- Capitolo 18°

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view post Posted on 14/2/2009, 10:29
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Hogwarts era in pieno fermento.
Tom Riddle quel sabato mattina presto (presto per essere sabato, s'intende!) entrò nella Sala Grande e quasi venne travolto dal panico, fermandosi in mezzo ai pesanti battenti dell'ingresso con espressione ghiacciata. Le quattro tavolate delle case della scuola di magia erano ricolme di ogni oggetto antico, da discarica, polveroso, decadente e rattoppato appartenente a studenti e a famiglie altolocate che Tom avesse mai visto.
E per lui una specie di mausoleo pieno di oggetti preziosi o meno, appoggiati anche a terra, era la trasposizione reale di un'allegra attraversata in un campo minato.
In fondo alla sala, davanti alla tavola degli insegnanti, c'erano le tre Grazie di Corvonero a finire di catalogare l'asta insieme al presidente Johnson, Cordelia Chilton di Serpeverde, Maggie Clark e la stranissima Pandora Leafgodd di Tassorosso, una ragazza che teneva sempre la testa bassa e non parlava mai, tanto che tutti credevano che fosse muta.
Fra i ragazzi degli anni più giovani, molti andavano su e giù con oggetti a cui era incollato un cartellino.
Tom si stava ancora guardando attorno, tenendosi un centrotavola d'argento al petto che Sofia aveva scovato nelle cantine di Cedar House, quando arrivarono anche Trix e Cloe alle sue spalle. Quelle due fecero a meno di spaventarlo, visto che di sicuro avrebbe rotto qualcosa con un terrificante effetto domino, e si limitarono ad affiancarlo, guardando allibite la Sala Grande.
E dire che l'asta si sarebbe tenuta alle tre di pomeriggio.
Il pendolo in quel momento batteva solo le undici di mattina.
- Certo che si sono dati un bel d'affare.- disse la King.
- Già, c'è decisamente troppa roba.- considerò Beatrix - Un esperto dovrebbe valutare le effettive porcate che vogliono propinarci.-
- Magari Silente ci farà sopra un Incantesimo Realizzante più tardi.- bofonchiò Tom, guardando a terra per cercarsi un'eventuale via libera - Che mettete in vendita?-
- Vaso di famiglia. Me l'ha mandato Brian.- celiò Cloe, sollevandolo sotto al suo naso - Carino eh?-
- Bello davvero. E tu Trix?-
La Diurna distolse lo sguardo da un acquarello bucolico, volgendosi verso di lui - Io.-
- Io cosa?- fece Riddle, levando un sopracciglio.
- Mi ha convinto Juliette.- tubò la Vaughn - Metto all'asta un bacio.-
- Adesso mi sento male.- si schifò il Grifondoro, deglutendo dopo un lungo istante di sepolcrale e catartico silenzio - Se mi prende mi farà lo stesso scherzo...-
- Ecco, bravo. Non dirle niente!- sbraitò Cloe sconvolta - Questa è prostituzione sai?-
- Per una limonata, su.- sbuffò la Diurna - Guadagneremo un po' di soldi e prenderò aria ai denti.-
- E' così che lo chiami adesso? Prendere aria ai denti?- la biondina scosse il capo - Dio, non so più cosa fare con te! Questa storia con Milo ti sta facendo andare fuori di testa! E pure Damon ci si mette! Dov'è quell'idiota?-
- Chiuso in camera. Ieri notte ha fatto le ore piccole.-
- Ragazza?- chiese Tom.
- Incubi.- rispose Trix - A quanto pare l'Occlumanzia apre la mente più che chiuderla.-
- Si, Harry dice che capita sempre le prime volte.-
- E com'è andata giovedì?- l'incalzò la Diurna, tirando fuori dalla borsa a tracolla il suo fido bicchiere di polistirolo pieno di sangue di Veela, rubato dallo sgabuzzino di Piton - Ieri non sono quasi riuscita a parlarvi. Il Legilimens che effetto vi ha fatto?-
- Bhè...- la voce di Tom si abbassò, mentre i suoi occhi si fecero lontani, tristi.
Ricordò il giovedì sera, passato per la prima volta a farsi leggere dentro dal suo migliore amico e a sua volta poi, a leggere nella sua memoria. Non era stato piacevole, anzi.
Se nella testa di Damon non aveva visto altro che mille flash dei tanti morti, degli occhi freddi dei parenti del Legimors, di lunghe cavalcate quando era piccolo con suo padre, probabilmente Howthorne in lui era riuscito a vedere qualcosa che Tom teneva nascosto a tutti, da tanto tempo.
Ne era quasi sicuro, perché insieme a Damon anche lui aveva rivisto quel ricordo.
Buio. Sbarre. Carcerieri.
Grida di dolore, frustate, fiaccole labili, odore di muffa e oleandro.
Una strana nenia fischiettata.

Si, se Damon aveva visto...aveva scoperto la sua più grande paura.
- Tom tutto bene?-
La mano gentile di Cloe si posò sulla sua, svegliando da quei tristi pensieri.
- Si, tutto ok.- rispose, scuotendosi - E' stato un po' pesante, ma ce la faremo entro qualche mese.-
- Si spera.- aggiunse Trix, diffidente - Allora non è successo niente di fastidioso?-
- No, per il momento no.- Tom levò le spalle, con aria incredibilmente angelica, tanto che per la prima volta in vita sua la balla gli riuscì bene - Tu piuttosto. Sicura che vuoi davvero mettere all'asta in bacio?-
- E' solo un bacio, dai!- la Diurna agitò la mano, noncurante - Andiamo, su. Prima finiamo e meglio è!-
- Si ma datemi la mano...- ghignò Riddle, infilando una gamba nell'unico buco libero, per avanzare un po' - Ho l'impressione che potrei rompere qualcosa.-
- Non è un'impressione, fidati. Doveva usare una scopa, accidenti.- Cloe iniziò per prima la rapida salita fino alla tavola degli insegnanti, afferrandolo saldamente, ma una volta più vicino al pulpito di Silente andò meglio.
Non fosse stato per Tom, Juliette e le altre non avrebbero filato Cloe e Trix di striscio e infatti quando Regina vide Riddle, emise un gorgoglio atroce che spaccò i cristalli e si diresse verso di lui con una cartelletta in mano, sbattendo gli occhioni e ancheggiando in una provocante minigonna che sinceramente nemmeno Beatrix avrebbe mai avuto il coraggio di mettere.
- Ciao Tom!- tubarono le Tre Grazie in coro, accerchiandolo e facendo roteare gli occhi alla Grifondoro e alla Serpeverde che invece erano state quasi sbalzate via dal suo fianco.
- Salve.- bofonchiò lui, imbarazzato - Avete...ehm...avete fatto davvero un ottimo lavoro.-
- Grazie!- cinguettarono sempre in perfetto sincrono, aggrappandosi ognuna ad un suo braccio come una ventosa - Cos'hai portato?-
- Ci siamo anche noi.- borbottò Cloe cominciando a fare fuoco dagli occhi, pronta a lasciare carne bruciata di quelle oche che si strusciavano al suo Tom con troppa enfasi.
- Oh, è vero!- Juliette sbatté le lunghe ciglia, facendo una smorfietta col naso - Beatrix, allora siamo d'accordo?-
- Si, nessun problema.- rispose la Diurna.
- Sono contenta, con te faremo un sacco di soldi.- le disse Regina Farrell, agitando la lunga chioma bruna e stringendosi di più a Riddle - Peccato che non sono riuscita a convincere Tom!-
- Davvero Tom, perché non metti all'asta un bacio?- Juliette mise un adorabile broncio, facendolo ghiacciare - In fondo a quanto ne so io, che ti ricordo faccio parte della Gazzetta della scuola, non hai mai avuto una ragazza fissa o no?-
- Già! Ti prego!- Paige Brinkam si sporse verso di lui, mettendo in risalto la scollatura e mentre Riddle cercava di guardare altrove con un'eleganza d'altri tempi, Trix afferrò Cloe per la cintura, onde evitare le uccidesse.
- E' un'offerta davvero carina ma...- Tom arrossendo cercò di guardare Juliette e le altre due maliarde negli occhi -...ma la famiglia del prof Mckay mi ha passato questo centrotavola.- e lo porse alla capa delle Grazie - E' autentico, in argento e credo possa andare bene.-
Juliette guardò l'oggetto con aria vaga, poi tornò a sorridere con quell'aria da bambolina e chiamò Pandora Leafgodd con un fischio. La Tassorosso del settimo si presentò sempre a testa bassa, i capelli color topo nodosi come serpenti e la pelle pallida. Non era né carina né brutta, era semplicemente anonima.
Tom le diede il centrotavola che lei catalogò, accennando appena un cenno verso di lui.
- Che strana ragazza.- disse Juliette - E' un'ottima estimatrice, sa tante cose su queste cianfrusaglie...ma una palla come oratrice.-
- Non tutte vivono e muoiono per uomini e nuove mode.- le disse Cloe mentre Pandora sentiva tutto, alle loro spalle.
- Dici? Bhè hai ragione...e si vede nel suo caso.- ridacchiò Paige, troppo svampita per essere cattiva.
- Trovi qual cosa di male nel trovarsi un ragazzo Claire?- le chiese Juliette, sbattendo le ciglia.
- Assolutamente no. Ma ritengo che bisogna imparare a dosare miele e veleno nella vita, non so se mi spiego.- rispose la biondina, senza mai abbassare lo sguardo.
Tom e Beatrix rimasero ad osservare la scena, poi si scambiarono un'occhiata.
Bhè? Che voleva dire?
Trix se ne infischiò presto, riportandosi il bicchierone di sangue alle fauci, intanto Riddle, restando saldamente piantato in un punto, si guardava attorno curioso...almeno fino a quando non rischiò di franare a terra, sentendo una frase.
-....come Trix, metto all'asta un bacio.-
E avvenne l'Epico Disastro dell'Asta. Prima ancora di girarsi, Tom aveva già urlato un titanico: - COOOSSSAAAAA????-
Investite da quella bora, Claire e le Grazie incassarono la testa fra le spalle e la King lo fissò allibita.
- Ma che ti prende?-
- Metti all'asta un bacio?- tuonò Tom sconvolto - Ma ti sei bevuta il cervello!?-
- Ma perché?- Cloe lo guardava senza capire - Ho solo cambiato idea. Ha ragione Trix. È solo un bacio!-
- Non avevi detto che era prostituzione legalizzata?- bofonchiò la Vaughn sarcastica, con la cannuccia fra i denti.
- Oh, chissene frega!- la Grifondoro agitò la mano, seccata. Aver visto Tom attorniato di ragazze le aveva ricordato ancora una volta che lui non vedeva nessuna di loro, che probabilmente nel suo destino c'era una super donna, come nel caso di Tristan e Lucilla e lei, per rabbia, aveva fatto la classica sciocchezza da chiodo scaccia chiodo.
- Che idiota.- sentenziò Beatrix, schifata, quando rimasero sole per qualche minuto prima di andarsene.
- Non rompere.- sibilò la bionda con aria cupa - Odio questa situazione! Questa caccia alla volpe è più un massacro di elefanti, in cui l'elefante sfigato di turno sono io!-
- Forse glielo dicessi con garbo...-
- Ma quale garbo! Tanto non mi vede lo stesso!-
- E allora ti arrendi?-
- Ma certo che no. Non sono una di quelle che dicono "Che sarà, sarà..."-
- E allora che vuoi fare? Ingelosirlo?- la Vaughn guardò Tom in fondo alla sala, mezzo sclerato come se fosse appena uscito da un'orgia. Macché ingelosirlo. Era già cotto a puntino!
- Intanto ho fatto la mia cazzata giornaliera!- brontolò l'altra mentre facevano lo slalom per uscire dalla Sala Grande - Adesso chissà chi mi toccherà baciare! Dio, lo sapevo! Non posso certo vantare la tua corazza...-
- Vantaggi di essere metà e metà.-
- Lasciamo perdere. Allora? Che fai fino alle tre?-
- Cerco di evitare Fern e la scozzese.- Beatrix si scostò i capelli dalle spalle, lasciandoli ricadere come una nera cascata sulla schiena sottile - Asteria si sta dimostrando una capo branco alla Juliette e la cosa mi piace poco.-
- Quella a me non piace per altri motivi.- sibilò Cloe, fermandosi sulla soglia mentre aspettavano Tom.
- Istinto?-
- Anche. Sai che i Sensimaghi vedono le forze magiche degli altri a colori no? I maghi hanno aura azzurra, i demoni rossa e via dicendo. Quella della McAdams è di un blu dannatamente fastidioso. Quasi psichedelico.-
- Vorrà dire che è forte, può essere?-
- No. Harry è forte. E lui lo vedo attorniato da una tempesta di azzurri e verdi.- sorride dolcemente la King, vedendo arrivare Riddle col suo passo regale e cadenzato - Ma quella...è quasi un blu ostile.-
- E io che colore sono?- tubò la Diurna con aria serafica, finendosi la colazione nel bicchiere.
- Lilla.-
- Lilla? Che cazzo di colore amorfo è il lilla?-
- Ma non lamentarti. Ehi!- la Grifondoro osservò Riddle attenta - Tutto bene? Hai una tale faccia imbronciata!-
- No, non va bene per niente!- sfuggì a Tom, con tono irritato.
- Ma che ti piglia?- chiese naturalmente quella Giuda di Beatrix, gettando benzina sul fuoco.
- Niente, niente.- ringhiò il moro - Scusatemi ma mi sono ricordato che devo finire una ricerca. Lunedì è il mio turno per le interrogazioni con Ruf e sono un po' indietro. Ci vediamo dopo.- e senza aggiungere altro filò via, fumando come una teiera e lasciando un po' stupita la bella King.
- Ma che gli è preso?- riecheggiò, volgendosi verso la Vaughn.
Impossibile, si disse Trix. Erano davvero ciechi.
Come faceva a non capire che era geloso marcio?
Scosse il capo, dandole una pacca sulla spalla - Lascia perdere. Ho un appuntamento con Stanford fra dieci minuti.-
- Occhio a quello che fai.-
- Perché? C'è differenza fra lui e Damon?-
- Vampiri.- sbuffò Cloe a sua volta, alzando le mani in segno di resa - Fa' come ti pare!-

Un tonfo dal soffitto e Jeager Crenshaw alzò gli occhi verdeacqua in alto, l'espressione vacua di chi sta pensando a qualcosa d'indefinibile. Dopo un lungo istante di silenzio, tornò a leggere uno dei tanti libri di Hermione, mentre William era seduto alla tavola della grande sala riunioni nella Torre Oscura, intento a scervellarsi sulla Trasfigurazione.
Sempre a tavola c'era Ron, attento alla Mappa del Malandrino.
Fra le sue gambe c'erano Glory che gattonava, e che a differenza di Lucas non ci pensava neanche a provare a camminare e a schiantarsi a terra come un sacco di fagioli, e Jeremy che giocava con una casetta magica.
Alexander invece era con sua madre Sarah, in giardino, con Jess e Tristan.
- Questa scuola sta andando a pezzi.- disse Jeager a un certo punto, sentendo l'ennesimo tonfo dal tetto della torre.
Weasley come lui alzò il capo al soffitto, poi incrociò il suo sguardo.
- Succede un po' ovunque.- disse il rossino.
- Già, specialmente nell'aula di Lumacorno.- interloquì William con aria concentrata - Stamattina sembrava di essere sotto attacco!-
Crenshaw tacque di nuovo, riportando l'attenzione sul libro quando Hermione scese dal piano superiore.
Dalla sua espressione, doveva essere accaduto qualcosa.
- Ehi...- Ron la scrutò preoccupato - Tesoro tutto bene?-
- Vedo...vedo qualche colore nelle ombre.- rispose titubante la strega, con un sorriso tremulo di bambina - E' sempre tutto buio ma ogni tanto ho dei lampi. Stamattina ho visto i capelli di Draco.-
- Chi non li vedrebbe?- frecciò Jeager - Vedi altro?-
- Le tende. Sono verde scuro, giusto?-
- Si. Cavolo è fantastico.- Ron l'abbracciò stretta, felice - Vedi? Stai guarendo! Ancora qualche settimana e tornerai come prima! Forse farai in tempo anche a vedere Lucas e Glory camminare come Morgana comanda.-
- Ammesso che tua figlia abbia intenzione di alzare il suo composto fondoschiena di Malfoy dal pavimento.- perseguitò il mezzo demone, sdraiato sul divano - Hargrave quando ti riprendi dobbiamo fare una cosa.-
- E sarebbe?-
- Controllo interno del castello.-
- Vuole farlo anche Harry. Lui non ti basta?-
- Mi serve un gagia esperto e Potter non credo abbia conoscenze fondate oltre l'Horcrux, o sbaglio?-
- Horcrux? Cos'è?- fece William, alzando gli occhi dagli appunti.
- Niente, marmellata di mirtilli. Torna a studiare.- borbottò suo padre.
- E Harry Potter è specializzato in marmellate?- il ragazzino lo guardò scettico - Stare troppo seduto ti ha fatto male a quel poco cervello che avevi pa'.-
- Te l'ho già detto, palla al piede.- insinuò Crenshaw, tranquillo e beato - Liberarmi della prole sarebbe uno scherzo.-
- Demoni.- sibilò William.
- Umani.- replicò Jeager, senza fare una piega - Allora Hargrave? Credi di potercela fare?-
- Si, spero in una settimana.- Hermione si sedette a fianco del giovane Serpeverde, prendendo in braccio Glory e sentendo il suo profumo di talco e anche quello di Draco, sempre impresso su sua figlia - Appena ripresa mi metterò sotto con le ricerche del guanto di Minegon e anche per la sistemazione dei Bracciali di Kentron e Vargras.-
- Altri problemi?-
- Hn, è un eufemismo.- ghignò Ron - Ieri notte Harry è andato a dormire ridotto in scala. Era alto si e no tre centimetri.-
- Cazzo. E Malfoy?-
- Aveva la consistenza della gelatina.- rispose Hermione con una smorfia malcelata - Ha passato la nottata nella vasca da bagno immerso nell'acqua fredda per non sciogliersi.-
- Ecco perché è andato a caccia a Hogsmade con Gary con quella faccia da becchino.- ridacchiò Weasley, a cui non era stata raccontata quella parte - Bhè, se non altro Harry è con Elettra e mentre è con lei non farà troppi guai.-
- Qualcuno ha visto Lucilla piuttosto?- chiese la Granger, carezzando la testina riccioluta di Glory - Mi servivano altre informazioni di quei rombi che Damon continua a sognare. Ho provato a cercare in vessilli di casati di maghi, in simboli esoterici e mistici dalla preistoria a oggi ma l'impresa è di una portata troppo grande.-
- E chiedere al tuo ex?- tubò Jeager, girando pagina.
- Caesar non può sempre fare da tappa buchi alla mia ignoranza.- rispose la strega caustica - E poi è l'ultima spiaggia.-
- Diciamo che Malferret darebbe i numeri a rivederlo.- chiarì Ron - E di certo anche Tristan.-
- Finito!- disse William improvvisamente, alzandosi in piedi con i suoi libri - Vado a farmi un giro, torno per cena.-
- Perché non ti butti giù dalla torre?- lo pregò Jeager con un sorriso melenso.
- Perché non ti schianti tu?- William era già alla porta - Ah già...non servirebbe a niente, visto che sei mezzo demone! Chissà perché Hermione non ti ha fatto secco quando poteva!-
- Me lo chiedo anche io.- sussurrò la strega, amabilmente.
- Divertente. Avrebbe anche potuto farmi secco ma saresti nato comunque, sai?-
- Ecco, questa mi ci voleva proprio.- disse il ragazzino disgustato - Ci vediamo più tardi.-
- Lontano dai guai.- l'avvisò Jeager improvvisamente serio, fissandolo tanto da farlo stranamente arrossire - Mi ci va ancora un po' per tornare in piedi. Vedi di aspettare fino ad allora per fare disastri. Chiaro?-
William si limitò a fare un cenno confuso, poi uscì.
E l'ennesimo tonfo dal letto, sia il mezzo demone che Hermione e Ron si scambiarono uno sbuffo annoiato.

Alle tre in punto, la Sala Grande venne invasa da un'orda di folli.
Fra gente curiosa e gli scansafatiche che si erano staccati dai diversivi del sabato pomeriggio, la fauna di Hogwarts era al completo.
- Questo è un ricatto. L'ennesimo per essere precisi.- sibilò Damon, seduto al tavolo di Serpeverde.
- Non ti obbliga nessuno a comprarmi.- replicò Beatrix pacata.
- No? E dovrei lasciare che ti ripassassi il primo che capita?- berciò il Legimors, mentre le porte venivano chiuse e Johnson saliva sul pulpito con Regina Farrell, Juliette Caldwell e Bart Oldwin, secondo di Flanagan, appartenente a Tassorosso e anche vice direttore della Gazzetta di Hogwarts.
- Eccoli lì...- continuò Howthorne, gli occhi celesti pieni di noia - Ci aspettano tre ore di tortura! Di sabato per di più, che rottura di palle! E poi tu per qualche stronzissimo motivo hai fatto una cosa del genere eh? Per vedere chi in realtà verrebbe a letto con te? Ci va poco, tutti i maschi dai tredici anni in su qua dentro e conoscendo certe tizie, pure Juliette che ha i suoi gusti a letto!-
- I bisessuali sono così affascinanti.- ironizzò la Diurna, facendosi guardare nuovamente storto anche da William, seduto proprio vicino a lei - Andiamo, non essere arrabbiato. Per un bacetto che vuoi che sia? Lo fa anche la duchessa.-
Mancò poco che Damon sputasse la cicca che stava masticando, attaccandola ai capelli di Fern che gli sedeva davanti, con Asteria McAdams e pure Alderton.
- Cloe?- allibì - E' andata fuori di testa?-
- Tom è geloso da morire. E quella megafessa credi che l'abbia capito?- Trix scosse il capo - Dio. Cosa non farebbe una donna per vendetta o ripicca.-
- Detta da te questa frase è un insulto alla decenza. Ecco comunque perché ha quella faccia...- ghignò il Legimors - Ehi, dobbiamo fare qualcosa o non se ne accorgeranno mai. Cioè, forse lei potrebbe capirlo ma Tom in certi campi mette paura a tutti.-
- Già. Fossi innamorata di lui credo che mi sentirei minuscola.- pensò la Vaughn ad alta voce, osservando la tavolata dei nemici Grifondoro - Sembra che non guardi neanche le ragazze. Anzi...non guarda nessuno, ora che ci faccio caso. Sorride così spesso che non mi sono mai accorta che in realtà è un riflesso per lui. Ma dove sta con la testa?-
Damon tacque.
L'Occlumanzia. Il Legilimens.
Gabbia, buio.
Sentì un brivido, tornando a quei ricordi che non erano suoi.
Ma dov'era stato? Che posto era quello che Tom ricordava?
Cos'erano quelle grida atroci, quelle risate dannate nell'ombra?
Cosa gli avevano fatto? Che cosa?
Tom intanto stava appoggiato su un gomito, tamburellando con le dita sul legno appena segnato dagli anni, colmo di vassoi con stuzzichini e frutta del tavolo del Grifondoro. Infastidito dalle chiacchiere di Maggie Clark e il suo continuo ciarlare con Mary Lewis sul bacio che Claire avrebbe dovuto dare, lo resero ancora più cupo.
Stizzito, staccò un acino d'uva da un grappolo e lo mandò giù, masticando lento ma quasi senza sentirne il sapore.
Ian al suo fianco più volte gli chiese se stava bene e anche il lecca-lecca di Archie non riuscì a placarlo.
Inoltre aveva anche inciampato per le scale e si ritrovava con l'ennesimo taglietto sulla fronte e con un indecoroso cerotto azzurro che aveva definitivamente mandato in crisi il suo amor proprio.
Perché Claire aveva fatto una cosa simile?
Per quale stronzissimo motivo? Sperava che il ragazzo che le piaceva facesse l'offerta più alta? Era assurdo, non era un comportamento degno di lei! Aveva una gran voglia di trovare quel tipo e scagliargli una bella fattura e lo frenava solo il fatto che non sapeva assolutamente chi fosse.
Osservò i presenti per la prima volta e cercò, secondo i gusti della King, eventuali candidati.
Claire odiava i pettegoli e i razzisti, i codardi e i pantofolai e nella loro casa chi c'era che corrispondeva a quella descrizione? Ian no di certo, visto che era dichiaratamente gay. Archie poi era troppo mingherlino e piccolo, dava quattordici anni! Bruce stava con Patience Hogs ma non era comunque lui il tipo di Claire. Era un ragazzo troppo placido e tranquillo. Martin forse...era uno che ci sapeva fare con le ragazze, aveva avuto decine di storie negli ultimi due anni e li vedeva spesso ridere e chiacchierare insieme. Ma c'era sempre Sedwigh.
Fissò tanto Stanford che il biondo, dopo un attimo, sbatté le ciglia con fare equivoco.
- Tom, amore, così mi fai arrossire!-
Risero tutti e Riddle lasciò perdere. La scelta ricadeva fra Martin e Sedwigh, deciso.
Erano dei bei ragazzi entrambi anche se Martin era decisamente uno scavezzacollo.
Anche Sedwigh era molto richiesto e nell'ambiente dei purosangue la sua famiglia era molto conosciuta.
Dubitava che la sua biondina però avesse fatto quel genere di pensieri prima d'innamorarsi.
Sospirò depresso, tornando a mangiucchiare uva.
Un raggio di sole del pomeriggio sfrecciò attraverso le vetrate, in quel momento, illuminando la navata di mezzo.
Cloe, seduta accanto a Sedwigh e contro luce, gli sembrò un angelo.
La osservò incantato, gli occhi blu puntati verso il suo sogno inconfessato di sempre.
La lunga criniera dorata, il collo dalla pelle delicatamente rosata. Il piccolo neo quasi vicino alla clavicola sinistra, messa in mostra da una scollatura a barchetta della maglietta di pesante raso violaceo.
Giocava coi capelli, ridendo con Stanford delle ultime partite di quidditch.
La luce la inondò di nuovo.
Era bella. Bella e basta.
All'improvviso lei si girò e per un attimo lo scrutò attenta, conscia che l'aveva fissata per tutto quel tempo.
Incredibilmente, sentì il cuore venirle meno.
Perché quello sguardo?
Non l'aveva mai guardata così...o forse non se ne era mai accorta?
- Siamo pronti! Grazie a tutti gli studenti per aver partecipato e averci aiutato nella raccolta di denaro per la nuova serra!-
La voce tonante di Albert Johnson la fece sobbalzare e Tom subito distolse gli occhi, lasciando Claire con una brutta sensazione di abbandono. Da quel momento cercò di concentrarsi sull'asta che cominciò con gli oggetti messi in vendita da quelli del settimo anno.
Regina Farrell e Johnson misero in chiaro che tutti gli oggetti erano stati controllati da Silente in persona e poi da Pandora Leagodd, la menarono un po' sulle sciocchezze pervenute, colsero al volo l'occasione per confermare che la festa di Halloween si sarebbe tenuta senza problema, che il giorno dopo la partita fra Corvonero e Serpeverde sesto e settimo anno sarebbero andati a Hogsmade e infine dettero finalmente il via a quella follia.
Dopo la vendita di tre porcellane, un posacenere a forma di maiale, un quadro che ritraeva un rogo dove la strega rideva come una pazza per il solletico delle fiamme domate e un set di teiere che oltre che cantare ruttavano contando fino a dieci, molti si erano già buttati giù dalle vetrate.
Si fece interessante quando dalla famiglia di Asteria venne messo in vendita un libro di controfatture molto antico, alla sua prima edizione. Ian e Tom parvero subito interessati, così si misero d'accordo e alla fine contro altri avvoltoi di Serpeverde riuscì a spuntarla Wallace, che promise il prestito a Riddle appena terminato di leggere il prezioso tomo.
Asteria sembrò soddisfatta e scoccò a Tom uno strano debole sorriso che lasciò il grifone abbastanza spiazzato.
Che persona assurda e incasinata.
Da un mese a quella parte, era la prima volta che gli sorrideva. Dopo il ceffone, chiaro.
A contendersi il centrotavola d'argento dei Mckay invece furono le ragazze di tutta Hogwarts. Alla fine se lo aggiudicò assurdamente Pandora Leafgodd per addirittura 78 galeoni, stupendo perfino Cloe.
- Juliette aveva ragione, le interessano le anticaglie.- disse la biondina.
- E' sempre un pezzo da collezione.- replicò Tom - Magari se ne intende.-
- La sua famiglia è benestante, credo che disponga di una buona rendita se ha potuto comprarlo.- la King si portò del succo di zucca alle labbra - Anche se non voglio immaginare quale fosse il prezzo reale di quella ciotola di tolla.-
- Tolla.- enfatizzò Degona, seduta vicino a Tom - E secondo te tengono della tolla a casa mia?-
- No, non direi.- rise anche Maddy - C'è il quadro bucolico di Matt!-
Il quadro in effetti era molto bello, almeno secondo il gusto ignorante di Tom che sapeva di non essere un estimatore. A lui ispirava molta serenità. Prati e amanti fra i fiori che si rotolavano ridendo felici.
Era rilassante e sensuale al tempo stesso.
Lo comprò una Grifondoro del quarto anno, poi arrivò la catastrofe.
Juliette e Regina ridevano perfide quando lessero i lotti 99 e 96.
- Da Grifondoro e Serpeverde...si mettono all'asta due baci.- urlò quasi Juliette, scatenando subito l'attenzione di tutti, mentre Damon e Tom si lasciavano andare con la testa contro il tavolo.
- I baci sono di Beatrix Vaughn e Cloe King.-
Panico.
Tom sentì un tale boato da farlo impallidire a vista d'occhio.
Non che non gl'interessasse la virtù di Beatrix ma...ma...perché anche Claire?! Perché?
- Cominciamo dal lotto 99, Beatrix Vaughn di Serpeverde. Si parte da dieci galeoni.-
Inutile. Scattavano così tante mani e così tante offerte che presto Johnson andò in palla.
In sessanta secondi, il prezzo era salito a 40 dannati galeoni. Un'enormità.
Beatrix restava seduta sogghignando con una mano sulla bocca, senza crederci.
Ora si che aveva davvero l'imbarazzo della scelta.
Ci stava provando pure Alderton! Quel porco! Inoltre Flanagan e Matt si stavano mettendo le dita negli occhi per impedire all'altro di superare l'offerta! Dio...
- Questa me la paghi cara, ricordatelo.- le sibilò Damon alzando la mano - 50 galeoni.-
Juliette andò in fermento, ridendo scioccamente - Damon Howthorne dice 50, niente di meno. Qualcuno alza ancora?-
- Sei ambita tesoro.- disse Asteria, fissando la Diurna con aria di compiaciuta soddisfazione.
- Così pare.-
Mugugni atroci, occhiate terribili al Legimors che poteva vantare un conto in banca da privilegiato, poi l'asta riattaccò con Alderton e il suo ghigno di sfida. Si passò a 56 quando ci si mise anche Sedwigh, tanto per farsi due ghignate e far infuriare Fabian, poi una mirabile dimostrazione d'isteria che allibì tutta la scuola, Damon compreso.
- 70 GALEONI!-
Era stato Matt Rogers, letteralmente salito in piedi sulla panca, i capelli dritti e l'aria di uno spiritato sull'orlo del delirio. Beatrix continuò a ridere, sconvolta da tanta trasparenza e alla fine disse a Damon di lasciar perdere.
Povero Matt, stavolta glielo doveva proprio.
Il bacio di Beatrix andò quindi a Rogers che tornò a sedersi viola per la vergogna dopo quel numero da circo, preso poi in giro perfino da Neely e Tobey. 70 galeoni! Molto più del centrotavola.
Era un'assurdità, una cifra enorme.
Quando toccò a Cloe poi, Tom era sull'orlo di un travaso di bile.
Philip Prentice di Corvonero arrivò subito a 20 galeoni senza fare una piega, poi ci si mise anche Frommer da Tassorosso, viola come una melanzana. Non bastando, Flanagan cercò ancora a rialzare, incazzato per non essersi preso Beatrix. Erano arrivati sui 54 galeoni quando Riddle sentì il tubare dei gufi.
Stava arrivando la posta in un momento poco opportuno...ma poi...
- Siamo arrivati a 54 galeoni. Qualcuno offre 55?- richiese Juliette, che si stava sfregando le mani per tutti i soldi che la Vaughn e la King le avevano fatto guadagnare.
...ma poi Tom vide un uccello troppo regale fra tutti quei gufi e allocchi.
Vide un uccello volare lontano, dorato contro le vetrate e il sole. Un'aquila.
Un'aquila inconfondibile.
- PRESO!!- sbraitò, balzando in piedi e terrorizzando tutti quanti nella sua tavola.
Quello era Harry! Stava scappando!
Quando si accorse del silenzio che aleggiava però, era tardi.
Si guardò attorno, tutti a fissarlo con i punti interrogativi negli occhi, Damon, Cloe e Trix per primi.
- Tesoro no...- gli disse Juliette con voce stucchevole dal pulpito, alzando il Sonorus - Non puoi dire "preso" ancora. Ok, Tom porta a 55, qualcuno offre di più?-
- Ehi ma...- Riddle arrossì come un idiota, vedendo la faccia sbigottita di Cloe - Intendo...uno scarafaggio. Ho preso uno scarafaggio. Juliette...ehi!-
- Va bene, 60 per Tom!- fece la Corvonero per continuare senza interruzioni, fregandosene di lui - Altre offerte? Sessanta e uno, sessanta e due...e sessanta e tre! Tom Riddle si prende il lotto 96! Congratulazioni!-
Ma cosa CAZZO era successo?
Se ne stava ancora in piedi e fissare Juliette e Johnson, consapevole di essersi appena comprato un bacio dalla ragazza di cui era innamorato. E di essersi sparato una bella figura di merda.
Anche la King non riusciva a crederci.
Poteva...poteva baciarlo!
Non avesse avuto quel briciolo di orgoglio si sarebbe messa a ballare per la gioia ma era paralizzata!
Stava ancora viaggiando con la mente quando Johnson mise in palio qualcosa che lasciò pure Damon con la sua buona ulcera giornaliera.
- Lotto 102. Una lettura di veggenza da parte di Damon Howthorne, Serpeverde.-
- COOOOSSAAAAA????-
Howthorne aveva di nuovo assordato tutti, per l'ennesima volta, balzando quasi in testa a William - Ma siamo matti?! Quando mai avrei accettato eh?-
- Oh, Damon.- tubò Regina - Mi avevi detto di si stamattina alle sette quando sono venuta a parlarti!-
- Grazie tante, ero in coma! Non avevo dormito!- urlò furibondo.
Ma alla fine tanto dissero e tanto fecero che dovette acconsentire a quella fottuta lettura. Il pazzo che voleva conoscere la sua morte alla fine fu Tobey Williams, lasciando il Legimors ghiacciato.
Scosse il capo, lasciando perdere.
Che ognuno la pensasse come diavolo voleva. Se voleva sapere come sarebbe morto, l'avrebbe accontentato.

Londra.
In uno dei parchi più grandi della città, Richmond Park, era illuminato dalla luce soffusa di quel pomeriggio un po' ventoso e opaco di ottobre. Le fronde degli alberi frusciavano sofficemente, scosse appena da un venticello abbastanza freddo e sottile. Alcuni aceri rossi come mele formavano piccole chiazze roventi negli ancora verdi faggi.
Edward Dalton imprecò, guardando l'orologio da polso. Le cinque e mezza.
Ma dov'era finito quell'idiota di Harry?
Chissà se poi Blaise era riuscito a trovarlo.
Si fermò davanti a un laghetto, osservando i cigni che ciondolavano sonnolenti a pelo dell'acqua.
Ragazzini e bambini più piccoli sfrecciavano per i viali del parco, anziani e coppiette erano seduti sulle eleganti panchine di pietra, altri gettavano molliche nel lago.
Un pallone colorato rotolò alle sua spalle e Dalton vide un ragazzo dell'età di Tom raccoglierlo.
Lo stesso gruppo del ragazzo fece dei fischi ammirati qualche secondo più tardi e l'ex Corvonero non poté incavolarsi.
Elettra stava passando fra loro, avvolta in un lungo cappotto purpureo col cappuccio.
I capelli biondi sciolti e gli occhiali scuri sul nasino delizioso, era probabilmente la più bella ragazza presente.
- Niente?- le chiese Edward con un sorriso.
- No. A parte un uomo sposato con la moglie che mi ha fatto delle avances.- replicò seccata, levandosi gli occhiali e mettendoli in tasca - Blaise?-
- E' andato verso i mercati nell'altra entrata ma dev'essere qua, senza dubbio...- ma non finì di parlare che qualcuno a pochi metri da loro, davanti a un cavalletto, attirò la sua attenzione.
Quel qualcuno stava dipingendo ma sentendosi osservata, Ophelia Haeder si volse e dopo un attimo allargò gli occhi, con un'espressione assolutamente felice.
- Edward!- urlò quasi, posando la tavolozza e raggiungendoli - Ciao! È così tanto che non ti vedo!-
Dalton, ed Elettra quasi non ci credeva, si era come illuminato. Sembrava un ragazzino davanti all'albero di Natale.
Mai successo davanti a una donna. Così la strega osservò la ragazza che capì subito essere una babbana.
Ophelia smise di sorridere però quando vide la Baley.
- Ophelia ti presento una mia cara amica.- il mago le presentò, senza staccare lo sguardo adorante dalla sua dirimpettaia - Elettra Baley, lei è Ophelia Haeder. Abita nell'appartamento davanti al mio qua a Londra.-
- Molto piacere.- disse a stento la babbana, osservando quella bellezza che stava a fianco di Edward e quando si strinsero la mano Ophelia notò subito la fede di Elettra che, essendo una donna, capì la situazione in quattro e quattrotto, così si affrettò a specificare quello che Edward non aveva fatto.
La strega batté una mano sulla spalla di Dalton, con un leggero ghigno.
- Il piacere è tutto mio. Ho coinvolto Edward in una caccia all'uomo. Stiamo cercando mio marito.-
- Tuo marito!- ad Ophelia brillarono gli occhi, proprio com'era successo all'Auror e questo bastò per farle prendere la Baley in simpatia - E' un buon posto per cercarlo. Oggi però c'è moltissima gente.-
- Ho visto che dipingi.- sorrise Elettra curiosa.
- Si, Ophelia è un'illustratrice.- le spiegò Edward.
- Oh meglio, vorrei esserlo.- ammise modestamente la ragazza - Ce la metto tutta. È da un po' che non ci vediamo, alle scuderie ci dev'essere molto da fare.-
- Già.- Dalton scoccò uno sguardo supplichevole alla bionda strega, allarmato - Siamo nel mezzo di una gara importante e c'è un casino micidiale. Lavoriamo dalla mattina alla sera.-
- Oh ma qualche giorno di vacanza puoi sempre prendertelo, tesoro.- insinuò la dolce e perfida moglie del bambino sopravvissuto - Non siamo con una tale acqua alla gola!-
- Lavori anche tu con lui?- s'informò Ophelia.
- No, lei è...uno dei miei fantini.- buttò lì Dalton, facendo strabuzzare gli occhi a Elettra.
- Caspita. Devo ammettere che sono del tutto ignorante sull'argomento.- ammise la Haeder imbarazzata - Deve essere bello però poter allevare cavalli, allenarli e poi correre, no?-
- Adoro la velocità.- si limitò a dire Elettra, vedendo finalmente due baldanzosi maghi alle spalle della babbana - Comunque non sono l'unica ad avere la dote di essere svelta in ogni cosa che faccio. Vero amore?-
- Lasciamo perdere per cortesia! Eccolo, l'ho trovato!-
Blaise Zabini era stato coinvolto in quella maratona nel suo giorno libero e dietro di lui Harry Potter sbuffava, mani nelle tasche nei jeans scuri e il collo del giaccone nero alto sul mento.
Blaise e Ophelia si erano già visti quella disgraziata sera ma Edward rifece le presentazioni, proprio quando Harry osservò attento quell'affascinante pittrice con un ciuffo rosa fra i corti capelli color grano.
Le strinse la mano e provò una piacevole sensazione. La stretta era salda e timida eppure anche sfacciata al tempo stesso. Quella ragazza doveva essere speciale per Edward.
Senza dire nulla passò un braccio attorno alle spalle di Elettra, sentendone un forte bisogno, e se la strinse contro, restando a fare due chiacchiere in quell'angolo di paradiso a cui era stato strappato troppo presto.
Aveva guardato i cigni nel lago, i bambini giocare, nonni leggere il giornale e coppiette scambiarsi baci ed effusioni.
Per un'oretta, era stato in pace.
Lontano da tutto e dalla guerra.
Ma sapeva che non sarebbe durata.
- Così siete sposati.- Ophelia lo fece cadere dalle nuvole - Edward mi ha detto che avete un bambino. Siete così giovani! Dev'essere bello avere già una famiglia.-
- Si, specialmente quando tuo marito scappa.- ironizzò Elettra facendo ridere la babbana - Abiti da sola?-
- I miei sono di Liverpool. Abito qua da quando avevo diciannove anni, mi sono trasferita per gli studi.-
- E adesso dipingi e disegni storie per bambini.- Potter la guardò con calore - Dev'essere fantastico potersi organizzare la vita secondo i propri ritmi.-
- Si, devo ammettere che con questo lavoro ora sono al settimo cielo. Ho anche il tempo per venire qua a dipingere.- rise Ophelia, pulendosi le mani dai colori a olio - Corri anche tu?-
- Si. È il nostro uomo di punta.- le rispose Blaise, scoccando un'occhiata obliqua e divertita a Potter.
- Dio, sono talmente ignorante in questo campo!-
- Bhè, si può rimediare. Perché non la porti alle scuderie a casa tua Edward?- cinguettò Elettra, ghiacciando sia Dalton che Zabini. Suo marito invece nascose un ghigno ma alle fine ci risero sopra, immergendosi un'atmosfera tranquilla.
Rilassante.
Niente magia, niente nemici.
Era strano l'effetto che potevano fare i babbani, pensò Harry.
Almeno fino a quando non si sentì tirare per una gamba dei jeans.
Abbassò gli occhi, mentre gli altri si zittivano. Sotto di lui c'era una bimbetta di sei, sette anni.
Poco lontano i suoi genitori che sembravano davanti al pontefice in persona.
- Tu sei Harry Potter, vero?- gli chiese con gli occhioni sgranati.
Maghi.
Harry annuì appena, tirando un sorriso.
La piccola sorrise felice, lo strinse con la manina e poi tornò dai genitori, eccitatissima, indicandosi continuamente la fronte. Aveva visto la sua cicatrice.
- Se ti conoscono anche i bambini devi essere davvero famoso.- allibì Ophelia sinceramente stupita.
- Già.- sussurrò il bambino sopravvissuto, osservando quella bambina andarsene coi suoi genitori.
Era famoso.
Famoso per essere sopravvissuto.
Ma quella parola indicava non solo la sua leggenda. Indicava il fatto che su una famiglia, lui era l'unico rimasto.
Si, era l'unico.
L'unico sopravvissuto.



 
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