- Capitolo 14°

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view post Posted on 5/2/2009, 19:56

Arrivederci Presidente...

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Giugno finì in fretta a Londra. Passò luglio, portando giornate calde e tiepide...poi arrivò agosto.
In due mesi nel mondo dei maghi cambiarono tante cose. Gli attacchi dei Mangiamorte, sebbene fattisi più sporadici vista la stretta sorveglianza a cui erano costretti, in segreto da tutti, i due fratelli Lestrange, continuarono ma passarono sotto silenzio. Nessuno, tranne gli Auror, sapevano che molte forze oscure si stavano mobilitando.
Clan interi di vampiri e i vecchi maghi della Dama Nera vennero messi sotto accusa ma sfuggenti com'erano non vennero mai portati davanti al Wizengamot che lavorò costantemente, giorno e notte, per sbattere ad Azkaban più sospettati possibili e non sempre il Ministro Orloff attendeva un legale processo.
Questo gli causò non pochi nemici ma come sempre questi furono costretti al silenzio: fra essi l'intero Ordine della Fenice che sarebbe stato messo al bando se non fosse stato lo stesso Albus Silente a difenderlo.
Alla pubblica accusa però il nome Lestrange non venne mai.
Sembrava che la guerra di quattro anni prima fosse riscoppiata nel pieno della sua forza e della sua ipocrisia e questo Harry Potter non riusciva più a sopportarlo. Di nuovo additato come il salvatore, fu continuamente preso a bersaglio da giornalisti, nemici e anche amici. I tempi del bambino sopravvissuto erano tornati.
Ma a Lane Street, quel venti agosto, c'era un altro bambino che viveva la sua vita nella privacy della protezione dei suoi padrini. Tom Riddle stava cenando tranquillo davanti alla televisione, al suo fianco Gigì e Pinky, addormentato sotto la sua sedia. Per il piccolo mago si prospettava una serata piuttosto divertente: Harry e gli altri sarebbero usciti per una festa al Quartier Generale degli Auror. Ron gli aveva detto che il signor Gillespie festeggiava il suo quarto anno come Capo degli Auror e i suoi uomini gli avevano voluto fare una festa a sorpresa, tanto per farlo imbestialire più del solito e tutta la casa avrebbe partecipato. Lui invece se ne sarebbe restato a casa con la compagnia di una persona speciale.
La fida Babet sarebbe venuta a fargli compagnia, naturalmente dopo che i ragazzi avessero messo una barriera magica sulla casa a prova di missili e Mangiamorte. In caso necessario poi sarebbe stata Gigì a darsi da fare e nonostante l'aria angelica, la fata si era dimostrata parecchio pericolosa negli anni passati.
- Allora peste?- bofonchiò Edward passandogli accanto, vestito di tutto punto - Sicuro di non voler venire?-
Tom sorrise, divertito - Dai, lo sai che non posso.-
- Stronzate, te l'ho ripetuto mille volte.- rispose Dalton, prendendo una birra dal frigo e levandole il tappo coi denti - Non possono mica riconoscerti con un'occhiata...e poi non potrai stare chiuso qui per sempre sai? Sono due mesi buoni che sei qui e vai fuori solo per comprare granite, fumetti o per buttare la spazzatura e sempre con un cappuccio in testa. I vicini cominceranno a chiedersi se Harry e Draco non sono due pedofili.-
Arrivarono Ron e Blaise dal piano di sotto, poi finalmente i due padroni di casa già di pessimo umore perché erano incollati per colpa dei bracciali. Avevano litigato perché Draco aveva fregato i jeans scuri a Potter e Harry si era vendicato rubandogli una giacca, scatenando un'accesa lite su cosa o meno potessero fregarsi oltre alle donne.
- Cominciamo bene!- borbottò Malfoy infuriato - La serata si prospetta un vero inferno!-
- L'importante è che sti scolli quando non tira aria.- rispose Harry, alludendo semplicemente ad Elettra.
- No cocco, l'importante è che ti levi tu dai maroni quando sarò io a rimorchiare.- sibilò il biondo con un ghigno perfido in faccia - Quaranta galeoni che mi faccio la Carson stasera!-
- Ma non hai detto che non volevi noie dopo il ceffone che ti sei preso da June la settima scorsa?- rise Edward divertito, passandogli una birra - Si può sapere che lei hai fatto per farla incazzare così? Gary non sapeva più come staccartela di dosso.-
- Niente, eravamo di ronda e le ho detto che non mi andava più di perdere tempo.- spiegò Malfoy sbuffando.
- E parlando di donne...- s'intromise Harry - Ron, si può sapere dove cacchio sei stato tutto il giorno?-
Il rossino fece spallucce e da pessimo bugiardo qual era, dette subito le spalle ai compagni - Ho fatto un giro a Diagon Alley. Cominciano già a girare le prime matricole di Hogwarts e sono andato a trovare Fred e George.-
- Ah si?- Harry schioccò la lingua, malizioso - E il rossetto che avevi sulla camicia?-
- Dio, mi sembri mia madre! Pensa ai fattacci tuoi dai!-
- Mi dici chi è o no?- continuò Potter - Su, la conosco?-
Weasley tacque un attimo, senza trovare le parole. Si, in effetti la conoscevano tutti...
Poi finalmente un suono di tacchi risuonò sul soffitto. La prima a scendere fu May...e i ragazzi restarono a bocca asciutta. Coi lunghi e morbidi capelli sulle spalle e una sottoveste di raso rosso, faceva un effetto mai visto.
Sorrise, sentendo i fischi del gruppo e si avvicinò a Draco, rubandogli la birra.
- Chiudete le bocche, sembrate dei pesci.- disse ridacchiando.
- Ehi mezzosangue...ti rubo mai il cibo dal piatto io?- rognò Malfoy, guardandola di striscio.
- No, mi rubi solo lo shampoo.- replicò la Aarons divertita, appoggiandosi a lui - Allora? A che ora comincia la festa?-
In quei due mesi May era ormai diventata una parte integrante del gruppo. E i ragazzi l'adoravano.
Scioltasi dopo i primi tempi, la sua affinità con la squadra si era fatta ancora più salda dopo quel periodo di ronda insieme. In attacco e in difesa, May era insostituibile. Esattamente come lo era diventata nella vita di tutti.
Sempre pronta a dare una mano, si faceva in quattro per loro ed era anche riuscita, col tempo, ad addolcire un po' il carattere impossibile di Draco che sembrava essere tornato il ragazzo che avevano combattuto con loro quattro anni prima contro i Mangiamorte. Come Hermione, May aveva fatto una vera magia...anche se Malferret la teneva comunque a una certa distanza e lei non riusciva a capirne il motivo. Era qualcosa d'impercettibile e invisibile ma lei sentiva uno strano muro...ma tanto invalicabile da non poterci neanche provare a scavalcarlo.
Quando scese anche Elettra, per gli ormoni della squadra fu la fine.
- Sei sicuro di voler uscire?- frecciò Draco a Potter, quando la biondina si presentò in salone con un vestitino a stampa a fiori, ultima moda, coi capelli annodati in nastri di seta. Cavolo, era da mangiarsela sul serio.
- Allora, si va o no?- sorrise la Baley, scuotendo il capo alle loro espressioni allupate.
- Ehi piccoletta, una di queste sere esci con me senza lo Sfregiato?- ghignò ancora Malfoy.
- Oh, con te senz'altro.- scherzò Elettra, chinandosi a baciare il suo ragazzo sulle labbra - Ma lo sai che non funzionerebbe. Non mi va di essere messa al secondo posto.-
Draco fece una smorfia, finendo la birra e facendola scoppiare a ridere, poi finalmente si misero tutti in piedi e si piazzarono davanti a Tom, con una lunga lista di cose da fare e non fare al limite dell'isteria.
Non doveva bere troppo prima di andare a dormire, non doveva aprire a nessuno, non doveva guardare troppa televisione, non doveva fumarsi le canne di Blaise e neanche usare il narghilè di Malferret. Doveva solo finire di cenare e fare il bravo sotto la guida di Babet che arrivò in quel preciso momento e li cacciò fuori a pedate mentre Tom se la rideva come un pazzo.
La serata per il piccolo Riddle passò veloce e non successe nulla di particolarmente fastidioso, a parte Gigì che addormentò Babet con un po' di polvere soporifera quando ne ebbe basta di vedere telenovelas in televisione, nascosta nel suo alveare. Dopo che Tom ebbe coperto la vecchia signora con una coperta, si diresse in camera sua per andare a dormire, verso le dieci e mezza. Messo il pigiama andò in bagno per lavarsi i denti e fu durante l'operazione che gli venne un colpo. All'improvviso nel vapore che appannava lo specchio sul lavandino, gli apparvero due occhi bianchi davanti...e mancò poco che cacciasse un grido, mentre la faccia divertita di Demetrius ora appariva completa nel vetro.
- Dimitri!- sbottò - Dio! Mi hai fatto spaventare!-
- Ciao campione! Come va?- cinguettò il demone puro, ridacchiando - Allora? Mamma come sei cresciuto!-
Prima che Tom potesse rispondere e chiedergli che diavolo gli era passato per la testa di fargli venire un infarto simile, sentì una colossale imprecazione provenire direttamente dallo specchio e non dalla voce di Demetrius.
Una mano afferrò la testa del demone e lo spinse quasi via. Poi apparve la testa di Caesar Cameron.
- Caesar!- sorrise Tom felice - Ciao! Come sono contento di vederti!-
- Se, se!- rognò il demone dai capelli bianchi, ancora incazzato - Scusalo, ma non c'è stato verso di fermarlo! Sono giorni che rompe per parlare con te. Allora, come stai? Ti ha spaventato?-
- Senti come fai il paparino premuroso...- frecciò Demetrius dalle retrovie - Perché non metti in cantiere un marmocchio eh? Peccato che sia uno spreco di tempo crescerli, che dici?-
- La senti la puzza di bruciato? Sto per darti fuoco cazzo!-
- Ehm...Caesar...- lo richiamò il piccolo Riddle, esasperato - Io sto benissimo. Qui sono tutti gentili.-
- Davvero?- Cameron levò un sopracciglio con fare sarcastico - Però. Gli umani in mille anni hanno acquisito il dono per del perdono e della compassione?-
- Oh, insomma!- rimbrottò Demetrius alle sue spalle, infilandosi in mezzo allo specchio di prepotenza - Tom, non starlo a sentire! Davvero ti trovi bene col bambino sopravvissuto e tuo cugino? Oh, sono proprio contento, in barba a questo qua! Credeva che ti stessero rosolando a fuoco lento! Ma ha solo la codina di paglia, vero?-
- Senti vuoi stare zitto imbecille?- sbraitò Cameron furibondo.
- Caesar...come mai sei arrabbiato?- gli chiese Tom preoccupato - Tutto bene al castello? La mamma sta bene?-
- Si, tutto a posto.- rispose seccato - Solo che le nostre ricerche per trovare Hermione non ci hanno ancora portato da nessuna parte e tua madre si ostina a darmi la colpa di tutto.-
Il faccino di Tom si contrasse, diventando malinconico. Hermione...da mesi non avevano sue notizie. Ormai anche Harry e gli altri avevano cominciato a pensare al peggio. Se nemmeno Caesar, Demetrius e Lucilla insieme erano riusciti a trovarla, significava che si era cacciata proprio nei guai.
L'unica consolazione per tutti loro erano il sangue caldo della ragazza nel bracciale di Cameron e la sua immagine ancora a metà fra la vita e la morte, nel suo orologio magico.
- Ah, senti...già che siamo qua è meglio che ti avverta di una cosa.- disse il demone dai capelli bianchi, distogliendolo da quei pensieri - Tu non preoccuparti di Hermione, ok? Ci penseremo noi ma c'è una cosa che devi sapere. Stamattina tua madre ha parlato con una persona importante e può darsi che fra poco tu riceva una lettera.- Caesar lo guardò intensamente - Leggi con attenzione quelle carte, poi parlane con i tuoi padrini e prendi con loro una decisione. Si tratta di una questione urgente da cui dipenderà il tuo futuro.-
- Ma di cosa parli?- gli chiese Riddle, incuriosito.
- Un'altra grana, niente di più.- sibilò l'altro sarcastico - E adesso scusami ma devo tornare a lavoro prima che tua madre mi uccida sul serio.-
- Ciao Tom!- cinguettò anche Demetrius, con le braccia attorno al collo di Cameron - Mi raccomando, divertiti capito? I babbani sono uno spasso! E se per caso tornassi qua a trovarci portami una stecca di sigarette e l'ultimo cd dei Kiss!-
- Ci mancavano anche quei quattro mandari dei Kiss! E stai attento, vuoi rompere lo specchio?- gli urlò Caesar mentre la loro immagine scompariva lentamente.
- Sai che roba...- fu l'ultima cosa che disse Demetrius, svanendo - Per qualche anno di sfiga!-
Tom rimase lì fermo, a metà fra lo sconvolto e il depresso. Quei due non sarebbe mai cambiati. Però gli era sembrato che Caesar stesse sul serio sclerando. Lasciarlo solo con Dimitri non era stata una buona idea.
Avrebbe finito per avere una crisi di nervi, proprio lui che non perdeva mai la pazienza.
Sospirò, finendo di lavarsi i denti e andandosene in camera sua ma quando entrò, trovò una civetta scura appollaiata sulla sua finestra. Le aprì i vetri e lei entrò, soddisfatta dalle sue carezze. Aveva una lettera legata a una zampa con un marchio che Tom aveva già visto da qualche parte, anche se non ricordava dove.
C'era il suo nome...e ne rimase un po' allarmato. Allora sapevano che lui era lì?
Tremando, si sedette sul letto e aprì la busta, rompendo il sigillo di cera rossa.
"Caro signor Riddle, siamo lieti d'informarla che lei è stato accettato alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts."
Tom sgranò gli occhioni blu come la notte. Lui? A Hogwarts? Proprio lui?
No, doveva esserci stato un errore! Rilesse le prime righe, poi una scrittura diversa a fondo pagina attirò la sua attenzione. Era fine e molto piccola ma molto elegante e dal contenuto molto informale...quasi amichevole.
"Caro Tom, so che questa lettera ti sembrerà uno scherzo ma ti posso assicurare che non lo è. Anni fa, quando Lucilla mi disse della tua esistenza, giurai a me stesso che avrei fatto qualunque cosa pur di farti entrare a Hogwarts e oggi mi impegno a portare avanti la mia parola. Spero vorrai venire al Ministero fra due giorni, accompagnato da Harry e Draco, per discutere con me di ogni tuo più piccolo dubbio ma sappi che farò qualunque cosa pur di convincerti.
Distinti saluti e un arrivederci a presto, spero.
Albus Silente."

Tom rimase seduto per un bel pezzo quella notte. Rimase a fissare quella lettera con un tuffo al cuore, consapevole che gli stavano aprendo le porte al mondo esterno...ma lui ci aveva mai neanche pensato. Fin da quando aveva scoperto chi erano stati i suoi genitori, aveva sempre pensato che la sua vita si sarebbe limitata al palazzo di Caesar. Aveva pensato di imparare la magia da lui e Lucilla. Già raggiungere Harry lì a Londra gli era sembrato fin troppo...e ora...gli stavano proponendo di mostrarsi a tutti. Di rivelarsi.
No...non sarebbe stato possibile. Avrebbe causato panico e altri guai ai ragazzi!
Ma nonostante questo non riuscì a bruciare quella lettera. La tenne stretta a lungo...fino ad addormentarsi.


La festa al Quartier Generale in compenso era entrata nel vivo verso mezzanotte.
Duncan, da perfetto burbero qual era, aveva imprecato dietro a tutti i suoi Auror per quella festa a sorpresa secondo lui inutile, ma ora, a distanza di un'oretta, se ne stava tranquillo col suo sigaro e il suo drink in mano attorniato da un folto gruppo di vecchi e giovani Auror a chiacchierare mentre un macello di persone invadeva il loro livello.
Eticamente non sarebbe stato né corretto e neanche legale fare festa all'interno del Ministero della Magia ma chi aveva organizzato la festa, ovvero l'Ordine della Fenicie, se n'era altamente sbattuto. Primo fra tutti Sirius.
- E dire che quando ci sono riunioni in società fai sempre tante storie...- rise Harry, accanto al suo padrino.
I due se ne stavano in un angolo appartato, più o meno verso i nuovi balconi magici richiesti negli ultimi anni e naturalmente la discussione era finita, se dapprima in leggerezze, sui nuovi fatti degli ultimi giorni.
Ora non venivano più uccisi grandi gruppi di persone, no...
A quanto pareva dall'ultimo vero e rivendicato attacco che i Lestrange avevano organizzato a Cedar House ma andato a male vista la presenza di Lucilla, erano stati perpetrati omicidi sporadici che però erano stati basati su un raptus improvviso e Clay ne era sempre più sicuro. Dietro a quegli omicidi di babbani e agli attacchi di violenza nella loro squadra, c'era un essere inumano dai grandi poteri empatici.
- E di Hermione?- chiese Sirius poco dopo - Lo so che ti senti in dovere di preoccuparti del mondo intero ma so anche che per te lei viene prima di tutto.- fissò gli occhi tristi di Harry, desolato per lui - Almeno l'orologio dice che è ancora viva...questo vuol dire che c'è ancora una possibilità.-
- Si.- Potter annuì con aria stanca - Sono mesi che non faccio altro che aspettare un suo messaggio, i ragazzi stanno cercando qualsiasi informazione, perfino Mundungus non sa più dove sbattere la testa. Se non altro Tom ha detto che c'è Cameron a pensare a lei.-
- Non fare quella faccia.- gli disse Black, dandogli una pacca sulla spalla - Ho sentito dire che i demoni di stirpe e Caesar Cameron in particolare non hanno mai accettato gli esseri umani. Se Hermione è diventata una sua allieva, vorrà dire che quel demone ha visto in lei qualcosa di buono o che poteva interessargli. Se la sta cercando lui, puoi stare certo che la troverà...- Sirius tacque di nuovo, vedendo la sua espressione.
Ecco dov'era il vero problema allora, pensò ridendo fra sé.
- Ti stai chiedendo perché l'ha fatto vero?- l'anticipò, sorridendo.
Harry inspirò a fondo, appoggiandosi con la schiena alla parete. Si, se lo chiedeva sempre. Ogni notte.
Si chiedeva come mai la sua migliore amica fosse diventata una gagia, come mai non fosse più riuscito né a vederla né a parlarle per quattro anni, in che veri rapporti era con Cameron...
- Hai mai sentito il detto "Se non riesci a battere il nemico, fattelo amico?"- gli chiese Sirius.
- Scusa ma non riesco a immaginare un'idea più idiota.- rispose il moro con una smorfia acida.
- Harry...Hermione è sempre stata la stratega del gruppo, quella che ti salvava con le sue idee. Forse a un certo punto della sua vita si è accorta che se voleva continuare a farlo avrebbe dovuto conoscere le armi del nemico e in caso di bisogno saperle anche sfruttare, se voleva davvero difendere i suoi amici.-
- Dio, ma stai scherzando spero!-
- Dimentichi che i Black sono una di quelle famiglie che mettono il potere prima di tutto.- gli rispose Sirius pacato - Harry, non ti sto dicendo che conoscere le Arti Oscure sia un bene. Ti sto solo chiedendo di guardare la situazione nel suo intero. Hermione non ha studiato la magia oscura per divertimento, ma per essere utile agli Auror.-
- Questo è ancora da appurare.- sibilò Potter torvo.
- Oh, ma che stronzate!- sbottò Black guardandolo storto - La conosci come le tue tasche e sai benissimo che Hermione Granger non sarebbe mai in grado di mescolarsi coi Mangiamorte, quindi smettila di farti di queste paranoie. Quando la ritroverai potrai farle tutte le domande che vuoi ma stare qua a fare supposizioni su una persona assente, per di più la tua migliore amica, mi sembra una carognata.-
- E come sempre mi rimetti sempre al mio posto!- ironizzò Harry sarcastico - Sarà il caso che vada a cercarmi una sigaretta eh? Ci vediamo dopo Paddy!-
Una volta di nuovo solo, Sirius sentì l'inconfondibile risata di Remus accanto e sogghignò con lui.
- Sei veramente perfido.- gli disse Lupin - E' comodo fare il papà così eh?-
- Non immagini quanto.- rispose Black divertito - Il bello poi è che per una volta la mia autorità non è messa in discussione. Io sono più grande, io sono il suo padrino e fa come dico io! Dio, che goduria!-
- Santo cielo, saresti da mettere di nuovo in cella.- bofonchiò Moony.
In mezzo alla baraonda invece si erano formati vari gruppi di conversatori e a quanto pareva il tema interessante della serata era "Ce la farà Harry Potter e farla di nuovo franca?"
Elettra sgusciò via dalle grinfie di Kinneas, grazie al cielo, proprio quando il bimbo sopravvissuto le passò a fianco e le dette un buon motivo per squagliarsela. Si strinse a lui, guardandolo con un sorriso - Come sempre sei sulla bocca di tutti...- gli bisbigliò, prendendolo per mano.
- Certo, in compenso le loro occhiate bavose sono tutte per te.- frecciò lui, fulminando John Kinneas che spogliava senza ritegno la sua ragazza con gli occhi - Dio, quello prima o poi lo eviro cazzo!-
- Ma lascia perdere.- rise la biondina e di colpo lo bloccò, alzandosi sulle punte e dandogli un bacio mozzafiato in mezzo a tutti che, una volta di nuovo separati, lasciò Potter per un attimo senza parole.
- Credi che così abbia ancora qualche dubbio?- gli chiese, sorridendo maliziosa.
- Andiamo a casa.- mugugnò Harry capriccioso, sulla sua spalla.
- Non si può. È ancora presto!- Elettra mise un finto broncio - Dai! Praticamente con gli allenamenti riesco a uscire solo due volte al mese, le altre mi tieni tu nel letto...devo prendere aria ogni tanto, sai?-
- Hn, ok...- ammise, sbuffando - Però domani è domenica e i ragazzi escono.-
- Mi hai presto per la tua geisha per caso?- ridacchiò la Baley, baciandolo di nuovo. Si avviarono battibeccando come due piccioni fino a un altro balconcino dove si trovava quel gran asociale di Malfoy. Non era solo però. Gary Smith era con lui e a quanto pareva anche Draco riusciva a scambiare due parole con una persona cortese come Gary senza scatenare rissa. Smith salutò tutto felice Elettra e si misero tutti quanti a chiacchierare del più e del meno.
Se non altro il loro amico aveva capito che Harry ne aveva basta di sentire cavolate sul bambino sopravvissuto.
Quando se ne fu andato, il moro si fece accendere una sigaretta da Draco con aria distrutta.
- Dio Potter...se ti sfaldi già adesso siamo a posto.- frecciò il biondo, sarcastico.
- Oh, ma stavolta ho anche il mio bel serpentino a farmi una mano no?- rispose ironico - Dico bene Malferret? Vero che stavolta farai il bravo e mi verrai dietro dall'inizio alla fine?-
- Quand'è che ho sottoscritto un contratto di matrimonio con sua altezza lo Sfregiato eh?- Malfoy scoccò la lingua, disgustato - Che palle, questa storia mi fa vomitare! Guarda questa gente, sono solo pecore! Tutti dietro al povero pollo di turno che come al solito rischierà la vita per tutti.-
- Tesoro, stavolta siamo di più no?- disse gentilmente Elettra, carezzandogli una spalla - Ormai siamo una squadra affiatata e sappiamo come agiscono, nel limite della norma anche se quei due le stanno inventando tutte. Secondo me basterà restare uniti e ce la faremo.-
- Si, intanto però verremo sbattuti tutti alla gogna non appena a Orloff girerà di farci passare per visionari.- sibilò Harry seccato, ma una voce melodiosa alle sue spalle lo rintuzzò gentilmente - Come vi ho già detto al Ministro penso io!-
Era May, che si appoggiò accanto a Draco con aria birichina - Gente, non fasciatevi la testa prima di rompervela.-
- Si, hai ragione.- ammise Potter esausto - Ma tutti i giornalisti in questi mesi mi hanno spaccato la testa.-
- Si e a noi qualcos'altro.- concluse il biondo seccato - Fammi indovinare Sfregiato. Stai per dirmi che te ne vai a casa.-
- Che tenero, come l'hai capito?- cinguettò il moro, sbattendo gli occhioni verdi con aria angelica - Ah, solo una cosa prima che scappi. Se vedi Ron in giro controlla con che tipa è...e tieni lontano Edward da Mundungus. L'ultima volta hanno perso cento galeoni a testa nel giro di cinque minuti al velodromo.-
Sotto la smorfia disgustata di Malfoy e la risatina della Aarons, Harry ed Elettra tolsero il disturbo smaterializzandosi direttamente via, a casa, dopo aver salutato Sirius e Remus con un gesto della mano.
- Stanno veramente bene insieme.- disse May, poco dopo quando rimase sola col biondino - Hai detto che si sono messi insieme quando lei aveva 14 anni?-
- Si, ma si sono lasciati. Si sono rimessi insieme solo l'anno scorso.- la informò Draco, finendo la sigaretta e gettandola via - Elettra in fondo è l'unica di quelle cretine con cui è uscito che riesco a sopportare.-
- Dì pure che stravedi per lei.- insinuò la strega, maliziosa.
- Trovare una ragazza come lei non è da poco.- ammise Malfoy, girandosi verso la sua Osservatrice.
- Però non ti andrebbe bene neanche Elettra, giusto?- sorrise May - Sai che è difficile per una donna starti vicino?-
- Come sarebbe?- le chiese, guardandola storto.
- Perché tu pensi sempre e solo a "lei".- May si appoggiò coi gomiti alla ringhiera, guardando il cielo - Se una ragazza cerca di stare con te o cerca anche un semplice spazio nel tuo cuore, anche solo per esserti amica, sbatte contro un muro enorme. Insomma...ti conosco da due mesi e mezzo ed è come se fossi una presenza trasparente nella tua vita.-
- Adesso non esageriamo.- rispose, irritato con se stesso. Era così facile leggergli dentro?
Se n'era accorto da poco ma era come se May, anche contro tutte le sue difese, fosse riuscita a entrargli dentro. Lei sapeva sempre dirgli la cosa giusta, capiva cosa pensava, come si sentiva.
- Secondo me dovresti cominciare a fare un po' di spazio per gli altri.- continuò la Aarons, guardandolo dolcemente - Non pretendo di diventare la tua migliore amica ma vorrei solo che non mi vedessi come un'intrusa che cerca di fare a pezzi la sacra immagine che hai di quella ragazza.-
- Sacra?- ghignò lui in risposta - No, credimi. Potrò averla messa su un piedistallo, questo non lo metto in dubbio. Ma non sono uno che sopravvaluta le persone. Se ce l'ho messa, è perché lei era speciale.-
- Ci sono altre persone speciali.- la Aarons inclinò il capo - Mi credi?-
Draco alzò gli occhi argentei e li piantò su di lei. Era proprio sfortunato con le mezzosangue, pensò mentre lentamente May si avvicinava al suo viso. Quando le labbra della strega toccarono le sue, restò per qualche secondo con le palpebre semi aperte, ricordando il passato. Era la prima che dopo tanto significava qualcosa per lui.
Tutte le altre erano state veramente solo spettri senz'anima.
Fu un bacio casto, niente di ciò a cui solitamente era abituato lui...e quando May si scostò, rimase a guardarlo con quei suoi occhi scuri pieni di qualcosa di diverso dal solito. E Draco sapeva riconoscerla la passione, il desiderio.
- Che aspetti signor Malfoy?- gli sussurrò ridendo quasi con sfida - Un invito scritto?-
E stavolta rise anche Draco, seppur brevemente, seppur sommessamente.
Si, forse quel muro era ancora molto alto. Troppo alto...ma se non cominciava a romperlo da qualche parte, quello avrebbe continuato a crescere...e allora sarebbe stato impossibile superarlo.
Fu una notte strana. Fu come uno strano sogno ovattato, quei sogni estivi che per il caldo ti lanciano in un mondo pieno di colori forti, che non ti lasciano riposare davvero. Ma May fu fantastica.
Sia sul piano prettamente fisico che in quello mentale, non fece niente di sbagliato...anzi. Probabilmente fu il sesso migliore della sua vita, dopo quello fatto per amore con Hermione tanti anni prima.
May aveva un corpo morbido, dalla pelle liscia e setosa, mani dalle dita lunghe e mai ferme.
Era come se, abbracciati e ansanti l'uno sull'altra, lei avesse continuato a parlargli col pensiero. Aveva l'impressione di continuare a sentire la sua voce nella mente anche quando lei taceva, anche quando ansimava per il piacere.
I suoi lunghi capelli poi erano bellissimi...
Si addormentò con lei appoggiata al suo torace, apparentemente sereno, senza pensiero. Ma alle quattro di notte all'improvviso il ticchettio della sveglia magica di May, visto che avevano scelto la stanza più vicina per non stare lontani un minuto di più, si fece assordante e si svegliò di scatto, tremando per il freddo...e forse anche per il terrore. Una voce...una voce aveva strillato il suo nome.
Hermione...
Una visione improvvisa gli fece mancare il fiato...e poi ebbe la netta sensazione che la vita gli stesse scivolando via dalle vene. Alzò i polsi...e vide degli squarci terrificanti nella sua pelle. Strabuzzò gli occhi, senza voce per gridare, ma quando riaprì le palpebre non c'erano più segni.
Di nuovo quel grido, quell'implorare disperato del suo nome gli arrivò alle orecchie.
Hermione, era Hermione!
Non seppe dire come ma forse doveva aver perso i sensi perché quando si risvegliò, mezz'ora dopo, quella voce era sparita. Forse...forse era stato solo un sogno. Uno scherzo della sua mente. Dio...si sentiva forse in colpa verso Hermione per essere a letto con May? Stava perdendo il senno ormai, ne era sicuro.
Si passò una mano fra i capelli biondi, madidi di sudore, sentendo uno strano calore alla gola. E cosa ancora più strana, quando sollevò lo sguardo trovò sul copriletto del letto della mezzosangue un libro di favole.
Era aperto su un'illustrazione. La mela avvelenata di Biancaneve.
Prese in mano il libro, senza capire. Raffigurava Biancaneve chiusa in una bara di cristallo, ancora viva nel suo corpo di morta, solo che nessuno poteva saperlo. Era stata la mela avvelenata della strega ad addormentarla. In quel momento si svegliò anche May, sdraiata supina al suo fianco e stranita, la ragazza posò lo sguardo su quel libro di favole. Quando lo vide, Malfoy ebbe la netta sensazione di vederla sgranare gli occhi per la sorpresa...mista a un presentimento.
- Stamattina ho messo in ordine i miei vecchi libri e devo averlo lasciato in giro.- sussurrò a Draco, afferrando il tomo e gettandolo giù dalla sponda con uno sbadiglio. Poi lo guardò attentamente, incuriosita.
- Sembra che tu abbia visto un mostro.- gli disse, sogghignando.
- No, non è niente...- rispose lui, cercando di togliersi dalla testa quelle sciocchezze - Faccio solo fatica a dormire con qualcun altro nel letto.-
- Ah,- May si ributtò sotto le lenzuola, divertita - allora ti conviene tornartene in camera tua.-
Porca...Draco se l'era scordato. Cazzo, e adesso? Non aveva voglia di andarsene da quel calduccio! E poi quando sentì quella maledetta mezzosangue ridacchiare s'incavolò ancora di più.
- Che ridi Aarons?- rognò, rimettendosi sopra di lei - Se non la finisci ti faccio smettere io!-
- Rido della tua pigrizia!- scandì la strega mora, fissandolo con gioioso rimprovero - Dì la verità...volevi buttarmi allegramente fuori perché sei un orso, non perché in realtà non mi vuoi a letto...solo che essendo in camera mia dovresti Smaterializzarti al piano di sopra. Dio, meno male che sei nato mago Malferret.-
- Ci manchi solo tu adesso a chiamarmi così!- replicò il biondo seccato, ricevendo un bacio con una smorfia.
May gli dette l'ultimo colpo di grazia qualche secondo più tardi, quando gli prese la mano sinistra e iniziò a baciargli i polpastrelli delle dita, uno per uno. Poi finì a baciargli le nocche, quindi si fermò sulla striatura del suo tatuaggio.
- Mi dici cos'è?- gli sussurrò, continuando a baciargli e leccargli la pelle.
Draco inspirò a fondo, pensando al tatuaggio che aveva fatto anni prima e che ore restava coperto per metà dal bracciale di platino maledetto. Una lunga scia nera dalla forma uncinata andava dal suo polso fino a quella parte a età fra pollice e indice. Sembrava...un'ala nera.
- E' un corvo.- rispose poco dopo, a bassa voce. Ma subito dopo lo scordò, sentendo una mano di May scendergli sul cuore, poi scivolare sul torace fino in basso. Lentamente il suo animo tornò a infiammarsi, esattamente come il suo sangue. A ogni tocco di May, la voce di Hermione spariva, nella sua testa.
Era come se...come se May fosse più forte dell'immagine di Hermione.
Era May accanto a lui e non l'immagine di un passato che non sarebbe più tornato indietro.
C'era May lì...accanto a lui e nella sua testa. Non sapeva dire come...ma non vedeva altro. Non sentiva altro che il corpo voluttuoso della sua Osservatrice. Ci annegò dentro e quando la mattina si svegliò alle prime luci dell'alba senza riuscire più a prendere sonno, si accorse che May non c'era più, insieme alla sua bacchetta e alla sua spada.
Smaterializzatosi in camera sua, si mise addosso un paio di jeans e scese a farsi la colazione, per trovare sul tavolo della cucina un biglietto vergato dalla tondeggiante calligrafia della mezzosangue.
Scriveva che Orloff l'aveva richiamata all'ordine.
- Che palle!- rognò, maledicendo quel Ministro del cavolo. Cominciò a chiedersi chi era peggio fra lui e Caramell. Se non altro Caramell non era mai stato un tale schiavista.
Si stava scaldando del latte nel microonde quando entrò Ron in cucina, ancora tutto vestito come la sera prima.
Quando vide Draco, ebbe un attimo di sbandamento.
- Ciao...- mugugnò, incerto.
Allora Potter aveva ragione, pensò il biondo con un ghigno lascivo sulla faccia. Weasley se la faceva con qualcuna... e se l'era fatta anche bene, a giudicare dai suoi vestiti scomposti e dal rossetto che aveva ancora sulle labbra.
- Ti sei divertito Weasley?- gli chiese, sarcastico.
- Abbastanza.- disse Ron, grattandosi la testa - Ed è tornato?-
- Ma io che ne so. Me ne sono andato via che era l'una.-
- E May?-
- Da Orloff.- Draco si mise a sedere finalmente, con la tazza fumante di fronte al muso ingrugnito anche dopo quella bella notte di sesso ma quando prese la zuccheriera dal vassoio e si specchiò nella superficie ludica di questo, ebbe un mancamento. Un grido lacerante gl'invase i timpani, costringendolo a chiudersi le orecchie. Hermione!
Ora non se lo stava immaginando! Era Hermione! Era lei...
Strillava, strillava forte...era terrorizzata a morte!
Ron gli fu vicino e in un attimo tutti i presenti in casa si svegliarono, correndo al primo piano allarmatissimi.
- Che succede?- alitò Blaise, aiutando Malfoy a sedersi - Dray, che ti prende?-
- Io...io non lo so!- gli sembrava d'impazzire. Lui non era un Sensimago, né un empatico. Continuava a sentire Hermione gridare senza sosta, a urlare il suo nome. Se lo stava forse inventando? Eppure non l'aveva mai sentita strillare in quel modo atroce. Neanche nei suoi incubi peggiori.
Decise di raccontare ciò che era successo anche quella notte, tralasciando naturalmente il fatto che fosse stato a letto con May e i ragazzi ascoltarono attenti, consci che poteva trattarsi di una trappola. O di un vero richiamo di Hermione.
- Secondo me è una trappola.- disse Ron, con voce stanca - I Lestrange lo sanno che stavate insieme.-
- Può essere anche sei solo esausto Dray.- continuò Blaise, toccandogli la fronte che scottava leggermente - In questi mesi ci siamo spaccati tutti quanti per cercarla, ma così ti stai stremando.-
- E se non fosse una trappola?- ipotizzò Elettra seria - Se Hermione stesse davvero cercando di parlare con lui?-
- Per ora grida e basta.- le disse Weasley - So anche io che è difficile ma se fosse davvero Herm ci avrebbe contattato in maniera diversa. Lei ci darebbe degli indizi. L'ha sempre fatto.-
- Si ma se stavolta non potesse fare altro che chiedere aiuto?- replicò la biondina accorata - Non è invincibile, accidenti, qua sembrate dimenticarvelo tutti quanti! Quel maledettissimo orologio se ne sta fra la vita e la morte da due mesi e mezzo e voi non fate altro che presupporre che stia bene per il momento!-
- Purtroppo non possiamo fare di più, cerca di capire...-
- Elettra, i ragazzi hanno ragione.- le disse Harry - La stiamo cercando in lungo e in largo. Clay e dei suoi amici ci stanno mettendo l'anima e se anche quel Cameron ancora non la trova significa che l'hanno nascosta davvero bene.-
- Io me ne frego, andate dai Lestrange e fateli parlare!- sbottò la Baley esasperata.
- E con che mandato?- le chiese Blaise pacatamente - Non potremmo neanche parlare con quelli.-
- Avevano l'anello col serpente di Hermione!-
- Potrebbero averlo preso ovunque.-
- Ragazzi, dare i numeri adesso non serve a niente!- sbottò Harry, zittendoli tutti - Ok, adesso basta. Ora io me ne vado da Duncan. Parlerò con lui, gli racconterò una volta per tutte di Hermione e vedrò di cominciare a muovere delle ricerche anche fra le famiglie di Mangiamorte che sono state scagionate quattro anni fa. Voi vedete di mantenere il controllo per qualche ora, va bene? E tu vai a letto Draco, fammi il favore.-
- Tranquillo, gli diamo qualcosa per dormire.- l'assicurò Zabini - Stai attento, ok?-
- Vado e torno.- Harry scese le scale e una volta al piano terra, cercò un giacca. Era a pezzi per il poco sonno e disperato per Hermione ma non poteva darlo a vedere. Se ora però anche Malfoy cominciava a sentirsi male, erano proprio arrivati al limite. Stava per uscire di casa quando il piccolo Tom, ancora in pigiama e tutto arruffato per poco non gli volò addosso, facendo cadere entrambi.
- Oh, cacchio!- Potter lo guardò imbufalito - Dio, sono le sei e mezza! Non puoi startene a letto come tutti i ragazzini normali?- ma guardando il suo musetto da cucciolo, dovette lasciar perdere - Che c'è?- sbuffò.
Tom sembrava imbarazzato. Stropicciava qualcosa fra le mani e se il bambino sopravvissuto fosse stato un po' meno di fretta, sarebbe stato anche lì a cercare di farlo parlare normalmente, invece gli prese la lettera e basta, sbirciandone velocemente il contenuto...e allora sbiancò.
La sua bocca spalancata si scontrò con l'espressione malinconica del bimbo.
- E bravo Silente...- alitò Harry, senza accorgersi di sorridere. Era sempre il solito.
- Ci vuoi andare?- gli chiese, visto che Tom continuava a tacere, viola per la vergogna.
Sobbalzando alla domanda, il ragazzino corrucciò la fronte - Bhè...non credo di poter...-
- Ascoltare non costa nulla.- Potter lo guardò dritto in faccia - O non vuoi andare a Hogwarts?-
Andare a Hogwarts. Stare con altri maghi come lui. Non vivere rinchiuso. Sarebbe stato davvero bello.
- Senti, facciamo così.- Harry gli ridiede la lettera, sospirando con pazienza - Adesso vado al Ministero. Devo parlare col Capo degli Auror ma non ci metterò molto. Due ore e sarò di nuovo a casa, così potremo parlarne tutti insieme.-
- Va bene.- annuì il piccolo Riddle - Però...non ti sembra...ingiusto?-
- Cosa?- allibì Harry.
- Che io...che io possa andare a scuola con gli altri...-
Oddio. Quel bambino avrebbe dovuto andare con lui dallo psicologo, per una terapia di coppia. S'inginocchiò e anche se a fatica cercò le parole adatte per tirarlo su. Gli tornarono in mente il classico fraseggio di Sirius.
- Tom...smettila di farti queste seghe mentali per due miseri minuti ok?- sbottò, atterrendo il ragazzino - Riesci a trattenerti per due orette? Due orette sole! Poi torno a casa e così potrò aiutarti a insultare te stesso anche per tutto il giorno se vuoi, ma fino a quel momento pensa a tutti i figli dei Mangiamorte che vanno a Hogwarts. Quelli staranno già programmando di uccidere qualche povero babbano coi loro genitori mentre tu invece, anche se mi scoccia dirlo, non hai mai fatto niente a nessuno...perciò stattene buono e aspettami, va bene?-
Per un attimo sul viso di Tom, Harry aveva visto un sorriso vero. Non gli aveva mai sorriso così.
- E adesso fila di sopra.- gli ordinò Potter.
- Va bene.- assentì il mini Riddle correndo sulle scale con un insolito buon umore ad allietargli la giornata - Ci vediamo dopo Harry! E torna presto!-
Torna presto.
Incredibile. Un Riddle gli aveva detto, con gioia e aspettativa nella voce, di tornare presto a casa loro. Il mondo stava proprio girando al contrario...
Ma come aveva fatto a farsi convincere?, si chiese il piccolo Tom Riddle scendendo dalla monovolume magica di Harry Potter, davanti a una normalissima cabina telefonica. Era già lunedì e quel giorno si sarebbe incontrato col preside Silente. Ma non solo...lui era uscito di casa e anche da Lane Street. Sarebbe entrato in un luogo pubblico, occupato da maghi. Si sentiva un fascio di nervi e anche Draco, che gli stava accanto, pensò che probabilmente di quel passo avrebbe rischiato un collasso entro l'ora di pranzo. Era erano solo le dieci di mattina.
Si ficcò anche il cappuccio della felpa leggera sulla testa, come per nascondersi...
- Oh, dai Tom!- sbuffò Harry - Non potrai stare nascosto lì sotto all'infinito!-
- Guarda che Silente non ti mangerà mica.- soffiò anche Malfoy che si era ripreso quella domenica dalla sua febbre nervosa - Devi solo andare dentro, sentire che dice...e dirà un sacco di vaccate perché quello è strano forte e poi ce ne torneremo a casa.-
- Ma lì è pieno di maghi! E se qualcuno mi riconosce?-
- Ma se non ti ha mai visto nessuno!- lo zittì Potter con un gesto della mano, spingendolo nella cabina e cominciando a trafficare coi tasti - Non hai mica scritto in faccia "Sono il figlio di quel bastardo di Voldemort."-
- Ecco, bravo Sfregiato. Come sempre trovi le parole giuste per tutto.- ironizzò Draco, sarcastico.
Appuntarono sulla felpa di Tom il cartellino con sopra scritto "Visitatore" e il nome intero del maghetto, poi finalmente l'ascensore del Ministero si mise in moto, insieme alla tachicardia del piccolo Riddle che guardava terrorizzato il suo nome sulla targhetta. Più chiaro di così!
- A che livello?- bofonchiò Malfoy, mentre scendevano rapidi - Ma ha un ufficio anche qua quel vecchio?-
- Sulla lettera diceva solo di andare al Quartier Generale. Oggi Duncan è fuori con la delegazione francese e forse il preside gli avrà chiesto il permesso di usare il suo studio. Sai che sono contento di rivederlo?- sorrise Harry - E' una vita che non lo vediamo.-
- Bhè, considerato che l'ultima volta gli abbiamo riempito la scuola di cadaveri di demoni e Mangiamorte, non credo che abbia pianto quando ce ne siamo andati, sai?-
Sull'ascensore cominciò a salire un po' di gente, tutti conoscenti di Harry e da ciò che notò Tom, tutti erano molto gentili e rispettosi con lui. Certo, era un eroe, pensò facendo di tutto per nascondere il nome sulla sua targhetta.
Accidentalmente però, le parole di una strega che era salita al primo livello, lo fecero tremare.
- Salve signor Potter!- disse mettendosi al suo fianco - Sa che il vostro Quartier Generale è stato preso di mira da alcuni giornalisti stamattina? Pare che ci sia stata una fuga di notizie su un qualcosa riguardante un bambino che sta con lei...oh! Ma è vero!- la strega abbassò lo sguardo su Tom, stranita - Ma chi è questo bambino?-
- Un mio parente.- sibilò Draco, zittendo quella pettegola - ...I giornalisti sono ancora in giro per il Ministero?-
- Si, sono una vera tortura. Si sono infilati ovunque...e gli Auror erano molto agguerriti. Il vostro compagno, quel Kinneas, ha già organizzato un battaglione di difesa nel caso aveste portato con voi qualcuno di pericoloso...ma ora che vedo questo bimbo mi sembra assurdo.-
Un battaglione di difesa? Le facce dei tre, Draco compreso, erano atterrite.
Dio, sarebbe stata veramente una giornata lunghissima. E cosa sarebbe accaduto quando gli altri avrebbero visto il nome di Tom sulla sua targhetta? Avrebbero scatenato il panico!
Non finirono neanche di pensarlo che le porte si aprirono di nuovo e furono davanti al Quartier Generale. Nel corridoio il caos...e quando gli Auror e i giornalisti che stavano per essere presi a fucilate si voltarono verso di loro, sia Tom che Harry e anche Draco ebbero l'impressione, per l'ennesima volta in vita loro, di trovarsi dentro una specie di scatola di cristallo sotto vuoto...e l'aria ormai cominciava davvero a farsi irrespirabile.
E il bambino sopravvissuto sapeva fin troppo bene che i predatori erano solo una parte dell'infido nemico che era il pettegolezzo. Presto sarebbero arrivati anche gli sciacalli.
Pochi secondi e al Ministero della Magia sarebbe nata una nuova leggenda.
Ma stavolta dubitava che il bambino in questione sarebbe stato accolto come un eroe.

 
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