- Capitolo 28°

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view post Posted on 13/2/2009, 18:26
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Sabato primo dicembre.
San Firmino.
Un nome, una condanna riecheggiante.
Thomas Maximilian Riddle, si sa, era una persona decisamente migliore di tutti quanti i suoi predecessori consanguinei. Di buon carattere, di una cortesia e un'eleganza giunte non si sa bene da quale pecora nera dei Riddle o dei Black, Tom aveva ereditato poche similitudini caratteriali da suo padre, ma una di queste particolarità era l'avversione viscerale e profonda per qualsiasi pagliacciata o messa in mostra pubblica data dall'ipocrisia o da comportamenti infantili o poco seri. Più semplicemente, le feste, le ricorrenze e i party.
Eh si.
Tom ODIAVA San Firmino. Lo odiava fin dal suo primo anno a Hogwarts.
Era talmente radicata quell'avversione in lui che a ventiquattro ore dalla mezzanotte del primo dicembre gli veniva sempre un'orticaria atroce a pelle, che gli arrossava l'epidermide di burro ereditata dalla madre.
Eh si.
Perché sfortunatamente per lui, negli anni la sua firma era diventata estremamente ricercata.
A Hogwarts erano presenti lungo la durata dei corsi ben due San Firmino: quello invernale, dove erano le studentesse di tutta la Scuola di Magia e Stregoneria a farsi scarabocchiare il corpo dai loro compagni come prosciutti di marca e il San Firmino di primavera, che cadeva il 13 marzo, e vedeva lo scambio per i ragazzi.
A marzo toccava infatti agli stalloni di Hogwarts farsi firmare le parti del corpo.
Tom naturalmente non ci aveva mai partecipato e dubitava fortemente che anche magari dopo essersi tirato una pista sarebbe mai stato tanto idiota da partecipare a quella vergognosa tradizione.
Senza contare che di solito veniva messo in mezzo anche senza volerlo. Maggie, Mary, Maddy e pure Cloe ogni anno compivano centinaia di tentativi di effrazione alla sua camera, ben sapendo che ci si chiudeva dentro.
Solo al quarto anno si era fatto furbo, cominciando a commettere piccole scorrettezze qualche giorno prima di San Firmino e obbligando i professori a metterlo in punizione nell'ufficio di Gazza.
Quindi solitamente si salvava, ma dubitava che questa volta la Mcgranitt ci sarebbe cascata.
Da quando l'aveva punito grazie alla faccenda del cadavere di Halloween, lo teneva fastidiosamente d'occhio e ogni occasione era buona per la prof di Trasfigurazione per farlo essere un po' meno asociale, ma stavolta non si sarebbe fatto fregare.
Si sarebbe chiuso in camera con le dovute precauzioni del caso: Incantesimi di Sigillo e Insonorizzazione.
E pazienza se Cloe l'avrebbe trovato.
Di certo non l'avrebbe fatta entrare neanche se lo pregava in arabo! E poche storie.
Così di pessimo umore si mise a sedere nel letto, massaggiandosi la testa indolenzita. La sera prima l'intera torre di Grifondoro si era data alla pazza gioia per aver vinto l'ultima partita della sezione invernale di quidditch contro Corvonero e avevano fatto un chiasso tale che si era addormentato solo verso le quattro di mattina.
La testa gli doleva e le tempie martellavano impietose.
Guardò l'orologio da polso e vide che erano le dieci di mattina.
Accidenti, aveva dormito pochissimo!
Chissà le ragazze...
Ghignò come un sadico. Una giustizia divina c'era almeno!
Avevano fatto tanto casino che quelle maledette di certo avrebbero perso ore preziose a dormire e poi a rifarsi il trucco, prima di andare a caccia di firme. Altro che San Firmino.
Era solo la fiera della vanità.
Stava ancora rimuginando su come sopravvivere a quell'atroce e pallosa giornata, ancora nascosto dalle tende del baldacchino chiuso, quando avvertì finalmente un profumo e un freddo conosciuto.
Riuscì a sorridere perfino, tirando le tende.
Una luce pallidissima ma accecante lo colpì in pieno.
Il freddo pungente gli ferì appena la gola e i polmoni.
Neve.
Aveva nevicato.
Ignorando il pavimento gelido raggiunse scalzo la finestra della sua stanza, attaccando la fronte al vetro ghiacciato.
Hogwarts era magnifica tutto l'anno ma per lui...bhè, lui adorava la Hogwarts d'inverno.
Era come una Dama della Neve.
E quel bianco sembrava come pulire ogni cosa. Sangue e morti.
Tutto quel candore dava quasi l'illusione che tutto presto sarebbe stato lindo e pinto come quell'eccezionale paesaggio.
Guardò giù in giardino e vide con piacere Hagrid trascinare un immenso abete verso l'ingresso principale.
Era quasi Natale.
Tom inspirò l'aria buona, chiudendo gli occhi.
L'ultimo Natale.
A quell'idea scosse il capo. Si era ripromesso di godersi quegli ultimi mesi e voleva mantenere quella promessa, quindi filò dritto in bagno, lasciando che i suoi pensieri riprendessero la strada di San Firmino.
Dunque, a quanto ne sapeva lui e sinceramente gliene fregava anche poco, le ragazze di tutti gli anni e di tutte le Case si raccoglievano sempre a classi, in un posto pattuito precedentemente.
Aveva sentito per caso Maggie Clark la sera prima dire che loro del settimo anno si sarebbero ritrovate nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Ma l'apoteosi vera per lui era un'altra: la gara delle firme iniziava alle nove di mattina per concludersi alle undici di sera e dove si sarebbero ritrovate tutte per la conta finale poi, per eleggere la più scema più ricoperta di firme di tutta la scuola? Nella Sala Grande, col consenso dei professori.
Il Comitato Studentesco intero, con a capo quel demente di Albert Johnson e la vicepresidentessa Juliette Caldwell, all'ultima riunione di consiglio avevano piantato una grana grande come una casa, esasperando tanto i docenti che alla fine avevano dovuto acconsentire a perpetrare quella dimostrazione di ritardo di massa.
Ad avere un'opinione non proprio lusinghiera di San Firmino c'era anche Claire King ma era pur sempre una ragazza e adattarsi a qualche demenza non le costava molto, anche se quella mattina avrebbe voluto trovarsi ovunque tranne che nel bagno di Mirtilla.
La sera prima aveva avuto una nottataccia e non era l'unica ad avere delle occhiaie spaventose.
C'erano tutte: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde del settimo.
E guarda caso, tutte più succinte, con trasparenze e frivolezze femminili del solito.
Peccato che avessero tutte fatto la notte in bianco per i bagordi e in faccia avevano tre chili di correttore a testa.
L'unica lì in mezzo a non aver bisogno di certe precauzioni era Beatrix, fresca come un fiore.
Cloe la guardava storta, attaccata al lavandino coi fianchi.
- Ti odio.- le sibilò, bevendo direttamente dal termos del caffè.
La Diurna rise, succhiando dalla cannuccia della colazione - Dovevi andare a dormire prima. Avete fatto festa?-
- Hn.-
- Che entusiasmo.-
Cloe fece una smorfia, guardando il liquido scuro dentro al termos.
Rigirò lentamente la borraccia fra le mani, ansiosa.
- Allora? Che hai?-
- Ti ricordi che Martin mi doveva parlare l'altro ieri? Bhè...mi ha baciato e mi chiesto di mettermi con lui.-
Mancò poco che Beatrix sputasse tutta la sua preziosa emoglobina addosso a Mary J. Lewis che le dava la schiena.
- Worton?- riecheggiò sconvolta - Ti ha chiesto di...-
- Ahah.- ammise la bionda mesta.
- E che gli hai detto?-
- Lo sai com'è Martin.- sorrise la King - Ci prova con tutte, è uno scemo. Mi ha detto che gli piaccio da sempre.-
- Il bacio com'era?-
- Come un bacio qualunque.-
- Quindi gli hai detto di no.-
- Già. Se non fossi tanto innamorata di quell'essere senza cuore con Martin sarei stata davvero bene. È divertente e brillante. Una storia leggera per farmi uscire il Signor Occhi Blu dalla testa. Martin comunque l'ha presa bene. Aveva capito che mi piaceva Tom e ha colto l'occasione per ficcarmi di nuovo la lingua in gola, palparmi e poi scappare con Bruce. Idiota.-
- Comunque anche con Prentice era una storia leggera.- bofonchiò Trix - E poi è diventata la quattordicesima guerra mondiale. Ti fai troppi scrupoli.-
Cloe le scoccò un'occhiataccia e cambiò argomento - Milo l'hai più visto?-
- Ma che ne so. Prima m'ignorava, ora invece mi guarda sempre come se dovessi prendere fuoco da un momento all'altro. Chi lo capisce è brava.-
- E non avete parlato?-
- Non mi parla da quasi tre mesi.- replicò acidamente la strega dai capelli neri - Che devo fare? Immolarmi alla sua deficienza? Già fatto. Adesso però basta.-
- Damon cede eh?-
- Si abbastanza.- rise la Diurna - Ancora un mesetto e sarà come pastafrolla!-
- Perfida.-
Vennero interrotte dalla vocetta trillante di Juliette Caldwell, la capo delle Grazie di Corvonero, che era salita in piedi su un gradino improvvisato e rialzato con la magia di circa un metro per farsi sentire meglio da tutte le presenti.
- Ehi, ragazze ascoltatemi!- disse ad alta voce, sovrastando il chiacchiericcio - Dunque, vi ripeto regole e punteggio per l'ennesima volta, così stasera non potrete rompere per il trattamento dei punti.-
- Si ma muoviti.- la incalzò Kara Kendall, Tassorosso e migliore amica di Patience Hogs.
- Già, io stavo già prendendo le firme!- si lagnò Maggie Clark.
- Non abbiamo tutto il giorno sai?- le chiarì anche Cordelia Chilton, Serpeverde, con aria altezzosa.
Fra tutte non si sapeva bene chi fosse la più tirata quel giorno.
Fra minigonne, scollature e trasparenze...mah!
- Ok.- Juliette si fece passare una pergamena da Regina Farrell, altra Grazia sua sottoposta - Bene, cominciamo. Per le firme sulle mani sono cinque punti. Dieci per braccia e polpacci, venticinque per cosce, schiena e collo. Trenta punti per la pancia, quarantacinque per sotto l'ombelico. Cinquanta per seno e sedere.-
- Le firme...- continuò Paige Brinkam, l'ultima Grazia - saranno sottoposte a un incantesimo di Autenticazione. Per ogni firma falsa c'è una penalità di trenta punti. Si, so che è tanto ma è necessario. Inoltre da quest'anno quelle del settimo potranno prendere le firme solo dai maschi del quinto anno in su. E i professori non sono più inclusi, quindi solo ragazzi dai quindici anni in avanti. Più la firma del ragazzo è rara e più vale. Tutto chiaro?-
- Gazza non è un prof.- ridacchiò una Tassorosso - La sua firma vale?-
- No.- si schifò Juliette - E purtroppo neanche quella del prof Mckay. Allora tutto chiaro? Alle undici c'è l'aduna in Sala Grande.-
- Una domanda ce l'ho io!- fece Kara Kendall - Qualcuno prende le scommesse per caso?-
Le ragazze apprezzarono l'idea e Juliette si voltò verso Claire.
- Cloe, tesoro...ti va di prendere le scommesse?-
- Se ci tenete.- la King alzò le spalle - Favorita?-
Si guardarono tutte con civetteria ma era chiaro su chi stava per cadere il dito.
- Ok, ok.- riassunse la biondina senza neanche dare loro il tempo di strepitare - Venti a uno su Beatrix.-
- Ehi, un attimo.-
Quella voce fece venire l'orticaria pure a Cloe. Aveva fatto di tutto per ignorarla ma non c'era riuscita.
Si girò appena, contando fino a cento per placare i nervi, trovandosi di fronte Asteria McAdams.
I capelli con più mesches bionde del solito, aveva un trucco luminoso decisamente estivo che mascherava bene una nottata di gozzoviglie.
- Non voglio assolutamente sminuire Beatrix, anzi.- Asteria strizzò sensualmente l'occhio alla Vaughn, che a dire il vero cominciava a temere assalti a sfondo sessuale - Ma voglio gareggiare con lei. Posso avere chi mi pare qui dentro.-
Neely Montgomery, che si era alzata giusto perchè le Grazie l'avevano trascinata lì con la minaccia di far sapere al suo ex che era ancora libera, intercettò gli occhi di Cloe.
C'era il fuoco dentro.
Ora la cosa si faceva interessante.
- Davvero?- soffiò Maddy alle spalle della King - Puoi avere chi vuoi?-
- Mi sa di sfida questa.- ironizzò Regina Farrell - Asteria t'interessa una scommessa?-
La scozzese sorrise dopo un secondo d'indecisione.
- Ma certo. Modestamente ci so fare. Secondo voi chi è il ragazzo più difficile di tutta Hogwarts? Scommetto con chi vi pare che entro fine febbraio sarà mio.-
Cloe sentì il gelo invaderla. Una maledetta cattiva e spinosa sensazione s'impadronì di lei.
E infatti accadde.
- Il ragazzo più difficile di Hogwarts?- disse Fern Gordon, ridendo - Assolutamente Tom Riddle!-
- Già, nessuna è mai stata con lui!- sospirò Cordelia Chilton con aria sognante - Nessuna l'ha mai neanche baciato.-
Asteria assottigliò le palpebre, voltandosi verso Beatrix.
- Ci hai mai provato con lui?-
La Diurna rimase impassibile - E' un caro amico.-
- E che amico!- ridacchiarono quasi tutte.
Ma ormai il danno era fatto.
Cloe si sentiva le braccia di pietra e il cuore a pezzettini ma fu costretta a fare quello che doveva.
- Bene.- disse atona - I soldi entro stasera per la vincita di Asteria o per il suo fallimento entro la fine di febbraio.-
- Si, certo ma una cosa Cloe.- le disse la scozzese, con gl'incredibili occhi da gatta puntati su di lei come per avvisarla - Lui non deve saperlo. O potrebbe mandarmi tutto all'aria.-
- Però. Credevo che potessi avere chiunque in qualunque circostanza.- la sfidò Maddy sarcastica.
- Non si sa mai.- rise la McAdams ingoiando una risposta malevola - Allora siamo d'accordo. A stasera gente!-
Una volta rimasta sola con Beatrix, Cloe sentiva solo i piagnistei di Mirtilla.
Aveva quasi voglia di tuffarsi nella tazza insieme a lei.
Tom e...quella vipera.
Oh no!
- Idiota.- le disse Beatrix, con aria superiore ma paziente.
- Non sono un'idiota.- alitò Cloe cianotica - SONO LA REGINA DEGLI IDIOTI!- sbottò istericamente - Oddio! Oddio Trix! CAZZO! E adesso che faccio? Quella maledetta me lo porterà via!-
- Non è quel tipo di ragazzo.-
- MA QUELLA ME LO MANGERA'!- le urlò addosso, spettinandola.
- Che palle duchessa! È tutta colpa tua! Avresti subito dovuto mettere le cose in chiaro e invece col tuo stupido orgoglio da Grifondoro ti sei cacciata in questo casino!- la Diurna alzò le braccia, ormai arrendevole - Ok, va bene. Hai tre soluzioni. Uno: gli dici tutto, cosa che hai giurato di non fare ma che farò io alla prima occasione perché quella potrebbe traumatizzarci Tom e la cosa non mi sembra carina. Due: te lo fai prima di lei.-
- Sarebbe divertente ma lo sai che ha delle manie strane e non si lascia toccare.- rispose la King serafica - Tre?-
- Chiudilo in camera.- finì la Vaughn.
Chiuderlo in camera. Non era male come idea! Ecco, il piano "Difendiamo le Grazie di Riddle" scattava!
Andava via la Grifondoro alla velocità della luce, neanche si trattasse della sua di castità, Beatrix guardò l'orologio.
Erano le dieci e mezza.
Bene, forse poteva iniziare a far finta che San Firmino le interessasse. Scese così in sala duelli, dove appena varcata la soglia si trovò attorniata e puntata come una preda di caccia. A quanto pareva non ci sarebbe stato neanche da chiedere, tutti i suoi compagni la fissavano bramosi, con le piume già in mano.
Dopo essersi staccata a forza Flanagan dalle gambe, il porco infatti aveva insistito per firmarle una coscia, si ritrovò con l'innamoratissimo e dolcissimo Matt alle costole.
Rogers le stava scrivendo sulla nuca con l'inchiostro rosso e lei sorrise, sentendolo tremare.
- Guarda che devi solo firmare. Non devo baciarti stavolta.-
- Non dirmelo.- sospirò teatrale - Potrei uccidermi per tale perdita. Comunque se d'ora in avanti fate le petizioni sulla tua schiena, considerami sempre pronto.-
- Posso anche io?- le chiese Lot Frommer timidamente, arrivando con Tobey Williams.
- Non dovete neanche chiedere.- rispose - Ciao Tobey. Tutto bene?-
- Abbastanza.- rispose il Corvonero - Matt stai ripassando la firma o le guardi nella scollatura?-
- Cosa?- sobbalzò Rogers - Ehi non è vero!-
Ridendo e scherzando arrivò anche Sedwigh e dalla sua faccia doveva aver passato una mattinata infernale.
Oltre ad aver firmato tutta Grifondoro, aveva litigato in mezzo ai corridoi con Charles Patters, il battitore del sesto anno di Corvonero che il giorno prima, in partita, aveva quasi ammazzato la sua cacciatrice con una bastonata.
- Che faccia.- lo salutò il gruppetto.
- Lasciamo perdere, non sento più il polso.- e osservò Beatrix da capo a piedi - Devo dedurre che vincerai tu?-
- Non si sa mai.- rispose la Serpeverde - Cloe potrebbe avere una firma irreperibile.-
- Tom?-
- Se lo droga.-
- Immagino. Te li fai due tiri?-
- Anche subito.-
Fu come sempre un allenamento spettacolare. In coppia stavano diventando sempre più bravi e il divertimento per un ardito come Stanford era assicurato ma una cosa sola lo irritava: l'incredibile resistenza di Beatrix. Dopo tre quarti d'ora di tiri di scherma lui era senza fiato, lei invece stava benissimo.
Come quando scesero dal palco, aiutato da Matt e Lot.
- Grandi ragazzi.- si complimentò Rogers - Tristan dovrebbe darvi dei punti in più solo per gli allenamenti.-
- Altro che per il mostro nascosto a scuola.- sospirò Lot - Qualcuno di voi c'ha più pensato?-
- Ognuno ha le sue croci gente.- sogghignò Beatrix - Stanford che ne dici di elogiare la mia vittoria?-
- Ci avrei scommesso.- rispose, bevendo avidamente da una bottiglietta - Mi verrà una paresi stanotte. Dove?-
- Fammi vincere cinquanta punti, sii gentile.-
E Sedwigh senza fare una piega le firmò sotto la clavicola e sopra il bordo dello scollo della maglietta nera di lycra.
Mentre lui scriveva però, avvertì qualcosa.
Lui aveva ancora il fiatone, era accaldato. Beatrix invece...era sempre ghiacciata.
La sua pelle sembrava marmo tanto era liscia. Non aveva mai sentito una pelle così liscia. E fredda.
Com'era possibile che dopo tanto allenamento...?
E poi...il suo torace. Non si abbassava, non si alzava! Non respirava? Possibile?
Con la mano sul suo cuore...quasi non sentiva un battito. Perché doveva esserci! Doveva.
- Finito?- lo interruppe la Diurna - Ora scusate ragazzi ma devo andare a svegliare Howthorne. Ci vediamo a pranzo!-
E se ne andò, senza accorgersi minimamente di aver innescato una reazione a catena.

Intanto, sulla Torre Oscura, un gruppo di Auror ponderava sul suicidio.
Hermione Granger era seduta a tavola con molti altri disperati e rileggeva per la ventesima volta la lettera che Caesar le aveva inviato la sera stessa della battaglia contro i Greyback e che per forza di cose avevano dovuto prendere in mano solo pochi giorni prima.
Le parole della Lettura del rombo bianco però non erano entusiasmanti.
La strega levò gli occhi d'oro, piantandoli in quelli di Harry Potter, seduto di fronte a lei.
Il bambino sopravvissuto scosse appena il capo, poggiandosi sul gomito sinistro.
- Una nave volante.- mormorò serio - Da quanto non se ne vedono? Secoli.-
- Facciamo quattro secoli.- gli disse Dalton, dietro al bancone della cucina a trafficare con l'aperitivo - Quelle navi erano pericolose. Sembrava che levitassero in cielo solo perché erano maledette.-
- E che cadessero senza preavviso, facendo uccidere i maghi che vi erano a bordo.- finì Pansy, seduta accanto a Ron - Sono state distrutte tutte, l'ultima l'hanno fatta ardere nella piazza di una cittadina francese nel 1623. Dentro c'erano tanti spiriti malefici che in quella piazza ancora oggi quasi non ci passa più nessuno.-
- Caesar ha detto che questa nave però sembra in perfette condizioni.- Hermione alzò gli occhi dalla scrittura elegante di Cameron - Probabilmente qualcuno ne ha salvata una.-
- Qualcuno chi?- bofonchiò Draco, seduto accanto a lei e con un braccio sullo schienale della sua sedia.
- Qualcuno con più anni di un normale essere umano.- rispose semplicemente la Grifoncina - Se ci pensate tutto coincide. Caesar ha detto che i fantocci prendono forma attorno ai rombi. Sono i rombi stessi il centro di energia di quei cadaveri ambulanti, alimentati poi con l'Alito di Vita. Solo i gagia e i demoni possono farlo, ma visto che Duncan ci ha confermato che i Controllori agli attacchi non hanno registrato spostamenti di magia nera e proibita, siamo di fronte a qualcuno che non ne fa uso.-
- Ma che ha abbastanza forza e anni per tenere in segreto un'Arca e rompere le scatole a Lord Voldemort.- concluse Harry - Esatto?-
- Centro.-
- Come cazzo facciamo a trovare quella nave?- sibilò Malfoy, prendendo uno dei bicchieri che Edward stava mandando verso di loro con la magia - Potrebbe essere ovunque. Se sta sopra le nuvole mi dite come la troviamo?-
- Se non altro almeno abbiamo anche capito come il Vendicatore ha spaccato Wizloon in due.- disse Elettra - Ha usato il Guanto di Minegon dall'alto, senza rischiare nulla.-
- Ci sta usando per il tiro al bersaglio, è questo che intendi?-
- Tu che pensi?- rispose la Baley - Non mi dirai che credi che questo tipo sia solo interessato ad eliminare il Lord Oscuro. Quel fantoccio ha detto che Harry ha fallito. Non vogliono solo uccidere Tom. Vogliono uccidere anche noi perché abbiamo fallito nell'eliminare tutti i Mangiamorte.-
- Motivo in più per friggere quel bastardo con la maschera.- ringhiò Hermione alzandosi - Gente torno da Caesar. Voglio sapere altro. Vado anche a cercare un telefono abbastanza lontano da qui. Vedo di contattare i miei amici in Italia per vedere se hanno scoperto qualcosa sul Guanto custodito in Vaticano.-
- Io vado da Duncan.- sbuffò Edward - Gli faccio rapporto.-
- Io torno di ronda.- disse invece Ron - Voi due state qua e controllare la mappa, chiaro?-
Altro che controllare. Appena rimasti soli Harry e Draco stavano quasi per rollarsi una canna, visto che non c'erano i bambini in giro e neanche le tate, quando Beatrix e Damon apparvero sulla soglia, a rovinargli il divertimento.
Con chiacchiere e sbattendo le ciglia con consumata abilità, la Diurna li costrinse praticamente a firmare, visto che avevano più di quindici anni e non erano professori, aggiudicandosi così la vittoria.
- Figurarsi con la vostra firma!- ghignò, sfregandosi le manine, mentre Draco le firmava sul ventre piatto e intanto le faceva uno dei suoi disegnini sconci - Ho praticamente vinto questa ridicola farsa. Ehi...ma che cacchio fai Draco??- sbottò ridendo - Maniaco! Ma che mi hai disegnato?-
- Una sessantanove?- bofonchiò Damon.
- Ed è anche buona come posizione.- frecciò il biondo, accendendosi una sigaretta.
- Certo che ne spari di cazzate.- rise il Legimors - Come va qua?-
- Uno schifo.- disse Harry pacato - Pensavo di suicidarmi.-
- Interessante programma. E per Natale cosa fate?-
- Vigilia a Grimmauld Place.- interloquì Malfoy, iniziando a fare aereoplanini con le pagine della Gazzetta del Profeta che come al solito riportava solo porcate - Natale dipende dai Mckay e dai turni che ci rifila Duncan, ma credo saremo a Cedar House. Santo Stefano possibilmente ce ne stiamo tutti a Lane Street. Ben lontani dai Black.-
- Che centrano i Black?- fece Beatrix stupida.
- Centrano che quei porci dei miei nonni voglio rivendicare i loro diritti di potestà su me, mia madre e Glory. Senza contare che odiano Lord Hargrave e da una vita fanno a gare a chi fa le sviolinate più indecorose, ma mentre Hargrave lo fa per far incazzare mia nonna, lei proprio vuole riallacciare ufficialmente i rapporti.-
- Scusa un attimo.- Damon si stava facendo i suoi giri mentali - Ma tua madre non ha ucciso Bellatrix? La madre biologica di Tom e la figlia preferita di tua nonna?-
- Già.- dissero Harry e Draco con aria incredibilmente goduriosa.
- E perché allora adesso tua nonna vi vuole a Natale?- chiese Beatrix stupita.
- Tesoro, sottovaluti le ipocrisie dei Black.- ghignò Potter.
- E poi vogliono solo rendere mia figlia loro erede universale, nonostante il fatto che sia figlia della mezzosangue li faccia diventare verdi. Se ci va bene magari ci restano secchi finalmente. Magari però potrei andare a cena da loro giusto per infilare il cianuro nel soufflé di mirtilli.- concluse Draco pensoso - Si può fare.-
- Ottima soluzione.- disse Milo, apparendo improvvisamente sulla porta carica di pergamene.
- Oh, ciao.- Malfoy lo scrutò stranito - Che è quella cartaccia?-
- L'hai detto, è cartaccia.- rispose Morrigan raggiungendoli a tavola. Si mise a parlare con loro delle ricerche fatte nella foresta per il corpo del principe Asher, che ancora non erano approdate a nulla, ma nel frattempo con estrema nonchalance mise sotto il naso di Beatrix una pergamena ingiallita.
La ragazza sbatté gli occhioni, poi seguendo lentamente i codici e i cavilli legali riguardanti la giurisdizione dei Diurni, capì una cosa importante. Importantissima.
L'avversione dei vampiri purosangue per i Diurni era tale da tagliarli totalmente fuori dalle loro leggi.
Era come se i vampiri li avessero misconosciuti. Come se non fossero neanche consanguinei.
Lesse col cuore in gola il cavillo segnato in rosso da Milo. Un Diurno minorenne per i vampiri non poteva essere perseguito dalle loro leggi se già maggiorenne nel mondo degli umani, quello in cui viveva. Seguivano le firme di numerosi Antidiluviani, fra cui quella del capo della Corte Leonina, Askart Leoninus.
Il significato di quella legge le fu chiaro come la luce del sole.
I suoi non avrebbero più potuta riportarla alla Corte. Non essendo vampira per le loro leggi, lei era maggiorenne per i maghi e come tale...non desiderava tornare alla Corte.
Oddio. Era libera da Kronos!
In quel mese dall'accaduto aveva fatto tanto per scordarsene ma l'avvicinarsi delle feste l'aveva messa in guardia. Eppure ora...ora poteva restare con Tom e Damon!
Era salva.
Conscia di quello, sentì quasi le lacrime agli occhi ma poi la presenza di Milo al suo fianco la fece irrigidire.
Lui sapeva. Gala gliel'aveva detto!
Sapeva di lei e suo zio.
Non le disse nulla comunque. Si limitò a riprendersi la pergamena dopo un suo cenno ma riuscì almeno a guardarla in faccia. Beatrix credette di vedere un lampo di tenerezza. Forse appena accennato.
Era salva per il momento.

A Grifondoro era tutta un'altra storia.
Cloe era praticamente inferocita.
- Tanto lo se che sei li dentro! Ti sento, cosa credi? Avanti Riddle aprimi! È importante!-
Picchiava ormai sulla porta della stanza del venerando Caposcuola di Grifondoro da circa mezz'ora e stava veramente perdendo la pazienza, visto l'atroce pomeriggio che aveva passato.
Era corsa da una parte all'altra del castello e per una volta aveva ringraziato di essere nata Sensistrega.
Aveva così tenuto sotto controllo tutto il giorno la McAdams e con sollievo la vipera si era tenuta lontana da Grifondoro. Almeno per il momento Tom era salvo ma per quanto ancora?
La conosceva quella. In breve tempo si era aggiudicata la fama di tigre de ribaltabile a Hogwarts e di certo ci sapeva fare, agitando quella sua maledetta chioma e quegli occhioni verdi da gatta.
Ma Tom...Dio, non aveva mai capito di essere gelosa e possessiva fino a quel giorno.
La sola idea della scozzese con le sue maledette grinfie su Riddle la facevano star male.
Dette un altro calcio alla porta, continuando a sbraitare e ignorando Archie che le urlava dalla sala comune che Tom era ammollo nella vasca, quando finalmente il battente si aprì...ma non fu un buon momento.
Cloe stava per dare altri colpi e finì per dare un pugno a Tom in mezzo alla fronte, stordendolo.
- Oddio! Tom! Stai bene?-
Stare bene no. Vedeva un sacco di uccellini e la King dovette trascinarlo a letto di forza.
Col lobo frontale ridotto in briciole, Riddle rimase abbracciato alla strega fino a sdraiarsi supino.
- Sapessi come mi spiace!- Cloe era mortificata. Dio ma perché era sempre così irruente??
- Stai meglio? Tom sul serio mi spiace tanto!- disse mogia - Appoggia la testa alle mie gambe.-
Il ragazzo non aveva neanche la forza di rispondere, quindi non si lamentò e fece come gli veniva ordinato.
Ora la stelline cominciavano a fermarsi e lentamente iniziò a sentirsi meglio.
- Scusami, scusami! Credevo non mi sentissi!-
- Infatti ho insonorizzato la stanza.- sussurrò, facendosi accarezzare i capelli umidi senza fare storie - Ero anche in bagno. Allora?- alzò gli occhioni languidi su di lei - Com'è andata la pagliacciata?-
- Uno schifo.-
- Perché così categorica? Non avrai di nuovo litigato con qualcuno vero?- Riddle la guardò diffidente - Claire...che è successo? Che hai fatto?-
- Niente.- sbottò seccata - Non ho litigato con nessuno. Per chi mi hai presa? Ma a cena vai a parlare con Trix, chiaro?-
- Ok.- bofonchiò, mettendosi finalmente seduto e andando al camino per alzare il fuoco - Piuttosto, ieri sera...a parte il casino che avete fatto, è successo altro? Martin mi sembrava contento per la vittoria ma quando sono poi passato in camerata da loro aveva un'aria strana. Sai cos'è successo?-
La King deglutì, restando seduta sul piumone di Tom.
Si morse il labbro indecise ma poi pensò che dire la verità era meglio.
- Martin mi ha chiesto di mettermi con lui ieri sera.-
Tom, girato verso il fuoco, sentì un gelo profondo. Si volse appena sopra la spalla, le iridi come di ghiaccio.
- E' lui?-
- Se intendi il ragazzo che mi piace no.- si affrettò a rispondere la biondina - Martin è un amico per me.-
Sbagliava o l'aveva visto sospirare? Era sollevato?
Non poté guardarlo meglio in viso perché tornò ad armeggiare col tizzone e i cocchi di legno ma ora il suo profilo era meno rigido. Magari...era geloso...come amico?
Possibile che si stesse inventando tutto? Era tanto innamorata di lui da vedere cose che non c'erano?
E ora ci si metteva anche la scommessa della McAdams.
Conoscendo Tom, che nascondeva bene un orgoglio veramente stratosferico, il fatto di essere usato come premio per una scommessa l'avrebbe fatto incazzare a morte anche con lei, che faceva solo da arbitro però poteva almeno provare a tenerlo lontano da quella scozzese maledetta.
Da cosa poteva cominciare?
Il suo compleanno si sarebbe tenuto lì a Grifondoro, quindi quella dannata non sarebbe potuta entrare e poi ci sarebbero state le vacanze natalizie. Per Capodanno però sarebbero tornati! Era l'ultimo Capodanno lì a Hogwarts per loro.
E c'era il ballo!
Ecco cosa poteva fare! Prese coraggio e alzandosi lo raggiunse, restandogli alle spalle.
- Senti Tom...- mormorò, stropicciandosi le mani.
- Si?- chiese secco.
- Ti va di accompagnarmi al ballo di Capodanno?-
Mancò poco che Riddle si sfracellasse nel fuoco, col cuore in gola.
- Come prego?- replicò allucinato, con gli occhi larghi.
- Ti va di venire la ballo con me?- disse di nuovo, cercando di mostrarsi calma - Bhè? Perché quell'aria da pesce?-
- Ma...ma...-
- Ma cosa?- Cloe sorrise dolcemente - Ti sembra carino farti pregare così?-
Tom si mise in piedi, veramente stranito.
- Bhè scusami.- disse in un soffio - Verrei con te più che volentieri ma...-
- Ma?- lo incalzò.
- Non dovresti almeno provare a chiederlo al tuo principe?-
- Puoi evitare di usare quel tono polemico?- gli chiese serafica - Ti sembro una indecisa? Se l'ho chiesto a te voglio andarci con te. Devo giurartelo col sangue?-
- Non è il caso.-
- Allora vieni o no?- aggiunse Cloe sclerata - Non tenermi sulla corda.-
- Sciocca, è implicito il mio si.- rispose Tom stirando un sorriso.
La King tirò un lunghissimo sospiro di sollievo che lasciò Riddle perplesso.
- Perché quella faccia?-
- Credevo...volessi andarci con qualcun'altra.- ammise la bionda.
- Un'altra chi?-
- L'oca che ti piace.- le sfuggì sarcastica.
Lui le scoccò un'occhiata di traverso, ma scosse il capo e rise ancora andando a sedersi sul letto.
- Credo che fra tutte, tu sia l'unica con cui mi presenterei a una festa.-
Cloe lo raggiunse, col cuore in gola.
- Davvero?-
- A malapena sopporto di mettere il naso in Sala Grande addobbata a festa, figurarsi farlo con qualcuna che sopporto appena o con cui non ho confidenza. Sembra che questo party di fine anno verrà organizzato con gran cura. Il presidente Johnson ci tiene molto. È per il suo ultimo mandato infondo.-
- Appunto. Alle ultime feste dovresti farti vedere.-
- Tanto si ubriacheranno tutti ancora prima della mezzanotte, dai.-
- E ti guarderanno tutti. Attento che ti consumano tesoro.-
- Spiritosa.- Tom fece una smorfia - E' una benamata rottura di palle. Accidenti alla Mcgranitt.-
- Ok. Allora siamo d'accordo.-
- Ma certo.- Riddle sorrise di nuovo - Piuttosto, com'è andata con le firme?-
- Ah già. Si, una giornata di ricerca pallosa come le altre. Tieni.- e gli mollò in mano una penna.
- Non ci penso neanche.- sibilò minaccioso.
- Non fare il sostenuto, dai! Puoi almeno firmare la tua dama no?-
- Ti firmo in fronte, razza di testarda! L'hai fatto apposta per rabbonirmi.-
- Anche.- celiò la bionda, sbottonandosi la camicetta.
- Oh, oh! Ferma cosa fai?-
Cloe sbatté gli occhioni, vedendolo letteramente saltare lontano come una lepre - Guarda che non ti mangio!-
- Lo so!- sbottò brusco, dandosi dell'idiota. Bella figura da farsi! Cinque minuti più tardi, per puro orgoglio, le stava firmando poco sotto la clavicola, con la tachicardia e la mano di uno effetto dal morbo di Parkinson.
- Hai sentito della prova di Lumacorno?- gli chiese lei, cercando di non sentire il fiato caldo di Tom sul collo.
- Eh? Cosa?- fece lui, che non aveva capito una mazza.
- La prova sugli Incantesimi di Sigillo.- ribatté la King - Ce la fa il dieci. Mary l'ha sentito in sala professori. Ci chiuderà da qualche parte e noi dovremo cercare di uscire.-
- Chiudere da qualche parte?- alitò il moro.
- Già.-
Oh no. Tom finì la firma, ora ansioso.
Ci mancava pure quella!
Mentre Cloe si rivestiva, lui cominciò ad agitarsi in giro per la stanza, facendo un casino con i libri e buttando tutto all'aria. Accidenti a Lumacorno! Al diavolo Lumacorno!
- Perché non l'ha ammazzato quello...ammazza tutti e non Lumacorno...- sibilò, passandosi una mano fra i capelli.
- Cosa borbotti?- sorrise la Grifondoro.
- Niente.- mugugnò imbronciato.
- Questa prova potrebbe essere divertente. Staremo tutti insieme per qualche giorno. Il prof è bravo a Sigillare.-
- Si, una favola.-
- Gl'Incantesimi di Sigillo non ti piacciono, vero?-
- Non troppo.-
Prendendola come un'altra delle sue adorabili stranezze, la Sensistrega si limitò a scuotere il capo.
- Io vado adesso. Ci vediamo a cena?-
- Si, va bene.-
- Allora a dopo.- disse lei, ora imbarazzata - Ciao.-
Si avvicinò a appoggiandogli le mani alle spalle si sollevò sulle punte, baciandolo nell'angolo della bocca.
- Grazie di accompagnarmi. Ciao.-
Finalmente scappò fuori, lasciando i resti di un uomo totalmente innamorato.
E forse Tom forse la prima volta cominciò ad attendere un ballo con cuore impaziente.



 
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