Capitolo 24°

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view post Posted on 12/2/2009, 22:30
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*Gryffindor* nel cuore, ma il mio sguardo è di ghiaccio, nel mio sangue il veleno scorre irriverente

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- La schiena mi fa più male di prima.-
Vlad Stokeford soffiò fuori il fumo dai polmoni, richiudendosi la camicia con aria svagata.
- Mi hai sentito?-
- Si.-
- E non te ne frega niente.-
Il biondo sollevò il viso, mentre Riddle s'infilava la maglietta.
- Dovrebbe?-
Tom scosse il capo, passandosi una mano fra i capelli.
- Sei insopportabile.-
- Com'è che ogni volta me lo dici e ogni volta me ne frega sempre meno?-
- Ahah, molto divertente.-
Una smorfia e Riddle si rialzò, massaggiandosi il fianco dolente.
Dannazione, avrebbe dovuto prendere altro Lazzaro per dormire perché il dolore era diventato molto più acuto.
Forse avrebbe dovuto smetterla di fare il contorsionista per qualche mese.
Altrimenti quella voragine non sarebbe guarita mai più.
Prese la sigaretta che Stokeford gli passava e dandole un ultimo tiro la spense nel portacenere che stava sul comodino accanto a letto. Per fare qualcosa aspettando che il demone avesse finito di rivestirsi, andò alla terrazza della piccola pensione in cui si erano chiusi da qualche ora.
- Come sta Denise?- gli chiese, poggiato alla ringhiera.
Dalla stanza, sentì Vlad ridere.
- Non scopano, se è questo che t'interessa.-
- Non sono geloso.- sorrise, voltandosi a guardarlo - Volevo sapere se fra lei e Caesar funziona.-
- Se non fanno sesso, allora a parere mio ancora non funziona.-
- Ah, che cazzate.- rispose, guardandolo di striscio - Non ci crederai davvero.-
- Certo. La controparte sessuale è il 70% fratello. Non ci credi?-
- Oh, certo che ci credo, ma uno come Caesar è capace di andare avanti secoli senza farlo.-
- Ma che palle, è una fesseria. Magari andava a puttane con Leiandros.-
- Perdonami ma non ce lo vedo a fare il cretino con suo fratello.-
- A no?-
Vlad gli fece cenno di muoversi e afferrò la chiave della stanza.
Una volta fuori, all'alba delle due di notte, si ritrovarono un'affollata viuzza ricolma di giovani francesi che entravano e uscivano dall'unica zona ritrovo di quel villaggio, una sorta di disco-pub dal nome un po' bizzarro.
Baguette.
Quando Vlad l'aveva visto aveva sollevato gli occhi in aria, commentando un "francesi!" del tutto disgustato.
- Non ci stai con la testa.-
Tom rise - Te ne accorgi solo adesso.-
- Intendevo stasera.-
- Ah. Bhè, problemi a casa. Sembra che sia successo qualcosa a Harry e...non hanno voluto spiegarmi nulla. Forse la faccio più grande di quella che è, ma sono preoccupato comunque. Lui mi mette sempre in agitazione.-
Il biondo levò un sopracciglio.
Da quello che ne sapeva lui, Harry Potter aveva ucciso suo padre e contribuito alla morte della sua madre biologica.
Ma in fondo, gli esseri umani erano così strani.
Erano capaci di amare il loro peggior nemico, il loro carnefice. E odiare chi più li amava.
Esattamente quello che stava facendo Tom in quel momento.
Chiudendosi in un vicolo, Vlad gli aprì un portale e subito dopo si ritrovarono in spiaggia, davanti al residence dell'Universale. Molte luci erano ancora tutte accese e dalla musica sparata a palle, i suoi compagni non avevano alcuna intenzione di andarsene a letto.
- Maghi.- commentò Stokeford - Dimmi un po', perché ti hanno trascinato qui?-
- E' una riunione di classe del nostro anno.- gli spiegò cacciandosi le mani in tasca - Ci sono tutti i miei vecchi amici e.qualche testa di cazzo nuova.-
- Oddio, no.- sibilò il demone - Basta con questo "In Trust We Lust!"-
- Guarda che è un imbecille!-
- E tu un lombrico.- Vlad fece un sorriso melenso - Se sei geloso della bionda, spacca la faccia a quell'idiota e riprenditela. Così almeno la finirai di menarmelo con questa pallosissima storia adolescenziale.-
- Grazie, Mister Sensibilità. Molto gentile. Ne hai altri di consigli?-
- Oh, non sai quanti.-
- Bhè, tieniteli per te.- Tom l'afferrò per il gomito - Forza, entriamo. Ti presento il figlio di Lucian Leoninus.-
- Mi stanno sui maroni i vampiri.-
- E a me gli asociali.-
- Allora dev'essere difficile guardarsi allo specchio di prima mattina.-
Tom lo mandò al diavolo non appena misero piede nel salone dell'ingresso. Ma lo scenario era così allucinante e così simile al passato che la sua anima bellicosa si sgonfiò quando passò Travers e mollò in mano ad entrambi un boccale gigante pieno di Glen Grant.
- Oh, eccoti!-
Arrivò per prima Trix, dopo aver lasciato a morire di coma etilico quella vipera di Katleen Barnett che in testa teneva una giarrettiera come un cerchietto.
- Ma dove sei stato?-
- A fare un giro.- le baciò una guancia - Trix ti ricordi di Vlad?-
- Come no.- la Diurna sorrise - Non bere troppo da quel boccale. C'è anche del brandy dentro e ti assicuro che la combinazione è atroce. Benzina, hai presente? Volete qualcos'altro?-
- Un'accetta forse.- cinguettò Tom, quando apparve Cloe accanto alla Vaughn.
E la bionda lo guardò dalla testa ai piedi.
Dalla sua faccia, sembrava che fosse arrivato da marte.
- Bhè? Che c'è?-
La bionda posò lo sguardo anche su Vlad. E ora i suoi occhi erano come contratti.
- Hai la maglia al rovescio.-
Idiota.
Tom si guardò e vide in effetti che la maglietta aveva la stampa rivolta al contrario.
Si girò verso Stokeford, che sogghignava con la faccia infilata nel boccale.
- Grazie tante.-
- Devo anche occuparmi di come ti vesti ora? Bhè, scordatelo.-
- Ma dove siete stati?- chiese ancora la Diurna.
- In un locale giù in paese.- disse, alzando la voce per farsi sentire - Se abbiamo tempo ti ci porto.-
- E ci si toglie la maglietta in quel locale?- sibilò la King.
- Si chiamava Baguette.-
- Wow.- Trix ridacchiò - Damon l'apprezzerà di certo. Venite, vi porto ai tavoli.-
Dalla faccia di Vlad, il demone avrebbe preferito rintanarsi in un covo di gnomi, ma si lasciò trascinare su un divano e poi guardare con occhi sbarrati dai maschi presenti e allupati dalle femmine bavose del residence.
Le Grazie ci andarono subito pesante e Tom, anche non volendo, ci godette da morire nel vederlo assediato.
Uno spettacolo impagabile.
- Sapete quanto è bella la vita da uno a zero?-
Martin Worton si buttò sui cuscini fra Riddle e Stokeford, mezzo ubriaco con un bicchiere vuoto in mano.
- La vita fa schifo.- sibilò Tom con tono amichevole.
- L'hai detto fratello.- celiò Worton, poi indicò Vlad - E David Beckham dove l'hai preso?-
- Per catalogo.-
- Hn.- Martin cercò di bere dal bicchiere tutto vuoto - Piacere fratello. Sapete che ho fatto nell'ultimo mese? Ho quasi perso il pub, ho litigato con mio padre, mia cugina mi crede un pedofilo perché mi ha beccato con una che mi aveva detto di essere maggiorenne e.ah si, la chicca. Forse ho messo incinta una babbana.-
Lasciò la testa all'indietro e si gettò il bicchiere alle spalle.
- Dio, che schifo!-
- Hai messo incinta una ragazza?- gli chiese Cloe, sbattendo le ciglia - Ma chi?-
- Quella che hai visto quando sei venuta a controllarmi la contabilità.-
- Uccidila.- borbottò Vlad.
- Mica male come idea.- sospirò Martin - Basta infrattare il cadavere, no?-
- Basta cazzate.- la King li guardò disgustata - Pensaci la prossima volta prima di calarti i pantaloni, maniaco!-
- E tu perché ti sei portata Trust?- le chiese Worton, facendo una smorfia - E' buono per fare il ghiaccio.-
Tom sorrise, tutto angelico e la Sensistrega in risposta lo ignorò, mentre Broody arrivava a proporre la solita mano di poker.
- Allora Riddle? Giochi? Il tuo amico è bravo a poker?-
- Io non lo farei giocare, fidati Adam.- sogghignò l'ex Grifondoro - I demoni hanno un loro codice al poker.-
- Ah si?- Trix sollevò le sopracciglia - Come il mio? Chi perde me lo bevo?-
- Più o meno. Chi perde crepa.- sibilò Tom - I maghi giocano a soldi.-
- Hn, che noia.- Vlad finì il boccale d'un fiato - Io me la squaglio, Val e Brand hanno il poker con gli Angeli della Morte. Chiederei al tuo amico Legimors di unirsi alla compagnia, ma con quella lucina fioca i suoi amici non lo accoglierebbe ancora a braccia aperte.-
- Ancora con questa storia? Ma di che cavolo parli?-
- Voi umani non vedete una mazza.- gli rispose - Ci vediamo domani in albergo.-
- Cosa sei, il mio ruffiano?-
Chissà come accadono certe cose...quale sia la loro reale dinamica.
Un sera sei coi tuoi amici, ridi e scherzi, poi qualcosa...ti afferra di spalle e ti strozza il fiato.
Qualche che né tu né la tua mente, riuscite a comprendere.
Era paura.
Tom si zittì, portandosi istintivamente una mano alla tempia destra.
Harry.
Harry aveva paura.
Di qualcosa così devastante che Tom non riusciva neanche a immaginare di cose potesse trattarsi.
La folla dei compagni divenne presto un caleidoscopio di colori e voci ovattate e lontane, del tutto prive di senso.
Doveva andare.
Doveva andare da Harry.
Poi, fra quei tanti visi, apparve quello di Damon.
Poche parole di una visione, poi la preghiera di fare in fretta.
Era accaduto qualcosa che presto sarebbe sfuggito totalmente dal loro controllo.








Harry Potter...perché hai così paura di Lui?



Per lui è la fine e il principio.



Di che cosa?



...Della mia pace.




Lucas stava seduto in un angolino di quella buia prigione e guardava come in trans delle lunghe catene di ferro.
Suo padre era in ginocchio, imprigionato.
Polsi stretti in pesanti manette d'acciaio magico.
Un cerchio a terra, con un diametro di due metri, lo custodiva.
Era di rame, lucente e rossastro. Sembrava muoversi come le spire di un serpente.
- Papà.-
Lucas alzò gli occhi celesti sul padre.
- Papà.mi senti?-
Harry rimase a fissare il buio e la tenebra.
Dette uno strattone col braccio destro alla catena, ma non ottenne alcun risultato.
Da ore stavano lì dentro, gettati in quella disperata situazione di dover sentire urla e grida dal profondo della terra.
In una piccola cella, con una sola torca accesa languente e una porticina di legno marchio, senza finestre, senza sbarre.
Come per privare il prigioniero dell'ossigeno.
Buio, buio e ancora buio.
E grida, che sembravano non voler mai cessare.
Dai piani alti, sembrava che la danza infernale dei Mangiamorte non dovesse aver mai fine.
Lucas si rannicchiò le ginocchia al petto, sospirando.
Cosa poteva fare?
Cosa?
Non aveva alcun potere.
E suo padre...suo padre neanche lo vedeva.
Si volse quando lo sentì emettere un gemito.
Harry James Potter si mise una mano sul volto, serrando le dita sulla pelle che scottava.
Ciò che aveva visto...un incubo.
Un dannato, un malefico e perverso incubo.
Tom.
Aveva visto Tom.
Una maschera di ferro deformato, lui su un cadavere sgozzato.
Harry aveva il sangue di quella vittima sul viso e sui vestiti.
Si fissò le mani.
Mani sporche.
Era vero?, si chiese.
Era davvero lui. Tom, l'uomo che aveva visto massacrare un indifeso?
Di fronte ai Mangiamorte, che attorno a lui sembravano fedeli attorno al loro Dio?
Di colpo, Harry sentì il sangue quasi vibrargli nelle vene.
Un Dio.e i suoi fedeli.
Quei canti, quelle parole latine, le mani alzate dei Mangiamorte verso il loro capo.
Quei flash di ricordi mostruosi gli stavano spaccando la testa in mille pezzi.e poi, dai corridoi lì fuori, i due prigionieri sentirono dei passi e delle voci.
Harry e Lucas puntarono quella porta come cani affamati, fino a quando la serratura non scatto con un suono metallico e raschiato.
Quando questa si aprì, fra stipite e battente passò il grido lacerante di una donna che si spense lentamente, quindi la porta venne richiusa.
E Harry Potter allargò gli occhi fino al limite.
La sua gola si seccò.
E sul viso di uno dei due venuti si dipinse un ghigno malvagio, tanto da formare una maschera grottesca.
Rafeus Lestrange.
- Buona sera, Harry.-
Rafeus rimase contro la parete, incrociando le braccia con fare pigro.
- Ti vedo stanco, padrone. Mi dicono che hanno dovuto imprigionarti per farti tornare a casa.-
Non un fiato uscì dalle labbra serrate di Potter.
I Lestrange liberi...liberi da Azkaban!
Non fece in tempo a formulare un altro pensiero che Vanessa Lestrange, levatasi il cappuccio nero dalla testa bruna, s'inginocchiò di fronte al suo cerchio.
Sul suo viso tanto simile a quello di Bellatrix spiccava qualcosa che Harry non aveva mai visto.
Disperazione.
Cupa e profonda disperazione.
Ma lo sconvolse davvero quando gli gettò le braccia al collo.
- Guarda cosa ti hanno fatto.- gli sussurrò desolata, all'orecchio - Guarda come ti sei ridotto.tu, in catene.-
- Sorella, non andargli troppo vicino.- disse Rafeus - E' malato.-
- Non parlargli così!- sibilò lei - Non parlargli con quel tono!-
Prese il volto di Harry fra dita delicate, incurante del suo sgomento - Ti faremo tornare com'eri.te lo prometto, mio Signore. Tornerai quello di sempre.-
Potter si scostò bruscamente, col gelo nelle vene.
Ma cosa stavano dicendo tutti quanti?
COSA DIAVOLO STAVA SUCCEDENDO?
- Lo vedi?- Rafeus ridacchiò, scuotendo il capo - Neanche si ricorda, sorella mia.-
- Ricorderà! Ricorderà la sua grandezza.-
Harry tremò, serrando forte le catene fra i palmi.
Si erano messi d'accordo, pensò. Si rivolgevano a lui, come se...come se fosse.
- Andrà tutto bene, fidati di me.- sussurrò la Lestrange - Anche se soffrirai, quando ricorderai ciò che hai fatto.-
- Voi siete pazzi.- ringhiò il bambino sopravvissuto di getto - Vattene via. Andate via tutti e due!-
Nel mentre, dal corridoio arrivò altro baccano e Lucas ne approfittò per piazzarsi fra suo padre e quella donna.
La vide per la prima volta. Così quella era la cugina di Draco.
Si, aveva qualcosa che gli ricordava Tom. Ma Riddle era anche tutto diverso da lei. Anche se...da come l'aveva visto prima, Lucas maledisse quella mattina, quando suo padre gli aveva detto di fidarsi di lui.
Un bell'accidenti!
Erano tutti Mangiamorte!
Ma accadde qualcos'altro che stavolta lasciò senza fiato anche il piccolo Phyro.
- Avete finito?- sibilò una voce di donna.
Rafeus Lestrange si sporse appena, sogghignando.
- La leccapiedi. Che vuoi?-
Due occhi color topazio fissarono Lestrange completamente disgustati.
Il fruscio di un abito di pelle sfregò contro il pavimento grezzo e allora, sia Harry che Lucas si sentirono davvero male.
Traditi.
Tradimento.
Beatrix Mirabel Vaughn stava in piedi, magnifica, di fronte a loro.
- Il padrone deve riposare.- scandì gelida, senza inflessioni - Siete pregati di andarvene.-
- Mio fratello ci ha dato il permesso, Mirabel.- le rinfacciò Vanessa sarcastica - Non darmi ordini.-
- Fossi in te modererei i toni, visto che sta venendo qui.-
Lestrange scrutò la Diurna levando le sopracciglia.
- Mio fratello sta venendo qui?- Rafeus rise - Vuole ucciderlo?-
Lei neanche lo degnò di una seconda occhiata.
- Lui ha i suoi piani e vi sarei grata se non lo faceste agitare. E' già abbastanza sotto pressione per questa storia.-
- Cosa diavolo sta succedendo?-
Beatrix abbassò lo sguardo su Harry, pacata, tranquilla.
- Perdona le catene, mio signore.- gli disse - Ma potresti farti del male di nuovo.-
- Trix che diavolo stai facendo?- ringhiò fuori di sé - Cosa fai con loro?!-
La Vaughn non sembrò cogliere la vera realtà di quella domanda.
- Io sarò sempre fedele a te e al mio vero Padrone, lo sai.-
- E già.- ironizzò Vanessa, acidamente - Più che servitrice, a mio fratello fai da puttana!-
Di nuovo, Trix non colse la provocazione anzi.
Un debole ghigno mise in luce i canini affilatissimi.
- Può darsi.però non sono l'unica, non pensi?-
La Lestrange divenne paonazza e sembrava pronta ad estrarre la bacchetta, ma la Diurna non le dette il tempo.
Schioccò le dita e spalancò la porta, invitando quasi gentilmente i due fratelli ad andarsene.
Vanesse girò le spalle sdegnata e se ne andò, tenendo fra le dita l'orlo del costoso abito color vinaccia mentre Rafeus scoccò l'ultima frecciata al prigioniero.
- Spero tu ti riprenda, padrone.- e sorrise, perfido - Non vorrei mai che mio fratello dovesse patire l'atroce dolore di dover togliere la vita al suo amato mentore.-
Mentore?
Tremava.
Harry Potter ora tremava.
Rimasto solo con Trix, si lasciò andare seduto.
Tenendosi la testa fra le mani, cercò di capire cosa stava accadendo, ma tutto era senza senso! Tutto quanto!
- Trix.- mormorò.
- E' da tanto che non mi chiami così, padrone.-
Lui ringhiò, come una belva in gabbia.
- Non chiamarmi padrone!- urlò furibondo - Non chiamarmi così! Cosa diavolo è successo?-
- Non ricordi?-
- Cosa devo ricordare? Cosa diavolo ci fai qui? Cos'hanno fatto a Damon?!-
Damon.
Lucas serrò i denti e i piccoli pugni, guardando la Diurna con rabbia allo stato puro.
Ricordava Damon, in quella sala, seduto su quella sedia come un re su un trono ma.in quello stato.
- Bastardi.- sibilò Harry.
Beatrix schioccò di nuovo le dita e una poltroncina apparve dietro di lei.
Vi si sedette e rimase a fissarlo.
Sembrava sondare il suo animo.
Poi riconobbe quell'espressione. L'aveva conosciuta tempo addietro.
Ti specchi negli occhi di coloro che ti credono pazzo.
Lei lo credeva pazzo.
Beatrix si sporse in avanti, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
- Gli hai fatto il cuore a pezzi.- mormorò - Dovrei ucciderti per il dolore che gli hai inflitto.-
E più gli parlava. E meno lui la capiva.
Sembrava un sogno.
Un incubo surreale.
- Trix cosa stai dicendo?-
- Smettila di chiamarmi così. Mi chiamo Mirabel.-
- Cosa diavolo sta succedendo?- urlò allora, fuori di sé - Che diavolo state facendo? Perché ci hai tradito?! Da quando sei una Mangiamorte? Da quando?-
- Di cosa parli?-
- Da quanto lo sei?- la incalzò gridando più forte, mentre la sua voce riecheggiava in quei sotterranei.
La Diurna tacque.
E tornò a rimettersi seduta composta.
- Sei davvero impazzito.- sussurrò, desolata come lo era stata Vanessa - Com'è potuta accaderti una cosa simile, come?





Tu sei pazzo, Harry Potter.
Non l'avevi mai capito?
Sei pazzo.
Sei tu il pazzo, in un mondo di sani di mente.
Tu hai vissuto in un sogno fino ad ora.
La vera realtà, Harry Potter...è questa.





- Perché mi chiamano tutti padrone?-
Trix sorrise con accondiscendenza.
- Perché tu lo sei.-
- Dei Mangiamorte?- strillò - Mai!-
- Sapevo che ti avrei trovato sconvolto e malato...ma non fino a questo punto. Ti sei scordato di tutto. Forse è la tua coscienza, non regge ciò che hai fatto, tutto il dolore che hai inflitto.-
- Io avrei inflitto del dolore a qualcuno?- Harry stavolta rise - E il poveraccio che è appena morto? Eh?-
Trix di nuovo lo scrutò piena di compassione.
- Come ti sei ridotto, mio signore.- sussurrò debolmente - Sei così pieno di potere...eppure ora provo solo pietà per te.-
Potter la fissò con sprezzo.
- Io provo pietà di te! Hai passato la vita a difendere gl'indifesi e adesso sei una Mangiamorte?!-
Lei piegò la bocca, piacevolmente stupita.
- Cos'avrei fatto io? Chi avrei difeso scusa?-
- Il tuo giuramento di Auror l'hai scordato?-
Ora fu lei a rovesciare il capo all'indietro e a ridere sguaiatamente.
Harry e Lucas non l'avevano mai vista sotto quella luce.
Malvagia, pensò il Phyro.
Trix era malvagia.
La Diurna non smise di ridere, anche se inspirò forte.
- Mio signore.- singhiozzò, scostando i lunghi capelli dal viso - Devo ammettere che hai ancora il tuo senso dell'umorismo.- e poi divenne seria tutta di colpo, fissandolo trucemente - Non dire sciocchezze! Posso accettare che tu abbia perso il senno, ma non posso giustificarti per aver fatto il cuore a pezzi a Tom! Solo il grande rispetto che nutrivo per te in passato m'impedisce di succhiarti via la vita, ricordatelo bene!-
- Io a Tom non ho fatto niente!- urlò Harry - Lui ha ammazzato quell'uomo!-
Lei chiuse gli occhi, passandosi le mani sul viso.
- Dio...che ti è successo? Come puoi aver dimenticato? Hai perso completamente la lucidità mentale.-
- Io l'ho persa? Tu l'hai persa! Tu e Tom! Vi hanno messo sotto Imperius, vero? Dimmelo!-
- Sragioni, padrone. Sei diventato pazzo.-
- Io non sono pazzo!-
E nello stesso istante in cui Harry gridò quella frase, la sentì stonata.
Tom non sarebbe mai stato capace di uccidere...non con quella libidine negli occhi.
Lui non era pazzo.
Non lo era.




Sicuro di non esserlo, Harry Potter?




Trix volse improvvisamente il capo alle sue spalle e dopo un attimo, tornò a fissare Harry.
- Chiedi pietà.- lo pregò, alzandosi in un delicato frusciare di vesti - E lascia che lui ti curi. Quando tornerai in te forse ti ucciderai per il rimorso ma...meglio che vivere per sempre in questo stato. Tornerò presto a trovarti.-
- Dove diavolo vai?- tuonò, tirando le catene - Voglio sapere dov'è la mia famiglia!-
- E' dietro questa porta.- disse lei in un soffio, prima di sparire.
Lucas cadde seduto fuori dal cerchio che conteneva suo padre.
Fra lui e Harry, non si potrebbe dire chi era il più annichilito.
Ma di certo il cuore del bambino sopravvissuto di fermò, quando la porta si aprì di nuovo.
Trix aveva detto ".la tua famiglia è dietro questa porta." ma Harry vide solo un mostro con l'aspetto di uno spirito di pace. Lo vide bloccare la porta con la magia, poi restare fermo sulla soglia a dargli le spalle.
C'era tensione nell'aria.
C'era veleno.
E c'era lui.
Tom.
Harry lo capì dall'anello di platino con la pietra nera, al dito medio della mano pallida posata sullo stipite.
- Come hai potuto farlo?-
La voce gli uscì in un sussurro.
- Come hai potuto uccidere quell'uomo?-
Harry lo vide muoversi come un'ombra, fluido in un mantello che sembrava fatto di oscurità.
Ma quegli occhi blu. Erano gli stessi.
Era Tom.
Lentamente, Riddle si fece avanti fino a raggiungere il bordo del cerchio di rame.
Facendolo, passò attraverso Lucas come aria.
S'inginocchiò, poggiando un braccio alla rotula.
- Così è vero.-
Harry sembrava di pietra.
Incredulità e sgomento ormai erano la sua fibra vitale.
- Come hai potuto?- gli chiese di nuovo.
- Era un mezzosangue.-




Non hai paura che Lui sia come suo padre, Harry Potter?




- L'hai ucciso perché era un mezzosangue?-
Harry colse la stessa stupidità della sua domanda.
Perché gli sembrava una frase tanto assurda? Perché?
- Tu non sai uccidere. Non puoi farlo. Tu sei un puro di cuore.-
Thomas Maximilian Riddle sorrise.
Gli sorrise in modo tale da rendersi irriconoscibile.
- Ma tu chi sei?- disse Potter in soffio - Cosa diavolo sei?-
Un'altra risata e Riddle si mise in piedi, iniziando a girargli attorno come un predatore.
- A quanto pare ha ragione Mirabel. Ma in fondo lei ha sempre avuto un certo intuito. Aveva capito mesi fa che ti stava succedendo qualcosa, ma io non le ho dato retta. Credevo fosse impossibile sai? Dopo tutto quello che è successo, credevo che tu fossi l'ultima persona in grado di fare una cosa simile...di farmi una cosa simile.- si corresse, sempre camminando in quella cella come una tigre in gabbia - Ma mi sbagliavo. Eppure ancora non ci credo, sai?-
- Qui tutti non fate che ripetermelo!- ringhiò fra i denti - Ma io non so di cosa diavolo state parlando! E non me ne frega niente! Voglio solo che mi spieghi come hai potuto fare una cosa simile!-
- Io? Io come ho potuto fare una cosa simile?- Tom entrò nel cerchio, chinandosi alle sue spalle e afferrandolo per la nuca. Sportosi al suo orecchio, emise un sibilo in Serpentese.
- Tu! Tu come hai potuto farmi una cosa simile!-
Serrò la presa, strappando un gemito a Harry.
- Come hai potuto uccidere mio padre? Come hai potuto farlo?!-
Voldemort?
Harry sgranò gli occhi.
- E' per tuo padre?- alitò, tremando di nuovo, tremando davvero.
- Per chi altri?-
Tom si scostò pieno di sprezzo, gettandolo a terra.
- Hai ucciso mio padre, bastardo! Hai perso il lume della ragione e l'hai ucciso!- urlò Riddle, sovrastandolo. Poi, stranamente, si placò. S'inginocchiò di nuovo, fissandolo.
E poi sorrise.
Il sorriso di un boia prima di far calare l'ascia.
- Che si è scatenato eh? Che ti si è scatenato dentro? Tu eri la mia famiglia.mio fratello.e hai ucciso il padre che ti ha allevato.-




Sicuro di non essere tu il pazzo, Harry Potter?




- Voldemort...cosa?- Harry si sollevò, agghiacciato.
Cosa stava succedendo?
Cosa stava accadendo?
Si fissò le mani, si toccò inspiegabilmente, cercando forse qualcosa...una ferita, il segno di un malocchio, qualsiasi cosa che gl'indicasse la sua follia. Ma non trovò nulla.
E la sua mente...sembrava vuota.
- Come hai potuto?- continuò Tom, a bassa voce e abbassandosi di nuovo su di lui, come la morte sul letto di un malato terminale - Tu eri tutto per me. Tu sei stato il mentore, mi hai insegnato la magia, la spada.- lo afferrò per la gola, quasi strozzandolo e rigettandolo steso a terra, supino - Tu mi hai iniziato al sangue!- strillò - E due mesi perdi la testa in preda a chissà che fottuto rimorso e ammazzi nostro padre! Cosa diavolo ti è successo?!-
Ammazzi nostro padre.
Nostro padre.
Un violento conato di vomito colpì Potter allo stomaco e dovette liberarsi in fretta e furia, mentre Riddle di scostava con disprezzo. Dio, ma com'era possibile? Quando Tom l'aveva afferrato, si era sentito toccato da un estraneo.
Quando l'aveva visto uccidere, aveva visto il risvolto di una medaglia.
Da puro di cuore. Era diventato puro nel male maggiore.
Pieno di disgusto Riddle si fece da parte, accostandosi a una parete.
- Mi fai pena...eri tanto potente, un capo per i miei Mangiamorte...e hai mandato tutto a puttane. Per cosa? Per la tua maledetta coscienza? Eh? Quando mai ne hai avuta una? Non l'hai avuta quando tu e mio padre avete massacrato mezzo Ministero! E io in un angolo che non facevo che desiderare di essere te! Non ce l'avevi quando hai avvelenato mia madre! E ora...tutto questo per cosa, eh? Hai ammazzo nostro padre in nome di cosa?-
Non gli uscì un fiato.
Con lo sguardo vuoto, continuò a fissare a terra.
Senza vedere suo figlio, l'unico che...avesse capito.
Quando Tom gli era passato attraverso, Lucas aveva visto la parete oltre il suo corpo.
Questo voleva dire che...non era lui a essere impalpabile! Ma gli altri!
Erano gli altri a essere fatti d'aria!
- Harry Potter, il nuovo Lord Oscuro piegato a terra.- riprese Tom, schioccando la lingua per dimostrare il suo disappunto - Ridicolo. Ma come mi hai sempre detto, la gloria viene e va. Anche il nostro amico Weasley l'ha capito presto. Giusto l'altra notte. Ecco.-
Fra le mani gli apparve un bauletto di legno, che aprì indifferente.
- Forse questa potrà farti felice. In fondo eri tu a premere per ucciderlo come monito.-
E quando la testa mozzata di Ron gli rotolò sotto al naso, Harry capì definitivamente di essere sul precipizio.
I capelli rossi. Le lentiggini. Gli occhi chiari sbarrati in una smorfia di terrore.
Ron.
- L'abbiamo ucciso l'altra notte.- gli disse Tom, senza notare il mortale pallore che aveva colpito il suo prigioniero - Edward è stato bravo. L'ha preso al primo colpo. Gli altri si sono spartiti le briciole.-
Il cuore.

Il cuore di Harry iniziò a battere all'impazzata.
Un incubo, un incubo, non faceva che ripetersi.
Era solo un incubo.
Eppure non valse a nulla urlare, cercare di ferirsi.
Non valse a niente.
Non si svegliava.




Sicuro che sia un incubo Harry?
E se fosse la realtà?
Hai paura di vederla per com'è davvero?
Apri gli occhi, bambino sopravvissuto.
Tu sei marcio dentro.
E la tua pace...non è altro che la vendetta di un bambino rimasto senza padre.
Il padre che tu hai ucciso senza pietà alcuna.




Tom Riddle guardò la scena con distacco.
Il suo grande mentore, il suo grande fratello, in ginocchio, a tenere fra le mani la testa di un Auror.
- Che fai, piangi?-
Harry serrò le dita fra i capelli rossi del suo migliore amico.
- Un tempo saresti stato felice. E un tempo...l'avrei ucciso tu. Sei diventato una larva, Harry.-
- Mostro.-
Potter sollevò il viso, gli occhi verdi velati della follia che iniziava a divorarlo.
- Mostro. Tu sei un mostro...sei tale e quale a tuo padre.-
- E tu? Cosa sei invece?- Riddle sogghignò - Mi hanno detto che ti hanno trovato accanto al tuo albero. E' nella tua natura, Harry. Per aver ucciso Voldemort, tu devi essere per forza come lui. Sei marcio fino al midollo, sei un assassino come tutti qui dentro. E ora piangi sulla testa di uno sporco filobabbano!-
- Non sei tu...non sei tu...non è vero.-
- Tu non se più tu.- lo corresse il Mangiamorte, quasi impietosito - Tutto per la morte del bambino...è per lui che sei andato fuori di testa, vero? Consolati, avrai altri figli.-
Harry e Lucas alzarono il viso di scatto.
- Cosa?- alitò Potter Senior - Cos'hai fatto a mio figlio?- urlò poi, balzando in piedi come una belva - Cos'hai fatto a Lucas? Che gli hai fatto bastardo??-
Riddle non si mosse di fronte a quella furia.
- Anche questo hai scordato? Lo fai apposta per difenderti, presumo. Il bambino è morto appena nato.-
No.
Harry abbassò le braccia.
No, non era possibile.
Lucas non poteva essere morto appena nato.
Ricordava i primi giorni in cui lui ed Elettra l'avevano portato a casa dal San Mungo. I bagni, i giochi, metterlo nella culla i primi mesi. Poi quando aveva iniziato a camminare. E Faith. Dov'era Faith? Dov'era Elettra?
Istintivamente, Harry si slacciò la manica della camicia.
Appena i poteri di Phyro di Lucas si erano mostrati, a due anni, avevano dovuto lottare per tenere sotto chiave quel fuoco i primi tempi. Una volta si era anche bruciato. Gli era rimasto un segno chiaro sulla pelle.
Con orrore però non trovò più la bruciatura che gli aveva lasciato quella cicatrice.
Non c'era. Non c'era nessun segno.
Lucas.

Non l'aveva mai bruciato.
- E' morto. Credimi.- Tom levò gli occhi blu con fare esasperato, alzando anche le palme in segno di resa - D'accordo. Speravo di farti ragionare in poche ore, ma è evidente che mi sono sbagliato. In fondo non voglio ucciderti. Tu per me sei ancora troppo importante.-
Non voglio ucciderti.
Tom non voleva ucciderlo.




Ma tu Harry Potter? Ce la farai ancora per molto a non uccidere questo parto immondo di male?





Alla Lucky House intanto, il pendolo batté le tre di notte.
- Oddio, che gli succede?-
Hermione, dalla cucina dove stava facendo un caffè per tutti, si precipitò in salone dove Elettra aveva urlato con tutto il fiato che aveva in gola. Altre convulsioni.
Harry si stava agitando, gemeva, gridava, poco prima aveva vomitato.
Ora dei segni violacei gli erano apparsi sulla gola.
- La febbre aumenta.- mormorò Efren, arrivato mezz'ora prima insieme a Edward e Ron - Ragazzi, tocca i 40° gradi. Le pulsazioni vanno peggiorando. Se continua rischia un attacco di cuore.-
- Gli verrà sicuramente.- disse Blaise - Filtro Gridone serve a questo.-
- Trovato qualcosa sui tuoi libri?- Elettra guardò Hermione piena di speranza - Puoi svegliarlo?-
No.
Purtroppo no.
Non c'è modo di svegliare qualcuno dai propri incubi.
Dalle proprie paure.
La Grifoncina sospirò, sedendosi su una sedia piena di stanchezza.
- Purtroppo il Grimario di Caesar parla chiaro.- spiegò - L'unica cosa che possiamo fare è pregare che superi la paura.-
- Cosa matematicamente impossibile.- sibilò Draco, appoggiato al camino spento - Mezzosangue, lo sai anche tu. E' inutile pregare e sperare in chissà che miracolo. Bisogna trovare un'altra soluzione, Efren e Blaise non possono passare tutta la giornata a riempirlo di sedativi o lo manderanno in coma prima che gli venga un infarto!-
- Io non so davvero cosa fare.- Hermione guardò Lucilla - Qualche idea?-
La Lancaster per una volta sembrava abbattuta e nervosa come loro.
Solo Degona, che teneva sotto controllo Harry, sembrava ancora abbastanza lucida ma ben presto, all'ennesimo attacco di convulsioni che spaventò a morte Faith e Glory, sedute sulle scale e ben lontane dai grandi, gli animi si surriscaldarono.
Draco per primo pareva pronto a fare tutto a pezzi.
Ancora gli era inconcepibile come avesse potuto farsi fregare così da sua nonna.
Se fosse toccato a Hermione bere quel Filtro, non sapeva come avrebbe potuto reagire.
L'idea che avrebbe potuto esserci lei a urlare dal terrore su quel divano.
Si sentì fremere le vene ai polsi, ma la collera di nuovo prese il sopravvento.
I Black gliel'avrebbero pagata cara.
Neanche sapevano che razza di uragano si erano tirati addosso.
- Della MangiaSogni?- Hermione lo risvegliò dai suoi pensieri - Può servire?-
- Potrebbe divorare l'incubo in cui è caduto, ma io non gli somministrerei altro.- consigliò Lucilla - Potrebbe andare in shock.-
- Forse una soluzione c'è.- mormorò Degona improvvisamente, posando la mano sulla fronte tiepida di Lucas - Ma è folle. E mezza assurda.-
- E sarebbe?- scattò Sirius.
La Mckay non riuscì a rispondere perché la porta di casa venne praticamente scardinata dal Colloportus.
Bacchette già alla mano, Ron e Draco stavano per Schiantare i nuovi venuti quando si accorsero che era Tom, seguito da un tizio biondo alto uno e novanta con aria apatica.
- E tu che cavolo ci fai qua?- sbottò Weasley.
Riddle neanche li ascoltò. Si fiondò nel salone e rimase pietrificato.
- Cristo.- sussurrò, alzando gli occhioni blu sul cugino - Che cazzo aspettavi a chiamarmi?-
Draco alzò le spalle.
- Dovresti starne fuori, non ci servono altre preoccupazioni.-
- Che cos'ha?-
Tom ignorò Draco e raggiunse il tavolino del divano. Prese la spremuta rimasta del Black e annusò il bicchiere.
- Sangue.-
- Filtro Gridone.- gli spiegò Lucilla - Harry è in un incubo.-
- Non lo si può svegliare?-
- No.-
Voltandosi, Riddle vide finalmente sua sorella.
La temporanea e forte emozione che provarono sia lui che Degona venne spazzata via dall'empatica, che continuò il suo resoconto - Non serve svegliarlo, non ci riusciremmo in nessun modo. La sua più grande paura si è materializzata in realtà e lui non riesce a capire che è tutto un sogno. Di Filtro Gridone si muore di attacco cardiaco.-
- E' stata la spremuta?-
Tutti evitarono il suo sguardo e la sua domanda, fino a quando fu Sirius ad annuire.
- Tua nonna le ha portate qui stamattina, ricordi?-
L'altro, allibito, guardò il cugino letteralmente sconvolto.
Dallo sbigottimento, serrò la mano alla bacchetta.
- E gliela facciamo passare così?-
- Non ci sono più le prove.- lo informò Hermione, pacata.
- E allora?- Tom non si mosse, continuando a puntare Malfoy - Non era per Harry, immagino.-
Draco serrò le mascelle.
- Ti ho chiesto se vuoi aspettare un altro buon motivo per farle capire come girano le cose.-
- Ragazzi, aspettate un attimo.- abbozzò Elettra, ma fu unitile.
Draco, da immobile per tutto il tempo, si era staccato dalla parete.
In un attimo gli apparve in mano giaccia e spada.
- Vi sembra il momento?- sibilò Blaise - Ragazzi, accidenti, ci serve tempo!-
- Tu trovalo allora.- ringhiò Malfoy, andando dritto all'ingresso, seguito dal cugino - Noi torniamo subito!- e senza stare a sentire Weasley che sbraitava incollerito, i due se ne andarono alla porta, sbattendosela duramente alle spalle.
I cardini traballarono tanto che Vlad rimase lì in mezzo, mani in tasca.
- Meglio che lo aspetti.- borbottò verso Hermione e Lucilla.
- Si, così te lo riporti via.- sibilò la Lancaster - La prossima volta non starlo a sentire Vlad.-
Intanto, tralasciando la presenza di quel demone puro mai visto prima, Degona portò l'attenzione sulla fascia che univa le mani di Lucas e suo padre.
Il bambino aveva bevuto il Filtro...ma si era aggrappato al padre, immediatamente dopo aver mandato giù un sorso. Eppure...non avendo paura di nulla, il veleno non aveva sortito effetti su di lui.
Il fatto che dormisse però, stava a indicare una cosa soltanto.
- Credo che Lucas sia nell'incubo di Harry.- disse la strega.
Elettra e Sirius la fissarono allibiti.
- Come sarebbe?- chiese anche Edward, rizzando le orecchie.
- Il bambino sta bene, ma ha bevuto il Filtro. In lui sento solo confusione, non paura. E' come se si fosse perso. Posso solo ipotizzare che non sappia dove si trovi...e che non avendo paura, possa svegliarsi tranquillamente.-
- Come?- le chiese Efren, accorato.
Sentendo quelle parole, sia Faith che Glory scesero le scale lentamente.
L'aspettativa era forte, come quella debole speranza. Senza una parola, Degona iniziò a sciogliere la benda che legava padre e figlio e dopo che le loro mani furono separate, Harry continuò ad agitarsi.
Lucas invece...dopo che fu scosso dalla madre, iniziò a stropicciarsi gli occhi.
- Si sta svegliando!- disse Elettra, felicissima.
Pochi secondi e il Phyro allargò gli occhioni azzurri, facendosi sommergere di abbracci dalla madre e dalla sorellina. Sembrava non capire nulla, ma quando toccò la sua mamma e non la trapassò, cacciò un grido eccitato.
- Sono sveglio vero?- urlò, balzando in piedi - E' la realtà, giusto?-
- Tutto vero, tesoro.- sorrise Hermione, abbracciandolo a sua volta - Come stai?-
- Oh, io bene.- rispose composto. Si volse e vide il padre addormentato e agitato - Ma lui no.-
- Tesoro dicci tutto. Sai che eravate in un incubo?- gli disse Elettra, apprensiva.
- Ah, in un incubo?- Lucas parve rimuginare - Ora si spiega tutto! E io che credevo di essere morto.-
Sgomento generale e preoccupazione dilagante, gli Auror finalmente spiegarono al bambino che era stato proiettato come un ricordo o un flash vago nella paura del padre e che lui assolutamente non era mai morto.
Anzi, forse era l'unico a poter svegliare il padre.
- Che succede nell'incubo di Harry?- lo incalzò Sirius.
Lucas stavolta si chiuse leggermente.
Non gli andava di parlarne.
Non sapeva spiegarlo ma. Sembrava qualcosa di troppo intimo, da condividere solo col padre.
Però dovette raccontare le cose per forza, così disse che Harry era prigioniero a Dark Hell Manor, che i suoi amici erano morti e...
-...e Harry sarebbe un cattivo?- riecheggiò Sirius, a bocca aperta.
- Già.- Lucas fece una smorfia - E non è il solo. Trix è cattiva...e...specialmente Tom.-
A quella frase, Hermione e Ron capirono all'istante.
Si scambiarono uno sguardo veloce, come per controllare l'altro, poi la Grifoncina carezzò le spalle ad Elettra, per aiutarla a calmarsi un po'.
- Ok, come lo liberiamo?- incalzò Efren.
- Lucas deve rientrare nel sonno di Harry.- scandì Degona, facendosi guardare da tutti, compresa sua madre e Vlad, come una matta - E' l'unico che può farlo. Non ha paura di niente.-
- Neanche Vlad, in teoria.- mugugnò la Lancaster.
- Milady.- berciò Stokeford a bassa voce - Lasci perdere le anime altrui, per cortesia.-
- Che ti costa andare a svegliare Harry Potter?-
- Mi costa che i miei verrebbero a saperlo che aiuto ancora gli umani.-
- Non sei più un cucciolo, ti prego.-
- Neanche morto, non lo conosce mio padre? Ecco. S'è risposta da sola.-
Lucilla sbuffò - Ma Lucas è troppo piccolo! Harry non lo vede, non ha potere nel suo sogno!-
- E anche volendo cosa potrebbe fare per far capire a Harry che è tutto falso?- la seguì Elettra - Non capisco davvero come volete fare. Lucas nel sogno è uno spettro. Passa attraverso le cose, è come se fosse aria!-
- Basterebbe una piccola magia ben azzeccata per far capire a Harry che è tutto un trucco.- sindacò Degona - Qualcosa che gli ricordi la vita reale.-
- Lui crede che il suo incubo sia la vita reale, ora.- le disse il Phyro - Crede di essere stato cattivo e di aver dato i numeri. Tom è stato convincente. Ci sono anche i due Lestrange.-
- Ma che meraviglia.- sibilò Sirius, buttandosi in poltrona - Elettra, appena si sveglia mandiamo tuo marito dallo strizzacervelli, che dici? Non potrà fargli che bene.-
- Non servirebbe fare magie, anche se ne fossi già capace.- perseverò Lucas - Nel suo sogno, io sono morto. Non c'è neanche Faith. Lui crede che sia stato tutta un'illusione. L'hanno convinto che è impazzito.-
- Bhè, non è pazzo però.- disse Ron, furente - In un modo o nell'altro dobbiamo svegliarlo e tu sei l'unico che può farlo. Devi ricordargli che esisti.-
- Ma non mi sente neanche se parlo!-
- E non sa fare magie.- sospirò Lucilla - Se non quelle accidentali ma Harry a quelle non crederebbe. Pensa di essere pazzo, non sarà facile per niente. E a occhio e croce gli restano poche ore prima che.-
Non finì, ma tanto tutti sapevano come sarebbe finita quella frase.
Una cosa però...forse Lucas poteva farla.
In fondo lui era unico, per Harry almeno.
Glory fissò il Phyro, pensosa.
Poi alzò gli occhi bicolore sulla madre.
- Mamma.-
- Si tesoro?- fece Hermione.
- Mamma. Lucas non può fare magie utili, ma lui è un Phyro, sa usare il fuoco comunque.-
In un istante, l'Hargrave si portò la mano alla bocca.
Il fuoco.
Lucas era fuoco, per Harry.
Il pensiero del fuoco automaticamente avrebbe aiutato Harry a ricordarsi di lui.
Un solo spiraglio di fiducia avrebbe aiutato a risalire quella china.
- Fai luce.- disse Glory a Lucas - Fagli tanta luce!-
- E' vero.- annuì Elettra, prendendogli le mani - Tesoro, devi riempirgli il sogno di fuoco. E quando vedrai che si ricorda di te, prova a chiamarlo. Riuscirà a sentirti.-
- E se...non mi ascolta?-
- Allora brucialo.- rise sua madre, stringendolo forte al petto - Riportalo a casa.-
- Ok.- Sirius batté le mani, richiamando tutti all'ordine - Ragazzi, serve altro Filtro Gridone, non ne è rimasto più. Lucas deve berne ancora. Hermione quanto ci va a prepararne ancora?-
- Un'ora.- sibilò la padrona di casa Malfoy - Meno se mi aiutate. Glorya, tesoro, porta Blaise nella serra e raccogliete quello che ci serve. Io preparo la cucina.-
- Edward e io andiamo a riprendere Tom e Draco.- scandì Ron, afferrando la giacca - Devono tornare qua prima di farsi buttare ad Azkaban con un'accusa di violenza fisica e distruzione di proprietà privata.-
- O omicidio.- abbozzò Degona.
- Pure quello.-
- Vlad vai con loro due.- disse Lucilla a Stokeford - Magari sarai l'unico a fermare Tom.-
- Come no.- masticò il demone fra i denti - Lo sapevo che dovevo starmene a casa.-
Ora che il piano era pronto, dovevano solo combattere contro il tempo.
Coi grandi che correvano per casa come matti, Lucas, Faith e Glory rimasero a fare la guardia a Harry Potter.
Più gli stringevano la mano e più lui diventata freddo come il marmo.
Stava cedendo.
Stava gettando la spugna.
- Dai papà.- mormorò Faith, appoggiata alla sua spalla.
- Dai, dai.- ringhiò invece Lucas.
Non poteva credere che suo padre pensasse davvero di essere un Mangiamorte.
Era assurdo.
Un'assurdità enorme!
Il problema però era che, oltre quelle palpebre chiuse, gli occhi verdi del bambino sopravvissuto stavano aperti su quella cella.
E la porta si aprì di nuovo, ma non entrò né Tom né i Lestrange.
Bensì un altro Black.
Che Harry fin dal principio aveva avuto paura di trovarsi di fronte.









Dimmi, Harry Potter...perché in questi anni hai cercato fuori la libertà quando la più grande gabbia che tu tema è dentro di te?





 
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