nuovo cerotto in fronte, dato dall'ennesima caduta - Ha detto che gli piace una bionda. Credo sia lei.-
Eccola. La deficienza dilagava!
- Forse è un'altra bionda...-
- Figurati!- Cloe scosse il capo, sempre più mogia - Ci ho pensato e in effetti Neely potrebbe essere il suo tipo. È intelligente e brillante, inoltre ha stile e classe, non alza mai la voce ed è una Capo Scuola. La ragazza ideale.-
- Parli della Montgomery?- s'intromise Patience con un sorriso - Sciocca, non hai mai notato come guarda Howthorne?-
- Damon?- stavolta Trix schioccò la lingua - Che non ci provi prima che ci metta le mani io!-
- Come prego?- allibì la Tassorosso.
- Nulla, lasciala perdere.- la zittì Cloe, tirandola indietro - Cambiando argomento...aziona il naso. Cosa senti?-
- Te l'ho detto. La puzza di lupo arriva fin qua.-
La King e la Vaughn si voltarono verso le mura. Oltre quelle, i ciuffi scuri della Foresta Proibita.
- Lupo di razza però.- sospirò la Sensistrega - Uno di loro mantiene forma umana.-
- Odio i mannari.- ringhiò la Diurna fra i denti - Li detesto! Non sanno fare altro che sbavare!-
- Ed ecco che riprende il comando la parte vampiresca.- frecciò Damon, raggiungendole di spalle con un codazzo di altri compagni - Allora? Ritorneremo vivi?-
- Questo dovresti dircelo tu.- soffiò Beatrix - Niente guai?-
- Per il momento no.- le rispose serafico - Ti si sono calmati i bollori?-
- Ahah.- fece lei seria, ma con un sorriso melenso - No.-
- Fantastico.-
- Ehi Howthorne, devo dirti una cosa ma tieniti forte.- gli disse Cloe - Non ce l'hai d'argento sai?-
- E che ne sai duchessa.-
- Ma per favore. E' già tanto se Maddy non ha subito danni permanenti.-
- Non s'è mai lamentata. Tom dove sta? Oh, eccolo...parla con Occhi di Fuoco.-
- Occhi di Fuoco?- Cloe ridacchiò - Ma sai che sei fissato?-
- Bah.-
Arrivò anche Sedwigh, di pessimo umore perché era incappato in Flanagan e poi in Alderton.
- Bella giornata schifosa.- bofonchiò - Odio il sabato. E odio questi del sesto!- sbraitò, quando uno studente di Corvonero, correndo, lo spedì addosso a Beatrix - Cazzo ma cosa corrono?! Ehi...- fissò poi la Diurna, stranito - Sei ghiacciata. Ma stai bene?-
- Benissimo.-
Il biondo la guardò ancora per un attimo, poi lasciò perdere.
- Allora? Ci diamo una mossa o no?-
- Stiamo aspettando che Lumacorno si sia arruffianato per bene Jess.- ironizzò Tom, raggiungendoli con Neely - Gli sta facendo una tirata terribile sui doveri dei primogeniti.-
- Quello non ha tutte le rotelle a posto.- sentenziò Cloe - E persevera nel chiamarmi Angelica.-
- Già, dalla tua faccia dovrebbe capirlo che sei tutto tranne che quello.- le sibilò Beatrix.
- Zitta superoca.-
Alla fine comunque riuscirono a mettersi in viaggio. Salirono in carrozza e dall'alto delle torri, Silente e Harry osservarono la loro partenza. Speravano solo di non doversene pentire.
Il tragitto fu tranquillo ma chi sapeva sentire, si accorse che certi occhi non li abbandonavano mai.
Una volta arrivati al villaggio, si accorsero tutti dall'atmosfera tesa e densa che vi aleggiava sopra.
La Mcgranitt ordinò di non diversi e di stare sempre in gruppo, poi li lasciò liberi ma sempre sotto lo sguardo vigile degli Auror. Gli studenti si nascosero nei locali, altri andarono a spasso per negozi mentre nella via centrale di Hogsmade alcune bancarelle delle ultime fiere di settembre riempivano l'aria di un forte odore di spezie.
Il sole poi era uscito finalmente dalle nuvole e la giornata si pregustava abbastanza tiepida.
Cloe stava girando fra i banchetti quando di colpo non vide più Beatrix.
- Ma dove...- bofonchiò girandosi un po' ovunque.
- Cerchi la Vaughn?- le disse Sedwigh, che bloccò in mezzo alla strada - L'ho vista uscire prima da questa ressa. Era più pallida del solito...credo che l'odore delle spezie le abbia dato fastidio. C'era Rogers con lei.-
E infatti. Cloe si accorse solo in quel momento della quantità di olive, aglio, peperoncino e delle verdure lì attorno.
Era già tanto se non era svenuta con quel suo nasino delicato.
Però decise di non andare a cercarla, visto che c'era Matt con lei. Per due semplici motivi: il primo era perché trovava ridicolo disfarsi della verginità con Howthorne e per colpa di Milo e secondo perché Rogers era cotto di lei da sette anni, quindi poteva almeno lasciarlo provare no?
- Ehi, come mai sei sola?-
Riconobbe la voce di Tom e gli sorrise subito.
- Niente, Trix ha fastidio per il profumo delle spezie ed è andata a sedersi lontano dalle bancarelle. Ti hai trovato qualcosa?- e senza ascoltare la risposta di Riddle, si ritrovò a divorarlo con gli occhi. Tom stava da Dio vestito da babbano e col cappotto grigio era ancora più bello.
A una folata di vento lei invece si strinse nella giacca di lana azzurra, tirandosi il cappuccio sui crini biondi.
- Facciamo due passi insieme?- gli propose.
Il mago annuì quasi subito e la King gli prese il braccio, con calma apparente.
- Dov'è Damon?-
- E' con Maddy.- la informò Riddle con un sospiro - Credo che debbano ancora appianare alcune cose ma da quel che mi ha detto considera la storia ormai conclusa.-
- In effetti è riuscito a farsela passare. A fatica ma ce l'ha fatta.- ponderò la Sensistrega, guardando qua e là su un banchetto vari amuleti portafortuna e ciondoli che promettevano alchimia eterna - Ci credi in questi cosi?-
Tom rise divertito, alzando le spalle - I rapporti fra le persone sono già abbastanza incasinati senza l'utilizzo della magia.-
- Oh, su questo hai ragione. Allora, come va con la tua bella?-
Vedendola continuare a guardare anelli con varie pietre, decise di dire una mezza verità.
- Un po' meglio. Cioè...lei non se ne accorge ma mi piace sempre di più.-
- Continuo a dirlo.- Cloe sollevò un anello con un'ametista a forma di rombo, incastonato su un filo d'argento grezzo mente si mangiava il fegato - Solo una cretina non sarebbe in grado di accorgersi che razza di persona sei.-
- Se lo dici tu.- bofonchiò, depresso - E il tuo uomo misterioso?-
- Gli piace un'altra.-
- E quando l'hai scoperto?-
- Pochi giorni fa.-
- Non puoi provare a dimenticarlo?-
Cloe stavolta si girò, guardandola con aria tenera e aggressiva al tempo stesso.
- Lui non è facile da scordare.-
Beato lui, pensò Riddle poi però non riuscì più a connettere, perché la biondina tornò a stringersi contro il suo fianco, trascinandolo verso un'altra bancarella. Si, per il momento poteva non pensarci, ammise con se stesso. Per il momento, poteva far finta di niente. E credere che quel tizio fosse solo un'ombra vaga.
Beatrix intanto aveva un fazzoletto sulla bocca e sul naso, girata col capo rovesciato all'indietro su una panca di pietra.
- Ecco...sei sicura che non ti serva qualcosa? Che so...tipo un inalatore d'ossigeno o altro?-
- Rogers...non respiro.- sibilò la Diurna, disgustata.
- Oh...- Matt fece una buffa smorfia - E' vero, non ci avevo pensato. Ma davvero non posso aiutarti?-
- Si, metti bene in mostra la gola.-
- Davvero mi morderesti?- cinguettò il Corvonero.
Riuscì a farla ridere. Certo che quel ragazzo era davvero forte quando ci si metteva.
- Credevo che voi vampiri sceglieste con cura le vittime quindi...un po' la mia gola deve attrarti, giusto?-
- Ora come ora morderei anche un sasso.-
- Così mi ferisci.- Matt si mise comodo, passandosi una mano fra i corti capelli color mogano - Allora? Cos'hai fatto quest'estate?-
- Mi sono ripassata tutta una squadra di football a Boston, poi ad Amsterdam sono stata chiusa per due settimane in un locale sadomaso.-
- Eccitante. Io sono coi miei nonni e non ti dico i brividi che mi hanno fatto venire i lavori all'uncinetto di mia cugina.-
La Vaughn rise ancora, conscia che la nausea stava lentamente passando.
- Senti, visto che ormai siamo intimi...- celiò Matt, gesticolando con la sua aria migliore - Posso chiederti una cosa?-
- Spara.- sorrise lei, accendendosi una sigaretta.
- Ecco, dunque...ora mi umilierò come con te ho già fatto in tutti questi anni, quindi se dopo vorrai immolarmi va bene...ecco...bhè...che ne diresti...se...ecco...se noi due...-
- Si?-
Beatrix ora lo vedeva solo gesticolare, sembrava sull'orlo di una crisi di panico.
- Volevo chiederti...che ne diresti se...se noi due, ogni tanto sai...provassimo a uscire insieme?-
Uscire con lui?
- Vuoi uscire con me?-
La deficienza era di casa. E non solo nei cervelli di Cloe e Tom.
- Bhè si...- Matt fece un sorrisetto nervoso, viola per l'imbarazzo - Cioè...so che forse non sono al livello dei tuoi canoni di preferenza, visto che forse mi consideri come una bevuta da una botta e via ma forse...cioè, conoscendomi, ecco forse...non so...potrei piacerti...e non solo come bevuta intendo! Scusa, lo so, sono logorroico.-
Vederla ridacchiare però era fantastico.
- Credo di essermi umiliato a sufficienza, che ne pensi?-
- Ma no, che dici.- sussurrò la Diurna - E' solo che...-
- Ti piace Damon, vero?-
- Cosa? No, non è quello.-
- Quindi non ti piace...-
- Veramente..-
- Oddio ti piace davvero allora!-
- Matt vuoi stare zitto?!- Beatrix gli mise una mano sulla bocca - Sta calmo, va bene? È vero, ho qualcosa in ballo con lui e...sono presa anche da altro. Vedi, è tutto un casino. Il mio ex era un mago come te...e mi ha lasciato, dicendo che eravamo troppo diversi. E non ho la voglia di rimettermi in gioco. Con Damon invece sarebbe diverso...però...- lo guardò intensamente, nascosta dietro le lenti colorate - ...se mi lasci del tempo...-
Lui mugugnò qualcosa e finalmente gli levò la mano di bocca.
- D'accordo.-
- Si?- sorrise la Diurna - Guarda che non prometto nulla.-
Rogers alzò le spalle - Non importa. Però almeno ci ho provato.-
- Già, l'importante è provare.- ammise la Vaughn - Si, hai ragione.-
Damon invece in quel momento stava chiudendo un capitolo importante della sua vita.
Madeline Nolan di Grifondoro gli carezzò il viso e poi gli lasciò la mano, sorridendogli con le lacrime agli occhi.
Se ne andò, sapendo di lasciare un nido caldo e sicuro, sapendo di lasciare una ragazza che l'aveva amato...ma che lui non aveva avuto la forza di proteggere.
Si, non era stato destino per loro.
Alzò il collo della giacca di pelle, infilandosi nelle vie secondarie di Hogsmade.
Aveva voglia di stare solo ma occhi indiscreti lo fissavano. Colse un sorriso seducente da Asteria ma tirò dritto.
Non voleva pensare a niente. Niente.
Invece qualcuno gli finì addosso e una mela cadde a terra.
Aveva un morso, lucida e verde dal riverbero omogeneo.
- Non guardi mai dove metti i piedi?-
Damon ci avrebbe scommesso. Era Neely Montgomery.
- Scusa, te ne compro un'altra.-
- Basta lavarla alla fondana.- gli disse la biondina, Capo Scuola di Corvonero, raccogliendo il frutto e soffiandoci sopra.
La sciacquò sotto l'acqua e lui ne rimase stupito. Che strano, una purosangue senza il naso all'insù.
- Non c'è Williams?-
- E' con Frommer.- gli rispose la ragazza - Perché? Hai voglio di litigare?-
- Ha cominciato lui.-
- Non ne dubito. Tobey ha la spiccata capacità di colpire il bersaglio.-
- Neanche tu scherzi.- le sibilò sardonico, accendendosi una sigaretta - Ti posso fare una domanda?-
- Dipende.-
- Io non ti piaccio, vero?-
Neely sollevò gli occhi azzurri, inclinando il capo mantenendo la sua espressione seria.
- Perché lo pensi?-
- Per come mi guardi.-
- E come ti guardo?- lo incalzò interessata, restandogli di fronte.
- Come se aspettassi sempre che io commetta un passo falso.-
- Oh, ti faccio sentire braccato?-
- No, solo sotto esame.- Damon dette un altro tiro - Allora? È vero?-
- No. Te lo sei immaginato. Ti guardo in quel modo perché poche persone mi stupiscono.-
- E io ti stupisco?-
- Si, parecchio.-
Howthorne corrucciò la fronte, anche se ora la conversazione stava prendendo una piega strana.
Strana però lo era anche quella ragazza.
- Ci siamo chiariti?- gli chiese la biondina.
- Si, direi di si.-
- Bene. Grazie per avermi fatto cadere la mela.-
- Grazie per aver dissolto i miei...- Damon si zittì di colpo, gli occhi attraversati da una nube fioca che fecero preoccupare la Corvonero. Capì immediatamente cosa gli stava succedendo e lo fece sedere sul bordo della fontana di Hogsmade. Tempo pochi secondi e la visione svanì.
Quando si riprese, il Serpeverde vide gli occhi spaventati di Neely.
- Che faccia. Guarda che è normale per me.-
- Ma non per me.-
Il Legimors ridacchiò, scuotendo il capo - Ah, chi l'avrebbe mai detto.-
- Cosa?-
- Che Occhi di Fuoco sapesse cos'è la paura.-
- Occhi di Fuoco? È così che mi chiami?-
- Se non ti piace m'inventerò qualcos'altro.- le sussurrò a un passo dal viso, prima di alzarsi in piedi - Ora però è meglio che vada. Abbiamo un contrattacco da mettere a punto. Ci vediamo dopo.-

La carovana delle carrozze ripartì per Hogwarts alle sei di sera, quando il sole cominciava a tramontare e nulla nell'aria sembrava indicare ciò che sarebbe accaduto.
Gli Auror erano tranquilli, Jess dall'alto volava fluido sotto vento.
Nella carrozza di Tom invece, lui, Damon, Trix, Cloe e Sedwigh stava in muto silenzio.
Il suono della foresta era pari al frusciare dell'erba e il cigolio delle ruote ricopriva la brezza leggera.
Il buio era calato da pochi minuti quando Howthorne parve destarsi dai suoi pensieri.
Cloe sollevò lo sguardo dal finestrino, percependoli.
Lei e Beatrix si scambiarono una leggera occhiata. Eccoli.
Erano arrivati.
Un sordo boato fece frenare la carovana e i Thestral invisibili nitrirono striduli.
La paura era nell'aria. Sulle loro teste.
Sentirono le prime grida e poi cominciarono a volare magie.
I cinque maghi estrassero le bacchette ma prima ancora di poter mettere la mano sullo sportello, un braccio due volte più grande di uno normale spaccò la parete di legno della carrozza e affondando fra schegge e l'imbottitura, riuscì ad afferrare Riddle per il collo.
In un delirio di latrati, ululati e grida di terrore, Tom venne malamente sbalzato fuori.
Si ritrovò inginocchiato a terra, le mani sul terriccio umido della strada, fra carrozze rovesciate e studenti impauriti.
Rialzò il viso lentamente...e rivide qualcuno che aveva sperato ardentemente di ritrovarsi di nuovo di fronte.
Gli occhi di brace di Asher Greyback lo scrutavano divertiti.
Il principe sogghignò, mettendo in mostra una dentatura ancora umana.
- Salve.- sibilò il mannaro con la sua voce rauca - Ci rivediamo...padroncino.-
Tom serrò le mascelle, sentendo ridere qualcun altro. Si guardò attorno e vide due tizi, sui due metri, corpulenti e dall'aspetto selvaggio. Anche loro mannari.
- Ehi Asher...sarebbe questo Thomas Riddle?- gli chiese il più giovane, con una lunga chioma arruffata.
- Si, Gaalab, è lui.-
- In effetti assomiglia molto al Lord Oscuro.- sentenziò il terzo, con la spada sguainata e macchiata di sangue.
Dava sui trent'anni e sembrava il più esperto dei tre. In lontananza però dovevano essercene altri perché ovunque schizzavano fuoco e scintille, magie impietose per respingere l'attacco.
- Principe...ci aspettavano.- rispose il più anziano, assottigliando gli occhi scuri.
- Dagonet ha ragione.- Asher s'inginocchiò leggermente, osservando Tom con espressione minacciosa - Chi vi ha informato?-
- Noi.-
I tre licantropi alzarono gli occhi, quando dalla carrozza scesero Damon, Cloe, Sedwigh e Beatrix.
- Volete battervi ragazzini?- ridacchiò Galaab - Sapete chi siamo?-
- Noi sappiamo chi siete voi.- rispose Tom - Ma voi sapete chi sono loro?-
- Fammi indovinare.- Asher gli girò attorno, senza evidente preoccupazione - Il Veggente, giusto? Anzi, il Legimors. Sai cosa si dice dei Legimors umano? Che alla vostra nascita il diavolo in persona vi posa una mano sugli occhi. Da quel momento in avanti siete dannati per l'eternità.-
- E sai cosa succede a quelli che cercano di mettersi contro di loro?- sibilò Cloe.
- Lei è la Sensistrega? Allora la Lestrange aveva ragione.- ringhiò Gaalab - Asher, attenzione.-
- Si, tranquillo.- il principe annusò l'aria, puntando poi gli occhi su Trix - Ma tu guarda...sento puzza di immortale.-
- Si, anche io.- Dagonet annuì - Principe...è lezzo di fiori freddi.-
- Già. Ma sai cos'altro sento? Voi umani avete paura! State morendo di paura!-
Beatrix non rispose, limitandosi a stare a fianco dei compagni.
- Cosa volete?- chiese allora Tom, iniziando a innervosirsi - E' me che vuoi, dì ai tuoi uomini di lasciare in pace gli altri.-
- Tranquillo. Hanno già mangiato.- ringhiò Asher, rinfoderando la spada - Ora ti faccio una proposta. Vieni con me senza fare storie e non verserò sangue.-
- Ora te la facciamo noi una proposta.-
I Licantropi si girarono di scatto, consci di essere stati presi alle spalle.
Greyback serrò i denti, rabbioso.
- Chi ha parlato?-
Un fischio irriverente attirò la sua attenzione.
Dalla via per Hogwarts stavano comparendo delle persone incappucciate.
- Dobbiamo ancora ringraziarti per averci dato fuoco alla casa, ragazzino.-
Draco Lucius Malfoy si levò il cappuccio, gli occhi d'argento lucidi alla luce del fuoco.
- E' così questo sarebbe il principe dei Greyback eh? Fattelo dire, ragazzino...col fuoco non ci sai fare.-
- Ma tu guarda...il traditore.- Gaalab si affiancò ad Asher, osservando infuriato che i loro compagni sparivano nelle fronde della Foresta nella loro forma animale. Vigliacchi.
- Tutto bene?- chiese Edward, aiutando alcuni Auror a rimettersi in piedi.
- Si, tutto bene.- annuì Tom - Damon li aveva visti.-
- Dov'è Potter?- sibilò Asher - Quel codardo se ne sta al sicuro in quell'orrore di castello eh?-
- Qua di codardo ce n'è uno soltanto!- urlò Riddle a quel punto - E non è il bambino sopravvissuto!-
- No, infatti.- Asher lo fissò cupo - Il vigliacco sei tu che stai con chi ha ucciso i tuoi genitori.-
- Io se non altro non uccido secondo i comandi di mio padre.- lo sfidò il mago - Sei solo un servo per lui!-
- Ti taglierò quella lingua un giorno, ricordatelo!- giurò il licantropo, puntandogli la spada addosso ma la lama si spaccò in tre schegge, presa in pieno da un lampo verde.
Il principe si tenne il polso, dolorante, osservando l'Auror che li stava raggiungendo.
- Ragazzi, venite via da lì.- ordinò Harry - Ora!-
- Potter!- sibilò Dagonet - Principe, andiamo via. È troppo forte!-
- No!-
- Ma Asher...- lo blandì anche Gaalab.
- Non scapperò come un coniglio!- urlò rauco - Mio padre mi ha dato un ordine! E lo porterò a termine!-
- Allora dì a tuo padre di venire a prendersi la mia testa da solo.- Harry avanzò, facendo indietreggiare gli altri tre simultaneamente - E un'altra cosa. Forse non sapete cos'è successo sei anni fa quando hanno cercato di portarci via Tom...chiedete a Rafeus Lestrange che fine ha fatto il suo braccio. E ora se non volete fare la sua fine sparite e in fretta anche! Non voglio mai più vedere la vostra faccia!-
- Al diavolo...- Asher rimase ad assistere impotente agli Auror che portavano via gli studenti ma Tom era ancora lì vicino. Provò a muoversi con uno scatto fulmineo ma qualcuno gli si parò davanti.
Cacciò un latrato di rabbia quando una serie di quattro artigli gli segnarono la guancia.
Ripresosi, si trovò davanti a Beatrix.
Il sangue gli colava sulla pelle, l'odio ribolliva nelle sue vene.
- Me la pagherai cara...ricordatelo vampira!- le sibilò, levando il braccio - Dagonet, andiamo via.-
- Si, come vuoi principe.-
- E noi...- finì, puntando il dito su tutti loro - E noi non abbiamo ancora finito!-
- E' finita quando lo dico io.- Harry lo paralizzò con uno sguardo - Avanti, sparisci.-
Cadde la prima goccia di pioggia e quando lo scroscio fu assordante, i mannari se n'erano andati.
L'acqua cadeva a pugni e il rombo di un tuono assordò quelle terre.
- Non saresti dovuto uscire.-
Il bambino sopravvissuto rimase impassibile, spingendo Tom verso l'adunata con gli Auror.
- E' la mia guerra.- si limitò a rispondere.
- No, ora è anche la mia.-
- Stanne fuori.-
- Non se rischi di morire!- disse bruscamente Riddle, afferrandolo per il braccio - A dicembre sarò maggiorenne, non puoi continuare a proteggermi in eterno rischiando la tua vita!-
- Si che posso.-
- Non è quello che ci siamo promessi sei anni fa! Anche io voglio aiutarti!-
- No.-
- Harry è mio padre quello che vuole ucciderti!- sbottò allora, fronteggiandolo - Non lo capisci? Più nessuno di noi vuole dare un appiglio ai Mangiamorte per perderti! Non voglio mai più ricordare quella notte, non voglio mai più che succeda! E non c'è niente che tu passa fare per farmi cambiare idea!-
Potter lo guardò andarsene sotto la pioggia, un'ombra vaga che spariva fra le fiamme e le macerie.
L'acqua fredda gli bagnò il viso e alzò lo sguardo al cielo, chiudendo gli occhi.
Dio.
Non voleva perderlo. Non voleva assolutamente.
Eppure un mostro nel suo cuore rideva di lui e di quel suo assurdo desiderio.
Di colpo però sentì uno sguardo nella sua direzione.
Si girò verso il buio sentiero e vide una sagoma in lontananza.
Un mantello color panna...e un luccichio funesto.
Poi la chiazza bianca sparì com'era venuta, lasciando la sicurezza a Harry che stavolta sia lui che Voldemort avesse un nemico comune.
Forse era venuto il momento di andare a trovare Tom...
 
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