- Capitolo 5°

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view post Posted on 5/2/2009, 20:31

Arrivederci Presidente...

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Elisabeth Jenkins uscì con un gran sorriso dalla sala riunioni dell'associazione Strega e Nobildonna, Victoria Street, Londra.
Con lei molte altre streghe, dai sedici ai novant'anni, uscirono dalla fine porta bianca in stile liberty insieme alla loro presidentessa, Charlene Rainolds, forse l'essere magico più stupido sulla faccia della terra.
Era una giornata magnifica anche per il clima fresco di Londra e il cielo terso ricordò ad Elisabeth che il venerdì era il giorno più eccitante della settimana. Infatti lei solitamente lo passava a prepararsi per il sabato.
Salutò alcune amiche, poi si fermò a chiacchierare con Charlene, moglie di un membro facoltoso del Wizengamot.
- La conferenza è stata così interessante!- disse con fare sognante - Secondo me questa nuova formula magica che rende le streghe eleganti e aggraziate è un vero prodigio!-
La Rainolds era in brodo di giuggiole - Cara, tu non ne hai di certo bisogno! Sai perfettamente comportarti come una perfetta signora, come una perfetta padrona di casa e sei una strega eccellente.-
- Oh, Charlene...-
- Cara, suvvia! Questi seminari servono alle giovani debuttanti della nobiltà magica a trovare un marito e una sistemazione impeccabile. Tu questo l'hai già fatto.- disse ancora quella con un tono da oca che faceva vomitare anche i suoi figli di tre anni - Ne hai fatta di strada da quando avevi sedici anni e sei entrata qui la prima volta. Ora vivi niente meno che a Cedar House e Rose Mckay racconta meraviglie di te. E presto sposerai suo figlio...-
A quella frase, Liz arrossì violentemente. Si congedò in fretta, non trovando altro per sviare quel discorso e così si fermò a comprare dei fiori. Gigli bianchi.
Annusandoli, pensò al viso di Tristan. Lui adorava quei fiori...anche se non le aveva mai raccontato perché.
Arrossì di nuovo, pensando sempre a lui e a ciò che aveva detto la Rainolds.
Sposarlo...bhè, sarebbe stato il coronamento di un sogno. L'uomo di cui era innamorata e una figlia magnifica.
Il faccino perfetto di Dena la fece sorridere con calore. Lei adorava quella bambina.
Era perfetta come una bambola di porcellana. Con grandi boccoli bruni e quegli occhi verdi così simili a quelli del padre. Amava entrambi, viveva per loro e anche se da quattro anni era solo una tata, sapeva di essere molto di più per loro due. Sapeva di essere un porto sicuro e quello le dava forza. La faceva sentire apprezzata, parte della grande famiglia Mckay. L'avevano accolta anche se lei era solo una mezzosangue e col tempo Rose Mckay aveva iniziato a considerarla come una figlia, tanto da confidarle le sue speranze su un matrimonio con suo figlio.
Le si era riempito il cuore di gioia, ricordava ancora quella magnifica sensazione di appartenenza.
Ma Tristan in quattro anni non l'aveva mai sfiorata con un dito...e mai aveva parlato di un possibile cambiamento su loro due. Sospirò, pagando i gigli e andando a nascondersi in una via buia riuscì a Smaterializzarsi tranquillamente.
Arrivata a Cedar House però ebbe una brutta sensazione.
Davanti all'imponente cancello di ferro battuto trovò Miss Theresa, la vecchia custode di Tristan.
- Santo cielo!- una folata di vento magico le scompigliò i capelli castani, perfettamente curati in un taglio classico ed elegante - Theresa, cosa succede?-
La vecchia Magonò fece un gesto seccato con la mano, come per scacciare una mosca noiosa.
- La piccola e suo padre giocano.- disse, come se fosse ovvio.
- Giocano?- Liz spalancò gli occhi nocciola, sconvolta - Dena non starà usando di nuovo la magia!?-
- Ci fosse qua sua madre la userebbe senza tutte queste proibizioni.- sentenziò la vecchia, ignorandola.
A quella frase, Liz si sentì avvampare nuovamente. Eccolo, l'argomento tabù.
Theresa non faceva mistero che avrebbe rivoluto indietro la madre di Degona. Anzi...nemmeno gli elfi domestici, il maggiordomo e gli amici di Tristan ne facevano mistero, tantomeno Tanatos Mckay e sua madre, Nadine Mckay, la matriarca della famiglia. Sembravano tutti devoti a quel mostro che aveva abbandonato una bimba in fasce!
E Liz non li aveva mai capiti. A ventiquattro anni era giunta in quella casa, dopo appena due giorni dalla nascita della sua piccola Degona e sua madre era già sparita, senza lasciare traccia, senza dire nulla.
Lasciare una bimba indifesa tanto piccola...come aveva potuto comportarsi in quel modo?
Eppure tutti non facevano che evitare il discorso quando lei chiedeva spiegazioni. Assurdo! Sembravano quasi scusarla...ma in fondo cosa ci si poteva aspettare da un demone?, pensò la strega con stizza.
Ricordava anche gli occhi di Tristan quando si era presentata per occuparsi della bambina.
Quel giorno, quando lei per la prima volta aveva varcato quella soglia, l'aveva trovato seduto sul balcone, lo sguardo perso, con Degona in braccio. Per altri tre interminabili giorni non aveva dormito né mangiato, poi gli era come accaduto qualcosa...e di colpo era tornato il ragazzo allegro, almeno in apparenza, che era sempre stato.
E lei da allora divideva Cedar House con lui e Degona, come una madre, un'amica e quasi una moglie. Non v'era traccia della donna che aveva spezzato il cuore a Tristan. Liz spesso aveva cercato foto, ritratti, lettere...nulla. Solo nella camera di Tristan probabilmente era rimasta qualche foto di lei.
E poi...quell'anello d'oro, certo. Quel dannato anello.
- Accidenti!- sibilò, tornando alla realtà dopo una brusca botta - Adesso Tristan mi sente sul serio!-
Sorpassò i cancelli, poi s'immerse nelle siepi perfette di Cedar House, inondata dal profumo del glicine e dei fiori che Theresa si ostinava a curare maniacalmente ogni giorno. Tulipani, rose, gardenie, girasoli magici, narcisi, margherite...
Quella casa era stata studiata per rendere felice la bambina che la ospitava. In fondo, e Liz lo sapeva bene, Tristan non viveva che per sua figlia.
Li trovò davanti all'entrata, immersi nella fontana che ornava la piazzola davanti alla grande porta di casa.
La villa era sempre stata magnifica e aveva provocato l'invidia di parecchi maghi nell'alta società anche se Tristan e Jess, che spesso permaneva per molti giorni col fratello, non vi avevano più rimesso piede da quando la loro nonna paterna, Nadine, l'aveva lasciata per ritirarsi in campagna.
Per Jess e Tristan, i maghi e le streghe che lei invece ammirava, erano solo idioti pieni di spocchia.
- Tristan!- sbottò, vedendolo bagnato con un pulcino a ridere e scherzare con dei jeans babbani arrotolati sul ginocchio - Insomma, cosa stai facendo? Quell'acqua sarà fredda!-
L'Auror stava per risponderle quando ricevette uno schizzo in pieno viso e allora lasciò perdere la strega, tornando a prestare attenzione all'unica gioia della sua vita.
- Dena!- sbottò ridacchiando - Vieni qui subito!-
Una bimba, la più bella mai vista, gli scorrazzava attorno cercando di sfuggirgli, immersa nell'acqua fino a metà del suo piccolo busto. Era alta neanche un metro e anche tutta zuppa era una visione.
I boccoli perfetti, arruffati degni di una piccola peste, gocciolavano sciolti dalla coda in cui solitamente Liz glieli sistemava, e i grandi occhi verde smeraldo erano colmi di stelle, illuminati dall'affetto per suo padre.
Aveva l'incarnato molto chiaro però, quasi alabastrino, non normale per i bambini umani e quando Liz la vedeva arrossata per la gioia si sentiva meglio, specie quando dovevano uscire e mostrarsi alla società.
Tristan finalmente riuscì a prendere in braccio Degona e subito la piccola gli stampò un bacio sulla guancia. Poi quando la bimba si accorse di lei sorrise, illuminando tutto attorno a sé.
- Liz! Meno male che sei tornata!- disse, cingendo con le braccine il collo di suo padre - Vieni in acqua, dai!-
- Cosa?- Elisabeth rise, facendo segno negativo con il capo - Non ci penso neanche! E anche tu signorina, ti sembra il modo in un cui una bambina ben educata debba comportarsi?-
- Ma papà lo fa!-
- Tuo padre è un selvaggio.- ghignò Liz raggiungendoli.
- Oh, è questo quello che pensi di me?- ironizzò Tristan, uscendo dalla fontana - Così mi spezzi il cuore.-
- Avanti, in casa tutti e due!- ordinò la Jenkins - Andate a farvi un bagno caldo e poi asciugatevi. Il signor Rockford ci ha invitato per il pranzo a casa sua e non possiamo arrivare in ritardo, non sarebbe cortese.- e senza ascoltare lamenti s'infilò in casa, controllando che tutto fosse rimasto impeccabile come l'aveva lasciato.
Tristan e Degona invece rimasero in giardino, sospirando in coro.
- Papà...-
- Si diavoletta?-
Degona fissò il padre con un'espressione molto seria, quasi adulta.
- Quel signore è proprio noioso. E sua moglie mi rifila sempre quei biscotti alla zucca...-
- Sapessi che fa a me...-
- Cosa?-
- Niente, niente.- ghignò, sapendo di mandarsi al massacro visto che la signora Rockford era una maniaca bella e buona - Avanti, andiamo a farci un bagno, Dena.- sospirò, posandola a terra e prendendola per mano - O mi sa che Liz si arrabbierà parecchio. Comunque per domani sera ho una sorpresa per te, per farmi perdonare.- e le strizzò l'occhio, tanto che la bimba si eccitò subito - Viene a cena lo zio Milo!-
Se c'era una cosa che mandava ancora più in bestia Liz era il fatto che Dena adorasse Milo. La piccola adorava tutto di lui, a partire dai canini. Gli aveva perfino chiesto se da grande poteva farla diventare come lui, cosa che aveva mandava ai pazzi la sua tata che invece un po' mostrava rimostranze verso gli amici del suo datore di lavoro.
Liz andava molto d'accordo con Sofia che però si faceva vedere poco di recente, un po' meno con Jess ed era cordiale con Clay, Milo e Sphin solo perché era cortese per natura ma Tristan sapeva perfettamente bene quanto la strega fosse reticente a capire cosa lo legasse ai suoi compagni. Con Harry e Draco, Elettra, Blaise, Ron ed Edward invece era più gentile, forse perché tutti e sei erano famosi e provenivano da famiglie di maghi molto conosciute.
A volte la considerava un po' troppo rigida per quanto riguardava le persone che si sceglieva come amici ma in fondo Liz aveva fatto un vero miracolo per lui e Dena. Quindi non avrebbe potuto chiedere altro.
- Viene anche lo zio Jess.- aggiunse allora, carezzandole la testa - Anche Clay, Sphin, Harry, Draco, Ron, Edward, Blaise ed Elettra. Contenta?-
- Che bello, viene anche Draco!- Degona poi aveva anche una vera simpatia per Malfoy. Cosa stranamente reciproca. E dire che Malferret aveva sempre detestato i mocciosi. Forse Degona gli ricordava in realtà sua madre. E anche per Harry era la stessa cosa. Tristan lo pensava sempre. Degona era il ritratto di sua madre.
Assomigliava a Lucilla ogni giorno che passava...
- Papà?- Degona lo stava tirando per la mano, osservando con gli occhioni allargati - Andiamo?-
- Si, si...- e sorrise, prendendola di nuovo in braccio - Ok, diavoletta battaglia con la schiuma!-
E le risate tornarono all'interno di Cedar House, anche se in fondo non tutte erano sincere.


Le tapparelle abbassate lasciavano filtrare poca luce, nonostante fossero ormai le undici passate.
Il cielo di Londra si era fatto plumbeo e una pioggia incessante batteva da qualche minuto.
Draco stava nel dormiveglia, quel bel posto dove niente ancora lo disturbava...peccato che ben presto qualcosa arrivò al suo orecchio, infastidendolo. C'era qualcuno...c'era qualcuno nella sua stanza.
Fulmineo, afferrò il pugnale che teneva sotto il cuscino e si mise seduto, alzatosi di scatto come un serpente che attacca la preda. Con un gesto rapidissimo lanciò l'arma, spedendola contro il muro apposto.
Ormai sveglio, vide l'intruso...e non la prese ben per nulla.
- Che diavolo ci fai qua?- ringhiò.
May Aarons stava davanti al suo letto e lo fissava. Il pugnale le era passato accanto alla guancia ma lei non si era mossa. La ragazza passò lo sguardo sul suo viso, sui suoi capelli spettinati poi scivolò sul suo torace nudo. Ma tacque, senza dire nulla. In mano teneva un libro molto vecchio.
- Ti ho fatto una domanda.- le sibilò, restando seduto a letto - Cosa vuoi?-
La strega fece per la prima volta qualcosa che somigliava vagamente a un sorriso.
- Osservo.- rispose, pacata - Mi sto facendo un'idea di lei.-
Malfoy cercò di dominarsi. Come diavolo aveva fatto a entrare? La porta lui la chiudeva sempre a chiave!
Poi notò il libro che teneva in mano e la sua collera aumentò. Era il suo vecchio libro di pozioni e quando lei l'aprì, estrasse una piuma nera con fare curioso.
- Si circonda di cianfrusaglie signor Malfoy.- disse May, rigirandosi la penna fra le dita.
- Mettila giù.- le ordinò roco. Per un attimo si era sentito quasi scattare verso di lei, per farle del male.
- Come vuole.- rispose l'Aarons, posando piuma e libro sulla sua scrivania invasa da boccette e scartoffie, senza sapere cos'aveva rischiato toccando quel particolare oggetto. Tornò a scrutare la stanza buia del biondo, arredata con perfetto gusto, degno dell'ex principe di Serpeverde.
Sentendo che stava trafficando per vestirsi, May gli dette le spalle con fare noncurante.
Ora stava leggendo i titoli dei suoi tomi.
- Sono strabiliata. Lei è anche più esperto di quanto mi abbiano detto signore.-
- Chiamami signore un'altra volta e mi butto per terra e mi metto a urlare.- sibilò Draco, infilandosi pantaloni e camicia - Ma ti avviso: entra nella mia camera un'altra volta e giuro sulle pene dell'inferno che ti faccio passare la voglia, intesi mezzosangue?-
- Se mi permetti,- rispose lei con tono piatto passando a un tono confidenziale - il fatto che sia mezzosangue non implica che sia un'incapace.-
- Hn, ridicolo.- Draco si mise in piedi, cercando le sigarette sul comodino - Avanti, fuori di qui.-
- Certo. Ero solo venuta ad avvisarti che la colazione è pronta.- e detto quello filò fuori silenziosa, proprio com'era arrivata. Quando rimase solo, il giovane stette a fissare un punto vacuo nel vuoto.
Vedere quella piuma dopo tanto tempo che cercava d'ignorarla, anche se sapeva bene della sua presenza, era stato un risveglio abbastanza brusco. Dannazione, dannata quell'Auror e le sue manie!
Quando scese al primo piano Harry stava già a tavola con quella mezzosangue.
Stavano parlando del più e del meno e quando si sedette capì che per lui era meglio tacere.
Mangiò le uova strapazzate e mandò giù anche il bacon, senza particolare appetito.
- Ti piacciono le uova?- gli chiese May - Spero siano abbastanza calde.-
Lui grugnì in risposta, fissando ostinatamente il televisore. Ignorarla, voleva fare solo quello.
Harry invece sogghignò fra sé. May era rimasta la stessa della sera prima, solo i capelli bruni erano raccolti in una coda. Sembrava non fosse neanche andata a dormire ma indossava un corpetto di velluto sopra una camicia bianca.
Era carina, notò. Ma ancora parecchio rigida anche se scambiandoci quattro parole, Potter aveva capito che non era poi il robot che sembrava. Certo, non cambiava tono molto spesso però diceva sempre la cosa giusta.
Gli aveva raccontato dei suoi corsi per entrare a far parte della cerchia di Orloff, della scuola frequentata in Irlanda, della sua famiglia. In fondo era una brava ragazza, strana forse...ma sembrava amichevole e molto disposta ad aiutare.
Era una sua fan accanita in compenso. Sapeva vita morte e miracoli delle sue avventure a Hogwarts e si era sparata a memoria anche il fascicolo di Edward e Ron.
Il problema ora era solo Draco. Sembrava deciso a fare il riccio fino alla fine del mandato di May.
- Cos'avete in programma oggi?- chiese la ragazza, finite le uova.
- Oggi?- Harry guardò il calendario - Oh, oggi nulla. Riposiamo. Domani sera siamo a cena a Cedar House invece.-
- Cedar House? La casa del signor Mckay?- May parve eccitarsi leggermente - So tutto di lui!-
- Mi sarei stupito del contrario.- sibilò Malfoy acidamente, sorbendosi il caffè.
- Piuttosto...- Harry sospirò, ficcandogli un calcio da sotto il tavolo - May, mi spieghi bene in cosa consiste il tuo lavoro?-
La ragazza annuì, rimettendosi composta sulla sedia - Il Ministro Orloff, visti i precedenti della vostra squadra, ha espresso il desiderio che io venissi qui e...- sembrava non trovare il termine adatto.
- Ci tenessi fuori dai guai?- l'aiutò il moro.
- Si, esatto.- rispose lei - Col signor Gillespie abbiamo pattuito che entrerò a far parte della squadra per il periodo di tempo che il Ministro riterrà opportuno, quindi dovete considerarmi come un membro del gruppo.-
- Membro eh?- Draco staccò per un attimo gli occhi grigi dalla tv, fissandola con palese freddezza - Una serpe che striscia e racconta i fatti nostri al Ministro di pare un membro del gruppo?-
May non abbassò lo sguardo neanche per un attimo - Scusami...ma credevo che qui il serpente fossi tu.-
- Cosa?- sibilò il biondo già imbestialito, ma Harry si frappose fra i due fermando giusto in tempo. In quel frangente, grazie al cielo, arrivò Elettra in tenuta sportiva. Era andata a correre al parco prima che tutti si svegliassero e quando si ritrovò davanti alla Aarons, rimase un attimo spiazzata.
May si mise subito in piedi, facendo un cenno serioso e la Baley quasi credette di aver davanti una delle guardie reali.
- Oh, Ele...- Harry le presentò la nuova arrivata - Lei è May Aarons. È la nostra...Osservatrice.-
La biondina alzò un sopracciglio stranita e dopo aver notato l'espressione di Draco, si costrinse a sorridere.
- Molto piacere May.- disse, stringendole la mano - Vivrai con noi?-
- Si e grazie per l'ospitalità, signorina Baley.- scattò l'altra - Conosco il mirabile lavoro di suo padre ed è un piacere stringere la mano di sua figlia.-
Cosa stesse pensando la ragazza di Potter era chiaro anche ai ciechi e ai sordi, ovvero che quella era probabilmente una tossica comunque quando May tornò al tavolo, Elettra rimase ferma dov'era.
Si guardò la mano che May aveva stretto...
- Che c'è?- sussurrò Harry.
Elettra scosse il capo, scacciando una sensazione strana - Niente, niente...allora, avete fatto colazione?-
- Si, fra un po' arriva Babet.- ricordò Gigì, uscendo dal suo alveare e piazzandosi sul un muffin. Vi mise il piede sopra, come una conquistatrice, poi puntò il dito addosso May, compitissima.
- Ti avviso sorella!- sbraitò, con quella vocetta che rompeva sempre i timpani a tutti - Harry è mio, quindi non ci pensare neanche ad allungare uno dei tuoi miserevoli artigli da bellona, capito?-
- Che palle, ma perché non l'abbatti eh?- si schifò Draco, prendendosi tazza e giornale - Io me ne torno in camera.-
- Io veramente dovrei farvi qualche domanda.- disse May, bloccandolo.
- Falle al muro mezzosangue!- rognò il biondo, sparendo al piano superiore.
- Dray è di cattivo umore per caso?- tubò Gigì, svolazzando a mezz'aria.
- Lascialo perdere,- ridacchiò Harry - senti May...se vuoi più tardi faccio venire qua Ed e Ron. Ti va bene?-
- Benissimo!- rispose pronta - Devo prendere più informazioni possibili sulle vostre abitudini.-
- Credo che ti verrà naturale stare con noi dopo qualche sera di ronda.- ipotizzò Potter blandamente - Non è il caso che ci riempi di domande...almeno, di noi sai già tutto in fondo. Hai letto le schede.-
- Si ma potrebbe non essere abbastanza.- la strega portò l'attenzione, stranamente, sul bracciale del padrone di casa - Posso chiederti subito una cosa Harry? Tu e Draco non andate molto d'accordo, a quanto si dice.-
- Bhè, direi di si...- cacchio, quella era una domanda a trabocchetto. Era difficile rispondere!
- Però ho notato che avete gli stessi bracciali.- May gli prese il polso destro, facendo strillare Gigì come un'ossessa - Sono molto belli. È di platino, mi pare. Hanno un significato preciso?-
Ecco e adesso che cazzo le diceva? Che un dannato gagia li aveva legati a vita perché litigavano dall'età di undici anni?
Inoltre la ficcanaso voleva anche conoscere Sirius e Remus. Ce la vedeva a parlare con Sirius...
L'avrebbe pietrificata dopo un minuto di conversazione.
Alle due arrivò Babet a fare le pulizie ma grazie al cielo Harry si era portato via May, per farle fare un giro di Londra.
- Ti piace quella?-
Elettra sollevò il viso dal libro che leggeva, sorridendo verso Draco che stava a guardare la partita in tv con la testa sulle sue gambe. Gli dette appena un buffetto sulla guancia, tornando a leggere.
- Se devo essere sincera non mi convince.-
Malfoy staccò gli occhi dal basket, portandoli sulla biondina.
- Le ho stretto la mano.- continuò la Baley - E...non mi è piaciuto.-
- In che senso?-
- Non so...- Elettra sorrise, agitando la mano - Sono una sciocca, do giudizi troppo affrettati.-
- Come tu con le donne, ragazzo mio!- sbottò Babet alle loro spalle che faceva la polvere.
- Oddio, non ricominciare eh?- sbuffò il biondo stizzoso - Lasciami in pace Babet!-
- Certo, certo!- continuò la governante, raggiungendolo - Ma quand'è che anche tu troverai una brava ragazza come Harry? Guarda Elettra! Lei si che è una come si deve, non come tutte quelle che conosci tu, che sanno di caramella e che ti porti in camera!-
- Era vaniglia.- bofonchiò annoiato - E poi non voglio seccature.-
- Seccature!- Babet scosse il capo, ormai sapendo che era un caso disperato - Ah, ragazzo mio! Voglio proprio conoscerla la donna che ti ha ridotto così!-
- Hn...- e Draco non disse più nulla, tornando a guardare a partita di basket. A quanto pareva tutti in quei giorni cercavano di ricordargli l'unica che gli aveva portato via l'anima. Sembrava una vera congiura.
Comunque non scordò le parole di Elettra. Il sesto senso femminile era una delle cose in cui nonostante tutto Draco credeva molto, specialmente in quello della piccoletta.
Per cena mangiarono cinese, tanto perché non avevano voglia di usare i surgelati e May si segnò anche che non erano capaci di cucinare fra tutti e tre. Quando arrivò Ron poi fu un vero circo.
Edward era riuscito a sfangarla seppellendosi all'ippodromo, ma Weasley era stato attirato in trappola e poi messo al corrente della cosa. Dire che era rimasto senza parole davanti alla loquacità di May era dire poco. In oltre era molto imbarazzato, specialmente a causa di tutte le domande che quella gli propinò davanti agli involtini primavera.
Se da principio era rimasto incantato perché era carina e dall'aspetto mite, alla fine dovette buttarsi sui liquori per difendersi da quell'assalto. La ragazza gli chiese un sacco di cose sulla sua famiglia, sul perché si fosse buttato sulla Smolecolarizzazione, sulla sua amicizia con Harry. E infine anche sulle avventure passate a Hogwarts.
Era mezzanotte e ancora stavano attaccati alla tavola quando Draco ne ebbe basta.
Poco elegantemente mandò al diavolo la mezzosangue e il suo terzo grado, tornando a tapparsi in camera per la gioia di Elettra, così anche lei ebbe modo di ritirarsi da quell'incubo, lasciando però due poveri idioti in sala interrogatori.
Un'ora dopo, Ron scese nel portico di Lane Street.
- Porca di quella miseria...- echeggiò, una volta che Harry ebbe chiuso la porta d'entrata alle loro spalle.
- L'hai detto!-
- Cacchio! Sarà carina ma a momenti sa anche di che colore ho i boxer! Che cavolo avete fatto tu e il biondastro per far arrabbiare tanto Duncan eh? Se voleva vendicarsi per la faccenda dei demoni nel pub ce l'ha fatta!- alitò sconvolto. Si passò una mano fra i capelli rossi, cercando di rimettere a posto le idee ma era chiaro anche a Ron che qualcosa bolliva in pentola. Perché mandare qualcuno a controllarli e a tenerli buoni se non stava succedendo nulla?
No, convenne con il suo migliore amico. Stava succedendo qualcosa di grave e il Ministero voleva tenere fuori Harry Potter da quella faccenda, di qualunque cosa di trattasse.
- Sarà meglio fare qualche domanda in giro.- disse Weasley, ficcandosi il cappuccio in testa.
- Ok.- Harry annuì serio - Ma stai attento, mi raccomando.-
- Tranquillo, pesco Mundungus e in due ore saprò tutto. Ci vediamo domani sera da Tristan. Vado io a prendere Blaise, tranquillo e avviserò gli altri di May. Voi nel frattempo vedete di tenerla d'occhio.-
- Si, notte Ron.-
- Notte Harry...ah, una cosa...- il rossino tornò a girarsi, sorridendogli incoraggiante - Dormi tranquillo ok? Ce l'abbiamo già fatta una volta, te lo ricordi?-
Potter annuì, poggiandosi con la schiena alla porta.
- Ce l'abbiamo fatta che eravamo ragazzini. Adesso siamo tutti più forti quindi non stare a preoccuparti. Ti daremo tutti una mano e presto ritroveremo anche Hermione.- Ron gli strizzò l'occhio - Sorridi che ci siamo quasi! Ciao fratello!- e sparì, lasciando il moro solo, a guardare le stelle.
Se non altro il giorno dopo non ci sarebbe stato un altro temporale.

Cedar House era tutta illuminata quel sabato.
Il cielo notturno era coperto a sprazzi da nubi ma nei pochi squarci c'erano stelle molto luminose.
Erano stati accesi molti lampioni e alcune luci magiche soffuse che sembravano lucciole.
- Perché deve sempre essere così pomposa quella Elisabeth?- sospirò Theresa, accompagnando Harry e company verso la porta d'ingresso - Vi avverto che è anche più eccitata del solito. C'è la signora a cena e vuol fare bella figura.-
- La signora Rose?- chiese Elettra.
- Oh no!- la Magonò sorrise furbetta - La signora Nadine.-
- Wow, la nonna di Tristan!- ridacchiò Ron - Che tipo è?-
- Una tosta, credimi ragazzo!- disse la vecchia, spingendoli all'ingresso - La degna madre del signor Tanatos.-
- Gli altri sono già arrivati?- chiese Harry, picchiando ripetutamente sullo stipite. Al suo fianco c'era anche May che si guardava attorno tutta curiosa, con gli occhi scuri attenti e indagatori. Sembrava che stesse imparando a memoria tutta la villa e questo stava già mandando al manicomio parecchie persone. Dopo neanche trentasei ore insieme, Malfoy ne aveva già basta e per quanto facesse di tutto per evitarla, quella era sempre in mezzo.
A volte gli pareva addirittura di sentirsi braccato e l'ultima cosa che avrebbe voluto era avercela di nuovo fra le palle anche a cena. Aveva desiderato una serata tranquilla, invece se l'era presa sui denti anche perché quel maledetto di Blaise aveva dato forfait all'ultimo minuto. A quanto pareva aveva grane a casa sua.
In quel momento si aprì la porta ma alla loro altezza visiva non c'era nessuno...perché Dena si era precipitata in braccio a Draco, raddrizzandogli un pelo il cattivo umore.
- Ciao ragazzi!- cinguettò, stringendosi forte al biondo.
- Ciao bellissima!- ridacchiarono Harry, Ed e Ron riempiendola di baci e abbracci.
- Allora Dena?- le chiese Elettra - Tutto bene?-
- Benissimo!- assicurò - Stavo giocando con lo zio Milo e lo zio Jess! E tu chi sei?- chiese, guardando May con infantile curiosità. L'Aarons per una volta non fece il ghiacciolo. Sorrise alla bimba, stringendole dolcemente la mano. Si presentò e Dena, come Liz le aveva insegnato, le disse tutta computa che era la benvenuta.
- Povera stellina...- alitò Edward, quando entrarono nell'anticamera.
- Non c'è niente di male in un po' di educazione.- cercò di scusarla Ron.
- Se, come no!- Draco mise già la piccola che corse a chiamare Jess e Tristan. La guardarono e sospirarono di nuovo. Ecco che Liz l'aveva di nuovo vestita come una bambolina di porcellana: aveva indosso un vestito di raso color perla lungo fino alle ginocchia con inserti di pizzo sangallo. Si, sembrava un confetto.
- Se penso che conciavano anche me così...- sospirò Elettra disperata.
- Ma va?- Harry ridacchiò - Mi sarebbe piaciuto vederti!-
- Sono sicura che eri deliziosa.- disse anche May, sorridendo blandamente poi si volse verso Draco e quello dopo cinque secondi che lo fissava perse subito la pazienza.
- Che cosa diavolo c'è?- ringhiò, seccato.
- Niente...solo non credevo che ti piacessero i bambini.-
- Infatti non mi piacciono. Dena mi ricorda sua madre.-
- Ah si...Lady Lancaster.- May annuì tornando seria - Ho letto molto su di lei.-
- Ragazzi!- quell'urlo arrivò dal salone e dalla voce era di sicuro Clay - Che cavolo fate di lì? Il vino è di qua!-
- Se non altro la serata andrà giù con un po' di whisky.- frecciò Malfoy velenoso, andandosene per primo.
Raggiunto il salone, trovarono la combriccola di Jess seduta o sdraiata direttamente sui preziosi divani di pelle, attorno a un basso tavolino di vetro satinato e metallo su cui erano posati bicchieri di champagne e tartine.
- Ciao cuccioli!- disse Clay quando Harry si svaccò al suo fianco - Allora...mi hanno detto che Duncan v'ha reso la pariglia...- e allungò la mano a May, presentandosi. Lei praticamente imparò a memoria particolari e nomi di tutti, molto solerte nel spiegare perché fosse lì e nel difendere Orloff a oltranza.
Peccato che nessuno dei presenti fosse un amante del Ministro e lasciarono subito perdere l'argomento, prendendo in giro Harry e Draco che si erano meritati l'Osservatrice.
- Allora?- chiese Elettra baciando tutti sulle guance - Tristan e Liz dove sono?-
- In cucina a litigare su cosa darmi da bere.- sibilò Milo, entrando dalla porta laterale.
- Oh, la ragazza rompe ancora su cosa mettere a tavola?- frecciò Draco ironico.
- La ragazza non vuole che Dena veda certe cose, Malfoy.- sentenziò Liz entrando con un altro vassoio.
- Ciao Liz!- la salutarono - Tutto bene?-
- Benissimo.- rispose sorridente - Siete affamati spero.-
- Io da matti.- l'assicurò Morrigan glaciale, indugiando sul suo collo.
- Divertente, molto divertente.- replicò la Jenkins - Qualcuno ha visto la signora Nadine per caso?-
Jess si sporse un po' lungo lo schienale del divano - Nonna!!- urlò - Nonna, dove sei?-
- Aspetta zio, vado a cercarla io!- disse Dena, saltando giù dal divano e correndo a cercare la vecchia strega.
- Non correre!- le disse Liz.
- Allora gentaglia?- Jess si versò altro champagne, ridendo - Tristan mi ha detto che eravate all'obitorio.-
- All'obitorio?- Sphin ridacchiò, fissandoli con occhio divertito - Visita di cortesia?-
- Magari. Abbiamo trovato un mezzo demone sulla finestra che ci ha dato un bel benvenuto.- lo ragguagliò Ron - Aveva tanta di quella Polvere Reincorpora da resuscitare anche la cenere!-
- Vogliamo evitare di parlare di queste cose davanti a Dena?- propose Liz con fare indulgente - Non voglio che senta sciocchezze su zombie e specialmente su demoni.-
- Stupidaggini.- borbottò una voce roca alle loro spalle - Non c'è argomento migliore per la diavoletta.-
Harry e i ragazzi si voltarono, trovando sulla porta del salone una vecchietta dall'aspetto mite. Aveva i capelli bianchi raccolti in una crocchia, una spilla di madreperla a chiuderle un abito serioso ma di ottima fattura, di colore blu intenso.
Portava un bastone da passeggio a cui si appoggiava e per mano aveva Degona, tutta sorridente.
Peccato che, a differenza dell'aspetto mite, avesse una lingua parecchi sferzante.
- Oh, nonna!- Jess si alzò in piedi, per farla sedere - Ti presento Harry Potter, Ron Weasley, Edward Dalton, Draco Malfoy, May Aarons ed Elettra Baley.-
- Ti piacerebbe sapermi tanto rimbambita da non ricordarmi neanche un nome, eh?- frecciò al donna, sedendosi con portamento fiero. Scrutò a lungo Harry, poi sorrise con fare astuto - Conoscevo tuo nonno ragazzo.-
Potter s'illuminò in un attimo, facendo sorridere Draco fra sé.
In fondo lo Sfregiato non aveva mai conosciuto nessun parente stretto.
- E conosco anche tua nonna materna!- sbottò Nadine Mckay, puntando il bastone al naso di Malferret.
- Mi spiace per lei.- rispose Draco, a tono.
- Se non altro hai la lingua forcuta dei Black, mi consola solo questo ragazzo. Allora, che c'è per cena?-
Risero tutti quanti, trovando la signora un vero portento. Assomigliava proprio molto a Tanatos!
- Signora, desidera qualcosa di analcolico?- le chiese Liz premurosa.
- Te lo sogni.- rispose brusca - Jess, voglio un whisky.-
- Ma prima di cena nonna?-
- Ogni momento è buono per bere.- replicò sagace.
- Come hai ragione Nadine.- sbuffò Milo.
- E tu vedi di stare zitto Morrigan! Abbiamo la stessa età e tu sembri ancora un ragazzino...- sbuffò, secca.
- Avete la stessa età?- si stupì Edward - Ti credevo con qualche secolo in più sai Milo?-
- Sono più fresco di quello che si dice.- ridacchiò il Diurno, prendendosi in braccio Dena - Allora diavoletta? Che hai fatto oggi?-
- Oh, siamo stati da quel noioso signor Rockford.- disse la bambina - Vero papà?-
Tristan entrò nel salone con un bicchiere già mezzo vuoto in mano, tutto sorridente - Ciao gente. La cena è pronta fra qualche minuto. Si, siamo stati da Rockford. Sua moglie va in brodo di giuggiole quando un Mckay si presenta alla sua porta, senza contare che i suoi adorati figlioli hanno potuto sfilare come delle bomboniere.-
- Ridicolo!- sentenziò Nadine buttando giù il whisky.
- Non essere così duro, dai!- sorrise Liz un po' imbarazzata - In fondo sono bravi bambini.-
- Ma davvero? Hanno cercato di ficcare un dito nell'occhio a Dena.- replicò Tristan sbuffando - Meno male che si sa difendere. Vero diavoletta?-
- Si!- cinguettò allegra - Non sanno fare magie loro!-
- Degona Lumia Mckay!- sbottò Elisabeth - Ti ho detto che non devi usare la magia! Non puoi! Sei piccola!-
- Ragazzi andiamo a tavola, eh?- propose Jess, per evitare altre scenate - C'è l'arrosto.-
- Meno male, sto morendo di fame.- sospirarono in sincrono gli ospiti.
Davanti ai piatti stracolmi e a calici panciuti pieni di vino rosso di ottima annata, la conversazione scorse fluida e leggera. May fece i complimenti ai padroni di casa, a Liz specialmente per come manteneva Cedar House.
- E così sei un'Osservatrice.- disse Tristan - Non è duro seguire Harry e Draco?-
May sorrise, fissando Malfoy di striscio - Non particolarmente.-
- Ci avrei giurato.- ironizzò il biondo acidamente.
- Avete detto di aver visto un mezzo demone, se ho ben capito.- disse Nadine con il suo tono imperioso.
- Si, si chiama Jeager Crenshaw.- disse Harry - Un cerca guai.-
- Com'è un mezzo demone?- chiese Degona, curiosa.
Liz si strozzò con le patate arrosto - Tesoro...come dire...-
- Tipo tu zio Milo?- chiese ancora la bimba, voltandosi verso il Diurno.
- No, amore. Io sono un vampiro.- le disse, sorridendo.
Degona sorrise divertita - Se divento un vampiro anche io mi verranno i denti come i tuoi?-
- Tesoro, se vuoi solo i suoi denti basta cavarglieli.- frecciò la sua bisnonna, troppo divertita dalla faccia sconvolta di Elisabeth - Comunque un mezzo demone ha l'aspetto di un uomo normale.-
- Ma non è un uomo normale.- intervenne Liz sollecita - E' malvagio.-
- Pettegolezzi cara!- Nadine ora osservava la tata della nipote con aria serafica - Anche gli esseri umani sono malvagi.-
- Quando mi difendi a spada tratta mi stai quasi simpatica, sai Nadine?- gorgogliò Milo.
- Zitto tu!- La vecchia si sporse verso Dena, posandole una mano sulla testa ricciuta - Piccola, cerca di non avere mai pregiudizi su nessuno, capito? O non sei una Mckay!-
- Lasciando fuori Jess.- ridacchiò Harry.
- E anche Tristan.- concluse Elettra - A te non piacciono i croen o sbaglio?-
- Figurati, dopo che ho rischiato di essere divorato da un branco di quelli li amo con tutto me stesso.-
Arrivati al dolce si erano quasi dimenticati della questione, con sommo sollievo di Elisabeth.
Gustarono ognuno la sua fetta di torta preferita e mentre Dena mangiava la sua meringa, Nadine si mise a parlare con Milo dei vecchi tempi. Harry e gli altri li ascoltavano attenti e molto curiosi. In fondo Milo era nato qualche decennio prima della nonna di Jess e Tristan e ne avevano viste di cotte e di crude.
- Allora, come va coi francesi?- chiese alla fine la donna - Vogliono ancora la legge sulla registrazione?-
- Ma certo, figurati se Leblanc molla.- rise il Diurno - Vuole proprio rompere le palle a tutta la comunità oscura.-
- Potrebbero dar fastidio anche a Dena?- si allarmò Elettra.
- No, non credo.- rispose Jess serio, mentre la bimba alzava lo sguardo verde sugli adulti - In fondo non ci sono segni che sia...diversa.- concluse, schifato dalle sue stesse parole - E se ci provano avranno un bel po' guai.-
- Cosa vogliono farmi?- mormorò la bimba, senza capire.
- Oh, niente amore.- la rassicurò Liz - Non preoccuparti.-
- Perché vogliono registrarmi con lo zio Milo?-
Cavolo, la piccola aveva il cervellino svelto!, pensò Harry stupito.
- Per tua madre.- rispose Nadine pacata, infrangendo il tabù e lasciando Liz senza parole.
Degona a quel punto tacque. Stette zitta a lungo, proprio come Jess e Tristan ma dopo un attimo si volse verso suo padre, con le delicate sopracciglia alzate - Allora ho una mamma anche io? E dov'è?-
Tristan sgranò lo sguardo stupito e Nadine per poco non fece cadere il suo bicchiere.
- Che storia è questa?- sbottò verso i nipoti - Tristan! Ma che hai detto a questa povera bambina?-
- Ma...io...io niente...- alitò sconvolto.
- Come sarebbe?-
- Cioè...Dena non ha mai chiesto niente e io non le ho mai detto niente...-
- Ah, ma bravo!- sua nonna era scandalizzata - Hai un prigioniero nelle segrete. Per quanti giorni aspetti a dargli da mangiare anche se non te lo chiede? Quando sarà moribondo magari?-
- Bella metafora.- borbottò Clay.
- Allora ho una mamma davvero oltre a Liz?- Degona sembrava tutta eccitata - Dov'è la mia mamma?-
- Tesoro.- Elisabeth la prese in braccio, stringendola forte - Tua madre è...dimentica quello che abbiamo detto.-
- Liz, senza offesa ma forse dovresti lasciar fare a mio nipote.- la interruppe Nadine gelida.
- Cosa? Non vorrete dirle tutto spero!-
- Tutto cosa?- la vecchia la scrutava indagatrice - Non c'è niente da nascondere.-
- Oh, mi perdoni ma c'è un bel po' da nascondere! Non pensa al bene di Dena?-
- Ci deve pensare Tristan, non tu.-
- Dena è come una figlia per me!- sbottò la strega, sconvolta.
- Si ma non sei sua madre!-
Fu come prendere uno schiaffo e allora Liz tacque, abbassando il capo.
- Liz...perché sei triste?-
La bimba la guardava preoccupata, aggrappata alle sue braccia.
- Adesso basta, smettetela.- Tristan era incollerito con sua nonna per aver risposto in maniera tanto brusca ad Elisabeth ma era anche infuriato con se stesso. Che imbecille. Come aveva potuto credere che sua figlia non si facesse delle domande su sua madre?
- Sai piccola...la tua mamma la conoscevamo tutti.- sorrise Harry, cercando di spezzare il ghiaccio.
- Allora è morta?- mormorò la bimba, intristendosi.
- No, non è morta.- rispose la sua bisnonna scoccando occhiate truci ai suoi parenti - Questi svitati di tuo zio e di tuo padre si sono ben guardati da provocare incomprensioni, eh? Santo cielo, Tristan sei uno zuccone!-
- Ma che ne sapevo io...- borbottò, non sapendo da che parte cominciare.
E adesso che diceva? Che diceva a sua figlia quando neanche lui in fondo sapeva poi molto?
Accidenti!
Usciti da Cedar House, i ragazzi rotearono gli occhi pensando alla nottataccia che aspettava Tristan.
- Se l'è cercata.- bofonchiò Clay, accendendo una sigaretta contro quella di Draco.
- Lo dicevo io che la Jenkins andava bevuta subito.- sbottò Milo, avvolgendosi nel mantello - Quella dice un sacco di forate sui demoni, così adesso magari la piccola non capirà un accidenti di Lucilla!-
- Di sicuro visto che non sapeva neanche di avercela una madre.- concluse Draco ficcandosi il mantello sulla zucca - Sentite gente, ci vediamo lunedì mattina al Ministero. Ora scusate ma sono davvero a pezzi.-
- Torni a casa Dray?- chiese Elettra - Non vieni con noi a bere qualcosa?-
- No, no...- non ci pensava neanche. Per lo meno si sarebbe tolto dalle scatole l'Aarons per qualche oretta.
Così si salutarono davanti alla porta di casa Mckay e se pensò di andare da Blaise, dovette farsi passare la voglia perché non voleva infilarsi in un'altra riunione di famiglia. Una volta tornato a Lane Street, Malfoy aveva una voglia folle di ficcarsi di nuovo in una vasca con una bottiglia intera di vino e magari anche una canna.
Peccato che non avesse più un tubo per rollarsela.
Arrivato sotto casa però dovette faticare un bel po' per trovare le chiavi in tasca...quando, stranito, volse lo sguardo verso il basso. Sui gradini di casa sua c'era un ragazzino addormentato. E non sapeva che quel bambino era il destino.
Era appoggiato a un grosso baule e se ne stava lì tutto solo, avvolto in un giubbotto troppo leggero.
Che cacchio ci faceva quel moccioso lì sui suoi gradini?
- Ohi...tu, bimbo!-
Draco lo scosse non molto morbidamente e il ragazzino aprì gli occhi blu, mettendolo a fuoco.
- Ciao!- scattò il bambino, saltando in piedi. Lo fissava attentamente, da capo a piedi, come se lo conoscesse.
- Ciao...- rispose Malfoy, scocciato - Ehi, ma lo sai che ore sono? Dovresti essere a casa tua babbano della malora!- e fece per aprire la porta ma il nanetto gli si aggrappò praticamente alla cinta, tirandolo indietro - No, aspetta un attimo, per favore! Tu sei Draco vero?-
- Si e tu chi sei, l'allibratore della via?- sbuffò il biondo sarcastico - Via, fila a letto ragazzino!-
- Insomma, per favore ascoltami! Mi chiamo Tom! Tieni!- e gli mollò in mano una lettera, lasciando Malfoy alquanto perplesso. E che roba era quella? Che voleva quel bamboccio da lui?
Scorse l'intestazione della missiva e rimase un attimo spiazzato.
"Lettera di presentazione di Tom." c'era scritto.
Fissò di nuovo il ragazzino, stranito.
- Ma si può sapere chi sei?-
- Tuo cugino.- fu la semplice risposta.
Ok, era uno scherzo. Un altro dei bastardi scherzi di Potter. Se lo prendeva lo strozzava.
- Senti, coso...- sibilò, massaggiandosi le tempie - Non so quanto ti abbia pagato Harry ma non sono dell'umore stasera, quindi a meno che tu non venda fumo puoi anche andare a stenderti in mezzo alla strada e farti schiacciare da una macchina ok? Ti saluto! Ma tu guarda... non ci sono più i bambini di una volta! Babbani!-
- Draco ma mi ascolti? Non sono un babbano! Sono un mago! Leggi quella lettera!-
- Ma si...leggiamo! Chissà che avrà scritto quell'imbecille!- e stracciato il sigillo in cera, lesse rapidamente la missiva...per sbiancare in gradazione, fino a diventare totalmente cianotico.
Quando rialzò lo sguardo sul piccolo Tom, capì che non era affatto uno scherzo...
Probabilmente stavolta sarebbe stato Potter a non prendere per nulla bene quella storia.
Si, stavolta Harry Potter, il bambino che era sopravvissuto, avrebbe scatenato l'inferno.
 
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