- Capitolo 25°

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view post Posted on 5/2/2009, 19:20

Arrivederci Presidente...

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- Ehi...sono qui! Ma dove guardi?-
Hermione si volse verso di lui, ruotando leggermente il busto. Gli occhi dorati ridenti, i capelli ricci contro il cielo azzurro, cominciò a saltellare come una bambina. Il vento arrivò a sollevarle il semplice vestitino bianco di veli, facendola sembrare un angelo.
- Guardami! È facile dai!- gli disse ancora, camminando in equilibrio su...un cornicione.
Draco Lucius Malfoy non riconosceva quel posto. Era giorno...e forse erano su una torre.
Lei camminava sul filo del parapetto, saltellava...e rideva. Rideva e lo chiamava.
- Mezzosangue! Scendi!- le ordinò accorato, tremando ogni qual volta lei posava il piede sui mattoni di pietra. Passo dopo passo, continuava a rischiare. E se fosse caduta...
- Che cos'hai amore?-
La vide sorridergli e quel sorriso gli gelò il sangue.
- Hai paura che cada?- chiese, sporgendosi un poco indietro.
- Hermione....no...- la supplicò, riconoscendo quello sguardo - Hermione, avanti! Dammi la mano!- e allungò il braccio verso di lei ma la strega scosse il capo, continuando a ridere col capo rivolto verso l'alto.
Sembrava una bambina che scopriva un nuovo gioco, un nuovo modo per far preoccupare i genitori.
Sembrava che...avesse già preso la sua decisione.
- Hermione...no! Dammi la mano, avanti!- la pregò ancora, avvicinandosi - Per favore, scendi!-
- Non aver paura, Draco.- gli disse lei a bassa voce - Dura solo un attimo.-
- Hermione...- singhiozzò.
- Ho le ali amore...ho le ali...- rise, facendo una giravolta su se stessa - E volerò a riprenderti!-
- Non davanti a me! - Non davanti a me...ti prego. Non ucciderti davanti a me. Non potrò prenderti per mano.
Non ce la farò più a raccogliere i tuoi pezzi, mezzosangue. Ti prego, resta con me.
Continuò a pensarlo, a urlarlo dentro di sé. E poi poté solo chiudere gli occhi quando la vide lasciarsi andare.


Draco scattò a sedere nel letto, gridando.
Passarono minuti interi ma il suo cuore non si placò. Continuò a battere come un tamburo e a fargli mancare il fiato nel buio, anche con la luna piena che incombeva dalla finestra nella sua camera.
Era grande e pallida. Tanto splendente che per un attimo gli parve finta.
Inspirò, poggiando il capo contro il ginocchio...poi automaticamente portò la mano alla sua sinistra.
May non c'era. Dov'era andata?
Toccò le lenzuola e le sentì appena tiepide.
Decise di scendere dal letto per andare a bere qualcosa. Gli sarebbe servito un pesante sonnifero o non avrebbe più chiuso occhio. Ormai quei sogni dannati si susseguivano da quando Hermione se n'era andata con Cameron.
Fosse andato avanti così ancora per molto sarebbe impazzito.
Nella sala principale della torre oscura c'erano le luci accese.
C'era Edward, seduto a tavola a fissare la mappa del Malandrino. Draco gli passò davanti, andando in cucina e quando tornò andò a sedersi di fronte a lui, aveva con sé un bicchiere di whisky e il portacenere.
- Hai visto May?- gli chiese, accendendosi una sigaretta.
Dalton non mosse gli occhi azzurri dalla mappa e ci mise un secondo prima di rispondere.
- Non riusciva a dormire ed è andata di ronda con Jess e Sphin.-
Malfoy scrutò per un attimo la sua espressione, poi si portò il bicchiere alle labbra.
- Qual è il problema?-
- Non ho voglia di litigare.-
- Nemmeno io.- disse Draco pacato.
- E allora non farmi domande di cui sai già la risposta.-
Continuando a fissarlo intensamente, il biondo si accese una sigaretta e gliela passò - Potter lo sa?-
- Si, a incazzarsi infatti se ricordi bene c'era anche lui stamattina.-
- Ma lo pensi sul serio?-
- Si.-
- Come mai così laconico?-
Edward stavolta ghignò - Come mai così loquace?-
- Non hai voglia di parlare con me in generale o solo per questa storia?-
- Solo per "questa" storia.- disse Dalton dando un tiro veloce e ciccando nel portacenere - Quindi, se non hai voglia di sentire allora è il caso che ti prendi un sonnifero e torni a letto.-
- Ho urlato troppo forte.- bofonchiò Malfoy, incurante - Ma non ho bisogno di una ripassata da uno come te.-
- Oh, così mi ferisci.- ironizzò l'altro sornione, con aria pigra - Fossi in te comunque terrei gli occhi aperti. È tua abitudine a quanto pare circondarti di gente pericolosa.-
- Stai cercando di litigare Dalton?-
Edward sogghignò, lasciandosi andare contro la poltrona - Ti sembro un tipo così semplice?-
- E io ti sembro così idiota da abboccare ai tuoi ami?- replicò Draco a tono.
- Voi due dementi avete finito di baccagliare?- ringhiò all'improvviso la voce di Harry dalle scale.
I due Auror si volsero a guardarlo con aria pacifica, ma Dalton se ne uscì con un'altra risatina perfida.
- Scusa Harry, non volevo invadere il tuo territorio.-
- Da quando a questo qua è venuto un carattere così fastidioso eh?- mugugnò Draco, finendosi il whisky.
- Ma che ne so.- rognò il moretto, andando a rubargli le ultime gocce di liquore, tutto spettinato come al solito - Allora? Si può sapere perché stavate facendo tutto quel casino? È successo qualcosa?-
- A dire il vero no...se non consideriamo i due studenti di Tassorosso che si stanno facendo allegramente in bagno.-
- E' questo che fai tutte le sere?- bofonchiò Harry - Fai il voyeur?-
- Che ci vuoi fare. Non posso più farmi le studentesse, sai?- ironizzò l'ex Corvonero.
- Allora? Di che parlavate?- sbadigliò lo Sfregiato, lasciando perdere quel maniaco e sedendosi con loro.
- Di niente in particolare.- Edward assunse un'aria innocente - E visto che sei sveglio, me ne vado a letto io. Non voglio immischiarmi nelle affari vostri ragazzi. Notte.- e con passo strascicato salì le scale per sparire di sopra. Una volta andato via Dalton, Potter cercò di capire qualcosa dalla faccia di Malferret ma dalla sua espressione scocciata dovevano essere caduti sulla questione che li aveva fatti scannare quella mattina.
- Non cominciare anche tu.- gli sibilò Draco, diventando subito più aggressivo.
E chi ci provava, pensò Harry disgustato. L'ultima cosa di cui aveva voglia era una rissa con quello spostato.
Naturalmente non riuscirono a scambiare neanche due frasi senza insultarsi e andò a finire che il serpentello se ne tornò in camera sua imbufalito, solo dopo aver mandato giù un altro bicchiere di whisky.
Che testa calda.
Potter sospirò e si mise a guardare la mappa, incurante dell'irritazione provocata dai ricordi di quella mattina.
Forse Edward aveva esagerato ma era innegabile che con Hermione, lui era sempre stato quello con maggiore buon senso e lucidità in quei casi. Se aveva mancato di sensibilità, cazzi di Malfoy, continuava a dirsi.
Eppure c'era ancora qualcosa che non quadrava. No, non poteva essere...
Era assurdo .
Erano le sei di mattina quando il gruppo cominciò a rientrare. Prima tornarono a rapporto Ron e Clay, poi Jess e Sphin.
- E May dov'è?- chiese Potter, passando il caffè a Weasley che altrimenti non carburava.
- L'ho vista solo verso l'una.- l'avvisò Eastpur - E' venuta da me e Jess, poi ha detto che andava a controllare in giardino e le mura di cinta. Se non la vedevamo più, ha detto di avvisarti che andava a rapporto da Orloff.-
- Mamma mia, che rapporti scrupolosi.- disse Edward, andando alla porta. Evitò gli sguardi silenziosi dei compagni e così se ne andò a spasso per la scuola mentre gli altri facevano colazione.
Verso le sette si svegliò anche Gigì che, dopo aver dato il tormento a tutti, si rimise a controllare la mappa, sua nuova occupazione. - E' per stasera la festa di Halloween?- chiese, con voce acuta.
- Se, a quanto pare.- ironizzò Ron scoccando un'occhiataccia al suo migliore amico - Che peccato che questa volta non ci faremo due risate come al solito. Un vero peccato.-
- Già,- borbottò Harry con aria innocente.
- Spero tu non abbia in mente niente di bastardo.- sentenziò Jess guardandolo male.
- No, non posso certo farvi scherzi ora che non siete più studenti. Era divertente solo anni fa.-
- Quindi adesso li hai fatti a Tom, vero?- lo corresse Clay scuotendo il capo.
- Oddio Harry, ma sei un vero bastardo sadico e perverso.- si schifò il rossino - Lo farai stancare già di mattina presto!-
- Non è mica di vetro Dio santo!- sbottò Potter - E poi non ho ancora sentito strilli e bestemmie di nessun genere.-
- Ma si può sapere che gli hai fatto?- s'interessò Sphin.
- Gli ho riempito la camerata di palle di varie dimensioni.- ghignò quell'essere infingardo come pochi.
- E impedito com'è il mostriciattolo gli farai spaccare la faccia.- sbuffò Draco - Dio Sfregiato, non cambi proprio mai.-
- Non cercartele Malferret.- l'avvisò l'altro con un ghigno.
- Prova a fare qualsiasi cosa e giuro che stavolta ti sgozzo sul serio!-
E mentre alla torre oscura si discuteva di scherzi e massacri, a Grifondoro c'era qualcuno che appena sveglio aveva messo un piede a terra e si era spaccato la faccia.
Tom Riddle si mise a sedere un pelino intontito dalla botta e guardandosi attorno si sentì male.
C'erano palle ovunque! Colorate, di gomma, grandi, che suonavano, con facce e denti per mordere...un disastro!
- Ma che roba è?- si sconvolse Cloe, quando arrivò sulla soglia a svegliare Riddle.
- Questo è Harry.- disse il maghetto disperato - E' stato lui! Si diverte sempre così ad Halloween!-
- Dai, cerca di venire via da lì!- disse la Sensistrega, cercando di farsi largo senza cadere.
- Ci ho già provato tre volte.- pigolò - E ho tre lividi in testa!-
- Dio se sei impedito Riddle!- sospirò Cloe scuotendo il capo.
E non aveva tutti i torti. Per uscire dalla camerata ci volle l'aiuto di Martin e Bruce e alla fine Tom aveva la fronte ridotta a un unico cerotto. Dovettero saltare la colazione per arrivare in tempo a Trasfigurazione e la Mcgranitt, che aveva capito che razza di beota fosse, aveva sorvolato sulla sua faccia devastata.
Visto che stava interrogando, Damon e Trix si girarono indietro verso Tom e Cloe per guardare divertiti la fronte viola del maghetto. Ridendo e scherzando, il piccolo Riddle ebbe modo di raccontare che la giornata delle bastardate per Harry era solo all'inizio. E meno male che non c'era Hermione!
Se non altro Tom non parve risentire molto dalle cadute quando la Mcgranitt lo chiamò per l'ultimo turno.
Rispose correttamente a ogni domanda teorica e per lui fu facile anche la pratica, tanto da meritarsi una E pulita.
All'ora di pranzo, finita la lezione con Vanessa Lestrange che li aveva fatti esercitare a scoprire fatture su oggetti casalinghi, Tom raccolse le sue cose sotto lo sguardo stranito della sorellastra. Forse anche lei si stava chiedendo se fosse passato sotto uno schiacciasassi ma il piccolo dubitava che gliele fregasse davvero qualcosa.
- Certo che ha delle idee niente male.- ghignò Damon una volta fuori dall'aula.
- Mio fratello ha detto che alla festa di Halloween di quando era al settimo anno, Harry ha fatto scoppiare gli Incantesimi Antincendio nella Sala Grande dove c'era la festa.- ridacchiò leggermente la King.
- Per te Potter potrebbe anche mettersi a ululare nudo alla luna e ti andrebbe bene comunque.- frecciò Trix.
- Si, è vero.- ammise la biondina tranquilla - Per me resta un mito.-
- Un mito alquanto sadico!- sbuffò Tom toccandosi la testa dolorante - Se lo prendo gliene dico quattro!-
- Sono undici anni che gli bestemmio dietro.- gli disse Ron, apparendogli accanto - E non serve a un tubo.-
- Oh ciao!- lo salutarono i quattro in coro - A te ha già fatto qualcosa?-
- Che ci provi!- sibilò il rossino - Stavolta io e Malferret siamo pronti. Comunque voi quattro state attenti ok? Ad Halloween in questa scuola succede sempre qualcosa di strano.-
- Presentimento?- indagò Damon sospettoso.
- No, peggio. Tradizione.- ironizzò l'Auror sarcastico - Ci vediamo oggi pomeriggio dopo le lezioni. Ah Tom! Tristan mi ha detto che oggi Liz deve tornare a Londra per una commissione, quindi Degona starà alla torre con noi. Se vuoi venire puoi portare anche i ragazzi.-
- Certo, senz'altro.- sorrise il piccolo Riddle felice - Vengo per le tre, dopo la lezione con Ruf!-
- Ci saremo anche noi!- aggiunse Cloe irruente come suo solito - C'è anche Harry vero?-
- E per c'è la merenda immagino.- cinguettò Trix più affamata che altro.
- Come no, piccoli approfittatori.- ghignò Ron scuotendo il capo - Dai, filate a pranzo. Ci vediamo più tardi.- e senza una parola trapassò il muro dell'aula di difesa, lasciando a bocca aperta tutti gli studenti che passavano.
- Certo che la Smolecolarizzazione è davvero utile.- borbottò Howthorne - Ti salva la pelle qua dentro.-
- Bastasse quella.- rognò Tom sospirando mesto - Dai, andiamo. Ho fame!-
Il pomeriggio trascorse insolitamente tranquillo. Perfino Silente aveva tanto sperato in qualcuna delle trovate di Harry ma restò a bocca asciutta, anche se non perse del tutto le speranze quando alle due cominciò a vedere delle palline da golf che facevano una parabola dalla torre oscura verso le finestre dell'ufficio di Gazza.
E infatti, dalla torre oscura c'era Potter che si era fatto apparire un green e da lì giocava al tiro al bersaglio.
- Credimi, è terapeutico.- diceva, rivolto a Jess che stava seduto dietro al suo quadratino d'erba - Una volta l'anno mettersi a fare scherzi è una vera goduria!-
- Dai, avanti...che hai combinato ai ragazzi?- gli chiese Mckay - E non dirmi niente perché non ci credo.-
- Far tremare Ron e Malferret non ha più gusto da qualche anno.- si limitò a dire Harry, nascondendo gli occhi verdi.
Già, pensò Jess intristendosi senza darlo però a vedere. Hermione era sempre stata la sua compagna di scherzi e ora che lei era via e stava in quelle condizioni, Potter portava avanti la loro tradizione solo per abitudine.
Si vedeva che il suo umore allegro non era poi così solare come voleva dimostrare.
Nella sala riunioni invece Edward, Ron e Draco stavano solo aspettando con i sensi in allerta. Non capivano cosa stesse aspettando quell'imbecille. Praticamente scattarono poi con le bacchette in mano quando May aprì la porta.
La ragazza fece un balzo indietro, spaventata da quello scatto.
- Ma che diavolo vi prende?- alitò, guardandoli allibita.
- Oh, ma sei tu...- sospirò Ron.
- Grazie per la calda accoglienza.- ironizzò quella, passandosi una mano fra i capelli - Tutto bene?-
- Noi si...- fece Draco guardandola attentamente - Tu invece sei pallidissima. Che è successo?-
- Non ho dormito e al Ministero c'erano i francesi. Mi hanno trattenuto a lungo e Orloff non ne voleva sapere dei miei rapporti. Sono a pezzi.- si limitò a dire, versandosi due dita d'acqua brillante con mano malferma.
Malfoy lo notò ma sul momento non fece domande. Quando lei andò a cambiarsi fece in modo di raggiungerla poco dopo con una scusa ma la trovò rannicchiata a letto, col capo affondato nel cuscino.
- Ti senti bene?- le chiese, posandole una mano sulla fronte. Era tiepida.
- Si, sto bene.- May cercò di sorridergli - Sono solo stanchissima, te l'ho detto. Orloff mi sta massacrando. E voi invece? È successo nulla di nuovo?-
- Niente di particolare, a parte che lo Sfregiato medita scherzi infami per stasera.- bofonchiò, sdraiandosi accanto a lei e prendendola fra le braccia. Appena lo fece, May si strinse al suo petto e alzò il viso per baciarlo.
E accadde si nuovo. Draco sentì che tutto il mondo svaniva. C'era solo May...lei soltanto.
Hermione per prima si faceva lontana, distante.
Cosa significava? Forse...forse dentro di sé anche se non lo ammetteva stava cominciando a sentire May più vicina della Granger. Altrimenti come poteva esserci sempre la sua Osservatrice nella sua testa?
Sotto le dita, a contatto coi vestiti, sulla pelle, negli occhi, nella testa...
C'era May. Solo May.

Harry era tornato al lago, attraversando Hogwarts con falcata lenta ma calibrata.
Assaporava l'aria, rivedeva ricordi. A ogni angolo, rivedeva se stesso.
Le immagini si rincorrevano come flash, danzavano colorate e sparivano per il tempo di un istante.
Inspirò a fondo, varcando corridoi e porte, infine scendendo nel giardino della fontana.
Tutto era rimasto uguale, si ritrovò a pensare per la prima volta da quando era tornato.
Forse però ora avrebbe dovuto vedere quelle mura in modo diverso. E invece....tutto era come prima.
Questo non fece altro che farlo sorridere amaramente, mentre col pensiero correva a Tom.
Ogni giorno che passava non faceva altro che confermargli quanto fosse rimasto legato a quel luogo, quanto in realtà Harry Potter non fosse un Auror, ma ancora uno studente.
Quel nodo dentro di lui sarebbe sempre rimasto irrisolto? Era il rancore che gl'impediva di scioglierlo?
Senza accorgersene raggiunse la casa di Hagrid, sorridendo nel vedere Fierobecco stravaccato fra le zucche, con la pancia piena e l'aria beata e contenta.
- Harry ciao!- lo salutò Hagrid, apparendo sulla soglia - Cosa fai lì fuori? Vieni dentro che fa freddo!-
Potter solo allora si accorse del cielo plumbeo e del vento che si era alzato sibilante. Avvolto nel suo mantello, entrò nella casa tanto calda e accogliente del Custode di Hogwarts, senza più stupirsi della grossa lumaca gigante che ancora troneggiava dentro alla sua cesta coi ferri e i gomitoli.
Hagrid lo stordì di chiacchiere e lo scaldò con un grande bicchiere di brandy, facendole sentire meglio ma quando tornò all'aperto, quel freddo e gelido vento tornò a infilarglisi nelle ossa, inoltre il suo bracciale di platino cominciò leggermente a vibrare. Produceva un suono flautato che non aveva mai sentito prima.
Certo che quell'affare dimostrava di avere delle strane capacità. Una volta quello di Draco aveva anche fatto le bolle nella vasca da bagno...
Incurante dei problemi di Malfoy, visto che tanto era uno che non amava intromissioni, andò a sedersi al lago per far passare le ore. Alle cinque di pomeriggio, cominciò subito a fare buio.
- Brutti pensieri Harry?- gli chiese una voce conosciuta alle spalle.
Il moro si volse appena sopra alla spalla, scoccando un mezzo sorriso a Silente che lo raggiunse bardato in una delle sue tuniche cangianti dai ricami argentati. Andò a sedersi accanto a lui, sul tronco caduto dove s'incontravano Damon e Tom e il vecchio preside sospirò bonariamente, riconoscendo quella luce negli occhi verdi del suo vecchio allievo.
- Mi dica...io le sembro cambiato?-
Silente sorrise, poggiando entrambi le mani al suo bastone nodoso da passeggio.
- Harry, la domanda è...desideri davvero cambiare?-
Potter levò un sopracciglio, sorridendo col vecchio mago.
- Prima o poi tutti devono crescere. A volte mi sembra di essere rimasto fermo a sedici anni.-
- Quindi...al giorno in cui hai ucciso Tom, vero?-
Annuendo, il bambino sopravvissuto tornò a quel giorno. A quel giorno lontano in cui aveva trapassato Lord Voldemort con la spada di Godric Grifondoro...e poi l'aveva spinto oltre il velo. Lo stesso velo in cui era caduto Sirius.
Quel giorno...tutto era finito. La vendetta era finita. Ed era iniziata un'altra sensazione. Un'altra vendetta.
Lui sentiva di aver perso qualcosa quando Voldemort era morto.
Insieme al suo nemico era andato perso anche qualcosa di lui.
- Il vero problema...mi è stato sbattuto in faccia quando Tom è arrivato a casa mia.- sospirò, passandosi le mani fra i capelli - Quando l'ho visto la prima volta...in un qualche modo sono subito riuscito a capire chi fosse. Da quel giorno non ha fatto altro che continuare a guardarmi sempre in un modo che io...non riesco a reggere. Lui mi guarda...e io mi sento morire. Quel bambino mi ricorda com'ero io...e ora guardo come sono ora. Una volta mi ha detto che secondo lui era destino che noi due fossimo obbligati a stare insieme. Lui crede che sia lo sconto che mi doveva suo padre.-
- E tu cosa credi?-
- Io credo che quel suo sguardo per me non durerà a lungo.- Harry sollevò gli occhi verdi sul preside, sentendosi accartocciare il cuore - Io credo che un giorno lui mi odierà. Voldemort uccise i miei genitori. Io ho ucciso lui. Io ho ucciso i genitori Tom... e lui un giorno farà quello che è destino che faccia. Mi odierà. E io sarò pronto.-
- Lo pensi davvero?- sussurrò Silente, accendendosi indolentemente la pipa - Pensi che il suo affetto per si sublimerà così in fretta?-
- So solo che lui non è come me.- ammise il giovane Auror tornando a guardare il cielo - Lui è migliore di me. È buono, gentile. Sa sorridere e essere felice. Ma non farò nulla quando verrà da me per vendicarsi.-
- Provi rimorso?-
- Per aver ucciso Voldemort?- ghignò all'improvviso - No. Ed è in questo che siamo diversi. Io vivevo di vendetta. Lui non ne sarebbe in grado. È in questo che siamo differenti ma nulla cancella il fatto che presto lui sarà grande e comincerà a chiedersi perché prova ammirazione e affetto per quello che ha ucciso suo padre, nonostante quello che Voldemort ha fatto. Tom sa chi era suo padre, sa chi era Bellatrix. Ma questo non può impedire a un figlio di provare amore per i suoi genitori.-
- Quindi sei fermamente convinto che la vendetta di coloro che hai privato della famiglia sia d'obbligo, vero? E cosa mi dici di Draco? Come va fra voi due?-
- Malfoy...- Harry scosse il capo, paziente - Io e Malfoy viviamo ancora in due mondi diversi.-
- Perdonami ma i due ragazzi che ho davanti oggi sono diversi dai bambini di ieri.- bofonchiò il preside con una risatina, espirando il fumo ad anelli concentrici - Avanti, dimmi...anche lui dovrebbe vendicarsi secondo te?-
- Che faccia quello che gli pare, per stargli appresso a volte mi viene il mal di testa.- sentenziò seccato - Mi fa impazzire. Sono undici anni che mi dà il tormento!-
- Credo che potrebbe dire la stessa cosa, no?-
- Preside, per favore...è la stessa cosa con Tom. Io e il biondastro non potremo mai andare d'accordo. Questo a dimostrarlo.- e alzò il polso destro, con un grugnito - Andrà così per sempre temo. Al mondo ci sono persone incompatibili e basta. Ormai me ne sono fatto una ragione.-
- E lui che dice di questa storia?-
- Lui non dice.- ironizzò Harry sarcastico - Lui sbraita e lancia maledizioni. Oppure sta zitto e m'ignora.-
- Un tempo c'era un cuscinetto solido fra voi due. Quel cuscinetto vi ha legato in passato...forse potrebbe legarvi ancora e poi la signorina Granger non è mai stata tipo da arrendersi.- rise il vecchio, divertito.
- Temo che Hermione abbia ben altro ormai per la mente.- ammise Potter - Ho tante domande da farle. Tante cose che vorrei chiederle e che non riesco a capire.-
- Nessuno capisce sempre fino in fondo ciò che fa. E tu dovresti saperlo bene.-
- Si ma ho fatto le mie scelte.- concluse l'ex Grifondoro con sguardo intenso e perso al tempo stesso - Come lei stesso mi è detto non è il nostro nome o le nostre capacità a stabilire chi siamo. Sono le nostre scelte...e io ho preso la via più facile, vendicandomi.-
- La vendetta non è la via più facile Harry. È quella più tortuosa, semmai.-
- Se, infatti ci sono inguaiato ancora adesso.- frecciò, alzandosi con stanchezza - E a quanto pare non se ne esce!-
- Sono sicuro che fra un po' di tempo vedrai le cose meno fosche di quanto ti appaiano adesso.- lo assicurò Silente, alzandosi a sua volta arzillo come suo solito - E poi non dovresti rompere vecchie tradizioni. Sarai diventato un Auror ma mio padre una volta mi disse che non bisogna mai sopprimere lo spirito del bambino che è dentro di noi.-
- In altre parole mi sta chiedendo di andare avanti con gli scherzi di Halloween?- ridacchiò il moro, incamminandosi al suo fianco - Credevo che dopo il settimo anno ne aveste tutti basta!-
- Oh, ti assicuro che la professoressa Mcgranitt non ha più trovato allievi come te.-
- Certo, certo...e la vecchia serpe anche, immagino.-
- Il professor Piton ha i suoi difetti come ognuno di noi Harry.- mormorò il vecchio preside - E anche i suoi pregi. Comunque credo che negli alunni del primo anno troverà pane per i suoi denti. Anzi...tutti noi troveremo pane per i nostri denti. Ci metto la mano sul fuoco.-
- Parla di Tom e i tre che gli vanno appresso, vero?- ghignò Potter - Si, ho notato che hanno lo spirito giusto.-
- E in fondo è proprio lo spirito che è la cosa più importante, no?-
Si. Lo spirito...l'orgoglio del grifone, la vanità del serpente, l'intelligenza del corvo e la lealtà del tasso.
Lo spirito era sempre in loro. Bruciava nelle fiamme e gioiva nelle sfide.

Lo sentiva il ruggito del grifone dorato. Lo sentiva sempre. E questo in un modo o nell'altro lo rasserenava.
Doveva solo aggrapparsi a quello. Poi per ciò che sarebbe successo fra lui e Tom...erano nelle mani del destino.
- Un'ultima cosa.- gli disse Silente, prima di lasciarlo davanti alla torre oscura - Come ti ho detto ho messo al sicuro qualcosa di molto importante nel corridoio a destra del terzo piano. Saprai anche cosa ci fa la guardia...ma voglio che tu vada a vedere cosa dobbiamo proteggere coi tuoi stessi occhi. Però devi farlo da solo. Promettimelo. Vai laggiù da solo. E fino a quando non sarà il momento, non portare con te nessun altro. Tom meno che mai.-
Rimasto solo, Harry ripensò a quelle parole. Cosa c'era stavolta nei cunicoli del castello?
Cos'era che Silente proteggeva così gelosamente? E perché doveva andarci da solo?

La grande cena di Halloween fu come sempre un grande evento. Gli studenti si ritrovarono di fronte al sontuoso banchetto delle case e non poterono fare a meno di abbuffarsi fino a restare parecchio insonnoliti.
Il coro della scuola cantò e poi finalmente i ragazzi furono liberi, visto che il coprifuoco quella notte era stato spostato per le undici...a parte per due squadre di quidditch. La mattina dopo ci sarebbe stato Tassorosso contro Corvonero e come sempre i primi ne avrebbero prese un sacco, anche perché a quanto si diceva, Corvonero era diventata molto forte negli ultimi anni.
Tom comunque non badava molto alle chiacchiere dei compagni. Lui aveva passato un bel pomeriggio con Degona e i ragazzi alla torre oscura ed era stato benissimo. Degona assomigliava tantissimo a Lucilla, almeno di aspetto, perché aveva la parlantina tipica di Tristan e Jess, inoltre esternava i suoi sentimenti e specialmente il suo affetto in modo molto esplicito, cosa che sua madre non si era mai sognata di fare.
La bambina l'aveva subito abbracciato, senza perdere tempo a chiarire come mai lui chiamasse mamma Lucilla e gli aveva chiesto se poteva chiamarlo "fratellino"...e a Tom non era passata neanche per l'anticamera del cervello l'idea di dire no. Il pensiero dell'affetto incondizionato di Degona lo fece sorridere e Cloe che gli stava a fianco se ne accorse.
- Finalmente.- disse sorniona - Credevo quasi che avessi una plastica facciale ferma sulla posa corrucciata.-
Riddle rise con lei, alzando le spalle e contento che la King fosse così attenta al suo umore.
- La figlia del prof è davvero una meraviglia.- continuò la streghetta, finendo la sua torta al limone di cui andava matta - Ma con un padre così non potevo aspettarmi niente di meno. Il prof è davvero una brava persona.-
- Già. Anche Lucilla.-
- Posso farti una domanda però?- gli chiese Cloe alzando un sopracciglio - Tua madre è una demone, questo è risaputo. Ma allora com'è possibile che sua figlia sia un'umana normale come noi?-
- Questo a Lucilla non l'ho mai chiesto.- disse Tom con un sospiro - Sai, per lei è stato un periodo difficile...dopo la nascita di Degona intendo, e non le ho mai chiesto cos'abbia fatto per lasciare la bambina solo con la sua parte interamente umana, perché lei è come noi a tutti gli effetti.-
- Bhè, non sappiamo...magari crescendo dimostrerà di avere qualche dote particolare, no?-
- Draco mi ha detto solo che parla con lui quando diventa serpente quindi...-
- Cosa ti ha detto Malfoy?- si sconvolse l'altra senza capire.
- Draco è un Animagus. Diventa un serpente...e Dena ci parla anche così, quindi è Rettilofona.- le spiegò meglio il maghetto - Come me.- aggiunse, poi, arrossendo vagamente. Cloe però non fece una piega, se non guardarlo storto per il suo imbarazzo - Finiscila, non c'è nulla di cui vergognarsi!-
- Bhè, tutti pensano che sia una dote malvagia.-
- E allora TUTTI sono degli idioti!- sbraitò seccata, mangiandoselo vivo - Non dire sciocchezze, la gente non capisce niente! Io non vedo cosa ci sia di male! Come non c'è niente di male nel vedere la morte!-
- Stai di nuovo sparlando di me duchessa?- frecciò Damon, raggiungendoli in corridoio in quel momento.
- No, cercavo di far capire a questo testone che la gente non si fa mai gli affari suoi!-
- Te compresa, vero sorella?- ironizzò Trix sarcastica.
- E sta zitta superoca!-
- Ci vieni alla partita di domani, vero?- bofonchiò Damon verso Riddle, mentre le due ragazze litigavano fra loro.
- Si, certo.- annuì Tom, appoggiandosi alla parete con la schiena - Quanto siamo attualmente?-
- Corvonero in testa. Serpeverde, voi e Tassorosso.-
- Se quei dementi di battitori non si danno una mossa finiremo in fondo alla scala sociale.- sentenziò Cloe seccata - L'ultima volta ci avete battuto solo perché i nuovi arrivati dormono sulle scope!-
- Credi King?- ridacchiò malignamente Fabian Alderton, passando vicino a loro con Fern Gordon e i loro amici - Secondo me vi abbiamo battuto perché siete i soliti incapaci. L'hanno scorso avete vinto per un soffio! Non ci fossero Foster e tuo fratello a guardargli le spalle stareste freschi!-
- Ma perché non ti butti giù dalla Torre di Astronomia, eh?- rispose Cloe indignata - Voi invece siete sempre i soliti bari. Se non altro quest'anno non sono ancora volati bolidi manomessi! O sbaglio? Ah no, aspetta...è così che Samantha Straus è caduta dalla scopa quando giocava contro tuo fratello, vero?-
- Non so...posso provare a chiederlo a lui.- frecciò Fabian ironico - E tu Riddle?- chiese, cambiando tono - Sai giocare?-
- Io? Non molto.- disse Tom alzando le spalle - Perché?-
- Perché coi Grifondoro sei sprecato.- sentenziò Fern Gordon con voce acida - Andiamocene! Sono dei perdenti!-
- Certo.- ghignò Alderton - Noi ci vediamo al dormitorio Damon. Mi devi una rivincita.-
- Contaci.- e dopo che Howthorne ebbe risposto, il gruppetto finalmente se ne andò lascia i quattro a borbottare maledizioni neanche tanto a voce bassa.
- Che rivincita?- chiese Cloe, poco dopo.
- Il nostro lord sa usare bene le carte, vero?- insinuò Beatrix con un sorrisino melenso - Damon sta ripulendo tutto il dormitorio, perfino quelli del settimo.-
- Razza di baro.- si schifò la biondina con un sospiro.
- Figurati, baro solo con te.- fece Damon sornione - Cambiando argomento, perché non ho voglia di sentire paternali, qualcuno di voi ha visto Draco in giro? Ci dovrei parlare un attimo...a meno che non sia intento a staccare il collo a Potter. Non si sa mai, non vorrei disturbarli...-
- L'ultima volta che li ho visti tutti insieme erano in fondo alla Sala Grande con Jess e Clayton.- gli disse Tom con uno sbadiglio, visto che era sazio e non aveva dormito bene la notte prima a causa di strani sogni incomprensibili - E poi devono essere andati in bagno, a controllare che la Camera fosse chiusa.-
- La Camera?- fecero gli altri tre sbattendo gli occhioni - Quale Camera?-
- Ecco...-
Il piccolo Riddle stava per spiegare quando un'esplosione di fumo fosforescente invase l'intero corridoio isolato del primo piano, quello degli inospitali bagni di Mirtilla. Incuriositi e preoccupati, i quattro raggiunsero l'angolo insieme a molti altri studenti giusto in tempo per sentire una bestemmia colossale.
Dal bagno uscirono Ron Weasley, Draco Malfoy, Edward Dalton e May Aarons...tutti completamente coperti di vernice rosa e brillantini.
- Quello stronzo io lo uccido!- urlò Malfoy non appena si fu tolto il mantello - Ci ha mandato apposta a controllare! E io idiota che dopo undici anni ancora ci casco! Ma con questa ha chiuso! È finito! Potter se mi senti sei morto!-
- Ragazzi...- chiese Tom timidamente avvicinandosi - Ma...state bene?-
- Benissimo!!- ringhiò Ron scrollandosi i capelli - Ti avverto, stai per rimanere orfano di un padrino!-
- E' stato Harry?-
- E chi altro?- rimbrottò May tutta coperta di vernice anche dentro al corpetto - Dev'essere stato a controllare il cunicolo della Camera prima di noi e ha collegato l'apertura ad alcuni gavettoni magici di questa vernice!-
- Che razza di imbecille...- si schifò Edward, cominciando a lavorare di bacchetta per ripulirsi.
- No, l'imbecille sono io che ancora gli permetto di respirare!- continuò a sbraitare Draco - Dite tutti quanti addio al bambino sopravvissuto!-
- Guarda che se non stai attento quel coso si rimetterà a lavoro.- frecciò Ron perfido.
- E sta zitto Donnola. Gli mozzo la mano al polso adesso e vedremo se quest'affare avrà ancora lo stesso effetto!-
- Sarà meglio andare a farci un bagno.- propose May disperata - Questa roba non viene via!-
- Gli faccio il bagno nell'acido a quello là!- e Malferret andò avanti a maledire il suo nemico numero uno per tutto il tempo che ci misero a tornare alla torre oscura, ma una volta giunti lì non trovarono né Harry...e tantomeno la Mappa del Malandrino. Non era più sul tavolo della sala principale...
- Dov'è finita?- sibilò Edward, facendosi subito cupo.
- Non so...l'avrà presa Harry.- gli disse Ron tranquillo - Che c'è? Tranquillo...-
- Tranquillo un accidenti.- replicò Dalton insolitamente duro - Gigì! Gigì dove sei?-
La fatina stava nel suo alveare, dormicchiando, ma enne svegliata bruscamente e nel dare risposte fu parecchio evasiva.
- Ma si...- sbadigliò, svolazzando svogliatamente davanti al naso dell'ex Corvonero - Ha detto che andava da qualche parte ma non ho capito dove. Ha detto anche che sarebbe tornato prima di mezzanotte.-
- Allora la mappa l'ha presa lui.- fece Edward calmandosi.
- Ma certo. Chi volevi l'avesse presa?- rispose la fatina.
Dalton tacque e subito dopo disse che se ne andava a letto, lasciando gli altri tre intenti a chiedersi che cavolo gli stesse succedendo. Anche Harry poi...a cena era stato piuttosto silenzioso.
- Quei due hanno qualche problema per caso?- chiese May stranita, cominciando a togliersi mantello e corpetto.
- Sarà ancora per la storia di stamattina.- si schifò Draco, irritato.
- Che storia?- fece la Aarons senza capire, visto che era stata di nuovo via tutta la mattina e anche a pranzo.
- Niente d'importante.- disse Ron, sedendosi a tavola con un'espressione vacua - Se vuoi fare il bagno per prima May per me va bene. Tanto devo aspettare Harry per parcheggiargli un pugno in faccia.-
- Idem.- sentenziò Draco con un ringhio in fondo alla gola - Fatti pure il bagno mezzosangue.-
- Perfetto!- rise la ragazza incamminandosi alle scale - Ma non lamentatevi se ci metto tanto!-
- Hai un quarto d'ora e poi ti caccio fuori.- l'avvisò il biondo acidamente.
- Hai idea di dove mi sia finita tutta quella vernice?- sbuffò l'altra già sui gradini - Guarda che è difficile da far venire via! E i miei capelli poi!-
- Frega niente. Quindici minuti e poi entro!-
- Irritante furetto psicopatico...-
- E non chiamarmi anche tu così, cazzo!- ma May era già corsa via ridacchiando, lasciandolo solo a fumare come una teiera, incazzato con lei, Potter e il mondo intero.
Una volta soli però la domanda saltò comunque fuori, in un modo o nell'altro.
- Lo Sfregiato è d'accordo con Edward per quella faccenda?- sibilò Draco, accendendosi una sigaretta.
- Non lo so. Non ne abbiamo parlato...ma anche lui non ci ha creduto.- disse Ron, versandosi due dita di whisky incendiario con la bacchetta - Se vi parlaste forse potresti farti meno seghe, sai Malferret?-
- Io con quello non ci parlo. Lo uccido quando torna.- rognò il biondo, dando un tiro.
- Non ti parlo di Halloween.- sbuffò il rossino - Ti parlo in generale.-
- Non darmi il tormento anche tu Weasley adesso, cazzo.-
- Che rottura...allora pensala come ti pare.-
- Come ho sempre fatto.-
Ron roteò gli occhi, pensando che due sole dita di liquore non sarebbero bastate. Ripensò a quella mattina, alle parole di Edward e nonostante il fastidio che gli avevano causato, se ne chiese il motivo. Edward non era mai stato una persona da mettere zizzania, da accusare qualcuno senza prove.
Ma allora...dovevano credergli? Aveva esposto i suoi dubbi e loro lo avevano attaccato. E se avesse avuto ragione invece? Se ci fosse stato davvero un traditore fra di loro?


L'ombra di Harry Potter vagava nei cunicoli di Hogwarts da più di un'ora ormai.
Era stata dura arrivare...ma infine ci era riuscito.
Le candele illuminavano di luce fioca i muri, le pareti spoglie e imponenti. Niente quadri, solo torce incastrate nella roccia da secoli e secoli. Solo buio, solo un'aria immobile e pesante.
Lui camminava, camminava. Scendeva gradini, andando sempre più in profondità e più scendeva, più gli pareva di sentire caldo...come se fosse stato diretto all'inferno.
Ricordava quella strada. Era la stessa strada che un ragazzino undicenne anni prima aveva percorso con un cuore ancora colmo di speranza. Quel ragazzino era diventato leggenda. La leggenda era diventata mito.
E lui ora se ne stava lì, undici anni dopo esatti, a guardare nello Specchio delle Brame che era rimasto nello stesso posto dove Harry l'aveva visto l'ultima volta. Il riflesso non era poi cambiato, pensò amaro.
Harry Potter era sempre lì, in quello specchio...i suoi occhi spaventati e colmi di rabbia e vendetta erano gli stessi.
Si fece avanti, scendendo ancora una volta la gradinata imponente che lo condusse alla sala circolare, colma di arcate in cui erano nascoste ombre, accarezzate dalle luce delle candele.
Non guardò quelle ombre. Lui guardava qualcos'altro. Insieme allo specchio, davanti a quello specchio...c'era il velo.
L'archetto appariva più piccolo ora. Meno imponente e tetro di una volta.
Quando gli fu vicino, poté sentire ancora gli stessi bisbigli.
Si frappose fra il Velo e lo Specchio delle Brame, chiedendosi perché quel portale per la morte fosse stato condotto in quel luogo. Perché a Hogwarts? Perché lì?
Entrambi rialzati su un piccolo basamento, Harry si sedette su quello del Velo per guardare nello specchio.
Rifletteva i desideri del cuore...già.
Vedeva sempre le stesse cose. Gli stessi ricordi. James e Lily...eccoli. Apparvero dal nulla, sorridendogli.
Sorrise anche lui, vedendo la mano di sua madre stringere la sua e il ghigno di James farsi affettuoso.
Era bello rivederli. Ma ora nello specchio c'era anche qualcun altro.
Tom. Il suo mostriciattolo apparve dalle spalle di James e con un gran sorriso corse a gettargli le braccia al collo, restando appoggiato alla sua schiena senza dire nulla.
Perché c'era anche lui? Harry chiuse gli occhi, inspirando a fondo. Desiderava Tom nella sua vita?
Era quello il suo desiderio più grande? No. E lo capì dopo.
Quando riaprì gli occhi, capì che c'era qualcosa di ancora più grande che il suo cuore bramava.
James, Lily e Tom erano spariti. Ora c'era solo il suo normale riflesso...e in quel riflesso, vide il Velo alle sue spalle sollevarsi. Sentì un fremito...e poi una voce. Un sibilo.
- Harry.. .-
Potter deglutì, sentendo all'improvviso il sangue farsi di ghiaccio nelle vene.
- Harry Potter...perché mi hai chiamato? -
La cicatrice divenne bollente. Poi iniziò a sanguinare...e Lord Voldemort uscì dal Velo, sedendosi sinuoso alle spalle del bambino sopravvissuto, avvolto in un lungo mantello, gli occhi rossi che bruciavano come fiamme...e una domanda nello sguardo.
- Harry...cosa vuoi da me? Perché mi hai chiamato? -
No, no! Non era vero! Terrorizzato a morte dal suo stesso desiderio che ora gli appariva nitido come l'anima di Voldemort apparsa nello specchio, Harry scattò in piedi. Tenendosi la fronte macchiata di sangue e continuando a risentire la voce del suo nemico che lentamente svaniva, il giovane Auror scappò sui gradini e iniziò a correre.
Corse, corse...corse a perdi fiato.
Lontano dal nemico.
Lontano dal passato.
Lontano da ciò che il cuore voleva.

 
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