- Capitolo 13°

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view post Posted on 14/2/2009, 11:11
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La notizia dell'attacco dei licantropi di Greyback fece il rapido giuro di tutta Hogwarts e da Hogsmade il fosco malaugurio si allargò ai villaggi vicini, arrivando dritto a Londra. Prima di giungere alla capitale però, la novella venne fiutata da qualcuno che poteva vantare di avere molti occhi e molte orecchie.
Alla Corte Leonina tutti i vampiri sghignazzavano come dei perfetti sadici, svaccati attorno alla tavola principale del palazzo, cinti da valletti in livrea, in abiti di seta cotta e tulle.
Calici di cristallo erano appoggiati qua e là e tutti, nessuno escluso, si sfregavano le mani sotto il tavolo d'ebano, intagliato con spirali di rose e acanto.
Askart Leoninus stava seduto accanto a Lucian, a capo della lunga tavolata.
L'unico a essere irritato da quella situazione, visto che Gala se l'era svignata nelle sue stanze, pensava solo allo spreco di sangue portato da quel brindisi continuo.
Odiava gli scrocconi e odiava il fatto che Kronos, quel maledetto, fosse riuscito a passare a lui la sua ex fidanzata, visto che ora Sadie degli Aimes Rouge era sua moglie.
Dagli occhi leggermente a mandorla, la vampira francese stava compostamente seduta al suo fianco, tenendogli la mano senza stringerla.
- Non ti diverti fratello?- gli chiese Lucian, portandosi il calice alle labbra.
- E tu ti diverti?- bofonchiò Askart seccato - Va bene, Greyback è col letame fino al collo. E allora?-
- E allora ringraziamo gli Auror. Li stermineranno per noi.-
- Vuoi togliermi i miei ultimi divertimenti?- Askart si lasciò andare all'indietro contro la poltrona imbottita - Fenrir era una preda mia e ora quel maledetto è andato di nuovo a impelagarsi con gli umani e i Mangiamorte. All'inferno.-
- Askart, je t'en prie.- sua moglie lo guardò appena - Non pensare ai mannari. Brinda coi nostri compagni, se non altro riuscirai a tenere a bada Artemas.-
- S'impicchi Artemas.- Kronos Leoninus, seduto accanto a Sadie, si accese un sigaro con un ghigno perverso sul viso - Andiamo fratello, da quando lo tieni così in considerazione eh?-
- Da quando è quello che nasconde le tue tracce, quando esci la notte ad ammazzare.- sibilò Askart - Taci Kronos, almeno porta rispetto e china il capo quando passa. Se ne frega se sei un Leoninus, fino a quando ti copre vedi di tacere.-
- Andros Artemas sta acquistando troppo potere.- gli disse Lucian, pacato - Dovremmo legarlo a noi.-
- E come?- frecciò Kronos con sarcasmo - Mi sposo sua moglie?-
- Kronos, la tua abilità nel prendere e scaricare mogli è impressionante.- gli sussurrò Sadie con tono dolce ma gelido.
- No.- sussurrò Lucian con fare pensoso - Invece della moglie potresti sposare sua figlia.-
Kronos levò un sopracciglio - Ha una figlia?-
- Mezza.- ghignò Askart.
Il minore dei fratelli tacque, senza capire - Mezza?-
- Si, esatto.- Lucian sorrise insieme ad Askart - Mezza strega, mezza vampira.-
- Una Diurna.- ringhiò Kronos disgustato - No, meglio un bagno di sole in una chiesa!-
- Oh, fratello. Il tuo interesse per il benestare del casato mi commuove.- Askart agitò la mano, visto che se l'era aspettato - Comunque devi prendere moglie entro la fine dell'anno. Ricordatelo.-
- E Gala allora?-
- Oh, che villano. Vuoi convincere una donna a prendere marito con la forza?- sussurrò Sadie col suo delicato accento.
- Gala non è una donna. E' un demone.- le sibilò Kronos - Anche peggio di un vampiro.-
- Villano.- ribatté la francese.
- Hn, come ti pare, sorella mia.- rispose Kronos gelido - E comunque non mi mescolerò mai con una sporca Diurna e se tu fossi furbo Lucian andresti in camera di Gala e uccideresti tuo figlio.-
- E come?- lo zittì Askart.
- Ai Diurni basta tagliare la testa.-
- Certo, se ce la fai prima che lui l'abbia tagliata a te, idiota.- rispose Lucian con sarcasmo - Milos è affar mio.-
- Milos è un Auror.-
- Si e ci libererà di tutti i licantropi che odi tanto.- Askart fermò un valletto, per farsi dare un altro calice - Mi piacerebbe vederti in prima linea Kronos e vedere se le tue braccia armate di spade sono veloci quanto la tua lingua.-
In quel momento al fianco destro di Lucian andò a sedersi una donna, abbigliata in un lungo abito color pervinca.
- Eccoti moglie mia.- Lucian strinse la mano a sua moglie, carezzandole poi la spalla nuda e scostandole una ciocca di capelli castano intenso dal viso - Dove sei stata?-
Alexandra Leoninus prese delicatamente una coppa dal vassoio di un servitore, portandoselo alle labbra pallide.
- A salutare Milos.- rispose indifferente.
- Sta bene spero.- le disse Lucian - Perché non è venuto?-
- Preferisce stare con tua sorella.- rispose la vampira - Mi ha detto di porgervi i suoi saluti.-
- Quindi non vuole che andiamo a fargli un'imboscata.- soffiò Kronos - Gentile farcelo sapere.-
- Risparmiami il tuo sarcasmo di bassa lega, Kronos.- gli rispose Alexandra, scoccandogli appena uno sguardo.
- Sorella cara, lascialo perdere.- le sussurrò Sadie - Kronos ha appena avuto un'offerta poco allettante.-
- Riguardo a cosa?-
- Matrimonio.-
Alexandra sorrise per la prima volta, con evidente sprezzo.
- Chi potrebbe essere così sciocca da sposarti?-
- La figlia di Artemas.- la informò Askart.
- Una Diurna. Volete legarlo a voi.- la madre di Milo levò un sopracciglio - A quanto ne so è minorenne secondo le nostre leggi. Se convincete Andros a cedervela, lo avrete imbrigliato per sempre. Certo, per farlo però dovrete promettergli una buona dote. Cosa gli offrite?-
- Non parlatene come se dovessi farlo sul serio.- sibilò Kronos - Il solo pensiero mi disgusta!-
- Come disgusterà la ragazza.- l'assicurò Lucian, mettendosi in piedi - Bene, se volete scusarmi vado a salutare mio figlio. So che vuole sapere cos'abbiamo intenzione di fare con Greyback.-
- L'ho già assicurato io, non temere.- gli rispose sua moglie - Però fatti dire qualcosa sulle prossime mosse. Non ho intenzione di sentire le notizie dai gagia, chiaro?-
- Ha ragione Alexandra.- annuì anche Askart - Digli che siamo morbosamente curiosi.-
- Come se non lo sapesse...-
Da tutt'altra parte della Corte, Gala Leoninus stava sdraiata sulla sua lettiga romana, a leggere.
Le sue stanze private erano in penombra, illuminate dalla luce soffusa di un caminetto e di molte candele che non si spegnavano mai. Una libreria a forma di ferro di cavallo attorniava il suo bouduaire.
La vampira sembrava immersa nella lettura ma mangiucchiava uva con fare svogliato. Ogni tanto alzava gli occhi gialli e scuoteva il capo.
Seduto al suo tavolo, Milos Morrigan aveva il capo poggiato contro il legno, la testa fra le braccia.
- Te l'avevo detto che l'amore è inutile. Una spina in un occhio, caro nipote.- l'apostrofò dolcemente la vampira, stupenda ed eterea in un sensuale abito di seta dorata - Specialmente per chi ha un'anima come la tua.-
- Grazie Gala. Il "te l'avevo detto" mi mancava proprio.-
- Qualcuna deve pur dirti le cose che tu vorresti sentire da una madre, no?- soffiò con pesante sarcasmo sua zia.
- E' inutile parlarne con te, mi fai sentire anche peggio.-
- Come vuoi.- Gala riabbassò gli occhi sul libro - Allora tagli i ponti.-
- Come se fosse facile.-
- Sei delizioso nipote, lasciatelo dire.-
- Un delizioso idiota.-
- Quello era sottinteso.-
- Ma la smetti? Non capisci che sto male?-
- Sei stato tu a combinare questo guaio. La prossima volta impari a tenere sotto controllo i tuoi spregevoli istinti.-
- Ancora? Giochiamo al massacro? Non pensavo di baciarla ma poi...-
- Ma poi ti sei preso gioco di lei.-
- Io non volevo...-
- Ma l'hai fatto.- sussurrò Gala gelidamente - Farti trovare con Iside è stata una cattiveria bella e buona.-
- Quella maledetta l'ha fatto apposta per vendicarsi del mio rifiuto!-
- Povero tesoro. Essere circondato da donne vogliose dev'essere estenuante.-
- Senti ma cos'hai stasera?- Milo la guardò stranito - E' successo qualcosa?-
La vampira stavolta sorrise, girando pagina - Non sprecare i tuoi buoni sentimenti per me, tesoro. Sai bene che non me li merito.-
Il Diurno sorrise a sua volta, fino all'ingresso di Lucian.
- Spero di non disturbare.- disse il Leoninus.
- Figurati fratello. Come va la riunione?-
- Il solito. Brindano tutti alla fine quasi sicura di Greyback. Milos.-
L'Auror gli fece un leggero cenno, mentre suo padre si accomodava a tavola.
- Tua madre mi ha detto che avete parlato di questa storia.-
- Si. Mi ha già assicurato che voi avete alzato bandiera bianca.-
- Si, siamo troppo presi nel cercare di frenare l'istinto suicida di tuo zio Kronos.-
- Una passeggiatina all'alba è quello che gli servirebbe.- sentenziò Gala - Comunque sono interessata anche io. Dimmi nipote, così Fenrir ha mandato suo figlio a farvi la festa. Rischioso.-
- Senza contare che è ancora minorenne secondo le loro leggi.- disse Lucian - Ha in mente qualcosa.-
- Si, lo pensa anche Harry.- annuì il Diurno.
- E Potter? Chiuso a palazzo?- fece la vampira - Non vedo un'anima come la sua chiusa in scatola.-
- Infatti non ne è soddisfatto.- Milo alzò le spalle - Ma i maghi sembrano essersi fatti furbi. Bene, signori posso andare. Grazie per le informazioni e per esservi dimostrati così zelanti nel lasciarci il campo libero.-
- Vai già via?- Lucian lo guardò di striscio - Sapevo che Iside voleva vederti.-
- Che muoia.-
- Molto cortese da parte tua.- suo padre non nascose un ghigno - Quindi devo supporre che non ti rivedrò qua entro breve, giusto?-
- Che se la sposi Kronos.- ringhiò Milo, infilandosi guanti e mantello - Non voglio più avercela fra i piedi.-
- Chiaro.- Lucian gli fece un cenno - Arrivederci allora.-

Remus Lupin varcò la soglia di Hogwarts ma prima di passare le grandi mura, scoccò uno sguardo alle proprie spalle.
La Foresta Proibita era immutata, silenziosa, tetra, mistica.
Il suo fiuto però non tradiva.
Alcuni licantropi dai grandi poteri erano nascosti fra quelle fronde.
- Remus, vieni.-
Moony sorrise a Ron e Hagrid, che lo attendevano poco oltre i cancelli.
- E così avete problemi coi Greyback.- disse il caro Lupin, seguendo Weasley nella scuola di Magia e Stregoneria - Ho sentito del vostro scontro della settimana scorsa. La vostra lettera aveva toni molto urgenti.-
- Si.- ammise il rossino - Io e Harry abbiamo qualche domanda da farti, ci sarà anche Silente.-
- Riguardo ai mannari?-
- Si, Harry pensa che la venuta del principe dei Greyback sia una trappola.-
- E il suo istinto è infallibile.- annuì Remus.
- Già.- Ron lo condusse dentro ai corridoi, dove gli studenti li guardavano consci di tante cose, dopo l'attacco alle carrozze della settimana precedente, di ritorno da Hogsmade.
- Come sta Sirius?- continuò Weasley, conducendolo verso le scale della Torre Oscura.
- Bene. Lui e Kingsley lavorano gomito a gomito per battere tutta Londra ma non possono essere ovunque. Hai sentito nella frana nel Devon?-
- Si. Orloff si ostina a farlo passare per un incidente?-
- Già. E noi non sappiamo se sia colpa di Lord Voldemort o di questo nuovo nemico. Con le visioni di Damon come va? Siete riusciti a capirci qualcosa?-
- Silente si occupa di estrapolarle dalla sua mente ma è un'operazione più complicata del previsto. Se anche il preside fa una certa fatica, nonostante il consenso di Damon, temo che sarà un'operazione più lunga del previsto.-
- Non ne dubito.- annuì Remus, seguendolo su ogni gradino - Ci sono tutti?-
- Si, l'ora di pranzo pare sia sacra anche per i prof.- ghignò il rossino e finalmente gli aprì la porta, introducendolo nella sala riunioni. Il caos naturalmente regnava sovrano. Fra gli strilli acuti dei bambini, giocattoli sparsi qua e là e le tate che scorrazzavano fra le gambe degli Auror, di certo non c'era di che annoiarsi.
- Oh, Lupin.- Piton fu il primo a notarlo - Sei arrivato indenne vedo.-
Remus gli sorrise tranquillo, salutando anche tutti gli altri - Salve ragazzi, tutto bene?-
- No, un accidente!- sbraitò Hermione, rischiando d'inciampare in un sonaglino - Ciao Remus.-
- Tesoro, dovresti startene seduta.- le sorrise il licantropo, baciandole la fronte - Come vanno gli occhi?-
- Vedo tutto buio ma ogni tanto quando c'è la luce forte, riesco a scorgere delle ombre. Sono ancora ben lontana dalla guarigione però. Stupidi Medimaghi.-
- Non insultare chi con tanta pazienza ti sta dietro.- le sibilò Ron - Avanti, siamo tutti presenti? E voi quattro mentecatti che ci fate qua?- bofonchiò, vedendo Tom seduto fra Edward e Harry, più Cloe, Trix e Damon disseminati sui divani.
- Stiamo a sentire.- cinguettò la King - Perché non ci vuoi?-
- Io non sono d'accordo, sia chiaro.- berciò la Mcgranitt - Ma visto che avete incontrato personalmente Asher Greyback, potrete darci qualche informazione.-
- Per me siete solo dei ficcanaso.- mugugnò Draco, seduto sulla mensola di una delle tante finestre, a fumare - Allora Sfregiato? Diamo inizio all'assemblea sui bavosi o no?-
- Avevano la rabbia?- ghignò Remus.
Harry Potter lo guardò col sorriso nello sguardo, ben lungi dal farlo però con la bocca.
Dalla settimana precedente, dall'attacco, ne erano successe di tutti i colori e un mare di gufi era piombato sul castello da parte dei genitori, rompendo le palle a Silente. Alcuni avevano perfino avuto il coraggio di proporre "una pulizia" della Foresta Proibita, a cui il preside aveva risposto cortesemente che sarebbe ben stato lieto di permettere a quei genitori di far loro tutte le pulizie di primavera che volevano e che li attendeva deliziato dall'idea.
- Dunque, sono tutt'orecchi.- disse Remus, davanti a una tazza di the.
- Ok. Prima di tutto vorrei sapere tutto quello che sai sui Greyback. Vita, morte e miracoli, non tralasciare nulla.- lo incoraggiò il bambino sopravvissuto. Prima che Remus cominciasse arrivò anche Silente che si sedette con gli altri professori, incalzando Lupin a non interrompersi.
- Bene. Allora vi posso dire innanzi tutto che è un casato giovane. Non hanno più di duecento anni. Sono licantropi di stirpe con una storia travagliata alle spalle, hanno dovuto lottare per il loro territorio, espropriando le loro montagne prima ai giganti e poi ai troll, che li hanno invasi centocinquant'anni fa. Hanno una sorta di palazzotto nel luogo dove un tempo sorgeva il Vallo, dopo l'invasione dei Sassoni. Il territorio è estremamente pericoloso ed è attorniato di foreste intricate. Col tempo gli esseri umani hanno cominciato a tenersene alla larga e questo li costringe a incursioni frequenti. Fenrir lo conoscete tutti...si dice che sia il capo clan più crudele degli ultimi secoli ma sta invecchiando e ha diversi subordinati che tentano spesso di soffiargli il potere. Inoltre sono da sempre nemici giurati dei Leoninus.-
- I miei faranno la Svizzera.- s'intromise Milo - Ci ho parlato ieri sera. Askart se ne lava le mani.-
- In poche parole ci lascia a ripulirgli la piazza.- considerò Ron.
- Esatto.- il Diurno sogghignò - Facevano festa, vi avrebbero baciato in fronte.-
- Oh, non ne dubito.- sorrise Silente, con aria pacata - Dimmi ora Remus, cosa puoi dirci di Asher Greyback?-
- Ammetto la mia ignoranza. Del figlio ne so poco e in base a questo, posso ipotizzare che non sia ancora stato iniziato alla carne umana.- Lupin guardò attento Tom e gli altri - Voi che ci avete parlato...per caso avete notato se portava qualche monile particolare? Di solito i licantropi che non hanno ancora raggiunto l'età adulta, che per i mannari è data dal compimento del ventesimo anno d'età, hanno un orecchino cilindrico sul padiglione dell'orecchio destro. L'avete notato?-
- Si, mi pare che avesse una cosa simile.- annuì Tom - Non che abbia visto bene...-
- L'ho visto io.- Trix s'intromise - Era di rame, spesso.-
- Perfetto. Non deve avere ancora vent'anni allora. Questo significa che è minorenne e non è stato iniziato alla mutazione degli esseri umani. Non si dev'essere mai neanche nutrito, i Greyback lo vietano.-
- Ma se è minorenne non dovrebbe neanche essere qua.- Draco aguzzò gli occhi - Giusto?-
- Si, è vero.- Remus fissò Harry - E' per questo che sei preoccupato?-
- Si, ammetto che avere un licantropo minorenne qua attorno mi piace poco.- Potter incrociò le dita, poggiandosi coi gomiti sulla tavola - E' avventato, impulsivo, ma sa calcolare i rischi per i suoi uomini. Ho notato che lo seguono tutti con grande rispetto.-
- Non ne dubito. Molti dei miei consanguinei sono scontenti della conduzione di Fenrir.- disse Remus, portandosi la tazza di the alla bocca e centellinando la bevanda con aria pensosa - Vedete, si è fatto troppi nemici fra le sue file ma non c'è mannaro fra quelle montagne che non veda in quel giovane principe come una nuova promessa. I lupimannari, al pari dei vampiri, sono molto legati all'ideale di discendenza. Questo Asher sarà giovane ma la sua stessa impulsività può provocarci dei problemi. È addestrato alla guerra, all'uso della spada e della forza bruta. Essendo un mannaro di nascita può mutare aspetto come e quando vuole. Una sua ferita può avere conseguenze pericolose.-
- Si, questo è chiaro.- Silente però non pareva convinto - L'unica cosa che mi preoccupa è il perché Fenrir abbia mandato qua il suo pupillo e unico erede a rischiare la vita.-
- Infatti.- annuì anche Jess, seduto sul bordo del divano con Clay e gli altri - Fenrir non è un idiota. Sa bene che mandare qua i suoi uomini contro il bambino sopravvissuto è un suicidio.-
- E quello che temo è che voglia questo.- Harry fece cadere un profondo silenzio.
Remus lo fissava ora con occhi attenti.
- Dici che l'ha mandato qua apposta? Perché tu lo uccida?-
Tom e gli altri sgranarono lo sguardo.
- Come?- allibì Cloe.
- Se Harry lo uccide...- Remus si umettò le labbra, tremando al solo pensiero - Se Harry uccide il principe dei licantropi che tutti rispettano, si scatenerà una guerra e una strage mai vista prima. I mannari impazziranno, uccideranno gli esseri umani e si lasceranno alle spalle fiumi di cadaveri. Fenrir...l'ha mandato qua apposta.- sussurrò a bassa voce - Sta usando suo figlio come esca. Pere scatenare l'ira nelle sue file e farsi seguire, per compiacere il Lord Oscuro.-
- Stai dicendo che ucciderebbe suo figlio?- Tom si sentì invadere dalla rabbia - Ma è assurdo!-
- No, non lo è.- mormorò Hermione - Anzi, ha molto senso. Altrimenti non avrebbe mandato un mannaro non ancora iniziato con solo pochi seguaci qua ale mura di Hogwarts. Se noi lo uccidiamo, lui avrà gli aiuti che vuole.-
- E ...e Asher lo sa?- si sconvolse Riddle - Perché dovrebbe suicidarsi così?-
- No che non lo sa.- rognò Piton - Non può essere così stupido.-
- Lo credo anche io.- annuì Lupin - Comunque se fossi in voi lo terrei d'occhio e starei bene attento a non fargli neanche un graffio.-
- Dio.- Ron si sentiva a pezzi - E adesso come facciamo? Non possiamo stare con quel ragazzino appartato qui fuori, prima o poi gli abitanti della foresta lo troveranno!-
- Già, contiamo anche loro.- Silente si pettinò la barba bianca - Urge una soluzione Harry.-
- Lo credo anche io.-
- E cosa mi dice di quell'uomo con il mantello chiaro?- s'informò Remus - Trovato nulla?-
- Appena mi sarò ripresa me ne occuperò io.- s'intromise Hermione - Per il momento però navighiamo nei dubbi.-
- Cosa dice Orloff?- chiese Clay, curioso - Continua a ululare alla guerra?-
- Così pare. La comunità magica è in subbuglio. E i genitori?-
Silente sorrise, sorseggiando il suo the - Li conosci Remus, amico mio. Basta ricordare la presenza di Harry Potter qui dentro e tacciono, nonostante le male lingue insinuino che si sia nascosto da Voldemort.-
- Già, i giornali sono stati particolarmente seccanti in questi giorni.-
- Si sparino, l'importante è che non ci rimetta la pelle più nessuno.- borbottò Harry, alzandosi in piedi - Bene, torno a scartabellare sui libri di Hermione. Voi che fate?-
- Ronda.- borbottò Jess, tirandosi dietro Clay, Milo e Sphin.
- Anche noi.- li seguirono Edward, Draco e Ron.
- Io vado a lezione.- sbuffò invece Tristan, piantonato dagli altri professori.
- E noi tre ci vediamo stasera per Occlumanzia.- sentenziò Piton, puntando come un mastino Tom e Damon - Vedete di non arrivare tardi, intesi? E non prendete la materia sotto gamba...come certe persone.-
- Sarà meglio che vada.- sibilò Potter - Remus vai via subito?-
- No, darò un'occhiata dalle mura. Vedo se posso aiutarvi. Ci vediamo dopo Harry.-
- Perfetto. A dopo.-

In sala duelli quel pomeriggio si stava discutendo come al solito degli ultimi articoli della Gazzetta e del Cavillo.
Per non parlare del giornale scolastico, dove s'insinuava che qualche "studente" avesse fatto incavolare le forze oscure.
- Ma che cumulo di stronzate.- sentenziò Sedwigh Stanford, accartocciando le pagine della Gazzetta di Hogwarts seduto accanto a un palco di sfida - Prof perché dobbiamo subire queste molestie?-
Tristan rise, scuotendo il capo - Abituatici, siamo appena all'inizio.-
- Io non le chiamerei molestie comunque.- borbottò Thaddeus Flanagan - Forse qualcuno ha davvero fatto incazzare le persone sbagliate.-
- Lo stesso errore che fai tu da anni, Flanagan.- l'avvisò Alderton schifato, esausto dopo un duello.
- Ma stai zitto.-
- Ok, gente!- Mckay richiamò tutti gli studenti, che gli fecero cerchio attorno - Prima d'iniziare la lezione di oggi devo darvi un compito per domani. Considerati gli ultimi avvenimenti e gli avvistamenti di Dissennatori qua attorno, domani cominceremo ad esercitarci con una magia che li respinge. Non tutti voi conoscete l'Incanto Patronus, giusto? Ok...di chi lo conosce, in quanti sapete evocarlo?-
A parte Tom, Damon, Cloe e Beatrix, solo Ian alzò la mano.
- Ottimo.- Tristan nascose una smorfia - Dunque, l'Incanto Patronus è una magia che va oltre il Fattucchiere Ordinario. Il Patronus è una forza positiva che s'interpone fra voi e il Dissennatore, facendo in modo che lui si nutra di questa forza buona e se è abbastanza potente, questa forza può anche riuscire a scacciarlo. Il Patronus per essere invocato richiede una grande concentrazione e un ricordo molto intenso, un ricordo felice, che vi coinvolga da dentro. Ora, per domani voglio che ognuno di voi trovi un ricordo che possa trasformarsi nel vostro Patronus, d'accordo?-
Gli studenti annuirono tutti in sincrono, felici di cominciare a fare sul serio.
- Ok. Domani vi metterò di fronte a un Dissennatore, uno finto per intesi. Useremo un Molliccio per esercitarci, dopo di che durante le ore libere dovrete confrontarvi col Molliccio stesso e poi gl'Illusi. Si, lo so...- sospirò, vedendo le facce basite dei ragazzi - Lo so che non è piacevole, che il Molliccio ci mette davanti alle nostre peggiori paure ma cominceremo da questo, per poi passare a un Illusio, un ibrido molto simile a un Molliccio ma con molto più potenziale magico. Ce la farete tutti, state tranquilli. Ora dividevi. Tassorosso e Serpeverde ai cerchi magici per invocazione di scudi, Grifondoro sui palchi insieme ai Corvonero. Difesa, attacco. Difesa, attacco. Niente feriti e andateci piano. Avanti, al lavoro! Ah, un'altra cosa. Domani gli Auror, durante la prima ora, verranno qua per darvi qualche dritta con le spade perciò vedete di non far casino e di seguire i loro consigli, non potrete che trarne beneficio. Forza.-
Sparsi nell'enorme sala, ognuno si stava dedicando ai suoi affari, altri attendevano il loro turno.
Tristan osservava tutto appoggiato al muro quando dalle porte d'ingresso s'infilò una testina riccia conosciuta.
Degona si guardò attorno poi inquadrato il padre gli fece cenno di raggiungerla.
- Che bel posto!- cinguettò la streghetta - Potrò venirci anche io prima o poi?-
- Quando sarai al settimo anno.- le soffiò sardonico - Piccola peste. Cosa fai qua?-
- Ho finito ora un'altra lezione di volo.- gli confidò la piccola - Papà, ho sentito di nuovo delle voci dalla foresta.-
Tristan stavolta serrò la mascella, la spostò dal corridoio e la fece entrare nella sala.
Si misero a confabulare, mentre gli altri studenti a far pausa li spiavano curiosi.
Asteria osservava Degona in uniforme, trovandola perfettamente normale.
- Ehi, quella mocciosa non sembra mezza demone.-
- Infatti non lo è.- le disse Cordelia Chilton, sua compagna di stanza.
- E allora come fa sua moglie a essere un demone?-
- Pare che le abbia tolto ogni malignità.- borbottò Fern, facendosi aria con un giornale di moda - Comunque è molto dotata. Ha fatto un esame per entrare prima a Hogwarts, quindi dev'essere una specie di genio.-
- Sarà.- la McAdams si attorcigliò una ciocca di capelli all'indice, con aria sorniona - E' sempre figlia di un demone però. Credevo che un editto impedisse ai mezzosangue demoniaci l'ingresso nelle scuole per maghi normali.-
- Hn. Dovrebbero tenere fuori anche i figli dei Mangiamorte allora.- ghignò Fern sadicamente.
- Si, forse.- annuì Asteria con aria svagata.
Tornato Tristan, Tom gli scoccò uno sguardo interrogativo ma Mckay gli fece un blando sorriso, come per dirgli di stare calmo. Aspettò che tutti fossero tornati a farsi i cazzi loro, cosa che a Hogwarts era molto rara, e quando vide Damon finire con i suoi esercizi, lo raggiunse nell'angolo delle serpi.
- Ehi.-
- Ehi. Tieni.- Tristan gli lanciò un sacchetto di velluto rosso - Dena ha detto di dartele.-
Howthorne estrasse un mazzo di tarocchi, sospirando paziente.
- Guai in vista?-
- Ha sentito qualcosa. Tensione più che altro. I licantropi sono belli nervosi.-
- Darò un'occhiata durante la pausa merenda.- frecciò, trovandosi attorniato di occhi indagatori.
E fu di parola, ma dovette farlo comunque con dei seccatori fra le scatole.
Era con Tom e Cloe, seduto nell'angolo rosso e d'oro attrezzato dai Grifondoro, quando ben presto una folla di pettegoli si chinò come uno sciame di avvoltoi su di lui, che mescolava il mezzo infastidito.
- Credevo che la Cartomanzia fosse un'arte superata.- ironizzò Alderton con sarcasmo.
- Per le seghe che non hanno doti veggenti forse.- lo zittì la King.
- Ma perché le leggi? Cosa ti serve?- tubò Maggie Clark - Poi le fai anche a me le carte Damon?-
- Mi hai preso per una zingara da strada?- borbottò Howthorne sollevando il mazzo davanti al viso - Spostatevi.-
I maghi si fecero indietro, mentre quattro carte si sollevavano tramite telecinesi dal mucchio.
Girarono a spirare per un po', poi si posarono sul tavolo.
Damon alzò indice e medio destri, uniti, e con un gesto secco fece sollevare la prima a sinistra.
- Carta del Folle.- mormorò, sfiorandone la liscia e logora superficie - Qualcuno cerca vendetta.-
- Ma va?- fece acido Thaddeus Flanagan.
- Oh ma vuoi tacere?- rognò Matt - E vattene! Damon vedi altro?-
Il Legimors socchiuse di nuovo gli occhi, con un'immagine nella mente - Il Folle ha scampato un pericolo prima che le margherite iniziassero ad appassire. Un morto gli è caduto ai piedi. Un'uniforme...blu. A scacchi.-
- Uniforme blu?- sussurrò Olivia Andrews senza pensarci - Noi avevamo un'uniforme blu.-
- Olivia taci!- ringhiò la McAdams, facendola arrossire - Chi di noi non vuole vendicarsi?-
- Si ma chi di voi scozzesi è davvero un pericolo?- la sfidò Flanagan.
- State zitti, mi avete rotto.- Damon volse la seconda carta, tenendola fra le dita - La Ruota del Fato. Qualcuno che non conosciamo si è intromesso negli avvenimenti che ho previsto sei anni fa. Sangue. E...- Damon ebbe un brivido, gli occhi lontani, persi in un limbo -...un mantello panna...Rombi. Rombi bianchi.-
- Rombi bianchi?- fece Beatrix - Che rombi?-
- Non vedo meglio. Solo...dei rombi. Piccoli, di marmo o alabastro. Sono ovunque...-
- Però, bel casino.- disse Martin - Ma tutto quello che prevedi è sempre così incasinato?-
- Si. Non sono un Veggente vero.-
- Però, adesso capisco i mal di testa.- gli disse Ian con una pacca amichevole sulla spalla.
- Vai avanti.- lo incalzò Tom.
Howthorne girò la terza - Carta della Morte....girata al contrario.-
Damon stavolta parve non capire.
- Al contrario...che significa?- gli chiese Cloe.
- Al contrario significa vita, venuta di nuovi eredi. Probabilmente si tratta di Lucas.-
- Oppure tratta il bambino sopravvissuto.- gli disse Tom - Può essere?-
- Certo. Può intendere la rinascita. Un nuovo potere.- Damon chiuse di nuovo gli occhi, serrando la carta nella mano - Che strano, non sento niente. Come se tutto ciò che riguarda Harry fosse avvolto nella nebbia.-
- E l'ultima?-
Il Legimors la volse - Carta dell'Imperatrice. Una donna veglia su Harry e Lucas. Lucilla credo. Ma potrebbe anche trattarsi di Hermione. Lei...- gli occhi celesti di Damon si fecero di un colore più denso -...lei conosce...anzi, ha visto chi si è intromesso. Quello della Ruota del Fato. Lei l'ha già visto...anni fa...tanti anni fa.-
- Hermione conosce quel demente?- sbottò Trix - E come?-
- E io che ne so. Ma è cieca, non potrebbe riconoscerlo neanche volendo.- sbuffò Howthorne - Ecco, finito. Ora andate tutti a farvi un giro, avanti!-
- Eddai Damon, ti prego!- cinguettò di nuovo Maggie - Dai, leggimi il futuro!-
- Si, anche a noi!- tubarono pure le Grazie, sbattendo gli occhioni.
- Schiatterete perché aprirete la bocca una volta di troppo.- sbraitò velenoso - Avanti, largo che ho bisogno d'aria!-
- Sta' faccenda di Hermione mi piace poco.- sussurrò Tom, quando rimase solo con Beatrix e Cloe.
- In fondo è una gagia. Ha incontrato un fracco di gente.- disse la Diurna con aria apatica.
- Si, lo penso anche io.- la Sensistrega scosse la testa, sbuffando - La faccenda si complica.-
- Già...- Tom levò la testa al soffitto, dopo un sonoro tonfo - Oh ma che succede?-
- Devono essere delle tegole.- lo informò la King, sedendosi in poltrona - E' dall'inizio dei corsi che sento questi tonfi. Anche a Corvonero sentono sempre questo macello.-
- Che palle. Ci manca anche che la scuola vada a pezzi.- brontolò la Vaughn - Ok, io me ne torno dalle serpi.-
- Ci vediamo dopo.-
Cloe intanto si stiracchiò, sempre più interessata al ricordo delle carte.
- Stavo pensando a quei rombi...- sussurrò a Riddle - Secondo te possono essere di una palazzo? O magari il segno distintivo di una setta, non credi?-
- Probabile. Posso andare a fare delle ricerche in biblioteca.- il Grifondoro schioccò la lingua, sempre più seccato - Dannazione, questa storia si sta dimostrando una vera rottura. È chiaro però che Harry è di nuovo nei guai fino al collo ma se Hermione ha visto davvero questo tizio e può riconoscerlo, forse potremmo capire perché ce l'ha anche tanto con il Lord Oscuro, non pensi?-
- L'unica cosa che mi pare strana è che non abbia ancora palesato le sue intenzioni.- considerò lei, guardandolo con apprensione - Ron e gli altri hanno solo scucito qualche parola a quel Mangiamorte ma secondo me non sono poi così attendibili.-
- Sei carina a dirlo ma...è comprensibile.- Tom abbassò lo sguardo - In fondo i maghi sono così esasperati che per fermare mio padre sarebbero disposti a tutti, anche a mettermi a morte credo.-
- Certo, non prima che Harry però abbia ucciso tutti.- sibilò Cloe a quel punto, trucidandolo con un'occhiata dura - Non dire mai più queste cose davanti a me. Sono anni che te lo ripeto e ora ne ho abbastanza. Tu non hai mai fatto niente di male e alla gente non dovrebbe importare di chi sei figlio! Se non lo vogliono capire, per me può anche bruciare tutta la Gran Bretagna chiaro?-
La foga di quella dichiarazione lo stupì solo fino a un certo punto, poi Tom le sorrise con tenerezza.
- Grazie Claire.-
- Sbaglio o stasera avete la prima lezione di Occlumanzia?- la strega cambiò discorso, cercando di non farsi vedere commossa o imbarazzata dal suo tono.
- Si è per stasera. Damon pensa che sarà l'ennesima mazzata per la sua povera psiche.-
- Io penso che sia una cosa indecente più che altro.- borbottò Cloe - Spiare così nella mente altrui...vabbè che siete come fratelli ma secondo me ci sono cose che è meglio lasciare nell'ombra.-
Già. I posti d'ombra...
Tom li conosceva bene. E c'era un luogo del suo cuore che avrebbe dovuto proteggere quella notte, anche dagli occhi del suo migliore amico. Doveva farlo.
Più che proteggere Damon però, avrebbe dovuto proteggere se stesso da quel luogo. Era da tempo che non lo scandagliava, da troppo tempo che non vi s'infiltrava più, sentendo il cuore graffiato a sangue dalle unghie del passato.
Non c'era niente di peggio che passeggiare sul viale dei ricordi...e quando questi lo assalivano impietosi, era difficile tenerli a bada. Era come tentare di non affogare, come non bruciare in mezzo al fuoco.
Erano dieci alle nove quando lui e Howthorne si ritrovarono sotto le arcate, ad aspettare Piton dopo un lauto pasto.
A quanto pareva, non si sa bene in seguito a quali avvenimenti, il prof aveva deciso di usare un'aula qualunque per le lezioni e non il suo prezioso laboratorio e questo faceva intendere ad entrambi che fosse qualcosa di pericoloso.
- Mah, secondo me non sarà poi del tutto una perdita di tempo.- disse Tom, seduto sotto l'arcata su una panca di pietra.
- Dici?- Damon si accese una sigaretta, dando un lungo tiro e sedendosi accanto a lui, aspettando paziente - Dopo le carte di oggi e i pensieri sulla visione di Wizloon che Silente mi ha tolto dalla testa l'altra sera, sinceramente non mi sento più un neurone sano.- poi lo guardò meglio, alzando un sopracciglio - Stai bene? Ti vedo teso.-
- Niente. Solo che...l'idea di farmi un passeggiata nei ricordi altrui mi sembra una violazione bella e buona.-
- Che tenero.- ridacchiò il Legimors - Non è che hai la coda di paglia?-
- Ti piacerebbe.- Riddle fece finta di non sentire il forte fremito alla schiena e cercò di restare calmo - E tu? Non è che me ne hai fatta qualcuna alle spalle in questi anni?-
- La duchessa non l'ho mai toccata.-
- Ah, grazie.-
- E tu?- Damon lo guardò con un debole ghigno - Devi dirmi qualcosa?-
- Niente.-
- Niente? Sai qual è il tuo problema?-
- Quale?-
- Sei freddo.-
- Cosa?- Tom strabuzzò gli occhi - Come sono freddo? Io?-
- Non nel senso comune.- gli spiegò Damon cercando di placarlo - E' una cosa diversa, una cosa di cui si possono accorgere solo le persone che ti stanno davvero vicino. È una sorta di muro che non ti fa arrivare nel profondo. A volte non te ne accorgi ma anche la tua espressione lo rimanda. Spesso dai l'impressione agli altri di essere una persona algida. Credo che sia colpa dei tuoi geni di Black.-
- In poche parole sarei proprio come mio padre da giovane.-
- Eccolo. Lo sapevo che ci arrivavi. Non ti si può mai dire niente che subito dai la colpa a tuo padre. Non te m'hai passato per la testa che magari sei stronzo di tuo?-
Tom mise il broncio - Si, specialmente quando sto insieme a te. Dammi una sigaretta.-
Howthorne stava ancora ghignando della prima frase quando strizzò gli occhi alla seconda.
- Cosa?-
- Non ti ho chiesto dei soldi, ti ho chiesto una sigaretta.-
- E venne anche il giorno che l'incorruttibile si fece fregare dal fumo.- disse il Legimors con aria teatrale, dandogli una Malboro e accendendogliela - Piano.-
Riddle dette un leggero tiro, poi un colpo di tosse.
L'odore acre del fumo gl'invase la gola e il naso ma dopo altri colpi di tosse riuscì ad abituarsi, dando tiri leggeri e non troppo profondi. Ottenne il suo scopo. La testa un po' più leggera.
- Davvero sono così?-
- Come?-
- Una persona di questo tipo. Algida e gelida.-
- Solo quando si tenta di arrivare più a fondo.-
- Se una persona non la si conosce a fondo allora è sempre un'estranea no?- ribatté il Grifondoro malinconico - Draco dice che è una tara genetica.-
- Molto probabile. Lui è come te e anche lui è mezzo Black.-
- Ora che mi ci fai pensare...si, anche lui è così...cioè, intendo d'apparenza è altero come dicevi prima.-
- Non prenderla come una pecca, Tom.- gli disse Damon, ciccando a terra e guardando l'orologio - Dico solo che a volte dai l'impressione di essere troppo in alto o troppo distante. Non ho detto che sembri il diavolo in persona.-
- Hn...grazie mille per l'analisi.- frecciò e poi scoppiò a ridere, scuotendo il capo.
Poi finalmente arrivò Piton che ordinando loro di gettare via quelle "bombe cancerogene" li spinse rudemente dentro all'aula, investendoli poi con un fiume di parole. E da come venne presentata la fiera dell'Occlumanzia, sia Tom che Damon ebbero l'esatta sensazione che non sarebbe stata una passeggiata.
Ma in fondo ne andava della loro vita, quindi ormai, ora che erano in ballo, dovevano ballare.

 
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