- Capitolo 19°

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view post Posted on 5/2/2009, 19:37

Arrivederci Presidente...

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Il tre settembre Hogwarts rimise in piedi le lezioni e il suo tradizionale menage che durava da secoli e secoli .
Ma anche quella mattina, per Tom Maximilian Riddle non fu facile imbroccarne una. Si svegliò con gli altri ma non mosse le tende del baldacchino, per evitare di dover scendere con loro, quindi non andò neanche a far colazione e la cosa, dopo quasi due giorni di digiuno, cominciava a pesargli parecchio. Rimasto solo nel dormitorio si fece una bagno veloce e poi guardando l'orologio pensò di passare da Harry e Draco per augurare loro la buona giornata ma una volta fuori dal dormitorio capì che non ce l'avrebbe mai fatta ad orientarsi.
Solo come un cane vagò per circa mezz'ora e ringraziò di non essere andato a far colazione, visto che mancavano cinque minuti ormai all'inizio delle lezioni e pensare di chiedere informazioni per uno col suo nome era fuori discussione, così vagò in lungo e in largo, pieno di studenti più grandi che o lo ignoravano, o lo fissavano sconvolti.
Stava sul serio per gettare la spugna e sbattere la testa al muro quando...si, di nuovo qualcosa gli arrivò in testa, ma stavolta non fu una porta, né rotolò giù da una scala. Anzi, si trovava sotto la scala del primo piano, una di quelle strette di servizio e non guardando dove andava, non si accorse neanche dell'enorme e nuovo tomo di Preveggenza per quelli del primo anno, adottato dalla Cooman quando Silente aveva riordinato le lezioni, che stava volando come un'astronave verso di lui. Gli arrivò in mezzo agli occhi...e cadde per terra, vedendo gli uccellini una volta di troppo.
Quando riaprì le palpebre, aveva Damon davanti con un'aria quasi di scuse.
- Tutto ok Tom?- gli chiese, aiutandolo a mettersi in piedi.
- Merlino, pietà! Voglio tornare a casa!- piagnucolò Riddle, massaggiandosi la fronte distrutta.
- So che detta da me fa ridere ma non ti avevo visto...ero andato al primo piano per prendere l'orario dalla bacheca principale e tornando qua quel maledetto libro di Preveggenza mi pesava troppo...così l'ho buttato giù dalla scala. Com'è che quando c'è da prendere qualcosa sulla testa tu sei sempre in mezzo comunque?-
Tom rispose con un mugugno, già stanco e depresso...non avrebbe resistito un anno intero a botte simili...
- Ah, tieni.- Damon tirò fuori una ciambella dalla tracolla e gliela porse - Testone.-
- Grazie, sei molto gentile.- sussurrò Riddle addentando la colazione - Senti, ma tu lo sai dov'è l'aula di Trasfigurazione? Mi sono perso, non riesco a trovarla!-
- No, sull'orario questi cretini non ti mettono l'ubicazione delle aule.- sbuffò Howthorne - Che palle, dai andiamo. Siamo già in ritardo...- e si affrettarono a girare per il corridoio ormai vuoto quando si ritrovarono fra le arcate del giardino principale. Lì fortunatamente, Tom vide Ron e Draco seduti sulla fontana, col caffè in mano.
- Ragazzi!- urlò Riddle, raggiungendoli col fiatone.
- Tom, ma che ci fai qua?- gli chiese il rossino stranito - Non dovresti essere a lezione?-
- L'aula...l'aula di Trasfigurazione!- alitò il maghetto - Mi dite dov'è?-
- Oh...- Weasley nascose un ghigno insieme a Malfoy, portandosi la tazza vicino alla bocca - La prima dietro a quell'angolo. E muovetevi o la Mcgranitt non ve la farà passare liscia!-
Detto fatto i due mocciosi erano corsi di nuovo via, lasciando quei due stronzi di Auror a ridere sotto i baffi.
- Secondo te glielo dovevo dire che la prima settimana la Mcgranitt sta appollaiata in cattedra sotto forma di gatto?- mugugnò Ron, con aria diabolica.
- Naaa...- ghignò Draco, apparentemente indifferente alla cosa - Lascia che si facciano le ossa.-
E infatti. Damon e Tom spalancarono la porta dell'aula di Trasfigurazione e ansando come matti videro che gli studenti erano tutti presenti, chini sulle pergamene mentre in cattedra c'era solo un gatto tigrato.
- Meno male, sai che palle le sgridate di prima mattina?- sbuffò Howthorne passandosi una mano fra i capelli - Ci mancava anche il gatto! Io non li sopporto...ma quelli tigrati sono un amore.- aggiunse con la massima nonchalance, quando la Mcgranitt riprese forma umana e si piazzò davanti ai due maghetti.
Se non altro soddisfatta della lingua ironica di Damon, fissò la fronte di Tom con aria cupa.
- Grazie per i suoi complimenti signor Howthorne, ma m'interessa di più sapere cos'è successo alla sua fronte, signor Riddle e il motivo per cui siete così in ritardo.-
- Sono caduto.- abbozzò Tom.
- No, non guardavo e gli ho tirato un libro in testa professoressa.- disse Damon con massimo candore, facendo sgranare gli occhioni al piccolo Riddle e allargare le bocche agli altri studenti - E poi ci siamo persi venendo qua.-
- Ci scusi.- aggiunse anche Tom, con aria veramente mortificata.
La Mcgranitt, vedendo un tale angioletto vicino a quel piccolo demonio di Howthorne lasciò perdere, rimandoli decisa all'unico banco in fondo rimasto vuoto, così poté riprendere la lezione. Una volta però a spiegare i primi rudimenti della sua interessante materia, la strega cominciò a chiedersi che cosa avrebbe mai portato un'unione così singolare come quella di Tom Riddle e Damon Howthorne, un Grifondoro e un Serpeverde.
E se non si sbagliava...erano entrambi discendenti di Salazar Serpeverde, solo da ceppi diversi di famiglie magiche.
Comunque i due ebbero presto modo di accorgersi che la Trasfigurazione non era facile come sembrava essere divertente. Gli appunti erano complicati anche per Tom che sapeva già fare qualcosina ma quando toccò la prova pratica, la classica di trasformare i fiammiferi in aghi, Riddle decise di non impegnarsi a dovere, anche se per lui sarebbe stato uno scherzetto. Per un attimo pensò che se tutti l'avessero già visto bravo a fare magie, avrebbero potuto farsi un'idea ancora peggiore di lui, così si limitò a far finta...tanto nessuno riuscì nella sua impresa quella mattina, a parte Ian Wallace, anche se Trix aveva fatto diventare la capocchia del suo fiammifero tutta brillante e lo stesso anche Cloe. Damon invece non sembrava particolarmente appassionato alla Trasfigurazione.
A Incantesimi con quella sagoma di Vitius fu molto più divertente e come accadde con Harry, quando fece l'appello e lesse il nome di Tom, l'ometto cacciò un gridolino eccitato e cascò direttamente dallo sgabello.
L'ultima ora prima di pranzo fu con la Sprite e nella serra ci fu modo di scambiare quattro chiacchiere in santa pace mentre potavano i germogli a una pianta che accarezzava le mani se le si faceva il solletico sullo stelo.
- E' strana la tua bacchetta Trix.- stava dicendo Damon che lavorava con le cesoie come un tempo aveva lavorato Draco con la mannaia - Sul manico si vede una punta di metallo.-
- Da noi in America sono tutte così. Il metallo serve per controbilanciare il peso sul polso.- rispose la ragazzina che quel giorno aveva le ciocche viola scuro, come unghie e lenti a contatto - Tom, mi passi quel vaso?-
Riddle con le piante si divertiva parecchio e la Sprite gli piaceva, proprio come gli era piaciuto Vitius che era strambo e matto, ma anche molto gentile. Anche la Mcgranitt gli sembrava una brava persona...solo se fosse stata un po' meno ruvida sarebbe stato meglio ma per ora non si lamentava.
- Io non vedo l'ora di fare lezione col professor Mckay!- disse Mary J. Lewis, poco distante, accanto a Cloe.
- Si, hai ragione!- rispose la sua amica Maggie Clark - Dicono che sia bravissimo e che si faccia dare del tu!-
- E' vero che ha combattuto con Harry Potter proprio qui, quattro anni fa?- chiese un Tassorosso eccitato.
- Si...e c'è anche la sua bambina. L'avete vista? Sta sempre con la sua tata e il preside.- gorgogliò ancora la Clark - E' così carina!-
- Avrà preso da sua madre.- frecciò acidamente Fabian Alderton - Non lo sapete? È un demone!-
Tom serrò i denti, rabbioso. Ecco, si cominciava. Ecco di cosa parlava Harry riguardo al fatto di mantenere il sangue freddo ma non poteva stare zitto! Lucilla era sua madre!
- E allora?- sibilò una voce all'improvviso, seccata e annoiata - Che problema hai coi demoni Alderton?-
Damon ghignò, continuando a lavorare mentre Angelica Claire King cominciava a dimostrare ai suoi compagni di che pasta era fatta. Si sporse sul tavolo verso Alderton, sfidandolo con gli occhi - Ti ho fatto una domanda.-
- Ho solo detto che è una demone. Ecco perché è bella.- rispose Fabian con tono conciso.
- No, è una demone ed ecco perché i Mangiamorte sono finiti ad Azkaban.- concluse Cloe fredda - E se fossi in te starei attento a come parli, specialmente quando insinui su demoni e stirpi affini.-
- Perché? Nascondi un segreto per caso?- frecciò lui di rimando - O hai paura per il tuo amico Howthorne?-
- Lasciatemi fuori da questa storia voi due.- disse Damon calmo, continuando a tagliuzzare.
- Cosa? Sei mezzo demone?- si stupì Mary Lewis, fissandolo con la bocca aperta.
- Ma ti sembro mezzo demone?- sbuffò lui di rimando - No, parlava d'altro.-
- E secondo te prevedere la morte della gente è normale?- rognò Alderton con un ghigno perfido.
- Secondo me è geniale.- se ne uscì Tom arrossendo subito dopo per aver attirato troppo l'attenzione.
- Hn...- Fabian fece una smorfia col suo grugno dal bulldozer, con fare pensoso - Si, in effetti può essere utile.-
- Prevedi la morte della gente?- gli chiese Matt Rogers, il ragazzino dai capelli color mogano finito a Corvonero - Quindi sei un Legimors? Anche mia nonna era come te.-
- C'è tanto da vantarsi.- sibilò Fern Gordon, una Serpeverde con gli occhi piccoli e vicini fra loro - Senza offesa Damon ma queste attitudini sono buone solo per i mezzosangue.-
- Mai sentito di nessun mezzosangue con simili poteri.- ironizzò Martin Worton, ridendo appena - E anche se fosse da mezzosangue, secondo me è un dono utile e pericoloso al tempo stesso. Non tutti sono all'altezza, sai?-
- Si, però è strano davvero!- mugugnò Fred Ryder, Tassorosso.
- Ma ti succede a comando per caso?- gli chiese Mary Lewis interessata.
- O le visioni capitano come i sogni?- finì Maggie Clark.
- Ah...che palle.- sbuffò Howthorne uscendo dall'aula poco dopo ancora sommerso da tutte quelle chiacchiere - Pensa se sapessero che a differenza di tutta la mia famiglia io non sono rettilofono!-
- Non lo sei?- Tom lo guardò stranito - Peccato, volevo farti conoscere Veleno.-
- Ah, il tuo serpente. Vorrà dire che tradurrai tu, no?-
- Ok...Trix dov'è andata?- chiese Riddle guardandosi attorno - Non va a pranzo?-
- Lascia perdere. Anche lei si limita a giocare col cibo nel piatto. Mi piacerebbe sapere che avete tutti quanti!-
- Idiota, ancora non hai capito perché quella non mangia?-
I due ragazzini si voltarono, trovandosi di fronte alla King che guardava il suo amico Howthorne con aria battagliera.
- Cloe...ti adoro quando ti metti a difendere la bandiera dei babbanofili, sai?- ironizzò Damon però con una nota acida nella voce - Non ti mettere in mezzo, specialmente quando Alderton comincia a menarla sui mezzosangue. Lo sai com'è fatto. Se lo stuzzichi non ne usciremo vivi duchessa.-
- E dovrei stare zitta quando quello insulta la gente?- sbraitò lei altera - Non ci penso neanche! Senza contare che ti ha appena dato del cialtrone mezzosangue solo perché prevedi la morte! Non lo sa che hai anche doti di Veggente?-
- Senza offesa ma il mio cognome resta Howthorne, quindi può darmi del mezzosangue quanto vuole ma la cosa non cambia.- frecciò l'altro divertito - E poi se non stai attenta romperanno le palle anche a te, Sensistrega della malora.- le dette le spalle, cominciando a incamminarsi - Che mi dicevi su Trix comunque?-
- Dio, sei proprio cieco!- Cloe scosse il capo, paziente - Sai perché non mangia? Perché non è cibo buono per lei.-
- Allora te ne sei accorta.- sfuggì a Tom. Arrossì quando la streghetta lo guardò in faccia e lei annuì altezzosa - La sua energia è diversa dalla nostra. È facile riconoscerla come una fiaccola nel buio per me.-
- E allora?- Damon li fissava impaziente - Che cacchio di storie sono duchessa? Cos'è sta storia della fiaccola?-
- Damon...Trix ha un profumo molto particolare, che io sentivo spesso nel castello di mia madre.- gli spiegò il piccolo Riddle paziente - Sa di fiori. È molto pallida e se la toccassi probabilmente sentiresti la sua pelle fredda al tatto. È una Diurna.-
- Una cosa?- Cloe e Damon lo guardavano sbattendo gli occhioni in sincrono.
- Una mezza vampira. Per questo non s'incenerisce di giorno.- si corresse Riddle per farsi capire.
- Oh...- Howthorne fece mente locale, per nulla impressionato - Ecco perché dicevi che era così carina!-
- Si, è per quello. E deve restare fra noi questa cosa.- annuì Tom.
- Non ha fatto mica un bell'affare.- sentenziò il futuro lord - Con tutti i casini che capitano qui dentro, dopo di te lei sarebbe la prima sospettata. Senza offesa Tom.-
- Figurati.- sbuffò Riddle - Io vado fuori in giardino. Ci vediamo oggi pomeriggio.-
- Vengo a ripescarti dopo pranzo.- gli disse Damon andandosene con la King che però attese un lungo minuto prima di seguirlo, restando a guardare il maghetto con quegli occhi terribilmente indagatori. Tom credeva quasi che lei stessa cercando di sondargli l'anima, per capire se fosse un nemico per Hogwarts o meno.
In giardino trovò fortunatamente qualcuno di un pelo più amichevole che quegli strambi compagni di corso. Tristan stava con Liz in giardino e la tata gli offrì una bella scorta di sandwich, più qualche Cioccorana mentre lo aggiornavano sulla ronda che aveva coinvolto Harry e gli altri fin dal mattino presto anche se Tom in realtà non aveva ancora conosciuto Degona ed era molto curioso.
Lucilla non aveva mai parlato di lei ma sapeva che le era sempre mancata.
- Chi hai dopo pranzo?- gli chiese Tristan dopo il pasto veloce.
- Pozioni coi Serpeverde.- rispose Tom - Harry mi ha detto di starci attento col professor Piton.-
- Tranquillo, gli abbiamo già parlato io e Draco stamattina. È preparato.-
Mah. Stette in giardino fino alle due, quando arrivò Damon a portargli dei toast imbottiti e della frutta. Non era solo. Con lui c'era Beatrix e stavano chiacchierando animatamente. Quando se li trovò vicino sentì che parlavano di musica e si sentì sollevato. Damon era molto impulsivo a volte e la loro amica non era stata molto contenta quando lui aveva approfondito il discorso davanti ai bagni...se non altro sembrava stare bene, quindi Trix mangiava tranquilla quando era sola. Meno male.
Scesero nei sotterranei e quando entrarono nell'aula di pozioni vennero investiti da un forte odore di erbe aromatiche.
Si misero tutti e tre nell'ultimo bancone vuoto e poco dopo arrivò Piton come una furia, sbattendo la porta con quel suo maledetto modo di fare da psicotico e buttandosi subito in cattedra.
Incrociò le dita e prima di parlare, fissò uno per uno le nuove matricole.
Fece una smorfia, non si sa bene a chi o per quale motivo, poi attaccò con la tiritera sulle pozioni e sul fatto che potevano fare tutto, approntare la gloria e mettere un fermo alla morte. Un delirio di parole sagge e vere...peccato che Piton si accorse subito che quella classe era composta praticamente da dementi.
In mezz'ora di spiegazione e strilli abominevoli non ce ne fu uno che imbroccò la pozione in maniera giusta, se non Tom da cui Piton però si teneva un po' a distanza per il momento, e quando per sbaglio un Grifondoro fece esplodere il contenuto del suo pentolone, si scatenò il pandemonio. Dieci punti in meno, tanto per essere originali, e fumo ovunque... tanto che accorsero un bel po' di persone, Tristan, Harry e Draco per primi.
Mezzi sconvolti, vedendo Piton tutto spettinato e quel macello, i due più giovani non poterono fare a meno di ridere.
- Prof...- lo chiamò Malfoy calmandosi - Tutto bene?-
- No, per niente Draco.- sbottò Severus, urlando ai quattro venti ai ragazzini che non sarebbero usciti fino a quando non avessero sistemato quel disastro. Borbottando e imprecando, Serpeverde e Grifondoro si misero a pulire tutto, imprecandosi dietro già dal primo giorno. Quella scena a Harry risultò famigliare.
- Potter!-
Si girò di scatto, sentendosi puntato da Piton...ma ora col cazzo!, non era più un suo professore. Così sfoderò un sorrisone a trentadue denti e lo guardò con faccino angelico - Si?-
Severus Piton non era cambiato. Stessa faccia antipatica, stesso acume che funzionava quando voleva...e fissò il suo ex allievo più detestato con un'espressione indecifrabile - Che mi dite di quel ragazzino?-
- Tom?- Draco sogghignò - In confronto a noi sembra un angioletto.-
- L'ho notato. Prende appunti con calma e precisione e non ha fatto volare una mosca. Mi sembra portato.-
E già. O si è portati o si può anche andare al diavolo, frecciò Harry fra sé e sé ricordando la presa categorica di Piton nei suoi confronti.
- Il preside mi ha detto che avete perso un pezzo per strada.- continuò il professore di Pozioni.
- Se parla della signorina Granger presto la ritroveremo.- disse il bambino sopravvissuto con tono di sussiego.
- Non ne dubito.- bofonchiò Piton - Ora andate pure. Qua ce la caviamo da soli.-
Tornandosene dritti al primo piano, Harry pensò i mille modi in cui poter uccidere quell'essere abominevole e farla franca. E che cacchio, perché si ostinava a trattarlo come se fosse stato James Potter? Ok, si assomigliavano ma in fondo non si era dimostrato poi così dispettoso come suo padre no?
Tornati nella torre, i due trovarono Edward in piedi in mezzo alla grande stanza, alla tavola circolare.
Aveva aperto tutto le tende e la luce illuminava la torre dopo tanto tempo, specialmente la mappa del Malandrino, interamente aperta sulla bella tavola in cedro.
- Che hai trovato?- gli chiese Potter, levandosi la felpa.
- Due possibili punti a rischio. E un fottuto macello di entrate che non tutti conoscono ma che sono difficili da tenere sotto controllo. Ho pensato che per esseri sicuri davvero dovremmo avere qualcuno che conosce le sette uscite come le sue tasche, così Ron è andato a Diagon Alley. Fred e George arriveranno qua stasera.-
- Ci mancavano solo quei due.- frecciò Draco, svaccandosi su una sedia accanto a May.
- I punti caldi quasi sono?-
Dalton li indicò col dito sulla mappa del Malandrino - La prima è la Camera naturalmente. Poi Silente ha detto qualcosa sul corridoio a destra del terzo piano. Che c'avrà ficcato dentro stavolta?-
- Non lo so...- Harry alzò le spalle, stranito - A dire il vero mi ha detto giusto ieri sera mi ha detto che avrei potuto andare a darci una sbirciatina. Il solo sentirlo mi ha tolto la voglia di farlo.-
- Eddai.- gli sorrise May - Tesoro, ma che ti prende? Preferivi fare tutto di nascosto preferendo l'espulsione?-
Potter la guardò come se fosse normale - Ma certo!-
- Sai cos'è che ti manca? Andare in giro per questo posto con la consapevolezza di avere il fiato sul collo dei prof, l'odio di Piton, Ron alle spalle che ti copre, Herm che era la voce della tua coscienza e questo imbecille qua...- Edward posò una mano sulla spalla di Draco -...con cui fare a botte. Ecco cosa ti manca...anzi, continuate a fare a botte...aspetta...no, Malfoy non ti manca per niente ora che ci penso.-
- Scusate ma io non ci capisco più nulla.- rise la Aarons - Parlate come se da ragazzi vi foste quasi ammazzati.-
- Infatti.- rise Ron, apparendo sulla porta di ritorno da Diagon Alley - Adesso ti sembrano quasi normali ma quando eravamo qui ti posso giurare che non passava giorno in cui non se ne facessero di tutti i colori.-
- La finiamo?- si schifò Malferret - Non ho voglia di sentire queste cazzate vecchie di secoli.-
- Allora uomo dalla donna misteriosa?- cinguettò Dalton - Che dicono i gemelli?-
- Saranno qua domani mattina puntuali, non stasera perché devono andare a caccia di non so cosa.... e devo aggiungere che sono gasati da matti.- rispose Weasley - Elettra e Blaise hanno chiamato?-
- Hanno mandato un gufo.- rispose Harry, sbadigliando per la notte di guardia.
- Chissà che festino si farà Blaise con la piccoletta stasera...- insinuò il biondo, a bassa voce.
- Se non vuoi che il festino te lo faccia io ti conviene tapparti quella bocca.- lo minacciò Potter seccamente.
- Avete già sentito Jess e gli altri?- li fermò la Aarons, prima che si spaccassero le ossa.
- Tristan ha domani lezione con le matricole. Dopo di lui c'è la Lestrange.- bofonchiò Ron - Se vogliamo controllare che lasci in pace Tom dovremmo darci i turni, possibilmente senza farci notare troppo o potremmo far pensare che ci siano dei problemi col mostriciattolo.-
- E infatti ce ne sono e anche parecchi!- sottolineò il suo migliore amico, acidamente.
- Mi sa che il problema principale comunque resti tu Potty.-
- Dio santo, questa scuola scatena i vostri bassi istinti.- sorrise May, fissandoli - Ed, Ron...mi raccontate com'erano?-
- Due idioti.- sbuffò il rossino.
- Al sesto anno Harry ha allagato il dormitorio di Serpeverde, ad Halloween...sai per scherzo.- sogghignò Dalton.
- E lui che ha fatto?- concluse Weasley additando Malfoy - Ha dato fuoco a Grifondoro un mese dopo!-
- Hai dato fuoco alla torre?- si sconvolse l'Osservatrice - Ma...poteva farsi male qualcuno!-
- Non qualcuno. Solo dei Grifondoro mezzosangue.- la corresse Draco - Mi sa che non ti è ancora entrata in testa una cosa fondamentale. Serpeverde di qua, Grifondoro di là. Vanità e orgoglio non vanno d'accordo.-
- E dire che sono simili.- frecciò la ragazza, sarcastica.
- Stai insinuando che io e questo serpente bastardo ci assomigliamo?- sbottò Potter.
- Ehi, l'hai detto tu!- rise la strega - E adesso scusate ragazzi ma devo andare a fare rapporto da Orloff. Torno per cena.- e detto quello infilò la porta, ridacchiando come un matta alla faccia esasperata dei due nemici decennali.
Calato il sole la marmaglia di studenti cominciò a radunarsi per andare a cena ma a quanto pareva ce n'erano che facevano i disertori da subito. Quando andò ad aprire la porta della torre, Harry si trovò davanti Damon Howthorne che tirava Tom per il collo, visto che per la fame quasi non si reggeva in piedi.
- Ma tu guarda cosa mi tocca a vedere.- si schifò Malfoy poco più tardi a tavola, con le due pesti.
- Tom, guarda che ha ragione Harry.- gli disse Ron scompigliandogli i capelli mentre si strafogava d'arrosto e patate - Se non ti fai vedere in giro penseranno che nascondi qualcosa. E poi non puoi mica fare la fame per sette anni!-
- Si ma lo sapete come sono, no?- s'intromise Edward, che si stava leggendo il programma delle corse sul giornale - La Gazzetta di Hogwarts s'è già messa all'opera. Tre giorni e ci sarà già un articolo. Questi nuovi sono pure peggio della Daves e di Cohen!-
- Ma se te la sei fatta la Daves.- sibilò Draco acidamente.
- Vogliamo fare i nomi delle mie e vedere se non te le sei fatte pure tu?- lo sfidò Dalton con un ghigno.
- Ragazzi, siamo a tavola.- li fermò May serafica - Allora voi due? Com'è andato il primo giorno?-
- A parte il libro che s'è preso in testa Tom, la figura di merda con la Mcgranitt, il fatto che devo portargli da mangiare, l'esplosione nei sotterranei e la rissa che la King stava per scatenare con Alderton devo dire che non è stato male.- insinuò Damon, frizionandosi la testa infastidito - E a me tocca un'altra bella notte in bianco...che palle!-
- Vuoi che ti dia qualcosa?- gli chiese Draco, stranamente gentile.
- Una sprangata fra capo e collo andrebbe bene.-
- Perché la sorella di Brian King ha scatenato rissa?- chiese Harry, bevendo il caffè.
- Dunque...- Tom fece mente locale - Prima perché Fabian ha insinuato qualcosa su Lucilla, poi perché lui ha detto a Damon che essere un Legimors è roba da mezzosangue...e poi credo che le stia antipatico e basta.-
- Tosta la ragazzina.- sibilò Draco - Ma sui mezzosangue non capisce una mazza.-
- Oddio, non ricominciare!- sbottò Ron tirandogli dietro il tovagliolo, che il biondo schivo - Mi dite il vostro orario di domani piuttosto? Così vi mando Harry e Milo all'ora giusta.-
- Arriva Milo?- si stupì May - Di già? Credevo fosse al consolato francese per la faccenda della registrazione.-
- No, era da sua zia negli ultimi giorni.- bofonchiò Draco, versandosi due dita di whisky - Perché lo richiami già?-
- Veramente me l'ha chiesto il preside. Dice che ha un'allieva turbolenta da affidargli. Credevo scherzasse...-
- Trix!- disse Tom - Meno male, se c'è Milo sono più sicuro...- e così raccontò agli Auror la faccenda della Vaughn, pensando che forse Milo avrebbe potuto darle una mano ad ambientarsi meglio. Certo che però Silente era un bel testardo. La faccenda di quella piccola Diurna avrebbe dovuto restare fra loro o sarebbero venuti fuori un bel po' di guai. I due maghetti stettero col gruppo fino alle nove e mezzo circa, chiacchierando e guardando vecchie foto, una in particolare naturalmente che costò a Malfoy e Potter una presa in giro dietro l'altra, poi finalmente se ne andarono a dormire. Finito l'ammazza caffè, Edward e Ron si prepararono ad andare di ronda con Clay che da quando era tornato a Hogwarts sentiva un qualcosa di strano in giro, proprio al terzo piano nel corridoio a destra...
May andò subito a letto, Potter e Malfoy invece rimasero svaccati alla finestra, a fumare.
Forse aveva ragione la loro Osservatrice, pensò Harry mentre se la menavano sottilmente su come affrontare i fratelli Lestrange. Forse quella scuola gli ricordava il Draco del passato e per questo provava l'impulso irresistibile di stuzzicarlo...ma si contenne, doveva finirla a tutti i costi di comportarsi da diciottenne.
Era passata da poco la mezzanotte però quando il bambino sopravvissuto dovette riaprire gli occhi a forza, strappato al suo sonno da un grido di rabbia. Uscì di corsa dalla sua stanza e trovò Malfoy intento a scaraventare a terra ogni cosa fosse presente sulla sua scrivania. Anche May era sulla soglia, in vestaglia ma come lui non sapeva cos'avesse.
Lo scoprirono dopo, quando Draco crollò in ginocchio con le mani fra i capelli, i denti serrati...
- Basta...- sibilava - Basta...smettila!-
- Draco.- Harry si sedette al suo fianco, senza toccarlo - Che hai visto?-
- Non fa che urlare...non la smette!- sibilò ancora Malfoy, distrutto.
- Hermione?- sussurrò Potter, a bassa voce.
- Perché non mi lascia in pace?!- gridò, dando un pugno al pavimento. Perché? Perché Hermione ce l'aveva con lui? Perché lo obbligava a sentire quelle urla di dolore? Ce l'aveva così tanto con lui? Lo odiava a tal punto?

La mattina dopo Tom spalancò gli occhi blu quando sentì un peso sul suo letto.
Si mise a sedere e la luce che filtrava dal baldacchino lo aiutava a mettere a fuoco Archie Byers, seduto sulla sua coperta. Il ragazzino, che sembrava davvero tanto più piccolo, gli sorrise con aria angelica.
- Ciao Tom! È passato Harry Potter sai??- gli disse, eccitato - Ha detto di darti questo.- e senza aggiungere altro gli porse un libretto minuscolo, di pelle scura. Doveva essere appartenuto a Lucilla, che poi l'aveva regalato al bambino sopravvissuto...e si trattava di un libretto dalle pagine totalmente bianche. Stranito, cercò in prima pagina e lesse "Il Libro che Sa Tutto."
Non fece commenti, così si vestì notando poi che Archie era stato tanto gentile da lasciargli altri dolci sul letto. Quel bambino mangiava troppi dolciumi, pensò fra sé con un sorriso. Uscito dalla torre, venne nuovamente investito da una valanga di bisbigli e commenti ma quella mattina era di buon umore. Avrebbe avuto lezione con Tristan per due ore ed era particolarmente interessato alla Difesa, anche se poi dopo avrebbe avuto a che fare con la sua sorellastra.
Si era scordato di chiedere ai ragazzi come avrebbe dovuto comportarsi ma quando arrivò di fronte all'aula, vide che gli studenti erano fuori, compreso Mckay. Trovò anche Damon che faceva aria a Trix col suo mantello.
- Ma che succede?- chiese, stranito.
- Oh, ciao...- Damon gli sorrise di sottecchi - Il prof ha sempre fatto lezione col settimo in sala duelli e non era mai venuto in quest'aula. C'è un terribile odore d'aglio e Trix non lo regge molto, così sta facendo areare tutto.-
- Che schifo...- disse la ragazzina, con le ciocche, le lenti e contatto e le unghie tutte fucsia.
- Ciao Tom!- lo salutò Tristan allegro, seduto sotto le arcate con una folla di mini studenti che gli facevano un sacco di domande. Quando il prof si rivolse a lui, naturalmente i compagni li guardarono allibiti.
- Buon giorno.- rispose Riddle arrossendo.
- Gazza sta disinfestando. Un minuto e potremo entrare. Beatrix, tutto bene?-
- Come no.- frecciò la ragazzina, disgustata.
- Non è tanto forte quest'odore.- disse Fern Gordon, altezzosa.
- A differenza del tuo profumo. Ti ci sei fatta il bagno?- frecciò Mary J. Lewis sferzante.
- Ossignore, eccoli che ricominciano.- disse Howthorne serafico - Tom, hai mangiato?-
- Eh? Ah, si...una Cioccorana.-
- Molto salutare.-
Finiti i convenevoli e areata la stanza, i maghetti poterono precipitarsi a sedere e per una volta sembravano tutti interessati ai primi banchi. Mentre loro prendevano posto, Tristan rimase fuori a parlare con Jess e Clay.
- Pensi che ci siano stati problemi stanotte?- gli chiese Damon, appoggiato al banco con i gomiti.
- Non so. Non ho ancora visto nessuno. Tu come stai piuttosto? Hai dormito?-
- Un po' verso l'alba ma ho fatto un sogno veramente tremendo.-
- Altri cadaveri?- insinuò Beatrix dietro di loro, annoiata.
- Uno solo.- disse Howthorne pensoso - Una bella ragazza che mi pare di aver già visto.-
Si zittirono di colpo quando Tristan varcò la soglia e si chiuse la porta alle spalle, tenendo però gli occhi puntati su una pergamena. Dalla sua espressione dovevano essere rotture di palle perché arrivato in cattedra l'accartocciò e la gettò via, facendo canestro nel cestino magico che divorò la carte e poi ruttò, facendo ridacchiare gli allievi.
- Buon giorno ragazzi...- borbottò, appoggiandosi coi fianchi alla cattedra in cedro. Li guardò e cominciò a darsi dell'imbecille. Cazzo, lui non aveva esperienza con bambinetti così piccoli. Sarebbe stato più facile insegnare a sua figlia a stare ferma con una bacchetta di mano che a quei ragazzini a difendersi.
Si levò così il mantello e la giubba, arrotolandosi le maniche e iniziando con ciò che aveva stipulato con Silente.
Rivoluzione.
- Benvenuti al corso di Difesa contro le Arti Oscure. Come penso sappiate io non ho mai fatto lezione al di fuori delle classi del settimo anno, perciò con voi dovrò incominciare tutto da capo. Ho pensato ai modi in cui cominciare ma guardando il vostro libro del primo anno...- fece una smorfia, nicchiando -...ho capito che avremmo dovuto iniziare da tutt'altra amministrazione. Sapete...- cominciò a girovagare fra i banchi, sorridendo - Quattro anni fa mi ritrovai al M.A.G.O. della prima classe che ho avuto in consegna e insieme a tutti gli insegnanti stetti ad ascoltare la tesi di un Grifondoro che argomentava l'importanza della Difesa contro le Arti Oscuri specialmente al primo anno. Questo studente mi ha stupito perché ha portato alle orecchie della commissione un punto molto importante. Ovvero...che cosa sono prima di tutto le Arti Oscure?-
I ragazzini corrucciarono le fronti, straniti.
- Se non sappiamo bene cos'è l'Arte Oscura come possiamo essere sicuri che difendendoci da essa non andiamo a recare danno ad altri maghi?, era questa la domanda di quell'allievo Grifondoro. Secondo lui al primo anno sarebbe necessario aiutare gli studenti a distinguere con maggior chiarezza cosa sia bene e cosa sia male. Cosa che poi crescendo per un mago diventa soggettiva.- tornò a sedersi sul bordo della cattedra, osservando divertito le loro espressioni - Io non sono qua per dirvi esattamente cosa sia giusto per voi o sbagliato. Questo no. Ma sono qua per farvi capire meglio chi o cosa sia pericoloso, rispetto alle leggende. Chiaro?-
Seguì un assenso che si fece interessato, poi Mc con uno schiocco di dita pulì la lavagna e il gesso la divise in due parti.
Pericoloso, non pericolo.
- Proviamo a partire con le cose semplici. Ragazzi, voglio che mi diciate cos'è secondo voi l'Arte Oscura e gli esseri che sono pericolosi per un mago. E non sbirciate sui libri, tanto non c'è una risposta giusta.-
- Bhè...- Marc Arper, Tassorosso, alzò la mano - La magia oscura è nata dai maghi malvagi e viene usata per fare del male alle persone.-
- Non sono d'accordo.-
Tristan sorrise, vedendo Angelica Claire King con la mano alzata.
- Dimmi pure Angelica...o Claire?- chiese.
- Cloe.- lo corresse tranquilla - Io non sono d'accordo. La magia oscura non è nata da maghi malvagi. Se io per esempio adesso prendessi la bacchetta e schiantassi qualcuno al muro avrei usato la magia per scopi malvagi, ma non per questo lo Schiantesimo è mai stato catalogato come magia oscura. E viceversa.-
- Perfetto Cloe, questo mi sembra un primo buon punto. Infatti io posso usare la nostra magia per fare del male alla gente, questo mi farebbe diventare un mago del male? E poi come facciamo a dividere in categorie?-
- Ci sono stirpi che sono malvagie per natura! Come i maghi che hanno poteri che sono stati dichiarati oscuri dal Consiglio dei Maghi- sbottò Fern Gordon - Oppure demoni per esempio!-
- I demoni...- Tristan sogghignò brevemente, fissando Tom e Damon - Qualcuno ha qualcosa da ribattere?-
- Secondo me non ci sono qualità magiche per maghi buoni o cattivi.- sentenziò Howthorne - Dipende dall'uso che facciamo dei nostri poteri.-
- Assolutamente vero.- Mckay annuì, insieme a tanti altri studenti - Ok, potete dirmi adesso alcune stirpi assolutamente pericolose?-
- Gli Snasi!- ridacchiò qualcuno in quarta fila.
- I folletti della Cornovaglia!-
- I lupi mannari!-
- I vampiri!-
- Ok, calma calma...ci siamo. Fra questi che avete detto ce n'è solo una veramente pericolosa. I vampiri. Snasi e folletti non attaccano se non sono provocati in qualche modo, i lupi mannari sono esseri umani la maggior parte delle volte e gli alchimisti hanno trovato un modo per calmare la loro aggressività nelle notti di luna piena. I vampiri sono gli unici che attaccano che siano o meno assetati.-
- E i demoni?- chiese Bruce Joyce.
- E' presto per mettersi qui a studiare la varie caste oscure ma ci sono due tipi di demoni. Quelli impuri a innesto umano, come i vampiri appunto e questi sono aggressivi. Gli altri sono demoni puri e lasciate che ve lo dica... ne conosco uno e l'ultima cosa che le interessa è attaccare briga con una pulce umana.-
Sentendolo, Tom sorrise brevemente pensando a Lucilla. Niente di più vero.
Né lui né Damon però si stupirono quando Tristan disse che alla prossima lezione avrebbero parlato anche dei Diurni.
Quelle due orette furono davvero piacevoli e quando gli studenti cominciarono a uscire dall'aula, Tom sentì depresso i cinguettii di gioia dei compagni all'entrata di Harry.
- Allora Mc?- chiese Potter sorridendo e raggiungendolo - Come va con le matricole?-
- Meno peggio di quanto pensassi.- rispose Tristan - Beatrix, va meglio?-
La ragazzina cercò di annuire ma aveva un'aria ancora parecchio disgustata, così furono Tom e Damon ad aiutarla, mentre Cloe restava tutta ammirata a guardare Harry, senza però sbavare come gli altri.
Fu in quel mentre, durante le solite chiacchiere, che arrivò sulla soglia qualcuno che fece sobbalzare la streghetta americana. Sconvolta, sentendo quel profumo, si volse e si trovò davanti a un Diurno di bell'aspetto.
- Oh, Milo!- dissero Tristan e Harry, vedendolo - Ma dove cavolo eri?-
- Da Gala.- rispose Morrigan, fermandosi a salutare Tom senza notare neanche per sbaglio una sua consanguinea - Abbiamo banchettato e fatto arrabbiare mio zio Kronos rompendogli col tiro a segno tutti i suoi stupidi idoli aztechi...allora? Silente mi ha mandato un gufo parecchio vago. Ha parlato di una piccola peste incontrollabile...ma che schifo questo odore di aglio! Volete farmi morire per caso?-
- Sei capace di parlare di una cosa sola per cinque minuti?- lo zittì Tristan - Sei passato sotto il naso della peste comunque.- e gl'indicò Beatrix che fissava Milo al colmo della rabbia. I ragazzi non l'avevano mai vista né sorridere troppo né spalancare la bocca perché mentre fulminava Morrigan con un'occhiata, esibì dei canini degni di quelli di un vampiro adulto. Cloe, Damon e Tom non fecero una piega ma Milo la guardò sconvolto.
Per un lungo attimo i due si scrutarono fin nei recessi della loro anima in parte umana, una spaventata, l'altro senza parola. Una Diurna lì dentro? Una studentessa?
Più la guardava, più tornava indietro nel tempo. A quella ragazzina spettava per diritto l'inferno, un dono di genitori vampiri a tutti i loro figli Diurni.
- Che ci dovrei fare io con lei?- chiese, cercando di nascondere con la calma ciò che provava.
- Non ti azzardare neanche ad avvicinarti a me!- disse la ragazzina inferocita - O te la faccio pagare cara!-
- Ah si?- ghignò Milo schernendola - E cosa pretendi di fare con quei due dentini da micetto eh?-
Decisamente non era cominciato bene come sodalizio, pensò Harry quando vide la Vaughn uscire dall'aula come un tornado, dopo aver mandato al diavolo Morrigan. Anche gli altri tre moschettieri la seguirono e solo Tristan si voltò verso il Diurno, scoccandogli un'occhiata truce.
- Certo che potevi andarci più piano.-
- Che ci fa una Diurna qua dentro?- chiese Milo, ignorando il suo tono - Non è posto per lei.-
- Il preside non la pensa così.- disse Harry.
- Silente non è un vampiro.- rispose Milo secco - E specialmente non è un Diurno. Quella ragazzina farebbe bene ad andarsene da qui il prima possibile, ammesso che abbia un posto dove tornare.-
- No, Silente mi ha detto che sua madre e suo padre l'hanno lasciata ai parenti della madre, ma non la vogliono. I suoi genitori le pagano la retta ma non l'hanno più voluta vedere da quando si sono trasferiti qui sei mesi fa.- Potter notò la sua espressione preoccupata e arrabbiata - Milo, credi che possa andare in una scuola diversa?-
- Ravenhall non è luogo per una Diurna bambina.- sibilò lui.
- Ravenhall?- chiese Tristan - La scuola segreta di voi vampiri?-
- Esatto. Una magia impedisce a chi la frequenta di rivelarne l'ubicazione ma non è una scuola come la intendete voi. È un campo di battaglia. Io ero un Diurno e mi salvavo solo di giorno. Lei è anche una femmina. Diventerebbe la schiava del primo che passa nel giro di due giorni. Dovrebbe essere seguita a casa sua da qualcuno che può aiutarla.-
- Tu puoi aiutarla.- gli disse Tristan calmo.
- Un accidenti.- sibilò Milo velenoso - Per chi mi hai preso? Non sono filantropo! E adesso scusa ma ho altro da fare che stare qui a occuparmi di quella mocciosa! Ti saluto!- e senza aggiungere altro divenne un pipistrello, per volare fuori dalle finestre veloce come la luce. I due Auror rimasti non dissero niente riguardo a quel comportamento non consono a Morrigan ma anche Jess non fu molto dolce con loro, quando venne a sapere della cosa.
- Hai avuto la faccia tosta di chiedere a Milo una cosa del genere?- ringhiò il maggiore dei fratelli Mckay poco più tardi, davanti alla fontana - Ma sei impazzito? Fai che metterlo direttamente davanti a sua madre la prossima volta!-
- Potessi la incenerirei anche io, cosa credi?- rispose Tristan - Ma non può fare come se niente fosse!-
- Scusa se cavillo ancora...- lo interruppe Jess - Ma ognuno ha diritto ai suoi maledetti scheletri nel proprio fottuto armadio e se lui vive con noi da quando avevamo vent'anni vorrà dire che i suoi simili gli fanno schifo no? E metterlo di fronte a quella bambina Diurna non è la soluzione adatta!-
- E allora che facciamo?- replicò Harry - Ognuno ha diritto ad avere un minimo di aiuto.-
- Non metto in dubbio questo. Ok...che ne so...la mocciosa ha mangiato di recente?-
- E che ne so io!- rispose Tristan - Appunto per questo Milo sarebbe la persona più adatta a trattare con lei. Credi che ne sappia qualcosa io di sangue? Io so solo che nel nostro frigo c'è la sua tazza personale con dentro sangue di bovino o plasma sintetico, niente di più! Non so neanche quante volte al giorno mangia un vampiro!-
- Diurna.- li corresse Tom, arrivando da loro con un sorrisetto timido - Se volete ci parlo io.-
- E se ti morde?- frecciò Potter sarcastico.
- Damon ha detto che non morirò entro breve.- rispose il maghetto a tono.
- Oh, carina questa. Dai, andiamo!- sbuffò il bambino sopravvissuto tirandolo per il cappuccio - Gente, io vado dalla Lestrange. Ci vediamo a pranzo!-
- Ok, state attenti.- augurarono i due Mckay.
Tornato in aula che si stava riempiendo di nuovo, Tom vide sulla cattedra la bella figura della sua sorellastra che parlava con alcuni Serpeverde. Vanessa alzò il viso...e gli sorrise. Deglutendo, il piccolo Riddle si affrettò a sedersi accanto a Damon e proprio in quel momento una bell'aquila bruna e dorata andò a posarsi sul ceppo più alto, in cima alla scalinata dell'aula. Se Vanessa Lestrange l'aveva notato, fu brava a nasconderlo. Da quel momento in poi tenne la sua lezione pratica, basandosi sul libro di testo e non si azzardò a sgarrare.
Era meno stupita di quello che credeva, pensò Harry Potter compiaciuto.
Era anche astuta, infatti non si azzardò mai a levare i suoi infami occhi su Tom.
Sapeva giocare, ammise.
Doveva solo capire ormai fino a che punto si sarebbe voluta spingere...
 
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