- Capitolo 26°

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 13/2/2009, 18:32
Avatar

Advanced Member

Group:
Grafiche
Posts:
3,490

Status:
off


Blaise Zabini si fermò davanti al cancello di Hogwarts, per poi voltarsi e guardarsi alle spalle.
C'erano un centinaio di fiaccole blu accese nella Foresta Proibita.
E da quello che vedeva con la poca luce del crepuscolo, c'erano pure un nugolo di licantropi con la bava alla bocca che lo guardavano come un brocca d'acqua in pieno deserto.
Blaise assunse la sua tipica espressione pensosa e menefreghista.
Ma tu guarda. Un sacco di lupi armati fino alle fauci da una parte, Harry Potter dall'altra.
Quanto faceva due più due? Assedio? Massacro?
E Draco gli aveva detto di andare a trovarlo per cenare insieme.
Due più due, più due quanto faceva invece? Malfoy morto?
- Brutta serpe infida...- sibilò fra sé.
Altro che cena.
Entrò ad Hogwarts che aveva già la bacchetta in mano e trovò niente meno che Ron ad aspettarlo, nell'antingresso, davanti all'ufficio di Gazza che si affannava qua e là con dei forconi che neanche i demoni dell'inferno si sognavano.
- Fammi indovinare.- l'apostrofò Weasley con un ghigno, quando l'ex Serpeverde gli fu arrivato davanti al naso con aria battagliera - Non ti ha detto niente, vero?-
- Solo dell'agnello arrosto che c'era per cena.- rispose Zabini seccato - Bastardo, sapeva che l'avrei mandato al diavolo e non s'è sognato di dirmi niente.-
- Si vede che vuole qualcuno accanto nel caso debba tirare le cuoia.- replicò il rossino, pacato - Dai Blaise, vedrai che in un modo o nell'altro ce la caveremo.-
- Si, ma se devo dar battaglia a un centinaio di lupi altri due metri e larghi uno, con muscoli da peso massimo e denti da squalo, vorrei almeno saperlo prima. Mi sarei preparato e avrei fatto testamento.- insinuò, seguendo Ron di pessimo umore fino alla Torre Oscura.
Weasley gli raccontò brevemente della situazione, mentre Zabini si guardava attorno.
Nessuno studente. Quasi nessun fantasma.
Ron gli disse che i Direttori delle Case li avevano spediti nei dormitori e sigillati dentro con una scusa. A quanto pareva, in pochi sapevano realmente cosa stava accadendo fuori dalle mura del palazzo.
Mentre passava per il giardino della fontana però, Blaise credette di avere le allucinazioni.
Si bloccò, impalato, di fronte a un plotone di gente armata di tutto punto, con lance e spade con punte d'argento, senza contare le facce di quei maghi. Veri maschi e femmine da battaglia.
- E questi?- allibì senza parole.
- Oh.- Ron si fermò, sorridendo - Appena saputo che i Greyback volevano uccidere Harry, gli Auror di tutto il paese a quanto pare hanno fatto il voto d'onore alla sua persona.-
- Sono qua per aiutarlo?-
- Già.- cinguettò il rossino - E' brava gente, tutta esperta nel battersi anche con demoni.-
- Ma quanti sono?-
- Circa cento. Avresti dovuto vedere le facce dei prof quando sono entrati!-
- Non stento a crederlo.-
Zabini sorrise finalmente, scuotendo il capo.
- Era ora.- disse, fissando Ron - Stai meglio adesso?-
Weasley tacque, osservandolo - Starò meglio quando sarà tutto finito. Se mai finirà.-
- Finirà.- gli disse Blaise - Lo faremo finire noi.-
Una volta arrivati in sala riunioni in cima alla Torre Oscura, un nuovo gruppo si presentava di fronte agli occhi del nuovo venuto. Con i suoi vecchi compagni di una vita, c'erano Duncan Gillespie, il Capo degli Auror della Gran Bretagna di stanza a Londra, Kingsley e la sua squadra, poi il capo degli Auror del Devon, Rodolf Sherman. Dallo Yorkshire era giunta il capo squadra Calendulah Roberts, una giovane Portalista, mentre dal Linkolnshire erano giunti il famigerato Bartolomeus Foster, grande cacciatore di gagia e il vecchio ma sempre operativo Gorax Faines.
Con loro attorno alla grande tavola, Malocchio Moody, agguerrito come una carica di mammut, Sirius e Remus, il preside Silente, i professori...la squadra di Jess.
Tutti quanti.
Tutti finalmente uniti, a far fronte ad un unico nemico.
- Salve gente. Guardate chi ho trovato sul portone.- li apostrofò Ron.
Tutti si voltarono e poi sorrisero, festosi.
- Blaise!- Elettra e Pansy furono le prime a correre ad abbracciarlo, seguite poi da Harry ed Hermione, mentre qualcuno a caso faceva finta di continuare a fare i suoi intrugli, con incredibile faccia di bronzo.
Almeno fino a quando, dopo i saluti, Blaise non gli andò vicino.
- Ciao Draco.- sibilò cavernoso - Era buono l'agnello?-
Malfoy incassò leggermente le spalle.
- Ottimo.- ebbe il coraggio di rispondere.
- Creperai nel sonno, sappilo.- l'avvisò Zabini, levandosi guanti e mantello stizzito - E userò un cuscino.-
- Grazie per avermi spiegato la dinamica del mio trapasso.-
Blaise agitò la mano, trovando Damon seduto sulla tavola del suo migliore ex amico.
- Ciao Damon, come va?-
- Uno schifo.- sorrise Howthorne - A te?-
- Una merda.- fu più chiaro Zabini - Creperò?-
- Che io abbia visto...no, non mi pare.-
- Perfetto. Così potrò sistemare questa vipera velenosa.- ringhiò l'altro fra i denti, fissando Malfoy sempre più pericolosamente - Allora? Com'è il piano? Perché ne avete uno, spero.-
- Attacchiamo qualsiasi cosa si muova.- riassunse elegantemente Draco - Potter compreso se mi riesce il colpo.-
- Ma quanto è spiritoso prima della visita del becchino.- cinguettò Harry, appostato alla finestra - Grazie per essere venuto Blaise, anche se quell'idiota mi aveva detto di averti spiegato ogni cosa.-
- Mi sarà passato di mente.- disse Malferret - Sono sottigliezze Sfregiato.-
- Come il tuo trapasso, ricordatelo.- lo minacciò Zabini, raggiungendo Harry - Allora? Ditemi tutto.-
- Faccio io, è meglio.- disse Duncan, scoccando occhiate imperiose qua e là ai più eccitati - Dunque, abbiamo un intero battaglione di mannari servitori del casato di Greyback. Non sappiamo quanti siano sanguepuro, ma c'è da aspettarsi che lo siano più della metà.- Gillespie spense il sigaro, stizzito - Per quel che ne sappiamo, sono qua per ordine del Lord Oscuro. Voglio Tom Riddle, il figlio di Potter e la figlia di Malfoy.-
Blaise guardò sconcertato Harry - Ancora con questa storia? Perché vogliono anche Lucas e Glory?-
- Per la profezia forse.- disse Elettra - Damon ha parlato dei bambini, dicendo che di fronte a chi non sa più ascoltare, i bambini sono gli univi vincitori.-
- Un Nobel a chi capisce che vuol dire.- bofonchiò Remus in sottofondo.
- Il problema non si pone ora.- li zittì Hermione, scendendo dal piano superiore con una busta in mano - Ciao Blaise.-
- Ciao Herm. Novità?-
- No, io e Crenshaw abbiamo rifatto i calcoli. Sono più di cento, compreso Fenrir. E uno solo di quei mannari è off limits per tutti quanti noi.-
- Il principe Asher.- annuì Remus - Avete capito bene tutti quanti signori? Fenrir cercherà l'assenso dei suoi sudditi uccidendo il figlio che gode di notevole stima da tutti, facendo passare l'assassinio per un nostro atto.-
- Così li avremo tutti contro in un secondo.- sentenziò arcignamente Rodolf Sherman, Capo degli Auror del Devon.
- Come possiamo respingere le loro prime file?- chiese Calendulah Roberts, dallo Yorkshire, col suo tono etereo che rasentava quello di un fantasma - Tutti sapete bene che la forza di un mannaro è sette volte quella di un essere umano.-
- Basterà tenerli lontani da noi qualche metro.- s'intromise Edward, con sguardo diabolico che fece sorridere i suoi compagni - Per permettere così agli arcieri di mirare ai licantropi in libertà.-
- E come pretende di farlo, signor Dalton?- gli chiese Bartolomeus Foster, cacciatore di gagia che sebbene avesse sentito molto parlare di Hermione e la rispettasse, non riusciva proprio a mandare giù le sue conoscenze.
- Conscio che erano vicini, nelle notti passate mi sono fatto dei giretti attorno al castello.- spiegò quella faina di Edward - E ho steso strisce di olio infiammabile ma inodore datomi da Draco sull'erba, davanti alla Foresta e a dieci metri dalle mura. Una scintilla e una striscia di fuoco li bloccherà ad area di gittata.-
- Demonio.- gli sorrise Silente.
- Sono da mettere in conto anche le ferite, signori.- disse Kingsley - Ma considerato che Draco ha prodotto abbastanza siero per tutti, possiamo ritenerci sufficientemente al sicuro dagli sfregi inferti. Non dai morsi però.-
- Esatto.- Malfoy agitò l'ennesima provetta, vedendola ribollire - Quindi occhio, gente.-
- I tiratori staranno sulle mura.- continuò Duncan - Gli altri capo squadra staranno giù, in campo.-
- E Harry?- chiese Sirius, beccandosi un'occhiataccia dal figliastro.
- Perché non lo chiudete con noi in presidenza?- frecciò Tom sarcasticamente, in fondo alla stanza.
- Mica male come idea.- sussurrò Ron.
- State zitti tutti e due.- rognò Potter fra i denti - Io scendo con gli altri.-
- Non potrebbe mettersi sulle mura?- gli propose Calendulah Roberts - Così sarebbe più al sicuro.-
- Neanche per idea.- rispose il bambino sopravvissuto - Sulle mura dovrete occuparvi anche dei Dissennatori. Herm, te ne occupi tu?-
- Si, certo.- annuì la Granger senza la minima tensione nella voce, poi sollevò la lettera che aveva fra le mani - Mi ha scritto anche Caesar. C'è il resoconto della lettura del rombo. Immagino che dovremmo discuterne un'altra volta.-
- Me ne occuperò domani.- Harry si sporse di nuovo dalla finestra - Là sotto gli animi cominciano ad agitarsi.-
- Si parte?- chiesero gli Auror quasi in coro.
- Si, andiamo.- Potter si mise la spada alla cinta - Portiamo i bambini in presidenza. E anche gli adulti...- sbuffò, vedendo le fucilate immaginarie che Tom, Trix, Damon e Cloe gli lanciavano in sordina.
Davanti al grifone e alla scala a chiocciola che conduceva all'ufficio del preside, si formò ben presto un manipolo di adolescenti incazzosi. Il capo branco era Tom Riddle, per una volta tramutato in un essere schiumante di rabbia e supponenza.
- Ma la molli?- fece Harry esasperato - E' per il tuo bene.-
- Al tuo però non ci pensi mai, bambino sopravvissuto.- sibilò Riddle con gli occhi blu colmi di rabbia.
Vedendo praticamente Potter attorniarsi di fiamme, Draco roteò gli occhi.
Quei due erano peggio di due mocciosi.
- Tranquillo mostriciattolo.- s'intromise il biondo, afferrando Harry per il collo - Ci pensiamo noi a lui.-
- Ci pensassi tu a me, a quest'ora sarei sotto terra.- sibilò il moro.
- Già.- inquisì Tom.
- Si, probabile. Avanti, salite voi quattro e poche storie, chiaro?-
Con Degona e William fu pure peggio.
Tristan dovette pregare sua figlia in ginocchio di non far casini, mentre Jeager si ritrovò a dover raccontare la sua prima menzogna da genitore...a fin di bene, chiaro.
- Ricapitoliamo.- stava dicendo William - Questa storia non l'abbiamo mai trattata con chiarezza. Dunque...essendo figlio tuo ed essendo mezzodemone, cosa può farmi veramente male? Cioè...se mi casca un vaso in testa, ci resto secco?-
Jeager nicchiò - No.-
- Se mi colpiscono con una magia forte?-
- No, non direi. A meno che non si tratti dell'Anatema Senza Perdono.-
- E se mi trafiggono con una spada?-
- Assolutamente si.- mentì finalmente Crenshaw, gasatissimo.
- Ah. Ok. Che fregatura.- mugugnò William - Ci vediamo. Non restare di nuovo invalido.-
- ...Grazie.-
- Ma è vero che ci resta secco per una spada?- gli chiese Ron, mentre scendevano in giardino.
- No, era una balla.- ammise Jeager - Meglio però che non si cacci nei guai quando non ci sono.-
- Un vero discorso da papà.- ironizzò Hermione.
- Sta zitta Hargrave.-


Vennero accese tante luci, mille fiaccole illuminarono la notte.
Il cielo iniziò a brontolare verso le nove e mezza e un lampo violaceo squarciò la volta, mentre un rimbombo truce e fosco riecheggiò sull'intera vallata.
Fenrir Greyback e la sua lunga chioma grigia era in prima fila, armato di lancia e una grossa tozza spada.
La sua espressione affamata era inferiore solo allo spropositato numero di uomini che aveva alle spalle.
Il suo secondo, un essere che avrebbe raggiunto i tre metri molto presto, aveva la bocca già sporca di sangue, i temibili denti digrignati e pieni di brandelli di pelle.
- Sire...- il mannaro si guardò rapidamente dietro alla schiena - Come procediamo?-
- In carica.- sibilò Greyback, ridendo - Sono umani. Saranno esperti maghi ma sono sempre fuscelli al vento.-
- E il principe?- nel pronunciare quella domanda, il tono del lupo mannaro si fece rispettoso.
- Asher sarà al mio fianco.-
- Ma sire...la sua età...-
- Si, lo so.- Fenrir rise ancora, ma stavolta un barlume di follia scintillò nei suoi occhi lucidi - Ma è l'onore di una battaglia che non si ripeterà mai più. Voglio che partecipi.-
- Come desideri sire.-
Nell'aria c'era lezzo di morte, di sangue.
L'odore selvaggio dei lupi infestava tutta la pianura.
Asher si aggirava fra le file dei suoi servitori, dei suoi guerrieri, ricevendo saluti di rito da tutti.
Ognuno chinava il capo al suo passaggio, tutti lo temevano e lo rispettavano.
Seguito da Dagonet, giunse finalmente al fianco del suo amato progenitore.
- Padre.- lo salutò.
- Asher.- Fenrir levò gli occhi, deliziato. Ma non guardava suo figlio, guardava oltre le sue spalle.
Verso il Lago Nero.
- Sono felice di vederti padre.- continuò il giovane principe con sussiego.
- Anche io.- rispose Greyback - Ti voglio al mio fianco, stanotte.-
Asher sbarrò gli occhi aranciati - Qui? Con te? Intendi...in battaglia?-
- Esatto.-
- Ma...padre, la mia età...le leggi...-
- Si, lo so. Ma credo che potremmo passare sopra le regole per una volta.- Fenrir piegò appena le labbra, in un ghigno lascivo - In fondo sei un principe. Questa è un'occasione che non si ripeterà. Batterti contro il bambino sopravvissuto...così potrai rifarti dell'onta subita, non credi figlio?-
Il giovane mannaro nascose il rossore per l'umiliazione, serrando la mascella e i pugni.
- Ma certo. Sono orgoglioso e onorato, padre, di combattere al tuo fianco.-
Fenrir fece un cenno spregevole indicandogli le linee a ovest.
- Vai figlio. E rendimi fiero di te.- ma una volta andato via Asher, Greyback riportò lo sguardo sul Lago Nero.
Due figure incappucciate di scuro, camminavano sull'acqua.
Alzò appena leggermente la mano, per non farsi notare da nessuno.
E dal pelo delle onde, anche Vanessa Lestrange sollevò il palmo.
Nessuno avrebbe potuto vederli da lì.
- Bene fratello.- sussurrò la Lestrange - Questa notte tocca ai tuoi poteri di Smolecolarizzatore.-
Rafeus ridacchiò sinistramente, tirando giù il mantello sul braccio mozzo - Mia cara. Stanotte il nostro altero principino ci farà il favore di tirare le cuoia. E allora quegli stolti animali che non sono altro saranno nostri. Tutti al completo. Greyback è solo una pedina.-
- E Asher la nostra vittima sacrificale.- soffiò la strega - Bene, ora dobbiamo solo aspettare. Poi toccherà a te.-
- Non temere. Sarà un giochetto da bambini.-
- Il lupacchiotto non se ne accorgerà neanche. E in men che non si dica, il nostro caro Harry Potter sarà incolpato della morte dell'erede dei Greyback. Il Padrone sarà soddisfatto di noi.-
Tacquero all'improvviso, sentendo il cigolio delle porte di Hogwarts.
Si aprivano.
Di colpo le mura si riempirono, tutto il palazzo fu ricoperto di occhi.
E davanti agli sguardi angosciati dei licantropi, apparvero quasi cento Auror.
Passo dopo passo, le file si schierarono.
- Potter.- sibilò Fenrir ghignando.
Eccolo, il bambino sopravvissuto.
A capo fila, con accanto Ron, Edward e Draco.
Ci fu un rombo di tuono, la terrà vibrò.
- Si comincia.-
Harry alzò il viso e una goccia gli scivolò sulla fronte.
Lenta, gli rigò la guancia fino al mento.
- Pronti?- sussurrò.
- Pronti.- annuirono tutti.
I Greyback iniziarono a ghignare.
Fenrir levò la lancia, con aria assassina e le sue schiere iniziarono a battere le spade contro gli scudi, provocando il battito di tamburi infernali che infiammarono gli animi.
Il suo grido fu il primo a levarsi in aria...e poi attaccarono.
Era cominciata.
Dalle torri di Hogwarts, Tom Riddle chiuse gli occhi, appoggiando la fronte ai vetri della finestra all'interno dello studio di Silente.
Si combatteva per lui.
Gente sarebbe morta per lui.
L'incalzare della carica fece fremere i primi cuori, ma nessun Auror si mosse.
Dalle mura Hermione attese ma sentiva il respiro freddo dei Dissennatori farsi vicini.
Guardò in basso.
Harry fece un primo balzo in avanti.
E poi il segnale.
Levò in aria la bacchetta sopra la testa e in seguito al suo ordine da essa sprizzò una magia fortissima, che salì in cielo ed esplode, scintillando rosso vermiglio e oro.
I mannari erano ormai alla linea di confine quando un ruggito ancestrale squarciò il cielo, più forte della tempesta.
Il ruggito si ripeté e Asher bloccò la sua fila.
Quel verso...quel lamento...
No, non poteva essere...

All'improvviso un enorme drago nero uscì dalla Foresta Proibita, librandosi in aria con un battito d'ali che quasi spazzò via quelli che erano rimasti indietro.
Lucilla dei Lancaster viaggiò spedita sopra la valle di Hogwarts, planando sul campo di battaglia.
Quando sputò fiamme e folgori, l'enorme scia cosparsa d'olio di Edward prese immediatamente fuoco, levandosi per almeno tre metri, tagliando fuori i mannari dal contatto con gli Auror.
Questi, terrorizzati, arretrarono mentre Harry sorrise.
Le fiamme gl'inondavano gli occhi verdi.
Brillanti come gemme, dettero un nuovo ordine.
Levò la spada in aria, puntandola dritta al cielo.
E dalle mura di Hogwarts, Hermione ottenne il suo sospirato permesso.
- Incoccare.- sibilò fradicia di pioggia, mentre gli Auror puntavano dritti le loro bacchette e i loro Incantarchi oltre la barriera di fiamme creata da Lucilla - Un bersaglio ciascuno.-
- Mirare al collo o alla testa.- proseguì, vedendo le punte delle bacchette illuminarsi.
E poi l'ordine. Il più spietato di tutti.
Hermione assottigliò le iridi dorate.
- Fuoco!-
Asher Greyback, dalla sua postazione, sentì il sibilo delle magie ancora prima che queste si fossero librate in aria.
Con l'anima che lottava per uscire dal petto, sollevò il volto.
Stelle. Erano come stelle.
Una pioggia di stelle stava per abbattersi su di loro. E non ci sarebbero stati scudi né preghiere a proteggerli.
- Ripiegare.- alitò - Ripiegare!- urlò poi, fortissimo ma era ormai tardi.
La prima fila comandata da suo padre venne completamente falciata.
Bersagliati da fuoco, ghiaccio e magia corrotta, i lupi mannari di fronte al muro di fiamme vennero abbattuti mentre la seconda fila già scalpitava per rimpiazzarli.
Ben presto le magie cominciarono a cadere a cascata, colpendo ogni punto della piana.
Chi poteva si proteggeva, gli altri continuavano ad avanzare, col coraggio degli impavidi.
Mille esplosioni accecavano gli occhi qua e là, corpi inermi saltavano per aria, ricadendo in pezzi.
Ululati e latrati sostituirono presto le grida di guerra mentre Fenrir si ritrovò davanti a un nemico impensato.
Il drago nero planò di nuovo su di loro, lanciando una bordata di fuoco inimmaginabile.
Nemmeno la magia salvò gl'inesperti ma lui riuscì a proteggersi, vigliaccamente.
Si nascose sotto un cadavere.
La puzza di carne bruciata dopo solo un'ora di combattimenti impregnava ogni cosa.
I mannari contrattaccarono, in quell'inferno di fiamme e cenere: scagliarono lance e pugnali direzionali.
Qualcuno varcò coraggiosamente la linea infiammata di Lucilla, sfidando il fuoco.
Ghermiti e ustionati, una fila intera di Fenrir si scagliò contro le schiere di Harry, pronti alla battaglia.
Vennero sguainate le spade...e poi furono solo grida e ruggiti.

Intanto nell'ufficio di Silente le tate cercavano di placare i pianti di Lucas e Glory, a cui si unirono ben presto anche Jeremy e Alexander. I bambini erano irrequieti, come se avessero percepito la tensione nell'aria.
Come se l'odore della battaglia fosse arrivato fino a loro.
Era incredibile da definire ma...si, la battaglia aveva un profumo suo.
Un sentore di sangue, misto a morte e...bruciore dei sensi.
Tom si ritrovò ad artigliare le dita sulla mensola della finestra, con un pensiero assurdo nella mente.
Voleva essere lì...
Voleva essere fra quelle fiamme, fra quelle lame che scintillavano come oro e argento.
- Come sta andando?- chiese Cloe, che faceva il solco dalla scrivania al caminetto.
- Hn, cara ragazza. Se stessi ferma magari...- berciò il preside Dippett dal suo quadro, seccato dal tintinnare che provocavano i suoi tacchi.
- Oh, stia zitto lei per cortesia!- sbuffò la Grifondoro - Tom, come va?-
- Direi bene.- rispose Riddle con la testa altrove - Se la stanno cavando.-
- Si, se la cavano davvero.- disse anche Beatrix, che coi suoi occhi vedeva molto meglio anche da quell'altezza - Mi sembra troppo facile però.-
- Che pretendi cara. Con un drago!- disse con voce stucchevole la vecchia preside Red - Con un drago sono capaci tutti a vincere le battaglie. La figlia di Lord Maximilian Lancaster, pace all'anima sua, potrebbe fare tutto da sola.-
- Non ne avevo mai visto uno.- sussurrò William - E'...bellissimo.-
- La mamma? Trasformata da drago?- sorrise Degona - Si, è vero.-
- Voi bambini non dovreste vedere queste cose!- sbottò Fauna - E anche tu signorino Riddle!-
- Siamo grandi e maggiorenni!- le ricordò Claire.
- Bhè, il signorino Riddle ancora no!- cinguettò anche Flora - Queste cose non vanno bene per gli occhi dei giovani!-
- E neanche per le mie orecchie.- Damon, seduto sul divano, si massaggiava le tempie, infastidito.
- Che hai?- gli chiese Degona - Qualcosa non va?-
- Non direi.- Howthorne socchiuse gli occhi - O forse si...-
Tacque all'improvviso, serrando le palpebre. Quando le riaprì, le sue iridi si erano tinte di ghiaccio.
Si alzò di scatto, andando alla finestra quasi spostando Cloe.
- Oddio.- alitò, puntando il dito a ovest, verso il fianco della Foresta - Guardate verso i campi di Hogsmade!-
Tutti ammutolirono, anche Beatrix.
- Bhè?- chiese Dippett sbadigliando - Che capita?-
- Già, che succede?- saltellarono gli altri presidi nei loro quadri.
Che succede?
Tom, Damon, Trix, Claire, Degona e William si scambiarono un'occhiata.
Dai campi di Hogsmade si vedevano altre luci...che avanzavano. E non erano luci come tutte le altre.
Non erano fiaccole comuni.
Erano fiaccole blu.
Come quelle dei...
- Greyback.- disse Tom in un soffio - Sono rinforzi! Li ha nascosti nel caso fosse andata male al primo giro!-
- Merda!- urlò Damon - Dannazione dalle mura non si vedono! Non li vedranno arrivare!-
- Se li ritroveranno addosso!- ringhiò la King - E adesso che facciamo?! Dobbiamo avvisarli!-
- E come?- La Vaughn corse alla porta dello studio, prendendola a calci - Ci hanno chiusi dentro!-
- Dobbiamo dirlo a Hermione!- Damon la indicò, vedendola perfettamente dall'ufficio del preside - Se riusciamo a dirglielo saremo salvi! Dirigeranno là gl'incantesimi e li fermeranno!-
- Posso farti notare che Hermione è là sulle mura?- gli disse William istericamente - Glielo scriviamo in cielo?! Sarebbe più facile camminare sul cornicione!-
Ci fu di nuovo un lungo silenzio...e quattro delinquenti a caso si guardarono.
- Oh no!- disse Trix furibonda - Non mi obbligherete a camminare in bilico su un fottuto cornicione! Piuttosto l'inferno!-
- Preferisci che invadano la scuola?- disse Tom, salendo in ginocchio sulla mensola.
- Ehi, ehi!- lo richiamò Fiona - Signorino cosa credi di fare?-
- Andare ad avvisare Hermione!- rispose Riddle.
- Così ti romperai l'osso del collo! Non sapete volare e qua non ci sono scope!- esplose la folletta.
- Bhè, almeno dobbiamo provarci!- Damon si sporse dalla finestra, guardando il tragitto - Ok...scendiamo qui, ci caliamo dalla grondaia e poi seguiamo il cornicione interno fino alla Torre Oscura. Da lì proseguiamo sull'architrave e poi di nuovo sul cornicione nord. Se non ci ammazziamo arriveremo da Hermione! Duchessa, yankee...muovetevi!-
- Un corno!- sbottò la biondina - La megafessa soffre di vertigini e quando ha paura non si trasforma bene in pipistrello, lo sai! Senza contare che Tom inciamperebbe subito! Vuoi farlo uccidere?-
- Prometto che starò attento!- disse Riddle sbrigativamente - Ma ora muoviamoci! Forza, dammi la mano!-
- Ehi, un attimo!- disse William seccato - E noi?-
- Voi state qua coi bambini!-
- In due io e Degona siamo dieci volte voi quattro.- rinfacciò Crenshaw - O avete il coraggio di negare?-
Damon e Tom sibilarono colpiti nell'orgoglio.
- Ok, come vi pare ma state qua!- ordinò Howthorne - Se richiamo di cadere almeno voi due potrete attutirci la caduta. D'accordo?-
- No, ma fa lo stesso.- sbuffò Dena, imbronciata - Vedete di stare attenti!-
Un minuto più tardi, in bilico su una lastra di marmo e mattoni vecchi come Noè larga appena mezzo metro, il gruppo di malandrini procedeva in fila indiana. Damon in testa, seguito da Beatrix, Tom e infine Cloe.
- Che idea di merda.- disse il Legimors - Che idea di merda.-
Il vento era così forte che sarebbero finiti davvero col l'osso del collo rotto in due, giù in giardino...
- Tom...occhio a dove metti i piedi.- alitò Claire per ultima, tenendolo per il bordo del cappotto - Chiaro?-
- Tranquilla.- Riddle vedeva già doppio - Tutto ok. E tu Trix? Stai bene?-
La Diurna teneva lo sguardo fisso sulla nuca di Damon, più pallida del solito.
- No.- ringhiò - E se crepate, lasciate che vi dica due parole. Conoscervi è stato il più grande orrore della mia vita.-
- Non buttiamola sul sentimentale.- frecciò Damon, percorrendo il cornicione con cuore al livello delle tonsille, stando in bilico al pelo - Comunque ho qualcosina da dire anche io. Duchessa...odio come non dividi mai la torta al limone con nessuno.-
- Ah si? E io odio la faccia con cui guardi sempre tutti dall'alto in basso.- replicò la bionda.
- Ragazzi, non mi sembra il caso...- cercò di placarli Riddle, ma invano.
- Sai cosa mi sta anche sulle balle?- continuò il Legimors - Non sopporto quando tu e Trix ve ne arrivate alle uscite di gruppo con mezz'ora di fottuto ritardo!-
- Ehi, scusa tanto! Tu ci metti cinque minuti per prepararti. Io per entrare in un vestito c'impiego tutto il pomeriggio!-
- Fosse se pensassi meno alla forma e più alla sostanza magari...-
- E adesso di che parli?-
- Sai di cosa parlo! Il tuo deficiente che tanto ti piace non vedrebbe una donna in topless neanche se se la trovasse sotto al naso!-
- Non parlare di questo, non è il momento!-
- Voi due mi avete rotto le palle! Io vi odio tutti quanti!- sbottò Trix, sclerando a livelli indecenti e tremando come una foglia per la paura - Ve ne state a parlare di terapia di coppia quando stiamo camminando su un rasoio! E' colpa vostra se adesso sto qua! È il mio incubo peggiore!-
- Volete finirla?- anche Tom ormai diedi i sospirati i numeri, a buon diritto - Non cadremo, quindi basta, fatela finita di litigare!- ma proprio mentre finiva di dirlo mise il piede nel vuoto, perché come sempre non guardava dove andava.
Ci vollero cinque minuti per ritirarlo sul cornicione e da quel momento non osò più aprire bocca.
Dopo circa altri dieci minuti raggiunsero finalmente lo scivolo che dava sulle mura. Ci si calarono, facendosi quasi trafiggere dagli Auror appostati e poi, pure sgridati da una furibonda Hermione e presi due calci anche da Elettra, Jeager, Milo e Pansy, i quattro giovani maghi riferirono delle truppe in arrivo.
Quando la Granger si volse, ormai quelle fiaccole erano visibili anche a loro.
- Cazzo.-

Harry estrasse la lama dal petto di un mannaro e uno schizzo di sangue macchiò la terra bruciata, finendogli anche sui pantaloni. Si volse di scatto, andando a sbattere con la schiena contro qualcuno.
Quando sollevò la lama, puntandola pericolosamente contro il nemico, si accorse che era Draco.
Malfoy ghignò, togliendogli a sua volta la sua spada dal collo.
- Magari un'altra volta.- gli sibilò, con gli occhi argentei iniettati di qualcosa di antico.
Tornò a combattere anche Harry.
Nelle vene gli galoppava qualcosa insieme al sangue.
Veleno, gloria, orgoglio.
Il peccato di un Grifondoro.

Mai come in quel momento si sentì tutt'uno con la spada, col suo passato da Grifondoro.
Ora capiva. Ora capiva il suo peccato.
Fra le fiamme e le esplosione vedeva Auror combattere, il calore del fuoco gli arroventava la pelle.
Sentì un sibilo ed estrasse prontamente la bacchetta, per difendersi con uno scudo.
Un Bombarda rimbalzò su di esso e Potter vide venire avanti un gruppo di cinque mannari, totalmente mutati.
Gli artigli ben saldi sul terreno, misero bene in vista come cani rabbiosi le fauci affilate.
Da qualche parte sentì qualcuno urlare di ucciderlo e riconobbe la voce di Fenrir.
Eccolo il verme.
Stava nelle retrovie e combatteva contro Duncan.
Ritornò al suo presente, allontanando quei maledetti che cercavano di farlo a brandelli coi loro artigli ma fortunatamente fino a quel momento aveva rimediato solo un graffio sul braccio sinistro, nulla di grave, considerato lo fialette di Malfoy.
Fino a quel momento la maggior parte dei morti erano per i mannari. A terra aveva visto solo pochi Auror e questo lo rincuorava. Come lo rincuorava la presenza di Lucilla che inspiegabilmente si era mossa ad ovest, esattamente come gli arcieri che comandavano Hermione e Jeager.
Con un rivolo di sangue che gli bagnava l'occhio, Harry si girò e vide ciò che non si era aspettato.
Altri mannari. Da ovest.
Dalle campagne di Hogsmade.
I compagni sulle mura si stavano impegnando per bloccarli.
Ormai era quasi mezzanotte ma la battaglia non accennava a chiudersi.
Ancora dietro alla linea di fuoco però, la gara era ormai vincente per loro.
Vide Ron trascinare via un Auror del Devon, colpito gravemente alla schiena ma fu in quell'attimo di stallo che un grande nemico colse l'occasione al volo.
Mutato completamente, Asher Greyback si aprì un varco fra le fiamme e gli atterrò di fronte.
Mostruoso ma elegante, il principe riprese lentamente forma umana.
Gli occhi però rimasero gli stessi.
Arancioni come il fuoco, si puntarono sul bambino sopravvissuto.
- Io e te abbiamo un conto in sospeso Potter.- sibilò Asher, mettendosi in piedi e sguainando un lungo pugnale.
Harry si guardò attorno.
Dov'era Fenrir?
Dov'erano tutti gli altri?
Non fece in tempo a pensare altro che il giovane Greyback si scagliò contro di lui e con forza tale da gettarlo a terra.
Harry rimase schiacciato sotto di lui ma evitò il primo fendente al petto, spostandosi di fianco. Alzò il ginocchio e colpì con forza Asher al torace, sbalzandolo indietro.
Il mannaro atterrò in ginocchio, le solide gambe e braccia saldamente piantate nella terra zuppa di sangue.
Anche l'Auror si rimise in piedi, recuperando la spada con la magia.
Lo fissò attento.
Tutti quei mannari che praticamente veneravano il principe e non il loro capo.
Quel ragazzo non era come tutti quanti i suoi sudditi.
- Dov'è il figlio del mio Signore?- gli ringhiò Asher con la sua voce rauca.
- Al sicuro. Dove voi non potrete mettergli le grinfie addosso.- rispose Harry, gelido.
- Derubi i padri dei propri figli bambino sopravvissuto?- sibilò il mannaro con acredine - E' questa la tua vendetta per il Lord Oscuro?-
La vendetta.
Harry si trovò a sorridere.
La vendetta...era sparita, forse. Non se n'era mai accorto prima.
Non l'aveva mai capito davvero.
La vendetta forse se n'era andata il giorno stesso in cui, sei anni prima, un bambino con smarriti occhi blu si era presentato alla sua soglia, come un tempo aveva fatto Lord Voldemort.
La vendetta Tom se l'era portata via. E gli aveva donato qualcos'altro.
Asher sollevò di nuovo il pugnale, puntandoglielo addosso.
- Per l'ultima volta. Consegnami Tom Riddle.-
Harry lo fissò, in silenzio.
Dimenticò di una cosa importante, in mezzo a quella battaglia.
Quando se ne accorse, era tardi.
Lo percepì dal Lago Nero. Lo percepì nell'aria. Proprio come aveva sentito la prima goccia di pioggia.
All'improvviso un leggero bagliore si Smaterializzò fra loro due.
Harry fece per gridare, per avvisarlo...ma per Asher non ci fu nulla da fare.
Qualcuno Smaterializzò un grosso e tozzo pugnale sulla traiettoria del principe che, colpito in pieno torace, poco sotto la clavicola destra, si accasciò al suolo, cadendo in ginocchio, con un rivolo di sangue alla bocca.
- PRINCIPE!-
La battaglia, di colpo, finalmente, si fermò.
Asher Greyback aveva gli occhi aperti. Con incredibile lucidità osservava la sua ferita.
Ma poi sopraggiunse il dolore che l'avrebbe segnato per il resto della sua esistenza.
Al suo fianco arrivò suo padre.
E Fenrir gli ghignò in faccia.
Poi gli batté le mani, senza essere visto da nessuno se non da Harry e suo figlio.
Fenrir Greyback scoppiò in una risata sguaiata, alzando il capo al cielo.
- Mi hai servito bene, figlio.- disse, fra le risate - Ma ora hai raggiunto il tuo scopo. Muori pure. Mi sei stato di grande aiuto. E tu Potter...- si volse nella direzione del bambino sopravvissuto, soddisfatto - Ormai sei finito.-
- Padre...- Asher cercò di trattenerlo ma Fenrir scostò la sua richiesta di aiuto bruscamente.
- Crepa in silenzio.- gli sibilò, andandosene - Ormai non sei più di nessuna utilità.-



La battaglia di Hogwarts terminò in quell'esatto istante.
Mentre le truppe di Greyback se ne andavano, gli Auror seppero che se anche avevano vinto quello scontro, la guerra vera contro i licantropi era appena cominciata.
Lo capirono vedendo i visi dei mannari. Avevano perso un capo. Un grande capo.
Un degno principe. Morto per mano loro.
E se Fenrir se ne andò soddisfatto, così pure fecero i due fratelli Lestrange.
Nessuno più però trovò il cadavere del principe Asher.
Si era dissolto nel nulla.



 
Top
0 replies since 13/2/2009, 18:32   36 views
  Share