Capitolo 26°

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view post Posted on 12/2/2009, 22:27
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*Gryffindor* nel cuore, ma il mio sguardo è di ghiaccio, nel mio sangue il veleno scorre irriverente

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Non riusciva a sentirsi stanco come avrebbe dovuto, era inutile.
Il sole sorgeva a picco sulle dune di sabbia bianca della Camargue, a Grau du Roi e Thomas Maximilian Riddle osservava con sguardo perso il mare che s'increspava di rosso e oro.
- Tu vai pure a dormire.- sussurrò, vedendo levarsi un ultimo rivolo di fumo verso il cielo, dalla sigaretta quasi finita di Stokeford - Io arrivo fra un po'.-
- Tanto non chiuderai occhio.- rispose Vlad, che teneva lo sguardo fisso all'orizzonte.
- Lo so. Ma ti ho già fatto sfacchinare troppo.-
- Tanto non avevo niente da fare.-
Tom stirò un sorriso, facendosi accendere una sigaretta.
- Penserai che sono un idiota.-
- Si, più o meno.-
Vlad si guardò alle spalle. C'era Damon che stava uscendo dal residence, armato di bicchieri.
- Una cosa.- gli disse, prima che Howthorne li raggiungesse.
- Perché sono così legato a Harry?-
Il demone tacque, scuotendo il capo.
- No, non questo. Ma...ho sentito qualcosa di strano questa notte.-
- E sarebbe?-
- Moriresti per quel mago, vero?-
Fu il turno di Tom a tacere. E lo fece in maniera così eloquente...che Stokeford sogghignò.
- Chi tace acconsente.- e sollevò le mani, come per arrendersi - Vado a letto.-
- Arrivo fra un po'.-
- Come ti pare.- e passò accanto a Damon, lanciandogli un'occhiata vacua che Howthorne seguì fin sopra la sua testa. Era proprio strano. Quel tizio, da quando l'aveva visto la prima volta, non faceva che guardargli il capo.
Aveva qualcosa che gli gironzolava attorno al cranio bacato come delle stelline e degli uccellini?
Mah.
- Ma che ha quello?- borbottò il Legimors, passandogli un bicchiere pieno di latte e menta.
- Niente.- sogghignò Tom - Parla di qualche lucina strana o qualche forata simile, non saprei. Cos'è questa roba?-
- Latte e menta.-
- E che me ne faccio?-
- Se vuoi fartici uno shampoo... ma io ti consiglio di berlo.-
Sigaretta alla menta e latte a pandan. Una meraviglia.
- Allora, com'è andata?- gli chiese Damon qualche minuto più tardi, mentre camminavano immersi nelle onde fin sopra le caviglie - Draco ha ucciso tua nonna o è ancora viva?-
- Proprio tu mi fai questa domanda?-
- Siamo in Francia, mica sogno fino in patria.-
- Buon per te. E male per noi. La nonna è viva...ma come ha detto Draco, lo sarà ancora per poco. Ha cercato di avvelenare Hermione per sbaglio ha preso Harry e Lucas con un Filtro Gridone. Magia oscura. Sono stati catapultati in un incubo e...- ma man mano che parlava e raccontava, il viso di Riddle sembrava distendersi tanto che quando Damon venne a sapere la reale paura di Potter, non riuscì a comprendere come mai quell'espressione serena.
Sembrava che...fosse felice.
- Non dirmi che...è grazie a questa schifosa nottata che hai capito davvero quanto Harry tenga a te.-
Tom ebbe la bontà di arrossire.
- Mi sento uno schifoso.- ammise, mesto - Ma è così.-
- Ti è andato in palla il cervello? Si è fatto quasi ammazzare per te, al Tower Bridge, nella stanza dello Specchio delle Brame...e tu ci arrivi solo adesso?-
- Vederlo è stata tutta un'altra cosa.- gli spiegò docilmente, cacciandosi le mani in tasca - Non so...vedere che ha davvero paura che io voglia vendicarmi, vedere che ha paura di perdermi...è stato chiarificante.-
- Tu sei fuori.- rise il Legimors - Anche se spero che questa storia finisca una volta per tutte dopo questa batosta. E Draco come sta?-
Tom si fermò, guardando improvvisamente in alto. In cielo.
Suo cugino si era comportato in maniera strana quando Harry era stato condotto a letto con la forza da Efren e Blaise.
Era stato in disparte, quasi in un angolo.
Lucas...Lucas aveva detto anche a lui che Harry nel suo incubo li aveva tramutati in Mangiamorte?
In assassini?
- Che nottata schifosa.- borbottò esausto, passando una mano fra i capelli d'inchiostro - Che si fa oggi?-
- Sbronziamoci.-
- Ottima idea.-
- Sapevo che non avresti detto di no.- ironizzò Howthorne, volgendo il capo verso le dune. Rimase a fissare un punto così a lungo che Tom seguì i suoi occhi celesti, stranito.
- Che c'è?-
- Niente.- rispose Damon, stringendosi nelle spalle - Lavoro direi.-
- E no eh?- sospirò Riddle - Non dirmi che ci sono dei cadaveri...- poi si colpo s'illuminò, ficcandosi la mano in tasca. Chissà, se funzionava alla Lucky House, forse allora...
Si mise sul naso le piccolissime lenti rosse di Brand e vide un uomo anziano sulla collinetta si sabbia, seduto a terra, con le braccia cadenti sulle ginocchia nodose. Sembrava...un pescatore. Ma un pescatore di un tempo passato.
- Sarà lì da secoli.- commentò Damon.
- Ne vedi tanti di spiriti tanto antichi?-
- Abbastanza.- rise l'altro - A Kensington Gardens ci sono bambini che giocano ancora con le ruote di legno e nobildonne dell'Ottocento....Ma che cavolo guardi anche tu?-
Damon rimase basito, vedendo lo sguardo confuso di Riddle che gli puntava la testa a qualche centimetro sopra i capelli. E alzò anche la mano, sfiorando l'aria sopra di lui.
- Ma siete tutti matti?- borbottò - Che diavolo fai?-
Che diavolo faceva? Tom non credeva alle sue fosche pupille.
Damon aveva uno strano bagliore sul capo. Come un'aureola...anzi, no. Una lucina.
Debole e fioca. Ma una lucina che senza lenti non si vedeva.
Dicendoglielo, Howthorne lo fissò come un marziano.
- Io non ho niente in testa!- sbottò seccato - A forza di stare coi demoni finisci per vedere cose che non ci sono.-
- Allora andiamo davanti a uno specchio e lo vedrai anche tu. Non sto sclerando, hai una luce in testa!-
- Si, come la Vergine. Ma vai va... Piuttosto, che razza di occhiali sono?-
- Roba di un amico...fanno vedere le cose che anche i maghi non vedono.- e dicendolo sospirò - Già che siamo in tema e siamo soli...devo parlarti di una cosa. Li ho usati alla Lucky House e...-
- Hai visto Sargas.- concluse Damon per lui, ricominciando a camminare.
Tom lo seguì docilmente.
- Si. Mi dici cos'è successo? Com'è possibile?-
- Questo non lo so neanche io. Ne hai parlato con Draco?-
- Sei matto? No, lo sai com'è, quando si tratta di Hermione.-
- Si, so com'è...-
La maledizione degli Zaratrox.
O forse solo il destino.
In fondo quale sarebbe potuta essere la differenza per una donna di fronte a una tale perdita.
Chissene fregava del destino, delle maledizioni...di fronte alla morte di un figlio?
Avere il cuore lacerato in mille brandelli...e soffrire ogni dannato singolo giorno, pensando a ciò che si è perduto.
Già.
Mentre Damon sussurrava quelle parole, Tom volò improvvisamente lontano con pensiero.
E col cuore.
Un figlio.
Una famiglia.
Cose a cui non aveva mai neanche osato pensare.
- Draco reagisce a modo suo alle perdite, lo sai. In maniera passiva o meno, in un certo modo lui le cose è sempre riuscito ad accettarle, a conviverci. Questa cosa però l'ha stroncato per un anno intero. Quasi lui ed Hermione non si sono parlati...poi tutto è cambiato, quando ho visto il bambino alla Lucky House, per la prima volta. Non so come, ma Draco l'ha capito e...ora viaggia in un'altalena di accettazione, rifiuto e speranza. Sa che suo figlio è lì con loro...e tanto gli basta. Credo che questo, in certe giornate, riesca a scaldargli il cuore a sufficienza.-
- Ed Hermione non riesce a sopportarlo, vero?-
- No, lei non accetta che Sargas sia morto, tantomeno che sia lì con loro. Odia se stessa e il bambino, rifiuta ogni suo segnale, ogni sua presenza. Mentre Draco le accetta, lei vorrebbe solo che sparisse. Al contempo sa che c'è...e ne soffre, lo chiama...non fa che confondere il piccolo.-
- Come fa ad essere così grande?- gli chiese Tom, addolorato.
- I morti spesso vivono in simbiosi coi loro cari. Man mano che il tempo passava, Hermione e Draco si devono essere fatti un'immagine nitida e precisa di Sargas nella loro mente...e a tale, il piccolo si attiene. Ma è un bambino, non capisce, non vuole sentire. Vuole la sua mamma e più si avvicina a lei, più Hermione sta male. Con Draco, Sargas è più sereno. Lo segue sempre, anche fuori...sta con lui la maggior parte del tempo.-
- Glorya lo sa?-
- La bambina in teoria non dovrebbe saperlo. Ma i Veggenti...vedono più di quanto ammettano.- sussurrò Howthorne, fermandosi per fissare il sole ormai limpido e splendente - Prima o poi questa storia dovranno affrontarla. Anche perché seppur morto, seppur spirito, Sargas è pur sempre un bambino. Negli ultimi tempi l'ho visto irritabile, cupo...è geloso di Glory e delle attenzioni che i genitori le riservano. Così piccolo, potrebbe fare qualsiasi cosa.-
- Potrebbe essere pericoloso?-
- Come può esserlo un bimbo abbandonato.-
Gli occhi blu di Riddle si fecero tersi, malinconici.
- Gli Zaratrox proprio non perdonano.-
- Considerata la fatica che ha fatto Hermione per tirarti fuori da quell'orrore e riportarti qui, avrebbe fatto prima a non prendersi tanto disturbo visto poi come ripaghi la gente.-
Coltellata.
Tom se l'aspettava finalmente.
Dopo ben otto anni finalmente Damon reagiva.
Anche se la sua espressione era comunque di pietra.
- Ho fatto quello che ritenevo giusto.-
- E per un po' devo ammettere che ha funzionato.- sentenziò il giovane lord - Ma hai reso infelice tanta altra gente.-
- Almeno siete tutti vivi.-
- Correzione. Almeno siamo tutti sopravvissuti.-
- Il motto del gruppo.- rise Tom, finendo la sigaretta e gettandola via - Sopravvivere e far sopravvivere le prossime generazioni fino a quando anche l'ultima goccia di sangue Riddle non sarà definitivamente distrutta.-
- Considerato che discendiamo entrambi dalla famiglia Gaunt, direi che c'è andata bene.-
- Si, io Rettilofono tu Legimors.-
- Qualcuno lassù deve amarci molto.- borbottò Damon, roteando le pupille - Andiamo, adesso basta con queste paranoie. Che si fa?-
- Non vai da nessuna parte col tuo amico Trust?-
- Quanto sei sentimentale.- ironizzò il Legimors, ridacchiando - No, penso che andrò a dormire ancora qualche ora. Pregando che la mia ragazza ritorni da qualsiasi posto sia andata a cacciarsi insieme ai Corvonero.-
- Si starà ancora sbronzando con Travers e Matt...o forse semplicemente gli sta tenendo la testa sopra il water.-
- Ma che prospettiva allettante.-
- Mi ci avete trascinato voi qui, ricordatelo.-
- E dovessi usare la forza, ti trascinerò fuori da qualsiasi altro posto.-
Più chiaro di così si muore, pensò Tom, quando una nuvola coprì il sole.


Delle risate s'infiltrarono nel suo dormiveglia come i raggi del sole attraverso le tende della stanza da letto.
Harry James Potter batté le ciglia una sola volta, mentre quelle risate dolci e gaie gli riempivano le orecchie.
Accanto a lui sentiva il profumo dei capelli di Faith...e il suo corpicino caldo contro il torace.
A sinistra, contro i cuscini, avvertiva la pelle sempre molto calda di Lucas.
La televisione al plasma era accesa.
Solo allora percepì il volume altissimo. Come aveva fatto a non sentirlo?
- Oh, papà!- Faith si volse e gli scoccò un sorriso più luminoso di un diamante, dandogli un bacino sulla guancia mentre quel poveraccio di Cosmo, sempre più goffo e spennacchiato, zampettava fra le lenzuola - Ti sei svegliato! Mamma!- urlò poi, mentre Lucas litigava con Glory per il telecomando - Mamma! Il papà è sveglio!-
Dalla porta aperta sul corridoio, Harry sentì la voce di sua moglie.
Elettra ribatté ad alta voce che andava a prendere la colazione.
- Oh, pà!- celiò Lucas, ricevendo una cuscinata dalla piccola Malfoy - Era ora! Sai che sono le quattro del pomeriggio?-
- Altro che fare colazione.- ridacchiò Faith - Come stai papà?-
- Tutto bene Harry?- gli chiese anche Glory, in pigiama come i suoi figli in mezzo al suo grande letto.
Stare bene?
Il bambino sopravvissuto richiuse le palpebre per un attimo, ricordando tutto quanto.
Un incubo.
Tom, Draco, Hermione, Trix...i Mangiamorte...
La sua follia.
La sua paura.
Poi, dopo tutto quel terrore...dopo la consapevolezza che la realtà era molto peggiore della fantasia a volte, la luce.
Lucas e la Luce.
E poi Tom, venuto a riprenderlo.
A porgergli la mano.
- Papà?-
Riaprì gli occhi e le sue iridi verdi s'illuminarono di riflesso, quando Faith lo abbracciò.
- Che guardate ragazze?- chiese, cercando di mettersi a sedere nonostante il forte dolore al polso, ancora in via di guarigione, e la coltellata sotto la scapola sinistra.
- Dumbo.- masticò Glory - Odio Dumbo.-
- Ma se piangi quando i bambini gli tirano le orecchie.- frecciò Lucas, ridacchiando.
La biondina gonfiò le guance, trucidandolo con un'occhiata - E' da barbari!-
- E' un cartone.-
- Bhè, fa schifo!-
- Glory ha un cuore, Glory ha un cuore...- cantilenò il Phyro.
- Se non taci ti cavo la lingua, se non taci ti cavo la lingua...- replicò lei, glaciale.
Ah, i bambini. Possono farti dimenticare qualsiasi cosa.
Senza una parola mise la mano sulla testa corvina di Lucas. Se lo portò vicino e i suoi occhi incontrarono le iridi celesti del figlio. Lucas non disse una parola, fronte contro fronte.
- Grazie.-
Forse Sirius aveva ragione.
Lucas sorrideva proprio come James.
- Sono bravo eh?-
- Molto bravo.- mormorò Harry.
- Basta fare luce.- ridacchiò, girandosi verso Glory - Ne hai azzeccata una.-
- Io ci azzecco sempre.- borbottò lei, senza distogliere lo sguardo dalla televisione.
- Si, come no.- e tornò a sorridere a suo padre - Comunque anche Tom è stato grande. Meno male che ci ha aiutato la sua amica, altrimenti non so come saremmo usciti da lì. Ha detto di tenerti d'occhio finché non torna domani notte.-
- Hn.-
Harry si prese Cosmo fra le dita, carezzandogli la testolina grigia e quelle due piume azzurre ai lati.
Tom. E Draco.
E adesso? E adesso che cazzo diceva a tutti quanti?
Che diceva a Draco?
A Hermione...
- Ecco qua.-
Elettra entrò in stanza con un sorriso dolce sulle labbra di fragola, con un vassoio in mano ricolmo di prelibatezze: caffè, latte, uova e bacon, fette di torte varie e...
- Io voglio la spremuta.- sogghignò Lucas.
E prendendosi un pugno scherzoso dal padre sulla testa, il Phyro dimostrò a sua madre ancora una volta che non c'erano parole più veritiere di quelle del Giocattolaio.
La paura...non era gradita ospite nel cuore di Lucas James Potter.
E mai lo sarebbe stata.
- Questo cartone è per maniaci.- sentenziò Glory all'improvviso - Vado a prendermi qualcosa da leggere.-
- Io vado al bagno.- berciò Lucas, molto prosaico.
- Ecco bravi, così sento qualcosa anche io.- disse Faith, mentre quei due sparivano in corridoio.
In effetti, il livello acustico alla Lucky House era arrivato a vette indecenti anche per un sordo, per questo la piccola Malfoy, passando per il corridoio sopra elevato sul salone centrale della villa, non udì ciò che avrebbe dovuto metterla in guardia. Nel corridoio, infatti, c'erano piccole colonne scure dai bassi e piatti capitelli sormontati da vasi.
I suoi passi felpati erano deboli, leggeri...e le arrivò appena un debole alito alle spalle che le sollevò i capelli sparsi a ventaglio sulla schiena.
Si girò, cercando di capire da dove arrivasse quello spiffero...ma tutte le finestre erano chiuse.
Ignorando la questione, riprese a camminare...e inciampò forse in un tappeto, perché cadde malamente e si sbucciò un ginocchio, proprio sotto un'altra colonnina.
- Ahi...- singhiozzò, restando seduta e guardando il sangue che le macchiava i pantaloni del pigiama bianco.
- Glory?-
La piccola si volse, con gli occhi lucidi.
Lucas era in mezzo al corridoio, al lato apposto, con uno spazzolino fra i denti.
- Ma che cavolo fai lì per terra?- le chiese. Poi sbarrò gli occhi, vedendo il vaso sopra la colonna, sulla testa della biondina, traballare pericolosamente.
- Stai attenta!- urlò.
Fu il suono dei cocci rotti e del vaso in frantumi e tirare fuori Draco Lucius Malfoy dal suo studio.
Vi si era chiuso dall'alba, Blaise era stato con lui per una mezz'ora, ma poi aveva deciso di lasciarlo nel suo brodo di...commiserazione? Si, forse.
Il suo umore era pessimo. Tetro e bellicoso.
Che si sciolse nella sua naturale apprensione paterna quando trovò il vaso in pezzi, sua figlia ferita al ginocchio e con un leggero bernoccolo in testa.
Bisogna dire che toccare sua figlia era come toccare la corona per la Regina Elisabetta, per questo si agitò più del previsto. La portò in braccio in cucina, tampinato da Lucas e si mise subito a curare il ginocchio di Glory.
- Che diavolo è successo?- chiese, allarmato.
- Sono...- la bimba tirò su col naso - Sono inciampata.-
- E il vaso com'è caduto?-
Draco la vide mordersi il labbro, nell'estremo sforzo di non piangere.
- Non lo so...devo aver urtato la colonna...mi dispiace...-
- Lascia perdere il vaso, fa lo stesso principessa.-
Strano.
Molto strano.
Lucas assottigliò le palpebre, levandosi lo spazzolino dalla bocca e risalendo le scale rapidamente.
Una volta nel corridoio sopra elevato, il Phyro si guardò attorno.
Una palla di fuoco si accese nella sua mano aperta, mentre girava su se stesso.
Spifferi. C'erano degli spifferi...e degli aliti come di vento.
- Hai scelto la casa sbagliata da infestare.- borbottò serio, osservando il vaso a terra - Riprovaci e andrai in giro a sbattere le tue lenzuola in formato flambé, stupido cadavere.-
Di sotto, in cucina, Draco fasciò il ginocchio di Glory e le mise una borsa del ghiaccio sulla testolina.
Ghignò, senza neanche accorgersene, continuando a vedere sua figlia che tratteneva le lacrime.
Una gli era sfuggita, rotolando sulla sua gota liscia e perfetta ma...evitava i suoi occhi.
Ah, era uguale a sua madre.
Uguale e...dannatamente orgogliosa.
- Scusa per il vaso, papà.- sussurrò di nuovo.
- Sai una cosa principessa?-
Glory alzò appena il visetto.
E suo padre le regalò uno dei suoi rari e veri sorrisi.
- Le donne con gli occhi lucidi sono sempre le più belle.-
Un tremulo divertimento balenò nello sguardo della streghetta.
- Dipende perché piangono.-
- Vero principessa.- le prese il mento fra le dita, delicato, per poi asciugarle lo zigomo umido - Ma in fondo tu sei sempre bellissima.-
Proprio come sua madre.
Grifondoro fin nell'anima...e Serpeverde nel riflesso del proprio essere.


Tom riaprì gli occhi alle due del pomeriggio.
Fissò il baldacchino di tessuto trasparente sopra il capo e l'aria estiva e dolce filtrava dalle portafinestre aperte, invadendo la camera di luce e salsedine.
Allungò la mano alla sua sinistra e trovò le lenzuola fredde.
Vlad era sparito.
Magnifico. E adesso chissà dove cazzo era andato...
Si mise a sedere, ma capì che era stata una pessima idea alla fitta lancinante che gli trapassò la schiena. Dannazione. Quella ferita non accennava a migliorare, sembrava solo divertirsi a torturarlo.
Qualcuno bussò alla porta e la testa fulva di Madeline fece capolino prima che potesse dire "avanti". Le buone vecchie maniere del Grifondoro non morivano proprio mai.
- Ciao tesoro.- sorrise la Nolan, cullando il suo bimbo in braccio - Stai bene? Ieri sera sei sparito.-
- Ahah...una favola. Maddy...hai per caso un antidolorifico?-
- Intendi roba babbana?-
- Si, a quanto pare le pozioni non mi fanno affetto.-
- E' per la testa o la schiena?-
- La schiena.-
- Aspetta, devo avere qualcosa in camera. Mi tieni Charlie?-
Eh, come no! Teniamoci il marmocchio! Una peste di mezzo metro con due denti in bocca e una mutanda piena di orsetti e un pannolino grande come una pala da neve. E lo guardava sbattendo gli occhioni celesti (possibile che fossero uguali a quelli di Damon come dicevano quei cretini di Serpeverde?) come per chiedergli perché all'alba delle due del pomeriggio lui se ne stava lì a letto come...un appestato? Un malato?
- Tom? Cosa fai?-
Ci mancava anche Neely. La Montgomery apparve sulla soglia con pantaloncini cachi e top bianco senza maniche, scollato all'americana. I capelli lisci erano raccolti in una treccia molle al lato sinistro del capo.
- Fai il papà?- sorrise, andando a sedersi sulla sponda.
- Si, in previsione di chissà che astrusa visione del tuo ragazzo. Maddy è andata a prendermi un antidolorifico per la schiena. Mi fa un male atroce, ma dovrei riuscire a mettermi in piedi.-
- Ma...- balbettò il piccolo Charlie, mettendosi in bocca un lembo del lenzuolo.
- Cucciolo.- Neely carezzò la testolina castana del piccolo mago - Sono adorabili da bambini. Poi mettono i primi peli e crescerli diventa uno spreco di tempo.-
Tom ridacchiò, lasciandosi andare sui cuscini.
- Damon dov'è?-
- Parla al telefono con Nora.-
- Nora?-
- Si...la sua amica.- Neely schioccò la lingua - Quella morta a Diagon Alley.-
- Sarai mica gelosa di un fantasma?-
- Oh, sono gelosa di lui in tanti modi, Tom.- gli sussurrò, guardando un punto imprecisato oltre la portafinestra.
Riddle levò un sopracciglio e stava per replicare quando dalla porta mezza spalancata non tornò solo Madeline con una dose di Demerol degna di stendere un cavallo da corsa, ma arrivarono anche quelle svitate delle Grazie già in bikini per il bagno del pomeriggio, Fern Gordon con un mojito per aperitivo, Olivia Andrews e tutta una squadra di Tassorosso capeggiate da Kara Kendall.
Motivo?
Bhè, a parte godersi per la prima volta la vista di un Tom Riddle a torso nudo e per nulla sbraitante, sembrava che la notizia che un certo biondo adone statuario con una gradinata da chiesa al posto degli addominali avesse fatto il giro del residence.
Quindi chi cercavano? Vlad.
Manica di allupate senza speranza.
Per non parlare dell'unica che entrò incazzata come una iena.
Cloe apparve sulla soglia con le braccia conserte sotto al seno, a squadrarlo dall'alto in basso tutto attorniato di fanciulle come un marito colto sul fatto.
Bella faccia tosta, pensò Tom seccato, filando in bagno per andare a farsi una doccia.
Comunque un vecchio detto diceva...tieniti stretto gli amici e ancora più vicini i nemici.
Detto fatto.
Quando entrò in una delle sale del residence dove i Corvonero avevano allestito un buffet dopo sbronza, trovò niente meno che il suo caro amico Stokeford intanto a divertirsi con le spade.
E chi era il suo avversario, che lo fronteggiava più che degnamente in mini di jeans e bikini nero?
Trix, tanto per cambiare.
- Ragazzi...- borbottò, attraversando la stanza, seguito da un codazzo di arrapate senza precedenti e andando al buffet dove evitò la spremuta con una smorfia - Vi sembra l'ora adatta per mettersi a giocare?-
- La tua amica è più divertente di te.- disse Vlad, parando un fendente sopra il capo.
- E il tuo amico è molto più divertente del previsto.- soffiò Trix con tono ammirato, levandosi la sigaretta dalle labbra morbide - Come stai Tom? Ti vedo fiacco.-
- Ho un taglio in testa, due ore di sonno al mio attivo, il Gran Canyon in mezzo alla schiena e del veleno al posto al sangue...cosa dici, sto benissimo. Alla tua sinistra.-
La Vaughn si abbassò di scatto, soffiando fra i canini, irritata per essersi fatta prendere di sorpresa da un colpo di quel demone che...Merlino, dire che era quasi imbattibile era dire poco. Era veloce quasi quanto la luce, potente negli affondi, imprendibile negli scatti, forte di muscoli e...scaltro come il diavolo in persona.
L'avversario migliore a cui si fosse mai trovata di fronte.
- Che cazzo succede?-
Milo entrò dal porticato con gli occhiali da sole sul naso e il canino avvelenato.
- Niente, faccio due tiri.- sorrise Trix - Cos'hai amore? Sei di pessimo umore.-
Morrigan le lanciò il cellulare che avevano in mano e lei lo prese al volo.
- Perché il lupastro ha il tuo numero di telefono?- sibilò.
- Deve bagnarci le piante nell'appartamento.- ironizzò la Vaughn - Ciao Asher...-
- Avete delle piante là dentro?- ghignò Tom, mandando giù del caffè corretto con Merlino solo sapeva cosa.
- Ma va.- Milo si mise al suo fianco, grugnendo - Pare che Greyback sia andato a caccia da solo nelle ultime notti. Insieme e Edward e Clay.-
- Trovato nulla.-
- Forse qualcosa di buono. Quelli della Disciplinare hanno passato a Jess una soffiata.-
- Si, una carogna.- Riddle fregò le sigarette a Vlad, accendendosela godurioso - Che hanno detto?-
- Una volta tornati dovremo andare in un locale dove pare che Donovan passi la maggior parte delle sue serate libere.-
- Non mi sembra uno da Azmodeus Club, infatti.-
- Già. Pare sia sola una casa da gioco. Per quelli del Ministero.- Milo scosse il capo - Un bordello presumo. Ma per arrivarci bisogna avere un pass che ha il loro agente.-
- E chi sarebbe?-
- Una babbana che bazzica a Myfair. Clay la conosce di vista, si chiama Nicole.-
- Una babbana?-
- Già. Pare sia la figlia di un Magonò che ripuliva le stronzate del vecchio Orloff. Ora è passata in consegna ai nuovi pescecani. Facendolo rischiamo di pestare i piedi a Dibble, anche se Jess è sicuro al 90% che il Ministro non sia implicato in questo porcile.-
- Le vostre facce questa tizie le conosce, presumo.-
- Si, infatti dovremo preparare un piano prima di andare e beccarla.- Morrigan sbuffò - Trix, hai finito di parlare con Greyback o no? E quand'è che cambi scheda eh?-
- Asher devo andare.- sospirò la Diurna, roteando le pupille - A sua maestà Leoninus stanno girando i cinque minuti. Si...si, ok, glielo dico. Ciao, a stasera.-
- Perché deve chiamarti anche stasera?- berciò Milo.
- Dicono che la gelosia sia un bel mostriciattolo verde.- rise Tom.
- Si e tu ne sai qualcosa.- soffiò Vlad, arrivandogli vicino e accendendosi a sua volta una sigaretta, ignorando cibo e bevande - Hai intenzione di muovere quella schiena o di restare paralizzato come una cazzo di mummia?-
- Ho dei punti sulla schiena che si sono già aperti trenta volte, trenta.-
- Non hai un amico Medimago?-
- Non so se si è capito...ma mi fa un male porco.-
Stokeford sbuffò, soffiandogli il fumo in faccia.
- Fa come vuoi. Il Lazzaro l'hai preso? Forse dovresti iniziare a considerare l'idea di tua madre.-
- Farci un bagno dentro?- chiese Milo.
- Per pochi minuti potrebbe anche funzionare.- sorrise Trix, attaccandosi al pranzo - Però ci sarebbero gli effetti collaterali. Non hai chiesto a Draco il rapporto in proporzione?-
- Non ho voglia di rischiare di restare così per sempre.-
- Bah.- Vlad lo guardò di striscio, veramente stranito - Vuoi invecchiare e raggrinzirti?-
- Sai, agli esseri umani succede così.-
- Ma fra crepare vecchio e sclerato e crepare con una dose letale di veleno in circolo...- sogghignò Trix - Sinceramente non so a chi dar ragione.-
- Tu non fai testo, sanguisuga.- disse Cloe, arrivando con un cumulo di posta dalla Gran Bretagna - Se volete la mia opinione, il fuoco è fuoco. Morire in un modo o nell'altro non fa differenza. Gente!- urlò poi, per farsi sentire - Lettere da casa!-
Oltre alla Gazzetta del Profeta, i ragazzi ricevettero notizie alquanto bizzarre leggendosi il Cavillo in spiaggia, una mezz'oretta dopo.
- "Il Primo Segretario della Difesa, Wilson Donovan, si difende strenuamente dalle accuse che sarebbero piovute addosso al Ministero della Magia Britannico in seguito alla Desigillazione del mago Thomas Maximilian Riddle, figlio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Le nostre fonti, in questo caso gli avvocati della famiglia Black e Malfoy, hanno assicurato che si tratta di un caso di abuso di potere e il Primo Segretario, insieme con alcuni Consiglieri Anziani del Wizengamot, sarà messo sotto inchiesta fra una settimana. Stesso caso per l'Imputato, il signor Riddle, che dovrà rispondere al Ministero riguardo la sua fuga dal suo Segreto in cui era stato Sigillato."- lesse Neely, seduta sulla sdraia in costume fra le gambe di Damon - "Pare che l'Imputato Riddle sia ancora una volta sotto l'ala protettiva dell'eroe dei maghi Harry Potter, il bambino sopravvissuto. C'è da chiedersi cosa ancora dopo otto anni leghi Harry Potter al figlio del suo più grande nemico...."-
Trix fece una smorfia, abbarbicata sulla sdraia di Tom con Vlad - E' la Skeeter, vero?-
- Chi altri?- fece Cloe, a occhi chiusi dietro le lenti scure - Hermione avrebbe dovuto sistemarla quando poteva.-
- Questo Donovan è quello che veniva per i Controlli?- bofonchiò Vlad.
Tom annuì - E anche quello della Dama dell'Acqua.-
- Mi ci va poco a sistemartelo.-
Riddle rise in un modo strano, fissando il demone negli occhi in una maniera che alla King non sfuggì.
- Grazie dell'offerta. Ma preferisco risolverla in maniera giurisdizionalmente corretta.-
- Cosa che non faranno i Consiglieri.- sibilò Damon - Donovan non vede l'ora di masticarti e sputarti fuori per usare le tue falangi come stuzzicadenti.-
- State sciolti ragazzi.- li placò Milo, che stranamente non aveva prestato la minima attenzione alla lettura del Cavillo - Duncan ha i suoi piani per quei topi di fogna...-
- C'è qualcosa che non va?- gli chiese la King, alzandosi in piedi - Cosa guardi?-
Morrigan tacque, allungando il braccio alla loro sinistra e puntando il dito sulle dune - Mi prenderete per pazzo, ma sento nell'aria l'orrido lezzo di quell'incenso che c'è al Quartier Generale.-
- Parli degli incensi di Gillespie?- ghignò la Diurna - Tesoro, finirai per sentirti perseguitato dal capo. E poi sai bene che non è incenso.-
- Non è quello...va bè, anche.- Milo guardò Cloe, attentamente - Senti qualcosa oltre quelle dune?-
- Intendi una presenza?-
La domanda stavolta attirò la curiosità di tutti.
- Siamo spiati?- chiese Sedwigh, raggiungendoli.
- Siamo stati a cavallo neanche cinque minuti fa.- borbottò Oliver, attaccandosi subito a Cloe - Non abbiamo visto nessuno nei paraggi.-
- Ha ragione lui.- sentenziò Tobey, arrivando sulla sua sedia magica - Gente, io e Travers abbiamo scelto questo posto perché non c'è anima viva in giro.-
- Sarà...ma...- Cloe chiuse le palpebre - Prima c'era qualcuno. Ha ragione Milo.-
- C'era.- Morrigan annusò ancora l'aria - Sparito. L'incenso è sparito.-
- Per me te lo sei sognato.- sospirò Trix - Amore, sarà il profumo di qualcuna delle ragazze.-
- Si, Eau de Oppio Parfum.- fece la King, sarcastica - Era una presenza debole. Non so dirvi se mago o babbano, ma non era pericolosa.-
- Meglio per lui.- disse Milo fra i denti - Bene ragazzi, spettacolo finito.-
- Meglio andare a dare un'occhiata comunque.- disse Sedwigh - Così, per precauzione.-
- Ci fossero grane ve lo direi.- lo fermò Damon, afferrandolo per il braccio - Travers ha messo una barriera su tutto il residence. Nessun estraneo può entrare. Vedrai che non è niente.-
- Si ma...sai, con gente indagata insieme a noi forse dovremmo esserne certi.- attaccò subito Oliver.
Se l'era aspettato ovviamente.
Lui non se le cercava le occasioni, sarebbe stato troppo apertamente sfacciato e davanti a Cloe non l'avrebbe fatto, ma sapeva comunque quando gettare i suoi malefici ami a cui Tom, però, non abboccava mai.
E questo forse lo indispettiva.
E anche parecchio.
- Hai intenzione di ucciderlo prima o poi o...- abbozzò Vlad al suo orecchio, sagace.
- Non tentarmi.- masticò Tom, portando pazienza.
- Senti...vado a casa per qualche ora, torno stasera.-
Riddle annuì, mettendo il solito broncio - Porta Brand e Val se hanno voglia.-
- Sai che Val non verrebbe.-
- Perché?-
Stokeford gl'indicò Damon con un cenno del capo.
- Oh, a proposito dell'aureola! Ho visto la lucina con gli occhiali di Brand!-
- Allora hai capito...-
La faccia angelica di Riddle stava dicendo tutto il contrario.
Dio. Non era una cosa tanto difficile.
- Dirò a Caesar di mandarti una storiografia sui Pacificatori.-
- Sui che?-
- Mi spieghi che cazzo studiavi per otto ore al giorno in biblioteca?-
- Un modo per suicidarmi e farla franca.-
- Molto divertente.- Stokeford si abbassò al suo orecchio - Vedi di restare in forze. Cominci a venirmi a noia.- e mentre Cloe serrava i pugni, Vlad se ne andò col sogghignò bieco di Tom piantato in mezzo alle scapole.
Ma in fondo si sa...mai svegliare il cane che dorme.
- Propongo una cavalcata.- disse Neely, alzandosi dalla sdraia.
- Vengo anche io.- Cloe passò accanto a Tom rigida come una scopa - Damon vieni?-
- Tom?- fece Howthorne.
- Manderò giù un altro Demerol più tardi. D'accordo.-
- Tesoro noi andiamo in due?- soffiò Oliver accanto alla King.
- No, preferisco cavalcare da sola.-
- Ma dai, in due è meglio.- e le carezzò sensualmente il braccio, come per farsi vedere.
- Fa come vuoi.- cedette alla fine la bionda.
Merlino e Morgana, In Lust We Trust prendeva la gente proprio per sfinimento.
Ma come faceva a sopportarlo?
Tom raggiunse le scuderie del residence insieme agli altri e trovarono Stewart Travers insieme a quegli svitati di Corvonero. Stavano strigliando i cavalli usati quella mattina dai malati di iper attivismo e scambiarono quattro parole mentre Oliver e Damon prendevano le montature per tutti.
- Se vuoi gli manometto la sella.- sussurrò Matt Rogers, facendo finta di tossicchiare attaccato a Riddle - Così magari cade e si spacca l'osso del collo.-
- Ah, che cattiveria.- sogghignò Trix, facendolo ancora arrossire dopo otto anni - La tua ragazza lo sa che sei così perfido? A proposito, qual è?-
- La moretta coi capelli corti che ieri sera ti ha guardato male per tutto il tempo.- la informò Jeff Lunn.
- Cosa? Quella con quei magnifici sandali di Cavalli?- allibì la Vaughn - Ha un gusto fantastico!-
- Sarà felice di sentirlo.- frecciò Tom - Dì Matt...ma non te l'hanno insegnato che non si parla delle ex fiamme con aria allupata di fronte alla fidanzata di turno?-
- Mi sarà scappato qualche particolare di troppo. E poi è babbana, non posso mica dirle che Trix è mezza vampira...- si scusò lui - Comincerà a fare domande e non la finirà più.-
- Si, come no.- rise Oliver, passando loro accanto tirando le redini di un pezzato che cavalcava Cloe con la sua famosa destrezza - Ieri sera a cena le hai tessuto tutte le lodi di Trix dalla A alla Z. L'argomento ex, anche se non siete mai stati insieme, sarebbe da trattare con più delicatezza, sai Rogers?-
- Ognuno ha il suo passato, gente.- fece Damon, teatrale.
- Si e il tuo è vergognoso.- lo pungolò Neely - Prevedevi i risultati delle scommesse per Cloe. Lei e Stewart sono diventati ricchi solo grazie a te.-
- Col cavolo, andavo a naso. E poi chiedevo conferma a lui.- chiarì la Sensistrega - Forza, montate in sella.-
- Quanto starete via?- chiese Travers - Così so a che ora mettere su il cocktail delle quattro.-
- Ma manca un'ora alle quattro.-
- Fa fine chiamarlo così, anche se tornerete alle sette.-
Travers non cambiava proprio mai.
- Dacci due orette.- gli disse Neely, stretta alle spalle di Damon - Intanto vedete di decidere dove andare stasera.-
- Com'è che si chiamava il locale dove sei stato ieri sera Tom?-
La voce di Cloe gli scivolò addosso untuosa e sarcastica.
- Baguette?-
Lui abbassò lievemente il capo, grattandosi la testa.
- Ecco...forse non è il posto adatto...-
- Sei andato a rimorchiare con David Beckham e non me l'hai detto?- allibì Stewart - Bastardo...deciso, stasera si va in paese! Sto' posto ha delle camere a ora?-
- Porco.- scandì Neely - Ci vediamo fra due ore.-
- Ok, ma state attenti. Restate sulla spiaggia.- li avvisò Lunn - E se vedete babbani cercate di non dire dove siamo. Quelli non si fanno mai i cazzi loro.-
- Ci arrangeremo.- annuì Trix, dando un colpo leggero ai fianchi della sua puledra - Forza, leviamo le tende.-


Lucilla dei Lancaster fissò il calice d'acqua che si era frantumato a terra.
Dal bordo del tavolinetto del salone, di fronte al camino spento, cadevano ancora delle minuscole gocce d'acqua.
Il ghiaccio era sparso sul tappeto.
Un cubetto toccava la punta della sua decolletèe color pesca.
Odiava il pesca.
Odiava tutta la gamma del rosa a meno che non fosse stato un rosa lampone o un rosa delle nuvole dopo il temporale.
Ma lei odiava il pesca.
- Evanesco.-
Lucilla levò gli occhi di nebbia quando Sofia Ilyana Mckay si sedette sul divano, proprio di fronte alla sua poltrona.
La cognata le sorrise vacuamente, poggiandosi su un gomito.
- Ciao.- sussurrò la demone.
- Ciao.- Sofia posò la borsetta al suo fianco, accavallando le gambe inguaiate in una gonna di seta cotta dallo sfavillante color rosso, simile al fuoco - Ti ricordi? Dovevamo uscire.-
Lucilla sbattè le ciglia per un istante.
Uscire?
Si...ricordava vagamente qualcosa.
Due...o tre giorni prima aveva parlato con Rose.
Sua suocera le aveva chiesto di andare con lei a Diagon Alley quel week end per le ultime occasioni d'oro da Madame Cerise che vendeva a prezzi astronomici, si, Rose Mckay aveva strane idee sulle occasioni, alcuni pezzi delle sue collezioni d'alta moda solo a clienti molto affezionate.
Essendo disgustata alla sola idea di essere tratta ancora una volta come una bambola col corredo ed essendo anche sola in casa, la Lancaster aveva pensato che sua suocera avesse chiesto a lei di accompagnarla a fare spese perché Liz era andata all'Associazione Strega e Nobildonna, così aveva declinato l'invito con la solita cortesia, adducendo al fatto che Sofia l'aveva invitata a una mostra alla Tate Gallery nell'orario per la popolazione magica.
E ora Sofia era lì, che la guardava maliziosa.
- La prossima volta che ti devo coprire, avvisami...lo farò più che volentieri visto che anche io sono scampata al Massacro di Madame Cerise.-
Lucilla stirò un tremulo ghigno.
- Scusami. Mi è passato di mente.-
- Come ti è passata di mente la cena dalla Rainolds ieri sera. E, a quanto dice Elisabeth, anche la seduta dalla manicure la scorsa settimana.-
- Sono sicura che Liz avrà ampiamente ripagato la mia scortesia con le sue buone maniere.-
- Oh, questo senz'altro.- Sofia tirò fuori un portasigarette di legno intagliato dalla borsetta, estraendone una che si accese con aria pensosa - Ma sai...dubito che la sua preoccupazione per il tuo benessere sia reale, ma mia madre mi ha stupito molto quando stamattina mi ha buttato giù dal letto per dirmi che ti trova giù di corda.-
Non fosse stata così apatica quel giorno, Lucilla avrebbe trattenuto un risolino.
Rose Mckay che si preoccupava per lei?
Ridicolo.
- La mamma dice che è una cosa che si protrae da qualche mese.-
- Addirittura?- Lucilla si lasciò andare contro l'imbottitura della poltrona - Avrà sentito Tristan parlarne con Jess.-
- Quindi c'è davvero qualcosa che non va?- Sofia dette un tiro, fissandola attentamente - Se devo dirla tutta, ho dato della rompiscatole a mia madre facendole notare che il suo costante soffiarti sul collo, come quello di Elisabeth, avrà finito per stremare anche la tua storica pazienza ma...- la scrutò da capo a piedi, specialmente il viso leggermente tirato e le ombre scure sotto gli occhi -...ammetto anche se mia madre non ha tutti i torti.-
- Non mi sento in forma, se è questo che intendi.-
- Perché?-
Sofia rise, vedendola tanto ritrosa.
- Andiamo.- la incalzò - Non sono mia madre.-
- Oh, la differenza è plateale, te l'assicuro.-
Lieta di sentirlo, Sofia ciccò nel portacenere sul tavolino di cedro.
- Mi verso del whisky. Vuoi qualcosa?-
- L'alcool non mi aiuta.-
- E' un sollievo.- rispose la Mckay, andando al bancone dove suo fratello maggiore teneva di tutto, dall'acqua e al latte, alla benzina - Il fatto che dimentichi le cose centra col tuo malessere?-
- Può darsi.- ammise Lucilla, tenendosi il capo con una mano - Dormo più del solito...-
- Quindi sei ore al giorno.- rise l'altra.
-...e vorrei stare incollata a Tristan tutto il giorno.- e sogghignò finalmente - Ma non nella maniera che credi tu. Bhè...anche, ma non principalmente.-
- Il sesso va bene?-
Sofia sorrise deliziata vedendola quasi arrossire.
- Ti prego, questo week end Sarah è stata trascinata da sua madre nel Devon per una vendita di beneficenza di anticaglie inutili per gli elfi senza tetto. Dovrò pur farmi due sane chiacchiere fra donne con qualcuno.-
- Aspetta Elisabeth.-
- Ah, ringraziamo Morgana allora.- frecciò acidamente - Quella si veste come mia nonna da giovane. E guarda che Nadine era campionessa di austerità da ragazza. Fino a quando non ha capito che sposarsi sette volte e di conseguenza levarsi dai calderoni gli uomini è più divertente che tenerseli. Ma Liz lo considera immorale e poco per bene.- mandò giù due dita di whisky, osservandola da sopra il bicchiere - Ma tu forse questo non glielo diresti mai, vero?-
- No.-
Lapidaria e diretta.
Sofia se l'era aspettato.
- Tristan pensa che tu sia depressa.-
- Sono un demone. Non posso essere depressa.-
- Vivi fra gli umani però.- disse la strega, posando il bicchiere sul tavolino - Coi loro problemi e le loro beghe. Hai una suocera che ti sta attaccata come una zecca a un croen, con tutto il dovuto rispetto per mia madre; una governante che fa da padrona qui dentro e che pensa di crescere tua figlia come meglio le aggrada...e tu stai sfiorendo qui.-
- Non dovevamo andare a una mostra noi due?-
Sofia non cedette di un millimetro, neanche di fronte al suo fastidio.
- Ti sto dicendo che questo ambiente ti sta lentamente strangolando.-
- Non mi serve aria.-
- Ma hai mal di testa. Perennemente. Fai cadere le cose, ti ferisci anche con un tagliacarte, sei esageratamente preoccupata per i problemi sentimentali di Degona, quando sai bene che è più matura di me e te messe insieme... e hai un problema con Elisabeth.-
- Lo so.-
- Allora mandala via.-
- Non posso.-
- Perché no?-
- Prima di tutto tua madre...-
- All'inferno mia madre, questa è casa tua.-
- Ha cresciuto Degona.-
- Fino ai quattro anni. Il resto è opera tua, anche se lei tende a ricordarti ogni volta il contrario. E se posso permettermi, io le avrei ricordato qual è il suo posto già tanto tempo fa.-
- Non ho voglia di drammi, Sofia. Ecco tutto.-
- Ma hai voglia di appoggiarti a Tristan, mi hai detto.-
Lucilla deviò lo sguardo, posandolo sul caminetto spento.
Tristan.
Negli ultimi tempi, stare con lui, toccarlo, abbracciarlo, farsi coccolare, baciarlo...anche solo vederlo di sfuggita, o sentire la sua voce da un'altra stanza...era diventata la parte più bella della sua giornata.
Ma era anche...sempre più stanca.
Stremata.
Come se le forse le fossero venuto meno da quando Tom era stato rapito da Cameron Manor.
Qualcosa in lei non andava.
Si stava ammalando...
Ma era possibile?
I demoni potevano ammalarsi?
- Non può essere depressione.- ammise, con un mezzo sogghigno di sprezzo verso se stessa - Ma ammetto che arrivo a sera a volte scopro di avere dei vuoti. Dei buchi...non ricordo cos'ho fatto di particolare in giornata.-
- Non c'è nessuno da cui puoi farti vedere?-
- Non esistono demoni con poteri curativi.-
- Ma la maggior parte sono millenari. Forse sanno dirti cos'hai.-
- Sanno cosa succede ai demoni. Non a...una che lo è diventato dopo.-
- Lucilla, parliamoci chiaro...vuoi tenerti questa cosa? E fare la derelitta qui in casa?-
- Certo che no.- disse debolmente.
- Non sembri la stessa persona che conosco. Tristan è preoccupato.-
Stava per stupirsi, ma si fermò dandosi della sciocca.
Come aveva fatto a scordarselo?
Tristan le aveva proposto un viaggio...di prendere delle ferie dal Ministero, per portarla ovunque avesse voluto.
Si era scordata anche quello.
Urgeva una soluzione.
E in fretta anche. Ma non sapeva cosa fare.
- Una donna normale andrebbe prima in banca, poi dal parrucchiere, dalla sarta, quindi in tutte le boutique di Londra.- le sorrise la cognata - Tu che vuoi fare? O forse non è un bene chiederlo a un demone.-
Infatti.
La Lancaster capì che l'unica cosa che l'avrebbe fatta sentire un po' meno derelitta, ora come ora, era distruggere qualcosa. E non una macchina o dare fuoco a un cassonetto.
No, no.
Voleva spaccare qualcosa di grosso.
Ci stava ancora rimuginando sopra, quando un elfo domestico l'avvisò che era arrivata Sarah. E grazie a Merlino, senza sua madre. La moglie di Jess sembrava uscita da un incubo e con aria assassina mostrò quello che aveva dovuto comprare per gli elfi senza tetto.
- Un quadro...- Sofia emise un risolino - Quell'affare è un quadro?-
La classica tavola bianca con un puntino nero in mezzo.
- Io lo brucio.- sibilò Sarah, andando a sedersi con loro e al contempo agitando la bacchetta verso il ripiano del pianoforte a coda che era appartenuto a Jess, da ragazzo - Lucilla c'erano dei gigli stupendi, te ne ho portato un mazzo di quelli bianchi. So che li preferisci a quelli screziati.-
- Si, sono bellissimi.- ammise, annusandone il delicato profumo che le fece tornare alla memoria sua madre - Grazie Sarah.-
- Oh, figurati. Per così poco. Allora, salvatemi dalla noia. Di cosa parlavate?-
- Oh, per tutti i maghi!- tuonò improvvisamente una voce nell'ingresso di Cedar House.
Sofia e Sarah si sporsero dai braccioli del divano, sentendo la voce acuta di Elisabeth Jenkins che sbraitava per tutto l'immenso salone. A quanto pareva stava sgridando gli elfi.
- A quella poveretta serve un calmante.- borbottò Sarah.
- Puoi sempre regalarle il tuo quadro.- disse Lucilla, quando un povero elfo scappò via piagnucolando - Liz!- alzò la voce, per farsi sentire - Liz!-
La Jenkins apparve sulla soglia in un serioso ed elegante tailleur pantalone, anche quello color pesca.
Ora Lucilla ricordava.
Gliele aveva fatte fare Liz le scarpe che portava in quel momento.
- Io non so più cosa dire!- sentenziò la governante - Sono costernata! Aveva detto specificatamente alla servitù che per stasera dovevano far sparire la tappezzeria Recengy dall'ingresso! L'oro e il giallo non sono i colori di luglio!-
- Un bel problema.- buttò lì Sofia.
- Scandaloso, cara.- la corresse - Ma mi sentiranno! Con tutto il lavoro che ho da fare...- e tirò fuori un blocco dalla borsetta, con una penna Prendi Appunti dello stesso color pesca del suo tailleur - Oh, comunque meno male che siete ancora qui signore. Dunque, vi devo dare un paio di avvisi. Charlene Rainolds vi ha invitate al suo party, domani sera, dopo la serata al Royal Festival Hall. Danno l'Aida.-
Meglio un Cruciatus, sussurrò Sofia all'orecchio di Sarah che cercò di non ridere a crepapelle.
- Ovviamente vi ho già prenotato i posti e ho fatto in modo che i turni di Jess e Tristan s'incastrassero perfettamente. Ho già chiamato anche Andrew, Sofia, così nessuna sarà sola.-
Il sogghignò si spense subito dalle labbra della Mckay.
Dannazione.
Andrew McCormac, alias suo marito, poteva considerarsi finito.
- Oh, ci sarà tutta l'alta società.- ricordò loro, giuliva - Mi raccomando, vi ho anche prenotato sarta e parrucchiere.-
E una devitalizzazione no?
-...e da ultimo, la prossima settimana ho organizzato un piccolo rinfresco pomeridiano per Degona.-
- Dena?- Lucilla si risvegliò improvvisamente - Perché?-
- Oh ma tesoro.- Liz fece saettare un bianco sorriso di superiorità - Presto saranno due anni che Degona lavora presso la Hayes, come tu le hai gentilmente permesso. Credo che sia una data da festeggiare, non credi?-
Ucciderla.
Farla tacere.
Quello era l'istinto del demone che riprendeva il sopravvento.
Stava capitando troppo spesso di recente.
E ancora più spesso la vedeva come un insetto che poteva facilmente pestare sotto le sue maledette decolletèe color pesca.
Fortunatamente per Elisabeth rientrò Tristan, gettando spada e tracolla su una poltrona dell'ingresso senza stare a sentire i mugugni della loro governante.
Fu felice ricevendo il luminoso sorriso della moglie, al suo ingresso, e la ricompensò con un bacio dolce ed esigente.
- Molto bene.- squittì Liz - Vedo che per ora può bastare. Tristan, caro, poi dovresti concedermi la tua attenzione.-
- Si e anche le tue grazie.- gracchiò Sofia, quando la Jenkins se ne fu andata.
- Tu non hai altro da fare, sorellina?- borbottò l'Auror.
- Uccidere quell'oca spennacchiata ti andrebbe bene?-
- Per favore.- la tranquillizzò Sarah, versandole altro da bere - Allora Tristan? Com'è andata oggi?-
- Novità sulla copertura di Donovan e di Badomen?- lo incalzò anche Lucilla, mentre lui si sedeva sul bracciolo della sua poltrona, attaccandosi direttamente a una bottiglia di brandy alle albicocche.
- Hn.- annuì, mandando giù un sorso di fuoco puro - La soffiata della Disciplinare del Quinto Livello ha dato i suoi frutti. La ragazza si chiama Nicole, il cognome che ci hanno fornito è falso e non siamo ancora risaliti a quello vero, ma di per certo sappiamo che quando è libera dal guinzaglio di Donovan lavora a Myfair, al 43 South Molton Street.-
- E' un locale molto alla moda fra i babbani, mi pare.- disse Lucilla.
- Esatto.- annuì lui, carezzandole dolcemente la spalla, mentre continuava a parlare - Questa raccatta i clienti per la casa da gioco dove s'imboscano quelli del Ministero. Basta pizzicarla, farsi dare un invito per la prossima riunione e mandare uno dei ragazzi a fiutare l'aria. Duncan è inferocito, sarebbe capace di fare irruzione e sputtanare metà dei lavoratori del Ministero, ma ha le mani legate, come Dibble.-
- Quindi che farete?-
- Mandiamo qualcuno che questa Nicole non abbia mai visto. Quindi non un Auror.-
- Pensate a qualcuno in particolare?- gli chiese Sarah.
- Non Asher e neanche William.- chiarì subito - Al Ministero sono quasi tutti schedati. Vedremo se Damon avrà voglia di accettare un piccolo lavoretto extra. O dovremo rivolgerci a un Mutaforma.-
- Con quelli si rischia sempre.- l'avvisò Lucilla, stringendogli forte la mano.
- Lo so.- ammise Tristan, chinandosi a baciarle la fronte - Ma se vogliamo salvare Tom, è meglio che iniziamo a muovere le prime pedine.-
E poi, aspettare.
Per vedere la prossima mossa del nemico.





 
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