- Capitolo 29°

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view post Posted on 13/2/2009, 18:24
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- Pessima giornata.-
Draco Malfoy e Harry Potter si scambiarono un'occhiata obliqua, vedendo il loro adorato mostriciattolo tirare un calcio alla porta d'ingresso della Torre Oscura, entrando con un'espressione funerea che non gli apparteneva.
- Ciao cuginetto.- l'apostrofò il biondo, soave - Tutto bene?-
Tom Riddle li raggiunse con aria più che mai eloquente.
- Secondo te?- berciò il Grifondoro, buttando la tracolla sul divano e i libri sul tavolo - No, non va bene per niente.-
- Che è successo?- gli chiese Harry - Hai preso solo Eccellente all'ultimo test di Pozioni?-
- Ahah, molto divertente. Da morire.- il grifone sbuffò, sedendosi e rannicchiando un ginocchio al torace - No, mi gira solo male per stasera.-
Harry guardò il calendario. Non era ancora giorno di festa.
- Non ho capito. Che succede stasera?-
- Quel porco di Lumacorno ci chiude in una cazzo di aula e ci Sigilla dentro.-
- Quel porco di Lumacorno...- ripeté Draco a pappagallo - Lo sapevo che avevi davvero il sangue dei Black nelle vene ma non pensavo che dovesse arrivare quel ruffiano per fartelo tirare fuori.-
- La finite di dire stronzate tutti e due?- ringhiò Tom, buttando giù il whisky avanzato nel bicchiere del cugino - Io sono qua nella merda fino al collo e voi ve ne sbattete!-
I due Auror non fecero una piega.
- Dici che quel rombo su di lui ha effetti lenti e a scoppio ritardato?- bofonchiò Potter, ignorando Riddle palesemente.
- Magari. Non è che ti sei fatto una pozione particolare per liberare la belva che c'è in te? E non bere prima di cena a stomaco vuoto, Tom.- ironizzò di nuovo Malfoy, facendo ridere Harry come un pazzo.
Il Grifondoro in risposta tacque, inferocito.
- Brutti bastardi.- sibilò seccato.
- Oh, dai mostriciattolo.- gli disse il bambino sopravvissuto, scompigliandogli i capelli e andando in cucina per prepararsi la cena - E' da una settimana che sei scoppiato. Che t'è successo?-
- Ma niente.- bofonchiò mesto - E' solo che stanno succedendo un po' di cose strane.-
- E sarebbero?- s'informò Malfoy, che seguiva Tristan e Jess di ronda nei sotterranei di Hogwarts, sulla Mappa del Malandrino.
- Ma niente...una tizia mi tampina in modo strano e pare abbia fatto una scommessa.-
Mancò poco che a quella parola Draco si facesse il segno della croce, impallidendolo.
- Stanne fuori. Qualsiasi cosa sia stanne fuori. Parlo per esperienza personale.-
- Ma smettila di dire cazzate Malferret. Non fosse stato per una scommessa a quest'ora non avresti neanche una figlia.- gli urlò Harry dalla cucina.
- Già e probabilmente non sarei neanche incollato a te per la vita Sfregiato.-
- Non ci avevo mica pensato sai...quindi alla fine è colpa di Hermione se siamo incatenati. No?-
- ...Già! Non è colpa nostra, che non andiamo d'accordo. Ma sua che mi ha piantato finito il settimo anno!-
- Perché parlo con voi due?- si chiese Tom, lasciandosi andare con la fronte contro il tavolo.
- Insomma..- sbuffò Malfoy, annoiato -Il problema oltre a questa povera ragazza che ci prova con te, come umanamente fa l'uomo da che mondo è mondo, sarebbe?-
- Non mi piacciono gl'Incantesimi di Sigillo.- sbottò allora sprizzando fuoco dalle orbite - Ok?-
- E le donne almeno ti piacciono?- ridacchiò Harry, facendo sogghignare anche Draco.
- Ha ragione lo Sfregiato, mostriciattolo.- rincarò il biondo - Non puoi continuare ad andare in bianco per il resto della tua vita solo perché la tua mercanzia è unicamente proprietà tua.-
- Se facessero tutti come te l'incremento delle nascite sarebbe un ricordo ormai.-
- Perché pensate tutti all'incremento delle nascite?- fece Tom esasperato - Anche Claire l'ha detto.-
- Santa donna. Io l'ammiro, ha una pazienza...- bofonchiò Harry.
- Che pazienza? Perché lo dici?-
Draco lo guardò disgustato - Tu sei la vergogna dei tuoi simili! Se ti fai una donna mica ti consuma, lo sai vero? -
- Già, notizia flash.- concluse Potter con gli occhi diabolici illuminati di smeraldo - Non ce l'hai d'argento.-
- Adesso basta!- Tom si mise in piedi, al limite della pazienza - Voi due siete impossibili!-
- Si ma almeno lo facciamo come ricci!- tubarono in sincrono.
Tom, viola per la vergogna, si attaccò alla maniglia e li sentì ridere ancora.
- Un giorno o l'altra ve la faccio pagare!- li avvisò bellicoso.
- Ecco bravo, fatti pagare le prestazioni! Non darlo via gratis!-
Non ricevettero risposta perché era sparito dietro al tonfo sordo della porta...ma tanto Harry e Draco erano talmente piegati sulla tavola che non avrebbero sentito comunque.
Mettere in imbarazzo Tom era diventato uno dei loro passatempi preferiti.
- Sul serio, che tara ha secondo te?- mugugnò Draco tra un singhiozzo di riso e l'altro - Non è normale non pensarci neanche al sesso alla sua età.-
- Lo vedi com'è. Io sono qua, voi là...nessuno mi tocchi. Tu un po' eri così ma la verità è che eri troppo libidinoso anche a diciassette anni per fare a meno di qualche scopata.-
- Si ma quella Grifondoro maledetta non lo aspetterà in eterno.-
- Hanno diciassette anni, fatti loro dai...- Harry alzò le fiamme del camino con un gesto, per poi andare alla finestra - Comunque questa faccenda dei Sigilli mi piace poco. Se Tom ha delle grane sarà meglio parlarne con Tristan. Hanno già cominciato a usare i Mollicci?-
- No, non mi pare. Ma che bravo paparino che sei, Sfregiato.-
- Sta zitto biondastro. Dovresti vedere la faccia che fai quando tua figlia ti sta in braccio.-
- E allora?-
- E allora il porco diciassettenne è sparito. O no?-
- Che ne sai che faccio in privato.-
- Oh già, scusa. Dimenticavo. Parlo con la pantera del ribaltabile.-
- E sfortunatamente per te non lo saprai mai.-
- Tienitele le tue grazie.-
Mentre lassù sulla Torre si dicevano una camionata di idiozie, Tom scendeva per le scale come un treno.
Rosso in faccia come un pomodoro, visti i mille pensieri sconci che invece da tempo si faceva, cominciò a chiedersi se davvero non avesse qualche problema di comportamento.
Ok, Draco, Harry e Damon gli avevano detto tutti e tre la stessa cosa.
In sostanza era un algido pezzo di ghiaccio.
Ok. Non era libidinoso come ogni diciassettenne normale. E allora?
Insomma era così grave non voler farsi spupazzare dalla prima arrapata che passasse?
E parlando di arrapate.
Si bloccò in mezzo al corridoio, sentendo in lontananza la voce di Fern Gordon che rideva.
Si girò appena sopra la spalla, vedendo la Caposcuola di Serpeverde in compagnia del solito gruppetto di vipere, fra cui Cordelia Chilton, tre oche del sesto anno e di...eccola là. Asteria.
Appena la McAdams lo vide alzò la mano, salutandolo vigorosamente.
E la sua bocca umida si piegò in un sorriso.
Tom le fece un cenno, riprendendo per la sua strada.
Dio. Che Beatrix avesse avuto ragione?
Era ormai il dieci ed era passata più di una settimana da San Firmino e da quel giorno, in effetti, la scozzese con lui si era fatta decisamente più...come dire...morbida?
Spesso si fermava con lui a controllare gli appunti. Spesso s'introduceva nelle loro conversazioni con sostanziale gentilezza, rivolgendosi a lui in particolare.
Certo. La faccenda puzzava.
Si era passati da un ceffone e indifferenza ostile a sorrisini e battiti di ciglia.
- Ehi, ti va di fare due chiacchiere prima di cena?-
Eccola lì.
Tom se la trovò accanto e come da solito, s'impose la sua solita cortesia.
Asteria gli sorrise luminosa, prendendolo a braccetto e agitando la chioma castana.
Già quel contatto lo infastidì e se ne preoccupò. E che cavolo, l'aveva solo preso sotto braccio.
Avevano ragione gli altri. Era proprio un altero ghiacciolo.
Così, per mandare all'aria le loro tesi, si sforzò di stare tranquillo.
- Che ne pensi della prova di Lumacorno?- gli chiese la scozzese - Io credo che sarà divertente stare tutti insieme e lavorare per uscire dall'aula. Basta che non restiamo chiusi dentro per una settimana!-
- Già.- mugugnò, seguendo il corridoio del primo piano.
Asteria lo strinse di più, guardandolo curiosa.
- Come mai così silenzioso? È successo qualcosa?-
- No, niente. Sono stato sulla Torre Oscura.-
- Da Harry vero?- la McAdams parve ancora più interessata - Dev'essere eccitante vivere con lui.-
- Si, eccitante direi che è la parola adatta.-
- E dimmi...starai con lui e tuo cugino a Natale, vero?-
- Ahah.-
- E tornerai per Capodanno.-
- Si.-
- Sono contenta sai? Volevo giusto chiederti di accompagnarmi al ballo.-
Tom si fermò, osservandola. Accidenti. Quello sguardo gli piaceva poco. Come gli piaceva poco che gli spingesse un seno così attaccato al braccio che gli stringeva come con un tentacolo.
- Mi spiace, ma ci vado con Claire.- rispose pacato, ma implacabile.
- Oh.- Asteria si rabbuiò subito, con aria ferita nell'orgoglio, e lui se ne accorse - Non credevo steste insieme.-
Stavolta si rifiutò di rispondere. Non erano affari della Serpeverde, così si scusò ancora.
- Mi concederai un ballo almeno, spero.- perseverò la McAdams - Cloe non si arrabbierà.-
- Senza dubbio.- rispose, guardando l'orologio - E' ora di cena.-
- Ci andiamo insieme?-
- ...ok.- e senza più dire una parola, tanto la strega iniziò a parlare di sé, filarono alla Sala Grande.
C'era aspettativa per tutti quelli del settimo anno e quando varcarono la soglia si sentiva un chiasso pazzesco.
Si divisero e ognuno andò al suo tavolo ma quando si sedette, Tom si sentì gli occhi degli amici addosso come se fosse stato un bersaglio mobile.
- Si?- li apostrofò - Che c'è?-
- Ma allora sei stupido!- gli disse Madeline seria, seduta fra Bruce e Sedwigh, che da qualche tempo aveva la testa da tutt'altra parte - Non hai sentito quello che ti ha detto Beatrix?-
- Si che ho sentito.- rispose sulla difensiva - Ma mica mi ha violentato. Stavamo parlando.-
- Uomo senza cuore!- gli sibilò Maggie.
- Già. Promiscuo contaballe!- aggiunse anche Mary.
- Oh ma che vi piglia?- chiese allibito.
- E non ascolti neanche Cloe!- tornò a dirgli Maddy, brusca - Dovrebbe prenderti a calci! Di certe cose non capisci una mazza, lo sai? Sei sveglio in tutto ma di donne non capisci niente!-
- Gente, la finiamo?- disse la King con voce atona, china sul suo piatto - Non ho voglia di rovinarmi l'appetito.-
- Voi siete matti.- Riddle scosse il capo - Mah.- poi osservò Stanford, proprio seduto di fronte a lui.
Il biondo stava guardando altrove, dritto alla tavola di Serpeverde. Seguì il suo sguardo e incontrò Beatrix e Damon.
La Diurna come al solito giocava col cibo e Howthorne sbadigliava, assonnato, mentre Fabian Alderton sbandierava ai quattro venti che sarebbero stati loro di Serpeverde a uscire per primi dall'aula Sigillata.
Ma che guardava? Non si era mica innamorato di Trix?
Martin, sghignazzando, gli passò la forchetta davanti al naso.
- Oh bell'addormentato...chi è che ti mangi con gli occhi? La Vaughn?-
- Nessuno.- Sedwigh tornò a piluccare, pensoso - Come siamo messi per stasera?-
- Lumacorno ha detto che potremmo non uscire subito dall'aula.- gli disse Bruce - Dovremo farci una borsa forse.-
- Che figata, come un campeggio.- rise Bruce, gasatissimo.
- Una meraviglia.- rognò invece Ian - Sai che palle. Due giorni e forse più coi Serpeverde.-
- E con Flanagan.- Mary guardò verso Tassorosso - La prenderà come caccia grossa. Ci proverà con tutte.-
- Beviamoci sopra.- propose Maddy - E che passi in fretta questa prova.-

Un'ora più tardi, alle nove e mezza, le classi del settimo anno delle quattro Case di Hogwarts si presentarono alle aule del piano terra. Ne era stata aperta una che era chiusa da circa cinque anni, per ristrutturazioni, ma quando vi guardarono all'interno videro una sala poco più piccola della sala duelli.
Un grande camino con sette divanetti grandi e piccoli in chintz rossi e terra bruciata, disposti sul camino davanti al fuoco scoppiettante a ferro di cavallo, in mezzo un grande tavolino ovale di acero.
Un grande bancone davanti alla porta d'ingresso e sette librerie stracolme di libri.
- Però.- Damon si levò le cuffie, con aria vagamente compiaciuta - Almeno non dovremo accamparci a terra.- e indicò a Tom due stanze collegate a quella principale, ai fianchi del caminetto. C'erano cartelli sulle porte aperte con su scritto "Dormitorio Maschile" e "Dormitorio Femminile" da cui si vedevano delle lunghe camerate con comodi letti a una piazza. Le finestre erano coperte da inferiate e fuori nevicava.
Se non altro era una sistemazione confortevole.
I ragazzi, più di quaranta, erano tutti senza divisa e mollarono le loro cose contro la parete, mentre entravano Lumacorno e i Direttori delle Case, più Tristan naturalmente.
- Bene ragazzi!- celiò Lumacorno, dopo che tutti furono entrati - Questa sala sarà la vostra lezione per i prossimi giorni. Ora io e i vostri docenti ce ne andremo, dopo di che Sigillerò le porte. A voi il compito di uscirne. Come vedete ci sono libri e scaffali colmi d'ingredienti gentilmente concessi dal vostro professor Piton, affinché con la vostra miglior inventiva possiate uscire entro breve tempo. Avete quattro giorni. Dopo di che, se non sarete ancora usciti, considererò l'esame nullo. Cercate di fare lavoro di squadra.-
- E cercate di tenere un comportamento serio.- sibilò la Mcgranitt, scoccando occhiate severe a tutti.
- Esatto.- disse anche la Sprite - Come vedete avete i dormitori separati, perciò prendete questa prova come un vero e proprio test.-
- Evitate anche di gozzovigliare.- aggiunse Piton velenoso - Non siete qua per giocare.-
- Tutto chiaro?- cinguettò allora Lumacorno - Bene. Vi lascio al professor Mckay che vi darà le ultime delucidazioni mentre io comincio a Sigillare la sala. Arrivederci ragazzi. E buona fortuna.-
Rimasto solo, Tristan poté notare che quei ragazzini diciassettenni non avevano sentito una sola parola.
Come minimo avrebbero fatto festa per tutta la notte. E chissà cos'altro.
- Bhè...- sorrise, scuotendo il capo e decise che la via della sincerità e della schiettezza era migliore - A quanto pare è opinione comune dei miei colleghi che si possa fare sesso solo sui letti.- e tutti quanti gli studenti scoppiarono a ridere, fischiandogli dietro ed adulandolo.
- So che è un'occasione ghiotta prima di Natale per farsi quattro risate.- continuò Mckay - E inoltre non ho neanche l'età per essere vostro padre, perciò vi chiedo solo di non fare fesserie. I guai ricadrebbero su di voi e non credo che ne valga la pena per qualche ora di divertimento sfrenato.-
- Tranquillo prof.- urlò qualche ragazzo dal fondo - Useremo i preservativi!-
- Ecco, come non detto. Grazie per avermi rassicurato Flanagan.- Tristan levò le mani, mentre seguiva un altro scoppio d'ilarità - Ci si vede ragazzi. Non fate vergognare tutta Hogwarts costringendoci a venirvi a tirare fuori. A domani, si spera.-
Sparito pure lui, gli studenti rimasero immobili davanti alla porta a due battenti.
Era spessa e finemente elaborata con alamari e ghirigori.
Quando videro le maniglie illuminarsi di luce azzurrina, capirono di essere stati Sigillati.
- Si comincia.- sussurrò Trix.
- Già.- bofonchiò Damon - Io mi faccio una sigaretta. Tom ti va di...- ma Howthorne si bloccò, vedendolo filare dritto alla finestre. Cercò di aprirle ma per quanto tirasse rimasero chiuse.
- Cazzo!- sbottò Riddle, già nervoso.
- Ehi, ehi...calma.- lo blandì Martin, dandogli una pacca sulla spalla - Mettiti comodo, ci staremo parecchio qua.-
- Cerchiamo qualcosa con cui ammazzare il tempo.- disse Matt Rogers, aprendosi la felpa - Qua dentro di muore. E pensare che dovremmo essere in sala comune adesso. Che palle!-
Ma con Tom furono parole sprecate.
Inferocito, tanto da spaventare chiunque cercasse di parlargli, buttò la tracolla da parte sul tavolo di lavoro in mezzo alla sala e s'infilò subito fra le librerie, facendo un fracasso pazzesco.
Se Cloe e Trix lo guardavano impressionate, Damon rimase in silenzio.
Lo studiò per un poco, poi andò a sedersi e si accese una sigaretta. Sapeva che non poteva aiutarlo in quel momento.
Era idea comune il mettersi a lavorare di mattina, per uscire, quindi si erano stretti tutti sui divani, a chiacchierare o a litigare, come sempre, tanto per essere originali.
Alcuni si facevano i fatti loro, altri in coppia si erano imboscati qua e là.
Eppure Tom non stava proprio tranquillo.
Philip Prentice lo scrutava stranito, seduto accanto a Cloe sul divano.
- Ma che cos'ha? Non l'ho mai visto così nervoso.-
- Non so davvero.- ammise la biondina, levandosi il suo braccio dalle spalle con una battuta.
- Con chi vai al ballo?- continuò imperterrito il Corvonero - Ti fai pregare o vieni con me?-
- Ho già il cavaliere.- rispose piccata, sfogliando un giornale.
- Ah si? Damon la porti tu?-
Howthorne sogghignò - No.-
- Non è il caso che lo dici come se fossi una megera.-
- Te l'ho detto mille volte duchessa. Le bionde non m'ispirano. E poi tu parli troppo.-
- Dio.- Cloe lo guardò serafica - Sei divertente come un orgasmo mancato Damon.-
- E tu ne sai qualcosa eh amore?-
- Perché adesso mi sento tirato in mezzo?- fece Philip.
- Che noia.- sbuffò Trix, arrivando in quel momento e trafficando nella borsa per cercare il lettore - Si prospetta una rottura di palle senza fine. Già ne ho basta. Il bagno però è una favola. C'è una vasca grande quando l'intero bagno di Mirtilla.-
- Ottimo per fare un bagno in due allora.- insinuò Flanagan.
- O per affogarci qualcuno.- lo zittì Neely Montgomery, seduta a leggere un libro di poesia accanto a Damon.
- Sei sempre gelida amore. Ma se passassi sotto le mie rotaie...-
- Girano troppi ormoni qua dentro.- borbottò Matt, appoggiandosi alla spalliera, sopra Trix - Che facciamo gente? Come la passiamo la serata?-
- Cominciamo a far comparire qualche alcolico.- propose Fabian Alderton - Tutti questi mezzosangue mi mettono di cattivo umore.-
- Alderton sei in uno spazio chiuso e le finestre non si possono aprire.- lo avvisò Cloe.
- Io ho trovato!- cinguettò Juliette Caldwell, arrivando sempre a sproposito - Ci facciamo un giro a obbligo o verità?-
- Facciamo prima a mettere su un'orgia. Richiede meno spreco di energie.- ironizzò Fern Gordon.
- Si può chiedere tutto?- soffiò Asteria, sedendosi sul bracciolo del divano di Damon - Anche le follie?-
- Perché no?- ridacchiò Juliette - Ci state?-
- In mancanza d'altro.- sibilò Neely - Ma devo mandare giù qualcosa di forte.-
- Davvero ci giochi?- le chiese Tobey - Sicura?-
- Meglio che stare qua a sentire discorsi idioti sui mezzosangue.- annuì anche Cloe - Ci sto pure io.-
Velocemente quasi tutti diedero il loro consenso, raccogliendosi in cerchio e buttandosi gli uni sugli altri, sui divani.
- Ehi Tom.- Damon si diresse verso le librerie, vedendolo seduto a terra attorniato da tomi - Vieni?-
- A giocare a quella porcata? No, grazie.-
Il Legimors sospirò, inginocchiandosi.
Senza dire nulla gli toccò la fronte e Tom si scostò, brusco.
- Cosa fai?-
- Devi stare calmo.-
Riddle serrò gli occhi blu - Perché me lo dici?-
- Perché sei isterico.-
- Non sono isterico. Non c'è aria qua dentro.-
- Classico segno di nervosismo.-
- Lasciami stare.-
- Come vuoi.-
Una volta tornato davanti al camino, cominciò a girare la bacchetta della Caldwell. Punta vittima, manico a chi doveva fare la domanda. Fu subito chiaro che i Serpeverde avrebbero giocato sporco e così ci si adeguarono tutti.
Buttandosi sulla verità si spiattellavano i fatti proprio agli altri. Con l'obbligo si finiva per sottostare a delle follie o peggio a delle sconcezze vere e proprie...insomma, era una strage.
Erano quasi le undici quando Cloe finì nella grinfie della Gordon.
- Ahah.- ghignò Fern - King. Ma che bello, ci speravo proprio. Obbligo o verità?-
Claire fece una smorfia.
- Facciamo verità.-
- Oh...dunque...cosa posso chiederti.- sibilò la Serpeverde - Ok. Tu che vai sempre in giro con Damon e Tom. Dimmi la verità. Sei mai stata a letto con loro due?-
- Nei suoi sogni magari.- frecciò Howthorne, prendendosi un calcio.
- No.- scandì Cloe.
- No?- Regina Farrell ridacchiò - Tesoro non sai cogliere le occasioni!-
- Può darsi.-
Girata la bacchetta, Cloe dovette fare una domanda a Cordelia Chilton e lì scattò la perfidia. Le fece ordinò uno strip che quell'oca fece con grande impegno, davanti a tutti. Non aveva proprio un briciolo di decenza.
Nel fracasso delle ovazioni dei maschi e il giubilo per quella serata sopra le righe, Damon si accorse che Tom si era seduto al bancone, su un alto sgabello imbottito. Fra pozioni, libri e boccette, quasi non si vedeva la sua testa.
Fece per alzarsi di nuovo per raggiungere il grifone, sentendo poi la risata divertita di Flanagan.
- Howthorne! Guarda che fortuna. Obbligo o verità?-
Il Legimors agitò la mano, seccato - Obbligo. E datti una mossa!-
- Tu sei tutto matto.- gli disse Beatrix - Obbligo con quello? Se vuoi suicidarti dillo subito.-
- Ok Howthorne...- continuò quell'anima perversa di Thaddeus Flanagan - Dunque, voglio un bacio appassionato con ...con...- e si guardò attorno, indeciso - ...vanno bene anche gli uomini?-
- Flanagan perché non ti muovi?- berciò Clyde Hillis, il braccio di Alderton - Non possiamo stare qua tre ore per te!-
- Tu decidi intanto...- mugugnò Damon sbuffando - Torno subito. Ne riparliamo dopo.-
- Guarda che me la lego al dito.-
- Contaci.-
Al bancone, Tom sembrava avere i nervi a fior di pelle. Sbatacchiava i libri con una furia insofferente e le sue mascelle erano talmente serrate che Damon temeva stesse per rompersi i denti.
- Te ne stai a trafficare da quando siamo entrati.- l'apostrofò il Serpeverde, cacciandosi le mani in tasca - Hai intenzione di venire almeno a letto poi o farai una tirata unica?-
- E' fondamentale per te saperlo?- gli rispose gelido Riddle, senza alzare gli occhi dalle pagine del libro.
- Diciamo di si.- Howthorne mantenne un contegno pacifico, quasi tipico di Draco di fronte alle escandescenze di Harry - Allora? Lo vuoi un caffè almeno?-
Tom finalmente chiuse il libro di botto, poggiandosi coi gomiti sul marmo del bancone.
- Dio, mi scoppia la testa in mille pezzi.-
Il Legimors sorrise vagamente, posandogli una mano fra i capelli color inchiostro.
- Ti serve una buona dormita.-
- Non chiuderò occhio qui dentro.- sibilò Tom snervato - Ormai sono abituato a dormire da solo.-
- Ehi Howthorne! Bacia Riddle, ti va bene?- urlò improvvisamente Flanagan.
- Ma non esiste.- rispose Damon senza fare una piega - Finiscila di dire cazzate. C'è un tempo massimo, hai ancora un minuto per decidere. Se non ti muovi salta il turno.-
- Non so perché...- sussurrò improvvisamente Tom, con gli occhi blu persi contro le fiamme del camino -...ma se li guardo, adesso come adesso, mi viene la malsana voglia di farli stare zitti. In tutti i modi intendo.-
Il giovane lord si volse, osservandolo attentamente.
- E' interessante notare come quella sera al lago, con Williams, mi hai quasi preso a pugni perché non ti avevo detto di essere stato legato a un letto, la notte in cui hanno distrutto Wizloon.-
- E allora?-
- Potresti ricevere un cazzotto in faccia, uno di questi giorni.- l'avvisò allora Howthorne.
Tom serrò le palpebre - Damon cosa vuoi?-
- Parlare.-
- Di cosa?-
- Di una cosa che non ho visto bene.-
- E sarebbe?-
- Sarebbe cose che non vanno discusse qua, con tutti presenti.-
- Hai paura che ti attacchi al muro?-
La discussione si era fatta strana. Tom si era fatto strano. Ma Damon comunque mantenne il sangue freddo.
Non aveva mai conosciuto quel lato del suo migliore amico.
- No.- gli rispose a bassa voce - Ho paura che dovrò farlo io.-
- Puoi provarci.- il grifone si alzò, stiracchiandosi - Ian.- chiamò poi, verso i divani - Mi serve una cosa.-
Wallace si volse, vedendo arrivare Tom e Damon.
- Qua.- gl'indicò il suo compagno di casa, sulle pagine del tomo - Questo passo del cazzo sull'anice stellato e la polvere di corno di orco del nord. Come devo mescolare gl'ingredienti?-
Ian si rimise gli occhiali sul naso, allibito - Tom...è una pozione esplosiva.-
- Si. Allora? Come devo mescolare?-
- Non si capisce una mazza.- sbuffò Ian, corrucciato - Non dice se mettere prima la polvere o l'anice. Ah, no...aspetta. Lo dice sotto. Prima la polvere, tre giri a destra, quindi il tritacido di fegato di rana, poi alla fine l'anice stellato. Si ma...oh Tom, occhio con quest'affare. Vuoi far saltare la porta?-
- Ma sei matto?- sbottò anche Martin - Tom che ti piglia?-
- Già, perché non ti rilassi?- gli disse Archie - Sei un po' sbattuto. Non è che hai la febbre? Vuoi una caramella?-
- E già che sei in mezzo ai divani!- lo richiamò Philip Prentice - Riddle sei nel cerchio. La bacchetta punta te. Obbligo o verità?-
- Un accidenti.- fu la secca risposta.
- Oh, dai. Su, bacia chi ti pare.-
Riddle imprecò fra i denti, riprendendosi il libro e poi, furente, si chinò su Beatrix e le schioccò un bacio sulla guancia.
- Ehi, ehi...cos'era quella roba?- rise Alderton.
- Già, quello non è un bacio.- gli rinfacciò Philip.
- Colpa tua. Dovevi specificare come e dove.- Tom tornò al bancone, ignorando il Corvonero - E quando avrò bisogno di lezioni su come baciare sarai l'ultimo a cui lo chiederò Prentice.-
- Oh oh!- Philip si mise in piedi, i lineamenti appena segnati dall'irritazione - Allora ce l'hai la lingua per rispondere a tono Riddle. Che cazzo di problema hai con me?-
Se Cloe e Trix avevano creduto che Tom si sarebbe ritirato con la sua solita nonchalance, rimasero di stucco.
- Che problema ho con te?- scattò subito il grifone - Non ti reggo Prentice. Mi sembra chiaro no? Sei un idiota.-
- Sai invece qual è il tuo problema? Ti ha sempre roso una cosa soltanto.- sbottò il Corvonero.
- Ma va? E sarebbe?-
- Che andavo a letto con Cloe, genio!-
- Ok, ok adesso basta!- Matt prese Philip per un braccio, mentre Damon si frapponeva sulla visuale del suo migliore amico, ma la risata di Tom stavolta ferì anche il suo orecchio.
- Non farmi ridere Prentice. Se non sei stato capace di tenertela sono affari tuoi, non miei!-
- Perché tu stavi sempre sotto a sobillare, eh?-
- Chiedilo a Claire.- lo sfidò il grifone, totalmente diverso dal solito - Non ho mai aperto bocca su di te.-
- E chi ci crede!-
- Ora basta Philip!- la King, tirata in causa, si era alzata inferocita - Cosa diavolo ti prende stasera?-
- Ha iniziato Riddle!-
- Tom non ha fatto un accidenti.- sbottarono Martin e Bruce - L'hai pungolato tu!-
- E' un po' troppo irascibile.- perseverò Prentice - Buon sangue non mente!-
- E visto che conosci bene il mio sangue ti conviene tacere.- gli sibilò Tom, zittendolo molto prima che tutta Grifondoro esplodesse rabbiosa - O potresti non svegliarti domani mattina. Capito Prentice?-
- Ok, ora mi avete rotto!- ringhiò Damon, spingendo via Tom e puntando un dito contro il Corvonero - Statevene calmi tutti due. Avanti, Prentice sta seduto e tu...vedi di prenderti qualcosa per calmarti o dovrò passare alla maniere forti, chiaro?-
Tom se ne fregò della minaccia, facendosi comparire una bottiglia di whisky incendiario.
Se ne versò un goccio, mandandolo giù.
Pessima idea, ora aveva ancora più caldo. Dannazione.
- Ti vieni a sedere?- Trix gli si era avvicinata armata di santa pazienza - Su, ti prego.-
Il fresco delle mani della Diurna lo fece stare meglio. Meno male.
Alla fine lo convinse e lo trascinò sui divani, facendolo sedere fra lei e Damon mentre gli animi sembravano sbollire abbastanza velocemente. Prentice in fondo si era tappato subito la bocca, vedendo l'occhiata della sua ex e nessuno, vista la faccia e le risposte di Tom, osò proseguire il discorso.
L'idea generale era che Riddle fosse ancora sotto i postumi del torneo interno. Due giorni prima infatti, in un duello, aveva battuto dopo uno scontro veramente interessante Jeff Lunn, Corvonero amico di Matt e Caposcuola.
Era stata dura batterlo ma ce l'aveva fatta. Nessuno poteva immaginare invece perché fosse sui carboni ardenti.
Ripresero a giocare in sostanziale tranquillità, intervallando bicchierini di whisky incendiario ai giri di bacchetta.
Con il verità vennero fuori molti altarini, fra cui parecchie prime volte di molti della combriccola.
- Hai fatto sesso la prima volta con un supplente?- sbottò Paige Brinkam quando Asteria disse la sua.
- Merlino!- ghignò anche Juliette eccitata - E dove?-
- Su una cattedra.- rispose sagace la scozzese - Tu Damon? Quando l'hai fatto la prima volta?-
- Al quinto anno, con Madeline.- Howthorne alzò le spalle - Ero anche mezzo ubriaco.-
- Ma non vi siete subito messi insieme, vero?- gli chiese Mary.
- No, infatti.- annuì la Nolan - Ci sono voluti tre mesi.-
- Io ho una bella domanda ragazzi.- Asteria si era sporta impercettibilmente verso il centro del tavolino, ingombro di bottiglie e bicchieri - Avete mai desiderato davvero uccidere qualcuno?-
- Si, tutti i mezzosangue della scuola.- frecciò Alderton.
- Quanto sei monotono.- gli sibilò Cloe.
- E tu Tom?- Asteria zittì tutti, fissando intensamente Riddle - Hai mai odiato tanto da voler uccidere qualcuno?-
Calò un silenzio veramente tombale. Tutti gli occhi si puntarono su di lui.
Cloe per prima stava per mandarla al diavolo quella scozzese cretina, a costo di rifilarle due ceffoni, quando il Grifondoro aprì bocca, a sorpresa.
- Si.- le disse, senza smettere di guardarla in faccia.
- E chi è?- sussurrò la McAdams, morbosamente curiosa.
Ora tutti ascoltavano, pendendo dalle labbra di Riddle.
- Due persone.- Tom si girò il bicchierino di whisky fra le dita - Si chiamava Katrina. Era un essere empatico. Uno spirito. Viveva attraverso gli specchi e sapeva comandare la testa delle persone. Sei anni fa era qui, al castello. Ha trafitto Harry sotto i miei occhi.-
- E' morta?- gli chiese Tobey.
- Si. Ma sfortunatamente non ho potuto ucciderla io.-
Trix e Damon si scambiarono un'occhiata, poi la Vaughn strinse la mano a Tom.
- E chi è la seconda persona?- interloquì Kara Kendall, di Tassorosso.
- Tuo padre?- fece Flanagan.
- No.- Tom piegò appena la bocca - Non so chi sia la seconda persona.-
- Come sarebbe?-
- Non l'ho mai visto in faccia. Ricordo solo la sua voce.-
- Cosa vuol dire?- Sedwigh si sporse appena dal divano - Non sai chi sia ma lo odi tanto da volerlo uccidere?-
- Già.- Tom si portò il bicchiere alle labbra - Non era una domanda per volta comunque?-
- Infatti.- scattò Cloe, come per difenderlo - A chi tocca?-
- A me.- Stanford girò immediatamente la bacchetta, quella discussione aveva preso una brutta piega - Howthorne di nuovo tu.-
- Non c'è pace per i dannati.- ironizzò velenosamente Alderton.
- Sta zitto Fabian.- ringhiò il Legimors fra i denti - Verità Stanford.-
- Ok. Niente bastardaggini, te lo concedo. Il giorno più bello e il giorno più brutto della tua vita.-
- Come sei sentimentale.- lo punzecchiò Hillis.
- Volete chiudere la bocca?- sbuffò Matt - Dai.-
- Dunque...giorno più bello...- Damon lasciò andare il capo all'indietro, concentrato nei suoi ricordi - Si, avevo nove anni. Mio padre e mia madre erano tornati da un viaggio, mi pare in Danimarca. Quando sono tornati mi hanno portato via da quella megera dell'istitutrice e mi hanno portato in un maneggio. Abbiamo passato la giornata a cavallo tutti e tre, dopo ben due mesi che non li vedevo...è stata una giornata normale tutto sommato.-
Madeline gli sorrise - Non capitava spesso che steste insieme.-
- Già.-
- E la giornata più brutta?-
- Il giorno successivo.- Damon abbassò lo sguardo, versandosi da bere - La notte ebbi la mia prima visione di Lettore di Morte...e bhè, da quel momento i miei hanno smesso di avere un erede perfetto. Salute.-
I ragazzi, come colti tutti all'improvviso da uno spirito collettivo che in sette anni non li aveva mai uniti, si sentirono tutti sulla stessa lunghezza d'onda.
- Se non altro i tuoi non ti danno addosso perché sei una sega come mago.- sospirò Lancelot Frommer.
- O perché sei la vergogna della famiglia, visto che tuo padre è un mezzosangue.- bofonchiò Kara Kendall.
- E non ti obbligano a sorbirti stronzate sul tuo buon nome. Ormai tu non ce l'hai più.- sussurrò Sedwigh, alzando il bicchiere - Un brindisi ai genitori che se ne fregano, ragazzi. A quelli che a tavola ti rifilano qualche massima, pensando che basti per crescere un figlio e che pensano che un conto banca basti a renderti la vita più semplice.-
- Salute!- dissero tutti in coro.
- E un brindisi a quelli che divorziano e che ti usano come trofeo.- aggiunse Fern Gordon, con astio.
- A quelli che ti succhiano la vita.- borbottò infine Beatrix - Rendiamo onore ai nostri genitori gente.-
- Salute!- ridissero tutti, bevendo in sincrono.
Si ributtarono tutti contro i cuscini, esausti.
- Se ci pensate stiamo parlando civilmente.- Mary Lewis li guardò stupefatta - Che c'era in quel whisky?-
- Già, sarà drogato il liquore.- considerò Matt, girandosi la bottiglia di fronte al naso - Allora? Si continua?-
- D'accordo. A chi toccava? Howthorne, gira.-
- Non ho voglia, ho mal di testa.-
- Va bene, giro io.- Fern Gordon con qualche tocco fece roteare la bacchetta - Allora...vittima ...Beatrix.-
- Che bellezza.- soffiò la Diurna, sprofondata nel divano - Obbligo.-
- Obbligo.- la Serpeverde ghignò maligna - Sette minuti in paradiso.-
- Sette minuti in bagno.- la corresse la Vaughn, serafica - Con chi?-
- Stanford.-
Sedwigh a momenti si strozzò con la fragolina del suo cocktail.
- Che ti prende? Non riesci a reggere?- lo sfidò Alderton.
- Scoppia.- il biondo si mise in piedi, con le gambe leggermente tremanti e senza fare una piega seguì Trix verso il bagno, mentre Cloe, preoccupata, li guardava andar via.
Di recente Sedwigh si era dimostrato molto attento alla Vaughn e temeva avesse fiutato qualcosa.
Ora però potevano solo sperare che andasse tutto bene.
Anche se ormai era tardi.
Sedwigh aveva un suo piano. E chiudendosi la porta alle spalle, si ripromise di portarlo a termine.
Solo con Trix, prese il coraggio a due mani.
Era ora di mettere in atto il suo piano.



 
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