Capitolo 22°

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view post Posted on 12/2/2009, 22:33
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*Gryffindor* nel cuore, ma il mio sguardo è di ghiaccio, nel mio sangue il veleno scorre irriverente

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- Ma perché? Perché?-
- Signori e signore, vi presento il Re della Tragedia.-
Harry James Potter si attaccò alla tazza del caffè, una tazza rossa con su scritto "Vado a fuoco!" che era certamente di suo figlio e guardò con pietà il nuovo inquilino della Lucky House.
Thomas Maximilian Riddle aveva davvero del talento per il melodramma.
- Perché mi lasci andare eh?- gracchiò, infilandosi una camicia nera sui jeans, emettendo gemiti ben poco indicati ad orecchie delicate visto che la sua ferita sulla schiena continuava a sembrare il Traforo del Monte Bianco - Io dovrei starmene chiuso qui dentro, sotto la supervisione dei miei parenti! Non dovresti lasciarmi andare in giro da solo! E se quelli del Ministero vengono a saperlo? E se mi succede qualcosa?-
- E se ti rovesciassi addosso questo caffè bollente?- ironizzò Potter - Tom stai dando i numeri.-
- E poi con quello.- ringhiò Riddle, levando gli occhi al soffitto mentre la sua borsa da viaggio si riempiva di cambi per tre giorni di ritiro chissà dove - Con quell'imbecille fra le palle. Dio, ma che cazzo di torto ti ho fatto in un'altra vita eh? Ero un ateo forse? Un blasfemo?-
- Ateo lo sei adesso.- replicò Harry, melenso - Lascia perdere Trust Tom, goditi l'uscita e basta.-
- E come faccio a godermela con quello lì eh?- sibilò con aria altezzosa, spiaccicato Draco Malfoy - Ogni volta che ride mi sembra di sentire un'orgia di gatti!-
- Che cosa disgustosa.-
- E' la verità.-
- Volgare.-
- Sta zitto Harry.- rimbrottò Tom, infilandosi la cintura nei passanti dei jeans - So già come andrà a finire. Quando torno il primo luglio dovrò richiedere una seduta analistica serale col primo psicotico che passa! Anzi, sai che faccio? Vado a farmela da Damon, tanto sono praticamente mezzo morto!-
- Certo che ne spari di cazzate.-
Harry gli lanciò la custodia con gli occhiali di Brand Feversham, pensando a buon diritto ma che magari avrebbero potuto servirgli, poi anche delle fiale colme di acqua di Lazzaro.
- Sono le otto, muoviti.- lo incalzò.
- Non voglio andarci.-
- Mostriciattolo, rivedrai tanta di quella gente che Trust passerà in secondo piano.-
- L'unico piano dove voglio vederlo è sotto terra. Come minimo a cinque metri, chiaro?-
- Quel veleno in corpo sta avendo degli strani effetti sul tuo carattere.-
Tom si sgonfiò un po', mettendo in muso.
- Me l'hanno detto. Sono insopportabile?-
- Più che altro divertente.- ridacchiò Harry, dandogli una pacca sulla spalla - Malefico, dove sei?-
Dal corridoio arrivarono risposte diverse.
Elettra disse che Draco era andato a farsi un bagno, Faith invece convinse il padre che il biondastro aveva rapito Lucas e stavano ingaggiando una lotta all'ultimo sangue da qualche parte.
Topparono tutte e due.
Lucas aveva rubato la scopa a sua madre e stava volando come un pazzo nel salone, con Cosmo infilato nel cappuccio della maglietta che pigolava come un disperato. Fu Glory a fermarlo, quando gli lanciò addosso un cuscino, infastidita dal baccano e lo fece rotolare quasi dentro il laboratorio di Draco.
Poco dopo Malfoy arrivò davvero, tenendosi in spalla un Phyro scalpitante.
- Papà dì a questo spacciatore di erbette di mettermi giù!- scandì Lucas perentorio.
- Hai quasi ammazzato Glory e quel pollo grigio, impedito.- replicò Malfoy, acido - Potter quando lo mettiamo al San Mungo, eh?-
- Vacci tu al San Mungo! E fatti dire perché sei così fuori di testa! Ehi, quella è la mia tazza!-
- Sarà meglio che vada.- mugugnò Tom, chiudendo la borsa seccamente.
- Dov'è l'appuntamento?-
- Abbazia di Westminster.-
- In una chiesa?- Lucas si sporse dalla spalla di Draco - Che palla di riunione.-
- Ma che ne so. Draco guarda che ti sta fumando la camicia.-
Malfoy attaccò a sbraitare per la sua camicia da cinquecento galeoni, neanche Trust aveva camicie così costose, e così Lucas riuscì a scendere dalle sue spalle, ridacchiando compiaciuto del suo operato.
- Sai che puoi fare da grande?- berciò Malfoy.
- Il piromane?- soffiò Lucas deliziato.
- Ma che piromane!- replicò Harry, seccato - Pompiere. Come la canzone.-
- Nasci incendiario, muori pompiere.- canticchiò Tom, facendo spalancare la bocca a Lucas per lo sdegno.
- Cosa?- il bambino aveva i capelli quasi dritti - No, non voglio fare il pompiere! E neanche l'Auror!-
- Grazie a Merlino.- sentenziarono tutti e tre i più grandi, trascinandolo fuori dalla stanza e iniziando a scendere al piano terra.
- Voi siete matti! Farò. Bhò, farò l'agente nelle missioni segrete. Darò fuoco ai covi di demoni! Eh?- Lucas spalancò un sorrisone angelico - Potrei essere utile!-
- Facendo arrosto la gente?- Harry sogghignò perfido - Non saprei. Herm!- la salutò, visto che rientrava dopo il turno di notte, distrutta - Secondo te cosa può fare un Phyro?-
Lei baciò Draco, reprimendo uno sbadiglio e carezzando la testa a Lucas.
- Un Phyro?- sbadigliò di nuovo - Puoi farti studiare dal Ministero, puoi essere impiegato dai bioterroristi per scongelare i ghiacci polari e farci morire tutti a causa delle inondazioni.-
- Ma certo. Potrebbe diventare il braccio destro di Blair.- frecciò Tom.
- Non ti piace Blair?-
- No, è un idiota.-
- Comunque.- Hermione sorrise, strizzando l'occhio al Phyro - Puoi essere tante cose, in fondo sei un mago che sa dominare il fuoco, ma prima di tutto sei un mago come tutti gli altri. Ma se proprio vuoi sfruttare di più i tuoi poteri di Phyro. Potresti fare luce.-
- Fare cosa?- Lucas levò le sopracciglia - Dovrei andare in giro ad accendere le lanterne nei parchi?-
- Non proprio.- la strega rise di più, dandogli un bacio in fronte - Ma farai luce. In un modo o nell'altro. O almeno così dice Glory, parlane con lei. A proposito, c'è la strega cattiva sulla porta.-
- Chi c'è alla porta?-
Non fecero in tempo nemmeno a Smaterializzarsi che la strega apparve davvero.
Jocelyn Black si presentò con la solita aria da nobildonna sdegnosa.
Si guardò attorno, poi puntò gli occhi sui presenti.
- Nonna.- fecero Draco e Tom.
- Bisnonna.- disse invece Glory, sorridendo appena arrivata - Buongiorno.-
- Salve tesoro.- rispose quella, altezzosa - Hn, vedo che nonostante i presenti sei dotata di una buona educazione. Salve nipoti. Signor Potter..- sibilò poi.
- Oddio.- Harry schioccò la lingua - Ho perso la mia pasticca di cianuro, vado a cercarmela.-
- Ecco, vada.- Jocelyn Black storse il naso alla presenza di Hermione - Lady Hargrave.-
- Nonna cosa fai qui?- le chiese Draco.
- Sono venuta a trovare i miei nipoti, mi sembra ovvio. In privato.-
Hermione sorrise, gelida.
- Vado a dormire.- si sporse e baciò di nuovo Draco - A stasera.-
- Orari strani ha tua...tua moglie.- Jocelyn Black mollò un cesto di arance in mano a Malfoy - Ecco, queste vengono dalle nostre serre. Sono deliziose.-
- Grazie nonna.- Draco lasciò il cesto in mano al primo elfo che passava - Ti direi di entrare, ma abbiamo tutti del lavoro da fare. E Tom sta andando via.-
- Davvero caro?- la Black fissò Tom, diffidente - E dove vai?-
- Riunione del mio anno, nonna.-
- Mi raccomando, tieni alto l'onore di famiglia.-
- Oh, terrò alto tutto quello che deve stare alto.- se ne uscì Riddle.
- Ricominci.- soffiò Draco a bassa voce.
- Stai scherzando?- chiese Jocelyn, arricciando il naso.
- Si, nonna.- Tom stirò un sorriso ironico.
- Non hai preso da tua madre in questo.- commentò lei.
- Avrò preso dal papi.-
Peggio ancora.
- Vai.- sibilò Draco, dandogli una spinta - Ci vediamo fra tre giorni.-
- Bene.- Riddle levò la mano e salutò Harry ad alta voce - A presto!-
Bene, sparito lui, Jocelyn praticamente costrinse Draco e Glory a farle da balia per almeno mezz'ora, poi finalmente prese il volo anche la befana che guarda caso, era sempre un angioletto con la sua pronipotina adorata.
- Bhè, è stata gentile a portarci le arance.- borbottò la piccolina.
- Bruciale. Anzi, chiedi a Lucas di farlo.- masticò Draco fra i denti - Torno a lavorare principessa.-
- Ok. Io dico agli elfi di farti la spremuta.-
Lui rise, andando via - Non preoccuparti troppo. Da che ne sappiamo, potrebbero essere avvelenate.-
E Draco non sapevo quanto aveva ragione.


Abbazia di Westminster.
Tom levò gli occhi al cielo, prima di entrarci.
Già se lo sentiva. Sarebbe stato un week end da panico e da antipsicotici.
Avrebbe dovuto farsene una scorta invece che stare a disquisire con sua nonna del carattere di Bellatrix non adatto a fare delle battute di spirito. All'inferno.
Varcò la soglia pagando l'entrata, per poi ammirare i famosi archi acuti sorgenti da pilastri a fascio, che ricorrevano per tutta la navata centrale, per poi interrompersi bruscamente nel coro trasversale.
Fu accanto alla tomba del Re Bambino, Riccardo II che Tom si scontrò con un vecchietto col bastone e coppola.
- Mi scusi.- gli disse.
- Di niente ragazzo.- il vecchio si sistemò i baffetti, guardandolo da capo a piedi - Immagino però che io debba darti questo.- e stringendogli la mano, gli fece scivolare fra le dita un foglietto di pergamena piegato a triangolo.
Riddle restò basito, notando il marchio dei Corvonero.
Oddio, ma che manie che avevano quei ragazzi! Sempre a tirarsela per la loro prontezza nel creare feste da urlo.
Scartò la pergamena e lesse un invito chiaro.
"Grifondoro. Tomba di Elisabetta I."
Capì subito. Passaporta.
Roba da non credersi. Qualcuno di quegli svitati aveva fatto un incantesimo su una tomba! Su quella della povera regina Elisabetta! Ma che vergogna!
Ed era anche strano il fatto che non ci fosse in giuro un cane.
Come venne a sapere quella sera, uno dei Corvonero aveva passato la notte a raccattare alcuni fantasmi a Wizards' Graveyard e poi li aveva liberato nell'Abbazia, spaventando a morte tutti i babbani.
Si guardò attorno un'ultima volta, vedendo solo strani individui, tutti anziani, che sembravano spuntare come funghi qua e là. Alla fine comunque toccò la bara di pietra e...quando il vortice della Passaporta si dissolse, Tom riaprì gli occhi e la bocca bestemmiando, visto che era caduto di schiena in mezzo alla sabbia, su un cielo azzurro coperto di nuvole a ovest.
Si mise seduto, affondando le mani nella sabbia e in pochi ciuffi d'erba che spuntavano qua e là.
Poi sentì un rumore...un suono...che conosceva e che la notte aveva sognato.
Risacca.
Il mare.
Lì, su una duna di sabbia chiara coperta da sparuti cespugli e ciuffi d'erba smeraldina, Tom dopo otto anni rivide il mare. Dio, se l'aveva sognato. Solo grazie a Vlad l'aveva potuto ricordare.
E ora invece ce l'aveva di nuovo davanti.
Un fischio lontano distolse la sua attenzione. Qualche beota l'aveva chiamato come un cane con l'osso.
- Muoviti, sciancato.-
Damon Howthorne lo aspettava qualche duna più in là.
- Oh, buongiorno.- gli disse, quando lo raggiunse - Dove diavolo eri?-
- A chiedermi come hanno fatto a Corvonero a truccare la tomba della Regina Elisabetta.- rispose Riddle.
- Noi di Serpeverde siamo passati da quella di Edoardo I. Gli ospiti, di nessuna casa, passano da quella di Eleonora di Castiglia. Sono avanti, non credi?-
Tom fece una smorfia.
- Senti cocco...- Damon gli passò un braccio sulle spalle, mentre si avviavano - Vediamo di mettere due cose in chiaro.-
- Ecco bravo, dove siamo?-
- Eh? Ah, in Camargue. A Le Grau du Roi.-
- Cosa?- Tom si piantò in mezzo alla sabbia - Siamo in Francia?! Io non posso espatriare!-
- Mica lo saprà mai nessuno, dai.-
- Finirò in cella coi miei fratelli, cazzo.-
- Che stress.- il Legimors gli fregò una sigaretta, mettendosela dietro l'orecchio - Allora, due cose. I Corvonero hanno prenotato un residence intero, quindi saremo dentro a dei bungalow e non ci saranno in giro babbani perché questo posto sta per essere demolito.-
- Si, come la mia reputazione.-
- Tu invece demolisci la mia pazienza.- lo rimbeccò Damon - E seconda cosa.-
- Farò il bravo.- sibilò Riddle senza lasciarlo finire - Fidati.-
- Faccio finta di crederci. Muoviti adesso, è già arrivato qualcuno.-
Man mano che si avvicinavano, Tom vide una bellissima baia sormontata da un residence coi tetti verdi.
Pareti bianche, ampie vetrate, ma nonostante l'apparenza fine aveva l'aria calda e intima di un bed&breakfast.
Tutt'attorno alla costruzione centrale c'era un grande porticato coperto da una balaustra di tenda colorata e dopo di che i bungalow, quattro in tutto, grandi e spaziosi, rannicchiati gli uni contro gli altri.
Per raggiungere la costruzione, costruita sulla spiaggia, c'era una piccola pista lastricata di legno, accanto a un percorso cementato per il pattinaggio o le biciclette.
- Lo sanno che vengo?- chiese a Damon.
- Se leggono il giornale avranno ipotizzato che ti avrei trascinato a forza.-
- Senti.- l'ex Grifondoro si fermò, dandogli la sua borsa - Ti spiace? Voglio stare un attimo da solo.-
Howthorne sospirò, ma prese la sacca senza fare storie.
- Il lupo perde il pelo.-
- Proprio così.- Tom rise, incamminandosi verso il bagnasciuga - Arrivo subito.-
Ah, l'aveva sognato. Camminare e lasciarsi delle orme alle spalle, sulla sabbia.
L'acqua fresca che gli sfiorava le caviglie e gli bagnava i jeans.
Tom continuò a camminare con le mani in tasca, la testa sospesa chissà dove.
Intanto la luce della mattina si affievoliva leggermente, a causa delle nuvole che stavano per coprire il sole.
Il tempo era quasi lattinagineo.
Poi, poco lontano, dal bungalow prenotato per il Grifondoro, uscì una ragazza con un bambino in un marsupio.
Stava carezzando la testa al piccolo, quando notò Tom in spiaggia.
Corrucciò la fronte e si avvicinò lentamente, con i pantaloni di lino color panna arrotolati sulle ginocchia.
E quando fu abbastanza vicina, sbattè le lunghe ciglia.
- Tom?-
Riddle si volse, mettendo a fuoco una ragazza dai capelli rossi e mossi, lunghi fin sulle spalle.
E sorrise felice, quando capì chi era.
- TOM!- urlò allora Madeline Nolan, saltandogli al collo e strappando un gorgoglio indistinto al suo bambino - Oddio Tom! Non ci posso credere!- e lo baciò sulle labbra velocemente, stringendolo poi di nuovo, ancora e ancora - Quando ho letto che eri tornato quasi non ci potevo credere! E sei qui! Oddio!- e lo baciò di nuovo, mentre lui rideva e si lasciava abbracciare contento.
- E questo giovanotto chi è?- le chiese, quando pochi minuti più tardi camminavano insieme sulla battigia.
- Lui?- Maddy sorrise timidamente - Mio figlio Charlie.-
- Wow, è bello grandicello.- sorrise Riddle, mentre il piccolo con incredibili occhioni azzurri gli stringeva un dito con la manina - Quanto ha?-
- 16 mesi.- rispose lei piena di orgoglio materno. Poi però s'incupì subito dopo, abbozzando un sorriso mesto – Bhè...meglio che te lo dica subito io, così evitiamo domande imbarazzanti.-
Venne fuori che il suo ragazzo l'aveva lasciata non appena l'aveva scoperta incinta.
Anche i suoi genitori l'avevano tranquillamente abbandonata per quella nascita non desiderata e così si manteneva lavorando in quel laboratorio artigianale di Pensatoi, lavorando come una pazza per pagare una tata e poi per stare col suo bambino. L'avevano abbandonata tutti, ma Tom la vide quasi felice, nonostante la solitudine dovesse pesarle parecchio, per poi scoprire anche che Damon, in memoria dei vecchi tempi, le prestava dei soldi regolarmente quando aveva bisogno e che l'aveva ospitata tre mesi prima, quando l'avevano sfrattata.
Certo che Damon pur di non stare solo coi cadaveri faceva davvero di tutto.
- E tu? Che mi dici invece?- gli chiese, cambiando discorso - Come ti senti fuori di prigione?-
- A dire il vero ancora non so.- le disse, sincero, promettendole che avrebbe raccontato tutta la sua vita, piuttosto circoscritta, in quegli ultimi otto anni una volta a tavola, per non doversi ripetere mille volte.
Quando si decisero a rientrare, passando per il residence principale, vi trovarono Neely Montgomery che litigava animatamente con una bottiglia di Burrobirra francese che non voleva aprirsi, seduta sul bancone bar a qualche metro dalla reception vuota. Che strana posizione.
Ma cos'era, un residence per alcolisti?
- Odio i francesi!- scattò Neely - Oh, Tom, grazie a Merlino! Me la apri? Quando Damon mi serve a qualcosa non c'è mai. E tu, ciao!- la Corvonero carezzò la testolina bruna al figlio di Madeline.
- Ecco.- Tom le ripassò la bottiglietta - C'è qualcosa di più forte della Burrobirra?-
- Sono le otto del mattino!- sbraitò Damon, entrando da un corridoio lì accanto - Quando torniamo a Londra ti porto dagli Alcolisti Anonimi, mi sono rotto.-
- Si e già che ci sei in una comunità di recupero.- frecciò l'altro - Allora? Chi è il genio che ha prenotato questo posto? E dove li ha presi i fondi?-
- Ognuno ha messo la sua quota.- rispose Howthorne, sedendosi accanto a Neely dopo averle baciato i capelli.
- Ah si?- Tom lo guardò stranito - E la mia chi l'ha messa?-
- Non so, Harry e Draco mi hanno lasciato di volata una mazzetta qualche giorno fa, ma non saprei dirti che se l'hanno scippata a qualche recluta al Ministero o a qualcuno dei teppisti che torturano quando sono di ronda.-
- Io li odio.-
- Salve a tutti!-
Si girarono, vedendo Trix varcare la soglia con uno spesso paio di occhiali da sole e un broncio lunghissimo.
Dietro di lei Milo, che invece sorrideva per quel week end di svago.
- Qualcuno mi spiega chi ha organizzato l'Universale in Francia?- sibilò la Vaughn, mollando la borsa su una poltrona.
- Travers, Lunn, Williams, Rogers e Prentice.- le disse Neely - Toccava a loro quest'anno. Salve Milo.-
- Ciao gente.- Morrigan dette una pacca gentile in testa alla sua ragazza - Scusatela, non ha fatto colazione.-
- Salasserò Travers quando mi arriverà a tiro.- replicò la Diurna, baciando Tom sulla gota - Dove sono?-
- In paese a prendere del vino in qualche cantina di un qualche francese fuori di testa.- spiegò la Montgomery.
- Viva gli alcolici.- tubò Tom, alzandosi a fatica e massaggiandosi il fianco - Vado in camera a dormire.-
- Ma come, di già?- allibì Maddy - Mio figlio dorme meno di te, sai?-
- Tuo figlio non ha una galleria nella schiena. A dopo!-
Per una frazione di secondo Damon e Neely si scambiarono un'occhiata, poi Howthorne balzò in piedi a molla, con sguardo sbarrato.
- Tom!- urlò, correndogli dietro verso il bungalow dei Grifondoro - Tom, aspetta, devo dirti una cosa.- e girò l'angolo per capire che la frittata era fatta.
Riddle era in piedi davanti alla sua stanza. E a due metri di distanza ne stava uscendo Trust.
Stanze vicine. Pareti spiaccicate.
Cazzo.
Oliver sorrise, come un serpente sazio, Tom invece si girò verso di lui e .Howthorne si strinse nelle spalle.
- Trovami del vino.- sibilò Riddle, prima di chiudersi la porta alle spalle tanto da far traballare lo stipite sui cardini.
- Che cavolo è stato?- chiese Cloe, allibita, quando uscì dietro le spalle di Trust.
- Niente.- sbuffò Damon.
- Niente.- disse anche Oliver, dolciastro - Uno che ha avuto giornate migliori. Allora? Andiamo ragazzi?-
Quello che la King non sapeva ancora però, era che Tom dormiva proprio a due metri da lei.
Glielo disse Madeline più tardi e lei ghiacciò, restando con una tartina a mezz'aria.
Tom...a pochi metri da lei.
E Oliver.
- Oh no.- sbuffò, lasciandosi andare con la testa sul tavolo.
- Ehilà! Salve gente, è qua il party?!-
Eccoli che arrivavano. Uno squadrone intero di Tassorosso varcò la soglia invadendo la sala con un forte ed allegro chiacchiericcio, tutti capeggiati da Thaddeus Flanagan che al suo seguito aveva due straripanti pin up vestite in maniera succinta che presentò come "le animatrici per la controparte maschile dell'Universale".
Nel bel mezzo della mattinata arrivarono anche le Grazie, le magnifiche tre, ora tutte bionde quando un tempo erano state brune convinte e fra un abbraccio, una strusciata, pettegolezzi e presentazioni, finirono per arrivare tutti i Serpeverde. E da lì non li tenne più nessuno.
- Allora!- Adam Broody, Serpeverde che aveva diviso più che tempo e alcolici con i suoi compagni ai begli anni passati, andò a buttarsi a tavola accanto a Damon - Senti Howthorne, se mi dici cosa voglio sentire prometto che non ti straccio a poker per i prossimi tre giorni.-
- Ti facciamo andare a casa in mutande, fratello.- commentò anche Fabian Alderton che negli anni era diventato un colosso corpulento, stessa faccia da mastino in grugnito e sempre più imponente - Dai, avanti. Dov'è?-
- Non so di chi parlate.- ironizzò il Legimors, attaccandosi a una tazza di caffè.
- Come sarebbe?- sbuffò Broody - Se non c'è lui vai davvero a casa nudo stavolta.-
- E' di sopra.- l'informò Trix, andando a sedersi accanto a loro.
- Oh, guardala qua.- celiò Adam - Ciao succhiasangue, dove diavolo sei stata?-
- Ci siamo visti un mese fa, Broody. Dovresti ricordartelo, visto che stavo per arrestarti.- replicò lei, prendendo la sigaretta a Damon - Qualcuno mi spiega chi s'è portato dietro Flanagan?-
- A me sembrano due battone.- ironizzò l'adorabile Katleen Barnett. Veleggiò alla poltrona di fronte a quella di Broody, avvolta in un vestito a stampa a fiori che sembrava di seta - Salve signori, come state? Ciao Beatrix, sei stupenda come sempre.-
- Ciao Katy.- la Diurna sporse lo sguardo verso le ragazze di Thaddeus - Battone no ma...spogliarelliste? Potevate dirlo che volevate trasformarla in un bordello quest'Universale.-

- Perché? Ti saresti portata compagnia?- frecciò Broody - Sei venuta col principe?-
- Si, sta bevendo con Cloe e Oliver.-
La Barnett, figlia di Mangiamorte entrambi ad Azkaban, guardò la King dall'alto in basso, anche in lontananza.
- E quello chi sarebbe? Il sostituto di Riddle?-
Alderton seguì il suo sguardo - Ma dove vivi? E' Trust. Howthorne quello mi sta sulle balle.-
- Ho scritto in fronte "Risolutore di grane"?- replicò Damon, schifato - Che ci posso fare io? E tu sta zitta Trix, non una parola, chiaro?-
- Non ho fiatato.- celiò la Diurna - Allora, quando si pranza?-
- Quando torneranno i Corvonero dal paese.- disse Neely, raggiungendoli - Dobbiamo andare a svegliare Tom?-
- Perché si addormenti a tavola? Lascialo riposare.-
- Howthorne sai una bella cosa?- Fabian ridacchiò in faccia a Madeline, che stava lontano a parlare con le sue ex compagne - Il figlio mezzosangue della Nolan.-
- Lasciamo fuori i bambini, eh?-
- Sai che ha i tuoi stessi occhi? Sicuro che non sia tuo?-
Neely si sbrodolò col caffè, imprecando.
E i Serpeverde ridacchiarono.
- Idioti.- sibilò Damon, sbuffando.
- Al diavolo.- Neely scollò le mani bagnate - Vado a cambiarmi!-
- Oh, la tua ragazza se l'è presa?- frecciò la Barnett, acida.
- Katy.- la richiamò Adam - Lascialo in pace, dai. Dopo che s'è guadagnato il titolo di "Sfascia Coppie" puoi almeno dargli un po' di fiducia no? A hai fatto separare anche la Nolan dal suo ragazzo?-
- E con questa vado a chiudermi in camera.- Damon sorrise con fare angelico, riprendendo la sigaretta a Trix - Gente, a più tardi.-
E così, mentre nel salone principale i vecchi compagni si abbracciavano, facevano volare veleno e battutacce verso le ragazze appesantite o verso quelle che erano diventate delle vere tipe da rimorchio, come Olivia Andrews che negli anni pareva essersi trasformata in una top model, del tutto diversa da com'era stata a Hogwarts, si venne a sapere che Flanagan si era portato dietro quelle due pin up per Tom.
Già. Alcuni dei Corvonero che avevano organizzato tutto gli avevano detto che Riddle aveva mal di schiena, un blando eufemismo in confronto alla verità, e così si era portato dietro due massaggiatrici. Eh si. Massaggiatrici vere, non battone, non spogliarelliste. Massaggiatrici.
Chissà se Tom le avrebbe apprezzate.
- Simpatici i tuoi compagni.-
Cloe distolse per un attimo l'attenzione da Maggie Clark, la sua compagna di Grifondoro che decantava la sua relazione con un uomo più grande e si rivolse a Oliver.
Trust aveva già fatto amicizia con Bruce Joyce e Ian Wallace, venuto col suo compagno.
Sedwigh e Mary, i novelli fidanzati e futuri sposi, erano stati bloccati dai Tassorosso nell'ingresso, unico motivo per cui Oliver non era ancora andato alla carica anche con Stanford, uno dei ragazzi che era divenuto un pezzo grosso.
Ma lei cercava un'altra persona.
Che non c'era.
Con lo sguardo chiese a Trix dove fosse quella persona e la Diurna congiunse le mani sotto la guancia.
Dormiva.
L'idiota dormiva.
A dire il vero però, l'idiota non dormiva per nulla.
Entrando in quella che sarebbe stata la sua prigione per tre giorni filati, e tu guarda che meraviglia, pure con possibilità acustiche sulla stanza accanto che era, che figata, la camera da letto della sua stramaledetta ex ragazza, Tom aveva capito che aria tirava andando a sbattere la tibia destra contro un tavolino messo in posizione equivoca.
Lo stesso si era ripetuto col bordo del letto, uscendo dal bagno dove aveva buttato la sua borsa.
O c'erano dei Folletti in giro, che si divertivano, o lui e la sua maldestria erano peggiorati.
Ma la sfiga, o la fortuna, dipende come la vede un uomo, aveva appena iniziato a divertirsi.
Alle dieci, quando uscì dal bagno allegramente coperto solo dalla sigaretta che teneva fra le labbra, ricevette la fantastica visita delle Grazie.
Juliette Caldwell, Regina Farrell e Paige Brinkam neanche bussarono, ma scardinarono la porta e planarono nella stanza, ululando un "BENTORNATO A CASA TESORO!" che oltre a beccarlo nudo, per la foga, riuscì anche a farlo uccidere contro la cassettiera d'ebano accanto al letto. Si, perché non appena aveva sentito la porta aprirsi, Tom aveva afferrato di volata il copriletto, ma girandoselo attorno alla vita aveva sbattuto col fianco, quello doveva aveva la sua bella galleria da Traforo del Monte Bianco, contro lo spigolo.
E lì si che erano stati dolori.
E gli era anche caduta la sigaretta, per poi ritrovarsi mezzo nudo e pure circondato da quelle tre matte, ora tutte bionde e tutte coi boccoli, avvinghiate addosso.
- Ragazze...un secondo.- celiò, mentre Regina gli faceva il solletico fra le costole, tempestandolo di domande.
- Oh, amore, ci sei mancato tanto!- Juliette, come capa delle ex Grazie, gli gettò le braccia al collo per prima e gli stampò un bacione sulle labbra - E vedo che non sei cambiato.- e lo guardò maliziosa - Mai avuto tanto onore, scusa per come siamo piombate qui. Ti dispiace? Te lo chiedo perché una volta ci avresti uccise.-
- No, no.- bofonchiò, tenendosi ben stretto il copriletto in vita - Solo che dovrei mettermi qualcosa addosso.-
- Oh, stai da favola anche così.- Paige lo baciò ancora, scompigliandogli i capelli bagnati - Sul serio, non sei cambiato di una virgola. Sono così felice che Damon e Beatrix siano riusciti a trascinarti qui e.-
La Brinkam s'interruppe, quando bussarono.
La porta era già spalancata, così quando Cloe mise il naso dentro rimase, se non inferocita, per lo meno sconvolta.
Ok, era un alieno vero? Non poteva essere il SUO Tom, quello che lei conosceva.
Il Tom che conosceva lei avrebbe cacciato tutte fuori, il solo pensiero di farsi trovare nudo l'avrebbe atterrito.
Invece ora se ne stava in piedi, coperto come un marito in fuga dall'amante o dalla moglie che l'aveva beccato a letto con l'altra, coperto di rossetto sulle labbra e lo sguardo assolutamente placido.
- Cloe!- tubò Juliette, andando ad abbracciarla, anche se l'altra rimase impalata come una statuetta - Tesoro sei bellissima! Come stai? Io e le ragazze non abbiamo resistito e siamo venute a salutare Tom! Le altre lo sanno che è qua? Forse è meglio che vada a chiamarle!-
- Posso vestirmi almeno?- sibilò Tom, sarcastico.
- Meglio nudo.- rise Paige - Ma se proprio devi.-
- Come stai Cloe?- le chiese invece Regina Farrell - Ti vedo pallida, brutto viaggio?-
- Eh?-
La King distolse lo sguardo, accorgendosi solo in quel momento e con orrore che era rimasta a fissare il corpo di Tom.
L'alchimia. La ricordava bene. Quella scarica, quella tentazione, quella calamita.
Le gocce d'acqua che ancora gli scivolavano sul torace.
- No, va tutto bene.- replicò allora, indurendo il tono - Volevo solo vedere come stava lui.-
- Perché?- Paige sbatté le ciglia verso Riddle - Stai male?-
- Artrite.- spiegò lui, melenso - Ragazze, mi fareste tutte la cortesia di prendere il volo per qualche secondo? Così mi metto addosso qualcosa e potrete finirla di guardarmi come un pezzo di carne da caccia grossa, ok?-
- Cosa?!- la Sensistrega sbottò prima che le altre si mettessero a ridere - Fammi il piacere, sei mezzo morto!-
- E a te quel vestito sta male.- sindacò lui, chiudendosi la porta del bagno alle spalle con un botto.
Era troppo!
Cloe guardò il suo vestito per l'ennesima volta. Che aveva che non andava?
Era un abito di alta sartoria e...l'aveva scelto Oliver per lei.
Era vero, era orribile, pensò tornandosene in camera furente.
Trust, che stava versandosi del caffè dalle caraffe che si era fatto apparire sul tavolino, le sorrise.
- Piccola, tutto bene? Ti vedo nervosa.-
- Sto benissimo.- replicò lei, agitando la bacchetta e mettendo automaticamente a posto i suoi indumenti nell'armadio, tutta una seria di barbosi abiti costosi ma per nulla adatti a quella che lei era stata.
- Ho fatto due chiacchiere con Sedwigh.- replicò lui, passandole una tazza di caffè - Sai che Mary continuerà a lavorare dopo il matrimonio?-
- Perché?- la King levò un sopracciglio - Mi sembra normale. A Mary piace il suo lavoro al Ministero.-
- Si, come redattrice di schedari?- Oliver scosse il capo - Per quello che la pagano, potrebbe fare la signora tranquillamente.-
- Certo, e passare la vita fra il parentado femminile a parlare di cene e party? No, grazie.-
Trust sogghignò, mettendosi a sedere.
- Sei nervosa piccola. Posso sapere cosa ti urta?-
- Niente.-
- E questo niente è da ricollegare all'arrivo di Riddle per caso?-
Cloe levò gli occhi nocciola dalla tazza. E questi erano assolutamente gelidi.
- Non mi avete mai parlato di lui.- continuò Oliver, senza perdere un certo sorriso del tutto fuori luogo visto i toni che stava prendendo quella conversazione - Né tu né Damon. Da Beatrix me lo posso aspettare, è molto riservata ma.non è mai uscito, neanche in discorso casuale coi tuoi parenti. Perché?-
- Era un amico.- replicò lei, perdendo la voglia di consumare il suo caffè - Ed è stato Sigillato senza motivo. Non avevamo voglia di parlarne.-
- Solo questo?- Trust si alzò, piazzandosi di fronte a lei.
Le mise due dita sotto al mento, scrutandola.
- Non mi sembra si comporti da amico...e nemmeno tu ti comporti come tale con lui.-
- Non girarci attorno.- lei si scostò - Cosa vuoi sapere?-
- Per esempio il motivo per cui ieri sera non hai voluto che ti toccassi.-
- Ero stanca.-
- A quando la scusa del mal di testa?- sibilò Oliver, iniziando a spazientirsi.
La King rise, acidamente.
- Se hai tanta voglia di scopare c'è un'ampia scelta qui.- ma dovette zittirsi, quando Oliver le afferrò il polso, riportandosela davanti. Le serrava forte la mano, tanto per un attimo le sfrecciò implacabile nella testa l'idea che stesse per commettere qualcosa d'irreparabile. Eppure Trust la lasciò, per baciarle il palmo quando qualcosa di scuro e buio nel suo sguardo si placò.
- Non sopporto come ti guarda.- le disse, a bassa voce, con tono brusco.
- Non mi guarda in nessun modo.- replicò lei, desolata per quella sua stessa ammissione.
- E non sopporto come tu guardi lui.-
Cloe si sciolse dalla sua presa.
- Vedi cose che non esistono. Questa gelosia continua a stancarmi, te l'ho detto mesi fa.-
- Ti amo. E' normale.-
No, non era vero.
- Ti amo anche io.-
Bugiarda.
- Ma non ti controllo ogni secondo.-
Gli stai mentendo.
- E voglio che mi lasci respirare in questo week end, per favore.-
Tu non lo ami. Tu vuoi l'uomo che sta a pochi metri da te.
Oliver la raggiunse di nuovo, restandole di spalle. Le passò le braccia alla vita, serrando forte come al solito.
Le baciò la nuca.
- D'accordo. Resisterò. Ma ora.- con dita leggere le calò una spalla della veste, posando nuovamente le labbra sulla sua pelle - Ma ora sei tutta mia...lo so che lo vuoi.-
Traditrice.
Stai tradendo Tom.
Lo tradisci, quando è a pochi metri da te.
Lui lo capirà.
Lo ferirai.
Ma è questo che vuoi vero?
Ferirlo. Farlo stare male.
Se lo merita...se lo merita.


Più tardi, a pranzo, accadde quello che doveva accadere.
Non ci fu storia.
Tempo che tornarono i Corvonero dal paese, verso mezzogiorno, per spiegare a tutti che avevano cacciato il direttore del residence con una settimana di anticipo pagandogli il triplo della liquidazione, e una grandissima tavolata per quaranta persone venne imbandita fuori, sotto al porticato alla luce di quel sole caldo ma fioco.
La Camargue era uno scenario fantastico per quell'Universale: una distesa ininterrotta di stagni, laghi salati, acquitrini e dune di sabbia fra i magnifici fenicotteri, che si alzavano in volo in un ventaglio rosato a ogni corsa dei cavalli selvaggi presenti in quelle terre.
Tutti gli ex studenti di Hogwarts stavano raccolti in gruppi, coi loro nuovi compagni di vita, a parlare, a scherzare, a rivangare i vecchi tempi, a chiedere di quelli nuovi, di quelle nuove vite, aiutati dallo sfizioso aperitivo messo in piedi dai Corvonero.
- Quanto avranno speso in vino?- rise Madeline.
- Non so, basta che non ci buttino fuori domani.- replicò Sedwigh, che teneva il suo piccolo Charlie in braccio - Conoscendo Travers avrà speso tutto in alcolici.-
- Stanford non parlare male di me.- sindacò Stewart, poco lontano insieme alle Grazie - Vi piace il Pinot Nero?-
- Ottimo gusto.- commentò Oliver, insieme a Grifondoro - Complimenti. Dov'è che l'avete trovato?-
- In un paesino imboscato, a nord di qui.- gli spiegò Travers, raggiungendoli e passando un braccio attorno alle spalle di Cloe - Dovevi venire tesoro, ti saresti divertita. Io e Philip abbiamo scommesso che stendiamo Bart Owin prima che finisca il pranzo. Le tieni tu le quote?- e si rivolse a Trust - La tua fidanzata era la migliore, lo sai? In sette anni non s'è persa un evento sportivo. Se mai i King cadessero in rovina, avrete vita facile col suo fiuto.-
- Eri un'allibratrice?- fece Oliver, perplesso.
- Si.- sbuffò Cloe - Ma era Stewart a tenermi il gioco.-
- Si e Tom a coprirvi.- ridacchiò Mary J. Lewis, abbracciata a Sedwigh - Non ci fosse stato lui a Capo Scuola saresti finita espulsa da una vita tesoro!-
- Così Riddle vi copriva.- Oliver sogghignò brevemente - Che buon cuore.-
- Più che altro aveva paura di Cloe.- rise Travers - Dov'è quell'anima buona?-
- Sono qua.- Tom gli apparve alle spalle, facendosi abbracciare sorridente.
- Eccolo qua, il bastardo.- Sedwigh gli strinse forte la mano - Stavamo per progettarti una retata, sai? Ma poi Howthorne come sempre ha messo una buona parola per te. Dove stavi?-
- A farmi stritolare da Bruce, Archie, Martin e Ian. Credo di essermi fratturato una costola.-
- Io ti spacco la testa, cretino.- Stanford gli passò un bicchiere di analcolico che Tom guardò un po' storto - Allora? Avanti, dimmi qualcosa prima del pranzo, perché sai che ti staremo addosso tutto il giorno. Quando sei uscito?-
- Dopo la Finale di Quidditch.-
- Riassumendo che è successo in questa vacanza forzata?- gli chiese Mary, guardandolo fra il preoccupato e il felice.
- Che è successo?- Tom si cacciò le mani in tasca - Bhè, che dire...ho vissuto con una decina di demoni svitati che apparivano e sparivano nei momenti meno opportuni, ho studiato nei momenti liberi, ho imparato a Sdoppiarmi senza l'uso di pozioni o formule, sono diventato un alcolizzato e un mezzo drogato e ho scoperto di essere bisessuale.- il suo sorriso divenne veleno puro - E voi?-
- Siamo sopravvissuti senza sentire cazzate.- celiò la King.
- Ne dubito. Ma chi ti dice che le mie lo fossero?- replicò lui, adorabilmente.
- Hn.- la bionda lo guardò abbastanza ironicamente - Un maniaco sessuale tu?-
- Così.- Sedwigh, che si era preso un'occhiata d'avviso a Damon qualche minuto prima, si mise in mezzo - Così ora sei fuori. Di ciò che ho letto sulla Gazzetta quanto è vero?-
- L'1% direi.- replicò Riddle - Ma il fatto che abbiamo praticamente sputato in faccia al Primo Segretario è vero.-
- Non mi sembra una cattiva persona.- Trust si portò il calice alle labbra - L'ho conosciuto a un party. Persona umile, direi. E ammirevole. Ha combattuto molto contro i maghi oscuri.-
- Si ma...vedi, il problema è che quando si ha una fissa troppo ossessiva, si finisce per fare di tutta l'erba un fascio.- replicò Tom, del tutto placidamente - Come anni fa ci finì di mezzo anche Lady Hargrave.-
- Non è una gagia?- Oliver levò un sopracciglio - Poco si addice a un Auror.-
- Si, come sparate grosse prima di pranzo.- berciò Travers, buttando le braccia sulle spalle di Tom e Cloe - Andiamo ragazzi, niente politica il primo giorno. Solo vino, musica e sesso. Nolan t'incorono guru della festa ok?-
- Perché sono rimasta incinta?- frecciò Madeline.
- E perché sarai l'unica sobria!- cinguettò il Corvonero, soave - Capo Scuola Riddle, bianco o rosso?-
- Rosso.- Tom guardò ancora una volta Cloe, filandosela poi al buffet.
- Sta bene.- Mary sorrise, anche se malinconica - Non ci speravo più, devo ammetterlo.-
- Anche io.- sospirò Sedwigh, stringendola ai fianchi - Ma la speranza è l'ultima a morire. Cloe sai qualcosa di più?-
- Parlane con Damon e Beatrix.- replicò lei, posando il bicchiere mezzo pieno - Vado a salutare i ragazzi, c'è Bruce che si sta mangiando tutte le sfoglie al formaggio.- e spostandosi tenne fermo Oliver, impercettibilmente, con la mano.
Da sola, gli disse, quasi soltanto fissandolo.
Trust non replicò, ma da come indurì la mascella doveva aver fatto uno sforzo enorme per non sbottare.
Raggiunto Bruce però, la Sensistrega capì che era inevitabile uno scontro.
Bruce Joyce, ormai alto un metro e novantacinque, era impossibile da non notare. Bruno e volitivo, stava con la sua ragazza di sempre Patience Hogs di Tassorosso e insieme a Ian e il suo compagno stavano chiacchierando con Tom.
- Cloe!- Bruce la strizzò come uno straccio - Ciao bella portatrice di rogne! Come va?-
- Tutto bene.- e sorrise, facendosi presentare il bel ragazzo di Wallace, che chiacchierava con Riddle sulla bellezza di quell'angolo di paradiso.
- Oh, stavamo giusto dicendo che sei uno splendore.- rise Patience, più rotondetta di quando era stata studentessa - E sappiamo anche che voi ragazzacci vi siete già goduti qualche giorno libero con Tom!-
- E' stato molto divertente.- replicò la bionda, sarcastica.
- Una meraviglia.- tubò anche Riddle, svuotando il terzo bicchiere di vino.
- E quello è il tuo fidanzato?- Patience le indicò Oliver - Carino! Martin mi ha detto che è un genealogista e che è molto simpatico!-
Come no. A dire il vero le parole di Worton non erano state un vero e proprio elogio, ma nessuno azzardò a rettificare, così la King passò giusto due secondi a spiegare che razza di lavoro combinasse Trust al Ministero e nel suo studio privato, insieme ad altri cinque professori di chissà che palloso scibile, poi, come se l'avessero fatto apposta, si dileguarono tutti. E lei rimase sola con Tom.
Lui, che si stava versando il quarto bicchiere, la guardò di striscio.
- Bhè?- alzò un sopracciglio - Che guardi Claire?-
- Bevi parecchio.-
- Non avrai mai il piacere di vedermi ubriaco, però.- mandò giù un sorso, spiando rapidamente alle sue spalle. Eccolo lì. Il pezzente continuava a fissarlo come se avesse una mano infilata nella scollatura della King. Ma che cazzo voleva?
In Lust We Trust gli scatenava tutti i bassi istinti che lui cercava d'ignorare per amor di pace!
- Hai tutti gli occhi puntati su di te.- la bionda si posizionò al suo fianco, giocando con la borsetta - Ti dà ancora fastidio?-
- Non tutte le cose cambiano.- replicò lui - E' confortante, non credi?-
- Dipende quali di queste cose non vorremmo che cambiassero mai.-
- Già.- Tom mandò giù un altro sorso - Comunque, nonostante le mie reticenze, sono felice di essere venuto.-
- Davvero?-
- Si.- posò il bicchiere vuoto, cercando le sigarette in tasca - E tu?- se ne accese una, deliziato dal profumo della menta - Il tuo adorabile fidanzato ha avuto gli apprezzamenti di tutti.-
- Non dire sciocchezze. E piantala di gongolare, si vede lontano un miglio.-
Rise, soffiando fuori il fumo.
- Non sapeva che eri l'allibratrice della scuola, non conosceva il mio nome, non sa che sono il migliore amico di Damon, non gli dai la torta al limone...che gli dai Claire? Hn, aspetta, meglio che cambi domanda.- e sogghignò acido - Cosa sa di te? A parte il tuo cognome, il tuo conto in banca e ogni ramo schifosamente puro della tua famiglia?-
Lei tacque.
Se l'era aspettata quella dura constatazione.
Come si era aspettata che Tom avesse notato, dal primo momento in cui aveva messo piede lì al buffet, delle sue labbra ancora gonfie di baci. Lui sapeva...sapeva che aveva fatto sesso con Oliver.
Soffriva?
Stava male?
- Perché lui?- replicò allora, alzando gli occhi nocciola su Riddle - Vuoi davvero saperlo?-
- Diciamo di si.- la scrutò senza perdere il sorriso - Avresti potuto sceglierne altri...meno simili a tutto ciò che avevi odiato otto anni fa. Quindi mi è sorto spontaneo chiedermelo. Perché Trust?-
- Perché lui non mi abbandonerà mai.-
Ecco, l'aveva detto.
Gliel'aveva rinfacciato.
E ora Tom sapeva che stava ancora male.
Si era scoperta.
Tom però non disse una sola parola. Tornò a fissare vacuamente gli ex compagni, senza vederne nessuno.
La sua presenza accanto lo stava facendo stare davvero male.
Inutile che facesse il duro, l'arrogante, come si compiaceva di fare da qualche giorno.
Inutile fare finta che lei, fino a un'ora prima, non fosse stata nuda nel letto di Trust.
Non fosse stata sotto di lui.
Non avesse gemuto, per lui, per quello che le faceva.
Forse era un masochista, pensò socchiudendo le palpebre. Perché aveva la sicura impressione che si sarebbe evitato atroci torture tornandosene subito a Cameron Manor. Invece sarebbe rimasto, avrebbe dormito a pochi metri da lei, forse li avrebbe sentiti fare sesso.
E sentendoli, avrebbe ricordato le ultime volte che l'aveva avuta lui.
Una sola volta in realtà.
Perché il resto era stata la sua vendetta. E Cloe aveva saputo come vendicarsi.
Fin troppo bene.
- Stai meglio ora?- lo incalzò, brusca nel tono - Ti senti meglio adesso?-
- In otto anni niente mi ha fatto sentire meglio.- le rispose, zittendola e facendole sgranare gli occhi, senza che lei potesse impedirselo - E poi esco. Vengo catapultato in una vita che non rivolevo indietro, nonostante i vari rimpianti e...- la guardò da capo a piedi -...e al posto di quella strega che si sarebbe legata a un cancello, stesa a terra o avrebbe anche fatto lo sciopero della fame per ciò in cui credeva...ritrovo una specie di controfigura. No, fammi finire.- la bloccò, visto che lei, furente, aveva aperto la bocca per ribattere a tono.
- Fammi finire, per favore.- ciccò nel portacenere, rimettendosi la sigaretta fra le labbra - Il fatto che sei cambiata non dovrebbe urtarti i nervi.-
- Mi urta i nervi il modo in cui ti prendi la briga di farmi la predica.-
- Per i vestiti?- frecciò.
- Ah, non ricominciare.- gli sibilò - Mi vesto come mi pare.-
- O come fa piacere a lui?- Tom rise - A me piacevi anche in jeans.-
Aveva usato il passato. Non gli piaceva più? La trovava davvero insipida e sbiadita?
- Tu non sai più un bel niente di me.- scandì, dandosi della stupida e della sentimentale.
- A no?-
- No.-
- Invece so una cosa.- si chinò su di lei, al suo orecchio, per riprendersi il bicchiere. Facendolo le mise i brividi e quasi tremò - So che quel muso lungo non si addice a una donna innamorata che ha appena fatto sesso col suo futuro sposo.-
- Schifoso maledetto pezzo di.-
- Ragazzi, a tavola!- urlò Trix da lontano.
- A tavola.- disse Riddle, soave - Tranquilla, vado a sedermi lontano.-
E così fece.
Tanto che lei rimase chiusa fra Oliver, che parlò con Alderton e Clyde Hillis per tutto il tempo.
Vide la sua vita futura.
E, dannazione, in quel muro che tanto aveva faticato per costruire e per poi attorniarcisi e così proteggersi, cominciavano a formarsi troppe crepe.
Era Tom.
Tom stava scavando senza nemmeno accorgersene dei profondi solchi nel suo cuore.
Ancora una volta.
E non c'era solo il ricordo di ciò che erano stati ad attrarla.
C'era la tentazione, il desiderio.
Il desiderio di due persone che dopo otto anni si erano sognati quasi ogni notte.


Il pomeriggio stesso, alla Lucky House, Draco Malfoy iniziava a chiedersi se fosse stato saggio permettere a Tom di andarsene chissà dove, senza protezione se non il fiuto di una Diurna e gli occhi di un Veggente.

Per non parlare poi dello strano comportamento assunto al mostriciattolo negli ultimi giorni.
Draco però ci aveva sperato. E tanto.
Chissà se il fatto che Oliver Trust fosse il fidanzato di Cloe e quindi suo futuro marito centrasse col fatto che un maestro di buone maniere come Thomas Maximilian Riddle aveva passato una nottata intera, dando il tormento anche ai bambini, per trovare nomignoli deficienti a Trust.
E grazie a Lucas, di quei nomignoli ne erano usciti davvero di buoni!
Uscì dal suo laboratorio chiudendo la porta a chiave, onde evitare i soliti curiosi, poi si diresse in salotto.
La piccola Faith stava guardando un documentario in tv, una specie di vivisezione di un tumore insieme a otto pulcini gialli e Cosmo, che le stava quasi in testa.
- Ma che guardi?- si schifò - Principessa, non ci sono i cartoni animati?-
- E' sabato.- rispose lei, mentre i pulcini gialli attaccavano a pigolare facendo un concerto da paura - Zio, il papà quando torna?-
Draco guardò l'orologio da polso.
- Fra pochi minuti direi, a meno che le reclute non l'abbiamo bloccato di nuovo al Quartier Generale.- e fece una smorfia, quando il chirurgo asportò la massa del tumore - Tesoro, fa schifo! Stanotte avrai gl'incubi!-
- No, li avrò io!- sbottò Harry Potter, uscendo dal camino del salone alle loro spalle con occhi scintillanti di collera - Io ne ho basta! Ammazzo Dibble e chi s'è visto s'è visto!- poi fece una smorfia - Faith! Che orrore!-
La bimba non battè ciglio.
- Perché?- e tornò a fissare lo schermo - Prima ho visto un trapianto di fegato!-
- Hn, mica male.- frecciò il novello Auror-maestro-balia-per-reclute - Così poi lo spieghi a Draco, potrebbe servirgli un giorno.-
Un gestaccio dal biondo, poi filarono in casa Potter a parlare di Tom.
In cucina Malfoy invece, Glory aveva colto al volo l'occasione per spremere le arance portate dalla sua bisnonna.
Ringraziando che Hermione fosse andata a dormire, la piccola Veggente aveva chiamato qualche elfo per farsi aiutare nelle operazioni.
Così, salita a fatica sugli alti sgabelli della cucina immacolata, aveva iniziato a tagliare le arance per passarle agli elfi.
Per prima, a studiare la faccenda, era arrivata Faith.
- Ho sentito il papà dire che la tua bisnonna vuole avvelenarci.- borbottò la moretta.
- Si, l'ha detto anche il mio papà.- Glory continuò a tagliare le arance col coltello e con estrema attenzione e cura - Ma qua in casa c'è anche Tom. E ci sono io. Non può voler avvelenare anche noi.-
- Come sono rosse.- Faith guardò gli spicchi color sangue - Devono essere molto buone.-
- Si, lo credo anche io.-
- Glory. Tu lo sai perché la tua bisnonna ce l'ha con noi?-
- Credo ce l'abbia solo col papà e nonna Narcissa.- rispose l'altra, pensosa - La mia mamma non le piace forse perché è amica di Harry...ma odia nonna Narcissa perché.- guardò Faith contrita -....perché ha ucciso la mamma di Tom. Che era anche sua sorella. Bellatrix, mi pare.-
- Era cattiva?-
- Tom non ne parla mai.-
- Quindi si.- Faith si sedette con lei, lasciando che i pulcini mangiassero dalle loro ciotole - Però hai ragione. Non credo che proverebbe ad avvelenarci con te e Tom in casa.-
- Lo dico anche io, ma papà sembrava del parere opposto.- Glory assaggiò il succo dentro la brocca di vetro intingendo il dito. Il sapore non era male. Ma era...diverso. Che strano, sembrava dolce amaro.
E il colore era davvero rosso sangue.
- Che guardi di là?- chiese, cambiando argomento.
- Oh, niente. Stavano asportando un tumore, prima. Fra mezz'ora c'è il laser a una cornea.-
- Repellente.- le apostrofò Lucas, entrando con lo skate-board volante sotto il braccio - Oh, c'è della spremuta?-
- Ne vuoi?- gli chiese Glory.
- Si.- borbottò lui, buttando il cappellino su uno sgabello e poi arrampicandocisi sopra - Proprio te volevo comunque.-
- Se hai perso di nuovo le ginocchiere non so che farci.-
- Non parlavo di quello.- il Phyro attese la sua spremuta, poggiandosi sui gomiti - Stamattina, prima che il Re della Tragedia se ne andasse e arrivasse quella megera di sua nonna.-
- E’ anche la mia bisnonna.- rettificò la biondina.
- Si, quello che è. Resta antipatica.- Lucas la guardò attentamente - Stamattina parlavamo di cosa potrei fare da grande.-
- Non ti sembra presto?- Faith si riprese Ghismo, mettendoselo nel marsupio che metteva quando non aveva felpe o magliette col cappuccio.
- Non so, se ne parlava in generale.-
- Sai già cosa vuoi fare?- allibì Faith.
- Veramente no. Per questo quei pazzi hanno messo su una tragedia greca.- replicò il piccolo Potter - Quelli sono matti! Vogliono farmi fare il pompiere!-
Sia Glory che Faith fermarono le operazioni, restando a fissarlo come un alieno.
- Ehi, mica ho detto che erano ipotesi sensate!- replicò Lucas ironico.
- Stupidaggini.- sentenziò Faith.
- Follia.- disse invece Glory - Tu farai luce.-
- E qua ti volevo.- Lucas si sporse - Che vuol dire? Me l'ha detto anche Herm.- si bloccò, roteando gli occhi quando dalla cucina dell'ala Potter iniziarono a piovere bestemmie.
- Vado a vedere che succede.- sospirò Faith.
- Prima che si ammazzino.- masticò Glory fra i denti, versando altro succo nella brocca.
- Allora?- la incalzò Lucas - Hermione mi ha detto che tu hai visto qualcosa.-
- Non ho visto un tubo.-
- Come no? Qualcosa hai visto.-
- Non ti ho visto fare il fiammiferaio, tranquillo.-
- E allora cosa?-
- Che stress.- la biondina sorseggiò la spremuta da un bicchiere, continuando a sentire uno strano sapore dolce amaro - Credo solo che potresti fare luce.-
- Ti ho dato l'impressione di essere una persona paziente per caso?-
Glory lo fissò.
- No.-
- Allora parla chiaro! Non voglio fare né il pompiere né il fiaccolaio!-
- Non esiste un lavoro simile.- e iniziò a versare la spremuta in due bicchieri, scuotendo la testa - Ho solo fatto un sogno. Dove ti vedevo grande. E che accendevi un sacco di luci. Ecco tutto.-
- E di più preciso?-
- Di più preciso niente.-
- Mi verrebbe da dirti che non servi a un tubo, ma mi trattengo.-
- A me verrebbe da dirti di andare a farti un giro.- replicò lei, iniziando a seccarsi e passandogli il bicchiere.
Nel frattempo arrivò quella simpatica coppia di genitori che avevano contribuito a metterli al mondo.
E stavano ancora discutendo del fatto che avevano lasciato andare Tom, che probabilmente era dall'altra parte del mondo in quel momento.
- Finiremo tutti in galera!- sbraitò Harry, spaventando a morte gli elfi non appena mise piede nella cucina nemica - E anche ad Azkaban verranno a trovarmi quelle maledette reclute cretine! Oggi uno di loro mi ha chiesto se i vampiri, all'Azmodeus Club, fanno delle orge! Delle orge!-
- Cosa sono le orge?- chiese Lucas, ricettivo come un radar.
- Posti dove si mangia tutti insieme.- scattò subito Draco - Bevi la tua spremuta e sta zitto. E tu piantala Sfregiato, quelle reclute ti stanno mandando in paranoia! E io mi sono rotto le palle.-
- Sapessi io.- sibilò Potter Senior, buttandosi a sedere accanto al figlio - Herm dorme ancora?-
- Si.- borbottò Draco, infilando la testa nel frigo.
- Sicuro che sia sola?-
Malfoy quasi sbattè la testa contro il bordo della vaschetta del ghiaccio.
- Pezzente.- ringhiò - Si, è da sola.-
- E' da un po' che non viene più quel signore italiano.- cinguettò Faith.
- Ringraziamo Merlino.- sibilò Malferret, tirando fuori una vaschetta di tiramisù - Bambini, prendete i cucchiai.-
- Bah!- Harry sospirò, scompigliando i capelli già disastrati di Lucas - Queste sono le arance della megera?-
- Principessa, ti avevo detto di buttarle via.- disse Draco.

- Ma dai!- Glory alzò le sopracciglia - Non ci avvelenerebbe con me in casa.-
- Ci sono un sacco di modi per avvelenare qualcuno e lasciare indenne un'altra persona.- le spiegò.
- Ma davvero?- Lucas sorrise melenso - Come si fa?-
- Non darei in mano del veleno neanche se tu fossi l'ultimo Auror rimasto sulla faccia di questo schifoso pianeta.-
- Tanto prima o poi ci andrò anche io a Hogwarts.-
- Si e allora sarai nelle mani di Piton.- Harry cacciò la lingua - Dagli fuoco ai capelli.-
- Un altro Potter nelle sue grinfie.- sghignazzò Draco sadicamente - Ah, che goduria. Altri anni d'inferno e sette di risate gratis per me. Peste sei fregato.-
Lucas lo guardò storto, ma lasciò perdere perché ne aveva basta di minacciarlo di carbonizzazione cruenta e si prese il suo bicchiere.
Mandò giù un sorso e fece una smorfia.
- Che sapore strano! Passatemi lo zucchero.-
Draco dall'altro capo della tavola alzò lo sguardo. Ma Harry aveva già preso il bicchiere al figlio.
Bevve anche lui ed assunse un'espressione strana.
- Che c'è?- gli chiese Draco, alzandosi lentamente in piedi.
Cosa c'era?
Guai.
Harry iniziò ad avvertire le palpebre pesanti, quando Lucas, che già l'aveva afferrato forte per mano, crollò addosso a lui. Addormentato.
E poco dopo, anche sul bambino sopravvissuto calò il buio.
Stupido, fu l'ultima cosa che pensò coerentemente.
Sei stato stupido, Harry Potter.
Il bicchiere cadde.
Finì in mille pezzi.
E poi anche loro caddero addormentati.
Il problema era che nessuno dei due fece un bel sogno.
Ma caddero in un incubo.
Da cui sarebbe stato impossibile uscire da soli.


 
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