Capitolo 16°

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view post Posted on 12/2/2009, 22:45
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*Gryffindor* nel cuore, ma il mio sguardo è di ghiaccio, nel mio sangue il veleno scorre irriverente

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La neve aveva smesso finalmente di cadere quel 21 giugno.
Il manto bianco si stava compattando su tutta Londra, che poteva finalmente concedersi di tirare un sospiro di sollievo. Dopo essersi adattati a fare pupazzi di neve ad inizio estate ora gl'inglesi pregavano per il ritorno di un sole caldo e vivace, sperando che non si facesse attendere troppo.
Kensington Gardens era comunque come sempre molto frequentato.
Dalla postazione privilegiata della Lucky House si poteva vedere l'affluire di londinesi e turisti che non mancavano mai di omaggiare la bellezza di quei parchi, con sole o neve o intemperie.
Nulla li fermava.
Dalla sua stanza da letto, Harry James Potter guardò in giardino e sorrise vedendo Faith correre sulla montagnole che le aveva fatto quella mattina, tirandosi dietro un bob fatato.
La piccola si volse all'improvviso e guardò in alto.
Aveva una gonnellina di felpa blu, un montgomery col cappuccio, una cuffia blu con un pon-pon sui capelli nerissimi e con gli stivali in pelle e montone sembrava una signorina.
La sua bimba gli sorrise, luminosa come il sole che avrebbe dovuto apparire fra le nuvole da un momento all'altro e tornò quindi a giocare ma lui sogghignò di più, vedendo Cosmo ben riparato nel cappuccio di sua figlia.
Se lo portava dappertutto quel pulcino, anche a letto.
E ancora dovevano capire cos'era, se non altro per quelle due piumine azzurre che aveva ai lati della testa.
Intercettò anche Lucas, che come un pazzo se ne andava in giro con un semplice giubbotto in pelle e una sciarpa.
Da gelare solo a guardarlo.
E non che lanciasse palle di neve, lui.
No, lui il giorno prima aveva fatto il pelo alla preziosa chioma di Draco Lucius Malfoy con una palla di fuoco.
E vedere l'essere che fino a diciassette anni era stato il suo nemico giurato rincorrere suo figlio a bacchetta spianata era stato veramente un momento da ricordare, tanto che Elettra aveva ancora scattato una foto, per essere sicuri.
Vide Lucas fermarsi con la sorellina, poi dirottarsi sulla panchina di proprietà di Glory.
Come sua madre, la piccola non perdeva un solo secondo di preziosa lettura.
Indossava un cardigan grigio fumo sotto un gilet di pelle con collo di pelliccia e un kilt adorabile sui toni dell'azzurro e del nero. Le gambe dondolavano in calzettoni scuri e stivaletti neri stringati, con interno in montone.
Se non altro sembravano abbastanza coperti tutti e tre...bhè, Lucas a parte.
Ma un Phyro aveva una termoregolazione interna tutta sua, considerato il fatto che sia Faith che Glory andavano spesso a farsi scaldare le mani da lui.
- La temperatura è finalmente scesa.-
Harry si volse e sulla porta trovò Efren.
- Cosa?-
Coleman agitò le mani - La temperatura di Riddle è scesa. Potrebbe svegliarsi anche stasera.-
- Puoi anche evitare di chiamarlo così sai?- Potter sorrise, chiudendo le tende - Non morde Efren.-
- Questo lo so. Ma è stato argomento tabù per anni, quindi non pretendere da me che conosca tutti i vostri retroscena.-
- Nessun retroscena. Era solo una fetta importante della mia vita.-
- E di quella di Draco.-
- Esatto.-
- Ma dici che non morde...-
- Potrà sembrarti assurdo visto di chi è figlio, ma appena riprenderà conoscenza capirai che è buono come il pane.-
Il Medimago levò soavemente un sopracciglio.
Per la serie "Non credo neanche se lo vedo."
- E' la cortesia fatta a persona. E non scherzo. Pensa che non ha mai mandato affanculo suo cugino.-
- Fottiti Sfregiato.- fu il laconico commento di Malfoy, che passò in corridoio in quel momento alle spalle di Coleman - E muovi il culo che sta per arrivare la tua truppa di sfigati.-
- Oddio, ma sono già le due?- Harry guardò l'orologio - Che palle. Non mi va di vedere Duncan.-
- Ti tocca. Almeno così gli spiegherai perché un drago s'è appollaiato sul Big Ben due giorni fa.-
- Al diavolo Malferret, non mi sono appollaiato da nessuna parte!-
- Bhè, cazzi tuoi comunque.- sentenziò Draco, sparendo nella camera degli ospiti e chiudendosi la porta dietro con un tonfo. Quale modo migliore per avere l'ultima parola?
Era ora.
Malfoy aveva ragione sul serio.
Era ora di mettere le cose in chiaro.
Erano passati due giorni ormai da quando tutto era accaduto e non si poteva certo dire che erano state quarantotto ore scialbe e prive d'imprevisti.
Prima di tutto c'era stato da spiegare ad Elettra come mai si era preso la libertà di trasformarsi abusivamente in una lucertola e portare il loro primogenito a spasso per il cielo in piena bufera. C'era stato anche da mettere il suddetto primogenito sotto sedativi, perché dopo il volo in groppa a un drago era diventato quanto mai iper attivo.
Papà di qua, papà di là, sputa fuoco, fammelo rifare, ti prego mangiati Draco...
Insomma una follia.
Era stata la prima e l'ultima volta visto che Lucas ancora ne parlava.
E continuava anche a guardarlo con occhioni scintillanti, come se la guerra fredda fosse finita.
Ma Harry sapeva bene che non era così. Anzi.
La guerra era appena cominciata perché mettere sotto chiave la stanza dove riposava Tom non aveva fatto altro che far incaponire di più suo figlio e le piccole streghette di casa che, oltre ad origliare con Orecchie Oblunghe, cercavano anche di scardinare la porta col buon vecchio metodo babbano, imparato da Sirius.
Ovvero le tessere magnetiche.
Quando avevano capito che non ce n'era per nessuno, avevano iniziato tutti a tartassare a modo loro.
Lucas esasperando lui ed Elettra, Faith facendo appostamenti periodici in bagno, anche quando erano sotto la doccia aprendo i rubinetti e bruciandoli con un getto d'acqua bollente.
Glory invece facendo battute sagaci qua e là.
La domanda classica era "Chi è Tom?" ma si andava anche da quelle standard a quelle del tipo "Ma quello sarà mica morto!" o "E' un ricercato?" per finire con "Senti ma volete vendere i suoi organi al mercato nero?"
Dove le sentivano certe cose Harry proprio voleva saperlo. Forse era ora di mettere il lucchetto al dvd.
O alla bocca di Edward, perché quel gergo era sicuramente suo.
Il problema Tom però restava.
Nasconderlo sembrava diventato una specie di segreto di Pulcinella.
Ron, Edward, Blaise e i più fidati dell'Ordine della Fenice erano già venuti a saperlo seduta stante.
Sirius era stato il primo ad arrivare trascinandosi dietro Andromeda e Narcissa con discrezione.
Poi era stata la volta di Tristan e Jess che, grazie al Lazzaro che Lucilla aveva rubato otto anni prima, avevano aiutato moltissimo Tom nella stabilizzazione.
Secondo Efren la ferita ci avrebbe messo moltissimo a cicatrizzarsi. Circa un mese e avrebbe fatto un male del diavolo, a causa della mezza infezione che i resti di quella freccia tripunte avevano causato restando per tanto tempo nella parte sottocutanea.
Gli allarmismi, vista l'uscita di Tom dalla Sigillazione, si sprecavano.
Per giorni non si erano chiesti altro di chi diavolo l'avesse intrattenuto per più di una settimana, di chi l'avesse rapito anche se sapevano che era stato Donovan il mandante della Dama dell'Acqua.
Si chiedevano di come avrebbe reagito quel maledetto collare che portava per costrizione, si chiedevano di quei morsi di vampiro sul suo polso e quello al collo...insomma, non sapevano dove sbattere la testa e Tom non aveva mai aperto gli occhi in quei due giorni.
Ora però che la febbre si stava placando, speravano molto nelle sue spiegazioni...ma più che mai tutti non anelavano ad altro che vederlo aprire gli occhi.
A stento avevano trattenuto la gioia e la felicità.
A stento Draco riusciva a mantenersi impassibile. A stento Harry riusciva a non stare sempre in camera con lui.
Anche solo per guardarlo dormire.
Anche solo per tenergli la mano.
Per convincersi che era tornato.
La guarigione però si era dimostrata difficile.
Nonostante il Lazzaro, spesso Efren aveva dovuto somministrare a Tom sedativi e pozioni calmanti.
La febbre l'aveva fatto delirare più volte e dalla sua bocca erano usciti nomi a Harry del tutto sconosciuti.
La notte del venti poi era stata orribile. Non aveva smesso di urlare e agitarsi un solo secondo, tanto che per tenerlo fermo sia lui che Draco si erano sfiniti, ricavandone anche parecchi lividi.
Per questo, ora che stava meglio, potevano finalmente tirare tutti un sospiro di sollievo.
Presto si sarebbe svegliato.
Presto...avrebbero di nuovo sentito la sua voce.
Scendendo in salone vide alcuni elfi domestici sparire velocemente al suono dei passi di Hermione.
Era sul corridoio a balcone sopra il camino e camminava leggendo la Gazzetta del Profeta.
- Novità?- le chiese.
La Grifoncina schioccò la lingua, disgustata.
- Questi giornalisti secondo me sono tutti Animagus. C'è già qualcuno che insinua un tuo fantomatico ritorno al Ministero! Roba da non crederci! Sul Cavillo c'era anche quella cretina di Rita!-
- T'ha beccata fuori dal Ministero?-
- Si.-
- E' ancora viva spero.-
- Si, le ho solo detto che non so niente.-
- E c'è cascata?-
- Si, come no.- la strega scese rapidamente i gradini, gettando il giornale con poca grazia sul tavolino fra i divani, per non buttarlo direttamente nel camino acceso - Che gran rottura! Il fattore sorpresa sta andando a farsi benedire!-
Harry dubitava che uno come Badomen credesse a quello che scrivevano i giornali, ma se aveva davvero le spie al Ministero, tra cui Donovan che era in prenotazione per una bella cassa a Lost Graveyard, allora Hermione poteva aver anche ragione.
Se avesse sospettato un suo rientro nei giochi, si sarebbe premunito.
A meno che non fosse stato totalmente pazzo.
I guai però non finivano con Badomen. Il fatto era che ora tutti i giornali del mondo dei maghi parlavano di un suo possibile ritorno, visto che la notizia era uscita dall'Ufficio di Recupero della Magia Perduta.
Qualche deficiente di un impiegato aveva spifferato che si era ripreso i poteri impunemente e senza permesso. Peste alla sua famiglia, certo, ma gli era già capitato di non poter andare all'associazione Hayes anche solo per salutare i suoi piccoli amici perché c'erano una ventina di giornalisti appostati dietro ai cancelli come mafiosi.
E non erano lì solo per spiare Elettra.
Erano lì per lui.
Figurarsi che sua moglie aveva preso le ferie, il CT delle Aquile quasi l'aveva mangiata viva ma uscire di casa era davvero impensabile. Così tutti sapevano che si era ripreso i poteri ma brancolavano nel buio, chiedendosi se sarebbe tornato a fare l'Auror. Negli articoli non si auspicava altro, come se lui avesse potuto far secco Badomen e la sua donna con uno schiocco di dita.
A volte proprio non li capiva i maghi.
Ne aveva sentite di tutti i colori, da quando era comparso il Marchio Nero, sul fatto che stava rovinando la sua leggenda perché non tornava a fare da bandierina per il Ministero.
Ora invece lo maledicevano perché, essendosi ripreso i poteri, tardava a rientrare in servizio.
Era di pubblico dominio insomma.
Harry Potter, il bambino sopravvissuto, era tornato.
La speranza era tornata.
Ma Harry sapeva bene grazie a chi e a cosa aveva trovato la forza e il coraggio per riabbracciare la sua vecchia.
E quel chi stava sdraiato in un letto ferito, in una sorta di coma indotto.
Solo per lui, si ripeteva.
Solo per Tom.
Andò a sedersi dopo aver spiato di nuovo dalle vetrate in giardino per controllare che Lucas non si fosse messo a lanciare palle di fuoco sui giornalisti, sebbene sarebbe stato uno spettacolo interessante, ma vedendoli tranquilli, cosa ancora più sospetta, andò a sedersi con Hermione.
Si versò una tazza di caffè e si mise comodo.
- Pensieri?- gli chiese la strega, sorridendo brevemente.
- Qualcuno.- rispose, poi le sorrise a sua volta - Mi guardi come Lucas.-
- Può anche darsi.- gli concesse con dolcezza - In fondo tu sei sempre stato il mio eroe.-
- Sciocchezze.- si schermì.
- No e lo sai.- Seria, lo fissò attentamente - Lo sei da sempre. E il fatto che ora ho di nuovo di fronte a me il Grifondoro di un tempo mi scalda il cuore e mi rimette in pace col mondo.-
- Tu credi troppo.-
- Anche tu. Anche se non lo sai, tu hai più fede di tutti noi.-
- Non ho mai creduto molto.-
- Nei maghi, forse. Ma credi in ciò che facciamo. In fondo noi siamo questo. Noi viviamo in ciò che facciamo.-
- E' questo il punto.- sospirò, posando la tazza e poggiandosi sulle rotule con gli avambracci - Speravo che cambiando vita avrei potuto essere qualcosa di diverso da...il bambino sopravvissuto. Volevo essere un padre per Lucas e Faith a tempo pieno. Volevo essere l'unico per Elettra...qualcosa di diverso da capo, da un leader.-
- Tu sei ciò che sei.- gli occhi di Hermione divennero vitrei per un momento solo, ma sbatté le ciglia e distolse immediatamente lo sguardo, posandolo sulle fiamme del camino - Ognuno di noi non può cambiare davvero. Nel profondo restiamo ancorati alle nostre convinzioni. Dovremo solo essere fedeli a noi stessi, Harry.-
- Forse hai ragione.- Potter levò la mano, vedendo Ron Smaterializzarsi sulla porta dell'ingresso - Ehilà.-
Weasley si levò il giaccone, scrutandoli attentamente dopo aver visto le loro espressioni.
Era proprio un treppiedi il loro.
Un vecchio e malridotto treppiedi che però niente poteva spaccare.
- Che facce.- li apostrofò, raggiungendoli e mettendosi dietro alle spalle di Hermione, massaggiandogliele scherzosamente - Ragazzi li conosco da più di vent'anni quei musi. Discorsi seri?-
- Più o meno.- ridacchiò Potter - Pansy?-
- E' fuori che dice a Steve e Step di non sotterrare i giornalisti nella neve. Siete assediati, lo sapete?-
- Si, me ne sono accorto l'altra mattina quando Malfoy ha quasi strozzato un tizio che gli ha fotografato anche l'ugola mentre gli urlava un Cruciatus, presumo. Caffè Ron?-
- C'è qualcosa di più forte?- borbottò il rossino, andando al bancone bar del salone - Edward arriva subito. Era al Ministero. Ho mandato Trix a fare il turno con Gary. Penso che stia fiutando qualcosa. Quando avete intenzione di avvisarla?-
- Quando Tom starà meglio.- rispose Hermione, facendo divampare le fiamme del camino con un gesto della mano - Efren anche arriva subito. E' su che finisce le fasciature di Tom. Sta meglio, gli si è abbassata la febbre.-
- Bene.- disse Ron sollevato - E Blaise? Viene?-
- Si, deve portarci del Cumino Giallo ricostituente.- rispose la strega - Ci ha parlato Draco: lui e Efren hanno paura che Tom perda troppo peso e s'indebolisca ancora di più.-
- Parlando di Tom...- Ron tornò a sedersi con una bicchiere di Whisky Incendiario doppio fra le dita. Tacque un secondo, fissando il liquore nel bicchiere ma dagli occhi di Harry, capì che stavano pensando la stessa cosa.
- Come li sistemiamo?- chiese.
Potter inspirò un secondo e attese un istante, proprio per permettere a Malfoy di andare a sedersi accanto alla moglie.
La prima cosa che fece il biondo fu di accendersi una sigaretta e soffiando in aria il fumo rispose per il bambino sopravvissuto.
- Trappola.-
- E' azzardato.- disse Hermione, fissando ancora le fiamme.
- Si ma voglio vederli annientati, senza via d'uscita.- sibilò lui, passandole un braccio attorno alle spalle, contro lo schienale del divano di pelle - Voglio sentirli chiedere pietà.-
- Io ancora non capisco una cosa.- Ron finì il bicchiere, ingollando il liquore in due sorsi - Badomen è un Mangiamorte. Parlava del ritorno del suo signore...se fosse stato lui a far uscire Tom non l'avrebbe mai ferito a morte. Inoltre sappiamo che Badomen sta con Donovan, che Brockway l'ha fatto fuggire da Azkaban e che sua figlia minorenne si fa Donovan in gran segreto. Complicando ancora, il Segretario ha fatto uscire Tom da Cameron Manor con quella Dama...a quanto ci hai raccontato.-
- Esatto.- annuì Hermione.
- Ma se è stato Donovan a farlo uscire...cioè, come ha fatto Tom a ferirsi? Se fosse stato Donovan l'avrebbe fatto riapparire in un posto sicuro, pieno di Mangiamorte, dove nessuno avrebbe osato alzare un dito sul figlio di Voldemort. E invece Tom è stato colpito quasi mortalmente.-
- Ha ragione Lucilla.- sibilò Draco, ciccando nel portacenere - C'è qualcuno che manovra tutte queste pedine da dietro le file.-
- Ci sono due incognite che rimangono fuori dal calcolo. La donna che fuma le sigarette alla lavanda e il mago che ha fatto saltare per aria Diagon Alley.- aggiunse la Grifoncina - E stando alle parole di Damon tratte dai morti, quel mago era la copia di Tom. Se è stato sotto Imperius allora siamo nei guai.-
- Certo...visto che è stato tirato fuori da Cameron Manor dalla Finale di Quidditch.- frecciò Harry acidamente - E qua qualcuno s'è ben guardato dal dircelo.-
- Giusto mezzosangue.- si ricordò Draco - Io e te dobbiamo ancora parlare di questo.-
- Io ho mal di gola.- si limitò a rispondere, alzandosi in piedi e andando in cucina - Vado a fare del the.-
- Non sperare che la storia finisca qua!- la minacciò Malfoy.
- Sto già tremando.- fu il sibilo indifferente che gli arrivò da lontano - Invece di pensare a vendicarvi sul perché e il percome mi sono tenuta alcune cose per me, dovreste preoccuparvi di Duncan.-
- Oddio, già me lo vedo.- borbottò Ron, passandosi una mano fra i capelli di fuoco - Accenderà incensi per tutta casa, poi dovremo attaccarlo alla bombola dell'ossigeno. Ci pensate che un giorno potrebbe venirgli un infarto? E nelle grane ci finiremmo noi?-
- Per cosa, mica è colpa nostra se ha le coronarie ostruite di fumo scadente.- masticò Malfoy sprezzante - Ci pensi lo Sfregiato a spiegargli del perché ha svolazzato sotto al naso di tutta Londra.-
- Ancora con questa storia, io stavo sopra le nuvole.-
- Si ma ti hanno visto comunque.- gli ricordò Weasley - Cazzo Harry, ti avrà visto anche mia nonna e ha novant'anni! E che cazzo. Ora non la smetteranno più di ricamarci sopra!-
Stettero a discutere delle coronarie di Gillespie ancora per qualche minuto, poi iniziò a entrare gente.
Per primi Sirius e Remus, imbattibile coppia di mentecatti, Edward e Ophelia, poi Pansy riuscì a staccarsi Marc dalle gonne e s'infilò in casa completamente gelata seguita da Ginny e Terry, che erano venuti a sapere di Tom torchiando il povero Ron per tre ore filate.
Blaise li raggiunse poco dopo con Jess, Clay e Sphin. Per ultimi arrivarono Lucilla e Tristan, accompagnati da bottigliette di Lazzaro che emanava la sua evanescente lucetta azzurra.
In compenso fuori anche la prole si era triplicata e si era riunita per "guerreggiare".
Con Jess era venuto anche Herik, oltre che Alex. Jeremy, Marc e i gemelli stavano già scavando una trincea per la battaglia a palle di neve. Le bimbe, in tutto quattro con la piccola Sam, figlia di Ginny, e anche Madison, la figlia di Blaise, se ne stavano in disparte e fare pupazzi di neve.
Da ultimo restava solo Caleb, il cugino di Faith e Lucas, arrivato dopo essere scappato dalle grinfie di J.J. che probabilmente in quel momento era sull'orlo di una crisi di nervi per essersi perso il nipote.
Era stato Lucas a chiamare il cugino la sera prima, che l'aveva avvisato della battaglia a pallonate di neve e...dell'uomo nero, come i bimbi chiamavano Tom in codice.
Sarebbe mancato solo Aidan all'appello ma era uscito con Damon e per ora era meglio così.
Il fatto che ci fossero tutti era stata l'ennesima brillante trovata di Lucas.
Infatti sapeva che quando i suoi discutevano con la guardia in servizio non si accorgevano neanche della fine del mondo e in una quindicina sarebbe stato più facile entrare nella camera di Tom!
Ok...magari Herik, Caleb, Alex e Jemy non potevano fare magie fuori da Hogwarts ma magari a loro sarebbe venuto in mente qualche attrezzo magico per sfondare quella porta del cavolo senza usare un TIR, no?
Quindi, mentre fuori dei piccoli diavoletti stavano cercando un modo per non farsi beccare, fare il giro sul retro e infilarsi nella stanza degli ospiti, dentro gli adulti erano tutti abbarbicati in salone, nell'attesa che arrivasse Duncan.
In ritardo come sempre.
- E così...- attaccò Sirius senza riuscire a frenare la lingua - Tom era sparito da dieci giorni.-
Tutti gli occhi si puntarono su Hermione e Lucilla.
Se la prima sbuffò, dondolando irritata la gamba accavallata, la seconda fece elegantemente finta di nulla.
- Qualcuno lo sapeva?- continuò Black, melenso e stucchevole - Non ricordo che qualcuno me l'abbia accennato.-
- Neanche io mi ricordo, sai?- tubò Jess con tono altrettanto pigro - Ma magari mi dimentico...Lucilla, dolcezza, me l'hai accennato a colazione per caso? Sai, la mattina non carburo...-
- O magari Herm...- iniziò anche Ron - ...me l'hai detto e io non ho recepito.-
- O magari vi uccido e vi sotterro e la storia finisce così in allegria.- fu la proposta finale di Harry, sorridente e minaccioso - Che vi sembra ragazze? Vi piace l'idea?-
- Bhè, se ne può discutere.- abbozzò la Grifoncina, sarcastica.
- Oh, per Dio!- sbottò Edward - Che cazzo ragazze! Che diavolo aspettavate?-
- Speravo solo di non dovervelo strappare a forza.- ammise Lucilla, fissando Harry negli occhi - Non volevo doverlo Sigillare di nuovo con voi presenti. Ecco la verità.-
- Inutile perché ora lui non ci torna più la dentro.- sindacò Draco.
- E come speri di fare?- gli chiese Efren - Forse comincio ad annoiarti con questa storia ma se ti prendono...se ci pescano tutti, finiremo ad Azkaban ancora prima di dire "Beccati"!-
- Basta nasconderlo.- replicò Malfoy.
- Si e cosa fai? Lo nascondi in casa per sempre?- rincarò Coleman - Cristo, ragiona!-
- C'è anche da considerare quel collare.- s'intromise Blaise, pacato - Avete provato a toglierglielo?-
- Si, inutile.- sibilò Draco, accendendosi una sigaretta dietro l'altra, tale il suo nervoso - Quel fottuto pezzo di tolla non verrà mai via. A meno che non sequestriamo gli Artimagi che l'hanno prodotto e non mettiamo Dibble sotto Imperius. Solo loro sanno come aprirlo.-
- Volete dirmi che nemmeno Cameron in tutti questi anni è riuscito a toglierlo?- allibì Remus.
- Già.- annuì Lucilla.
- Allora non si tratta solo della magia del Ministero.- asserì il mannaro - Si tratta di qualcosa legato a Tom.-
- Come sarebbe?- gli chiese Sirius.
- In teoria la magia del Ministero e dell'Alta Corte dei Maghi è sovrana su tutta la comunità magica. Perciò è improbabile che uno come Cameron non sia riuscito a liberarlo. Vista la situazione, è probabile che gli Artimagi, sotto richiesta di Orloff, a quel tempo, abbiano collegato magicamente la Sigillazione a un qualcosa intrinseco al portatore del collare.-
- Stai dicendo che potrebbe aprirsi senza necessariamente la forza bruta?- buttò lì Ron pragmatico.
- Si, forse.- annuì Lupin - Ma se Tom non ci riesce da solo, dubito che possa aprirlo qualcun altro. E finché si tiene quel collare, è come una bomba a orologeria. Finora non ha funzionato grazie al campo di forza che, Lucilla ha detto, Cameron ha usato su Tom per permettergli di viaggiare nel tempo...dico bene?-
- Si,- spiegò la Lancaster - per farlo viaggiare nel tempo Caesar e Demetrius hanno messo una sorta di distorsione sul collare. Non si accorge dello scambio nella dimensione temporale...per questo poteva viaggiare nel tempo, però solo all'interno di Cameron Manor. La Dama dell'Acqua probabilmente ha sortito uno sballamento sull'incantesimo, per questo il collare ancora non reagisce.-
- Ma potrebbe farlo da un momento all'altro.- disse Clay - No?-
- Si, è possibile.-
- E quando al Ministero lo sapranno verranno qui.- sibilò Hermione - Donovan sa che Tom non è più a Cameron Manor. Lo sa e sta cercando di trovare un appiglio per incastrarlo.-
- Dove può andare a cercarlo?- mormorò Pansy.
- Bhè...a Lancaster Manor, a Grimmauld Place, dai miei nonni se è completamente idiota. Ma è più probabile che venga subito qua.- Draco levò lo sguardo su Harry - E ora che ti sei ripreso i poteri avrebbe il motivo buono per entrare in casa nostra.-
- Quand'è che devi presentarti al Ministero?- gli chiese Sirius.
- Il 27. Con un avvocato.-
- Facciamo una decina.- sibilò Black - Merlino, che due calderoni. Quelli dell'Ufficio Misteri saranno inferociti. E devi ancora spiegargli come mai hai di nuovo la tua bacchetta...che tra l'altro, scusate, ma non era sparita da lì già otto anni fa?-
Stavolta, a guardare altrove con Hermione, ci si mise pure Malfoy.
- Finiremo tutti in cella.- brontolò Edward, scolandosi il whisky tutto d'un fiato.
- Spero che almeno siano singole.- sospirò Elettra.
- Oh, dai gente!- Hermione batté le mani, per richiamarli all'ordine - Su, un po' di vita! Dobbiamo inventarci qualcosa accidenti!-
- Io te l'ho già detto.- ridisse Edward - Andiamo da Donovan di notte, lo rapiamo, lo seviziamo per qualche giorno e vedrai che la verità salta fuori. Su lui, Brockway e quella zoccola della figlia.-
- Edward!- rampognò Ophelia - Magari la costringono!-
- Si, come no.- soffiò anche Draco, sarcastico.
- Comunque, figlia o meno, Brockway è l'unico che può aver fatto fuggire Badomen da là dentro.- riassunse Jess - E c'è stato per due giorni. Merlino solo sa cos'ha può aver fatto in questo lasso di tempo.-
- Mica ti lasciano andare in giro.- rognò Sirius, incupendosi - Il massimo è urlare da una cella all'altra...se ti rimane il fiato.-
- Può aver parlato coi Lestrange?- ipotizzò Remus - E se stesse riunendo la vecchia compagnia?-
- Dobbiamo prepararci a una fuga in massa, dici?- Lucilla corrucciò la fronte - Ma non è stata aumentata la vigilanza dopo che Bellatrix e suo marito fuggirono con tutti gli altri tanti anni fa?-
- Si ma tanti anni fa non c'era Brockway.- ringhiò Harry - Che schifo, non ce n'è più uno pulito di cui fidarsi. E Duncan non può fare niente, non finché Donovan ha il posto accanto a Dibble.-
- Il Ministro?- propose Pansy - Rivolgiamoci a lui.-
- Si e poi chiederà un'ispezione!- le disse Ron.
- Ok ma da entrambe le parti. Potrebbe entrare in casa di Donovan...-
- Ma lui farebbe subito sparire ogni cosa.- sibilò Lucilla - E ancora non sappiamo cos'ha rubato Badomen dalla Gringott. Potrebbe essere di tutto...-
- Senza contare fumatrice incallita e il mago che assomiglia a Tom che ha ucciso tutta quella gente a Diagon Alley.- finì Tristan, già esausto - Ragazzi, credo che sia il caso di prendere in considerazione l'eventualità che Tom sia sotto Imperius. Avete fatto dei controlli?-
- E' in coma indotto da giorni.- gli disse Efren - E quando si sveglierà potrebbe far finta di nulla.-
- Se fosse sotto Imperius almeno si spiegherebbe la ferita.- commentò Hermione - E' finito dai Mangiamorte e s'è rifiutato di fare come volevano. Per questo l'hanno dovuto fermare, prima che fuggisse.-
- Si ma anche volendo...- la bloccò Lucilla - Non credo, obiettivamente, che Tom sia in grado di uccidere.-
- Come sarebbe?- le chiesero tutti.
- Ricordate i Poli Negativi? Quelli di Grimaldentis?-
- Quelli che su di lui non avevano effetto.- annuì Elettra - Cosa centrano?-
- Non ci sono studi precisi ma è confermato che gli umani definiti con l'appellativo di puri di cuore non siano in grado, praticamente, di uccidere. Di togliere la vita.-
- Ma non è confermato.- replicò Hermione - Mi spiace ma finché non vedo non credo. E non intendo lasciarlo sotto Imperius nel caso sia davvero così. Io mi fido delle parole dei morti.-
- Io anche, ma credimi...non è stato lui.-
- Allora c'è qualcuno in giro con la sua faccia o...- Sirius levò le sopracciglia - Polisucco?-
- Può essere. In fondo nei controlli col Ministero, Donovan gli toglieva una goccia di sangue e un capello.- Lucilla scosse il capo - Che cretina, come ho fatto a non pensarci prima, dannazione! Avrà tanti di quei capelli da farci una parrucca a questo punto!-
- Allora chiunque di quei Mangiamorte potrebbe andarsene in giro con il suo aspetto...- sibilò Harry - Cazzo, Donovan se l'è giocata bene. Non me l'aspettavo.-
- Bhè, non mi sembra il momento di fargli i complimenti.- sibilò Efren.
Intanto che fioccavano dannazioni e proposte omicide su Donovan, mezzo Ministero corrotto e pure Badomen, Jeager si Smaterializzò nel giardino della Lucky House, nascosto fra i pini.
La prima a vederlo fu Glory, che lo salutò levando la mano.
- Ciao.- Crenshaw si avvicinò guardando quella montagna di marmocchi - Sono tutti dentro?-
- Ahah.- annuì la streghetta, posando il libro - Sei venuto per parlare anche tu di Tom?-
Jeager sogghignò - Non ti hanno detto niente, vero? Che mamma cattiva che hai.-
Glory si lasciò sfuggire un sorrisino furbetto - E tu? Me lo dici chi è?-
- Un tipo troppo buono per essere parente tuo.-
- Parente?- la biondina s'interessò subito - Come?-
- E' cugino in primo grado di tuo padre. E' un mezzo Black.-
- Ah. Non lo sapevo...ma...- stava per chiedere precisamente chi fossero i suoi genitori quando arrivò addosso a Jeager una pallonata di neve e prima di uccidere Lucas, Jemy, Alex e pure Chris, il mezzo demone preferì infilarsi in casa, salutando Glory e lasciandola a bocca asciutta.
- Oh, era ora!- sbottò Hermione, vedendolo sulla soglia - Dove diavolo eri?-
Nel letto con Hacate.
- A cercare le informazioni sulla Salvia che volevi.- mentì con aria adorabile, anche se quelle informazioni le aveva da ormai due giorni - Dove sta Gillespie?-
- Si sarà buttato sotto un treno.- frecciò Dalton - Ehi cocco, ho sentito che hai la fidanzata! Perché non ce la presenti?-
- Ma come cazz...- si morse la lingua - Chi diavolo te l'ha detto?-
- Alister l'altra sera.- ridacchiò Edward - Allora? Chi è?-
- Non è la mia fidanzata.- sibilò, andando a sedersi e scrutando arcignamente Hermione, che lo salutò con la stessa smorfia - E la prossima volta che vedi Dark digli di farsi un cassettino di cazzi suoi. Allora...come sta?-
- Tom sta bene.- lo informò Harry - Dovrebbe svegliarsi a momenti.-
- La ferita?-
- Guarirà entro un mese.-
- Cos'hai scoperto sulla Salvia?- gli chiese Hermione, tagliando corto - Sono stati i Lasombra?-
- Giurano di no.- rispose Jeager, sorseggiando del brandy alle albicocche che sembrava lava liquida.
- E gli credi?-
- Si visto che ho minacciato di fargli saltare per aria la base.-
- Non c'era bisogno di usare la violenza.- borbottò la strega - Sono sempre stati gentili...-
- Si, tanto che hanno ancora il mio orologio da cinquecento galeoni.- rognò Draco, ricordando la notte passata da quei pacchiani esseri albini, spacciatori di Salvia e di camere a ore.
- Quindi la Salvia non arriva dalla Gran Bretagna.- Lucilla sospirò, alzando le mani - A questo punto può arriva da qualsiasi schifoso buco da qua al Portogallo.-
- Arriva dei Pirenei.- li bloccò Jeager.
- E tu come lo sai?- gli chiese Ron - Ci sei andato?-
- No ma mi avete detto che è scappato dalla Spagna e in Francia se lo sono perso due volte. Nessuno passa indenne per il confine sui Pirenei senza aver leccato il culo al capo degli Octaviani.-
- Octaviani?- Terry Steeval, seduto accanto a Edward e a Ginny, levò un sopracciglio - Ma non sono gagia?-
- Si, sono francesi.- soffiò Sirius, come se essere francesi fosse chissà che onta - Vivono nelle gallerie magiche nei Pirenei. Praticamente è proprietà loro, quella.-
Jeager annuì -Gestiscono loro il giro. Secondo me Badomen ha amici lì. E ci scommetto William che la Salvia l'ha presa lì...in fondo sa come entrare e andarsene ormai, dopo tutte le volte che se lo sono perso.-
- Posso puntare anche io Lucas?- mugugnò Harry in sottofondo.
- Ho capito, ho capito...ma non posso presentarmi dagli Octaviani e gambizzarli per quella Salvia!- disse Hermione cominciando a innervosirsi - Lì la Smaterializzazione è più controllata che altrove. Se ci vado quelli al Ministero se ne accorgono.-
- E tu non andarci.- le consigliò Crenshaw - Mettete sotto chiave Howthorne.-
- Ecco, chiudiamone un altro in casa.- ironizzò Efren acidamente.
Stavano già per scannarsi quando finalmente si aprì la porta dell'ingresso. Guarda caso, la Lucky House era sempre aperta. Un giorno o l'altro Harry, con la sua mania di non chiudere mai, non si sarebbe ritrovato solo Lord Voldemort in piedi sul pianerottolo.
E infatti c'era niente meno che Duncan Gillespie. E dalle neve che aveva in testa, i piccoli dovevano averlo usato come bersaglio. Sollevò la mano di scatto, impedendo ai suoi di dirgli anche solo "Ciao, che t'è successo?" e dopo aver buttato il mantello sull'attaccapanni, si ficcò subito un sigaro in bocca.
Si fece due tiri, era un rito, poi al terzo scrollò le spalle. Quindi iniziò a massaggiarsi le tempie.
- Ci va ancora tanto?- gli chiese Draco, tamburellando le dita sullo schienale del divano.
In effetti ce ne volle. E ce ne volle ancora di più quando Duncan saltò al collo di Harry e dovettero mettersi in dieci per levargli il bambino-quasi-sopravvissuto dalle grinfie.
A quanto pareva Duncan era già stato informato di un po' di cose...e forse gl'incensi quella volta non sarebbero bastati.
Quel casino almeno servì a Lucas per mettere il naso sul retro della casa e sfregarsi le mani.
Di quel passo, visto che suo padre stava per essere strozzato, nessuno si sarebbe accorto di più di una dozzina di bambini infilarsi su per lo scalone e chiudersi nel corridoio a balcone che collegava le due ale della casa.
Specialmente se, in quel corridoio, bastava chiudere entrambe le porte da una parte e dall'altra, per Insonorizzare completamente tutto quanto.
Uno per volta salirono tutti, testa bassa, spalle incassate e scarpe in mano per non fare rumore.
Lucas, Glory, Faith, Jemy, Steve e Step, Marc, Chris, Caroline, Madison, la piccola Sam, Alex, Herik e Caleb a chiudere la fila. Erano ormai alla porta del corridoio quando i gemiti di Harry stavano a indicare che presto avrebbe esalato l'ultimo respiro.
Lucas e Faith pregarono per il padre, pace all'anima sua, poi chiusero la porta e ci si misero contro, sospirando.
- Fatta!- ridacchiò il Phyro.
- Qual è la stanza?- chiese Herik.
- L'ultima a destra, verso casa nostra.- mormorò Glory, con Madison aggrappata alla sua gonna, dalla parte destra e Sam alla sinistra - Fate piano però. E non usate la magia, non potete, lo sapete!-
- Ok, possiamo non farlo noi!- rise Herik, tirando fuori la bacchetta - Ma voi ancora non andate a Hogwarts. Al massimo vi arriva un richiamo.-
- Cosa?- Glory allibì - Vuoi che uno di noi apra la porta con la tua bacchetta?-
- Bhè, noi non possiamo ricordi?- disse anche Jeremy.
- Si ma non funzionerà mai!- Faith scosse il capo - Figurati se riusciamo ad aprire quella serratura.-
- Dai, che male c'è a provare!- sbottò Lucas baldanzoso, afferrando la bacchetta del suo migliore amico - In fondo non sarà poi così difficile no? Cosa devo dire Jemy?-
- Alohomora.- scandì bene Alexander - Glory perché non ci provi anche tu?-
- Con questa storia finiremo tutti in punizione!- sbuffò la biondina, prendendo la bacchetta di Herik - E poi le bacchette rispondono ai loro padroni! Una volta ho preso quella della mamma, per poco non ho fatto esplodere il microonde!-
- E vabbè, al massimo scoppia la porta.- abbozzò Linnie, cercando di non ridere.
- Che idee del cavolo. Che idee cretine!-
La piccola Malfoy si piazzò accanto a Lucas, che invece sembrava gasatissimo.
- Magari è divertente!-
- Magari per i Phyro ci vanno bacchette speciali!- rincarò lei - Pensa se dai fuoco alla casa.-
- Merlino se sei pessimista.- brontolò, puntando la bacchetta contro il pomello esattamente come fece Glory - Ok, al tre...pronta? Ok. Uno...due...tre...-
- Alohomora!- dissero in coro.
Per qualche secondo non accadde assolutamente nulla, anche se Madison e Sam si erano nascoste alle spalle dei più grandi, poi ci fu un leggero scoppiettio e dalle punte delle bacchette uscì una piccola scintilla violetta.
Qualche altro rumorino, tipo cicciolo, poi il pomello d'ottone della porta s'illuminò tutto.
Sentirono anche un crac.
- S'è aperta?- sussurrò Chris, facendosi largo - Si!- mormorò - Ragazzi l'avete aperta!-
- Grande, hai visto?- cinguettò Lucas, alla faccia cupa di Glory - Ce l'abbiamo fatta!-
- Si e intanto potevi bruciare la bacchetta a Jeremy.-
- Sai che roba, è solo un po' annerita. Dovrò comprarne una di metallo, porcaccia...-
Finita quella discussione sul futuro attrezzo per il piccolo Potter, i bimbi misero il naso nella stanza semi buia.
Dalle tende tirate filtrava un accecante fiotto di luce bianca che tagliava le ombre di quella camera come una lama letale e sottile. Un po' di calore e luce giungevano anche dal camino, che però iniziava già a languire.
Caleb si fermò in mezzo allo stipite per far da palo, Lucas e i gemelli invece erano già di fronte al baldacchino tirato.
Quando mossero le tende, buttarono prima un occhio per sicurezza...e quando lo videro addormentato profondamente si rilassarono.
- E così è questo qua l'uomo nero...- Linnie stava appoggiata alla sponda, tutta interessata mentre Madison e la piccola Sam, con un adorabile cuffia con le orecchie da orsetto, si erano già issate sul materasso senza battere ciglio - Non sembra più grande della mamma e del papà.-
- Magari è finito anche lui in quella piscina che rende giovani.- commentò Marc timidamente.
- E' vero. E' lui, Tom.- sussurrò Alex all'improvviso, accanto a Herik - Ragazzi io me li ricordo.-
- Anche io.- annuì Herik, stirando le labbra in un tiepido sorriso - E' più grande...ma è lui, ne sono sicuro. E non è finito nel Lazzaro, andava a Hogwarts con Damon.-
- Ah.- Lucas continuava a scrutare Tom, però a debita distanza - Siete sicuri andasse a scuola con Damon?-
- Si, mi ricordo che studiavano insieme e che si vedevano a Cedar House durante le feste.- ripeté Alex - Ma come c'è finito qui? S'è fatto male?-
- Non lo sappiamo.- rispose Glory - Era davanti alla porta, due notti fa. Era mezzo congelato. Secondo me comunque ce l'ha riportato Cosmo insieme a tutta la roba persa dei nostri genitori.-
- Secondo te il pulcino ha portato qui questo signore?- Madison, la figlia di Blaise, la guardò stranita.
- Non sta bene però, guardate che faccia.- commentò Linnie, coi lunghi capelli biondo grano sparsi sulle spalle - Magari deve bere qualcosa.-
- Non è papà, questo qui è ferito.- le disse Chris scuotendo il capo - E poi gli avranno già dato delle pozioni, scusa.-
- Magari col mio orsetto si sente meglio.- disse la piccola Sam, sorridendo e mettendogli sotto la mano un piccolo panda con un fiocco verde al collo - A me passa sempre male alla pancia quando lo stringo.-
- Dubito che l'orsetto serva.- sospirò Herik - Ha una cera tremenda.-
- Lo dicevo che andava soppresso.- borbottò Lucas - Ora che l'avete visto vi ricordate qualcosa di più? Cioè, andava a scuola con Damon e poi?-
- Mi ricordo che aveva sempre dei cerotti azzurri in testa.- se ne uscì Alex all'improvviso, allibito dalla sua stessa frase - Mi sembra...che sopra ci fossero dei maialini con le ali.-
- Però.- Jeremy li guardò quasi disgustato - Bella notizia. E ha anche le mutande coi porcellini?-
- Esistono davvero delle mutande con sopra i porcellini?- gli chiese Steve, tutto attento - Ma dai!-
- Le fanno con gli orsetti lavatori?- tubò anche Step, verso il fratello maggiore - Dici che la mamma ce li compra?-
- Oh, oh...- si allarmò Lucas all'improvviso - Ragazzi...si sta svegliando...-
- Ma va, si sta solo muovendo nel sonno...-
- Infatti. La gente normale dorme con gli occhi mezzi aperti, vero?-

Quando Thomas Maximilian Riddle si destò, gli sembrò dentro di sé che fosse trascorsa un'eternità.
Come se una clessidra si fosse svuotata più volte e che qualcuno avesse continuato a girarla.
Sentiva ancora il sapore del sangue in bocca. Il freddo della neve sulla pelle...lo smarrimento.
La solitudine.
Ricordava le chiome scure di Kensington Gardens. E le sue gambe che si erano mosse da sole.
Poi basta, più nulla. Non sapeva nemmeno dove si trovava.
Era stata una fitta alla schiena a scrollarlo dal suo dormiveglia, poi nel suo mondo ovattato, quasi narcotizzato, aveva percepito qualcosa di morbido e peloso contro la pelle sensibile del polso.
E...voci, delle voci...
Finalmente venne strappato al buio e, sbattendo le ciglia, la prima persona che vide fu una bimbetta bionda sui sei anni, appoggiata tranquillamente alla sponda destra del suo letto.
Era Caroline, che inclinò il capo e illuminò i profondi occhi azzurri.
- Ragazzi, s'è svegliato.- disse allegra.
Poi il suo campo visivo venne invaso da un sacco di facce e Tom si sentì girare la testa.
Dio, ma dov'era finito di nuovo?
E quanti diavolo di bambini c'erano lì attorno?
Sbattè di nuovo gli occhi, inquadrando più di dodici facce e due bimbe, una coi capelli rossi e le lentiggini dei Weasley con una buffa cuffia con le orecchie da orso e una coi capelli bruni e gli occhi blu petrolio, sedute ognuna al suo fianco.
E solo due fra quei ragazzini erano vagamente famigliari.
Fu Alex il primo a porgersi da una colonnina del baldacchino.
- Tom?- lo chiamò attento - Tom? Mi senti? Come stai?-
Herik si sporse accanto al cugino, anche più accorato - Ti senti bene? Stavi per morire sai?-
La gola. La gola bruciava ancora. E la schiena faceva un male da morire, tanto che s'inarcò cercando di trattenere un gemito di dolore.
- Forse è meglio chiamare papà.- propose Faith, con Cosmo che invece cinguettava insolitamente allegro nel suo cappuccio - Saranno contenti di vedere che si è svegliato.-
Il pigolio attirò Tom, che fra i colpi lancinanti di dolore da parte della sua schiena traditrice, rimise a fuoco l'unica persona che riuscì finalmente a dargli un'idea di dove fosse.
Glory.
Bastò vedere i suoi occhi bicolore.
Eterocromia.
Ora sapeva dov'era.
L'aveva capito. Non avrebbe potuto confonderla. Né lei, né i suoi capelli biondissimi né...quel portamento.
E non avrebbe potuto confondere neanche lui, che le stava a fianco.
Ricordava molto bene quel viso. Anche se gli occhi erano azzurri e non verdi, ricordava quei tratti.
I tratti dei Potter.
Ora poteva dormire.
Ora poteva davvero chiudere gli occhi.
Tanto era al sicuro.
Non c'era luogo più sicuro al mondo...e anche il suo cuore lo sapeva.
Tanto che richiudendo le palpebre, una lacrima gli scivolò dallo zigomo.
Ora poteva vedere la porta della gabbia aprirsi leggermente...si, c'era luce finalmente.

Dei passi sullo scalone rimbombarono nelle orecchie del povero palo della situazione.
- Oh porca!- Caleb si volse, bianco come un lenzuolo - Gente... sta salendo qualcuno!-
- Cosa?!- gracchiò Lucas, sporgendosi accanto al cugino - Cavolo! Ragazzi nascondetevi!-
- E dove andiamo? Ci lanciamo giù dalla finestra?- Herik si sporse. Erano al primo piano e con la neve potevano anche provarci ma buttandosi uno per volta non ce l'avrebbero mai fatta.
I passi si avvicinavano e due voci arcigne come quelle di due megere, quando i due presi in considerazione erano di cattivo umore, stavano diventando sempre più alte.
- Sotto al letto!- ordinò Jeremy, alzando le coperte - Forza!-
- Ma non ci stiamo!- protestò Glory, quando Lucas già la stava facendo chinare a forza.
- Si, è un letto a due piazze, si che ci stiamo!- replicò Caleb velocissimo, cacciando sotto anche Sam e Madison.
Cinque secondi. Il tempo s'incastrarsi tutti lì sotto in quindici e la porta si spalancò con un cigolio.
Silenzio.
Poi Draco Malfoy emise un ruggito animalesco.
Accanto c'era Harry. Ma da là sotto, tutti pressati come sardine, i piccoli non potevano vederli strizzarsi l'occhio.
- Sai che stavo pensando prima Sfregiato?- attaccò l'ex Principe di Serpeverde - Pensavo che invece di mandare i mostriciattoli a Hogwarts potremmo arruolare l'insegnante di Aidan. La Trumbull.-
Da sotto il letto Alex dovette tappare la bocca a Lucas prima che se ne uscisse con una bestemmia.
- Si...non male...sai invece che pensavo io da un pezzo?- Harry piegò la bocca in un ghigno malefico - In fondo perché fargli studiare la magia? Mandiamoli in una scuola di babbani!-
Stavolta fu Glory a spalancare le fauci e Jeremy le ficcò direttamente in bocca la cuffia della piccola Sam, con tanto di orecchie da orsetto.
E mentre là fuori quei due continuavano a dirsene una peggiore dell'altra, Draco si sedette sul bordo del letto. E poi fece la cosa peggiore che avrebbe mai potuto fare.
Assunse la sua forma serpentina e strisciando sul piumone, senza far rumore, passò dall'altra parte intanto che Harry continuava a ciarlare a mitraglia di situazioni una più aberrante dell'altra.
Bastò un debole sibilo di Draco, infilatosi sotto al letto e Potter scoppiò a ridere come un matto quando una quindicina di voci diverse attaccarono a urlare come matte per paura e spavento.
Strisciando, scalciando, spaccandosi la testa contro le rete del materasso e le toghe di legno, quella piccola manica di criminali scappò fuori alla velocità della luce.
Si salvarono solo Lucas, che ovviamente non si era spaventato, e Cosmo che poveretto era rimasto incastrato nel risvolto dei jeans del Phyro.
Quando si rimise in piedi, Lucas fissò i due con sguardo pieno di pena.
- Divertente. Molto divertente.-
- Evapora.- gli disse Harry, senza perdere il suo sorriso malefico.
- Serpente flambé.- ricordò Lucas a Draco, prima di andarsene - Un giorno o l'altro ti farò arrosto!-
- Contaci!- fischiò Malfoy sarcastico.
Dio, ancora li sentivano urlare e lamentarsi dal salone.
Cavolo però, era stata impagabile. Vederli uscire tutti e urlare come matti da quel letto!
Come avessero fatto a starci in quindici era un mistero, ma in fondo entrambi apprezzarono lo spirito d'iniziativa dei marmocchi. Chiuso fuori anche Cosmo, che seguì Lucas zampettando per tornare da Faith, Draco si passò una mano fra i capelli e andò al camino, iniziando a buttarci dentro altri ciocchi per alzare le fiamme.
- Perché hanno queste fisse, io vorrei saperlo.- mugugnò, aggiungendo prima i pezzi di faggio e poi del noce, l'unica cosa che ricordava gli avesse insegnato suo nonno paterno.
- Ma lascia stare...sono solo curiosi.- Harry controllò che delle pozioni sullo spazioso comodino non ne mancasse neanche una, specialmente i calici del Lazzaro. Tutto a posto.
- Non è solo queste Sfregiato. Pensano che sia uno scheletro nell'armadio.-
- Perché?- lo incalzò Potter - Non credi che lo sia?-
- Da un certo punto di vista è così.- Draco mosse i ciocchi col tizzone, levando poi due dita in alto, alzando così istantaneamente anche le fiamme - E col fatto che Donovan sa che è uscito da Cameron Manor, con Badomen in giro e tutto il resto, ho davvero paura che verranno a cercarlo qui.-
- Hai paura di una perquisizione?- sogghignò Harry - Con tutte le porcate che hai nel tuo studio...-
- Ma vai al diavolo, non mi preoccupo solo per quello.-
- Stai quasi per convincermi, sai? Comunque dovremmo...iniziare...a pensarci...sul serio...- il ritmo della voce del bambino sopravvissuto rallentò rapidamente, fino a spegnersi in un bisbiglio.
Tom, che si era girato di fianco quando i piccoli avevano fatto retro marcia spaventati a morte da Draco, era sveglio.
Non muoveva gli occhi, anzi, le pupille erano immobili al livello della cintola di Harry.
Doveva avere la vista appannata.
Lo dimostravano i capillari rotti e il rossore sulle gote e attorno alle palpebre.
Ma quando lentamente riuscì a prendergli la mano, Harry avvertì il terreno franargli sotto i piedi e poi...la nuvola.
Ricordava "la nuvola".
Si era sentito così quando aveva preso in braccio Lucas per la prima volta, al San Mungo, tanti anni prima.
E ora che era Tom a farlo, quella sensazione si stava risvegliando.
Vedendo che non riusciva neanche a muoversi, Draco si alzò e raggiunse Potter.
Delicatamente mise una mano sulla fronte di Tom. La febbre stava ormai svanendo.
- Mi senti?-
Tom mosse il capo affermativamente.
- Ora è tutto a posto.- sussurrò Draco, inginocchiandosi - Il Medimago dice che avrai strascichi della febbre per un altro paio di giorni. Se non vedi bene non preoccuparti...-
Silenzio.
Tom richiuse le palpebre, così Malfoy gli carezzò ancora i capelli e tolse la mano.
- Dorme.- sussurrò, verso Harry - Io vado.-
Per un attimo il biondo ex Principe di Serpeverde credette di scorgere smarrimento in quegli occhi.
Ma si era sbagliato. Di sicuro.
Harry Potter, San Potter, lo Sfregiato e via dicendo...sentirsi smarrito?
Draco chiuse la porta nascondendo un sorriso perfido.
Si era ripreso i poteri, era tornato se stesso, si era sentito di nuovo forte, invincibile.
E aveva fatto finta d'ignorare la vera causa per cui aveva deciso di ributtarsi nel baratro.
Tanto valeva lasciarlo lì ad analizzare se stesso.
Mano per mano al mostriciattolo.
Su quella bella nuvoletta rosa.


Quando Jeager Crenshaw tornò a casa sua quella sera, verso l'ora di cena, trovò una marmaglia di gente che ormai bazzicava la sua cucina da parecchi anni.
Puntò Harold con occhi fiammeggianti, come se fosse stata colpa del maggiordomo se Trix e Degona erano asserragliate nella sua dispensa. E non erano le uniche.
A farsi fare le unghie dalla Diurna c'era Hacate.
Rimase sulla soglia, a scrutarle tutte e tre con sguardo a metà fra l'assassino e il curioso.
Facevano una bella figura.
Una demone, una Diurna e...Degona cos'era? Un angelo fra quelle due?
Sedute alla tavola quadrata e piatta di cedro lucido e chiaro, Beatrix sembrava una perla nera.
Indossava un abito di pizzo nero che arrivava poco sotto il ginocchio e maniche a sbuffo che gli davano un tocco gotico.
Le gambe accavallate terminavano con un paio di sandali da sera, chiusi con un fiocco alla caviglia.
Hacate le stava seduta di fronte. Con la mano libera mangiava un'omelette ai formaggi e non era proprio il massimo della sicurezza, visto l'elegante tailleur glicine e il reggiseno che spuntava dalla giacca aperta.
Degona invece leggeva l'oroscopo di Vanity Witch, facendo ridere le altre due, bardata in jeans attillati e un maxiponcho a coste e collo alto color lampone.
- Oh, amore!- Hacate lo vide per prima, illuminandolo con un sorriso - Finalmente sei a casa!-
Finalmente sei a casa.
Jeager non riuscì a non sorridere brevemente, levandosi la giacca e raggiungendole.
- Che succede fanciulle?- chiese, lasciandosi baciare da Hacate sulle labbra e da Degona sulla guancia.
- William ci ha invitato a cena.- gli spiegò Trix, soffiando sul mignolo della demone e osservando compiaciuta il suo lavoro - Tu invece? Dove sei stato?-
- A salutare un vecchio amico.- disse vago - E William dov'è?-
- Io vado a controllare il cellulare.- disse Degona, chiudendo all'istante il giornale - Torno subito.- e uscì dalla cucina velocemente, andando in salone.
Chiedendosi se avesse detto qualcosa di male, bastò che Trix indicasse a Jeager il piano superiore col mento.
E tutto fu chiaro: suo figlio era un idiota.
Ma questa per il padrone di casa non era una novità. Era con Ginger, l'idiota. Ovvio.
- Straccione.- commentò, facendo sganasciare le signorine presenti - Perché quella è qua?-
- Che ne so, era già qui quando siamo arrivate.- rispose la Diurna, chiudendo lo smalto dopo averlo agitato diligentemente - Stavano discutendo e sono andati di sopra per finire la conversazione. Se spero che tuo figlio cada dalle scale e si rompa il naso te la prendi?-
- Se ti dico che glielo rompo io il naso, se fa un altro numero del genere?- replicò Crenshaw.
- Andiamo tesoro, sono ragazzini.- tubò Hacate, addentando altra omelette - Lasciali divertire.-
- Ginger non è una ragazzina.- frecciò Trix, sentendo la porta di casa aprirsi e richiudersi - E' una vipera velenosa. Ed ecco a voi che è tornato l'uomo dei boschi!- scandì ad alta voce, apostrofando Asher che passava nel salone tutto sporco di terra e neve - Dove diavolo sei andato Greyback? Alla fiera del tartufo?-
- Cazzo Asher, stai decimando la popolazione dei cervi.- sbuffò Jeager - Muoviti che fra un quarto d'ora si cena.-
Dieci minuti più tardi, mentre Selma stava preparando la tavola in cucina perché così avrebbe fatto meno fatica a sfamare l'appetito di Hacate, che bisogna dirlo Selma adorava, anche la Winsort prese il volo.
Se ne andò fumando di rabbia, calpestando il pavimento di Crenshaw Hill come se avesse avuto William sotto i tacchi e senza salutare nessuno sbatté la porta e nessuno la vide più.
- La strega cattiva è morta.- tintinnò Trix sarcastica - Spero che lui scenda con la faccia tutta graffiata.-
- Povero William.- rise Hacate.
- Povero un corno.- rognò Asher fra i denti, coi capelli ancora bagnati di doccia - L'altra notte hanno urlato così tanto...- e vedendo la faccia pallida di Degona chiarì subito -...litigavano! Insomma, urlavano così forte che ho dovuto andare a dormire fuori.-
- Jeager gli hai fatto una cuccia.- ironizzò la Diurna acidamente - Quanto sei stato carino.-
- Perché la sanguisuga è venuta qua a cena?- sibilò Greyback, sbuffando - E Howthorne dove sta?-
- In casa sua a parlare coi morti, presumo.-
- Trix.- rise Dena, cercando di sembrare davvero allegra - Cerca solo di aiutare Nora.-
- Se va avanti così avrà bisogno lui della strizzacervelli.-
Quando furono pronti a cenare arrivò anche William. Disgraziatamente non aveva occhi neri o graffi in faccia, ma si beccò del gran occhiate di pietà dal padre, senza che lui ne capisse assolutamente il motivo.
Comunque la cena fu piacevole.
Discorsero del più e del meno: Asher e Trix attaccarono briga con battute piccanti sulla vita sessuale di entrambi, Hacate mangiò per quattro, Jeager (per farlo apposta) fece un sacco il galante con Degona facendosi subito odiare dal figlio che lo fissava come se stesse dando i numeri e al dolce, di cui Hacate prese due fette di torta al cioccolato, una alle noci e una di crostata ai lamponi, parlarono di Badomen.
Per ora nessuna novità se non le cretinate dei giornali.
Però anche a loro era giunta la voce che Harry si fosse ripreso i poteri e Jeager, senza dilungarsi, si limitò a informarli che l'aveva fatto per necessità momentanee ma non sapeva assolutamente se avrebbe ripreso il servizio.
E c'era da stare attenti con Degona, che, chissà come mai, lo scrutava con parecchia attenzione.
L'uso dell'Occlumanzia era diventato obbligo.
Preso il caffè e l'ammazza caffè che per Trix era un doppio A negativo e per gli altri un bicchierino di brandy, filarono tutti a farsi allegramente i fatti loro. Per primi Hacate e Jeager che andarono a tapparsi nel salotto adibito a giardino d'inverno, lasciando così gli altri quattro a sbadigliare per quanto avevano mangiato.
-...e guardate che è assurdo. Lo vedo tutti i giorni ma non mi ha mai parlato della possibilità di riprendersi i poteri.- stava dicendo Degona più tardi, seduta di fronte al caminetto in salone - E' strano, Harry di solito è più limpido.-
- Contento lui.- borbottò Asher - L'importante è che non gli diano il tormento con la caccia.-
- C'è poco da cacciare.- gli disse la Vaughn - Badomen è sparito di nuovo e Duncan prima che finissi il turno è tornato alla base con un diavolo per capello. Non so che gli è preso ma appena qualcuno s'è azzardato a salutarlo lui è saltato per aria dicendo che non è assolutamente colpa sua.-
- Colpa di cosa, scusa?- le chiese William.
- Ma che ne so, sarà in nevrosi acuta perché sua moglie vuole piantarlo.- Trix dirottò lo sguardo fuori dalle finestre, scoccando contemporaneamente strani sguardi a Greyback - E' una serata limpida...Asher mi fai vedere la cuccia?-
- Non ho capito se stasera te le cerchi o hai esagerato col sangue.- le ringhiò.
- Vieni fuori.- gli sibilò allora, chiara e minacciosa - Dobbiamo discutere della festa di compleanno di Stanford.-
E bisogna chiarire anche che Sedwigh Stanford, che tempo addietro si era attirato la malasorte tenendo in vita Asher in una vasca da bagno, compiva gli anni a ottobre.
Recependo finalmente, Asher si alzò di malavoglia e la seguì fuori dalla porta.
Da lì si misero a spiare ma persero gusto quando videro William gesticolare in direzione di Degona.
- Quello lì è il campione delle scuse pronte.- borbottò il principe dei mannari, chiudendosi nel cappotto - Che palle, io ho freddo qua fuori! Non potevamo andare in camera mia? O il Leoninus si arrabbia?-
Trix neanche gli rispose, accendendosi una sigaretta. Soffiando in aria il fumo, vide con piacere dopo tanti giorni un bel cielo trapuntato di stelle. Lì in campagna poi, lontano dalle luci della città, la vista era anche migliore.
- Cosa c'è che non va?-
Trix si volse, avvertendo una nota seria in quella domanda.
- Parli della Corte?-
- Non solo. Comunque che è successo?-
- Niente. Ho conosciuto la moglie di quel porco di Kronos.-
- Ha cercato di farti qualcosa?-
- Diciamo che rifarsi i denti sulla mia gola è una delle sue basilari priorità. E sua moglie, una che sembra una ragazzina, è anche più inquietante di lui. Credo mi abbia avvisato...-
Asher levò un sopracciglio - Avvisata nel senso...minacciata?-
- Si, direi di si.-
- Morrigan lo sa?-
- No.- la Vaughn ciccò a terra, scuotendo il capo - Ma non importa. E poi è la sua famiglia.-
- Visto che non t'interessano altri pareri...-
- Infatti.-
-...posso solo consigliarti di tenere chiusa a chiave la porta del tuo appartamento.-
- Gran consiglio. Tu piuttosto...-
- Cosa?-
- Jeager mi ha detto che giravano dei lupi qua, l'altra notte. Vecchi amici?-
- Testarde teste di cazzo.- rispose Asher, fissando il vuoto - Mia madre li ha mandati a riprendermi.-
- Tua madre?- Trix corrucciò la fronte - Credevo fosse morta.-
- Non è così.-
- E cosa farai?-
- Assolutamente nulla. Sto bene qui con quei due.-
Cadde il silenzio e all'improvviso incassarono la testa nelle spalle, senza voltarsi però, sentendo all'interno della casa il fracasso di un oggetto che andava in pezzi. E se non era la testa di William, doveva comunque essersi preso in faccia o una sedia o un pendolo, perché Degona aprì la porta e se ne andò inferocita.
La stessa scena che aveva fatto Ginger qualche ora prima.
- Ragazzini.- brontolò la Diurna, restando a scrutare le stelle.
C'era un sentore nell'aria. E quelle stelle erano così brillanti che sembravano quelle del passato...quando la vita per lei era ancora lucente e vivida.
Si, stava per succedere qualcosa.
Qualcosa di bello.
Era ciò che sperava almeno.
Forse il giorno dopo il sole sarebbe sorto e avrebbe accarezzato tutta la Gran Bretagna.
Forse avrebbe accarezzato anche il volto di Tom, chiuso nella sua gabbia.
Se non altro erano ancora sotto lo stesso cielo, pensò, prima di salutare Asher con un cenno e prendere la strada di casa.
Se non altro...guardavano ancora le stesse stelle.
Ed erano così brillanti che avevano il sapore dolce amaro dell'attesa.





 
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