Capitolo 7°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 21:06




Harry Potter e Draco Malfoy furono gli unici ragazzi a pensare a quanto era affascinante quella donna, prima di seguire l'istinto di fuggire a gambe levate. Come due beota rimasero impalati in mezzo alla stanza buia mentre tutti gli altri scapparono fin contro le pareti, terrorizzati a morte e quasi più pallidi della bella donna che stava loro di fronte, accanto a Tristan.
Erano nella torre di astronomia da qualche minuto ed era appena cominciata la lezione notturna di Difesa contro le Arti Oscure. Dalla faccia, Mckay doveva divertirsi come un pazzo a terrorizzarli a morte, insieme alla sua amica che aveva dei canini da fare invidia al conte Dracula. Quando erano entrati nella torre niente era apparso diverso dal solito, erano solo state accese parecchie candele e quando l'Auror aveva decretato l'inizio della lezione, all'improvviso era apparsa da dietro una tenda di velluto una donna nascosta da un mantello.
Portava i lunghi capelli rossi acconciati in maniera elegante, con una spilla preziosa a trattenerle i boccoli, la pelle bianca, la bocca rossa e gli occhi incredibilmente giallo topazio avevano dato alla classe le prime avvisaglie su chi potesse essere, anzi, su cosa potesse essere la loro ospite ma i due nemici dal primo anno si erano ben guardati dal spegnere l'interruttore del testosterone che li aveva lasciati alla mercé di quella che era, evidentemente, una vampira.
- Bene, ragazzi questa è la mia amica Priscilla.- cinguettò Tristan offrendole una sedia - Mi doveva un favore così le ho chiesto se poteva venire qua a farvi tremare un po' le vene nei polsi. Priscilla, loro sono la settima classe. Serpeverde e Grifondoro.-
Quella fece un ghigno leggero, mentendo in mostra la dentatura e allora anche Harry e Draco fecero qualche passo indietro ma Tristan, il maledetto, li bloccò subito e li riportò in prima fila per il collo della maglia.
- Allora...ragazzi, ditemi perché se Priscilla fosse stata affamata ora questi due sarebbero morti dissanguati.-
Hermione si buttò sull'ironia. - Perché sono rimasti abbagliati da lei?-
- Centro, complimenti di nuovo.- replicò l'Auror annuendo - E' bene sapere che i vampiri hanno solitamente bell'aspetto e una verve invidiabile. Sarebbero capaci di sedurvi a parole e convincervi a cedere al loro morso facilmente, se siete inesperti e non sapete riconoscerli. In questo caso Priscilla ammaglia con la sua bellezza. In altri i vampiri hanno un profumo particolare, quello dei Non-Morti. E' simile a un'essenza di fiori e portano con sé un freddo sottile che s'infila nelle ossa. Questo vale per tutti gli esseri senz'anima. Mi sono spiegato? Bene.- e si mise alle spalle dei due ragazzi, ridacchiando - Voi due...si, Draco vai da lei per favore.-
- Cosa?- allibì sconvolto - Ma vacci tu!-
- Dai Draco vacci.- sibilò il bambino sopravvissuto sarcasticamente - E metti bene in vista la giugulare!-
- Fottiti Harry...-
- Vi spaccate la faccia più tardi. Adesso Draco vai da lei tranquillo. Ha già mangiato, te l'assicuro!- e così Malfoy, con sommo piacere di quasi tutto Grifondoro, si mosse lentamente verso la vampira. Quella Priscilla era sventola, niente da dire ma...era poi sazia davvero? Se lo chiese anche quando si ritrovò spiaccicato con la schiena contro di lei, mentre la rossa gli stava lentamente sciogliendo la sciarpa dal collo. Il lampo del succhiotto gli venne, doveva ammetterlo, ma sentirsi i denti della tizia sul collo non fu altrettanto piacevole come sentire la bocca della mezzosangue.
- Ok, ci siamo.- Tristan si girò verso la classe - Allora...siete in coppia qui dentro e all'improvviso vi attacca un vampiro. Mettiamo che in questo caso Priscilla abbia sedotto Draco a parole e adesso ce l'abbia nelle grinfie. Che può fare un mago per liberarsi di un vampiro se non è giorno?-
- Aglio?- abbozzò Seamus.
- Frottole.- replicò Tristan - E le croci servono solo a infastidirli per qualche secondo.-
- Acqua santa?- disse Pansy.
- Draco ora non ce l'ha.- disse l'Auror - E per un vampiro è necessario togliere un solo litro a un essere umano per tenerlo fermo e togliergli le forze. Altre idee?-
- Se ha la bacchetta può ricreare la luce del sole con il Lumos.- disse Harry - O lo faccio io che sono qua davanti.-
- Si, perfetto.- asserì il giovane andando dalla vampira e da Draco - Ma se lui fosse qui solo e senza bacchetta, cosa potrebbe fare? Pensate che i vampiri hanno una forza straordinaria e un'agilità eccezionale, senza contare che possono diventare pipistrelli quando la situazione lo richiede.-
- La spada...- disse Malfoy all'improvviso - E' per questo che hai chiesto della scherma vero?-
- Bingo!- Tristan fece segno a Priscilla di lasciarlo e un attimo dopo il biondo Serpeverde teneva in mano il fioretto dell'insegnante - Trafiggere un vampiro al cuore è sempre il modo migliore per ucciderlo. Ricapitolando: i vampiri hanno bell'aspetto e ammagliano a parole. Occhi topazio è il segno di riconoscimento, insieme a una pelle molto chiara e all'odore di fiori che hanno addosso. Niente anima. Niente aglio, croci e acqua santa vanno bene per sviarli un po' e sono agilissimi. Se andrete mai a caccia di vampiri prendete con voi una spada o qualcosa di appuntito per trafiggerli, basta che questa cosa abbia una punta d'argento. Con un paletto di legno camperete ben poco. Ok?-
- E se non sappiamo maneggiare una spada?- chiese Dean Thomas - Come facciamo?-
- Schiatti Grifondoro!- ghignò Nott gelido, facendo scoppiare a ridere i compagni.
- Non necessariamente.- disse Tristan - Voi siete maghi e non babbani. Contro un vampiro avete maggiori possibilità perché potete usare anche la magia. Lumos per accecare e se siete già a un buon livello anche per incenerirli ma se imparate a difendervi anche con oggetti magici acuminati sarebbe meglio.-
Finita la lezione, alquanto interessanti per tutti per una volta, scesero le scale della torre tutti eccitati.
- Sarebbe stato un vero peccato ucciderla, non credi?- rise Ron - Mai vista una vampira così bella!-
- Ma se non avevi mai visto un vampiro prima!- disse Finnigan alle sue spalle - Comunque hai ragione...-
- Che fortuna farsi mordere, devo ammettere che avrei fatto il volontario al posto di Malfoy volentieri.- replicò invece Dean - Per non parlare del bel succhiotto che il nostro signor rubacuori e spaccacazzo aveva già sul collo.-
- Ah, l'avesse dissanguato sarebbe stato davvero una favola questa lezione.- borbottò Harry ridendo e nel contempo guardando Hermione per vedere come aveva preso la faccenda del succhiotto ma sembrava stranamente assorta nei pensieri. Non guardava dove andava e quasi si spaccò la faccia, scivolando sull'ultimo gradino.
Mentre tornava al dormitorio però, decise che era il caso di chiarire una cosa. Così disse a Calì che andava a riprendere una cosa lasciata alla torre e invece corse dietro ai Serpeverde e trovato quello che le interessava lo afferrò in silenzio per il braccio e lo trascinò in bagno, dove Mirtilla stava piagnucolando alla luce della luna.
- Ma che ti prende razza di squinternata??- abbaiò Draco - Lo sai che razza di ore sono??-
- Si, ma ti devo chiedere una cosa!- replicò un po' imbarazzata - Senti, non so bene da dove iniziare...e mi prenderai in giro per tutto il resto dell'anno ma devi dirmi una cosa.-
- Qua dentro non faccio sesso. È poco igienico, te l'ho detto l'altra volta...- e si prese naturalmente un cartone da trenta chili in risposta, mentre la Grifoncina decise di parlare chiaro, anche se titubante - Quel ...quel...-
- Quel quel cosa??- borbottò Malfoy seccato - Che c'è?-
- Quel succhiotto te l'ho fatto io?- disse Hermione in un fiato.
E stavolta lui tacque, cominciando a nicchiare. Dalla sua reazione non sicura e secca come al solito, la strega capì che era stata davvero lei e si mise le mani nei capelli. - Oh no! Te l'ho fatto ieri sera vero? Mentre ero ubriaca!-
- Si. Non te lo ricordi?-
- No...e che altro ti ho fatto?- chiese, arrossendo da capo a piedi - Non avremo...-
- Cosa?- Draco, quel cretino, capì che poteva almeno vendicarsi facendosi due ghignate - Fatto sesso selvaggio nel letto della Baley fino a quando non hai urlato il mio nome?- e si fece avanti, schiacciandola alla parete - L'abbiamo fatto così tante volte e in tante posizioni diverse che ormai ho realizzato tutte le mie fantasie, mezzosangue...-
Dopo un attimo, sentendo l'alito soffice del biondo sulla guancia, Hermione si lasciò andare rilassata.
- Non abbiamo fatto niente.-
- Niente di niente.-
- Ti ho fatto un succhiotto e basta? Non te ne sei approfittato davvero?-
- No, ti voglio sveglia per il regalo finale.- replicò ironico - Quando vuoi sono pronto.-
- Oh, meno male...- sospirò la Grifoncina, riprendendo un battito normale - Dal sogno che ho fatto credevo di averne combinate di tutti i colori.-
- Perché?- Draco sogghignò cogliendo la palla al balzo - Mi hai sognato mezzosangue?-
- No, non era un sogno...era un incubo!- borbottò lei di rimando arrabbiata - Magari sarai il giocattolino erotico ricorrente di tutte le cretine di Hogwarts ma non il mio!-
- Perché?- soffiò Malfoy al suo orecchio - Vorresti forse dirmi che non ti vengono i brividi quando ti sono vicino? A me succede in continuazione ormai...- ammise con occhi lucidi per il desiderio - e quando non riesco a toccarti mi sento come se tutto andasse in malora.- le sfiorò il viso con le dita, ghignando in maniera strana - Ma prima di andartene via, ieri sera, mi hai anche baciato.-
- Baciato?- chiese, delusa nell'esserselo scordato.
- Non uno vero...robetta da bambini.- disse schioccando la lingua - Se vuoi possiamo riprovare.-
E in tutta risposta Hermione si fece più avanti, fino ad arrivargli a un dito dalla bocca. Mossa sbagliata.
- Vai a farti una doccia fredda Malferret.- rise perfida, sgusciando dalle sue braccia e dalla parete - Buona notte!- e lo piantò lì, con un diavolo per capello e la maledetta Mirtilla che attaccò a ridere come una forsennata.

Per qualche tempo tutto filò liscio come l'olio. Nessuno si fece eccessivamente male nelle ore di Difesa, se non Tristan che si slogava le mandibole perché si sganasciava dall'inizio della lezione fino alla fine. Per quanto fossero ore molto pericolose, in cui ci si poteva fare male come niente, tutti quanti avevano notato l'estrema preparazione dell'Auror. In effetti era difficile credere che così giovane fosse anche tanto esperto ma Mckay aveva dimostrato più volte le sue capacità, il suo fiuto nel scovare guai e punti deboli e anche una grande umanità nell'insegnare...specialmente quando aveva sguinzagliato nell'aula duelli un paio di troll per insegnare ai ragazzi a fuggire.
Naturalmente li aveva derubati delle bacchette e poi si era messo a galleggiare per aria mentre un branco di diciassettenni si erano ritrovati nella merda fino al collo e l'unico di loro che sapeva Smaterializzarsi neanche poteva farlo, visto che erano all'interno della scuola. Alla fine delle due ore erano ancora tutti interi, senza neanche un graffio tra l'altro, solo con qualche livido e la voglia comprensibile di ammazzare il prof.
La Mcgranitt, per quanto trovasse discutibili certi metodi, fu sollevata nel vedere i Grifondoro e i Serpeverde troppo stanchi per farsi la guerra, poi osservò specialmente Tristan Mckay, dallo spiraglio della porta. Scosse il capo ma sorrise con aria materna e continuò a farlo anche davanti ad Albus Silente che l'aspettava nel suo studio.
- Allora Minerva? Come andiamo? Dalla tua espressione direi che i nostri ragazzi migliorano...-
- Oh, certo Albus.- ammise la strega, prendendo posto nella poltrona davanti alla sua scrivania. Accettò del the al limone che il saggio mago le offrì e continuò a sorridere - Inoltre pare che Mckay stia meglio. Dal sesto anno non l'avevo più sentito ridere. Stare con la classe gli farà bene.-
- Già.- tubò il vecchio bonariamente - Ma dimmi...per caso ha sentito qualche strana presenza di recente?-
- Se parli dei seguaci di Tu-Sai-Chi non direi. Comunque presto ci sarà la giornata con tutti i genitori e Lucius Malfoy sarà il primo a varcare quella soglia. Credo che dovremmo prendere dei provvedimenti per quel giorno.-
- Lo credo anche io. Ma non parlavo di seguaci di Voldemort. Intendevo...demoni, creature maligne in generale.-
La strega sollevò il viso dalla tazza, scrutandolo attenta - No, non me ne ha fatto cenno. Cosa dovrebbe sentire esattamente Albus?-
Silente si mise in piedi, sospirando, ed andò alla finestra. Non guardò fuori, lo fece solo per prendere tempo.
- Cosa c'è che non va?- chiese la Mcgranitt - Puoi parlarmene?-
- Si tratta di qualcosa che ha dell'incredibile.- cominciò il preside - Immagino che ti sarà parsa strano la crescita dei gigli bianchi nel ghiaccio. Come anche il freddo che ha colpito la scuola settimane fa.-
- Si, eravamo tutti preoccupati ma ora è passato. Qualunque cosa fosse se n'è andato.-
- E invece è ancora qui. Lei...è qui, è viva.- sussurrò Silente voltandosi sopra la spalla - E com'era stato predetto da sua madre, i bambini sopravvissuti ora sono insieme.-
La Mcgranitt dovette mettere la tazza sulla scrivania, prima di lasciarla andare per terra. Fissò a occhi sgranati l'amico professore e grandissimo mago con una muta domanda nella gola. Non la fece, non fu necessario.
- Sta bene, Lucilla sta bene.- l'assicurò subito il preside - Ma in questi giorni, com'è accaduto a Harry Potter, la maledizione è giunta a tormentarla. E' guarita dalla prigionia e guarirà anche dalla maledizione, per lei niente è eterno, a differenza nostra. So che ti ho dato un colpo Minerva...ma vorrei il tuo aiuto.-
- Cosa vuoi che faccia?- chiese la strega, a bassa voce e per nulla tranquilla.
- Vai a Londra, al Ministero...e raccogli quante più informazioni puoi. È probabile che prima o poi la sua presenza venga captata. I Dissennatori lei non li teme, non le possono portare via nulla ma...i Cacciatori sono in pericolo. Lei dovrebbe difendersi se mai l'attaccassero e non ho dubbi su chi vincerebbe, in una lotta.-
- Sei sicuro che ...stia bene?- La Mcgranitt gli andò a fianco - Bene nel senso...in tutto!- finì esasperata - Quando se n'è andata aveva solo sedici anni e Lumia l'aveva tradita così in profondità che credevo non si sarebbe mai più rialzata da un simile colpo. Ma dopo che Lucilla l'ha uccisa...ho capito che Voldemort ormai aveva vinto anche lei.-
- Eppure non è stato così.- sussurrò Silente - Lucilla l'ha battuto, insieme ad Harry Potter.-
- Cosa vuoi fare ora?-
- Tenerla al sicuro fino a quando tutto non sarà tranquillo. Per tornare fra i vivi ha dovuto passare un portale che è sotto gli occhi del Ministero ma anche delle forze oscure, tutto ciò che ha lasciato Voldemort. Hanno ancora dei nemici ed è compito nostro salvare Lucilla, ora più che mai. Non abbiamo potuto fare niente allora, facciamo in modo che ora non debba più temere nulla.-
- Se il Ministero e i genitori verranno a sapere della sua natura scoppierà un altro guaio.- sussurrò la Mcgranitt andando alla porta - Parto ora, Albus, ma ricordati cos'è successo otto anni fa. Purosangue e mezzosangue babbani possono convivere ma lei...lei è diversa. È speciale. E per Tristan? Glielo dirai?-
- Farò il possibile per tenerla lontana da tutti, per il momento e lei stessa mi ha chiesto di non vederlo, quindi rispetterò la sua decisione. Torna presto, Minerva. Mi servono notizie.- e la lasciò andare, per tornare a guardare fuori in giardino dove gli studenti scorrazzavano fra la neve. Le cose per il momento erano ancora sotto controllo, grazie al cielo...

- Vuoi finirla con questa maledetta neve???- sibilò Hermione al limite della pazienza verso una persona del suo gruppo che si divertiva a farla impazzire - Finitela di fare i bambini tutti quanti, non avete mica cinque anni! Basta!- e si abbassò per evitare un'altra pallonata gelata - Siete degli idioti!-
- Eddai, tanto per ridere!- celiò Ron facendone un'altra - Sai che bello trovarti la neve sulla schiena?-
- E sai che bello prenderti uno Schiantesimo?- urlò la Grifoncina furibonda - Smettila imbecille!-
- Viva la finezza mezzosangue!-
- Ecco un altro deficiente!- sbraitò mangiandosi Draco Malfoy che passava da quelle parti del giardino con Blaise, Tiger, Nott e Goyle - Meglio che non parli proprio tu di finezza, caro il mio snob, visto che all'ultima lezione hai insultato il professor Raimond dandogli del ciarlatano!-
- E allora? È vero!- replicò sagace.
- Si ma ci ha rifilato un altro Troll!- strillò pronta a prenderlo per il collo.
- Se vuoi gli faccio un cartellone, per farglielo capire meglio!- sibilò il biondo - E' un ciarlatano! La sua materia è inutile come una bella donna che si fa monaca, intesi?-
- Le tue metafore porno lasciale per i tuoi amici senza cervello, senza offesa Blaise!- replicò Hermione affrontandolo a testa alta - Sai adesso che ci farà quello? Ci farà fare un compito di recupero con il doppio del materiale che ci ha dato per quello dell'altra settimana! Ma ti diverti a studiare come un mulo?-
- No, ma a farti incazzare si...- disse, sogghignando perfidamente - E comunque non farti saltare i bottoni. Tra un po' ci chiama per dirci che dobbiamo fare come recupero. Vedrai che ci sarà solo da sfogliare degli stupidi giornali su "Come diventare stupido come un babbano in dieci giorni o meno!" o roba del genere.-
- Tu sei senza cervello!- gli disse furibonda - Vedrai che ti combino con Piton!-
- Tu fallo e ti tapperò la bocca a modo mio.- le sussurrò all'orecchio - Anche in mezzo alla classe.-
- E tu fallo e poi ti castro!- replicò piantandolo in asso - Io vado da Raimond, tu fa come ti pare!-
- Di recente è proprio nervosetta!- rise Seamus vendendo andare via come una locomotiva.
- Nervosetta?- enfatizzò Ron - Lei vive a Londra, in mezzo ai babbani! Sai che palle deve farsi venire ogni volta che deve rifare un compito per il prof per colpa di questo biondo senza cervello?-
- Senti lenticchia, fatti un giro che è meglio! E il tuo compare dov'è andato? Ha perso un braccio al quidditch?-
- Non sapevo che ti mancassi tanto, Malferret.- sibilò Harry arrivando in quel momento con Elettra ed Edvige sulla spalla, più Pinky al guinzaglio con un maglioncino fatto a uncinetto addosso - Che c'è? Sei triste senza di me?-
- Compagnia migliore di quel maiale non potevi trovarla.- sibilò il Serpeverde ma Potter sollevò le spalle, ridendo di più - No? E dire che con te sto così bene!-
- Ragazzi, che ne dite di andare a pranzo eh?- si mise in mezzo Blaise, che non aveva voglia di macchiarsi i vestiti di sangue - Così decidiamo che fare durante l'ora della Mcgranitt.-
- Voi andate,- disse Draco davanti alla sala grande - io vado da Raimond con la mezzosangue per sapere che futuro mi aspetta. Ci vediamo dopo.- ma davanti allo studio di quel dannato professore verso cui stava cominciando a organizzare retate notturne, trovò la Granger pallida come un cencio, con una lunga pergamena fra le mani.
- Bhè?- le chiese stranito - Che ti piglia?-
Hermione in risposta si lasciò andare seduta per terra, dopo avergli dato la pergamena.
E quando lui la lesse...mancò poco che distruggesse tutta Hogwarts.
- CHE COOOOOSSAAAAAAAAAAAAAAAAA??????-
Draco si era fatto spuntare corna e coda. Assomigliava vagamente a suo padre, in forma infernale...
- NON FARÒ MAI UNA COSA DEL GENERE!- urlò agitando la pergamena al vento, come un eroe da melodramma - QUELLO PUÒ ANCHE ANDARSENE AFFANCULO, SE VUOLE PUÒ SEGARMI MA IO NON METTERÒ MAI PIEDE A LONDRA! PIUTTOSTO L'INFERNO!-
- Se non lo facciamo ci segherà tutti e due.- sussurrò Hermione, sconvolta.
- ME NE SBATTOOOOOO!!!- ringhiò assordandola - RAIMOND E' MORTO! LO AMMAZZO!-
- Prima di urlare finisci di leggere...- gli disse, sempre con voce bassa.
E Malfoy lo fece, per sgranare gli occhi argentei fino al limite.
- Dovrei venire a casa tua?- sussurrò leggendo riga per riga -"Visti i risultati ottenuti negli esami di metà semestre, il professor Raimond invita il signor Malfoy a seguire la signorina Granger in una settimana studio a Londra. Visto e considerata la disponibilità della signorina a offrire alloggio, ho informato il preside Silente di questa mia proposta. Si è pronunciato a favore della mia idea e vi invita a fare i bagagli stasera stessa. Naturalmente gli altri studenti ne saranno messi a parte dopo il vostro ritorno. Una carrozza vi aspetta fuori dalla scuola e vi porterà alla stazione. Prenderete l'espresso diretto per Londra e vi resterete per una settimana dove il signor Malfoy dovrà apprendere alcuni punti fondamentali della vita babbana che elencherò qui sotto. Confido che accetterete questa possibilità come l'ultima che vi do. In caso contrario, dovrete ripetere l'anno. Buona permanenza a Londra, portatemi dei souvenir! Arrivederci. Professor D. Raimond."-
- Ci ha incastrato quello stronzo...- disse Malfoy furibondo - Ci ha fregato! E adesso che facciamo?-
- Fai la valigia.- Hermione si mise in piedi - Avanti.-
- COOOSSSSAAA????- strillò di nuovo seguendola - IO DOVREI ANDARE A LONDRA??? IN QUEL POSTO PIENO DI BABBANI?? Mai!- ma la Grifoncina stavolta si girò, furibonda come lui, e lo inchiodò con un'occhiata imperiosa - Vuoi ripetere l'anno?-
- No ma...-
- E allora muoviti!- sibilò - Io corro in camera mia e faccio le valigie a mia volta. Dalla stazione fino a Londra ci vorranno tre ore buone, se mi sbrigo faccio in tempo ad avvisare mia madre di questo improvviso arrivo.- si passò le mani fra i capelli, sospirando - Speriamo che papà non sia a casa...-
- No, ferma!- l'afferrò per il polso, fissandola stralunato - Vuoi davvero portarmi a casa tua?-
- No, ti mollo in un canile e io vado a casa mia! Ma certo che ti devo portare lì! Come faccio a lasciarti in giro da solo quando non sai neanche distinguere un semaforo da un carro funebre accidenti a te! Ora non saremmo in questa situazione se non fossi così pigro! Non hai mai voglia di fare niente!-
Lui deglutì, sempre più pallido - Parli come se fossi mia moglie!- e dopo quella sparata la Grifoncina ne lasciò carne bruciata sul serio, pestandolo tanto da farlo diventare irriconoscibile.
Quella sera, prima di cena, Elettra andò a bussare alla porta di Hermione per invitarla a muoversi ma quando non sentì rumori all'interno decise di entrare e vi trovò un bel bigliettino. In quattro parole c'erano scritto che se ne andava a trovare sua madre per problemi di famiglia non gravi. Una settimana e sarebbe tornata, dopo il Natale.

Erano le undici di sera quando Hermione uscì dal passaggio invisibile del binario 9 e tre quarti, tirandosi dietro un essere che era più teso di una corda di violino e più incazzato di un aspide.
- Ok, adesso seguimi e non perderti.- gli disse la Grifoncina mettendosi la sacca in spalla.
Draco Malfoy si guardò attorno circospetto. C'era un casino bestiale in quella stazione e un via vai di persone che non facevano altro che sbraitare, salutarsi dai finestrini, piagnucolare e correre da una parte all'altra.
Naturalmente si perse un paio di volte e quando Hermione ne ebbe basta decise di prenderlo per mano, altrimenti era più che probabile che non l'avrebbe visto più.
- Adesso ascoltami.- gli disse, davanti all'uscita della stazione - Dobbiamo prendere un taxi e mentre ne chiamo uno vedi di non fare disastri. Non parlare con nessuno, se ti spingono non prenderli a pugni, non far cadere le vecchiette...anzi, mettiti questo!- gli mise al collo una targhetta con su scritto "SONO SORDO MUTO" e lo lasciò per andare a chiamare il taxi da una cabina. Draco si appoggiò accanto a lei, osservando disgustato la targhetta a cui fece fare un volo nel cestino dopo cinque secondi. Poi tornò a scrutare i babbani.
Non era mai stato vicino a nessuno senza poteri magici...che gente inutile, pensò ancora.
- Che idea idiota!- le sibilò quando ebbe riattaccato il telefono.
- Inutile che ti ripeta perché siamo stati costretti a venire, vero?- gli ridisse seccata, tirandolo all'uscita. Una volta per strada Malfoy ebbe un colpo. Il fracasso dei clacson, le luci e lo schiamazzo della grande città lo fecero sobbalzare. Osservò le auto e non capì perché non volavano, ma limitò la cosa alla deficienza babbana.
Poco dopo arrivò il taxi e la Grifoncina fu costretta quasi a spingercelo dentro a calci.
- Dove vi porto ragazzi?- chiese l'autista.
- Al 9 di Ludo Avenue.- disse Hermione sistemandosi accanto al biondastro. Quando riuscì a rilassarsi tirò fuori dalla borsa a tracolla il cellulare e giocandoci fece un bel po' di rumore che attirò il Serpeverde. La fissò disgustato ma le chiese comunque che diavolo fosse quel coso colorato e che stesse facendo.
- A casa mia non risponde nessuno.- sbuffò la strega - Mamma sarà fuori a cena.-
- E come gliela spieghiamo la mia presenza?- ribatté Draco sempre più imbufalito.
- Oh, mia madre non si mai fatta problemi. E comunque casa mia è sempre vuota...-
A quella risposta Malfoy corrucciò al fronte. Una settimana quasi da soli? Cos'era, un invito a nozze?
Si limitò a guardare fuori da finestrino fino a quando l'autista non fece una brusca sferzata e due passeggeri quasi si spaccarono la faccia contro i sedili anteriori.
- Cosa succede?- borbottò Hermione infastidita.
- Il solito!- disse l'autista arrabbiato - In questo quartiere c'è sempre festa! Mi spiace signorina ma devo lasciarla qua all'entrata della strada. I pub sono pieni e non riesco a passare, parcheggiano tutti in seconda fila!-
- Non fa nulla.- assicurò Hermione - Dai Malferret, scendi! Prendiamo le nostre cose!-
- E come faccio a scendere, di grazia?-
- La maniglia! La maniglia! Neanche questo ti ricordi?-
Bestemmiando e imprecando, la Grifoncina riuscì a trascinarlo fuori dal taxi giallo e lo portò sul marciapiede.
- Prima lezione pratica. Non camminare mai in mezzo alla strada vicino a casa mia o ti stendono! Puoi anche passare sulle strisce ma se ne fregano!-
- E quali strisce?- replicò lui furente. Lei però non gli rispose, limitandosi a trascinarselo dietro. Fu però contenta di essere tornata a casa, in quel quartiere di pub e discoteche dove era cresciuta. Passando davanti ai luoghi che frequentava ebbe un po' di nostalgia ma rise sotto i baffi quando, passando davanti alle entrate, Draco faceva delle facce sconvolte al casino che vi proveniva da dentro.
Erano quasi arrivati in fondo al quartiere quando, da un pub che all'interno era fatto quasi tutto di legno, nella vera tradizione irlandese, ne uscì una ragazza che fissò la strega sbalordita.
- Hermione!- urlò, correndo da lei e abbracciandola - Quanto mi sei mancata! Sei tornata per le vacanze?-
- Lizzy!- celiò la Grifoncina, un po' imbarazzata - Si...per le vacanze. Eri da Alan a festeggiare?-
- Già, io e i ragazzi siamo riuniti per festeggiare la fine della scuola. Ma dimmi di te, è da quest'estate che non ti vedo! Come va alla scuola per geni eh?- e girandosi vide che teneva per mano Draco. Sbavò un pochino, prima di riprendersi - E lui è il tuo ragazzo?-
- Cosa??- scattò subito Malfoy ma Hermione gli tappò la bocca, pestandogli un piede elegantemente - No, lui è solo un amico. L'ho portato a casa per fargli vedere un po' Londra. Lei è la mia amica Lizzy...- disse la strega con aria omicida e dolce al tempo stesso - Lizzy, lui è Draco.-
La babbana gli porse la mano, evidentemente abbagliata da lui...e Malferret dovette stringergliela per forza o la mezzosangue gli avrebbe distrutto anche l'altro piede con i suoi tacchi micidiali.
- Perché non ci vediamo domani sera?- le chiese allegra - Devi fargli vedere la città, tanto vale cominciare dai pub no?-
- Ecco...io non so se...-
- Oh, avanti! Avrete bisogno di divertirvi no?- continuò la ragazza, sbattendo gli occhioni nocciola e i capelli vaporosi - Non c'è il solo studio nella vita! Allora, ci conto? Avviso Alan che sei tornata?-
- Ok...- cedette la Grifoncina - Domani sera per le undici arriviamo.-
- Maledetti babbani!- sibilò il biondo velenoso non appena Lizzy ebbe preso il volo - Scuola per geni?? Che razza di storia è???-
- Lascia perdere!- abbaiò lei già di pessimo umore dopo quella visita imprevista - Andiamo a casa che ne ho basta!- e se lo trascinò via, imprecando a tutto andare - Non potevo certo dire ai miei amici che ero una strega no?-
- Bell'esemplare quella lì!- replicò il Serpeverde annoiato - Ma è davvero amica tua?-
- Non proprio.-
- Mi ha spogliato con gli occhi. Non è che devo temere qualcosa?-
- Da quando hai paura delle avance di una donna?- gli disse sarcastica, fermandosi alla fine di Ludo Avenue davanti a un cancello di ferro, sottile e attorniato da un muretto coperto da edera. Hermione notò che era tutto spento.
- Fantastico,- disse esasperata - non c'è davvero nessuno! Ma dove sarà andata quella donna?-
Draco si fermò, osservando a sua volta la...villa. Però, strana costruzione per lui abituato al suo maniero tetro comunque era una villetta bianca, attorniata da pini e abbastanza grande, con grandi finestre.
- Che hai detto che fanno i tuoi vecchi babbani?- le chiese.
- Mio padre viaggia per lavoro, produce drammi teatrali. Mia madre invece è una dentista.-
- Dentista?-
- Mette a posto i denti delle persone e si diverte a farli strillare sotto i ferri.-
- Un guaritore allora.-
- No, un dentista!- replicò lei attaccandosi al muretto - E dammi una mano, per favore!-
- Ma che stai facendo?- allibì sconvolto - Sei fuori di testa?-
- Non ho le chiavi del cancello!- replicò appesa come una scimmia al cornicione - Avanti, aiutami a scavalcare o dovremo restare qui ad aspettare mia madre al freddo!-
- Non puoi volare mezzosangue?-
- Già, davanti a tutti i babbani! Lezione numero 2: niente magie davanti agli altri Malferret!-
- Ok, ok!- sbottò incazzoso. Così dicendo l'aiutò con suo sommo piacere ad aggrapparsi meglio, palpando cose che non avrebbe potuto palpare se si fosse trattato di un caso meno urgente. Una volta che la Grifoncina fu a cavalcioni sul muretto, scese dall'altra parte e toccò il pulsante di apertura. Scattò la serratura e lo fece passare, richiudendo il tutto. Davanti alla porta di casa si mise a trafficare sotto i vasi di fiori, trovando la chiave della porta principale.
Entrò che era tutto buio, buttò la borsa a terra e fece scattare gl'interruttori. In un attimo in tutto il salone si diffuse una tenue luce che rivelò uno scalone che raggiungeva il primo piano.
- Vieni.- gli disse massaggiandosi le spalle indolenzite. Draco la seguì a destra, verso una cucina babbana che lo lasciò spiazzato. Era pieno di marchingegni astrusi ovunque che facevano ticchettii strani, con lucine colorate.
Altro che lezione di Raimond! Aveva già mal di testa.
- Siediti un attimo, adesso provo a richiamare mia madre.- e si diresse a un telefono appeso al muro, mentre lui si sedette a una lunga tavola bianca, con delle sedie alte e rotonde. Facendolo mollò il borsone e l'occhio gli cadde su una cornice argentata su una mensola. Fissò la foto, sconvolgendosi. Prese la cornice e cominciò ad agitarla.
- Perché non si muovono le persone?- bofonchiò.
Hermione roteò gli occhi, attendendo in linea. Il cellulare di sua madre era nuovamente irraggiungibile.
- Oh, al diavolo!- sibilò buttando la cornetta sulla forcella - Ma dove s'è cacciata? E tu vuoi lasciare andare quella foto? Le foto babbane restano immobili. Le persone non se ne vanno, rimangono lì.-
- E perché se ne stanno lì ferme?- replicò saccente.
- Perché non c'è magia nelle foto, cazzo!- urlò zittendolo - Non c'è magia nel mondo babbano, non la conoscono e alcuni la temono. Stop!-
- Per questo hai detto che vai a una scuola per geni?- ridacchiò con scherno - Non sanno capire?-
- Neanche tu che sei mago capisci gli altri, o sbaglio?- rinfacciò a sua volta - Non farmi la predica!-
- Che c'è? Perché sei girata male?-
- Perché ho te a spasso per casa mia! No, dico...TE A CASA MIA!-
- Non faccio i salti di gioia nemmeno io mezzosangue!- ribatté furente - Sono stato costretto a seguirti in questa dannata città babbana, in casa di babbani, attorniato da babbani, con una mezzosangue dannata che non me la vuole dare e un'emicrania pazzesca! E non ho avvisato i miei...- finì, a bassa voce.
- Vuoi mandare un gufo a casa tua?-
- Ma figurati. Ci manca solo che avvisi mio padre! E mia madre non si accorgerà neanche che manco da scuola.-
- Ok, va bene. Sotterriamo l'ascia di guerra che per stasera ne ho davvero basta. Vieni, ti porto a fare un giro.- e il Serpeverde la seguì per tutta la villetta, soffermandosi sempre a vedere se i personaggi delle foto non si muovessero quando i babbani non vedevano. Alla fine lo sbolognò nella camera degli ospiti, al primo piano.
- E tu dove dormi mezzosangue?- le chiese, lasciandosi andare sul letto a due piazze.
Lo vide sogghignare interessato ma in casa sua si sentiva sicura.
- Camera mia è l'ultima del corridoio.- gli disse, incrociando le braccia - Fossi in te userei un letto solo.-
- Ma qua ci stiamo in due!- replicò libidinoso.
- Abbraccia il cuscino.- borbottò con vocetta stucchevole - A meno che tu non voglia un altro succhiotto.-
Draco ghignò almeno fino a quando non gli giunse un rumore dal piano di sotto. Balzò in piedi come una molla ed Hermione quasi sorrise, vedendolo così nel panico. Mise il naso fuori dalla porta, poi oltre la ringhiera delle scale. Ma sospirando vide che non era sua madre.
Un uomo in giacca e cravatta si stava guardando attorno, chiedendosi perché fosse tutto acceso.
- Jane!- disse ad alta voce - Sei in casa?-
- No, papà...- disse Hermione, sorridendo a mezze labbra - Sono io!-
Scott Granger allargò la bocca, stupito...poi si lasciò andare la ventiquattro ore e abbracciò stretta la figlia.
- Tesoro, che sorpresa! Mi sei mancata...ma come mai sei qua? Credevo che non venissi per le vacanze di Natale. Mi avevi detto che l'ultimo anno volevi passarlo alla tua scuola...-
- Già, ma c'è stato un piccolo cambiamento di programma.- e prendendo suo padre per mano gl'indicò con un'occhiata Draco, sulle scale - Il preside mi ha mandato a casa per una specie di vacanza studio qua a Londra, per un corso che stiamo facendo. E lui è venuto con me. Ti presento Draco Malfoy, un mio...compagno.- disse, per non dire altro di sgradevole. Suo padre però rimase interdetto - Malfoy?- sussurrò.
Hermione corrugò la fronte. - Si, te l'ho detto. Viene a scuola con me.-
- Ah, quindi...è come te...-
Prima ancora che rispondesse, Draco rimase stupito da quell'affermazione. Ma che intendeva quel babbano?
- Si,- disse Hermione mestamente - è come me. È un mago. Draco Malfoy, lui mio padre. Scott Granger.-
- Piacere.- borbottò l'uomo - Bhè, benvenuto in casa nostra.-
- Grazie.- si sforzò il biondo Serpeverde con freddezza.
- Gli ha già fatto vedere la camera degli ospiti?-
- Si, è tutto a posto. Tu resterai qua?- chiese la Grifoncina.
- Purtroppo no, riparto domani mattina alle sette. Voi sicuramente dormirete quindi vi saluto adesso perché sono davvero stanco. Ho un volo domani per Liverpool.- ma quando lo disse la porta di casa venne nuovamente sbattuta con più forza del solito e Draco vide una bella donna con una testa piena di ricci e due immensi occhi dorati fissare il loro gruppetto con un sorriso solare sul viso.
- Mamma!- rise la sua mezzosangue, correndo dalla donna e abbracciandola.
- Tesoro che bello rivederti!- disse Jane Granger, stritolando la figlia in un abbraccio e ignorando palesemente le borsa e il cellulare che aveva lasciato andare per aria senza interesse - Meno male che Harry mi ha avvertito! Mi è appena arrivato un suo messaggio che mi avvisava del tuo ritorno! Ho fatto più presto che potevo! Ma ha detto che ti sei portata un maiale appresso. Che intendeva?-
Ci fu un attimo di silenzio in cui la streghetta s sforzò di non ridere ma la ghignata ce l'aveva in gola. Sua madre però alzò lo sguardo e incontrò Draco, restando per un attimo immobile.
Malfoy rimase impassibile all'esame ma quella donna lo guardava come se...lo conoscesse.
- Tua figlia ha portato un suo...compagno. Si chiama Draco Malfoy, Jane.- disse Scott Granger, con tono piatto.
Jane però parve per nulla sorpresa, anzi...sorrise al Serpeverde in maniera che lo scombussolò parecchio.
- Nessun problema, tanto questa casa è così grande e sempre vuota che sarà bello avere compagnia. È un piacere Draco, il mio nome è Jane.- gli disse - Sarete stanchi però, perché non andate a dormire? Parleremo con calma domani mattina. Tanto domani è il mio giorno libero.-
- Bene, allora io vado a letto.- disse subito il padre della Grifoncina - Tesoro è stato bello rivederti ma come ti ho detto parto presto domani. Vi manderò gli auguri per Natale. Draco, è stato un piacere.- e senza tante storie infilò le scale, per sparire al piano superiore. Malfoy, inutile dirlo, rimase un po' stupito ma a quanto pareva la complicità fra madre e figlia superava anche l'indifferenza di quel tizio strambo.
Venne tirato nuovamente in cucina, sbattuto su una sedia e reso partecipe di un discorso allucinante.
- E così Silente vi ha spedito a casa perché avete problemi con i semafori?- rise la donna, facendo incazzare a morte la figlia - Questa è veramente buffa, mia cara. Perché te la prendi tanto per un Troll?-
- Perché io vivo a Londra!- replicò la Grifoncina seccata, mescolando la cioccolata che sua madre le aveva fatto - Non posso tenermi un Troll e poi il professore è stato chiaro. O rimediamo o ci sega!- e fissò Draco, intento a scrutare la sua tazza con aria sospetta - Non morde Malferret, non è come la zuppa di piselli.-
- Ma sei sicura?-
- Qua il cibo non morde, manda giù e sta zitto!- sibilò acida.
- Tesoro, santo cielo!- la prese in giro Jane - E' così che tratti un bel ragazzo?-
- E' così che tratto una serpe che mi fa prendere un Troll!-
- Draco perdona mia figlia.- rise la donna continuando a fare cioccolata - E' sempre stata scortese con tutti.-
- Quando mai sono stata scortese?- sibilò la strega allibita.
- Da quando sei nata, probabilmente. Perché continui a tormentarlo?- continuò del tutto indifferente alla rabbia della figlia - In fondo non possono certo pretendere che tutti i maghi di Hogwarts s'interessino alla vita delle persone che non hanno poteri magici. Sono due mondi totalmente diversi, non credi?-
La stava amando! Draco aveva le stelline negli occhi e avrebbe dato un bacio in fronte a quella donna se Hermione poi non gli avesse cavato le orbite! Che tipa strana la madre della Granger! Parlava con loro perfettamente a suo agio ma non pretendeva neanche che maghi e babbani convivessero come invece a scuola sbandieravano ai quattro venti.
Decisamente non se l'era aspettata così...
- Ah, domani viene Rose!- disse Jane sedendosi a tavola con loro - Evitate di farle venire un colpo, per favore, anche se devo ammettere che mi piacerebbe sentirla strillare per il corridoio.- e si rivolse al biondino, visto che Hermione scuoteva il capo disperata - Rose è la nostra domestica. Viene praticamente tutti i giorni quando mia figlia è a scuola visto che la casa è vuota, mentre io sono al lavoro.-
- Se ti aspetti che le faccia degli scherzi ti sbagli di grosso!- replicò la Grifoncina.
- Ma la licenza ce l'abbiamo...- borbottò Draco all'improvviso e Jane Granger rizzò subito le orecchie - Vi hanno dato una licenza per fare magie?-
- Senti mamma....aspetta...-
- Oh dai Hermione, non fare la guasta feste!- disse la donna, zittendola subito - Che male c'è a fare un po' di magia anche qua a casa? In fondo a marzo compirai diciotto anni anche tu no?-
- Si ma non posso fare magie per spaventare le persone!-
- A no?- bofonchiò Draco decidendosi ad assaggiare la cioccolata, per altro buonissima di cui lui era troppo goloso - Vogliamo parlare di Halloween?-
- Perfetto, allora domani mattina mi farete vedere che imparate a scuola!- decretò la padrona di casa facendo venire un calo di pressione alla Grifoncina che si lasciò andare con la fronte sulla tavola - E a proposito...Draco per i pasti hai qualche preferenza particolare?-
- Del cianuro diluito.- sibilò Hermione rabbiosa.
- Ecco, come dicevo prima...sei sempre scortese!- rise Jane.
- Io non sono scortese per niente! E invece di cambiare discorso parlando di cibo che NON MORDE, mi spieghi dove diavolo sei stata fino a quest'ora?-
- In studio fino alle otto, a cena fino alle dieci con dei colleghi e poi la signora Hingelmann ha accusato dei forti dolori alle undici, cosa potevo fare scusa? Lasciarle un analgesico e basta?-
- Una badilata sulla testa a quella strega farebbe solo bene e prima che ti agiti ho detto strega come insulto!- mugugnò rivolta a Malfoy che fece una smorfia in risposta - Senti, staremo qui per una settimana. Deve arrivare gente? Cioè...papà darà una festa per Natale con i suoi soci, gli zii e ...i nonni?- mormorò, stupendo Draco per quel cambiamento di tono - Perché se è così non voglio disturbare. Ce ne andiamo.-
- Non scherzare piccola.- disse Jane prendendo le tazze e posandole nel lavandino - Non ho ancora idea di cosa voglia fare tuo madre per il giorno di Natale decideremo tutti insieme. Harry e Ron si fermano a scuola?-
- Harry per forza, Ron non saprei.-
- Perché non li chiami?- chiese la madre sorridendo - Sarebbe bello riavervi tutti in casa.-
- Si come no!- cinguettò la streghetta sarcastica - Harry sarà il primo a varcare quella soglia e a bruciarla non appena vedrà chi è seduto a tavola a bersi della cioccolata.-
- Se non lo uccido prima io.- chiarì il biondo Serpeverde con un ghigno.
Chiacchierarono ancora per qualche minuto, poi Jane li convinse ad andare a letto, dopo la dura giornata passata su e giù in un treno, in una carrozza e specialmente per il povero Draco, il maledetto secondo Hermione, che non era abituato a un simile sballottamento.
La Grifoncina si risentiva ancora quelle parole nella testa, mentre si cambiava per la notte.
- Eh già, povera stella lui...sballottato come fanno i babbani tutti i giorni. Ha la pelle delicata!- e si levò la camicia colorata, restando in jeans e maledicendo sua madre che lo trattava gentilmente come se avesse avuto davanti Harry o Ron. Certo che anche lei viveva davvero sulle nuvole! Possibile che fosse sempre così svagata e allegra? Sempre così...serena? Ma come faceva?, si chiese dolcemente invidiosa. Perché non aveva ereditato un po' della sua calma?
Stava per infilarsi la maglia del pigiama quando sentì un trillo dietro alla sua porta e prima che potesse dire qualcosa Draco entrò come un tornado, tenendo fra le mani una sveglia impazzita come se fosse stata una bomba.
- Ma che diavolo fai qui dentro?- urlò Hermione furibonda - Non ti hanno insegnato a bussare??-
- Spegni quest'affare mezzosangue!- replicò lui senza nemmeno sentirla - Fa smettere con questo fracasso!- e la strega prima di tirargliela in testa gliela spense sotto il naso, indicandogli un semplice tasto.
- Che diavolo è quella roba?- tuonò, notando più che altro che lei era in reggiseno di pizzo colorato che gli piaceva anche - S'è messa a gracchiare come un'ossessa non appena l'ho toccata!-
- E' una comunissima sveglia idiota!- La ragazza aveva i nervi a fior di pelle - Basta toccare un tasto perché lei ti svegli al momento giusto. È la seconda lezione che ci ha fatto Raimond! Possibile che non ricordi?-
- Vorrei ricordare come distruggerla, ecco come!- disse Draco con gli occhi iniettati di sangue - Mi so svegliare da solo, non temere!- e tacque, ormai a corto di parole perché lei mezza nuda era decisamente l'unica cosa al mondo in grado di seccargli la lingua. Sentendosi presa sotto esame Hermione incrociò le braccia al petto, troppo incazzata per essere imbarazzata - Fuori Malferret! Fila in camera e dormi!-
- Mi serve un'altra doccia fredda...altro che dormire.- sibilò lui andandosene.
E la Grifoncina pensò la stessa cosa. Anche per lei non sarebbe stata di certo una cattiva idea...visto che Draco era entrato nella sua stanza solo in pantaloni. Il maledetto...
 
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