Capitolo 10°

« Older   Newer »
  Share  
Galya
view post Posted on 4/2/2009, 21:03




Il Capodanno era passato con un bel casino. L'ultimo Capodanno che il Signor Potter avrebbe passato ad Hogwarts come studente, quindi lo aveva segnato in bellezza. Alla grande. E con tutte le sue 4S.
Scherzo ai Serpeverde, sbronza e sesso...anche se non ricordava bene con chi...
E quel primo di gennaio anche un altro idiota della sua pasta era conciato da fare schifo, semplicemente perché alla mezzanotte aveva festeggiato i diciotto anni. Draco Malfoy si aggirava per la scuola come un lombrico, con la faccia da vampiro sull'orlo del collasso e un'emicrania da incubo.
Ogni persona che si rivolgeva a lui veniva sbranata perché praticamente gli urlava gli auguri, o nel caso dei Grifondoro degli insulti. Roba da matti, specialmente perché si ostinava a cercare di tenersi in piedi.
Harry a differenza sua aveva dichiarato forfait fin dalla mattina anche se aveva fatto recapitare un bel "VAFFANCULO" a Draco, che nel loro linguaggio particolare stava a significare "Auguri coglione."
Il resto della settimana la trascorsero praticamente sempre a Hogsmade.
I ragazzi, dopo essersi ripresi dai bagordi, cominciarono a rimettersi un attimo in quadro. L'alcool non navigava più nelle loro vene e scattarono delle vere e proprie stragi a pallonate di neve, peccato che fossero farcite di magia e qualcuno come al solito finì dalla Chips. Due nomi a caso: Potter e Malfoy.
- Vedo che avete iniziato bene l'anno.- cinguettò Tristan entrando in infermeria.
I due avversari erano coi letti di fronte e praticamente si lanciavano addosso, oltre che occhiatacce e bestemmie, anche pezzi di mobilia. Quando arrivò l'Auror però smisero per magia.
Chips disse al professore di Difesa che si erano lanciati in faccia una palla di neve con dentro un ripieno di ghiaccio solido spesso almeno tre pollici. Due idioti con tanto di garanzia.
- Oh e io che speravo si fossero almeno rotti un osso.- sbuffò capricciosamente il biondo ex Serpeverde.
- Non c'è niente da ridere Mckay!- sbottò la strega arcignamente - Spero solo tu insegnerai a questi ragazzi come evitare di arrivare qui tutti i giorni, in memoria dei tuoi tempi andati.-
- Oh, ma se ero il suo paziente preferito.- celiò con fare seducente.
- E quando hai finito di baccagliarti la vecchia magari potresti dirci che sei venuto a fare qua.- sibilò Draco ironico.
- Vecchia a chi?- tuonò la Chips furibonda - Malfoy modera il tono!-
- Se, se...- sbuffò il biondo - Allora Mc?-
- Sono venuta qua senza dire niente a Piton e alla Mcgranitt.- disse l'Auror con fare scazzato - Se voi due bori foste stati un minimo più furbi, com'ero io alla vostra età, vi sareste andati a spaccare la faccia altrove.-
- Scusa ma quando me lo trovo davanti devo mettergli per forza le mani addosso.- Harry si svaccò meglio sul lettino, sogghignando - Comunque grazie per non aver detto niente a Piton. Sai, non avevo voglia di vederlo qui a curare le ferite a Malfoy...povera la sua stellina.-
- Senti Potter ma lo sai che mi hai rotto le palle!?-
- Ma vattene al diavolo, razza di bagarino del cazzo!-
- Ah e credi che non sappia cos'è un bagarino vero?- saltò su il biondo, orgoglioso come pochi di sapere cosa fosse visto che Alan era proprio un bagarino e gli aveva raccontato che faceva per filo e per segno - E invece lo so e sai che faccio stasera? Mi scolerò anche le sue birre alla tua faccia!-
In effetti l'espressione di Potter era sbalordita...mentre Tristan stava cominciando a chiedersi se quei due non si erano bevuti del tutto il cervello. Comunque sembravano marito e moglie.
- Tu sei totalmente fumato.- sibilò il moretto - Scoppia Malferret.-
- Si, magari nel letto di una certa persona.- ribatté Draco e stavolta si prese davvero una lampada sulla testa, imprecando a tutto andare. Per tenerli buoni Mckay dovette minacciarli di morte e di chiuderli in un nido di troll. Invano.
Appena se ne andò attaccarono di nuovo a insultarsi e quando il loro occhio si fu rimesso a posto se le dettero anche in mezzo al corridoio e solo quando arrivò Hermione a riprendersi il suo migliore amico si fermarono.
- Oh Granger, era ora!- sibilò Draco furente - Portati via questo demente!-
- Ma si può sapere che avete fatto?- ringhiò la Grifoncina - Ma siete totalmente usciti di testa? Vi lanciate le palle di neve ghiacciata come i bambini? Harry anche tu ma sei scemo?!-
- Ha cominciato lui!- urlarono in coro, additandosi, tanto che ricevettero un altro cartone a testa.
- Silenzio imbecilli!- e afferrò Potter per l'orecchio - Adesso basta, andiamocene! E tu Malferret fila al tuo dormitorio.-
- E io non darmi ordini mezzosangue!-
- MUOVITI! HO DETTO FILA!-
Quando Malfoy ristrisciò a Serpeverde aveva un diavolo per capello. Maledetta lei che pensava solo a Potter!
Harry di qua, Harry di là...sempre tutto quel toccarsi...ma che bisogno c'era??
- Bella faccia.- lo prese in giro Blaise, svaccato sul suo letto - Che c'è Draco? Ti ha dato il due di nuovo?-
- E' inutile che continui a parlarmi con queste frasi da babbano del cazzo...ormai le capisco! No, non mi ha dato il due visto che ancora non sono riuscito a combinare un emerito accidente!- ringhiò, ficcando un calcio a uno scaffale, facendo franare a terra dei libri - Che frustrazione!-
Zabini per un attimo sollevò gli occhi blu dal suo tomo di erbologia, incrociando quelli argentei del suo migliore amico.
- No, calma...mi stai dicendo che...non sei mai riuscito a ...-
- Mai!- urlò imbestialito - Mai!-
- TU non sei mai riuscito a ...-
- CAZZO BLAISE VAFFANCULO!- Draco perse letteralmente il cervello, quasi prendendolo per il collo - Ti sto dicendo che quella non molla di un centimetro e tu stai qua a fare il bastardo!-
- Io te l'avevo detto che Hermione ha un cervello.-
- Oh, ma impiccati tu e i tuoi consigli! Sono nelle alghe fino al collo ok? È già tanto se quando stiamo vicini nel banco non le salto addosso! Un giorno o l'altro la chiudo in bagno e ce la tengo per una settimana!-
- Quindi...non è per la scommessa...- insinuò Zabini, esultando dentro di sé - Ti piace proprio.-
- Ma gliel'hai visto il fisico?- Malfoy si piantò davanti a lui, finendo di fare su e giù - E poi quella maledetta mezzosangue mi ha fatto un...un fottuto succhiotto che mi sogno ancora adesso!-
- Hermione ti ha fatto un succhiotto?- ridacchiò il moro, praticamente sganasciandosi come un pazzo - Grande, grandissima! Ti sta fregando bello mio! Erano anni che aspettavo questo momento...-
- Quale momento?-
- Quello in cui una donna di avrebbe dimostrato di essere molto più di due gambe aperte.-
La frase non fu azzeccata perché per un attimo il biondo Serpeverde rimase imbambolato a immaginare la scena.
Dio...infilò la porta di camera sua di volata, prima di fare disastri davanti a Blaise che tornò a leggere il suo libro, accendendosi una sigaretta. Bhè, lui amava troppo gettare benzina sul fuoco.
Brutto vizio certe volte...ma provvidenziale in altre.
In un'altra parte del dormitorio di Serpeverde però c'era qualcuno che, oltre ad aver sentito parte della loro discussione, era anche venuto a sapere della settimana passata a Londra da Malfoy.
Pansy Parkinson serrò gli occhi in maniera pericolosa e quando tornò nella parte femminile del sotterraneo mise piede nella sua ala, sorridendo sinistramente.
- Allora Lavinia?- chiese, sedendosi sul suo letto e fissando la sua compagna, inginocchiata in mezzo a un pentacolo nero - Come andiamo? Ci siamo quasi?-
- Certo, con chi credi di parlare?- replicò Lavinia Leptis, scostandosi dalla fronte una sciocca di capelli scuri - Vedrai che entro questa notte farà effetto e domani mattina la nostra cara Grifondoro darà il meglio di sé.-
- Secondo me è azzardato Pansy.- disse la Bulstrode appoggiata contro la finestra - Adesso è una santarellina ma se ribalti la medaglia e a Draco piacesse ancora di più?-
- Figurati.- rise Lavinia, gettando una rosa rossa dentro al pentacolo e uscendone - Draco non ne è minimamente attirato. Gl'interessa solo la novità. Ma se va anche come penso io, la cara Granger tornerà a farsi Potter e Draco dovrà gettare la spugna. E se non la capisce con questi metodi...- rise, fissando Pansy.
- Passerò alle cattive.- concluse la Parkinson ghignando e di colpo la rosa divenne nera per poi sbriciolarsi...

Erano le dieci del sette gennaio quando le lezioni ripresero alla scuola di Hogwarts.
Gli studenti erano nella Sala Grande ad abbuffarsi o a ripassare la lezione, specialmente a Grifondoro e Serpeverde che avevano in arretrato alcuni compiti di Piton che si era dato da fare ad affibbiare loro ogni sorta di cazzata pur di rovinare le vacanze agli studenti. Ron gettò la penna sul tavolo, massaggiandosi la testa.
- Dio, io ne ho basta!- sbuffò - Non è possibile avere così tanta roba! Copierò da Hermione appena arriva.-
- Facile per te la vita!- sibilò Dean Thomas - Un giorno o l'altro ti manderà a quel paese, credimi.-
- Ma va! A lei non è mai fregato niente di queste cose...dice che alla fine dell'anno sono cavoli miei!-
- Bella storia.- mugugnò Seamus assonnato - E tu Harry? Come sei messo?-
- Mi manca una pagina della ricerca sull'aspidistra.- ma in quel momento il casino della sala grande si fece più basso, all'improvviso. Non sentendo più quel brusio qualcuno sollevò lo sguardo...e sgranò gli occhi.
Al tavolo del Grifondoro regnò per un attimo una sorta di paralisi.
Hermione Granger stava sulla porta della sala grande e si guardava attorno con un sorriso angelico e spavaldo al tempo stesso sulla bella bocca. La divisa era messa in modo un po' selvaggio, la camicia slacciata, gonna più corta e stivali di lucida pelle nera. Percorse lo spazio fra i banchi ancheggiando lievemente, sorridendo a tutti, strizzando l'occhio a Dalton, poi mollò di malagrazia la borsa sul tavolo. - Salve gente...- disse languida - Come va stamattina?-
Ron ed Harry la fissarono da capo a piedi.
- Bene.- sussurrò il rossino - E tu come stai?-
- Benone.- disse sedendosi quasi in braccio a lui - Allora? Cosa mi raccontate?-
- Ecco...- Seamus la guardò sempre più sconvolto - Herm, ci daresti i compiti di Piton?-
Lei corrucciò la fronte per un attimo - Compiti di Piton? Ah...le ricerche...si. Spiacente, non ho voglia.-
- Cosa?- Ron la scrutò stralunato - Herm, devo copiare i compiti o quello mi uccide.-
- Chissene importa.- disse lei tranquilla - Non sono affari miei quello che ti succede Weasley.- e si alzò, per andare a gettarsi, ridacchiando, in braccio a Harry.
- Hermione ma che cos'hai?- alitò Neville con lo sguardo perso.
- Niente, che cosa vuoi che abbia? Se non siete in grado di farvi i compiti allora è meglio che lasciate la scuola. Questo non è posto per mezze tacche...vero Harry?- e gli passò le mani fra i capelli, fissando solo lui nei suoi occhi verdi.
Potter rimase immobile. Ma cos'aveva? Che voce...e che tono...
- Hermione...-
- Oh, non mi chiami più amore?- chiese, sdolcinata - Dai Harry, molliamo questi idioti e andiamo via.- e non gli dette tempo di rispondere perché un attimo dopo incollò la bocca alla sua, cogliendolo di sorpresa e zittendo definitivamente tutta la scuola. Qualcuno ai tavolo dei Serpeverde esultò silenzioso, osservando la scena, ma il bimbino sopravvissuto sentì che qualcosa non andava. Serrò le labbra e si staccò da lei, mettendosi in piedi.
- Ma che ti prende?- ringhiò a bassa voce - Che hai?-
- Oh, che noia!- disse seccata - Ok, me ne vado. Qua nessuno ha voglia di divertirsi a quanto pare. Ci si vede...- sussurrò a Harry, carezzandogli la coscia - Amore...- e se ne andò, piantando in asso tutti i compagni. E se non era tempesta in arrivo quella, non sapevano cos'altro avrebbe potuto essere.
Alle undici meno cinque l'aula di pozioni cominciò a riempirsi.
Draco era già al suo posto, sfogliando un libro sull'aspidistra che aveva scavallato in biblioteca il giorno prima, quando qualcuno glielo sfilò di mano e lo lanciò via. Non capì neanche che era successo perché un secondo dopo la sua mezzosangue gli si mise a cavalcioni, passandogli le braccia al collo e serrandogli la vita con le gambe.
Il suo ghigno lo lasciò per un secondo perplesso.
- Ciao Draco.- gli sussurrò suadente.
Draco? E da quando lo chiamava per nome?
- Ciao...- disse lui, fissandola per cercare eventuali segni di stupefacenti in giro.
- Andiamo via?-
- Cosa?- stavolta sgranò gli occhi - Che hai detto?-
- Dai, andiamo via.- gli disse capricciosa - Non ho voglia di sentire quel coglione di Piton.- e mosse delicatamente il bacino, per sentire meglio tutto quanto Malfoy avesse da offrirle - E poi...è ora di stare un po' soli, non credi?-
Ok. Era strafatta. Il narghilè di Alan le aveva segato il cervello.
E lo capì meglio quando gli morse il collo, ondeggiando di più contro di lui e premendogli addosso il seno.
- Senti...- cominciò, afferrandole i polsi per levarsela di dosso - Non so che hai oggi ma fossi in te starei attenta a quello che fai.-
- Perché?- chiese allusiva - Non volevi portarmi a letto?-
Malfoy si chiese se stesse bene sul serio. Non era lei...non era normale.
- Siediti al tuo posto, arriva il prof.- le disse e la scansò anche abbastanza rudemente, così la Grifoncina fu obbligata a mettersi brava nel suo posto. Si cacciò della gomma da masticare in bocca e cominciò a fare palloni, proprio quando entrò Piton. Andò subito alla cattedra ma dopo l'appello girò fra i banchi a chiedere le ricerche e i compiti.
E fu davanti al loro banco che accadde il putiferio.
- Allora?- chiese freddo - Signorina Granger? I compiti?-
Hermione sollevò annoiata gli occhi dal giornale di moda e fece scoppiare il pallone davanti al naso del prof.
- Non li ho.- disse lapidaria e per un attimo la classe si zittì. Si creò un silenzio di tomba mentre Piton credeva di aver capito male.
- Signorina non sono in vena di scherzi.- sibilò duro.
- Le sembra che stia scherzando?- replicò lei sorridente e sprezzante - Non avevo voglia di fare i suoi noiosi compiti. Mi annoiano e anche lei mi annoia.- e a quella sparata Ron si lasciò andare con la testa sul banco, provocando un tonfo che rimbombò per tutta la classe. Harry e Draco invece, per la prima volta in vita loro, si guardarono per scambiarsi una muta domanda.
Piton invece era livido.
- Come hai detto?-
- Cos'è anche sordo oltre che stupido?- rise lei con fare arrogante - Le ho detto che trovo i suoi compiti ridicoli quasi quanto lei. E le dico di più...- si alzò in piedi e afferrò il compito in classe con un voto appena accettabile che le aveva ridato appena entrata - Lei è solo un arrogante pallone gonfiato e quelli della sua casa sono tutti raccomandati, per questo eccellono nella sua ridicola materia.- e fece il compito a pezzettini, buttandoglieli in faccia. Poi ghignando se ne uscì dall'aula, spalancando le porte di scatto e sbattendole tanto da farle traballare sui cardini.
Ciò che accadde poi fu un massacro. Cento punti in meno a Grifondoro, una nota di classe compresa ai Serpeverde e un voto in meno a tutti, anche senza contare chi non aveva portato le ricerche che venne pubblicamente messo alla gogna da un Piton ridotto a tremare per la rabbia e il desiderio di vendetta.
A lezione finita poi avvenne l'apocalisse.
- Avvisate la signorina Granger appena la vedete che verrà sospesa!- tuonò il professore uscendo dalla classe di corsa - E adesso andrò anche dal preside, per avvisarlo di questo comportamento irrispettoso!-
Sentirono più solo i suoi passi furibondi per il corridoio, poi qualcuno in classe attaccò a ridere.
I Grifondoro fissarono rabbiosi la Parkinson che uscì a sua volta, sganasciandosi con le sue amiche.
- Ma che cazzo l'è preso?- ringhiò Seamus - E' diventata matta?-
- Non è da lei comportarsi così!- sussurrò Cali sconvolta - Ma che cosa le può essere successo?-
- Per me era drogata.- ghignò Nott - Ma anche estremamente divertente! Cazzo lasciatela così!-
- Fottiti Nott.- sibilò Harry passandosi una mano fra i capelli...Dio, ma che le era successo? Cosa poteva aver scatenato in lei una simile reazione? Non era nel suo carattere essere tanto tagliente e cattiva...si, era stata perfida...
In quello stesso momento venne avvisato Silente ma prima ancora di lui, sulla strada di Hermione finì proprio chi aveva scatenato la sua parte oscura. La Parkinson sogghignò, entrando nel bagno di Mirtilla. Trovò la Grifondoro allo specchio, intenta a sistemarsi la matita nera sugli occhi.
Dietro di lei apparve anche Lavinia Leptis che era venuta ad ammirare il suo lavoro.
Hermione le vide nello specchio ma le ignorò.
- Complimenti Granger!- disse Pansy battendo le mani con sprezzo - Bravissima.-
- Che ti serve Parkinson, falla breve.- sbuffò la Grifoncina , mettendosi del lucidalabbra col dito - La tua voce è più irritante dei postumi di una sbronza.-
Pansy serrò appena gli occhi mentre Lavinia non soffocò una risatina fredda, complimentandosi con se stessa.
- Ero solo venuta a vedere come stavi.- sibilò Pansy mettendosi accanto a lei, appoggiata coi fianchi snelli al lavandino - Ma vedo che stai benissimo...dì un po' Granger...perché non torni a sbatterti Potter adesso?-
- Magari più tardi.- rispose Hermione fissandola con la coda dell'occhio - O magari no...meglio Malfoy.- e come prevedeva la Serpeverde serrò anche le mascelle, rabbiosa, così la Grifondoro scoppiò a ridere sguaiatamente, sistemandosi anche i capelli - Dio, Parkinson...sei più trasparente di Harry quasi. Comunque sul fatto che entro stasera riuscirò a farmi Malfoy puoi anche scommetterci, a me piace provare tutto...-
- Questa se le cerca davvero.- ridacchiò la Leptis verso la compagna.
- Già,- disse Pansy minacciosa, sollevando una mano ma non fece in tempo a provocare un danno al viso di Hermione che Elettra aprì la porta e le trovò così. Sbatté gli occhi azzurri per un secondo, specialmente guardando la sua compagna di casa. - Tutto ok Herm?- chiese, indifferente. Lei era fin troppo abituata a trattare coi Serpeverde.
- Sparisci mocciosa.- le disse la Lavinia trucemente.
La Baley però continuò a scrutare solo Hermione che levò le spalle.
- Non mi serve niente.- disse, sorridendo in modo strano - Ci vediamo dopo Ele.-
Un attimo dopo erano nuovamente sole e Pansy non ci pensò due volte. L'afferrò per il capelli e cercò di sbatterla contro la porta di uno dei bagni ma Hermione, colta da un impeto che le era sempre stato nascosto fino ad allora, la violenza, si liberò dandole una gomitata nello stomaco, velocissima, che mozzò il fiato alla moretta. Subito dopo Lavinia le fu addosso ma la Grifoncina estrasse la bacchetta e la spedì contro la parete, facendole sbattere la testa.
La Leptis rimase così a terra e Pansy cercò di rialzarsi ma aveva innescato qualcosa che non avrebbe saputo controllare.
Ricevette un calcio sulla schiena, sulla testa, in ogni punto dove i lividi non sarebbero stati visibili. Andò avanti a incassare per cinque minuti, poi crollò e finalmente non sentì più nulla.
Quando Blaise e Nott entrarono nel bagno per vedere cos'erano quei rumori trovarono solo le loro compagne ancora stese a terra, semi coscienti e senza un livido in viso. Sbiancarono quando sentirono ciò che era successo da Lavinia, già piagnucolante mentre Pansy le strillava di tacere, con l'orgoglio in polvere. In un attimo gli altri vennero avvisati e i Grifondoro parvero non credere alle loro orecchie.
Una volta riuniti alla torre, prima di cena, anche Elettra parve triste.
- In effetti in quel bagno mi è parsa strana. Mi ha chiamata Ele...lei non lo fa mai.-
- E' andata fuori di testa, ecco cosa!- sussurrò Lavanda Brown - L'ho presa per i corridoi per chiederle cos'avesse, se volesse parlarne con me...- per un attimo la videro tremare, con gli occhi lucidi - Mi ha detto delle cose tremende...e ha cercato di spegnermi una sigaretta sul braccio.-
Harry e Ron sentendo quello rimase senza fiato. Mai...Hermione non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
- Non è lei.- sussurrò il bambino sopravvissuto - Non è da lei. Hermione non lo farebbe mai.-
- Oggi ha saltato le altre lezioni.- continuò Ginny - Non so neanche dove sia.-
- E' meglio che per un po' se ne stia lontano dai Serpeverde.- disse Dean entrando - Ho parlato con Blaise ragazzi. Pansy Parkinson ha la schiena dello stesso colore dei suoi ombretti violacei mentre la Leptis ha quasi un trauma cranico. Hermione l'ha sbattuta al muro così forte che credevano di doverla portare in un ospedale.-
- Oddio...- Harry si passò le mani sul viso - E che hanno detto alla Chips?-
- Niente.- lo assicurò il compagno - Pare che Blaise le abbia convinte a stare zitte, non so neanche io come. Credo che abbia capito che se Hermione finisce nei guai per una lite coi Serpeverde anche loro finiranno nella merda fino al collo. Comunque Piton continua a chiedere la sua sospensione.-
- Che stronzo!- ringhiò Weasley sedendosi - A certa gente gli altri anni ha lasciato passare di peggio! Uno di settima l'anno scorso l'ha quasi preso per il bavero e lui se la prende con Hermione solo perché è del Grifondoro!-
- Ron, per amor del cielo, l'ha insultato!- sbottò Calì.
- L'avesse insultato Malfoy a quest'ora starebbe a fare ammenda.- frecciò testardo il rossino.
- Sentite, non siamo qua per parlare di Piton ma per cercare di capire che ha Hermione!- Harry cominciò a scavare il solco, facendo su e giù per la sala comune della torre - Dobbiamo parlarle, capire che l'è successo.-
- Prova a parlare di meno...- disse una voce sulla porta - E ad agire di più.-
Si voltarono tutti quanti e la videro contro il fuoco del caminetto, con una sigaretta penzolante dalle labbra. Buttò la giacca sul divano, poi si levò anche la cravatta. - Bhè? Avete visto il fantasma nero?-
- Hermione dobbiamo parlare.- saltò su Ron - Mi spieghi che diavolo ti è preso? Piton ti farà sospendere dopo il bel casino che hai fatto oggi! E a noi non pensi? Finiremo tutti nei guai!-
- Ti dico una bella novità Weasley...- gettò la sigaretta nel caminetto, andandogli davanti e soffiandogli l'ultima boccata sul viso - Di voi incapaci a me non importa un accidenti di niente.-
- Herm tu non stai bene.- si mise in mezzo Calì afferrandola per il braccio ma un attimo dopo si ritrovò spalmata al muro, con un bernoccolo sulla fronte.
- Non t'azzardare mai più a toccarmi.- sibilò la Granger, fissandola con la coda dell'occhio - E adesso scusate ma ho da fare...- ma appena entrata in camera sapeva che l'avrebbero seguita. Infatti il primo a varcare la soglia fu Potter, dietro di lui Ron che rimase però con la schiena al muro.
- Che vuoi?- gli chiese la strega - Non ti hanno insegnato a bussare i tuoi genitori Harry Potter?- e vedendo la sua faccia scoppiò a ridere malignamente, iniziando a slacciarsi la camicia - Oh, già...scusami, mi scordo sempre che i tuoi sono saltati in aria come un petardo, signor bambino sopravvissuto.-
Harry divenne pallido ma non mosse un passo indietro. No ...non era la stessa persona che conosceva. La ragazza che aveva amato non avrebbe mai usato quel tono. Né quelle parole.
- Hermione devi farti vedere da qualcuno. Ti devono aver fatto qualcosa.- sussurrò a bassa voce.
- Nessuno mi ha fatto un bel niente.- replicò sarcastica - Ma già che siamo qui devo dire una a cosa a voi due...- e gettò a terra una cornice, con una loro foto - Mi avete stufato. Non vi sopporto più...né tu e i tuoi continui piagnistei sui tuoi poveri genitori morti, Potter...né te, Weasley, cara la mia palla al piede. E adesso andatevene...- ringhiò estraendo la bacchetta - ...prima che debbano venire qui a raccogliervi con la spugna.-
Harry raccolse la cornice, osservando per un attimo infinito i pezzi di vetro...sparsi al suolo.
Qualcosa di più importante era andato in pezzi. Qualcosa di cui purtroppo lui non poteva fare a meno, come di quella foto. No...quel qualcosa per lui era troppo importante.
Uscì dopo Ron, fermandosi per un attimo a guardarla. Di schiena...contro la luce delle candele...vide una strana chiazza nera. Ed Hermione non aveva tatuaggi. No...era una rosa nera, un'ombra tetra...

La mattina dopo Hermione non varcò la soglia dell'aula di Trasfigurazione.
La Mcgranitt era stata informata degli avvenimenti del giorno prima e ne era rimasta oltre ogni modo sconvolta. Il preside Silente ne era stato messo subito a conoscenza da parte di Piton ma non aveva espresso giudizi. Aveva chiesto un colloquio con la signorina Granger ma nessuno era riuscito a fargli sapere dove fosse finita. Era comunque a scuola perché ogni uscita era stata bloccata...ma c'era un problema molto più grave.
- La Giratempo.- sussurrò Harry alla fine delle lezione, quando la Mcgranitt gli chiese notizie.
- Si, è un bel problema.- replicò lei - Se la usasse in queste condizioni potrebbe creare dei disastri immani. Qualunque cosa le sia successa è evidente che non può essere solo uno sbalzo d'umore, Potter...potrebbe esserci dietro la mano di qualcuno molto esperto in malefici.-
- Malefici?- chiese il moretto - Qui alcuni ne sanno qualcosa...-
- Di recente ha avuto screzi con...- si morse la lingua ma indicò comunque chi intendeva con lo sguardo. Serpeverde e in particolare la Parkinson e le sue amiche. Ed Harry stavolta annuì. Si, in effetti quelle e specialmente la Leptis erano famose per le loro conoscenze sul malocchio, su incantesimi d'amore e malefici.
- Indagherò.-
- Attento Potter.- l'avvertì la Mcgranitt - Se è sotto incantesimo non sai come potrebbe reagire in futuro. Devi stare attento perché basterebbe una sola mossa farla per perderla sul serio. In questo momento, se è davvero stata colpita da un incantesimo, è in una fase di rigetto di se stessa e di tutti i suoi sentimenti. Ci servirà l'aiuto di qualcuno di molto esperto per levarle questo maleficio.-
- E lei...conosce qualcuno che si occupa di...magia nera?- chiese Harry levando un sopracciglio.
La Mcgranitt sospirò. Si...forse lei conosceva qualcuno in grado di fare qualcosa.
Peccato che il tempo stava per scadere. E le lancette correvano veloci.
Draco, nascosto dietro alla porta, udì tutto e prima che uscisse il suo rivale se n'era già andato.
Oh, lui lo sapeva fin troppo bene chi era stato a fare quel casino. Scosse il capo, fuori di sé dalla rabbia ma prima di ammazzare quelle due stronze avrebbe dovuto mettere il catenaccio alla mezzosangue, prima che davvero commettesse qualcosa d'irreparabile. Vagò per tutta la scuola e girò come un dannato quando vide Ron Weasley dirigersi dritto verso il giardino, sotto le arcate del pendolo.
Ma lui fece prima a reagire anche se per un attimo credette di ricevere un pugno in pieno petto.
Prima ancora di mettere a fuoco quell'incubo, un gemito gli aveva fatto accapponare la pelle...e poi l'aveva vista, lì contro la colonna, con la mano di quel verme sotto la gonna, il capo girato indietro...e un ghigno sulla faccia, quasi perverso, quasi troppo malvagio.
Weasley e Malfoy quasi in sincrono si avventarono sulla coppia appartata e mentre Ron tirò indietro bruscamente la Grifoncina, Draco con un pugno ben piazzato e pieno di rabbia spedì Edward Dalton a terra, strappandogli un grido soffocato. Rimase ansante, a fissare quel verme che si rialzava, furibondo per essere stato interrotto.
- Alzati e giuro che continuo.- gli sibilò il Serpeverde.
- Ma perché non pensate mai ai cazzi vostri eh?- sbuffò Hermione annoiata, con la camicia del tutto aperta e giocando con i suoi boccoli - Che c'è Malferret? Volevi passare per primo?-
- Al diavolo Hermione sta zitta!- tuonò Ron con viso congestionato dalla rabbia - Che cazzo volevi fare?-
- Ehi, guarda che me l'ha chiesto lei!- abbaiò Dalton mettendosi in piedi e toccandosi la mascella colpita - Che volete voi due?! Vi manda Potter? Deve capirlo che ormai non è più roba sua!-
- Se è per questo neanche tua...- rise la Granger, schioccando la lingua.
- Ma...- il Corvonero tacque all'improvviso, ritrovandosi la bacchetta di Weasley e Malfoy alla gola.
- Sparisci.- ribatté Draco - O giuro che ti ammazzo Dalton!- e quella volta non scherzava. Ma non fece in tempo a girarsi che Hermione era di nuovo scappata via, fra le fronde del giardino. Il biondino cacciò una bestemmia colossale quando fece in tempo almeno a comparire Harry, per altro con aria ben più pericolosa della sua ma scoccò un'occhiata d'intesa con Weasley che si defilò per tornare a cercare la loro amica. Il moro, rimasto solo coi rivali, fremeva da dentro. Quella rabbia non la provava da quando aveva ammazzato Voldemort...si sentiva bruciare!
Vide Dalton con quel livido in faccia e sogghignò...capendo benissimo cos'era successo.
Non gli ci volle molto per pensarci. Caricò un altro pugno e il Corvonero franò di nuovo a terra, sputando un dente.
- Brutto schifoso bastardo...- sibilò Harry devastato dall'ira e dalla frustrazione - Ringrazia che siano arrivati perché ti giuro che se solo ti fossi spinto un po' più avanti a quest'ora saresti già sotto terra!-
- Non sprecare il fiato, Potter.- gli disse Draco a bassa voce - L'ho già avvisato io.-
- Due avvisi sono meglio di uno.- replicò il moretto - Sta attento Edward.-
- Al diavolo!- ringhiò Dalton, rialzandosi di nuovo, fissandoli con gli occhi incendiati dalla rabbia - Che cos'è di vostra comune proprietà forse? Vi scambiate le donne come le palle di quidditch voi? Complimenti e dire non sembravate così fratelli!-
Furono le sue ultime parole perché Harry, dopo quanto accaduto in quei giorni e le parole della sua migliore amica la sera prima, perse il lume della ragione. Si avventò contro l'avversario con i pugni chiusi, calci e testate.
Lo ridusse a pezzi anche con Malfoy che, dopo qualche minuto di quel massacro, capì che doveva fermarlo. Alla fine riuscì a prenderlo saldamente per le spalle, faticando parecchio, e a sbatterlo contro la parete. Gli ordinò di stare fermò e non seppe nemmeno dire perché Potter gli ubbidì, ma tornò a chinarsi su Dalton...
Lo prese per i capelli e lo fissò disgustato, con quel viso ridotto a un ammasso di lividi.
Non poté dire di essere dispiaciuto, quello no...perché dopo che aveva trovato la sua mezzosangue con quello avrebbe voluto davvero ridurlo in polvere.
- Adesso stammi bene a sentire...- disse con tono troppo calmo per essere vero - L'ho fermato solo perché mi sta su i coglioni che lo Sfregiato si picchi con qualcuno che non sono io...- e ghignò malefico, premendogli anche la mano sulla giugulare - Ma se vengo di nuovo a sapere che ti azzardi anche solo a guardare nella direzione della Granger giuro che ti massacro. E poi ricomincerò con Potter. Un'ultima cosa...prova a dire che è stato lui a ridurti in questo stato e ti faremo pentire di essere nato.- si rialzò, afferrò il Grifondoro per un braccio e riuscì a scollarlo da quel posto schifoso fino a quando, incazzato come mai nella sua vita, lo spinse in mezzo al salone vuoto, sull'orlo di una crisi di nervi.
Harry gli puntò un dito addosso, sfidandolo ad aprire la bocca. - Non t'azzardare...- gli disse, passandosi le mani fra i capelli - Non dovevi neanche metterti in mezzo Malfoy! Dovevi lasciare che gli spaccassi la faccia!-
- Già! Così poi ti avrebbero sbattuto fuori e saremmo finiti tutti quanti nella merda!- urlò il biondo di rimando - Bella stronzata San Potter! Gli hai quasi rotto una mandibola! Quei lividi sono di botte! Si vede lontano un miglio!-
- Me ne strasbatto i coglioni se vuoi saperlo.- replicò Harry andandogli a un dito dalla faccia - E se fossi in te mi guarderei bene dal pensare ai cazzi nostri! Resta fuori da questo casino!-
- Non prendo ordini da te.-
Potter in risposta l'afferrò per il bavero, sbattendolo al muro - Adesso sono io che avverto te...e vedi bene di aprire le orecchie: quelle stronze della tua casa sono famose per i loro giochetti del sabato sera con i malefici. Se te le fossi sbattute come hai sempre fatto invece di giocare con le nuove carte forse non avrebbero fatto niente a Hermione!-
- Di loro me ne occupo io!- sibilò Draco afferrandogli i polsi - Ma tu vedi di stare calmo! Che cazzo credi di fare, razza di deficiente, andando in giro a spaccare la faccia a tutti quelli che centrano in questa storia!?-
- Oh, cosa credo di fare?- sibilò Harry con gli occhi verdi spiritati - Vai al diavolo, ma con chi credi di parlare? Hai una vaga idea di quello che le hanno fatto? Ce l'hai una fottuta idea Malfoy? No, certo che no...in quel covo non sapete fare altro che camminarvi sulla faccia a prima vista, tu per primo. Che cazzo ne puoi capire tu...-
- Senti Potter...-
- SENTI UN EMERITO CAZZO!- urlò Harry ormai arrivato al limite - E' LA MIA MIGLIORE AMICA QUELLA STA PER AUTODISTRUGGERSI! IO AMAVO HERMIONE E TUTTORA LEI E' UNA DELLE PERSONE PIÙ IMPORTANTI DELLA MIA! E SE CREDI CHE ME NE STARÒ A GUARDARE MENTRE VOI BASTARDI LA ROVINATE TI SBAGLI DI GROSSO!-
- VAFFANCULO POTTER ANCHE IO...- ma tacque di colpo, fissandolo a occhi sgranati, esattamente come il Grifondoro. Scosse il capo, continuando a scrutarlo. - Cosa? Tu cosa?-
Draco però infilò al porta un attimo dopo, senza più rispondergli.
Sapeva solo che dentro di sé era mutato qualcosa...che non poteva tornare come prima.
Per questo quando entrò come un tornado nel suo dormitorio tutti i suoi compagni lo fissarono allibiti. Doveva avere gli occhi sbarrati ma l'unico ad andargli appresso fu Blaise, seguendolo lungo il corridoio delle ragazze.
Draco Malfoy entrò sbattendo le parte, facendo sobbalzare tutte quante le compagne Serpeverde.
Alcune lo fissarono impaurite dalla sua espressione, altre se la filarono in buon ordine, vedendo i due andare dritti verso le camere di Pansy e della Leptis. Ma né Draco né Blaise si sarebbero mai aspettati una cosa simile, quando misero piede in quelle stanze...buie, con uno strano odore nell'aria...e zeppe di fiori secchi, morti, sbriciolati...segni neri sulle pareti, candele, boccette dai contenuti indescrivibili. Lavinia stava sdraiata a leggere e Pansy stava leggendo. Scattarono immediatamente ma fu la Parkinson a fare la disinvolta.
- Ciao amore...sei venuto a vedere come sto?-
Domanda sbagliata, pensò Zabini vedendo Draco correre a metterle una mano al collo, schiacciarla contro la parete e fissarla con pure fiamme di collera negli occhi argentei - Dimmi che le hai fatto!- le ringhiò a un dito dalla bocca - Dimmelo subito o giuro che troverò un modo per ripagarti con la stessa moneta!-
La ragazza non aveva fiato per rispondere e tremava. La Leptis invece si teneva le mani alla bocca, come per non urlare.
- Allora?- urlò di nuovo il biondo - CHE CAZZO AVETE FATTO???-
- Draco calmati.- Blaise lo afferrò risoluto per una spalla, tirandolo indietro - Così non parleranno mai.-
- Allora le faccio strillare la fottuta cosa che m'interessa!- replicò con un ringhio pericoloso - Allora Pansy?- continuò a distanza ravvicinata - Dimmi che hai fatto...ti do due minuti. Poi spacco tutto.-
La mora aveva il cuore nel petto e l'odio riversato nelle vene come un veleno.
Gettò a terra il libro che aveva in mano, fissandolo con sfida - Che c'è, la Granger ha esagerato per caso?-
Malfoy tacque, limitandosi a estrarre la bacchetta. - Stupeficium!- urlò e come aveva promesso cominciò a fare a pezzi tutto quanto, con Blaise immobile alle sue spalle. Colse un'occhiata supplichevole di Lavinia, così si decise a fermarlo ma appena ebbe finito Draco, incalzò lui la Leptis.
- Parla.- le disse con tono pacato - So che sei stata tu. Che hai fatto?-
- Mi...ha convinto lei!- piagnucolò additando Pansy che la scrutava furibonda - Mi ha chiesto...di fare un maleficio alla Granger. Noi non pensavamo che sarebbe accaduta una cosa del genere...volevamo solo farla espellere!-
- Già e invece adesso sarete voi a finire fuori...- ringhiò Draco continuando a ucciderle con lo sguardo - Ma fuori dalla finestra della torre di astronomia e poi voglio vedere quale incantesimo vi salverà!-
- Dai, va avanti!- si mise in mezzo Zabini irritato - Voglio che mi dici che hai usato e di che maleficio si tratta! E naturalmente dovrai subito levarglielo Lavinia.-
Quella impallidì...
- Io...io non so farlo...- ammise e Draco quasi non credette alle sue orecchie.
- Cosa??- gridò di nuovo trattenuto a stento dal suo migliore amico - Le hai scagliato una fattura senza poterla annullare? Ma che cazzo avete nelle testa?! Siete delle maledette deficienti, ecco cosa!-
- Oh smettila!- strillò Pansy istericamente - Prima che ti fossi messo in testa di sbatterti quella mezzosangue le avresti fatto anche di peggio! Dico bene Draco? Io le ho solo fatto un piccolo scherzo, sei tu che sei cambiato! Sei tu che adesso sei tutto preso dal fascino di quella sporca mezzosangue!-
- Tu azzardati ancora a parlare di lei in mia presenza e giuro che Blaise non riuscirà più a tenermi.- le disse, facendole fremere le vene nei polsi - E adesso ditemi che avete fatto, i due minuti stanno per scadere.-
E la Leptis disse tutto...poco per volta, mostrò tutto ciò che aveva usato. Pozione e formula in latino, poi tirò fuori un cofanetto di legno da sotto il suo letto e lo lasciò a Blaise. Quello aprì e vi trovò dentro una rosa nera.
Ma sbiancò con Draco quando si accorse che lentamente si stava sbriciolando.
Il biondo alzò gli occhi...e corse fuori, senza più la minima idea di cosa fare...sapeva solo che doveva trovarla.
Blaise invece rimase nella stanza. I suoi occhi bluastri osservarono le due compagne per qualche tempo, poi scosse il capo, portandosi via il cofanetto, lasciandole sole con le loro colpe.
Draco invece infilò tutte le scorciatoie per arrivare prima a Grifondoro. Attraversando i corridoi terrorizzava praticamente tutti gli studenti più giovani e qualcuno già ipotizzava che la sua rabbia fosse data da Potter e che stessa andando da lui per attaccare di nuovo rissa. In parecchi si misero a seguirlo, nascondendosi dietro gli angoli ma la loro corsa di fermò prima della torre dei grifoni.
Malfoy si accorse dello scompiglio proveniente della fontana in giardino: vide parecchie matricole del Grifondoro e senza pensarci si diresse verso il gruppetto di mocciose che parevano agitate.
- Che succede?- sibilò freddo e le ragazzine, sui tredici, quattordici e quindici anni, lo fissarono fra l'intimorito e l'eccitato. Fu una coi capelli neri a rispondergli - Eravamo qua a ripassare quando Hermione...la Granger...- disse, ricordandosi che la ragazza stava appunto con Malfoy negli esami -...è arrivata e si è diretta fuori dalla scuola. La nostra compagna Elettra pensava che volesse uscire e infrangere il regolamento, così l'ha seguita...e sono andate verso la casa di Hagrid.-
- Poi sono arrivati anche alcuni del settimo.- gli disse un'altra con la coda di cavallo - E da allora non si sono più visti.-
Senza neanche finire di ascoltarle corse giù dalla collinetta, passando sui gradini rocciosi fino ad arrivare davanti alla casa del custode delle chiavi. Si guardò attorno ma non vide nulla e nessuno. Nel frattempo giunse anche Blaise, strattonando la Parkinson per un braccio che scalciava come un cavallo.
- Che te la sei portata dietro a fare?- ringhiò Malfoy che non voleva più neanche vederla.
- La porto ad ammirare il suo bel lavoro.- disse Zabini totalmente calmo, senza lasciarla muovere di un passo, poi indicò al compagno dei segni di magia di lotta, sui tronchi degli alberi. Dovevano essere volati dei Cruciatus. S'infilarono così nella foreste proibita che però di pomeriggio non era poi così tremenda e finalmente li trovarono.
- Che ci fate qua?- chiese Ron, seduto su un tronco spezzato.
- Ti ho portato qualcuno che vuole raccontarti qualcosa.- disse Blaise spingendo Pansy sul campo di battaglia, mentre Draco si guardava attorno con occhi increduli: rami tranciati, fumo, foglie in fiamme, tronchi graffiati...Potter poi stava in mezzo alla radura con in braccio la Baley, che era ferita a una gamba mentre la Granger se ne stava seduta su un tronco morto, come Weasley. Appena lo vide gli rise in faccia, continuando a giocare con la sua bacchetta.
- Non è bello imbucarsi alle feste Pansy...- disse la Grifoncina alla moretta, con noia.
- Allora?- chiese Harry con voce sibilante, tenendosi stretta Elettra che tratteneva le lacrime per il dolore con orgoglio - E' stata lei?-
Il silenzio fu meglio di ogni parola. Pansy Parkinson tenne ostinatamente la testa alta, del tutto indifferente a ciò che aveva provocata, quando Hermione si mise a ridere di più, passandosi una mano fra i capelli.
- Oddio...- ghignò, scuotendo il capo - Che pena mi fai, Parkinson!-
- Cosa?- tuonò la Serpeverde - Come ti permetti sporca mezzosangue?-
- Se fossi in te starei zitto, Parkinson!- ruggì Ron andando da Harry per controllare le condizioni di Elettra. La levò dalla braccia dell'amico, per dargli la possibilità di stare con la Grifoncina ma la Granger continuò senza aver neanche sentito l'insulto che un tempo l'aveva fatta tremare molto volte. Anzi...ora che la medaglia era stata ribaltata, fu lei a reggere il gioco. Fissò con gli occhi dorati la nemica, godendo come non mai quando la vide sbiancare, alle sue parole.
- Davvero incredibile cosa farebbe una senza padre per un po' d'attenzioni eh Pansy? I tuoi non hanno divorziato?- cinguettò accendendosi una sigaretta, vedendo la mora indietreggiare un poco mentre gli altri la fissavano sconvolti da tanta cattiveria - Se volevi scoparti Malfoy per me non ci sono problemi ma se vuoi attenzioni forse avresti dovuto pensarci prima di far divorziare i tuoi...scommetto che tuo padre non ti sopportava più...-
- Adesso basta! Sta zitta!- le urlò la Parkinson con gli occhi vitrei - Tu sei solo una mezzosangue! Non capisci niente!- ma Blaise l'afferrò per il braccio, prima di scatenare un altro disastro.
- Contenta adesso?- ringhiò Draco a bassa voce - Avete creato davvero un bel mostro tu e Lavinia.-
- La Leptis?- rise Hermione - Ma va? Non credevo...è così stupida che potrebbe fare a gara con Paciock!-
- Ok, adesso è ora di finirla.- Harry andò dalla Parkinson e la fissò truce ma anche più tranquillo - Voglio che adesso tu e quella cretina la riportiate com'era prima. Adesso!-
- Non possono, non lo sanno fare.- lo bloccò Draco - Bisogna dirlo ai prof.-
- Già, senza dire niente però di chi ha fatto il maleficio...- rise Ron amaro - Per parare il culo a tutti gli altri, vero?-
- Finiremo tutti nella merda, non temere Weasley!- celiò Hermione alzandosi in piedi e cominciando a mettersi il mantello sul maglione - Se il qua presente signor Malfoy avesse adempito ai suoi sbattimenti serali forse ora non saremmo in questa situazione, vero Pansy?-
- Vai al diavolo Granger.- sibilò la Parkinson.
- Resta il fatto che adesso bisogna andare da Silente e rimettere a posto questo fottuto macello.- continuò Draco furibondo - La questione la sistemiamo poi fra noi, Potter.-
- Certo, facendo a botte fra voi due come al solito?- ironizzò Ron acido.
- Se non altro non andiamo a rompere i coglioni agli altri.- disse Harry pacato - Dai, muoviamoci. Hermione cammina.- ma lei, come prevedevano, non si mosse in un passo. Rimase a fissarli come se fossero state della formiche.
- Io sto benissimo così.- scandì lapidaria.
- No, tu sei da manicomio in questo stato!- ringhiò Malfoy afferrandola per il polso - Muoviti!-
- Pensa ai fatti tuoi purosangue!- sibilò la Grifoncina, liberandosi all'improvviso dalla sua presa. Di colpo anche i suoi occhi si fecero colmi d'odio tanto che Draco dovette per forza allontanarsi da lei. Gli pareva quasi di essere investito da una vera e propria ondata di livore, com'era accaduto a Harry la sera prima.
- Vai dal paparino e chiedi a lui di sistemare i tuoi casini, Malfoy!- continuò lei con acredine - Non è così che risolvi sempre i problemi caro il mio biondino? Non fare tutto a Lucius? O il fatto di essere la prossima vittima sacrificale ti ha fatto muovere un po' quel cervellino vuoto che ti ritrovi eh?- gli rise in faccia, vedendogli serrare la mascella - Che c'è, t'è venuta paura di morire tutto di colpo? Dopo sette anni ti svegli...complimenti, veramente complimenti! Ma in fondo che cazzo sto a parlare con uno che se n'è sbattuto di morire per tanto tempo...- e senza aggiungere altro lo sorpassò con sdegno, per risalire alla scuola con tutti gli altri...
Ma aveva ragione, pensò Draco amaramente.
Alzò lo sguardo al cielo e rise di se stesso.
La sua mezzosangue aveva ragione. Gli aveva solo detto ciò che pensava. La dura realtà.
 
Top
0 replies since 4/2/2009, 21:03   69 views
  Share