- Capitolo 18°

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 5/2/2009, 19:40

Arrivederci Presidente...

Group:
Capa Grafica
Posts:
4,071

Status:
off





Uno, due, tre minuti...il tempo sembrava non passare mai.
A quanto i mocciosetti del primo anno avevano capito, nella Sala Grande stavano entrando gli ex studenti dalle porte secondarie e questo li metteva un po' a disagio, specialmente Tom che avrebbe voluto tagliarsi direttamente le vene.
Sarebbe finito a Serpeverde additato da tutti prima ancora che il cappello gli fosse stato messo sul capo.
Anche Harry però avrebbe dovuto esserlo...che idiota, avrebbe dovuto chiedergli come aveva fatto a fregare il cappello!
Intanto gli altri maghetti continuavano a guardarlo di sottecchi, timorosi e curiosi. Era la chicca dell'anno a quanto pareva, specialmente perché lui, il figlio del più grande mago cattivo di tutti i tempi, viveva niente meno che con Harry Potter, il bambino sopravvissuto e il salvatore dei maghi.
- Andranno avanti così per tutto l'anno?- bofonchiò Damon accanto a lui, appoggiato alla ringhiera della scalinata.
- Temo di si.- gli disse Riddle malinconico - In fondo con Harry lo fanno ancora adesso. Ma lui almeno è un eroe.-
- E tu che hai mai fatto invece?- Damon Howthorne puntò i suoi occhioni azzurri su di lui, interrogandolo con un'occhiata - Non hai mai neanche visto tuo padre a quanto mi hai detto, no?-
- Bhè, si.-
- E allora non farti le paranoie.- tagliò corto il futuro lord, sbadigliando.
Certo che era proprio strano quello lì, pensò Tom sempre più incuriosito da quello strambo ragazzo. E dire che tutti quanti non facevano altro che bisbigliare poco cortesemente e additarlo... invece gli unici che se ne fregavano erano proprio Damon, Beatrix che si era seduta direttamente sulla ringhiera e quella ragazza dai capelli biondi che Damon chiamava Cloe. Lei era l'unica nel suo gruppo molto folto (a quanto parevano facevano la fila per esserle amici!) a non stare a sentire i pettegolezzi. Anzi, pareva interessata solo alla porta della Sala Grande, in procinto di aprirsi e a un'altra cosa, che però Tom non riusciva a focalizzare bene. Quella biondina qualche attimo prima aveva fissato a lungo Beatrix, con espressione stupitissima. La ragazzina americana non se n'era accorta ma Cloe era stata a lungo a scrutarla. Che anche lei avesse riconosciuto il segreto di Beatrix, si chiese in pensiero?
In fondo Damon gli aveva detto che quella Cloe era una Sensistrega...
In quel mentre la grande porta finalmente si aprì e la Mcgranitt col suo tono imperioso e severo l'invitò a seguirla...e quando furono dentro, Tom si sentì veramente male. Era pieno di gente! Pieno di maghi dai quaranta ai diciannove anni che sorridevano, contenti di essere stati ammessi alla presentazione e allo smistamento, peccato che quando passava lui, tutti si chinassero per bisbigliarsi nelle orecchie.
Era veramente imbarazzante, un incubo! Tom non riusciva a credere che Harry potesse ancora sopportare una cosa simile. Sfilarono nella navata principale, fra i tavoli di Grifondoro e Tassorosso, guardando stupiti il soffitto stellato. Si fermarono davanti al banco degli insegnanti, dove Silente stava in piedi insieme a tutti gli altri.
Fu subito pronto a salire sul pulpito, attirando l'attenzione della folla immane di ex studenti.
- Benvenuti a Hogwarts!- disse sorridente - Benvenuti a tutti, nuovi e vecchi studenti, è proprio il caso di dire! Signori, è con gran calore che tutta la scuola vi riabbraccia!- e scoppiò un boato colossale di applausi che fece quasi tremare la mura, piene di risate e fischi goliardici. Quando tornò un minimo di silenzio, il preside guardò la piccola folla di ragazzini del primo anno - Bene, come molti di voi già sanno...- e si volse col braccio teso al professor Vitius - questo è l'ultimo anno d'impiego per un nostro caro amico, l'insigne professor Vitius ed è con sommo orgoglio che noi siano tutti qui, questa sera e domani, a salutarlo e a rendergli omaggio. Ma prima che la festa cominci, avrà luogo la cerimonia di smistamento. Prego, professoressa Mcgranitt.-
La professoressa di Trasfigurazione si fece avanti, con pergamena e cappello magico.
I ragazzini cominciarono ad apparire ansiosi e Tom vide Harry e i ragazzi fra la folla. Li guardò con espressione di puro panico sul viso ma Potter gli strizzò l'occhio, facendogli capire che ovunque fosse finito, niente sarebbe mai realmente cambiato. Almeno fra loro.
La Mcgranitt arrivò davanti al pulpito con lunga pergamena che cadde fino a terra, quando il cappello parlante intonò il canto delle case. Sentendolo, i vecchi studenti sorrisero con occhi rivolti al passato...ai vecchi bei ricordi.
- Sally Ann Burton!- La Mcgranitt, finita la nenia, attaccò con l'appello e la nipote di quello svitato Consigliere del Wizengamot salì sullo sgabello. Sembrava quasi assomigliargli, perché strizzava gli occhi come lui, manco fosse stata cieca. Finì due minuti più tardi a Corvonero con la benedizione della voce squillante del simpatico cappello e scoppiò subito il coro dei ragazzi in blu.
- E' mai successo che qualcuno non fosse smistato?- chiese Tom a Damon, a bassa voce.
- Che io sappia no.- rispose Howthorne - Ma vuoi calmarti un po'?-
- Hai un bel parlare tu!-
- Ah si? Se non finisco dritto a Serpeverde i miei mi diseredano, pensa che bello!-
- Fabian Alderton!-
L'antipatico bulldozer salì sullo sgabello con fare tracotante e il cappello non ebbe dubbi.
- SERPEVERDE!-
Fu la volta di due Tassorosso, Fred Ryder e Marc Arper, quindi Matt Rogers un alto ragazzino dai capelli color mogano divenne un Corvonero, insieme a una biondina esile e minuscola che si chiamava Neely Montgomery, poi venne fu la volta di un nome interessante che scatenò abbastanza curiosità fra la folla.
- Angelica Claire King!- chiamò la Mcgranitt e Tom vide salire sullo sgabello col suo passo fiero l'amica di Damon, Cloe. Si sedette con le spalle dritte, computa e perfettamente sicura di sè.
E non ci furono dubbi, nemmeno per un minuto. - GRIFONDORO!- urlò il cappello, smistando la prima dei grifoni che andò a sedersi tranquilla nel banco urlante della mitica casa. Lo stesso accadde con il ragazzino con gli occhiali spessi che alla stazione l'aveva quasi fatto uccidere insieme a Beatrix. Si chiamava Ian Wallace e dopo qualche minuto andò anche a lui a sedersi fra i Grifondoro. Tom, guardandolo, pensò ai ricordi di Hermione quando aveva visto lei, Ron e Harry da ragazzi, seduti a quel tavolo. E in effetti poteva sentire anche i sentimenti di Harry...era eccitato, anche se accanto a Draco faceva finta finte di niente. Dopo Wallace, ci furono due ragazzini di Corvonero, una Tassorosso e altri tre Serpeverde che erano stati sempre con Alderton durante l'attesa. Poi vide salire sullo sgabello Martin Worton e non poté non sorridere quando andò a Grifondoro, seguito a poca distanza da Bruce Joyce.
Anche Mary J. Lewis e una certa Maggie Clark si accodarono al gruppo di Grifondoro; in serie altri tre Tassorosso dall'aspetto gentile, una Serpeverde ingrugnita e poi...
- Damon Michael Howthorne!- scandì la Mcgranitt.
Damon scoccò un'occhiata tranquilla a Tom e salì sullo sgabello, attendendo paziente. Nella folla vide suo padre e sua madre ma non ci fece troppo caso. Come minimo erano andati solo per controllare che non facesse disastri.
Il cappello parve rimuginare un po' ma alla fine, nonostante avesse tentennato parecchio, disse - SERPEVERDE!- e Damon sospirando per la pace che si era guadagnato in famiglia andò dritto al tavolo dei velenosi esseri. Ma non rimase solo a lungo. - Beatrix Mirabel Vaughn!- chiamò la Mcgranitt.
La ragazzina americana si sedette senza la minima incertezza sullo sgabello ma anche lei, come prima Damon, non pareva molto contenta di trovarsi in quel posto. Il cappello con lei fu più veloce. Ondeggiò sui suoi capelli colorati per qualche secondo, come se fosse stato avvisato per tempo di starci attento con lei ma come sempre, quando decretò il verdetto, fu molto chiaro. - SERPEVERDE!-
Tom stava ancora battendo le mani per i suoi amici quando il suo nome si propagò in aria e tutti si zittirono.
- Thomas Maximilian Riddle!-
Dubitò per un attimo che quando Harry era stato chiamato fosse sceso un tale gelo, ma Tom si fece coraggio e evitando di guardare in faccia gli altri bambini, andò a sedersi sullo sgabello...e solo allora, con il cappello in testa, posò lo sguardo supplichevole su Harry e Draco.
"Riddle eh?" disse la vocina del cappello nella sua testa "Si, me l'avevano detto...dunque, vediamo..."
"Ti prego!" pensò Tom a sua volta, tremando leggermente "Non mi mandare a Serpeverde! Non mandarmi lì!"
"Questa frase l'ho già sentita..." ironizzò il cappello mentre tutta l'enorme folla attendeva impaziente di poter tornare a spettegolare sul fatto che il figlio del Lord Oscuro sarebbe finito dritto nella casa che era di suo padre. Però questa volta il destino non dette loro questa soddisfazione. Infatti il cappello parlante quel giorno disse a Tom qualcosa che gli rimase impresso nella mente per la vita.
"Hn, non ti preoccupare...non c'era neanche bisogno di chiederlo. In te non c'è traccia di ciò che ho visto in Harry Potter. Va bene, si ne sono sicuro!"
- GRIFONDORO !- urlò e in quello stesso istante la sicurezza intera di Serpeverde scemò, Damon sorrise fra sé, Harry e gli altri rimasero allibiti per la sorpresa, Tom col cuore in gola per la contentezza...e in quel grande silenzio, qualcuno prima di tanti altri, iniziò a battere lentamente le mani.
Quando i ragazzi la videro, sbiancarono.
Hermione Jane Hargrave stava in fondo alla sala, fra tanti visi sconosciuti...e batteva le mani al figlio del più grande mago malvagio di tutti i denti. Tom era tanto frastornato che non si accorse nemmeno dell'applauso scrosciante che seguì il suo smistamento. Vedeva solo Hermione, i visi sorridenti dei ragazzi...e la sua gioia. Dopo di lei, molti l'avevano seguita, senza parole certo, ma l'avevano seguita come se quello fosse stato un segno. Silente poi alzò anche il calice in onore di Tom, che sorridendo rosso in viso, andò a sedersi a passo incerto al tavolo del Grifondoro.
Non era un Serpeverde! Non era come suo padre!
Quando tutti furono smistati, Silente tornò sul pulpito e richiamò l'attenzione che era andata persa dopo quella cerimonia. - Dunque, signori e signore...come penso tutti abbiate già sentito a vostro tempo, al primo anno bisogna prendere nota di alcune regole. Come prima cosa, l'accesso alla foresta attorno alla scuola è severamente vietato per TUTTI gli studenti mentre chi invece non lo è più penso che quest'anno potrà sbizzarrirsi ad entrarvi mentre io lo saluto dalla finestra.- e dicendo questo, guardò Harry e gli altri che se la ghignavano divertiti - Inoltre, il nostro custode, il signor Gazza, mi ha chiesto di ricordarvi che non si possono fare incantesimi nei corridoi fra una lezione e l'altra. Da ultimo, ma non meno importante, il corridoio a destra del terzo piano è tornato a essere zona preclusa per tutti coloro che non vogliono ritrovarsi spalmati a terra come marmellata. Grazie.-
Tom fece una piccola smorfia. Certo che era proprio matto! Però era anche divertente!
- E ora...- Silente indicò i nuovi professori alle sue spalle - E' con piacere che vi riporto il professor Mckay per le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure...- e non fece in tempo a finire che un boato incredibile accolse Tristan, fra grida impazzite e gli applausi dei suoi ex studenti - Con lui...- riprese il preside - accogliamo anche la professoressa Lestrange, che si occuperà dal secondo al sesto anno. Diamo loro il benvenuto!-
Finiti i convenevoli e le facce dubbiose che Vanessa si era presa dietro da tutti gli studenti degli anni più anziani, Silente passò ad elencare i classici problemi annuali che sarebbero incorsi quella volta.
- Come voi ben sapete,- disse pacato - dopo quattro anni di pace il mondo dei maghi è di nuovo in pericolo ragazzi miei ed è per questo che il Ministero ha deciso di mandare qui i Dissennatori. Molti di voi già li conoscono, altri di voi avranno la sfortuna di conoscerli quest'anno. Ma attenti...non è nella natura di quegli esseri perdonare chi si mette sulla loro strada. Insieme a loro però...- Silente levò il lungo dito e sul suo viso si dipinse un sorriso intenso e caloroso -...sono giunti a noi, o dovrei dire tornati, alcuni ex studenti divenuti Auror che quest'anno veglieranno sulla scuola.- e dicendo quello, indicò Harry, Ron, Edward e Draco, più l'intera squadra di Jess e di nuovo fu come tornare indietro nel tempo. Abbracci e strette di mano, grida degli studenti...
- Lasciate che vi dica ragazzi...- disse Silente, alzando di nuovo il calice verso di loro - che è un piacere e un vero onore avervi di nuovo qui. E ora...bando alle chiacchiere! Che i festeggiamenti inizino!-
Apparso il sontuoso banchetto, studenti nuovi e vecchi si misero ad abbuffarsi sotto lo sguardo buono del preside ma c'era una cosa ora che lo interessava e non fu il solo. Anche Tom non aveva degnato di uno sguardo il cibo e si era precipitato fuori dalla Sala Grande, in giardino, dove aveva visto uscire Hermione.
- Tom!- urlò Ron raggiungendolo con gli altri, mentre Harry aspettava Silente - L'hai vista? Dov'è andata?-
- Non lo so!- spiegò il maghetto - Ero sicuro che fosse qui!-
- Accidenti, non si vede nulla!- ringhiò Sirius.
- Potrebbe già essere volata via, dai!- li richiamò Elettra seria - Se vuole parlarci troverà un modo ma forse non vuole farsi vedere dalla Lestrange, no?-
- Si, in compenso però fa venire degli attacchi di cuore a noi cara!- disse Molly Weasley, apparendo sulla soglia con suo marito, Jane e Narcissa. Andarono avanti a ciarlare lì fuori su quella strana apparizione ma c'era chi non si fidava molto. Per primi Silente e Draco. Non era da lei comportarsi così...
Non trovandola da nessuna parte e con il peggiorarsi della situazione visto che gli ex studenti andarono a festeggiare con Vitius coi piatti del buffet proprio lì in giardino, il gruppo dovette lasciar perdere le ricerche anche perché presto molti di loro vennero sommersi da ex compagni e curiosi.
Seamus Finnigan, Dean Thomas e il mitico Neville andarono a saltare direttamente addosso a Harry e Ron, insieme a Lavanda Brown e Calì Patil; Edward dovette darsi alla fuga prima che Miria riuscisse a riprenderselo per evirarlo mentre Blaise e Draco dovettero assistere alla penosa scena di Vanessa Lestrange che parlava con Nott, Tiger, Goyle, Rafe Cohen, Millicent Bulstrode e tutta la vecchia congrega di serpi che era stata la loro compagnia abituale per sette anni. E dalle occhiate che Malfoy stava ricevendo, dovevano essere ancora un pelino arrabbiati...
- Accidenti!- frecciò Tristan raggiungendoli - Dray, fossi in te mi troverei uno Spioscopio bello potente.-
- Sai che roba...girerebbe in continuazione!- Malfoy sbuffò, prendendo Degona in braccio, l'unica che poteva tirargli un po' su il morale - E poi abbiamo altro a cui pensare che a quei deficienti anche se ho il vago presentimento che i miei cugini si siano mossi a pescare quei bastardi già da un pezzo.-
- Si, in effetti sembrano molto intimi...- sibilò Blaise sarcastico, vedendo l'aria maliarda di Vanessa.
- E Hermione?- richiese Tristan - L'avete trovata?-
- Sparita.- Draco levò le spalle con finto fare incurante - Vedrai che ritorna.-
Come no! Hermione non si rivide più per tutta la sera e Clay non riuscì più a sentirne la presenza, per questo motivo decisero di lasciar perdere anche perché dovevano stare con occhi e orecchie ben aperte. Per quanto la serata sembrasse pacifica, Harry Potter sapeva molto bene che il pericolo arrivava quando era meno atteso.
Non che potesse muoversi liberamente. Era circondato da vecchie e nuovi studenti, tutti a chiedergli cosa stesse combinando con Tom e immancabilmente il suo dire che era un normale mago undicenne finiva solo per provocare nuova curiosità. Per uscire da quella marmaglia dovette scappare nei bagni della scuola ma purtroppo per lui non poté andarci solo. Dovette portarsi dietro Draco e fu una cappella abbastanza indecorosa andare in giro quasi incollato a Malfoy sotto gli occhi stralunati dei suoi ex compagni di casa.
Vedendoli andare via in quel modo, Seamus e Neville fissarono Ron interrogativi.
- Hanno imparato ad apprezzare le loro qualità nascoste.- abbozzò Weasley.
- Si, a letto magari...- frecciò Blaise a bassa voce, facendo ridacchiare May ed Elettra.
Intanto nei bagni di Mirtilla Malcontenta che accolse i due coi suoi soliti isterismi, Potter cercava di riprendere aria mentre Draco, incurante dei guai di quel disgraziato del suo coinquilino, era salito sul water di uno dei tanti bagni e dopo aver staccato una delle lastre di cartongesso del soffitto, aveva tirato fuori da un'imbottitura una fiaschetta di whisky incendiario corretto con uno dei suoi soliti intrugli, invecchiato quattro anni.
- Certo che sei davvero fuori di testa!- sbuffò Harry, guardandolo storto - Hai lasciato quella roba per tutto questo tempo dentro a un bagno?-
- Senti Sfregiato...Blaise ha lasciato anche una riserva di germogli sotto le mattonelle al dormitorio. Tu invece che hai lasciato qua eh?- frecciò il biondo ironico - La sanità mentale?-
- E grazie a chi? Di certo non per colpa mia!-
- Piantala, sei isterico di tuo e basta!- e prima che riuscissero ad incollarsi di nuovo coi bracciali, si spalancò la porta del bagno e Damon Howthorne si fiondò dentro, passando incurante attraverso Mirtilla e buttandosi a sedere per terra. Ingrugnito, scoccò un'occhiataccia ai due con gli occhi azzurri letteralmente incendiati.
- Che ci fate qua?- borbottò sarcastico - Segate già il lavoro?-
- E tu marini già i tuoi bei compagni?- rispose Draco a tono.
- Sono tutti degli idioti.- sbuffò il maghetto seccato.
- Su questo sono d'accordo.-
- E stattene zitto Sfregiato!- sbraitò Malfoy - E allora? Che è successo?-
- Niente! Niente di niente! Hanno l'encefalogramma piatto, ecco cos'è successo!-
- Per essere un Howthorne parli troppo come un babbano.- frecciò il biondo sarcastico ma Damon aveva una lingua velenosa come la sua - E tu per essere un Malfoy sei un po' troppo amico di Potter, o no?-
- Merlino...mi sembra di essere tornato indietro di undici anni.- disse Harry schifato, guardandoli. Fra i due, sembrava di aver davanti un Draco formato mini. Che fosse più simpatico era un altro paio di maniche...ma erano indecenti comunque visto e considerato che erano due Serpeverde. Ciò che invece l'aveva piacevolmente stupito era stato Tom, finito a Grifondoro. Tom un Grifondoro. Tom Riddle.
Era stata una bella sorpresa, un vero colpo per tutti quanti...specialmente per quelli che già pregustavano di avere il figlio di Lord Voldemort nelle loro schiere. Ah, che stecche ragazzi!
Erano quasi le dieci quando dovettero lasciare la festa degli ex studenti per andare a controllare la torre di Grifondoro, dove naturalmente avrebbe dormito Tom. Harry, Ron, Draco, Edward e May si accodarono ai due prefetti di turno, seguiti dal fido Brian King mentre passando nel viale dei ricordi si ritrovarono davanti alla signora Grassa.
E quella maledetta ancora cantava!
- Sirius poteva farla secca sul serio!- mugugnò Ron a bassa voce, per non farsi sentire.
La parola d'ordine era stranamente "Carpe Diem" e una volta dentro, Harry e Ron si sentirono di nuovo a casa. Lì non era cambiato niente. Era rimasto tutto uguale, caldo e accogliente. Come una vera casa.
Anche Tom era molto stupito e si guardava attorno con gli occhioni sgranati, esattamente come tutti gli altri maghetti che però più che altro sembravano fissare Harry come se fosse stato un dio in terra. L'unica cosa buona era che Potter stava sempre vicino a lui e quindi gli altri bambini forse stavano cominciando a capire che non era pericoloso.
Divisi dalle ragazze e subita un'altra occhiata intensa da Cloe, Tom seguì il prefetto con gli Auror su per la torre, fino alla loro camerata...e guarda caso, era la stessa che avevano diviso Harry e Ron. Questo gli parve se non altro un buon auspicio ma prima di entrarci coi compagni che gli erano stati assegnati, ovvero Martin Worton, Bruce Joyce, Ian Wallace e un ragazzino basso e mingherlino che si chiamava Archie Byers dall'aria simpatica, Tom dovette aspettare che i ragazzi controllassero la stanza, per evitare brutte sorprese. Con loro c'era anche Clay.
- Siete convinti che potremmo già subire attacchi?- chiese loro il Prefetto del quinto anno.
- Per esperienza sappiamo che ti capitano quando meno lo immagini.- gli disse Ron, facendolo gongolare per l'attenzione che gli aveva prestato - Comunque la torre è sempre stata sicura...se non contiamo certi piromani che le hanno dato fuoco, eh Malferret?-
- Se vuoi ti faccio il bis uno di questi giorni.- disse Draco serafico.
- Qua non c'è niente.- disse Clay - Niente fatture, niente malocchio. May, hai trovato qualcosa?-
- No, neanche un amuleto sospetto.- rispose la Aarons staccandosi dall'ultimo letto, quello dove avrebbe dormito il piccolo Riddle - Ma secondo me è inutile cercare qua. Non avranno pensato che Tom sarebbe stato un Grifondoro.-
- Oh, su questo non c'erano dubbi.- ghignò Edward, scompigliando i capelli neri al ragazzino che sorrise divertito mentre i suoi compagni di stanza lo guardavano come se avessero creduto che non fosse capace di farlo, visto di chi era figlio - Piuttosto mostriciattolo, se ci sono problemi chiama capito?-
- Peccato che tu non sia con Howthorne.- sbuffò Draco - Se non altro quello vede e prevede...-
- Scusate ma voi dove andate a dormire?- si azzardò a chiedere Bruce Joyce, che li scrutava con occhi scintillanti.
- Nella Torre Oscura.- rispose Harry pacato, vedendolo inorgoglirsi.
- Bel posto.- si schifò Ron.
- Meglio dei sotterranei, Donnola.- sibilò Malfoy scuro in viso - L'unica cosa che mi consola è che non devo più stare a controllarmi le corde vocali per colpa di quella fottuta umidità!-
- Restassi muto non credo piangerebbe nessuno.-
- Affanculo Potty.-
- Gente, ci sono orecchie delicate qua attorno eh?- sorrise May in imbarazzo, trascinando via Draco per un braccio - Avanti, qua non c'è niente di possibilmente pericoloso. Tom e gli altri saranno stanchi!-
- Ok, ok...- Harry sulla porta della camerata, si volse verso il piccolo Riddle con aria un po' severa - Ehi mostriciattolo, vedi di non uscire da qua capito? E non usare la cosa che hai nel baule!-
- Il mantello?-
- Si, quello!-
- Ma tu senti che faccia tosta!- sogghignò Edward.
- Buona notte ragazzi!- e finalmente quel branco di matti si levò di torno, lasciando cinque ragazzini undicenni intenti a guardarsi nelle palle degli occhi. Tom sentì distintamente i loro sguardi un po' diffidenti su di lui, a parte quello svagato di Ian Wallace che si limitò a chiedergli come stava il suo sopracciglio. Avrebbe tanto voluto avere Damon con lui!
Dopo che Ian ebbe rotto il ghiaccio, anche il piccolo Archie che a confronto degli altri sembrava avere nove anni, si avvicinò a Tom con aria curiosa. Riddle pensò volesse fargli qualche domanda su Harry o su suo padre...invece anche lui lo lasciò a bocca aperta, offrendogli una Cioccorana. Da lì a mettersi tranquilli a letto senza trattarlo con eccessiva freddezza fu un passo breve e Tom si addormentò abbastanza sereno, contento del fatto che quei ragazzini non avessero avuto paura di lui o peggio, contento che non l'avessero giudicato male per colpa dei suoi genitori.
Però a metà nottata fece un sogno strano. Hermione gli era apparsa davanti, fluttuando nel buio...con la veste lacera, macchiata di sangue, piena di graffi orribili. In mano teneva una mela rossa...ma alle sue spalle c'era qualcuno.
Una mano grifagna con artigli abominevoli...e dei capelli bianchi fu l'unica cosa visibile di quell'intruso.
Altri come lui quella notte fecero lo stesso sogno. Draco per primo che si svegliò di soprassalto, sentendo ancora il grido terrorizzato della sua mezzosangue. Passandosi le mani fra i capelli, uscì dal letto cercando di non svegliare May e davanti alla luce della luna che filtrava dalla finestra della sua stanza, la guardò illuminata dal quella luce soffusa e perlacea. Per un attimo, desiderò di vedere Hermione lì accanto a lui...
Desiderò averla indietro. E smetterla di sentire quelle grida atroci.
Uscito sulla torre, nel punto più alto, si accese una sigaretta e alzò il viso al cielo, avvertendo la brezza notturna sulla pelle. Inspirando a fondo, andò a sedersi quasi sul cornicione, dove c'era una panca abbandonata. Ma non la trovò vuota. A quanto pareva, era destino avere sempre Potter fra i piedi.
- La gente potrebbe pensare davvero che abbiamo una relazione segreta, Sfregiato.- borbottò, seccato.
- Probabile.- rispose il moro, continuando a guardare il cielo - Sono giorni che non dormi bene, biondastro.-
- Gli strilli di quella mezzosangue della Granger sono più irritanti dei postumi di una sbronza.- rispose, andando a sedersi accanto a lui, passandogli la sigaretta - Chiunque me li provochi, è molto testardo.-
Harry tacque, dando un tiro...poi si volse a guardarlo in faccia, esattamente come fece Malfoy.
- Perché dovrebbero continuare a farti sentire queste grida...se stasera Hermione è apparsa qui a Hogwarts? Se anche fosse una trappola di Vanessa e Rafeus...avrebbero dovuto smetterla dopo che lei si è fatta vedere allo smistamento. E se non fosse una trappola? Draco...ti sta chiamando davvero.-
- Non lo puoi sapere...- gli disse, irritato - Perché poi dovrebbe chiamare me?-
- Devo davvero risponderti?- Harry aveva gli occhi verdi duri come il metallo - Lei sarà stata una testarda, ma tu adesso ti stai comportando da idiota. Quando tornerà, perché lei tornerà...cosa vuoi fare? Sbatterle in faccia la tua storia con May come nulla fosse?-
- Potter, lascia perdere cazzo!- gli sibilò acidamente - I miei rapporti con la Granger sono affari miei.-
- Sono affari miei quando cominci a dare i numeri la notte, Malfoy. Che ti piaccia o no viviamo in simbiosi e non ho voglia di crepare perché sei sotto allucinogeni, va bene?-
- Ma vai al diavolo.- fu la gentile risposta di Malferret che ingrugnito si riprese la sua sigaretta e borbottando imprecazioni si mise a guardare per aria, facendo finta che le stelle fossero più importanti dell'atroce presentimento che Potter gli aveva confermato. Era impossibile che fosse ancora una trappola. L'apparizione di Hermione quella sera avrebbe dovuto far smettere quelle visioni. E invece continuavano...peggio di prima.

La mattina dopo gli ex studenti imperversavano ancora per tutta Hogwarts. Vitius ne era attorniato mattino e sera, mentre i nanetti del primo anno si aggiravano guardinghi nella scuola, attenti a non perdersi anche se Gazza più di una volta aveva già trovato qualche fesso incastrato nei bagni del quarto piano.
Tom, prima di uscire dal dormitorio, aveva atteso parecchio. Non era andato neanche a far colazione, consapevole che tutta Grifondoro non doveva essere molto contenta di averlo a tavola, quindi uscì che erano ormai le dieci, con una fame bestiale e l'aria mogia ma la situazione non migliorò una volta fuori dalla torre. I personaggi dei quadri lo additavano e bisbigliavano, esattamente come facevano gli studenti degli anni maggiori che lo incontravano.
Naturalmente tutti si stupivano che uno come lui potesse essere un Grifondoro...anche i fantasmi!
Sospirando passò davanti alla Sala Grande e lì vi vide Sirius e Remus, con le sue zie. Fece per andare a salutarli quando notò che un folto gruppo di Serpeverde capeggiati dagli Alderton stava proprio per raggiungerlo a passo di carica, così fece retromarcia e s'infilò in giardino. Se solo avesse avuto qualcuno con cui parlare sarebbe stato più facile...ma tutti lo evitavano o lo guardavano impauriti, quindi per lui l'unica cosa da fare fu andare a imboscarsi nei corridoi interni.
Era vicino al bagno delle ragazze quando sentì il classico piagnucolio di Mirtilla...e preoccupato infilò il naso in bagno.
- Tutto bene?- chiese, stranito, guardando Mirtilla Malcontenta seduta sulla finestra, dandogli le spalle.
Capì di aver fatto un errore madornale quando lei si girò e...piantò un grido apocalittico, chiamandolo per nome e rovesciandogli addosso con la telecinesi qualsiasi oggetto movibile dentro a quel bagno.
Uscì di corsa, ricordando dalle parole di Ron che quella ragazza era morta a causa del basilisco di suo padre.
Tutto mogio, cominciò a chiedersi se dentro a quella scuola ci fosse qualcuno a cui suo padre non avesse fatto niente.
- Oh, sei tu! Meno male, mi serve un parere!-
- Ciao Trix.- le disse, sorridendo.
Si trovò Beatrix davanti, stavolta con le ciocche e le lenti a contatto blu elettrico.
- Senti Tom...- gli disse, avvicinandosi con la mano protesa - Questo blu ti sembra uguale a quello dei miei capelli?-
Riddle, tralasciando la strano tema della domanda, le guardò le unghie perfette e controllò che la tinta fosse dello stesso colore delle sue ciocche. - Si...- confermò - Sembra lo stesso colore.-
- Meno male.- rispose lei, accennando a qualcosa di lontanamente simile a un sorriso compiaciuto - Allora? Ti piace la torre del Grifondoro?
- Si, è molto bella. Draco invece mi ha detto che i sotterranei sono umidi e freddi.-
- Ah si?- la ragazzina americana alzò le spalle, prima di mordersi la lingua - Non saprei.-
- Senti...ti posso chiedere una cosa?-
- Che cosa?- replicò, messa in guardia dal tono del Grifondoro.
- Bhè...ecco, quando sono andato a parlare con Silente mi ha detto che quest'anno ci sarebbero stati alunni non del tutto umani e pensavo...-
- Pensavi cosa?- lo incalzò Trix con un'occhiataccia.
Ma perché non si faceva gli affari suoi?, pensò. Perché doveva dare il tormento alla gente visto che Trix con lui era stata tanto gentile? Imbecille, si disse Tom mentre la vedeva filare via a gambe levate.
Si ripropose di stare più attento in futuro a parlare di certe cose ma in fondo lui non ci vedeva niente di male, anzi.
Secondo lui Beatrix e Damon erano eccezionali. Avevano delle capacità molto interessanti e per nulla da nascondere!
Tornò in giardino, prendendo un po' di coraggio e finalmente trovò Harry e company intenti a chiacchierare coi loro ex compagni, vicino alla fontana. Si chiese se fosse stato opportuno raggiungerli ma da come lo salutavano Edward e Ron, di certo non sarebbe stato di troppo. Sperò solo di non mettere Harry in cattiva luce coi suoi amici.
Timidamente arrivò alle loro spalle e sorrise di cuore quando Elettra gli passò un braccio al collo, schiacciandoselo addosso. Harry invece lo trucidò con gli occhi smeraldini.
- Non ricominciamo eh?- sbottò burbero.
- Eddai, non sarai mica geloso!- gli sorrise la Baley - Seamus, Dean...questo è Tom!-
- Ciao...- farfugliò il piccolo Riddle timido e rosso in viso.
- Però...- Seamus Finnigan gli scoccò uno sguardo intenso - Povero bambino, con due padrini così!-
- E dire che pensavo che Harry ti avrebbe staccato il collo!- ghignò Dean Thomas - Piacere Tom. Allora? Ti piace la scuola? E a casa con questi matti come ti trovi?-
- Penso che si stia abituando alle risse.- sentenziò Blaise pacato, visto che Riddle non sembrava assolutamente in grado di rispondere a domande e dialogare con chi si era battuto contro suo padre - Ma Neville dov'è finito piuttosto?-
- Oh, è là con Lavanda e Calì. Eccoli che arrivano...- disse Ron, indicandoli col pollice ma per il maghetto non fu un incontro piacevole e sfortunatamente Harry e Draco se ne accorsero tardi. Quando gli venne presentato Neville, che negli anni era rimasto il simpatico e coraggioso pasticcione di un tempo, Tom sbiancò notevolmente.
I suoi occhioni blu si fecero lucidi e tremolanti e senza dire una parola scappò letteralmente via, iniziando a correre sotto le arcate del cortile mentre Potter, capito che dover aver sentito di sua madre Bellatrix e le torture a cui aveva sottoposto i genitori di Paciock, cominciò a seguirlo, pregandolo di fermarsi.
In quella folla vociante naturalmente non se ne accorse nessuno e fu facile allontanarsi dalla massa ma Harry ormai sembrava diventato un esperto nel trovare il suo figliastro e infatti lo vide seduto e rannicchiato sotto le arcate ancora coperte di glicine, il posto preferito di Draco per nascondersi a fumare.
Con la testa nascosta sulle ginocchia, Tom non disse nulla quando Potter gli si sedette davanti ma da come le spalle gli tremavano, non doveva star bene per niente.
- Ehi mostriciattolo...- lo chiamò il bambino sopravvissuto.
- Non ci dovevo venire qua...- lo sentì mormorare - Non ci dovevo venire! Perfino nel bagno c'è qualcuno che mi odia! Prima Hagrid, poi Mirtilla...tutti quei Serpeverde che vogliono conoscermi...e adesso anche il tuo amico!-
- Tom...è stata tua madre a torturare quelle persone, tu...tu non hai fatto niente di male...- disse Harry ma per una volta si zittì quando il bambino, sollevando la testa di scatto con gli occhi blu contratti, gli rispose con tono brusco e secco - Non serve che continui a stare qua! Tanto lo so che sei il primo ad odiarmi!-
Harry tacque, mentre Tom riabbassava il viso sulle ginocchia.
Lo odiava? No, aveva cominciato a capire di odiare un'altra persona. Se stesso.
Si odiava perché...cercava un perdono che sapeva non sarebbe mai potuto arrivare.
Era tanto più grande eppure quel bambino di undici anni era più maturo di lui. A fatica, facendo del male a se stesso e a ciò che era stato, Harry posò una mano sul capo di Tom...e lo carezzò lievemente. Facendolo, il piccolo Riddle sentì le sue emozioni e non riuscì a trattenere un singhiozzo.
- Sei proprio un mostriciattolo.- sussurrò Harry, a bassa voce.
Nonostante tutto poté sentirlo sorridere. Si, Tom sapeva sorridere. Era lui che non era capace a farlo.
Era lui che fingeva, era lui il bambino. Era rimasto il bambino sopravvissuto. Solo un bambino.
Forse aveva più bisogno lui di Tom che il contrario, ammise col cuore in pezzi.
- Vieni con me.- gli disse, tirandolo per un braccio - Ti porto in un posto.-
Il maghetto non fece commenti quando si ritrovarono davanti alla capanna di Hagrid. Il custode non c'era, era a scuola con Silente e gli altri insegnanti ma quando entrarono nell'orto, Harry gli strizzò l'occhio per mostrargli un vecchio amico, tornato a casa qualche anno prima dopo la fine della guerra. Fierobecco era stravaccato in mezzo alle zucche e sonnecchiava dopo un lauto pasto ma quando vide Harry però, si mise in piedi per andare a salutarlo. Potter lo carezzò dolcemente, dicendo poi a Tom cosa fare.
- Prima un inchino. Aspetta che te lo rifaccia ok?-
Riddle, senza dire una parola anche se si stava facendo molte domande, s'inchinò...e dopo un attimo passato a scrutarlo, l'ippogrifo rifece l'inchino, facendo sorridere il maghetto. Fierobecco si lasciò anche accarezzare e mentre gli lisciava le penne argentee, Tom alzò lo sguardo pensoso sul suo padrino.
- Stanotte credo di aver sognato Hermione, sai?-
- Anche tu.- borbottò il moro - Che hai visto?-
- Niente di nuovo. Quello che vede Draco. Era ferita e mi chiedeva aiuto...ma dietro di lei c'era qualcuno. Lo so che può sembrare strano ma sono sicuro di sapere chi sia...però non riesco a focalizzarlo!-
- Ah si?- rise Harry raggiungendolo - Bhè, un bel volo schiarisce le idee. Fierobecco sta fermo. Tom...qua!- e prima di dargli il tempo di urlare, il maghetto si ritrovò sul dorso dell'ippogrifo, dietro alle sue belle ali. Lo seguì anche Potter, mettendosi davanti a lui con estrema sicurezza, come se non avesse fatto altro per tutta la vita...e poi volarono.
Volarono via e fu magnifico.
Tom stava strettissimo alla schiena di Harry e guardava in basso, pensando di non aver mai visto niente di più bello.
L'aria sul viso, Hogwarts sotto di loro...planarono sulla foresta, sulle torri della scuola, poi Fierobecco li portò sul lago e v'immerse le zampe mentre con le sue ali li portava in un sogno. Si accorse di urlare di gioia quando vide la sua immagine ridente nello specchio dell'acqua, insieme a quella di Harry. Anche lui ora rideva...
Si, pensò Potter guardando avanti a sé. Era lui ad avere bisogno di Tom. E non il contrario.
Tornati a terra, si diressero entrambi più calmi nell'animo al raduno nel giardino principale.
- Oh, si può sapere dove cazzo eravate?- rognò Draco quando li vide - Sarà un'ora che vi cerco.-
- Mi cercavi per cosa?- gli chiese Harry.
- E' un modo di dire, figurati se ti cercavo idiota.-
- Che palle...- Potter lasciò perdere, tornando a chiacchierare con i ragazzi e si limitò a sogghignare con Tom quando Ron fece notare a quei due quanto fossero più spettinati del solito.
- Novità?- chiese Edward verso l'ora di merenda, dopo un pranzo da panico - Hai notato niente in giro?-
- Fuori siamo blindati.- rispose Potter, calmo - E c'erano dei Dissennatori a spasso ma non si sono avvicinati troppo. Il problema è dentro, secondo me. Per ora c'è solo Vanessa ma quella avrà trovato un modo per fare passare anche Rafeus.-
- Basta controllare sulla mappa del Malandrino.- sussurrò Ron - Ma loro non sono stati studenti qua, quindi non credo conoscano tutti i passaggi segreti. Ci sarebbe un altro modo in cui quello può entrare, senza Smaterializzarsi.-
- E sarebbe?- chiese Blaise.
- Ho dato un'occhiata ai registri.- l'informò May, mitica come sempre - Il vostro amico Lestrange è stato segato all'esame di Smolecolarizzazione tre mesi fa. Questo non gl'impedisce però poter passare nei muri della scuola...magari ha fatto pratica e adesso ci riesce, non possiamo saperlo.-
- Bisognerebbe fare un incantesimo di controllo...- ipotizzò Harry.
- E come?- ironizzò Malfoy - Conosci la magia oscura per caso?-
- Ma ci sarà un incantesimo simile che non richieda l'uso di quella porcheria!-
- Più uno cerca controllo e più si sfocia in quello, Harry.- gli disse Dalton - Comunque parlerò con Tristan e Milo. Forse potranno darci una mano con questo accidenti di maleficio.-
- Cominciamo bene.- disse Draco con aria serafica - Iniziamo già coi malefici. Potremmo sempre chiedere a quella cretina della Leptis. Guardala là...Dio, s'è già sposata.-
- Non ho visto la Parkinson invece.- disse Elettra tranquilla, scoccando però un'occhiatina divertita a Ron, che arrossì come i suoi capelli - Ieri sera c'era, ma è andata via subito. Chissà se verrà di nuovo anche stasera.-
- Non so...- Malferret sbadigliò, visto che non aveva chiuso occhio - Gente, io vado a schiacciare un pisolino. Se succede qualcosa arrangiatevi da soli.-
- Ahah, spiritoso.- Harry emise un gemito, letteralmente a pezzi. Dio, non era passato neanche un giorno e già ne aveva basta. Era in momenti come quelli che la presenza di Hermione mancava di più. Raccontò a Neville, Dean, Lavanda e Seamus quello che sapevano della sua scomparsa e i quattro parvero veramente preoccupati. Anche loro sapevano bene che Hermione non era persona da stare molto senza dar sue notizie.
Nel gruppetto invece formato dai futuri ed illustri delinquenti, Damon stava sfamando il suo amico Riddle. Non avendolo visto a pranzo gli aveva portato fortunatamente qualcosa da mangiare e Tom lo stava ringraziando anche nelle lingue che non conosceva, tutto beato di fronte al suo panino con insalata e fette di tacchino.
- Hai intenzione di fare lo sciopero della fame per tutti e sette gli anni?- gli chiese Howthorne con un'occhiata storta.
- Loro sono Grifondoro, lo sai.- rispose Tom, alzando le spalle con aria consapevole - Non posso mica aspettarmi che facciano i salti di gioia, no? Harry non può fare miracoli.-
- E quindi dovrò portarti da mangiare per un pezzo, ok...ho capito.- sbuffò Damon - Piuttosto, dov'è la yankee?-
- Mi sa che l'ho fatta arrabbiare.- ammise l'altro con una smorfia delusa - Senti...ma tu sai cos'è?-
- Cos'è cosa?-
- Trix...sai cos'è?-
- Un'americana con troppe ciocche colorate in testa ma ottimo gusto per il punk.-
- Quindi nelle tue visioni non l'hai vista bene...-
Damon corrucciò la fronte, semi sconvolto - Mai sei sulla terra o no? Di cosa parli?-
- No...lascia stare, te lo dico un'altra volta.- disse Tom, addentando l'ultimo boccone del suo panino. Ringraziò anche per la mela che il futuro lord gli lanciò prima di tornare a parlare con Draco ma prima di addentarla, il maghetto la fissò a lungo. Una mela...nel suo sogno Hermione teneva una mela fra le mani. Cosa voleva dire?
Forse avrebbe dovuto parlarne con Damon, lui di sogni in fondo se ne intendeva parecchio. Oppure avrebbe dovuto parlarne con Caesar, visto che era lui ad occuparsi della loro amica.
Accidenti, erano quasi tre mesi che mancava...lui sarebbe già impazzito di preoccupazione se non fosse stato per le parole che Ron e Harry gli avevano tessuto sulla Grifoncina. In lui loro due la conoscevano meglio di lui.
- Tu sei proprio strano.- gli disse Damon in quel momento, tornando da lui per sedersi al suo fianco sotto l'arcata.
Tom da parte sua lo guardò dritto negli occhi, con la sua stessa espressione.
- Sei tu che sei strano. Se volessi star lontano da i guai non ci parleresti neanche con me.-
- Mah...- Howthorne si appoggiò con la schiena alla dura pietra, sogghignando - Le mie visioni sono state molo chiare. Si, in effetti sarai una fonte di guai nella mia vita. Ma non solo. Così ho bilanciato i pro e i contro...e i primi sono in netto vantaggio. Almeno secondo il mio modesto parere.-
- Fin dove hai visto?- gli chiese Riddle curioso.
- Fino alla morte.- gli rispose Damon con un sorriso misterioso e stranamente anche Tom, seppur spaventato da un tale peso, ricambiò. Ma si. Poteva permettersi di provare a credere in qualcuno. Sperò solo che col tempo l'idea di Damon non cambiasse...e che la morte che li vedeva uniti non sarebbe arrivata troppo presto.
E questo se lo augurava anche per Harry.
 
» web  Top
0 replies since 5/2/2009, 19:40   68 views
  Share