Capitolo 8°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 21:05




Hermione aprì gli occhi di scatto, gli occhi trafitti da un raggio di sole che filtrava dalla tenda.
Che bello dormire nel suo lettone, pensò stiracchiandosi. Era a casa sua...
All'improvviso balzò a sedere nel piumone, fissando il suo orologio da polso. Le undici di mattina!
Si lanciò giù dalla sponda e corse per il corridoio come una pazza, trovandosi davanti alla porta aperta della camera degli ospiti! Dov'era finito Malferret? Si mise le mani nei capelli tutti arruffati per il sonno, chiedendosi dove poteva essere finito quell'imbecille. Ma dove poteva essersi cacciato in una casa che non conosceva? Filò sulle scale, quasi sfracellandosi quando avvertì qualcosa che in sette anni non aveva mai sentito. Era una risata...Draco stava...ridendo.
Ma ridendo normalmente, non ghignando! Stava solo ...ridendo.
Si mise all'angolo della parete della cucina e rimase ad ascoltare e a sbirciare...col cuore in gola
Draco era seduto alla tavola bianca, la televisione era accesa e sua madre era davanti ai fornelli, per una volta vestita non come una donna in carriera, ma sempre allegra e spensierata. Da ciò che capì gli stava raccontando di come estraeva i denti.
-...poi prendi la pinza e tiri forte!- finì Jane - Solitamente i pazienti non si agitano troppo.-
Draco, dopo l'iniziale risata, fissava sua madre con occhi un po' allargati.
- Ma...scusi...lei stacca i denti così...con le tenaglie e basta?-
- Certo.- disse Jane angelicamente - Ho anche delle cinghie per tenerli fermi sulla poltrona. Di solito urlano un po', ma poi si calmano...con una botta in testa tutto si risolve, sai?-
Hermione si coprì la bocca con la mano, per non scoppiare a ridere. Sua madre era davvero eccezionale!
Tornò così di sopra. Si sistemò le occhiaie date dalla stanchezza e si vestì in fretta, per tornare a salvare quel Serpeverde sfortunato dalla moglie di Stephen King e quando mise piede in cucina era ben decisa a non ridergli in faccia. Tanto non avrebbe potuto farlo ugualmente, visti i post-it rosa e verdi sparsi su ogni elettrodomestico.
- Ma che succede qua dentro?- chiese sconvolta - Che roba è?-
- Oh, tesoro! Ben svegliata.- sorrise sua madre, porgendole una tazza di latte caldo - E' l'unico espediente che ho trovato per impedire a Draco di farsi male. Mezz'ora fa ha messo le dita nel frullatore...-
- Che idiota.- mormorò la Grifoncina sedendosi accanto a Malfoy che leggeva poco interessato un giornale babbano dove le scritte e le immagini stavano ferme - Roba da non credere.-
- Strozzatici con quel latte.- le sibilò lui di rimando.
- Che progetti avete?-
A quella domanda entrambi sollevarono il viso dalle loro cose, mezzi angosciati perché sottintesero alla grande.
- Come prego?- chiese Hermione a bassa voce.
- Si...- disse Jane stranita - Che volete fare oggi?-
- Ahhh,- sorrise la strega - Bhè, venendo qui ieri sera ho trovato Lizzy. Ci ha invitato da Alan.-
- Lizzy?- Jane alzò un sopracciglio - Ma quella si mangerà vivo Draco...- e sentendo quella frase Malfoy sentì un brivido perfido sulla schiena. Allora non aveva avuto le allucinazioni! Quella l'aveva spolpato con gli occhi!
- Sai che perdita!- disse comunque Hermione, addentando una ciambella.
- Sei di nuovo scortese...- cinguettò sua madre, servendole anche delle frittelle - E' davvero bello riaverti a casa per un po' tesoro. Di recente ho fatto colazione troppo spesso da sola.-
- Rose quando arriva?-
- Fra qualche minuto credo.- disse la donna fissando l'orologio appeso alla parete - Niente scherzi allora?-
- Non fare capricci, mi rifiuto di darti retta! E tu vedi di fare altrettanto!- disse perentoria al Serpeverde - Se dobbiamo fare magie meglio farle quando siamo soli in casa.-
- Oh, ma io voglio vedere.- disse sua madre con vocetta lamentosa - Dai, è da quando hai fatto saltare per aria il camino che qui dentro non succede più nulla di eccitante!-
- Hai dimenticato quando ho mandato in pezzi il servizio buono di papà.-
- Vero...ma il camino è stato meglio.-
In quel momento trillò il campanello e Draco saltò su a molla, come sempre. Lui li detestava tutti quei suoni maledetti, non riusciva mai a capire da che diavolo di macchinario arrivasse il borbottio!
- E' il campanello Malferret.- disse Hermione tranquilla - Lascia mamma, vado io.-
Quando aprì la porta venne investita da un brivido di freddo. La notte trascorsa era stata carica di neve ma non si sarebbe mai aspettata di venire stritolata e strangolata fra le braccia della fida Rose, una donnina bassa come un tappo, con un cuore enorme, capelli corti neri, esile come un giunco e le braccia simili a una pressa da macchine da rottamare.
- Oh la mia bambina!!- urlò la domestica, strizzandola come uno straccio - Come sei cresciuta Hermione, tesoro!- e le stampò due grossi bacioni sulle guance, quasi facendole mancare anche l'aria - Ma come mai sei già a casa? Non dovresti essere a scuola? Come va con Harry e come sta Ron? Mamma mia, ma ti danno da mangiare in quel postaccio? Sei più magra dell'ultima volta che ti ho visto! Signora, le dica qualcosa!- sbraitò caparbia, mettendo piede in cucina con ancora la testa di Hermione fra le braccia. Ma si bloccò, trovando Draco a tavola.
Lo scrutò sospettosa. - E questo qua chi è?-
- Un barbone raccolto per strada.- sibilò la streghetta, cercando di liberarsi.
Jane rise, scuotendo il capo - No, Rose...è un amico di Hermione, starà per un po' di tempo con noi. Draco, lei è Rose nostra amica e domestica da quando Hermione era piccola.-
La donna continuò a fissarlo acutamente e a lui la cosa piacque poco ma si morse la lingua.
- Sarà per caso un...-
- Un mago come Hermione.- disse Jane solare - Come hai fatto a capirlo?-
- Il cucchiaino...- disse Rose serafica - Sta girando da solo nella spremuta.- e tutti quanti puntarono gli occhi sull'oggetto che girava sul serio dentro al bicchiere con la spremuta, animato dalla telecinesi del biondino. Lo fermò subito, sbuffando ma Jane scoppiò a ridere - Ti prego, continua pure! In questa casa si è visto di peggio. Ah Rose, i ragazzi resteranno qua per una settimana, sono qui per studiare i babbani.-
- E che c'è da studiare?- chiese lei di rimando - Io non ci vedo nulla d'interessante.-
- Meno male che ne sono consapevoli.- sbuffò Draco a bassa voce, prendendosi un cartone da Hermione che tornò a sedersi al suo fianco. Riprese a rigirare lo zucchero nella spremuta a mano mentre in quella cucina si stava scatenando il caos. Quella tizia stramba e seccante metteva le mani ovunque e rompeva le palle alla madre della mezzosangue in maniera impressionante però la signora Granger non ci faceva il minimo caso. La lasciava parlare e le rispondeva con un'ironia che Malfoy però aveva riscontrato spesso nella Grifoncina.
Mentre le due donne preparavano il pranzo, Hermione tirò fuori la lista delle cose da fare, elencate da Raimond.
- Dunque...imparare On e Off.- borbottò furibonda - Lì non ci va tanto. C'è anche scritto su ogni elettrodomestico. Poi...saper distinguere un boiler da una caldaia. Ma che idiozia! Non posso certo mettermi a farti lezione di meccanica adesso! Che gli è preso a Raimond?-
- Si sarà arrabbiato perché gli ho detto che pensavo di lui.- ghignò Malfoy - Che altro?-
- Capire l'esatto utilizzo di cd musicali.- Hermione stavolta parve meno furente.
- Bhè, questa mi pare già una lezione più divertente.- disse Jane addentando un grissino appena sfornato da Rose - Perché oggi pomeriggio non porti Draco al negozio all'angolo? È sempre pieno di ragazzi della vostra età.-
- Si, come mettere un serpente davanti a una mangusta.- frecciò la Grifoncina - Raimond vuole anche che gl'insegni l'esatta segnaletica dei semafori. Rosso e verde. E giallo...-
- E' veramente una scuola per geni,- sibilò Rose con occhio critico - niente da dire piccola mia!-
- E' uno spreco di tempo.- sbuffò Malfoy scocciato - A me non frega un accidenti di niente.-
- E a me non frega niente se a te non importa di restare segato alla fine dell'anno!- Hermione quasi lo prendeva per il collo - Oggi ti porto in giro e ti faccio attraversare la strada finché non avrai capito che ce l'hai fatta veramente quando le macchine non ti stirano Malferret e non provare a replicare. Per l'ennesima volta, se siamo in questa situazione è colpa tua, quindi zitto!-
- Che menata...-
- Ecco, parli già da babbano!- ringhiò la Grifoncina - Vai che sei sulla buona strada! Le ultime cose riguardano oggettistica. Devi imparare ad accendere le luci con gl'interruttori.-
Rose stavolta non poté non parlare.
- Ma siamo sicuri che questi maghi abbiano un minimo di cervello per capire cose così...difficili?- chiese sarcastica e stavolta Draco saltò su come un aspide a cui è stata pestata la coda: aveva la bocca spalancata per gettare una colata di lava quando la strega gli chiuse la bocca ficcandoci dentro una mela rossa, che a lui piacevano tanto visto che le mangiava sempre fra una lezione e l'altra. Poi se lo trascinò via, in camera sua e lì dette sfogo a tutta la sua residua pazienza. Erano lì per un motivo, quindi tanto valeva che si mettesse l'anima in pace e facesse quello che doveva!
Lo minacciò anche con la bacchetta, tanto da sbatterlo seduto sul letto e lasciarlo muto per qualche secondo. Impresa che aveva dello storico, decisamente.
- Capito?- sibilò alla fine - Ne ho basta di te! Fa ciò che ti dico e poche storie!-
- Maledetta di una mezzosangue!- replicò lui di riflesso poi l'ignorò completamente, per guardarsi attorno. E così quello era l'habitat naturale della sua disgrazia preferita. Si era immaginato la sua camera più rosa in effetti...invece era caotica, con tanti oggetti strani che lui non conosceva, colorata e piena di foto...alcune anche magiche.
Queste ultime rappresentavano Hogwarts. Lei con la lenticchia, sua sorella e quei dementi dei gemelli. Lei con le sue amiche pettegole. E quella che lo fece più imbestialire.
Lei abbracciata a Potter, sotto il tempietto di Hogsmade.
- Allora? Mi stai ad ascoltare o no?-
- No.-
- Divertente Malferret! Guarda che io di questa storia ne ho già abbastanza, quindi adesso ti vai a ficcare un maglione e scendiamo in strada. Prima lezione su come attraversarla.-
- Ma non esiste!- disse ridendo sprezzante - Io sto comodo qua a letto...-
- Se pensi che sia dell'umore adatto per giocare ti sbagli.- sussurrò Hermione pericolosamente, abbassandosi sul suo volto irritante ma sempre dannatamente sexy - Fa come ho detto. O finirai sul lettino del dentista!- e fu il ricatto giusto perché lo vide impallidire parecchio.
- Non oseresti!- sibilò.
- Oh, si che lo farei!- Hermione lo fissò eloquente - Cappotto e filare!-
Un minuto dopo il biondino era sul marciapiede davanti alla villetta. C'erano delle persone in giro ma niente in confronto al casino di persone che Draco aveva visto la sera prima, arrivando col taxi. Vide anche qualcuno di quei semafori, in lontananza, proprio come quelli che Raimond aveva fatto vedere in classe con le diapositive.
Si legò meglio la sciarpa al collo e in fondo alla gola aveva il suo bel ringhio feroce e sparì quando un botolino, un cagnetto nero e marrone tutto peloso di appena un mese, gli s'infilò fra le gambe.
- Ehi e questo coso da dove arriva?- borbottò, vedendo la Granger correre da loro con un guinzaglio e una pallina colorata i mano - Oh, è il cane di Rose. Mi ha chiesto di portarlo a fare due passi, intanto che faccio un giro.-
Malfoy lo scrutò un poco. A dire il vero non aveva mai amato molto gli animali, a casa sua ne giravano pochi e solo rettili o rapaci, ma quel cucciolo era particolarmente carino. Ciccione e morbido.
Gli dette una rapida carezza, mentre Hermione gli metteva collare e guinzaglio.
- Ok, ci siamo.- disse la strega - Dai Malfoy, adesso stammi vicino e non perderti come in stazione.-
- Vicino come?- sibilò sarcastico.
- A distanza sufficiente affinché non ti strozzi.-
Girovagarono per circa un'oretta. Hermione gli fece vedere parecchie vetrine, spiegandogli brevemente cosa vendevano ma non ci fu verso di farlo interessare a qualcosa e in effetti poteva anche capirlo. Anche lei avrebbe preferito farsi un giro a Diagon Alley...e quel pensiero la fece sorridere. Decisamente non era più tempo, per lei, di stare bene a Londra.
Voleva tornare a Hogwarts...
- Che hai mezzosangue?-
Abbassò gli occhi su Malfoy, che stava liberando il cucciolo di Rose da una montagnola di neve in cui si era buttato dentro. - Allora?- continuò sagace - Hai una faccia strana.-
- Non ho niente.- sussurrò Hermione. Lasciò passare qualche secondo, per riprendere un minimo di contatto con la realtà anche se dubitava fortemente che quel pensiero, appena passatole davanti agli occhi come una verità fin troppo reale, se ne sarebbe andato rapido così com'era arrivato. Si sforzò di concentrarsi su ciò che dovevano fare e dopo aver preso in braccio il cagnolino, trascinò Malferret nel negozio di musica più grande di Ludo Avenue.
Quando entrarono vennero investiti da un delizioso tepore e per dieci minuti la Grifoncina dovette spiegargli che i cd riproducevano musica di tutti i tipi...Draco non espresse giudizi di sorta ma cominciò a girovagare fra gli scaffali pieni di "scatolette quadrate" mentre Hermione si mise a chiacchierare con i due giovani proprietari del negozio, gente che conosceva da una vita e che aveva ampliato i saloni in maniera impressionante.
Si accorse che era quasi l'una, dopo aver parlato di scuola e divertimenti per un bel po' di tempo, quando andò a riprendere il Serpeverde e scoprì una cosa davvero interessante. Pescò il biondino con le cuffie nelle orecchie e l'anima ormai consacrata al punk e al rock.
- Tutto pensavo tranne che fossi un amante del punk.- rise Hermione, uscendo dalla porta scorrevole - Dai, adesso torniamo a casa. Pranziamo e poi ci rimettiamo al lavoro in mezzo alla strada.-
Draco annuì appena, seguendola e tenendo al guinzaglio il botolo che s'impigliava sempre nello loro gambe.
A tavola il tempo passò veloce, imparò anche a cambiare canale col telecomando mentre la scopa, chiamava così Rose fra sé, borbottava in sottofondo perché la saliera galleggiava a mezz'aria. La signora Jane invece non ci faceva caso per niente né alla loro magie, né ai rimbrotti della figlia. L'atmosfera era tranquilla e spensierata...e lui per la prima volta, dopo tanto tempo...troppo tempo forse, si rilassò. A quella tavola, sentiva di non essere in pericolo...ed era la sensazione più strana che avesse mai provato. Lì non doveva difendersi. Non doveva nascondersi.
Poteva ...vivere.
- Come fai a sapere che è un Serpeverde?-
Si risvegliò di colpo, sentendo la Grifoncina porre quella domanda a Jane.
La donna alzò le spalle, glissando abilmente - Ho visto il suo anello, tutto qua. Se Draco fosse stato un Grifondoro ne avrei sentito parlare prima, non credi?-
- Io non so come faccia a stare così tranquilla!- soffiò Rose con espressione accusatoria verso il biondo - Prima quel Potter, poi quel Weasley! Non è normale portare a casa tanti ragazzi!-
Hermione quasi si strozzò con la zuppa - Ehi calma! Solo Harry era...-
- E allora porta a casa delle ragazze signorina!- replicò Rose saccente - Non dei serpenti!-
- Su questo siamo d'accordo.- frecciò la Grifoncina. Draco rispose con una smorfia e stava per replicare a tono quando Jane si alzò dalla tavola, passandogli dolcemente una mano sul capo - Lasciale perdere. Hanno lo stesso insopportabile carattere.-
- Se non altro, signora, potrebbe proporle ragazzi normali!- sentenziò ancora Rose poggiando le mani sui fianchi.
- E perché?- Jane sbatté gli occhioni scuri, stranita - Hermione è una strega.-
- Vogliamo finirla di parlare come se non ci fossi?- sbuffò la Grifoncina ma sua madre come sempre la fece tacere rifilandole altro cibo nel piatto mentre la domestica s'infervorava tutta.
- Dico solo che non è più una bambina. Quest'anno finirà la scuola e non avrà più modo di...-
- E chi ha detto che tornerà a vivere qua?- rispose la signora Granger, stupendo anche la figlia per quella risposta.
- Non mi rivuoi a casa?- allibì Hermione - Ma cosa dici?-
- A dire il vero vorrei solo che non ti annoiassi fra i non maghi.- spiegò Jane con un bel sorriso, poggiandole una mano sulla spalla - Ma se vuoi tornare a casa dopo l'estate per me non c'è problema. Sarei felice di riaverti qui. Ma come la mettiamo con il problemino magia?-
- Bhè...hai ragione.- ammise la streghetta, sospirando - Dopo l'estate deciderò.-
- Non mi dirai che andrai ancora in vacanza con quei due svitati!?- sbottò Rose sconvolta.
- Io ed Harry volevamo fare un giro in Europa...- disse, temendo di scatenare la terza guerra mondiale - E Ron verrà con noi. Siamo riusciti a convincerlo. Perché? Volevamo andare in Italia.-
- Magnifica idea!- cinguettò sua madre.
- Pessima idea!- replicò Rose con aria burbera - E mi stupisco di lei signora!-
- Si, ogni tanto che io mi stupisco di me stessa...- ironizzò Jane - Comunque possiamo parlare di cose un po' più pressanti? Per esempio della festa di Natale.-
- Ti fermi con noi, vero Rose?- chiese Hermione, benedicendo il cambio di discorso.
- Viene la vecchia carampana?- chiese quella sospettosa.
- Non so ancora...- Jane cominciò a sparecchiare, mettendo alcuni piatti in lavastoviglie - Ma deciderò non appena Scott avrà finito con la produzione a Liverpool. Ha telefonato stamattina presto e mi ha detto che per Natale sarà a casa...porterà suo fratello e la sua famiglia, più i suoi soci. Draco tu non dovresti avvisare tuo padre e tua madre?-
Malfoy cercò di non mostrarsi troppo freddo nella risposta, cosa che sconvolse abbastanza Hermione. Allora le buone maniere gliele avevano insegnate davvero! Com'è che era tutto gentile con sua madre?
- I miei saranno impegnati in questi giorni. Manderò loro un gufo il prima possibile.-
- Come vuoi.- disse Jane sorridendogli - Ma Hermione...non dovresti andare a fare i regali per i ragazzi?-
- Sono a corto di idee e poi sai che dobbiamo studiare.-
- Se continui così finirai per diventare una vecchia strega su quei libri!- sibilò Rose.
- Meno male che qualcuno oltre a me te lo dice.- frecciò Draco verso la Grifoncina, che quasi gli piantò una forchetta nella mano in risposta - E poi i regali per Harry e Ron li ho già fatti. Mi manca solo quello per Elettra.-
- A quella lì piacerebbe solo una cosa.- continuò il Serpeverde sogghignando e non contento rischiò anche un dito visto che la Grifoncina cercò di tranciarglielo con il coltello del dolce. Finita l'ottima torta al cioccolato di cui Draco e Jane si servirono due volte, si trasferirono nel grande salone. Malfoy si guardò attorno e notò per la prima volta il pianoforte e la grandissima libreria a fondo della stanza, arredata perfettamente.
Guardò svogliatamente i titoli babbani, poi andò alla finestra. Dava sul retro della villa e c'era un bel giardino, completamente innevato. Per il resto, la giornata fu totalmente una menata fatta di prove pratiche ma anche abbastanza divertente sui vari interruttori della luce, di On e Off, su come infilare un cd nel lettore e farlo partire, i vari simboli presenti sulle manovelle della lavatrice ecc.
Alle sei era già tutto buio e Draco gettò la spugna. Decisamente ne aveva basta.
Quell'endovena di porcate babbane lo aveva steso ma quella sadica di una grifondoro non era paga per nulla. Infatti gli fece rinfilare il cappotto e la sciarpa e lo trascinò a prendere un tram di linea, per andare in centro.
- E adesso che siamo qua che facciamo?- rognò esasperato - Ne ho basta di babbani per oggi.-
- Io anche se devo essere sincera.- le sfuggì davanti a una vetrina di oggetti da regalo - Ma a te serve la pratica e non la teoria. Hai imparato a usare gli interruttori e anche il mio lettore cd, quindi possiamo ritenerci soddisfatti visto che alla prima lezione a scuola hai fatto esplodere quello di Raimond. Domani attraverserai la strada e staremo sotto ai semafori per i pedoni ma ti ricordi cosa dobbiamo fare stasera?-
- Si, devo andare a farmi sbattere al muro dalla babbana.- sibilò velenoso, sedendosi su una panchina e tirando fuori il pacchetto di sigarette - Mi spieghi perché vuoi uscirci se non ti piace?-
- Chi ti ha detto che non mi piace?- allibì Hermione.
- Tua madre stamattina.- disse, dando un tiro - Prima che mi parlasse del suo lavoro.-
L'ammazzava! Si, Jane Granger sarebbe presto uscita sui giornali, strangolata dalla figlioletta adorata!
- Dicevano che sei strana?-
Hermione sollevò le spalle, tornando a fissare la vetrina per non doverlo guardare in faccia.
- Maghi e babbani sono più simili di quanto credono.- mormorò lei, stringendo i pugni.
Draco tacque, sogghignando. Ciccò a terra e la raggiunse, guardando il suo riflesso nello specchio.
- Un mago è più forte di un babbano.-
- E che dovrei fare Malferret? Spaccare il mondo e far vedere a tutti quelli che mi prendono in giro che sono migliore di loro? Spiacente, così risolvete le cose voi Serpeverde ma io no!-
- Adesso mi fai ridere...- sibilò lui, facendola girare e abbassandosi su di lei - Non è per dimostrare di essere più forte che hai accettato quella scommessa, quasi quattro mesi fa?-
Stavolta lei rimase in silenzio, tenendo però ostinatamente lo sguardo fisso in lui. Oh, quella soddisfazione non gliel'avrebbe mai data. Stare a casa sua, insieme a lui, significava mettersi già abbastanza a nudo...troppo e le faceva male, se n'era accorta quel giorno a tavola ma non avrebbe mai accettato di sbattergli in faccia il suo cuore come nulla fosse. E Draco sorrise, vedendola così ostinata. Dio, non si smentiva davvero mai.
Sarebbe morta pur di non farsi vedere debole. O bisognosa di aiuto...di conforto. Era come lui.
E di nuovo erano anche troppo vicini.
Hermione si scostò appena ma qualcosa attirò l'attenzione di Malfoy. Da un pezzo si chiedeva cosa tenesse appeso a quella catena dorata che portava al collo...e gliela estrasse dal maglione a collo alto per restare perplesso.
- E questa dove l'hai presa?- chiese, fissandola di sottecchi - Una Giratempo...niente meno.-
- Ce l'ho dal terzo anno.- spiegò lei, rinfilandosela sotto la giacca bordata di pelo - Ma la uso per le lezioni.-
- Devo crederci?- ghignò lui.
- Sono una Grifondoro. Non una Serpeverde.- replicò Hermione ironica, poi lo afferrò per la mano e lo trascinò per qualche via secondaria, illuminatissima, fino a quando non trovò quello che cercava.
- Ecco ci siamo!- disse allegra - Così potremo uscire senza dare troppo nell'occhio!-
- Ah te lo scordi!- ringhiò lui - Io non mi concio come un coglione babbano!- ma fu inutile perché in un attimo venne catapultato nel negozio di abbigliamento e ne uscirono che era ormai l'ora di chiusura.

Erano le undici quando Draco Malfoy cominciò sul serio a maledire la stirpe babbana dai loro sfigati progenitori.
Bastava solo sentire il baccano che proveniva da quel posto e il fastidio che quei jeans dannatamente babbani gli procuravano al suo delicato e regale culo che la voglia di prendere la bacchetta e fare un massacro alla Peter Minus in mezzo alla strada si faceva sempre più strada in lui.
- Ok, adesso ascoltami bene!- Hermione gli stava davanti e lui più che sentire quello che diceva fissava la sua bocca che aveva voglia di mordere e baciare fino a farle mancare il fiato - Niente magia, niente telecinesi, niente bacchetta, niente insulti, niente "sta zitto deficiente di un babbano!" e specialmente non scatenare risse! Intesi Malferret?-
- Mi hai preso un animale o cos'altro?- mugugnò lui, guardando più che altro nella scollatura della sua maglia nera, sotto il cappotto - So stare fra gli altri, non è il caso che ti fai saltare i bottoni...adesso. Magari stasera in camera.-
Lei in risposta emise un ringhio e afferrandolo per mano lo trascinò dentro al bar, dove vennero investiti da un casino bestiale di urla per le finali di basket, birra chiara e una nube di fumo.
Lui si guardò attorno, non molto interessato ma proprio in quel momento una mandria di ragazzine si avventarono sulla sua mezzosangue, abbracciandola e baciandola. Si avvicinarono poi anche due o tre ragazzi babbani che l'abbracciarono a loro volta, scrutando poi lui con aria interrogativa. Bhè? Cazzo avevano da guardare.
- Ciao Draco!- quella era Lizzy che lo afferrò per mano e lo sospinse vicino a Hermione - E' un amico di Herm! Viene anche lui dalla sua scuola. Ragazzi lui è Draco.-
Chissà perché non poteva farli saltare tutti per aria quei cretini che continuavano ad allungargli le mani.
Colse un bel po' di occhiate assatanate e conscio che non avrebbe retto uno stupro da parte di una babbana decise di starsene ben incollato alla mezzosangue. Li trascinarono a un tavolo in fondo al pub quasi pieno e attaccarono a parlare così tanto che lui riuscì perfino a ingoiare quella roba che la mezzosangue chiamava birra.
Non gli spiaceva particolarmente e per occupare il tempo, mentre quella Lizzy lo rincoglioniva e si spingeva addosso a lui con il reggiseno praticamente fuori dalla camicetta color sanguinaccio, fumava anche come un turco tanto là dentro a quanto pareva la legge antifumo non vigeva manco di striscio.
- Draco ma tu ce l'hai la ragazza?-
Ok, quello era un attacco bello e buono! Ne aveva sentite e viste di tutti i colori in un'ora e stare lì a farsi irretire da quella proprio non ci pensava. Così si abbassò su di lei e con aria da cospiratore le disse: - Devo dirti una cosa...-
- Dimmi tutto!- sussurrò lei soave, avvicinandosi ancora di più.
- Vedi...io sono gay..- cinguettò e poi la piantò lì per andare a prendere qualcosa al banco mentre la cara Lizzy aveva immediatamente capito che uno del genere era tutto tranne che gay.
Malfoy si sedette al bancone e cominciò a guardare lo strano gioco che stavano dando nella televisione piatta sopra la sua testa. Dei dementi correvano e infilavano una grossa palla in una rete. Un po' come il quidditch.
- Ciao, che ti porto?- gli chiese qualcuno.
Lui neanche si sprecò a vedere chi fosse - Una vanga per sotterrarmi.-
Sentì una risata divertita e poi gli venne messo un boccale di birra davanti al naso. Finalmente vide che era il barista, un tizio sui ventisette anni, con rasta e piercing al sopracciglio - Tu sei l'amico di Herm vero?-
- Si.- borbottò portandosi il boccale alla bocca.
- Io sono Alan, il padrone del locale.- gli disse, portandogli anche un posacenere - Sbaglio o sei appena scappato dal tavolo dei ragazzi? Lizzy ha subito attaccato con la caccia?-
- Già.- bofonchiò accendendosi l'ennesima sigaretta - Conosci la Granger da tanto?-
- Hermione?- rise Alan - Si, da quando era piccola. Sua madre è la mia dentista e io abitando qua sopra la vedo sempre in giro. E' una brava ragazza. Ma se vai a scuola con lei lo saprai immagino.-
Draco tacque, bevendo ancora. Quella roba scivolava giù che era una meraviglia. Quant'è che ne aveva bevute?
- Attento, Lizzy non molla mai l'osso fratello.- gli disse ancora il barista - Hai provato a cercare delle scappatoie?-
- Le ho detto che sono gay.-
- E lo sei?-
- No.-
- Bhè, Lizzy è una di quelle che pensano che gli unici gay sono quelli che ancora non l'hanno incontrata.-
- Fantastico.-
- Che ti fumi?- bofonchiò Alan dopo un attimo, in un momento di spot della partita.
- Roba di un mio amico.- disse Draco svagatamente ma poi di colpo si ricordò qualcosa che aveva detto la mezzosangue, riguardo a erbe fatte in casa. Erano illegali lì o sbagliava? Alzò gli occhi su Alan con aria angelica ma quello invece di denunciarlo gli chiese se poteva fare un tiro. E si sballò nel giro di due minuti. Forse i babbani non erano abituati...a quella roba che nemmeno lui sapeva cosa fosse, visto che Blaise manteneva il segreto di stato su certe cose, ma quell'Alan dopo una sola sigaretta aveva preso il volo per lo spazio.
E fra lui mezzo fatto e Draco sull'orlo della sbronza, viste le birre a cui non era abituato, ne uscirono numeri alquanto divertenti. All'una l'irriducibile Malfoy aveva capito tutte le regole del basket anche da pieno fino all'orlo e faceva un tifo da stadio insieme a tutti gli hoollingans del pub. Caso voleva che una delle squadre fosse quella di casa della Scozia e quando vinsero gli scozzesi venne fuori un vero putiferio. Draco vide una decina di tizi con una toga scozzese, gonnellino, capelli lunghi e faccia colorata di blu salire su un tavolo...e attaccare a fare un discorso sulla libertà che lui non capì molto ma a parte le stranezze babbane divenne, come ogni buon brillo, un vero amicone per Alan.
Erano le circa le due quando la povera Hermione riuscì a scollarsi di dosso un vecchi spasimante decisamente troppo focoso. Disgraziatamente lo aveva innaffiato con la birra senza volerlo e aveva trovato la scusa per correre da Draco, al bancone. Quando lo raggiunse lo guardò decisamente stranita. Lo tirò per la manica e lo vide urlare come un pazzo alla televisione, insieme a tutti gli altri commensali.
Quando lui la vide invece l'abbracciò forte, rischiando di cadere dall'alto sgabello.
- Ehi Herm, Draco è un grande!- cinguettò Alan con una sigaretta fatta in casa da Malferret dietro all'orecchio.
- Si, su questo non c'erano dubbi...- replicò lei, aiutando il biondo a stare seduto decentemente - Ma cosa state facendo?- chiese e poi si dette dell'idiota, guardando la decina di boccali di birra vicini al Serpeverde. Decisamente però preferiva Malfoy quando beveva. Sorrideva e rideva di più.
Così chiese ad Alan un caffè, ammesso che fosse stato in grado di farlo, e poi si sedette accanto a lui ma Draco fu più veloce e se la prese in braccio, continuando a guardare la televisione e a rollare sigarette. Fu decisamente una serata divertente. Hermione ebbe modo di vedere il suo velenoso nemico privo di maschera di classe, con una bella dose d'alcool nelle vene e un sorriso vago e sereno sulla bocca sensuale.
Fosse stata come lui se ne sarebbe approfittata...ma poi pensò che in fondo...non ne valeva la pena farlo quando lui non se ne sarebbe poi ricordato. Sarebbe stato inutile. Alle tre e mezza, quando fu un po' meno sbronzo, decise che era meglio riportarlo a casa, dall'altra parte della strada. Pagò il conto e salutò Alan e portò via il suo adorabile compagno prima che Lizzy riuscisse a bloccarlo contro il muro e fargli un'ispezione orale.
Hermione Granger credeva ormai di averle viste tutte ma quando arrivarono a casa Draco Malfoy fece il numero peggiore della sua vita, anzi...quello di quella sera a casa della sua mezzosangue finì al numero due, perché al primo posto salì una cappella che avrebbe fatto solo alla festa del diploma. Comunque entrarono in cucina con tutte le luci spente. La Grifoncina lo lasciò seduto a tavola per andare a mettere i cappotti nell'anticamera ma quando tornò udì qualcosa che aveva dell'extraterrestre.
Draco, ancora un pelino fuori di testa, si era non si sa per quale motivo attaccato al cellulare di Hermione e tastando qua e là a casaccio ero riuscito a telefonare all'ultima chiamata registrata. Harry Potter.
E il Grifondoro stava dormendo, dopo una giornata allucinante passata in punizione a causa di Piton, ma si svegliò di soprassalto quando il suo cellulare che a scuola non prendeva mai, si mise a squillare.
Strizzò gli occhi più volte, poi senza neanche ficcare gli occhiali afferrò l'aggeggio nascosto sotto il materasso di piuma e rispose. Per un attimo non sentì nulla così ridisse pronto alquanto seccato...
- Ma guarda...funziona davvero...-
Harry sentì quella voce lontana e guardò il numero sul display. Hermione?
- Hermione?- chiese - Ma sai che ore sono?-
- Ma come faccio a sentirti?- bofonchiò di nuovo la voce svagata e impastata - Sei vicino?-
Stavolta Harry ebbe un'illuminazione. Quella voce la conosceva...
- Malfoy?- sussurrò stralunato.
- Oh Potter...- Draco deglutì, ancora intontito - Devo dirti una cosa...-
Il Grifondoro si mise seduto, fissando il cellulare come se fosse stato un oggetto malefico. Stava parlando con Malfoy al telefono! No, stava sognando di sicuro! Chiuse la comunicazione e rimise a dormire ma un attimo dopo il cellulare squillò di nuovo - Pronto!- sbottò bellicoso.
- POTTER...POTTER....-
- Non è il caso che urli idiota! Ti sento!- ringhiò Harry lasciandosi andare sul cuscino e chiedendosi se stava parlando con un Malfoy di una realtà parallela - Cioè...mi spieghi che cazzo stai facendo? Che vuoi da me?-
Draco si lasciò andare contro la tavola, facendo una smorfia strana.
- Ti devo parlare ho detto...-
- Ma sei ubriaco?- sibilò Harry - Come hai fatto a usare un telefono? E dove sei?-
- A Londra.-
- A Londra? Si e io a Puffolandia.-
- Cos'è Puffolandia?-
- Malfoy vaffanculo.- disse il moretto - Sto per sbatterti giù. Ti avviso.-
- Sbattermi giù cosa?-
Harry si mangiò le nocche. Ma che cazzo stava a parlare con quello??
- Come va Potter?-
- Benone, mi hai solo svegliato alle quattro di mattina perché sei pieno come una nave.- ironizzò senza capire perché andava avanti a parlare con quello psicotico - E tu come stai?-
- Hm...- Draco fece una smorfia - Io e te non abbiamo mai parlato...però ti devo dire una cosa.-
- Ecco, dimmela che poi torno a dormire.-
- Non ti sopporto proprio Sfregiato.- cominciò il Serpeverde - Non ti posso vedere.-
- Anche io.-
- Bene, siamo d'accordo...sono contento.-
- Sono felice che tu sia felice Malfoy...adesso posso spegnere?-
- Non ho finito.- Draco assunse una strana espressione, quasi vuota ed Hermione che stava sulla porta se ne accorse benissimo. Qualcosa non andava, specialmente quando sentì ciò che disse.
- Non ti ho mai detto grazie...- sussurrò il biondo, fissando il suo anello d'argento col serpente annodato su se stesso - Mi hai salvato la vita per qualche tempo e non ti ho mai ringraziato.-
- Salvato da cosa?- Harry tornò a mettersi seduto, corrucciando la fronte - Ma di che parli?-
Il moretto e la Grifoncina lo sentirono ridere sommessamente, come se stesse ridendo di se stesso.
- Dai, non lo sai?- continuò Draco ghignando - Per qualche tempo sono stato al sicuro grazie a te.-
- Stai parlando di Voldemort?- mormorò Harry a bassa voce.
- Parlo di tutto...-
- Tuo padre?-
Stavolta il biondo serrò il cellulare nel palmo, come per spezzarlo.
- Malfoy?- chiamò il Grifondoro - ..Draco?-
- Notte Harry.- disse lapidario.
- No...aspetta! Draco aspetta!- ma l'altro aveva già chiuso la chiamata, restando con lo sguardo fisso verso la debole luce della cucina. Quando notò Hermione sulla porta non disse nulla. Si limitò a lasciar andare il cellulare sul tavolo, poi le allungò la mano che stranamente la Grifoncina prese subito. L'attirò a sé e l'abbracciò stretta, passandole le braccia attorno alla vita e stringendo quasi da farle male ma non fece altro.
Rimase col viso premuto contro il collo di Hermione per molto tempo, fino a quando lui stesso non la lasciò andare. Tornarono al pieno di sopra per mano e lo lasciò davanti alla sua stanza. Rimase a vederlo sparirvi dentro, quindi lei tornò in camera sua...e si mise alla porta finestra, avvolta in una coperta.

A Hogwarts invece Harry Potter aveva perso il sonno.
Si ritrovò a girare per i corridoi della scuola, col capo basso, la testa fra le nuvole.
Non era stata solo quella strana telefonata ricevuta in piena notte da Draco Malfoy a togliergli le forze anche per dormire. Quella era una parte delle sue preoccupazioni. Una parte chiamata Lucius Malfoy.
L'altra parte che amplificava la sua paura era il non sapere esattamente contro chi o cosa doveva combattere quella volta. Da giorni si sentiva osservato, quasi braccato. Da quando Hermione era andata via, era accaduto che si sentisse spesso seguito da qualcuno. A volte sentiva o vedeva qualcosa...delle ombre solitamente.
Ombre che seguivano la sua, sui muri...contro la luce. Anche nei suoi sogni.
E i gigli...sentiva il loro profumo vacuo ovunque. Sentiva un soffio gelido sulla pelle, nel cuore.
- Harry, torna a letto!-
Si voltò spaventato e vide Ron con la mappa del Malandrino.
- Dio, m'hai fatto quasi morire!- sbuffò il moretto - Ma che t'è saltato in testa?-
- Rivincita per Halloween.- sbadigliò Weasley affiancandolo - Ma lo sai che ore sono? Ti ho sentito borbottare prima e così mi sono svegliato anche io. Ti sono venuto dietro con la mappa, nel caso quello spaccacazzo di Piton si faccia una passeggiata a queste ore.-
- Grazie.- disse lo sfregiato - Senti...dai, vieni dentro!- e lo spinse in aula vuota - Devo parlarti un attimo.-
- E' tardi per dirmi che sei gay e innamorato di me. Halloween è passato.- sibilò Ron annoiato - Dai Harry, è tardi davvero! Vabbè che domani mattina possiamo dormire fino a mezzogiorno ma se a Tristan salta di fare lezione con un altro troll vorrei essere in grado di intendere e di volere.-
Potter andò alla finestra aperta, poi incrociò le braccia al petto e si voltò verso il suo migliore amico.
- Tu i Malfoy li conosci...- iniziò.
- Si tratta di Hermione?-
- No, no...- Harry scosse la mano - Tu mi hai sempre detto che Lucius Malfoy è stato il primo a ritirarsi quando ho sistemato Voldemort quando ero piccolo, giusto?-
- Si, è vero.-
- Ma in tutti questi anni che ha fatto? Pensaci, prima Ginny e la Camera, poi i Mangiamorte all'Ufficio Misteri...e adesso la cicatrice mi fa male da impazzire. Senza contare che stanotte ho ricevuto una telefonata strana.-
- Da chi?-
Harry fissò negli occhi verdi di Ron, poi scosse il capo.
- Lucius Malfoy potrebbe arrivare a spedire un Mangiamorte fra noi?-
Ron stavolta tacque, cominciando a capire. Scese dal banco e gli andò accanto, alla finestra. Guardò fuori, nel giardino ghiacciato e coperto di neve e gigli, poi sospirò. - Pensi che arriverebbe ad ammazzare suo figlio?-
- Penso che se la cicatrice si è riaperta allo sta accadendo qualcosa. Un seguace di Voldemort molto potente può aver fatto una cosa simile. Non scordiamoci che oltre a Voldemort anche molti suoi adepti erano molto potenti.-
- E Malfoy è uno di questi.- Ron annuì - Ok, teniamo gli occhi aperti Harry.-
E detto quello uscirono dall'aula. Il corridoio era illuminato dalla luce della luna piena e le loro ombre correvano veloci.
A un certo punto però accadde qualcosa. Harry sentì una fitta terribile alla testa e crollò in ginocchio. Ron gli fu subito accanto ma all'improvviso entrambi tremarono. Freddo...tanto freddo...e il potere di Voldemort.
Alzarono lo sguardo, nello stesso momento...e davanti a loro c'era qualcuno piegato e ferito come Harry.
Con una mano sul cuore, una ragazza bellissima dagli occhi azzurri li fissava con espressione stravolta.
Ma sparì, Smaterializzandosi...prima che uno di loro due potesse capire la tremenda realtà che aleggiava sulle loro teste.
 
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