- Capitolo 27°

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view post Posted on 13/2/2009, 18:30
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Ci volle molto tempo dopo quella battaglia a Hogwarts perché quella storia fosse, se non dimenticata, almeno passata in secondo piano...rispetto a ciò che accadde nei giorni seguenti.
Gli studenti vennero presto a sapere cos'era successo quella notte e lo stesso fu per i giornalisti a Londra.
La Scuola di Magia venne assediata da giornalisti, da curiosi, studiosi di vari campi.
E da politici, chiaro.
L'ufficio di Silente venne bombardato da lettere di genitori letteralmente furibondi, da contribuenti che avevano tentato di suicidarsi dopo aver letto la notizia sul giornale, anche da Psicomaghi, che pretesero di fare una seduta col preside, mentre Harry e Duncan Gillespie vennero presi d'assalto da Orloff. E il Ministro della Magia, come al solito, non ci andò per il sottile.
Minacciò ritorsioni su ritorsioni, ululando al vento il pericolo che loro e tutti gli Auror della Gran Bretagna avevano fatto correre a degli studenti minorenni.
Mancò poco che tutti i professori venissero messi sotto processo per aver aiutato Harry e mancò davvero pochissimo che Duncan e tutti i restanti Auror dell'isola fossero licenziati in tronco.
Insomma, furono grane a caterve ma Harry per una volta non se ne curò davvero.
Tantomeno tutti gli Auror.
E questo fu il primo passo per la fine di Orloff.
Gli Auror avevano ormai un nuovo capo. Un capo che non era il Ministro della Magia.
Ci volle una settimana per rimettere in sesto la piana di Hogwarts e i campi di Hogsmade, distrutti dal passaggio dei mannari di Greyback.
Il fiume dei gufi dal Ministero sembrava non avere mai fine, eppure, un giorno, tutto sembrò essere dimenticato.
La storia cadde nel silenzio ma...no, nessuno scordò.
Per giorni interi Harry non riuscì a vedere altro che il corpo del principe Asher, trafitto a tradimento.
Non vide altro che la sua espressione.
Un giocattolo usato e poi gettato via.
Un figlio...usato come pedina, messo in trappola come un coniglio, come un animale. E poi ucciso.
Harry non riusciva quasi a dormire, a mangiare, a respirare.
Quel principe...che era ancora un ragazzino poco più grande di Tom.
Morto.
Erano passati sette giorni e non riusciva a scordarselo.
Dannazione.
Come aveva potuto permettere che a pagarne le conseguenze fosse stato lui?
Elettra gli arrivò alle spalle, carezzandogli la schiena.
- Tesoro...devi mangiare.-
Lui scosse il capo - Non riesco a mandare giù niente.-
- Harry finirai per ammalarti.- la bionda strega lo guardò attenta, senza mai lasciargli la mano - So che non stai bene ma se molli adesso rotoleranno tante altre teste, lo capisci? Devi mangiare, devi dormire un po'! Non è colpa tua se quel ragazzo è morto.-
- Avrei dovuto stare più attento.- sibilò, tornando a guardare fuori - E ora un ragazzino è morto e tutta la casta dei Greyback si è rivoltata contro di noi.-
- E' stato quel maledetto essere senza cuore a scatenare tutto questo. Ha ammazzato suo figlio con le sue stesse mani! Tu non centri nulla, devi smetterla di colpevolizzarti inutilmente. Il principe è morto e non c'è niente che possiamo fare per riportarlo indietro. Possiamo solo guardare avanti e cercare di vendicare il suo ricordo.-
Il bambino sopravvissuto inspirò a fondo, abbassando la testa fino a toccare la fronte di sua moglie.
Dio.
Elettra riusciva a rendere chiare anche le notti più buie.
La strega gli carezzò il viso, passando poi a frizionargli le spalle.
- Sei ghiacciato. Mangia qualcosa, poi vai a letto.-
- D'accordo...ma credo dovrò rimandare il pisolino a più tardi.- alzò la mano, indicandole un punto oltre la finestra - Guarda. La conosci quella carrozza?-
Gli occhi celesti della Baley divennero di ghiaccio.
- Orloff.- disse fra i denti - Cosa vuole quel mostro?-
- Accorciarmi il cappio. È stato fuori dai piedi per una settimana, ha superato i limiti.- Potter si passò una mano fra i capelli - Stavolta non riesco a evitarlo. Prendi Lucas, vai da Pansy e Sarah. Ci vediamo dopo.-
- Harry, mi raccomando.- Elettra lo fissò dalla porta, truce, dura e seria - Sul serio amore. Qualsiasi cosa ti dica, qualsiasi allusione faccia, non perdere mai le staffe. Sai com'è fatto. E' venuto qua per provocarti, ma tu non dare in escandescenze o ce lo saremo inimicato per sempre.-
...E Harry Potter un quarto d'ora dopo, diede in escandescenze...
- Come diavolo si permette di venire di fronte proprio a me e sbattermi in faccia le sue ipocrite critiche?! Che diavolo ne sa di quello che io e gli Auror abbiamo dovuto affrontare una settimana fa? Lei non ne sa niente visto che era a Londra, ben protetto nel suo bell'ufficio!-
- Ora stai esagerando Potter!- sibilò Orloff, paonazzo - Devi portarmi rispetto come tutti gli altri!-
- Io non porto rispetto a uno che striscia alle spalle altrui e sotto ai piedi dei potenti! E le dirò di più, caro Ministro. Da quando sono entrato in questa scuola ad oggi su quella sedia non è mai salito un uomo degno di questo nome, ammesso che la parola "uomo" per lei abbia qualche valore!-
- Quella sedia è quella che mi pone al di sopra di un semplice Auror come te!- sbraitò Orloff sempre più rosso in viso, tanto da rassomigliare molto a zio Vernon - Sarai anche il bambino sopravvissuto Harry Potter, ma sei solo uno strumento! Il MIO strumento! E con la strage della settimana scorsa farò in modo di metterti contro tutta la comunità magica! Ne ho basta di te, Potter! Finirai a fondo prima di qualche mese!-
- Faccia silenzio!-
Harry si rigirò rabbioso, con gli occhi di giada scintillanti di rabbia e il Ministro quasi sobbalzò.
- Lei non può toccarmi nemmeno con un dito! Lo so io, lo sanno gli altri e lo sai lei...- aggiunse, a bassa voce, andandogli sempre più vicino, tanto da vedere il velo di sudore sul labbrone del Ministro - Io ho tante di quelle prove da ricacciarla nel buco schifoso da cui è uscito, in faccia a tutta la gente che ha calpestato in questi anni! Quando creperà tutti i morti su cui si è costruito la strada saranno lì a ballare sulla sua tomba!-
Orloff tremò, saltellando indietro.
E come da copione, si mise a bofonchiare a mezze labbra.
- Sei il demonio Potter! Per confrontarti col Lord Oscuro devi essere come lui!-
Il moro scosse il capo, ghignando.
- Che pena mi fa. E ancora più pena mi fanno i maghi che in lei vedono il politico perfetto!-
- E tu? Tu sei solo una macchina, bambino sopravvissuto!- rispose il Ministro, afferrando il suo bastone da passeggio con mano tozza tutta fremente - Sei una bandiera, un pennacchio! Ma il vento cambia, ricordatelo!- l'avvisò con un viscido ghigno di rivalsa in viso - Com'è cambiato il vento per i Greyback! Dimmi, dov'è il cadavere del principe Asher?-
- Non l'abbiamo trovato.- disse Potter gelido.
- Quindi non siete sicuri che sia morto.-
- Cosa vorrebbe insinuare?-
- Che se è vivo è prigioniero di guerra. E sarà deportato ad Azkaban!-
- Le ho detto che non l'abbiamo più trovato, ma aveva una profonda ferita. Non può essere sopravvissuto.-
- Già.- Orloff andò alla porta - Quella è una fortuna che va solo a te, vero ragazzo mio? E a qualcun altro.- il mago si girò, con gli occhi vicini e neri lucenti di gioia malsana - Dimmi. È vero che fra poco meno di venti giorni Tom Riddle diventerà maggiorenne?-
A quella domanda, Harry sentì qualcosa raschiargli il cuore dal dentro.
Maggiorenne.
Tom sarebbe presto uscito dalla giurisdizione sua, di Draco e di Lucilla.
- Si, diventerà maggiorenne fra sedici giorni, il quattordici dicembre.- disse in un soffio.
- Ottimo.- Orloff si aggiustò la pregiata sciarpa di seta, mettendosi poi la coppola nera in testa - Allora metà dei miei guai stanno per finire. A presto Harry Potter, mi rivedrai presto.-
- Ministro.-
Il mago si bloccò, voltandosi.
- Stia attento a quello che fa.- Harry sollevò il viso, trapassandolo con lo sguardo - Quel ragazzo potrebbe salvare questa guerra. Oppure scatenarne un'altra.-
- Un'altra guerra?- Orloff sollevò le sopracciglia arcuate.
- Si. Quella che scatenerò io contro tutta la Gran Bretagna se solo qualcuno si azzarderà a guardarlo in un modo che non mi piace.- la sua voce uscì in un sibilo, esattamente come Voldemort - Sono stato chiaro?-
Il viso di Orloff era diventato ora cianotico, pallidissimo.
- Non sfidarmi, ragazzino.- balbettò il Ministro.
- No, è lei che non deve sfidare me. E adesso sparisca.-


Tristan Mckay faceva su e giù per la sala duelli, osservando i ragazzi del settimo allenarsi col gli scudi e gl'incantesimi di disarmo. Con la testa però era da tutt'altra parte.
Da una settima a quella parte, dopo la battaglia, sul castello aleggiava il silenzio e l'aspettativa degli studenti.
Ansiosi, tutti volevano sapere cosa fosse successo ma nessuno ancora, oltre a quelli della Gazzetta della scuola, aveva osato rivolgersi ai professori col rischio di venire maledetto dall'umore cupo di Piton o della Mcgranitt. A parte i Direttori di Casa quindi, gli altri docenti viaggiavano tutti nel mutismo e nel finto disinteresse, fra questi Lumacorno che sembrava allegro e ciarliero come sempre ma che ogni cinque minuti spiava fuori dalla finestra, ossessionato dall'idea di un altro attacco improvviso.
Terminata l'ora di pratica, i ragazzi si rimisero tutti seduti qua e là in mezzo alla sala, sui tappeti e tutti davanti alla lavagna. Tristan, risvegliandosi dai suoi molesti pensieri, agitò la bacchetta pulendole con pigrizia.
- Dunque gente. Saliamo il gradino della casta oscura, demoniaca e mostruosa. Fra le bestie notturne abbiamo vampiri e licantropi. Allora... si?- Tristan si bloccò, vedendo Asteria McAdams con la mano alzata.
- Dimmi Asteria.-
La McAdams si morse il labbro, poi inspirò.
- Prof...vorrei che ci spiegassi cos'è successo la settimana scorso.-
Mckay levò un sopracciglio. Osservò le facce degli altri studenti, poi posò la bacchetta in cattedra e armandosi di santa pazienza ci si sedette, tranquillo.
Se l'era aspettato da quelli del settimo anno, era solo questione di tempo e quella domanda prima o poi sarebbe saltata fuori. Il fatto che fosse così poco più grande di loro andava tutto a suo favore.
Guardò un po' in giro nella sala, come per raccogliere le idee, poi quando fu pronto iniziò.
- Allora...voi tutti siete a conoscenza del fatto che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato il 26 agosto sia tornato in vita. Molti erano qua sei anni fa quando una notte venne risvegliato dai suoi Mangiamorte e come potete immaginare, in questi mesi tutti i suoi seguaci sono tornati da lui.-
- Lo sappiamo.- annuì Asteria, giocherellando ansiosa con i capelli castano dorati - Cosa centra coi fatti di una settimana fa?-
- Adesso ci arrivo.- Tristan si mise di tre quarti, passandosi una mano sul viso tirato dalle preoccupazioni - Bhè...fra i tanti seguaci del Lord Oscuro non sono presenti solo i suoi Mangiamorte. A perorare la sua causa ci furono a loro tempo i giganti e tutte le sottocaste dei demoni impuri, dei Dissennatori. È accaduto però che anche Fenrir Greyback, il signore dei mannari del nord, abbia stretto alleanza con lui.-
- Quindi erano mannari quelli che ci hanno attaccati?- chiese Matt Rogers sbigottito - Li stessi che ci hanno attaccato dopo che siamo stati a Hogsmade a ottobre?-
- Si, esatto. Greyback aveva mandato qua suo figlio, il principe, che a differenza sua aveva i consensi di tutti i loro sudditi. Per farla breve i Greyback hanno assediato Hogwarts, come ben sapete sette giorni fa. E appena è calato il buio si sono armati e hanno attaccato noi e le mura, cercando di entrare. Gli Auror di tutta la Gran Bretagna sono venuti qua per proteggere voi e il bambino sopravvissuto. Abbiamo lottato e durante la battaglia qualcuno ha ...ucciso il principe Asher.- Tristan abbassò il viso, girandosi la fece al dito - Il principe come vi ho detto era molto amato dai suoi...e Fenrir Greyback ha colto l'occasione al volo. Ora avrà il consenso di tutti i licantropi della Gran Bretagna contro di noi.-
- In poche parole siamo in guerra anche coi lupi mannari adesso?- allibì Tobey Williams.
- Si, direi di si.-
Gli studenti ebbero reazioni diverse.
Alcuni sbuffarono, altri si lasciarono andare indietro contro schienale di divani e poltrone, oppure si appoggiarono alle spalle degli altri compagni.
- E...e torneranno?- chiese Maggie Clark sgomenta.
- Per il momento lo escludiamo.- rispose il professore.
- Come facciamo a sapere di essere al sicuro?- sbottò Cordelia Chilton con vocetta stridula.
- Questo posto è sempre stato sicuro. Gli Auror vi hanno difesi e la scuola non ha subito un graffio.-
- Prof!- Asteria sollevò di nuovo la mano, zittendo il pollaio che era scoppiato nella folla dei suoi compagni - Perché non date a quel mostro quello che vuole?!-
Cloe sollevò il viso dagli appunti, ridendo gelidamente.
Tutti si voltarono a guardarla.
- Ma certo Mc.- tubò sarcastica - Possiamo offrirgli la testa di Harry Potter su un piatto d'argento. E poi? Sicuramente la pianterà subito, ci metterei la mano sul fuoco.-
- Non parlavo di Harry Potter.- sibilò la Serpeverde rabbiosa e astiosa - Parlavo di ridargli suo figlio!-
- Certo, gli manderò anche un cesto di frutta e biscotti.- replicò la King.
- Senti ma chi cavolo ti credi di essere?- sbottò Asteria balzando in piedi - Un sacco di gente crepa e tu te ne stai tranquilla senza fare niente!-
Cloe si alzò in piedi a sua volta, più tranquillamente - C'è già gente che combatte ma dare contentini a quel mostro, come l'hai chiamato tu, non risolverà il problema di fondo. Ovvero il fatto che babbani e mezzosangue per lui e quelli della sua pasta debbano morire! Ti è chiaro ora?-
- I figli devono stare coi loro genitori!- ringhiò ancora la McAdams.
- Certo e i matti come te al manicomio!- insinuò la biondina in risposta e mancò poco che si mettessero le mani alla gola, ma fortunatamente Damon si mise in mezzo, mentre Sedwigh tirava via Cloe e Alderton faceva tornate Asteria a sedersi in piccionagli, cercando anche da farla sbollire ma del tutto inutilmente.
- Ragazze, per favore calma!- s'impose Tristan - Fatela finita. Non è mandando vittime sacrificali al Lord Oscuro che questa guerra avrà fine.-
- Già e poi perché non ci vai tu a mandarti in pasto alla vecchia prof di Difesa?- frecciò Mary J. Lewis.
- Che guarda caso è la sorellastra di Riddle.- continuò Asteria bellicosa - Vi va giusto bene che non avete mai perso nessuno!-
- Ah, quindi perché tu sei saltata per aria con la tua scuola hai il diritto di venirci a dire come si sta al mondo?- s'intromise anche Neely Montgomery, seduto pigramente sul divano.
- Ehi, ehi!- sbottò Tristan a quel punto, zittendoli bruscamente - Ora basta, mi avete rotto. Non siamo qua per mandare nessuno a fare l'agnello per immolarsi alla causa del genocidio di massa e tantomeno per disprezzare i morti di Wizloon, quindi per cortesia fate silenzio! Un minimo di maturità, diavolo.-
I ragazzi misero il broncio, rincantucciandosi nelle loro postazioni.
- Bene.- Mckay inspirò a fondo, già esausto - Ragazzi, sul serio. Non è così che vanno le cose.-
- Già e poi l'ha detto anche il preside all'inizio dell'anno.- disse Madeline Nolan - Tom resterà con noi!-
- Senza contare che vogliono anche i figli di Harry e Draco.- concluse Damon serafico.
- I bambini?- Patience Hogs di Tassorosso li guardò stranita - Che centrano loro?-
- E' per la profezia.- chiarì Tristan.
- Prof cosa accadrà alla fine della scuola se non avremo risolto la situazione?- gli chiese Matt.
- Se ne occuperà il Ministero e il Capo degli Auror.-
- Certo e intanto in Scozia sono tutti morti!- sbottò di nuovo Asteria - Ed è tutta colpa di...-
- Non è colpa di Tom.- la interruppe subito Damon, appallottolando una pagina di quaderno.
- E tu che ne sai?- rognò la ragazza.
- Oh, sapessi quanto ne so.-
- Oddio, non ricominciare.- gli ringhiò dietro Tobey.
- Ma tu che vuoi Williams? Fatti un giretto sui cornicioni!-
- E basta, ha ragione lui Damon.- s'intromise finalmente Tom, a bassa voce - Finiscila con questa storia.-
Andò a finire naturalmente che mentre Beatrix si scolava la merenda dal suo bel bicchiere di polistirolo, nella classe scoppiò l'ennesima occasione di linciaggio.
Stavano di nuovo per mettersi le mani al collo quando Tristan infranse la sua regola d'oro.
Usare la magia proibita sugli studenti.
- Quietus Totalus!-
Un'onda magica si protrasse verso i ragazzi delle quattro Case a macchia d'olio e di punto in bianco le loro voci si strozzarono. Si voltarono sconvolti verso il prof che ritirò la bacchetta, sorridendo angelicamente.
- Bene. L'effetto svanirà in qualche minuto. Ora che potete ascoltare tutti quanti e potete smetterla di assordarvi coi vostri starnazzi, posso solo dirvi che gli Auror ormai hanno dato la loro parola a Harry Potter. Sono qua per difendervi, tutta la Gran Bretagna ormai si sta mobilitando. Si sono mosse forze che un tempo non avrebbero mai sognato di darci il loro appoggio ma ora sono qui. Per noi e per voi. Più nessuno sarà sacrificato per il Lord Oscuro e tantomeno altri giovani maghi come voi finiranno al Creatore. Perciò portate rispetto per i nostri morti.- concluse, fissandoli serio - E specialmente per coloro che sono innocenti, la cui unica colpa è essere nati dai genitori sbagliati. Cominciate a vedere al di là del vostro naso ragazzi. Niente è ciò che sembra nella realtà. Né cognome né famiglia d'origine. E adesso la lezione è finita, potete andare. Ci vediamo domani con le prime lezioni teoriche sui vampiri...e se vedo qualcuno che si mette le dita negli occhi in corridoio passerete le vacanze di Natale qui ad aiutare il signor Gazza nella pattuglia. Sono stato chiaro?-
Ci fu un corteo uscente dalla sala di studenti accerchiati di fuoco, altri semplicemente avevano un muso lunghissimo, c'era chi si dava già per spacciato e si strappava istericamente i capelli mentre altri ancora se ne andarono mogi, delusi o malinconici.
Quando Jess e Milo videro passare quella baraonda, scoccarono un'occhiata stranita a Tristan.
- Che è successo? E' molto qualcuno?- chiese il Diurno.
- Lascia perdere.- sospirò Mckay junior, tornando a sedersi in cattedra stremato - I ragazzi mi hanno chiesto di raccontare cos'è accaduto la settimana scorsa. Hanno avuto parecchia pazienza ma poi non ce l'hanno più fatta. Sanno fiutare il pericolo da miglia quelli!-
- E che hai detto?- gli chiese Jess, ridendo.
- Tutto quanto e...diciamo che i più intransigenti restano quelli di Wizloon.- Tristan ripensò alla foga di Asteria, dispiaciuto - Gli scozzesi sono ancora molto traumatizzati. Non riescono a reggere bene la tensione...e vogliono che rimandiamo Tom da Voldemort.-
- Si. Avrà anche un mio biglietto di saluti.- ironizzò Milo sarcastico - Ragazzini petulanti! Credono davvero che mandando Tom da suo padre tutto si risolverà?-
- Se ci credono al Ministero...- Jess lo guardò attento -...perché non dovrebbero crederci dei ragazzi?-
- Al Ministero sono degli idioti.- sibilò Tristan - Orloff si caccerà in un mare di guai con questa storia.-
- S'impicchi.- Milo serrò le fauci - Manderebbe al massacro chiunque pur di salvarsi la pelle.-
- Il problema è far capire agli studenti che non è rinunciando alla lotta che si vince.- Jess Mckay sospirò, quasi deluso - Ormai dovreste esservene accorti. Tutti pensano solo a salvarsi nel modo più facile. Pensano che con la morte di Harry e Tom tutti finirà ma non capiscono che Harry è la loro unica speranza.-
- Ognuno pensa per sé ormai.- Morrigan emise un gemito di sprezzo - Lo sapete come sono i nostri amici del Ministero e i rispettabili genitori di questa scuola. Quando c'è un problema basta trovare un colpevole. Se di cognome poi fa Potter meglio ancora no?-
- Per ora l'importante è tenere Tom al sicuro.- disse Tristan, dandogli una pacca sulla spalla per calmarlo - Non voglio che venga messo sempre in mezzo per qualcosa in cui non centra.-
- Come se la cava?-
- Bene direi. Nei voti ha sempre il massimo, non ha grane in questa direzione ma...- Tristan parve preoccupato - Damon mi ha detto che ha deciso di annullare le lezioni di Occlumanzia con Piton.-
- Perché?- gli chiese Jess.
- Questo non lo so. Ma Damon mi ha detto che dopo qualche Legilimens era talmente nervoso che attivava delle barriere incredibili, che nemmeno Piton è riuscito a superare.-
- E' diventato un genio dell'Occlumanzia in tre mesi?- allibì Jess.
- L'Occlumanzia è data molto dal subconscio.- s'intromise Milo, pacato - Può darsi che la paura, invece d'indebolire le sue difese, le abbia rafforzate. Si vede che c'è qualcosa che non vuole far sapere a nessuno. Magari la sua infanzia all'orfanotrofio. Certe cose sono difficili da dividere anche col proprio migliore amico.-
I due fratelli Mckay annuirono in sincrono, consci del fatto che sicuramente Tom nascondesse qualcosa nel suo passato. Probabilmente Lucilla avrebbe potuto rispondere ma la faccenda dell'Occlumanzia non aveva messo in allarme solo Piton e Tristan.

Anche Damon, dopo un paio di sbirciate nella mente di Tom, aveva capito che qualcosa non andava.
Il suo migliore amico si era dimostrato talmente nervoso e restio al Legilimens che la maggior parte delle volte lo ricacciava via davvero violentemente. Con questo però, non impediva a Howthorne di vedere nitidamente alcuni particolari.
Sempre gli stessi.
Sbarre, gabbie appese al soffitto, buio pesto, muri marci, grida. Tante grida.
Che posto era quello?
- Ehi...ehi Damon, ci sei?-
Il Serpeverde si svegliò di botto dalle sue riflessioni, ritrovandosi nel bagno delle ragazze dov'era entrato col resto del gruppo ormai abitudinario dei cessi, ovvero Maddy, Matt Rogers, Stanford che guardava sempre l'orologio perché doveva andare agli allenamenti di quidditch, quel rompiscatole di Flanagan e Neely Montgomery.
A ridestarlo dal mondo dei sogni era stata Maddy, sorridendo.
- Ehi, stai bene? Hai avuto una visione?-
- No, no. Ero solo soprappensiero.- e senza sorprendersi si accorse che stavano ancora parlando della discussione in sala duelli. Che tormento. Una cosa però era certa. Andando avanti di quel passo Cloe e la McAdams si sarebbero messe le mani addosso.
- Ammetterai che sei stata poco delicata.- le stava dicendo Maddy tranquillamente, senza attaccarla - In fondo tutta la sua scuola è stata fatta a pezzi Cloe. Come ti sentiresti se fosse accaduto a te?-
La King scosse il capo, restando ostinatamente seduta sul gradino di rialzo dei bagni.
- Claire.- la supplicò perfino Tom - In fondo molti suoi amici ci hanno lasciato la pelle.-
- Già, non hai alcun rispetto per i morti King!- frecciò Flanagan.
- Sentite io me ne sbatto!- esplose a quel punto, sovrastando perfino i singhiozzi di Mirtilla che piangeva dentro alla tazza di un water - Non è così che ci si comporta ragazzi! Non è giusto incolpare chi non centra niente e sputare su tutto l'aiuto che Harry Potter ha dato alla comunità dei maghi in questi anni da quando è nato! Non si vincono così le guerre e non è giusto che quella venga e ci dica d'impacchettare Tom e spedirlo a quella serpe strisciante! Chi diavolo è quella?! Nessuno!-
- Ok, sarà irrispettoso...- Sedwigh la guardò con dolcezza - Cloe almeno mettiti nei suoi panni. Non ti dico di fartela piacere ma cerca almeno di ricordarti cosa le è successo.-
- Perché dobbiamo essere sempre noi quelli comprensivi eh?- ringhiò furente - Insultano Harry, insultano Tom! Insultano tutti gli Auror morti che ci hanno difeso la settimana scorsa! Questo non è irrispettoso per caso?-
- Mica ha tutti i torti.- bofonchiò Neely, in piedi contro il lavandino a fianco di Damon.
- Oh, non cominciare anche tu adesso.- le disse Matt - Insomma ragazze ma che vi piglia?-
- Quella è la copia femminile di Alderton, mi dà in testa!- Cloe si mise in piedi, andando a sciacquarsi la faccia con dell'acqua gelida - Che giornata schifosa!-
- Se non altro dopo domani è il primo dicembre.- sospirò Maddy.
- Oh no.- il gemito disgustato e terrorizzato arrivò da Tom - San Firmino!-
- Già, tocca alle ragazze stavolta.- ghignò Flanagan, come un maniaco - Ragazze vi firmerò dove vi pare! Com'è il punteggio? Cinque punti per le mani, dieci per le braccia, venti per le cosce, venticinque schiena...poi?-
- Pancia trenta, sotto l'ombelico cinquanta e lo stesso per il seno.- finì Maddy disgustata - Sei un porco.-
- Confermo.- sibilò Sedwigh - Gente io vado agli allenamenti. Tom ci vediamo stasera.-
- Ok, ciao.-
- Cloe vieni?- Stanford si piegò verso la biondina - Martin mi ha detto che ti deve parlare.-
- Si, vengo.- sospirò la bionda, asciugandosi il viso - Ci vediamo a cena. Ciao Tom, ciao Damon.-
- Vado anche io.- disse Neely - Ho Divinazione.-
- La seguo.- borbottò Legimors, verso Riddle - O preferisci che faccia taglia?-
Tom sorrise, placido come sempre - Tranquillo. Ho da fare su in camera.-
- Sicuro?-
- Si, vai a lezione. Ci vediamo a cena.-
- E non preoccuparti per la duchessa.- Damon gli strizzò l'occhio - Vedrai che dovranno parlare di scuola.-
- Ma falla finita!-
Una volta in corridoio, Neely osservò il Serpeverde con interesse.
- Che c'è?-
- Allora ho visto giusto. A Tom piace la King.-
- Da una vita.-
La Corvonero fece uno dei suoi rari sorrisi dolci - Immagino non si sia accorto che anche lei ricambia.-
- Ti pare che Riddle si accorga di qualcosa del genere?- il Legimors scosse il capo - No, lui non dà eccessivamente peso a queste cose. E' una di quelle persone che riescono a vivere di sogni. Un po' lo invidio.-
La strega cambiò discorso, per non essere invadente e tampinarlo di domande - Come va col Sognid'Oro?-
- Meglio. Stanotte ho sognato montagne e caprette.-
- Molto bucolico. Se non altro funziona.-
Già, decisamente. Funzionava alla grande, tanto che da qualche giorno riusciva perfino ad alzarsi dal letto di buon umore. Cosa mai accaduta, neanche durante gli anni bisestili quando il suo potere di Veggente veniva annullato, ma non quello di Lettore di Morte.
Decisamente era stato uno dei suoi migliori regali di compleanno.
Tom invece non tornò subito a Grifondoro.
Andò dritto alla Torre Oscura, dove sapeva che per il momento non avrebbe trovato nessuno.
Erano tutti fuori di ronda o a parlare con il preside, per questo poté sedersi tranquillo in poltrona, davanti al caminetto, e aspettare. Perfino le tate e i bambini non c'erano, usciti per l'ultima passeggiata prima del tramonto.
Attese davvero poco.
Lucilla apparve nella sala riunioni, dietro alla sua poltrona.
Tom le sorrise, alzandosi e andando ad abbracciarla. Non capitava spesso che potessero stare insieme come un tempo e quando lei c'era, era come tornare bambino.
- Come stai?- gli chiese la Lancaster, sedendosi in un'altra poltrona accanto al fuoco, al suo fianco.
- Bene.- bofonchiò ma quando lei alzò un sopracciglio, diffidente, si trovò a sorridere.
- Tranquilla mamma. Ormai sono abituato a certe cose.-
- Harry forse. Tu no.- chiarì Lucilla, stringendogli la mano - Allora, novità?-
Riddle alzò le spalle - Niente d'importante. I ragazzi si sono quasi linciati in sala duelli, Tristan ha usato la magia proibita per farci stare zitti, Cloe vorrebbe uccidere una Serpeverde e conoscendola so che lo farebbe...e dopodomani è San Firmino. Una tortura.-
Alla demone sfuggì un debole ghigno.
- Certe tradizioni sono talmente fastidiose che alla fine ti risultano adorabili.-
- Certo, come una spina nel fianco.- ringhiò il moro e poi continuò a parlare, a parlare.
La sua vena chiacchiericcia non ingannò Lucilla. Rimase ad ascoltarlo, certo, sentendo a malapena il calore delle fiamme sul viso ma capì immediatamente che non lì per quel motivo.
-...e alla fine Lumacorno ci farà fare una sorta di prova del fuoco la settimana prossima, per sperimentare come ce la caviamo contro gl'Incantesimi di Sigillo. Chissà che gli passa per la testa a quello...-
- Tom.-
Lucilla lo richiamò e lui frenò la lingua, fissandola stranito.
- Si? Cosa c'è mamma?-
- Non devi dirmi altro?-
Il Grifondoro stavolta tacque, chiudendosi leggermente in una sorta di mondo ovattato.
Si era come rimpicciolito nella poltrona e la Lancaster se ne accorse.
- Vuoi parlarmi di qualcosa?- gli chiese di nuovo, più dolcemente.
Gli occhi di Tom vagarono frenetici per la stanza, come per prendere tempo.
Era di nuovo nervoso.
- Piton mi ha detto che hai deciso di dare un taglio alle lezioni di Occlumanzia.- iniziò lei - E' vero?-
Tom si morse il labbro con forza, quasi facendolo sanguinare. Ma annuì.
- E' vero.-
- Perché?-
- Damon ha visto...- mormorò deglutendo, col cuore il gola e le lacrime a pungergli impietosamente agli occhi.
Lucilla piegò il capo verso la spalla, gli occhi bianchi assolutamente gelidi.
- Ha visto le prigioni?- finì per lui.
- Si.-
- Ne sei sicuro?-
- Si.- disse di nuovo Riddle in un soffio - Non ha fatto domande ma so che ha visto.-
- Prima o poi qualcuno sarebbe venuto a saperlo, oltre a Hermione.-
- Hermione sa perché è venuta a liberarmi mamma. Damon e gli altri devono restarne fuori.- disse a quel punto, rassomigliando a un coniglio in trappola - Non devono sapere nulla. Mai, in nessun caso.-
- La claustrofobia va meglio?-
- No.-
- Tom...- la demone scosse il capo, paziente - Non c'è niente di cui vergognarsi.-
- Lo so. Ma non sono venuto qua per parlare di questo.-
- A no?- Lucilla gli prestò ancora una maggior attenzione - Allora dimmi cosa succede.-
- Tra due settimane divento maggiorenne, te lo ricordi?-
Tom cercò di sorridere, stringendole di più le dita.
- Te lo ricordi?-
- Certo. Il quattordici. - Lucilla sorrise - Vuoi qualcosa in particolare?-
Ci fu un attimo di silenzio e il sorriso tiepido della demone svanì mentre quello di Tom divenne mesto.
- C'è una sola cosa che vorrei. La tua approvazione.- sussurrò, abbassando il viso - So che...non sei d'accordo. Ma mi hai fatto una promessa sei anni fa. Vorrei che la mantenessi.-
- Sai che sono obbligata a farlo. Ma se posso, te lo impedirò in ogni mezzo.-
- Mamma...l'ho deciso tanto tempo fa. E in questi anni non ho mai cambiato idea.-
- Perché no?- la demone si mise una mano sugli occhi, senza capire - Tom, Tom...sei un essere umano.-
- Non ha rilevanza.-
- Si che ne ha!- sbottò la donna - Sei un essere umano, non un demone.-
- Appunto.- Riddle continuò a sorridere malinconico - Vivrò al massimo altri sessant'anni. Non vivrò per sempre.-
- E questa sarebbe una ragione sufficiente?-
- Non cerco scuse per stare con Caesar per sempre. Non me ne servono.-
- Se non ci fossero scuse vivresti nel mondo esterno.- sibilò Lucilla rabbiosa - Che s'impicchi Orloff e tutto il Wizengamot! Devi smetterla di vivere in loro funzione Tom!-
- Mamma lo sai anche tu.- replicò con sussiego, timido di fronte alla sua collera - Sai cosa vuol dire vivere nell'ombra di quello che si è o di cosa si ha fatto in passato. Sono nato da Lord Voldemort e da Bellatrix Lestrange, c'è poco da fare. Io sarò sempre il figlio del Lord Oscuro. Sono una sua...appendice. E come sua appendice sono il suo erede, l'erede che potrebbe guidare i suoi seguaci. So che non è così e che mai lo sarà ma la gente...è stanca. Mamma...la gente è stanca. Harry...è stanco.-
- Perciò...rinchiuderti a vivere con Caesar sarebbe la soluzione?-
- Così tutti sarebbero sollevati. Si sentirebbero al sicuro.-
- Per far sentire al sicuro i maghi...tu rinchiuderesti un innocente in gabbia?- Lucilla assottigliò gli occhi - E' una visione un po' distorta delle cose Tom. Molti nella storia hanno ragionato così. Troppo male distrugge...ma lo fa anche il troppo bene, ricordatelo sempre.-
- Non è il momento per parlare dell'equilibrio mamma.- rispose il giovane mago - Qui si tratta di pace effettiva. Finché qualcuno come me sarà in giro per le strade, la guerra non finirà mai. La paura non finirà mai.-
- E per farla finire...- sibilò di nuovo la Lancaster -...tu pensi che la soluzione sarebbe sparire, giusto?-
Tom ci mise un attimo, poi annuì deciso.
- Si. Credo sia l'unica soluzione.-
- Che cosa vuoi da me?- Lucilla serrò le mascelle, guardando fuori dalle finestre - Cosa vuoi da me Tom? Che ti chiuda in gabbia senza pensieri? Questa soluzione non è diversa che venderti a tuo padre.-
- E' migliore invece. Perché sparendo nessuno più potrà temere i Mangiamorte, una volta sistemato di nuovo Lord Voldemort.-
- Ci hai davvero pensato bene? Una volta Sigillato, non potresti più uscire.-
- La solitudine non mi spaventa.- ammise pacato, anche se malinconico - So che non sarà come prima, che tutti mi mancherete atrocemente ma...in fondo ho già vissuto quasi otto anni di libertà. Molto più di quanto avessi mai sperato.-
Otto anni di libertà.
Un essere umano...un ragazzo non avrebbe mai dovuto parlare così.
- Mamma...io non sono Harry Potter.- continuò a bassa voce - Sono Tom Riddle. Non sono un eroe.-
Già. Eroe, reietto.
Era tutta lì la differenza.
Due innocenti.
Uno in gabbia alla luce del sole, l'altro in una gabbia nell'ombra.
- ...Lucilla...-
Lei levò il viso.
- Mi prometti che alla fine dell'anno mi lascerai andare da Caesar? Mi prometti che...rispetterai il giuramento che mi hai fatto sei anni fa?-
Lei tacque, fissandolo.
Non era possibile. Non poteva permettere che...lo imprigionassero.
Ma forse...in gabbia ci si era già messo da solo.
- Lucilla.-
- Si.- rispose finalmente, in un soffio - Farò come vuoi. Io non ti fermerò.-
- Promettimi che non dirai nulla a Harry e Draco.-
- Io ti ho solo promesso che ti lascerò andare a giugno.-
- Mamma!- Tom indurì i lineamenti - Se vuoi rendermi la vita impossibile ok...ma non cambierò idea!-
- Lo so.- annuì la demone, alzandosi e chinandosi per baciargli al fronte - Lo so.-
- E' la scelta giusta.-
- E' una scelta Tom. Ma non so se è quella giusta.-
Il mago levò il viso e lei lo baciò ancora, sulla guancia.
- Vai a letto ora. Hai tempo. Pensa. Ti prego, pensa.-
- D'accordo. Buona notte mamma.-
- Buona notte Tom.-












"Affinché il male trionfi, è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione."
Edmund Burke.





 
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