- Capitolo 20°

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view post Posted on 5/2/2009, 19:35

Arrivederci Presidente...

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La prima settimana passò più velocemente del previsto. Fra compiti e lezioni, i ragazzi del primo anno arrivarono a venerdì ancora abbastanza carichi, specialmente per la prima lezione pomeridiana di volo.
Quella mattina erano tutti eccitatissimi ma si contennero nelle ore della Mcgranitt che aveva subito messo in chiaro di non voler sentire neanche una mosca. Ne erano successe delle belle in quei giorni ma per il momento nulla di folle, a parte Cloe King che attaccava sempre briga con gli Alderton, Trix che si era chiusa in un mutismo ostinato, le emicranie di Damon e il digiuno forzato di Tom. Quattro mocciosi nel pieno dell'adolescenza insomma...
Quella mattina però, prima di pranzo, Tristan aveva tenuto apposta una lezione teorica sui Diurni che aveva fatto capire meglio alla futura duchessa di Tenterdon cosa doveva fare. Mckay si era dilungato parecchio sul fatto che i Diurni fossero provvisti di anima come tutti gli esseri umani, quindi dotati di ogni gamma di sentimenti andando dall'odio alla gioia e questo aveva fatto pensare la vulcanica Cloe per tutta la seguente ora di pratica conla Lestrange che, inutile dirlo, non le piaceva per niente. Così, all'una, invece di andare a pranzo col codazzo di gente che faceva a gara per diventarle amica, filò nel bagno delle ragazze e ignorando Mirtilla con aria altezzosa si mise a controllare sotto tutte le porte. Non vedendo gambe e scarpe, usò i suoi sensi di focalizzazione...e trovò subito Beatrix. Batté due colpi impazienti sulla porta di mezzo, poggiandosi le mani sui fianchi.
Era bene sapere una cosa sulla duchessa di Tenterdon. Era caparbia. Testarda. Sarcastica e inflessibile.
Orgogliosa come pochi altri e non si fermava davanti a niente.
E presto sia Bea che Tom avrebbero dovuto capirlo.
- Allora yankee! Esci da lì!- sbraitò la Grifondoro.
Le arrivò una soffiata spaventosa, tipo quella dei gatti ma triplicata dai canini della Vaughn che comunque rimase serrata dietro alla porta. Cloe l'aveva vista filare via dopo quella lezione, timorosa d'incontrare ancora l'amico del loro prof e se c'era una cosa che Cloe non reggeva erano i cocciuti come lei.
- Stupida Serpeverde, esci!- continuò imperterrita.
- Si può sapere cosa vuoi?!-
La King si voltò di colpo, trovandosela alle spalle. Trattenne un grido, assaggiando per la prima volta la velocità di una Diurna. Era saltata fuori dal bagno senza che neanche avesse potuto vederla. Accidenti.
La bellezza fredda della streghetta americana le rimbalzarono addosso, così la Grifondoro tornò a scrutarla con aria battagliera. Sembrava un incontro fra un leone e una tigre siberiana.
- Ehi yankee! Dovresti ringraziare il prof sai?-
- E perché?- rispose Beatrix gelida - Lo fanno solo per tenermi buona! Se fosse stato per me non avrei mai messo piede qui dentro! Siete solo degli stupidi sanguecaldo!-
- Bhè, per metà lo sei ancora tu.- frecciò Cloe, zittendola. La vide arrossire di poco, giusto per colorirle le guance, così continuò con tono sprezzante - Invece di fare la viziata dovresti cercare di provare ad ambientarti sai?-
- E perché? Potrei uccidervi tutti.- replicò la Vaughn minacciosa.
La King la fissò, stavolta con gli occhi duri come pietra.
- Fa come ti pare.- sibilò sorpassandola - Ma secondo me sei solo una codarda.-
Non fece un passo che una morsa d'acciaio la bloccò per il polso e Beatrix la sbatté contro la porta, coi canini bene in vista - Cos'hai detto? Io sarei una codarda?-
- Sei sorda per caso?- Cloe non cedette di un millimetro, senza mostrare un filo di paura - Potrai anche ammazzarci ma sei spaventata a morte che tutti sappiano cosa sei per metà!-
- E te ne stupisci?- rise l'altra acidamente. La sua risata aveva perso di innocenza e Cloe si sentì male per lei - Credi che sia facile duchessa?- la prese in giro Beatrix, assottigliando gli occhi coperti dalle lenti e le puntò il dito addosso - Non tutti vivono nel tuo mondo dorato. Guarda solo come trattano Tom. E lui non ha mai fatto nulla. Guarda cosa pensano di Damon. Tutti lo temono. Non dirmi che sono vigliacca. Siete voi i vigliacchi. Perché avete paura di chi è diverso!-
- Bhè, io no!- s'impuntò la King avvicinandosi a lei - Io non ho paura di te!-
- Attenta. Non mangio da un pezzo.- sibilò Bea sarcastica, fissandole suo malgrado il collo candido.
- E allora perché non vai a caccia yankee?-
- Cosa? Ma sei scema?- si strabiliò la streghetta americana.
- Perché? Non sei capace?-
- Mi spiace ma non mi hanno mai insegnato a farlo!- sbottò Beatrix imbarazzata - E smettila di pensare agli affari miei maledetta sanguecaldo. Ho capito, non hai paura di me! E adesso lasciami in pace!- e fece di nuovo per andarsene ma quel giorno Beatrix Vaughn scoprì che sfuggire alle grinfie della King era impossibile, infatti Cloe l'afferrò letteralmente per i capelli, strappandole un gridolino.
- Deficiente!- sbraitò - Ma cosa fai?-
- Superoca da quando non mangi eh? Perché non chiedi al prof di aiutarti?-
- Perché sono affari miei megafessa!- replicò l'altra sconvolta, abbassandosi al suo gergo - Adesso smettila di darmi il tormento e lasciami i capelli, vuoi farmi diventare calva??-
- Quanto sei testarda!- sbuffò Cloe seguendola per il corridoio.
- Oh, senti chi parla!- ringhiò Beatrix inferocita - E non seguirmi!-
Andarono avanti fino a quando scoccarono le due e dovettero correre in giardino, per la prova con le scope.
Ce n'erano una ventina e Tom e Damon erano già in un angolo a chiacchierare fra loro.
- Oh duchessa.- ironizzò Howthorne - C'erano le tue amiche che ti cercavano. Più un'altra ventina di dementi.-
- Per stare dietro a questa possono essere solo quello.- frecciò Beatrix rabbiosa.
- Cos'hai detto superoca?- le chiese Cloe serafica - Non ho sentito bene!-
- Ho detto che chi ti sta attorno può essere solo un demente!- replicò Beatrix stizzosa - Devo ripetere megafessa?-
- Ti sei fatta un'amica intelligente vedo, biondina.- rise Damon serafico.
- Ah, sta zitto tu!- la King si raccolse i capelli in una coda, guardando poi Tom che stava ingurgitando un toast. Non disse nulla ma gli scoccò un'altra delle sue occhiate penetranti che fecero quasi andare di traverso il boccone a Riddle.
- Hai mai volato?-
Tom sorrise a Damon, osservando le scope dopo aver deglutito - Un po' di volte con Dimitri, nel palazzo di Caesar.-
Arrivò la Bumb e come sempre la prima lezione di trasformò in un fantasmagorico macello, per la gioia di Harry e compagni che guardavano il tutto dalla Torre Oscura, col binocolo nelle palle degli occhi.
Quando dissero "SU!" a Tom la scopa schizzò subito in mano, idem per Damon. Beatrix era ancora di pessimo umore e benché non gliene fregasse niente alla fine riuscì a farsi obbedire. Ad altri la scopa non faceva che sobbalzare, Bruce si prese perfino il manico sul naso mentre Alderton come suo solito borbottava ridacchiando coi suoi amici che i mezzosangue non sapevano volare. Peccato che mentre levitavano da terra Cloe lo scaraventò praticamente giù dalla scopa, facendo ridere più di una persona.
- Sei sempre la solita.- le disse Damon poco più tardi, quando andarono nel deposito di Gazza a ritirare i manici.
- Che palle Howthorne, quello non può mica insultare la gente così! E poi è un pettegolo...non fa altro che parlare di suo padre che è in lista per entrare nel Wizengamot dalla mattina alla sera...bla bla bla...che noia! E attenta con quella scopa yankee! Vuoi darmela negli occhi?-
- Che acume.- frecciò Beatrix con una smorfia, posando il suo manico accanto agli altri.
- Giusto per sapere...ma quelle lenti a contatto te le togli mai?- le chiese Tom gentile. Alla sua cortesia la Vaughn si sciolse un po', alzando le spalle - Prima di andare a dormire. Non posso certo far vedere i miei occhi.-
- Perché no?- Cloe la fissò corrucciata - Quel giallo ambra a me piace tanto.-
- Che pallosa che sei.-
- Che abbiamo adesso?- Cloe ignorò la streghetta, guardando l'orario - Oddio...la Cooman.-
- Oh no!- Damon sbuffò, roteando gli occhi blu - Quella è una malata di mente!-
- Perché?- chiese Trix, che dormiva invece di ascoltarla.
- Prevede sempre la morte di Harry e Tom.- rispose Howthorne alzando le spalle - Vaccate.-
Riddle sorrise, alzando le spalle con aria malinconica - Che ne sai, magari vede del pericolo che in realtà c'è.-
- Ci manca solo che ti aspetti di morire tutti i giorni.- si schifò Damon - E poi quella va a cognomi, dai!-
- Bel cognome.- ghignò Beatrix, insieme al lord.
- Fatela finita voi due!- rise anche Tom - Non c'è da scherzarci!-
- Stupidaggini.- sentenziò Cloe, zittendoli e dopo aver guardato Riddle di traverso, se ne andò per le scale, lasciando Ton abbastanza depresso - Non le piaccio molto vero?-
- Se mai è il contrario.- rise Damon, stupendolo - Non le vanno giù i pettegolezzi, per questo ci sta rimuginando sopra ma ufficiosamente si fida abbastanza del mio giudizio, per questo sta con noi. Ti sta studiando.-
- Bhè, quella studia troppo!- frecciò Beatrix.
- Siamo invadenti anche noi per caso?- le chiese Tom, angelico.
La Vaughn guardò due faccini e sospirò, esasperata. Tom era sincero sul serio, lei l'aveva capito subito. Era una di quelle persone buone e gentili che lo sarebbero state fino alla morte. Damon invece...quello lì invece era più pericoloso. Sembrava un cucciolo, specialmente con Tom perché si vedeva che avevano molto feeling, ma Beatrix cominciò a chiedersi se dietro a quell'aria vissuta e un po' menefreghista non ci fosse altro. Accidenti ai sanguecaldo.
- Guarda che non lo diciamo a nessuno se non vuoi.- andò avanti Riddle, paziente - Siamo blindati.-
- Ma non avete paura?-
Damon levò le spalle - Vedo morti tutte le notti io.-
- La mia mamma è una demone di stirpe!- rise Tom - E lei è la persona più dolce del mondo.-
- E quella squinternata? Non è che andrà in giro a spettegolare?-
- Ma chi? Cloe?- Howthorne attaccò a sganasciarsi come un disperato - No, no. È l'ultima persona al mondo che potrebbe essere definita pettegola. Lei ne è circondata dalla mattina alla sera e ha cominciato a detestare i curiosi da piccola. Per questo adesso cerca sempre, anche se rompendo le palle, di capire la gente per via diretta.-
- Grifondoro.- rognò Beatrix sbuffando - Uno peggio dell'altro.-
- Neanche hai tutti i torti.- ghignò Damon.
Tornati dentro alle mura delle scuola si concedettero un attimo di pausa andando a leggere gli annunci in bacheca, così scoprirono che ci sarebbe stato il reclutamento per le squadre la settimana prossima. La domenica seguente ci sarebbe stato il sorteggio e poi avrebbe avuto inizio il campionato scolastico.
- Voi inglesi avete davvero delle tradizioni assurde.- sbuffò Beatrix quando tornarono a sedersi sotto le arcate.
- A me non dispiace il quidditch.- sorrise Tom - Dimitri una volta mi ha portato a vedere una partita.-
- Potrà sembrare strano ma preferisco una sana partita di basket.- mugugnò Damon con aria infastidita. Tornò a frizionarsi le tempie, serrando i denti. Diavolo, da quando erano iniziate le lezioni non faceva che fare lo stesso sogno ed era una cosa assurda. Tutte le notti vedeva morire la stessa ragazza...gli pareva anche di averla già vista ma non ricordava dove e comunque quello era l'ultimo dei suoi problemi. Non gli era mai capitato di fare due volte la stessa previsione di morte di una persona. Era come se...quella ragazza morisse, rinascesse...per poi morire di nuovo.
- Stai bene?- gli chiese Tom preoccupato.
- No...stasera ti accompagno dai ragazzi, devo parlare con Draco.-
- Tutto bene signor Howthorne?-
I tre si voltarono, trovandosi di fronte a Vanessa Lestrange in persona. Avvolta in una tunica rossastra, col mantello sulle spalle e i capelli bruni raccolti in una treccia vaporosa, era davvero bella ma c'era un che in lei di subdolo che avrebbe fatto scappare a gambe levate chiunque. Il suo tono comunque era stato cortese e Damon, benché fosse stato messo a conoscenza da suo padre di ciò che avevano in mente quei due fratelli dopo quattro anni di pace, scelse la strada della cortesia. - Si, va tutto bene professoressa.-
- Ne sono contenta.- rispose Vanessa con voce stucchevole, passando poi lo sguardo su Tom. Non gli disse nulla ma... i suoi occhi dannati si ricolmarono di affetto e il piccolo Riddle si sentì male. Lo faceva apposta, se lo ripeteva continuamente ma temeva anche il giorno in cui lei e Rafeus l'avrebbero trovato solo...allora avrebbe dovuto ascoltarli. Peccato che ogni sua speranza era andata in frantumi davanti allo Specchio della Verità di Caesar.
Uno specchio antico che sapeva rivelare ogni cosa, paure, sogni, verità e menzogne.
Andarono via in fretta, salutando a testa bassa e né Damon né Trix cercarono di approfondire l'argomento una volta vista l'espressione cupa del loro amico che voltandosi un'ultima volta aveva notato comparire uno strano sogghigno sul viso della sua sorellastra. C'era qualcosa di sinistro in quella donna...come se quel ghigno avesse pregustato una qualche trappola in cui i loro nemici avrebbero potuto cadere. Salutò Tom e se ne andò, continuando a sorridere e i tre maghetti senza aggiungere altro si accodarono con quelli del primo anno per raggiungere la Torre di Astronomia dove la Cooman li aspettava per la sua terza lezione ma la strana sensazione che presto sarebbe accaduto qualcosa non volle abbandonare il piccolo Riddle. Ne era sicuro ormai...stava per succedere qualcosa.

Il preside Silente invece quel pomeriggio ricevette una visita molto interessante.
Quella mattina il buon mago si era alzato con la strana sensazione che qualcosa si sarebbe risolto in bene quel giorno ma anche con lo sgradevole presentimento che qualcos'altro sarebbe andato in pezzi. Purtroppo non essendo Veggente non aveva potuto dare un nome a quella strana sensazione, almeno fino a quando la piccola Degona che passava molto del suo tempo con lui nel suo studio non gli diede un buon motivo per pensare.
Stava seduto in poltrona, verso le sei di pomeriggio e il sole stava cominciando a calare quando sentì alcuni tonfi dagli angoli della biblioteca a ferro di cavallo che abbracciava la sua scrivania. Si alzò e rimase di fronte a uno spettacolo meraviglioso. Una piccola strega alle prese con le sue prime magie.
- Hai visto?- gli sorrise Degona, in piedi in mezzo a tanti libri che svolazzavano - Li faccio volare quasi tutti io!-
Silente la raggiunse, poggiandole una mano sul capo. Si sentiva un po' come un nonno per lei e quella bambina gli ricordava molto sua madre. Guardando fra i tanti libri di magia che svolazzavano però, notò che alcuni di essi non erano sotto la telecinesi di Degona. - Tesoro...potresti bloccarli un solo secondo, per favore?- le chiese pacato.
- Io non lo so chi fa muovere gli altri.- disse Degona tranquilla e subito una decina di libri si afflosciarono dolcemente sul tappetto, poi la bimba indicò i tre libri rimasti in aria. Erano libri di favole...
Quando ricaddero a terra aperti, le pagine si animarono e sfogliando raggiunsero tutti più o meno la stessa illustrazione. Biancaneve che mangiava la mela avvelenata e cadeva in un sonno eterno.
- Degona, ti è capitato spesso?-
- Da un sacco!- rispose la bambina guardandolo fisso - La notte il mio libro si apre sempre su quella favola. Io cerco di chiederle perché urla tanto ma non la capisco. Mi fa solo vedere la mela di Biancaneve.-
- Lei?-
- Si. È una ragazza a urlare.-
- Gliel'hai detto a tua madre?-
Dena fece un piccolo broncio - Liz non vuole che io mi intrometta in queste cose ma la mamma sa sempre tutto.- e sorrise di nuovo, tutta orgogliosa della sua mamma. Da qualche settimana infatti non faceva che dire sempre a tutti quanto bella fosse Lucilla, quanto fosse dolce e quanto le volesse bene. Una gioia per il cuore di tutti, specialmente per Trista. Così Silente fece un sorriso bonario, felice finalmente che per Lucilla e quella bambina fosse arrivata un po' di pace. - Adesso andiamo a versare il thè va bene?- le propose.
- Il thè? Deve arrivare qualcuno?- cinguettò la bimba prendendolo per mano.
- Oh si...credo proprio che avremo visite fra poco.- e infatti, appena una tazza fu riempita e fumante, qualcuno bussò alla porta del suo studio. Silente fece sedere Degona sulla sua poltrona, poi fece entrare l'ospite. Sorrise normalmente quando Gazza fece passare una giovane donna dai capelli ricci e gli occhi dorati, avvolta in un mantello bianco.
- Signorina Granger.- Silente la raggiunse, prendendole le mani che lei strinse calorosamente - E' un piacere rivederla.-
- Preside.- sorrise la strega - Il piacere è tutto mio. Avrei tanto voluto salutarla domenica sera ma me ne sono dovuta andare via presto. Ora però sono qua.-
- Avanti cara, siediti.- le disse, indicandole la poltrona - Immagino che tu non conosca la figlia di Lucilla, vero?-
- No, purtroppo no.- Hermione Granger guardò la bambina e le porse la mano, sorridendole piena di gioia - Sono stata molto nel Golden Fields ma me ne sono andata proprio quando Degona ha cominciato a visitare sua madre. Piacere, io mi chiamo Hermione e sono una grande amica della tua mamma.-
Dena guardò la mano protesa, poi la strinse appena e subito ritrasse la sua, continuando a fissare con i suoi occhi verdi la nuova venuta. Non disse nulla, anche quando Silente e la ragazza cominciarono a parlare. Rimase zitta e attenta, ascoltando attentamente però ciò che le parole non dicevano.
- Dimmi cara, so che sei un'Auror ora.-
- Esatto.- Hermione annuì mentre Silente armeggiava con il servizio da thè - Vorrei darvi una mano.-
- Oh, certo...prendi sempre il thè con due zollette di zucchero e latte vero?-
La strega parve un secondo basita. Gli occhi celesti del preside la scrutarono così a fondo che dovette affrettarsi ad annuire e girò subito il cucchiaino nella tazza. Sorseggiò velocemente, tornando ad alzare il volto fiero - So che Harry e gli altri sono qua per darle una mano con Tom Riddle. Voglio essere di aiuto anche io.-
- Mi è stato detto che sei entrata a far parte degli Zaratrox.- il preside si appoggiò allo schienale, continuando a scrutarla celato dalle lenti a mezzaluna - Sei stata coraggiosa a cercare di salvare il bambino.-
- Dovevo un favore a Lucilla.- rispose la strega, portandosi la tazza alle labbra - E ora sono qui per aiutare di nuovo i miei amici. Presto andrò dal Capo degli Auror per farmi registrare legalmente come Auror attivo, così potrò prestare servizio da subito...perciò se lei mi mettesse a parte di tutti i vostri piani mi metterei immediatamente all'opera.-
- Non aspettavo altro.- rispose Silente, alzandosi e facendole strada - Vieni, ti porto dai ragazzi e potremo parlare di ogni più piccolo dettaglio una volta che sarete di nuovo tutti insieme. Loro ora vivono nella Torre Oscura e devo dire in tutta sincerità che faranno una vera festa quando ti rivedranno...-

Intanto, le due ore di lezione con la Cooman stavano finendo e c'era gente che ne aveva fin sopra i capelli, Damon a cominciare che era stato bombardato da quella rimbambita come se fosse stato una specie di messia. Trovarsi di fronte a un Veggente come lei era bastato a mandare la professoressa di Divinazione in brodo di giuggiole che però si ostinava a predire morti che Damon era più che sicuro non sarebbero mai avvenute, quindi quando uscivano dall'aula era sempre costantemente assediato da compagni che terrorizzati gli chiedevano se quelle previsioni erano vere.
- Ma tu guarda che razza di tipi.- rise Tom ma una volta sulle scale si voltò verso Trix che se ne stava aggrappata al muro, più pallida del solito - Ehi, tutto ok?- le si avvicinò, vedendola anche tremare - Trix non è che è da troppo che non mangi? Se vuoi ti porto da Tristan!-
- No, no...- sussurrò, aggrappandosi al braccio di Riddle - Non è quello...ho...io...soffro di vertigini!-
- Cosa?- Il maghetto sbatté gli occhioni blu - Tu soffri di vertigini?-
- Si...- alitò lei imbarazzata - Se guardo giù mi vengono i brividi e la nausea!-
- Ma...tu puoi volare. Puoi diventare un pipistrello!-
- Non l'ho mai volato. Mi trasformo quando ho paura e ci metto un sacco di tempo per tornare normale ma non ho mai volato! Morirei di paura!-
- E oggi sulla scopa come hai fatto?-
- Non me ne sono accorta, stavo litigando con quella Grifondoro cretina.-
- Senti, facciamo così...- Tom vide che Damon era ancora sommerso di gente, così le prese la mano e cercò di calmarla - Raggiungiamo il primo pianerottolo, ok? Tu continua a guardare me, poi aspettiamo Damon e insieme a lui vediamo di scendere con più calma. Aspetta, facciamo passare gli altri...- e appena diluita un po' la massa, iniziarono a scendere gradino per gradino, con Tom che quasi li percorreva al contrario, pur di non far vedere a Trix la tromba delle scale che andava sempre più in basso. Si fermarono al pianerottolo del quarto piano e finalmente li raggiunse Damon, seguito da Alderton che dopo aver tirato la sua frecciata sui mezzosangue se ne andò, altezzoso.
- Imbecille.- sentenziò Riddle scuotendo il capo.
- Che succede Trix?- Howthorne che come suo solito se ne fregava degli idioti, guardò la Diurna stranito.
- Ha paura delle altezze.- gli spiegò il Grifondoro - E non riesce a scendere veloce com'è salita.-
- Possiamo bendarla e portarla giù in spalla.- propose Damon - Ma così avrebbe il collo a portata di denti.-
- Oh, lo sapevo! Quella cretina vi ha detto che non ho mangiato!- sbuffò Beatrix rabbiosa.
- Dovrai pur nutrirti prima o poi no?- rispose il Serpeverde pacato - Ma se non vuoi fa come ti pare. Comunque dobbiamo scendere...dunque, facciamo come facevate prima. Una mano a testa, tu guardi noi e facciamo un gradino per volta. Il massimo che può succedere è che ci spacchiamo l'osso del collo, anche se non credo proprio.-
Tom ridacchiò, divertito da tutto quel casino. Sapeva che per Damon non era piacevole ma saperlo sempre informato sui pericoli mortali era sollevante per lui che si preoccupava tanto per Harry e gli altri.
Il problema arrivò quando raggiunsero finalmente le scale davanti alla torre Grifondoro.
- Oh, sei arrivato!- Cloe King stava su una scala che sembrava in procinto di cambiare posizione con un libro in mano - Damon, stacci più attento alle tue cose, cavolo! Non sono la tua schiava!-
- Brucialo, tanto è della Cooman.- rognò il ragazzo raggiungendola con Trix e Tom - Grazie comunque.-
- Di niente...oh...ma porca miseria!- imprecò la ragazzina, quando la scala si spostò davvero. Fece un mezzo giro e li portò al terzo piano, lasciandolo nel corridoio destro.
- Sbaglio o non dovremmo essere qui?- chiese Tom, vedendo che tutto era tetro e polveroso.
- Il preside non aveva detto che era zona vietata?- borbottò anche la King - Andiamo via prima che...- ma si zittì, trovandosi di fronte il tormento di quella scuola. Miss Purr con i suoi occhi vigilanti li puntava, miagolando a più non posso. Beatrix infastidita da quello sguardo severo le soffiò dietro di rimando, mettendo i canini in mostra e quella gattaccia arruffò tutto il pelo, terrorizzata. Sembrava che stesse per scappare via ma la voce di Gazza li raggiunse.
- Cavolo!- Damon afferrò le sue streghette per un braccio, tirandole - Andiamo, venite via!-
- Se ci prende siamo nei guai!- sibilò Tom correndo verso l'unica porta che svoltato l'angolo stava davanti a loro e come la mano che giunge direttamente dal destino, quella era la stessa porta che undici anni prima aveva nascosto un grande segreto. Anche adesso, dopo tanti anni, ne nascondeva uno altrettanto grande.
- Dannazione è chiusa!- sbraitò Damon tirando il chiavistello.
- Aspetta, togliti!- ordinò Tom risoluto e tirò fuori la bacchetta. L'agitò e dicendo: - Alohomora !- il lucchetto si aprì subito, lasciandoli passare. Richiusero il battente in silenzio e ci si pigiarono sopra tutti e quattro, ansiosi.
- Da dove l'hai preso quell'incantesimo?- sussurrò Beatrix.
- Nel manuale degli Incantesimi di Vitius, capitolo sette.- replicò Riddle a bassa voce - Sarà andato via?-
- Non lo so...no, aspettate è lì dietro.- disse Howthorne - Sento ancora dei miagolii...ma che rottura di palle! Guarda te se devono sempre chiudere tutte le porte a chiave in questa scuola della malora!-
- Bhè, c'era un buon motivo...- Cloe che sentiva meglio degli altri, era girata verso l'interno della stanza...e per una volta aveva perso la sua naturale baldanza. Pallida come un cadavere, alzò il dito e i tre ragazzini seguirono in linea d'aria il suo sguardo atterrito per trovarsi davanti ad altre quattro teste. Si, ben quattro, una più mostruosa dell'altra di un serpentone gigantesco tutto viola con una cresta sulla schiena. E dei denti da fare invidia a un dinosauro.
Quando se le ritrovarono davanti attaccarono a urlare tutti e quattro in sincrono e fecero appena in tempo a spararsi fuori come razzi da quella maledetta stanza prima di venire divorati. Richiuso il chiavistello con tutta la forza che la paura aveva scatenato in loro, si fecero indietro stretti a panino l'uno all'altro e l'unica soluzione che trovarono fu di correre come fulmini alla Torre Oscura. Spalancarono la porta, ci si chiusero dentro e vi si appoggiarono, ansando come mantici davanti alle facce stranite di tanti Auror. C'era tutto il gruppo di Jess, più Harry e gli altri.
Sembravano intenti nell'aperitivo mentre Tristan fasciava il fianco a Milo ma quando videro i quattro maghetti si bloccarono, straniti.
- Che facce.- disse Ron pacato - Che avete visto ragazzi?-
- Un...un...- Tom quasi non respirava, gesticolando frenetico - Un...un coso gigante!-
- Andiamo bene.- rognò Harry - Non potete essere più chiari?-
- Era un serpentone enorme!-
- Che noia...un altro Basilisco.- sbuffò Draco.
- No, no!- riprese Tom aggrappandosi alla cinta di Potter - Aveva QUATTRO teste!-
- Quattro teste?- Harry e Ron si scambiarono un'occhiata divertita - Ma dov'era? Al terzo piano vero?-
- Sapete cos'è?- sbottò Cloe sconvolta - Ma quando ci siete andati?-
- Mai.- rise Weasley facendoli sedere - Abbiamo tirato a indovinare. Così c'è un serpentone a quattro teste rinchiuso nel corridoio a destra del terzo piano. E magari stava anche sopra una botola.-
- Finiscila di tirartela!- scherzò Dalton mettendo via la Mappa del Malandrino - Avanti ragazzi, descriveteci bene questo affare gigantesco. Avete detto che aveva quattro teste e sembrava un serpente. Era anche viola con una cresta?-
- Si, sulla schiena.- alitò Trix che a differenza degli altri non doveva riprendere fiato.
- Lo sapevo!- sibilò Harry alzando gli occhi al soffitto - Lo sapevo! Che ci nasconde là sotto stavolta Silente eh? Se sopra ci ha messo un'Idra del Galles ci dev'essere qualche altra diavoleria.-
- Pronto?!- ironizzò Damon attirando di nuovo l'attenzione - Noi stiamo bene comunque eh? Grazie tante!-
- Mi sembrava di avervi detto di stare alla larga dai guai!- borbottò Tristan con aria falsamente severa.
- E' stato un caso, sul serio.- disse Cloe stanca morta.
- Se, dicono tutti così.- ironizzò Ron.
- May non c'è?- chiese il piccolo Riddle, guardandosi attorno.
- No, è andata da Orloff.- lo informò Clay, apparendo in quel momento sulla porta di collegamento fra il salone e le stanze da letto - Quel beota sta facendo affari coi francesi e ha bisogno dei cani da riporto, senza offesa per May!-
- La finisci di preoccuparti?- bofonchiò Milo, evitando accuratamente di guardare Beatrix - Vedrai che andrà bene.-
- Come no, specialmente quando vedranno questo.- sentenziò Tristan, stringendogli di più la fasciatura sul fianco sinistro - Ti avevo detto di non tornare da tuo padre ma tu non mi dai mai retta, accidenti a te!-
- Milo che t'è successo?- si preoccupò Tom - Stai bene?-
- Niente.- Morrigan alzò le spalle - I servi di mio zio Kronos e di Lucian mi hanno fatto un'imboscata e mi hanno lasciato un ricordino, ecco tutto. Ahi... cazzo Mc fa piano!-
- Kronos?- Damon e Cloe allargarono gli occhi - Tuo zio è Kronos Leoninus?-
- Già, salutate il principe reggente figlio di Lucian Leoninus.- frecciò Sphin divertito, evitando il pugnale che Milo gli lanciò dietro - Eddai, non si può mai scherzare!-
- Scherza su qualcos'altro!- sbuffò il Diurno seccato, rimettendosi la camicia - Dove mi avete messo la fiaschetta?-
- Te l'ho messa io in frigo.- gli disse Edward - E' con le altre buste di plasma.-
- Ecco, già che siamo qua...- Tristan fece segno a Trix di avvicinarsi, sorridendole mentre lei se ne stava testardamente in disparte - Dai Beatrix, non esagereremo te lo prometto. Avanti, dimmi...quand'è che ti sei nutrita l'ultima volta?-
- Perché?- chiese sospettosa - A lei che importa?-
- Esci per cacciare?- le chiese Jess.
- No.- sbottò la ragazzina, arrossendo ancora - Non sono capace.-
- E si può sapere come mangi allora?-
- Non lo faccio, ovvio.-
Milo tacque, continuando a sorseggiare tranquillo il suo sangue mentre gli occhi degli altri che lo supplicavano di dire qualcosa gli rimbalzavano addosso.
- Sai che se non ti nutri potresti diventare aggressiva?- le chiese ancora Tristan dolcemente.
- No attaccherei mai nessuno!- sbottò indispettita - Le ricordo che se non fosse stato per il preside io non sarei neanche voluta venire qua! Ci sono scuole apposta per i vampiri!-
- Si ma non per i Diurni.- sibilò Milo, alzando gli occhi gialli per guardarla finalmente in faccia.
Beatrix lo guardò astiosa, poi tornò a rivolgersi solo a Tristan - Le giuro che non attaccherò nessuno. Come immagino saprà anche se non bevo sangue non morirò. Diventerò solo debole ma non morirò, quindi stia tranquillo.-
- Sai cosa succede quando la fame ti dà alla testa?- la interruppe Milo con freddezza - Uccidi.-
- E immagino che tu lo sappia bene.- replicò la streghetta acidamente, strappandogli una smorfia.
- Ho più anni di te e so riconoscere quando un vampiro non mangia da un pezzo. Sarà almeno un mese che non ti nutri.-
- Pensa agli affari tuoi!- La Vaughn insorse rabbiosa, spaventando un po' Tom, Cloe e Damon - Non ho intenzione di andare a caccia e tantomeno attaccherò mai un sanguecaldo, su questo potete stare tranquilli!-
- Non puoi esserne sicura.- cercò di placarla Tristan - Guarda che è meglio bere una dose tutti i giorni che ritrovarsi affamati e fuori di testa col rischio di uccidere qualcuno dopo anni di astinenza, non credi?-
A quelle parole la ragazzina tacque, contrita. Il pensiero di poter perdere la testa la fece rabbrividire. Fin da quando era piccola erano sempre stati suoi parenti a procurarle sangue animale e non aveva mai attaccato un essere umano. Mai. La tentazione a volte era stata forte ma la sua anima di bambina le aveva sempre impedito un simile gesto. Ora però si sentiva debole, triste, chiusa in un posto dove nessuno la voleva...
- Sai trasformarti in un pipistrello?-
- Mi capita senza controllo.- sussurrò, cercando di essere gentile col professor Mckay. In fondo lui era stato l'unico a essere messo al corrente della sua situazione. Quindi il preside si fidava di lui. Oltre a Damon, Tom e la King.
Chissà perché ma non aveva mai confidato a nessuno il suo segreto e ora invece si ritrovava a condividerlo con tante persone. Era strano che degli umani fossero tanto buoni...e disinteressati alla sua natura.
- Cos'è?- disse la King all'improvviso, puntando lo sguardo verso al porta.
- Cos'è cosa?- riecheggiò Jess.
- No, ha ragione.- disse Clay, stranito - Sta arrivando Silente...e c'è qualcuno con lui.-
- Umano?-
- Si.- disse Harcourt - Ma non riconosco la sua magia.-
E l'umano sconosciuto si presentò poco dopo, affiancato dal preside Silente. Quando la videro, più di uno rimase a bocca aperta. Draco poi ricevette un tale colpo al cuore che credette di sentirsi male.
- Hermione!- urlarono quasi, quando la ragazza varcò la soglia con un sorriso.
- Ciao ragazzi.- disse calma - Sono contenta di vedervi.-
- Herm!- Tom che era il più vicino e che fu anche più rapido a riprendersi dalla sorpresa, si catapultò fra le sue braccia e la strinse forte, felice di rivederla - Non sai quanto eravamo preoccupati, ma si può sapere dov'eri finita?-
- Tom...- la strega gli carezzò i capelli, alzando subito lo sguardo sugli altri - Scusate, non volevo farvi spaventare.-
- Ma si può sapere dove diavolo eri?- urlò Harry Potter a quel punto, facendo sobbalzare tutti quanti tranne lei - Abbiamo passato quasi tre mesi d'inferno per colpa tua! Ma sei impazzita per caso?!-
- Se avessi potuto avvisarvi l'avrei fatto, cosa credi?- replicò lei con un sospiro - Ma avevo un demone alle costole.-
- Intendi Jeager?- le chiese Tom - Oh Herm, eravamo preoccupati! Il tuo orologio diceva che stavi morendo!-
- Il mio...- si zittì, poi sospirò e con un notevole sforzo andò a sedersi al tavolo, posando lo sguardo su ognuno di loro - Davvero, mi spiace ragazzi. Se avessi potuto mi sarei messa in contatto ma mi tenevano sotto controllo.-
- E non potevi venire da noi, cazzo?!- ringhiò anche Ron, battendo un pugno sul tavolo - Dio Herm, ma ti rendi conto di quello che abbiamo passato? Non sapevamo se eri viva a morta, non sapevamo neanche dov'eri! E poi all'improvviso saltano fuori tutti segnali che eri in pericolo e stavi per morire!-
- Saranno stati i Mangiamorte.- rispose gelida - Ho passato questi ultimi tempi a scappare da loro.-
- Lo sai dei Lestrange vero?- le chiese Tristan.
- Si, è per questo che è venuta.- s'intromise Silente fissando intensamente Harry e Draco - La signorina Granger è tornata per darci il suo aiuto.- e le passò bonariamente una mano sulla spalla - Così l'ho portata da voi. Vuole sapere ogni nostro punto di difesa e tecnica d'attacco, così da poterci finalmente essere di aiuto come un tempo. Nel mio ufficio abbiamo anche stilato la lettera per il signor Gillespie riguardo la sua registrazione nella tua squadra Harry. Se avete una piuma per firmare...- e dicendo questo, il vecchio sorrise in modo strano a Malfoy che dopo un lungo secondo si alzò come un automa, dirigendosi in camera sua. Prese il suo vecchio libro di incantesimi e quando tornò, sentì che la sua stessa domanda era anche nella mente di Potter.
Lo conosceva quello sguardo. Lui se n'era già accorto. Era furbo. Lo era sempre stato.
- Grattastinchi è a casa nostra.- le disse il moro di colpo, mentre lei rileggeva la lettera seduta davanti a loro.
- Meno male, sono contenta sia al sicuro.- rispose, senza neanche alzare lo sguardo.
- E Dray?- fece Ron - Non chiedi di lei?-
- Ma certo...pensavo solo che fossero insieme.- sorrise la ragazza e senza fare una piega davanti a Draco prese la piuma nera che Malfoy le porse, ben attento a non sfiorarla. Dopo avergliela data però rimase in piedi, mettendosi proprio alle sue spalle. Quando lo fece, Harry capì che era il segnale giusto.
- Bella piuma.- bofonchiò Silente di punto in bianco, sorseggiando altro thè - Mi sembra di corvo, o sbaglio?-
- Già.- lo seguì Harry mentre gli altri non capivano cosa stesse succedendo - Tu non eri un'esperta Herm? Quella piuma appartiene a un corvo normanno o a uno del nord?-
E Hermione Granger alzò la piuma, cadendo nella trappola. La guardò a lungo, senza sentire lo scatto metallico della lama della spada di Draco - Direi un corvo del nord...ehi, ma cosa...- tacque all'improvviso con un gemito strozzato quando Malfoy l'afferrò per i capelli, puntandole la spada alla gola.
- Cosa diavolo stai facendo Malfoy?- sibilò, sprizzando scintille dagli occhi.
- Draco ma cosa fai?- urlò anche Tom, sconvolto.
- E allora?- il biondo si abbassò al suo orecchio, con gli occhi argentei duri come acciaio - Dimmi un po'...di che corvo sarebbe questa piuma? Mi spiace per te...ma non hai studiato bene i ricordi della Granger perché questa piuma non appartiene ad altri che a lei!- e con rabbia la tirò in piedi, girandola e sbattendola sul tavolo dove ora anche Harry, Edward e Ron la tenevano sotto tiro - E un'altra cosa...- aggiunse Draco pieno di sprezzo - La mezzosangue non ha mai avuto quell'espressione compassionevole sulla faccia.-
- Dov'è Hermione?- sibilò Potter rabbioso - Dov'è lei?-
- Ma si può sapere che succede?- chiese Cloe preoccupata - Cosa state facendo? Non è la vostra amica?-
- No, è un Mutaforma signorina King.- le spiegò Silente - E ha preso la forma della vecchia amica del signor Potter con il semplice scopo di introdursi qui e cominciare a sfoltire un po' le file, vero?-
Come Tristan aveva già visto a casa sua, la voce di Hermione divenne all'improvviso quella di un'altra donna.
Le si dilatarono le pupille e quando aprì la bocca, fu Katrina a parlare.
"Salve miei signori...ma tu guarda, è così i miei padroni avevano ragione. Non è facile imitare la signorina Hargrave."
- Dimmi subito dov'è!- sibilò Draco puntando la spada alla gola del Mutaforma.
"Perché, signor Malfoy, dovrei fare una cosa tanto stupida?" ironizzò l'empatica, ovunque si fosse trovata in quel momento "Io sono solo uno strumento, non sono io a reggere i fili del gioco."
- Invece mi sa che è proprio il contrario.- replicò Harry rabbioso - E ora dimmi dov'è Hermione!-
"Non ci penso neanche occhi di giada!" lo prese in giro quella maledetta "Hermione Hargrave non ci ha causato altro che guai da quattro anni a questa parte. Se lei e quella sciocca di Linda Fulcher non si fossero messe in mezzo a quest'ora saresti già morto da un pezzo! Avevamo sperato di averla eliminata dalla faccia della terra ma a quanto pare quella piccola sporca mezzosangue continua a mandare segnali..." il Mutaforma ghignò, leccandosi le labbra "Bene, vorrà dire che stasera la faremo finita per sempre. Un saluto, bambino sopravvissuto...ci vedremo presto!" e senza aggiungere altro lo spirito di Katrina sparì dal corpo del Mutaforma che privato dell'energia vitale che lo manteneva in vita di accartocciò su se stesso e morì nel giro di pochi attimi. Sulla tavola rimase solo un mucchietto d'ossa.
- MALEDIZIONE!- urlò Draco, lanciando via la spada - Dannazione c'è sfuggita di nuovo!-
- Adesso calmati, un modo per trovarla ci sarà!- lo blandì Jess - Se non altro è ancora viva!-
- E' ancora viva? Hanno appena detto che l'ammazzeranno stanotte!- gridò Ron di rimando, agitatissimo.
- Insomma, adesso calmatevi accidenti.- li zittì tutti Tristan - Se urliamo non verremo a capo di niente!-
- Tanto non sappiamo neanche da che parte cercare, Cristo Santo!- disse Harry al limite - E fra poco morirà!-
- Forse...potete fare qualcosa...-
Si girarono, sentendo la voce debole di Damon vicino a Tom. I ragazzi lo fissarono a occhi sgranati, mentre Howthorne cercava di ricordare ogni più piccolo particolare dei suoi sogni - Non sapevo fosse la vostra amica...ma io la sogno da martedì scorso. Quando sono venuto qua con Tom devo aver toccato qualcosa di suo perché ora la sogno morire...e non mi è mai capitato di fare due volte lo stesso sogno.-
- Stai dicendo che è già morta?- alitò Harry sentendo il cuore venirgli meno.
- No...cioè...io non lo so!- ammise Damon sgomento - Ve l'ho detto, non mi è mai capitato di fare due volte lo stesso sogno ma ogni notte lei viene divorata da qualcosa. Se fosse morta non continuerei a sognarlo. C'è qualcosa...di piccolo che la morde e la graffia...- deglutì, facendo fatica a trattenere la nausea - E lei urla come una pazza. È come se morisse...e poi rinascesse continuamente.-
- Dio santo...- sussurrò Edward, con gli occhi sgranati - Ma che razza di maledizione è questa?-
- Stai dicendo che qualcosa la sta mangiando viva ogni notte?- sussurrò Ron, pallido come un lenzuolo.
- Si...- annuì il Legimors, tristemente - Io non sbaglio mai.-
- Dimmi dov'è!- sibilò a quel punto Draco afferrandolo per le braccia - Damon dimmi subito dov'è!-
Toccando quel ragazzino cominciò a risentire quelle urla nella testa. Erano vere! Erano vere! Per mesi lei l'aveva chiamato a squarcia gola e lui l'aveva ignorata! Qualcosa la stava uccidendo e lui l'aveva ignorata! Se solo le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato...se lei fosse morta si sarebbe ucciso per seguirla!
- Io non lo so!- replicò il futuro lord accorato, vedendolo del tutto distrutto dalla preoccupazione - E' al buio, sdraiata su un letto di pietra! Sopra di lei hanno appeso uno specchio ovale che riflette la sua immagine e strane luci fosforescenti...e poi ho visto solo quella cosa piccola...è mostruosa!-
- Dicci che mostro è allora!- lo incalzò Milo - Magari possiamo trovarlo!-
- E'...- Damon fece mente locale - E' basso. Sul metro appena. Ha braccia umane ma degli artigli orrendi, lunghissimi. Il viso è pieno di cicatrici. Non ha un occhio, l'altro è bianco mi pare...ha anche i capelli bianchi. Sono lunghi e...credo che abbia delle zampe di uccello al posto delle gambe.-
Finita quella descrizione, gli Auror e Silente rimasero nel più totale mutismo. Che razza di essere poteva mai essere quello? Che demonio stava con Hermione in quel momento?
- Doll ...-
Harry si voltò verso il piccolo Riddle che aveva le mani sulla bocca, come se stesse per vomitare.
- Doll.- sussurrò ancora, levando gli occhi blu lustri di lacrime sui suoi amici - E' Doll...è il demone puro più vecchio del mondo. È pazza! La tiene Demetrius nelle sue segrete!- aggiunse urlando come impazzito dalla paura - Harry la starà mangiando viva!- e si aggrappò alle sue mani disperato - Presto, dobbiamo andare immediatamente da Caesar! Hermione è nel Golden Fields, nelle segrete del castello di Demetrius!-
- Dannazione muoviamoci allora!- ringhiò Draco afferrando la spada che aveva scagliato via.
- Aspetta dove vai?- Tom cercò di fermarlo, invano - Se vai là Doll ti ucciderà! È invincibile!- ma Malfoy era già corso via e prima che potessero riacciuffarlo si era uscito dal campo della scuola e si era Smaterializzato via. Con lui presto partirono anche gli altri, mentre Tom fermò Harry appena in tempo.
- Dobbiamo andare da Caesar e la mamma, subito! Doll li ucciderà tutti! È pazza Harry! Solo Caesar e Demetrius possono salvare Hermione! Sono gli unici abbastanza forti, gli altri non ce la faranno mai! Ti prego, devi da venire Caesar! Presto!-
- Vai Harry, corri!- gli disse anche Silente - La vita di Hermione è nello scorrere dei secondi, avanti! Se avrete fortuna potrete tornare tutti qui sani e salvi!-
Il bambino sopravvissuto annuì, Smaterializzandosi via insieme a Tom ma facendolo, sentì il bracciale di platino al suo polso destro tirare leggermente. Draco...stavolta non avevano litigato ma aveva come l'impressione che avesse bisogno di lui. Mentre prendevano direzioni opposte, pregò con tutto il cuore che arrivasse in tempo...per salvarla.
Si, per salvare la persona che stava loro a cuore più di quanto avessero mai immaginato.

 
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