Capitolo 13°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 21:00




Passarono due giorni ed Hermione finalmente poté uscire dall'infermeria. Quella mattina avrebbe avuto lezione con Piton e la Grifoncina dovette armarsi di tutta la pazienza che possedeva per prepararsi alla dura giornata di musi e lunghe scuse che l'aspettava.
Ascoltò le ultime raccomandazioni della Chips, poi uscì e decise che poteva permettersi di saltare la colazione per fare una lunga passeggiata in giardino. Non aveva voglia, né era dell'umore di seguire le lezioni, cosa strana.
Dopo quanto accaduto si sentiva ancora sul filo del rasoio, perché anche se non ricordava nulla di ciò che aveva detto o fatto e dentro di sé sentiva una strana inquietudine. Sapeva di aver fatto del male ai suoi amici e una parte di lei in quei momenti era rimasta impotente, vedendo il suo grande amore e affetto per gli amici trasformarsi in odio puro.
Era stata una sensazione orribile.
Eppure non riusciva neanche ad odiare Pansy. Hermione sentiva che dentro di sé quei sentimenti negativi erano nati da qualcosa, che non erano stati solo impiantiti dal maleficio. Forse il maleficio li aveva portati a galla...ma c'erano sempre stati. Tutta quella rabbia era stata nascosta da qualche parte...come quando aveva picchiato Pansy nel bagno.
Si, da qualche parte c'era ancora in lei del rancore che però non aveva saputo sfogare.
Aveva paura di se stessa.
Si fermò davanti alla fontana, carezzando dolcemente uno di quei magnifici fiori che sbocciavano liberi.
Erano bellissimi. Delicati ma tanto forti da crescere anche nel ghiaccio...
Fu grazie ai gigli che ricordò di dovere un grazie a qualcuno e non più solo scuse.
Peccato che non sapesse davvero come trovarla. Era ormai chiaro che non appariva sulla mappa del Malandrino e andare da Silente, rischiando di trovarci Piton, non se ne parlava. Forse poteva chiedere a Tristan...ma arrossì, pensando a ciò che le aveva raccontato quell'oca della Patil, ovvero che ci aveva provato spudoratamente.
Di umore sempre più tetro si avviò verso la casa di Hagrid, pensando che almeno a lui non aveva combinato niente. Magari Hagrid sarebbe stato l'unico a non guardarla come se fosse stata una maniaca con istinti assassini.
Lo trovò intento a scolarsi la sua colazione fumante nel boccale e quando la vide la stritolò, lacrime agli occhi, il cuore enorme e un abbraccio caldissimo. Si sedette con lui sulla porta di casa, insieme a Thor.
Mangiò un cornetto gigante inzuppato nel caffè, sentendosi un po' meglio.
- Andiamo piccola.- le disse, dando da mangiare a una lumaca gigante ficcata in un cesto per il pane - Vedrai che tutto si sistemerà. Non eri in te. La gente dice quello che pensa in malo modo tutti i santi giorni, perché adesso prendersela con te se per una volta hai detto la verità?-
- Con Harry e Ron...e anche con Malfoy sono stata cattiva, Hagrid...- sussurrò triste - Veramente cattiva. Nessuno dovrebbe avere diritto di dire cose del genere.-
- Harry e Ron sanno quanto gli vuoi bene, Hermione.- disse il custode, sorridendo bonario - Non pensare a quanto è successo perché non è dipeso da te. I ragazzi ti adorano ed erano seriamente preoccupati, come saranno preoccupati adesso nel non vederti a colazione. Loro sanno bene come sei.-
- E come sono?- borbottò - Una bisbetica che dice cattiverie nel momento meno opportuno.-
- Anche, credo che però Harry direbbe più che altro che se la sua migliore amica...e che ti vorrà sempre bene perché sa quanto tu tenga a lui, indipendentemente dal malocchio.-
- Hn...- Hermione fece una smorfia, poi si sforzò di ridere - Grazie Hagrid.-
- Ma figurati.- disse lui - E adesso corri a lezione o farai tardi.-
- Certo.- la Grifoncina fece per incamminarsi, poi però si bloccò.
- Senti Hagrid...tu la conoscevi una ragazza che studiava qui otto anni fa...è difficile, con tutte quelle che avrai visto ma lei era...speciale!- disse, cominciando a descriverla - Bruna, capelli lunghi fino a metà schiena con tanti boccoli, occhi azzurri, ha la pelle molto chiara. Era dei Serpeverde e amica di Tristan.-
Il custode aveva in mano un innaffiatoio e rimase con l'attrezzo a mezz'aria su una pianta carnivora.
- Parli di Lumia?- chiese con voce incerta.
- Lumia? No...lei si chiama Lucilla.-
- Oh, Lucilla...- Hagrid parve farsi più sereno - Certo che la conosco, viene tutte le sere a trovarmi. È tornata a scuola da qualche mese.-
- E' della famiglia dei Lancaster vero?-
- Certo ma non può tornare a casa sua...e un giorno ti spiegherò perché ma ora vai.-
- Tutte le sere viene a trovarti hai detto? Posso venire a parlarle? Dici che si arrabbia?-
- Ma no...- Hagrid scosse il capo, sempre più pensieroso - Tranquilla, vieni quando vuoi ma adesso si è fatto tardi davvero. Fila o Piton non te la farà passare liscia!-
E la vide correre sul pendio roccioso, per tornare all'interno della mura. Poi si massaggiò il mento ispido di barba, chiedendosi come sarebbe finita quella storia...

Quando entrò in aula sentì una miriade di occhi puntati su di lei.
Fra Grifondoro e Serpeverde la guardavano come se di lì a poco le sarebbero spuntate due antenne da marziano.
Gli unici che se la derisero furono Harry e Ron, specialmente il rossino che a scanso di equivoci per una volta in tutti quei sette anni le aveva fatto tutti i compiti, senza copiarli da nessuno. Hermione li trovò sul banco e quasi si commosse.
Gli lanciò un debole bacio poi però un clima gelido l'avvolse, una volta seduta. L'occhiata astiosa della Parkinson non era nulla in confronto a ciò che sentì nel suo doppio banco.
Draco Malfoy se ne stava seduto al limite del suo angolo, sfogliando un libro del tutto preso dalla biblioteca e quando abbozzò un timido saluto lui le rispose con un grugnito, come se neanche l'avesse vista.
Il clima nato in quei mesi era totalmente sparito. Draco aveva cominciato a invaderle il posto, le fregava penne e le scarabocchiava sui libri e lei faceva lo stesso...ora però era tutto finito. E non poteva essere solo che il biondino fosse di cattivo umore. No. Questa volta aveva fatto lei un passo falso.
Entrò Piton e attaccò subito a far lezione, senza fare appello né chiedere compiti e questo per un attimo sconvolse il gruppo, specialmente la Grifoncina che pensava a un attacco diretto. Comunque le due ore con l'antipatico furono le più strane del loro sette anni. Piton pareva con la testa altrove, ogni tanto faceva cascare qualcosa dalla cattedra, a momenti aveva mandato a fuoco il proiettore, non aveva fatto domandine bastarde ai ragazzi e tantomeno aveva levato punti al Grifondoro.
Si era anche ben guardato dal lanciare occhiate traverse nella direzione dell'ultimo banco.
Mentre prendevano appunti, Hermione cominciò davvero a sentirsi da cani.
Draco non aveva tentato approcci, neanche l'aveva presa in giro per qualcosa. Niente. Gelo totale.
Da lui non se lo sarebbe mai aspettato e ora poteva anche ammettere che di recente le lezioni per lei si erano fatte divertenti anche grazie alla presenza caotica di Malfoy nel banco...però lo sentiva distante, quasi ostile.
E come avrebbe potuto essere altrimenti? Dopo ciò che gli aveva detto avrebbe dovuto mandarla al diavolo.
Le due ore finirono e lo vide raccogliere in fretta la sua roba, come se volesse scappare e non riuscì più a trattenersi. Raccolse un po' di coraggio e gli si fece vicino.
- Malfoy...ti devo parlare.-
- Scusa Granger ma adesso non ho proprio tempo.- le disse rapidamente, rovesciando a terra anche le penne. Naturalmente non sollevò lo sguardo su di lei e filò fuori dalla stanza di volata, sotto lo sguardo triste di Hermione e quello severo di Blaise che cominciò a tamburellare le dita sul banco, incazzoso.
- Ma tu guarda che stronzo...-
- Non insultare il mio migliore amico davanti a me, Zabini.- cinguettò Harry teatralmente.
- Non c'è una mazza da ridere.- sbuffò il Serpeverde - In tanti anni che lo conosco ne ho viste e sentite di vaccate... ma quella degli ultimi giorni le supera tutte.-
- Vuole farsi donna?-
- No.-
- Vuole farsi un trapianto di cervello? Perché se è così non mi sembra una cattiva idea.-
Blaise lo fissò truce mentre quel sadico di Potter attaccò a ridere sommessamente, comunque non era così bastardo da non lasciare che un amico si sfogasse, per quanto lui nei problemi quasi sentimentali di Draco Malfoy e della sua migliore amica lui non ci volesse proprio entrare. E grazie al cielo Blaise non era tipo da strombazzare al vento le confidenze altrui, altrimenti ne avrebbero avuto per tutto il pomeriggio.
Stessa cosa accadde a Trasfigurazione.
Hermione si era fermata per porgere le sue scuse a Piton ed era arrivata insieme con la Mcgranitt. Si era scusata anche con lei, non ricordandosi bene se l'avesse offesa, poi di nuovo seduta accanto al rinnovato frizer Malfoy.
Niente. Né parole né borbottii. Prendeva i suoi appunti quasi dandole le spalle, tanto era messo di tre quarti e quando non capiva qualcosa lasciava lo spazio bianco, quando invece prima le rompeva le palle tre ore per farsi spiegare.
La Grifoncina era sempre più triste, specialmente quando alzò il viso e vide il ghigno vittorioso della Parkinson e della Leptis. Dovevano ritenersi soddisfatte, pensò amaramente.
All'ora di pranzo, vedendolo di nuovo fuggire a gambe levate decise di lasciar perdere.
Lo fissò allontanarsi con la sua corte, con la sensazione che stesse sparendo in un buco nero.
Sorrise, dandosi della stupida. In fondo non si sarebbero mai rivolti la parola se non si fosse trattato di quella scommessa, quindi perché stare a preoccuparsi? Lui la vedeva solo come una mezzosangue. Niente di più.
Forse un giorno sarebbe riuscita a scusarsi ma non era ancora ora.
Così se ne andò a pranzo coi ragazzi ma non fece altro che sbocconcellare qualcosa, giocando col cibo nel piatto.
Ogni tanto scoccava occhiate al tavolo dei Serpeverde...e all'improvviso si accorse che anche Draco la guardava. Tremò, vedendo i suoi argentei incendiarsi ma lui deviò subito lo sguardo altrove, tornando a parlare con i suoi compagni. Anche lei tornò così al dialogo con le sue amiche, sentendosi però ogni tanto i suoi occhi addosso, eppure ogni volta che credeva di pescarlo lo vedeva sempre fare altro.
Ron a sua volta scoccò un'occhiata veloce a Harry. I due ormai erano al limite della sopportazione.
- Herm mangia qualcosa.- le disse il rossino - Dai, non dirmi che preferivi le razioni della Chips!-
- No, no...- si sforzò di ridere e di interessarsi ai loro discorsi. Stavano parlando della rapidità di Dalton visto che i suoi lividi erano già quasi spariti, della sfuriata che gli aveva fatto la sua ex quando una certa persona, per sfogare il nervoso e vendicarsi, l'aveva messa a parte della storia con Hermione e delle prossime partite del campionato. Quella domenica sarebbe toccato ai Grifondoro contro i Corvonero e la sleale mossa di questi ultimi che aveva già rotto un braccio a Malfoy.
Ne stavano ancora parlando quando entrarono nella sala duelli e...capirono che si prospettava una lunga giornata.
Tristan andava su e giù con l'aria di chi sta per rompere tutto, le braccia incrociate con le dita quasi ridotte ad artigli, il viso di uno che ha dormito poco e di certo l'aria meno pacifica del pianeta.
Quando vide che erano tutti presenti e che lo fissavano come se stesse per eruttare capì che doveva rimettersi in quadro ma...non ne aveva la minima voglia così, tanto per fare qualcosa di diverso, mollò una mano in spada a tutti quanti e sbolognò la cosa dicendo di esercitarsi contro i ceppi troncati, messi lì come bersagli, senza considerare che una spada affilata nelle mani infide di Harry Potter e Draco Malfoy potevano trasformare una pessima giornata in un'altra decisamente più merdosa.
Mentre i ragazzi ci davano dentro e le ragazze emettevano gridolini scemi ogni volta che centravano il bersaglio, l'Auror continuò imperterrito a fare il solco sul palco, cominciando però a rimuginare fra sé. E infine l'illuminazione.
Perché non fare un fantastico ciclo di lezioni sui demoni?
La sua mente diabolica da ex Serpeverde gli aveva fatto assumere un ghigno perfido che bloccò più di una persona dal suo esercizio, Blaise specialmente che cominciò a chiedersi se era il caso di lasciarlo partire per la tangente in quel modo, facendogli poi fare quei numeri mentali che non facevano neanche bene alla salute.
- Ma secondo te sta bene?- bofonchiò Ron a sua volta.
Pansy che gli stava a fianco scoccò un'occhiata interrogativa al prof...poi tornò a farsi i cazzi suoi con la spada, pensando di piantarla nella schiena della Granger. E avrebbe scatenato un altro bell'incidente, fregandosene di ciò che pensava la classe se Draco, questa volta, non si fosse piazzato categoricamente vicino alla Grifoncina. Naturalmente non le rivolse la parola ma neanche si staccò da lei, come se fosse lì a sua difesa.
- Forse dovremmo fare qualcosa.- disse Seamus all'orecchio di Harry - Tristan sta davvero partendo.-
- Hai sentito che si dice in giro?- ridacchiò Calì - Ho saputo da fonte autorevole che il prof e la ragazza che ha salvato Harry una volta erano compagni a Serpeverde!-
- No!- Lavanda Brown parve eccitatissima - E' così bella! Sarebbero una coppia da favola!-
- E' bella e levigata solo perché è una demone!- sibilò la Leptis gelosa.
- Mezza demone.- la corresse Potter irritato, difendendo Lucilla a spada tratta.
- E' stupenda e basta!- borbottò perfino Neville di rimando - Comunque come fai sempre a sapere tutto eh?-
Calì levò le spalle - Basta sapere a chi chiedere!-
- O con chi andare a letto...- frecciò Harry, prendendosi dietro un pugno dalla compagna.
- Comunque hanno litigato in infermeria!- continuò la Brown - Secondo te si rimettono insieme adesso?-
- No, non lo sopporterei!- cinguettò l'altra - Tristan è adorabile!-
- E se vi sente vi scortica vive.- le avvertì Finnigan - Dateci un taglio, oche.-
- Parli tu che ancora sbavi dietro a quella!-
- Ci sbaverebbe anche un gay.- bisbigliò Harry a bassa voce, tanto che solo Zabini e Weasley lo sentirono ma attaccarono a ridere lo stesso. Smisero però quando Mckay scese dal palco e si piazzò davanti a loro, con ghigno che andava da un orecchio all'altro. Draco aveva anche l'impressione che stesse per sfregarsi le mani.
- Ragazzi, visto che tutti quanti l'altra notte avete potuto notare come un demone sia praticamente l'essere più potente delle forze oscure, ho pensato che d'ora in avanti potremo impostare le lezioni sullo studio dei demoni.-
Ci fu un attimo di panico...
- Naturalmente non vado a prenderne uno ostile.- spiegò sempre sorridendo angelico.
- E dove lo prendi uno non ostile?- mormorò Ron sconvolto.
Aveva paura a sentire la risposta e infatti ci fu da tagliarsi le vene.
- Ne abbiamo uno qua a scuola no?- e stavolta le grinfie se le sfregò davvero - La signorina Lancaster di certo farà i salti di gioia ad aiutarci. Ha sempre adorato il contatto con le persone e certamente non rifiuterà di darci una mano...e poi non abbiate paura. È stata allieva qua a scuola. Di certo non può ammazzarvi tutti no?-
- Uno o due magari...- sibilò Draco poco tranquillo.
- Tanto ci sono io.- rise Mckay facendo un gesto annoiato con la mano - Prima però bisogna fare della teoria su di loro. Immagino non ne sappiate quasi niente. Quindi la prossima lezione la dedichiamo a studio in generale e poi nel particolare, poi ci metteremo davanti alla Lancaster che se ne starà buona e tranquilla. Fidatevi.-
- Tristan...ma sei sicuro?- borbottò ancora Harry.
- Tranquilli, fidatevi di me. Non avrà problemi.-

- Te lo puoi scordare.-
Mckay non parve neanche sentirla, rimase impalato davanti a Lucilla Lancaster e le fece pure volare via il libro che stava leggendo, tra l'altro proibito e rubato dalla biblioteca.
- Non potresti avere un minimo di senso del rispetto?- le chiese gelidamente - Dopo tutto quello che Silente fa per te potresti sbatterti un minimo a ricambiarlo no? Te ne stai qua svaccata da mesi, leggi i suoi libri proibiti, mangi alla sua tavola, dormi nella sua torre e neanche tenti di ringraziarlo?-
- Prima di tutto sai benissimo che non mangio, idiota.- iniziò la ragazza con fare annoiato, continuando a ignorarlo beatamente e facendosi apparire fra le mani un altro libro di pelle nera, rifinito con rune argentate - Secondo, sai altrettanto bene che dormo solo per occupare il tempo, visto che non ne ho bisogno. E terzo questi libri proibiti li so a memoria da quando avevo sei anni, viste le amene letture di mia madre e poi metà dei libri che ci sono qua in biblioteca li ho scritti io. Per quanto riguarda il senso del ...del cosa? Che hai detto?-
Stavano nella Torre Oscura. Dove un tempo c'erano state le prigioni di Hogwarts, ora c'era una deliziosa camera da letto con vista su tutta la scuola e probabilmente uno dei due sarebbe anche volato fuori dalla finestra dopo quella discussione. E di certo non sarebbe stata la Lancaster.
- Stavo parlando di senso del dovere, sentimenti...emozioni e...wow, aspetta un passo indietro. Le emozioni sono quelle cose che un essere umano prova quando...- fece sarcastico ma lei lo bloccò con un'occhiataccia, chiudendo il libro di botto.
- So benissimo cosa sono. In questo momento sono preda a quello che si definisce NOIA.-
- Allora qualcosa di noi umili mortali ti è rimasto in testa mezzosangue!- frecciò rabbioso poi senza poter più resistere sbottò - E si può sapere che diavolo fai mezza svestita?-
Lucilla volse il capo altrove. Ricordava bene in tempi passati e di nuovo una strana sensazione di...quasi pericolo arrivò a tormentarla, specialmente quando lui la guardava in quel modo.
- Aspetto qualcuno.- replicò e vedendolo sgranare gli occhi ancora più incollerito decise di lasciar perdere.
- Non posso muovermi da scuola per qualche tempo e non ho più vestiti. Dalla dimensione senza tempo purtroppo sono uscita senza fare i bagagli, sai com'è...-
- Ti porto qualcosa stasera.-
- Qualcosa cosa?- allibì fissandolo stralunata.
- Vestiti miei, roba da donna non l'ho mai messa!- sibilò furente per essersi eccitato al pensiero di Lucilla con i suoi vestiti addosso - E adesso finiamola con questa storia una volta per tutte! Senti, sappiamo entrambi che stare qua a recriminare tempi che tanto non torneranno indietro è uno spreco di energie, perciò cerchiamo di sotterra l'ascia di guerra e vediamo di collaborare. Se mi dai una mano poi cercherò di portarti ad Hogsmade, ok?-
- Al tempietto con te non ci vengo più.-
- Non intendo saltarti addosso!- ringhiò, assordandola.
- Questa si che è una novità.-
- Ti sembrerà strano ma non sei l'unica mezzo demone della terra sai?-
Lucilla tacque. Lo fissò un lungo secondo coi suoi occhi azzurri, poi riaprì il libro.
- Va bene, grazie. Quando ti servo per le lezioni devi solo dirmelo.-
Tristan ora la squadrò sospetto.
- Sei arrabbiata.-
- No.-
- Si invece.-
- Ti ho detto di no.-
- Invece sei arrabbiata.-
- Ok, hai ragione ma vattene.-
- Perché sei arrabbiata adesso?- sibilò il biondo - Sei seccante sai?-
- IO sarei seccante?- sillabò Lucilla con gli occhi azzurri diventati tempesta - Ti rendi conto che entri in camera mia senza permesso come otto anni fa, mi urli addosso e m'insulti come niente fosse e poi pretendi anche che faccia la brava, sbattendo le ciglia per te? Per chi mi hai preso Mc?-
- Tranquilla, la differenza fra te e un'altra è fin troppo palpabile!-
- E allora vai a sbatterti le altre e non farti più vedere!-
- Ma parli tu che ti sei sbattuta niente meno che Voldemort!?- le gridò a quel punto, saltando miserabilmente per aria - Proprio tu parli?! Al diavolo Lucilla, non farmi la predica!-
Lei serrò gli occhi, alzandosi in piedi e arrivando fin sotto il suo naso. Cavolo se era cresciuto...
- Di quello che facevo con mio marito niente ti deve riguardare.- sibilò con acredine, rosa dall'umiliazione anche se mai nessuno avrebbe potuto pensarlo, vista il suo portamento sempre fiero - Non hai diritto di venire ora a farmi la paternale anche se otto anni fa ti sei già espresso chiaramente e credo che tu possa ritenerti soddisfatto...si, nella dimensione senza tempo ho patito le pene dell'inferno...questo ti fa stare meglio?-
Tristan si fece indietro, a sua volta umiliato. I ricordi di quanto era stato meschino ora gli stavano polverizzando l'orgoglio.
- Sapere che ho strillato per cinque anni fra le fiamme senza tempo ti fa godere? Eh Tristan? Ti senti meglio ora che sei che ho sofferto come un cane? Ho fatto la mia scelta e l'ho pagata amaramente! Voldemort mi ha reso la vita un inferno, me le ha fatte pagare tutte, mi ha usata e ha giocato con me come il gatto col topo! Ogni notte mi sveglio ancora sentendo le sue mani addosso! Bene, avevi ragione! È questo che volevi sentirti dire?-
Lui continuò a fissarla. La luce nei suoi occhi vibrava...col cuore in pezzi.
Sollevò un braccio, per stringersela contro ma lei si fece indietro, con occhi come sgranati per la paura.
- Non t'azzardare a toccarmi.-
L'Auror ritrasse la mano, facendosi a debita distanza.
- Vai via.-
Non lo vide muoversi e lo fissò con rabbia.
- Sei sordo?! Ti ho detto di andartene! Sparisci o ti rimando da Silente in pezzi!-
- No.-
- Cosa diavolo vuoi ancora?- replicò, ormai esasperata - Dimmelo e poi vattene.-
- Stai ferma. Stai solo ferma.-
Si avvicinò a lei e Lucilla di nuovo sgranò gli occhi - Che vuoi fare?-
Non fece in tempo a finire che si ritrovò contro di lui, con le braccia di Tristan che la stringevano forte per la vita, il suo viso contro il collo. A sentire il profumo dei suoi capelli...oh, quel profumo...non l'aveva dimenticato.
- Mi sei mancata mezzosangue.-
Rimase immobile, fremendo, col volto affondato nel suo torace. Chiuse gli occhi, pensando che ormai per lei il paradiso aveva chiuso le porte. Quella era solo un'illusione. Una crudele illusione...

Il giorno dopo Draco Malfoy saltò la lezione di babbanologia.
Entrò di corsa nei sotterranei e gettò la borsa su un divano, ignorando le matricole e le oche che gli scorrazzavano attorno, prodigandosi in mille porcherie che lui stava davvero cominciando a detestare.
Le mandò tutte al diavolo, molto sottilmente però, e dopo averne fatta piangere qualcuna borbottò anche delle scuse, risentendo in testa la voce di Hermione che gli strillava di trattare meglio la gente.
Al suo pensiero tutto svanì come una bolla di sapone.
Non ce la faceva. Non ce la faceva proprio. Starle così vicino senza toccarla, senza parlarle...
Era un incubo. Un incubo vero e proprio.
Era talmente abituato a dividere con lei il banco che quasi di faceva del male a starsene nell'angolo, senza neanche guardarla. E la Granger continuava a cercare di parlargli ma lui la evitava sempre. I suoi toni duri dopo un poco l'avevano smontata e non aveva più cercato il dialogo anche se ogni tanto sentiva i suoi occhi accarezzarlo.
A tavola poi...la guardava, desiderando che tutto sparisse per lasciarlo solo con lei.
Gli mancava non poterla sfiorare, non poter più baciare quella sua pelle meravigliosa.
Entrò in camera e si lasciò andare di peso sul letto, chiudendo gli occhi.
Dormì solo per mezz'oretta perché i ragazzi tornarono prima del previsto: a lezione con Raimond, Paciock aveva fatto saltare per aria una radio d'epoca ed era scoppiato un putiferio...o almeno così gli disse Goyle quando andò a chiamarlo per vedere se aveva voglia di prendere aria.
Disse di no, massaggiandosi il viso tirato.
Avrebbe voluto dormire ancora, peccato che in quel momento sentì un'esplosione far traballare ogni cosa. Si attaccò al baldacchino del letto, credendo in un nuovo attacco ma...era ben altro stavolta.
La porta d'accesso dei Serpeverde saltò per aria e fra il fumo Lucilla dei Lancaster scese la scalinata, guardandosi attorno senza notare l'aria terrorizzata degli alunni della casa. Blaise che stava leggendo davanti al camino la squadrò guardingo: aveva addosso un paio di jeans maschili che le stavano a vita parecchio bassa anche con due cinture, sopra una camicia blu da uomo annodata sotto il seno. Lei non notò nessuno in particolare. Sembrava cercare qualcosa...
Parve ricordarsi e infilò il corridoio dell'ala dei ragazzi. Entrò in un paio di camere e non fece caso alla gente che pescò in mutande, tantomeno alla faccia sconvolta di Draco quando se la ritrovò davanti.
Perché a dire il vero Lucilla non se lo filò di striscio. Anzi...coi dei tacchi micidiali cominciò a battere ripetutamente su tutte le mattonelle di pietra del pavimento, come se...stesse alla ricerca di un oggetto nascosto.
Malfoy si mise a sedere, un pelino perplesso.
- Ciao...- borbottò.
- Ciao.- replicò lei, senza staccare gli occhi dal pavimento.
- Hn...cerchi qualcuno?- le chiese, tanto per capire se era matta o meno.
- Si, un piccolo omino sotto le piastrelle.- sibilò sarcastica.
Draco stava per sbottare come suo solito quando arrivò anche Tristan, piuttosto stranito a sua volta. Si appoggiò allo stipite, a braccia incrociate - Mi è giunta voce che un essere non meglio identificato ha appena sfondato la porta d'entrata del dormitorio con un'occhiata. Tu ne sai qualcosa Lucilla?-
- Erano anni che volevo farla pagare a quella stupida parete.- gli disse tranquilla, continuando a pestare coi tacchi.
- E immagino che sia normale per te far saltare tutto per aria, vero?- replicò l'Auror.
- Oh, per l'amor di Dio...- si lagnò la ragazza - Ha parlato il Serpeverde che ha fatto esplodere Grifondoro e Corvonero nella stessa notte con un'innocente pozione alla Clizia rossa.-
Malfoy lo guardò schifato, poi decise che poteva anche fare le dovute domande.
- Si può sapere che cercate?-
- Già, che cerchi?- ribatté Tristan - Con quei tacchi poi!-
- Hai da ridire sui miei stivali Mckay?-
- Figurati mezzosangue.- disse levando le mani in segno di resa - Ma mi spieghi che fai o no?-
- Cerco la Lista.- gli disse pacata, sentendo un rumore strano da sotto una mattonella. S'inginocchiò e la sollevò con un gesto della mano mentre Draco le diceva chiaro e tondo che lì dentro c'era tutto tranne che la sua Lista...e infatti c'era nascosto un bel sacchettino dei semini di Blaise.
- Malfoy!- sbottò il prof di Difesa teatralmente - Ti rendi conto che è illegale?-
- Ma sparati. Ti sei fatto le canne con me fino all'altra sera.- sibilò Draco scocciato - Non so che tu voglia Lancaster,- disse quindi a Lucilla che rimetteva tutto a suo posto, poco interessata - ma qua ci dormo io da sette anni e non c'è buco che non conosca. Qui di Liste non ce ne sono.-
- Qua un tempo c'era il dormitorio femminile e ci dormiva Lumia.- Lucilla si rimise in piedi, guardandosi ancora attorno - Ma la Lista non c'è davvero. Dove diavolo può averla nascosta?-
- Perché avrebbe dovuto lasciarla qua?- chiese Mckay rabbuiandosi.
- Perché se n'è sempre fregata dei deboli.- sibilò Lucilla fissandolo - Ecco perché.-
- Scusate...- Draco si mise in mezzo irritato - Prima che voi due squinternati arrivaste qua a dare i numeri io stavo cercando di dormire! Andate a cercare la lista della spesa da un'altra parte, fatemi il piacere.- e dette ad entrambi le spalle, deciso a restare finalmente solo ma quando sentì sbattere la porta in quella camera c'era ancora qualcuno.
Lucilla stava ancora lì e lo scrutava con quei suoi occhi dannatamente chiari.
- Cosa vuoi?- le chiese, con toni bruschi.
La mezzosangue ghignò, terrorizzandolo a morte, ma fece comparire una poltrona e vi ci sprofondò dentro.
- Io conoscevo tuo padre.- gli disse e stranamente non si sarebbe mai aspettata una simile reazione perché vide il bel pulcino di Lucius Malfoy correre alla porta, spalancargliela e fissarla quasi con odio.
- FUORI!- le ringhiò furibondo - VATTENE DA QUA! ANDATE TUTTI AL DIAVOLO! TU, MIO PADRE E QUEL BASTARDO DI VOLDEMORT! DELLE VOSTRE STRONZATE IO NON NE VOGLIO PIÙ SAPERE NIENTE, MI SONO SPIEGATO?-
Lo guardò. E vide solo una cosa. Com'era diverso da suo padre.
Era...era spaventato.
- Credevo che l'erede dei Malfoy abbracciasse la causa.- Lucilla continuò a studiarlo, vedendolo quasi vibrare come una corda di violino. Infatti...era spaventato, terrorizzato. Dio, come le ricordava lei, tanti anni prima.
- Io non abbraccio un bel niente!- sibilò il biondino, sentendo ogni parte del suo corpo dolere - In questa fottuta guerra io non ci ho mai voluto entrare! Non me ne frega niente di mio padre, né di Voldemort! Io non sono Harry Potter! Io non centro niente! QUESTA NON È LA MIA GUERRA!- gridò, stringendo tanto le mani da piantarsi le unghie nel palmo - Io non sono mio padre! Io non venero Voldemort! Io non...- ma perse il fiato, lasciando perdere.
Rise di se stesso, per quello sfogo. In fondo a lei cosa importava?
Si dette dell'idiota. Che ridere...si era lasciato andare dopo quasi sette anni. Da sbellicarsi e da piangere fino a morire.
- Tra un po' ci saranno le vacanze di primavera.- la sentì bisbigliare di colpo - Dove vuoi andare?-
Ora la fissò come se fosse impazzita.
- Cosa?- chiese stralunato.
- Non vuoi tornare a casa tua. Vero?-
Draco deglutì. Oh, non avrebbe mai più voluto rimetterci piede in quella prigione. Non rispose perché era anche troppo chiaro e per la prima volta la vide sorridere tanto che arrossì. Diavolo se era ammaliatrice.
Era troppo bella.
- Se torni a casa tua rischi tanto, lo sappiamo tutti e due.- andò avanti la Lancaster con voce seria - Se vuoi sfuggire fino alla fine dell'anno alle grinfie di Lucius posso aiutarti.-
- E come?- chiese, poi aggiunse - E perché, soprattutto.-
- Tuo padre fa parte della cerchia del mio ex maritino da sempre, lo sappiamo entrambi. Lui e tutta la sua cloaca sono all'opera e tu sai bene che ciò che è accaduto pochi giorni fa è stato solo un avvertimento. Non tutte le famiglie dei Serpeverde sono coinvolte ma a quanto mi dici tu non sei al sicuro...te lo leggo in faccia.-
- E allora? Arriva al sodo!-
- Te lo dico chiaro e tondo. Tuo padre è stato uno di quelli che mi hanno torturato quattro anni fa, prima che venissi rinchiusa nella dimensione senza tempo. Ora voglio che tutti i vecchi adepti di Voldemort marciscano ad Azkaban, per tutte le persone che hanno ucciso. Questo ti causa dei problemi?-
Draco rimase impassibile. Suo padre ad Azkaban...per lui significava solo una cosa. Salvezza.
- Dove mi puoi portare?- le chiese, ora col cuore che batteva forte.
Lei gli regalò un altro sorriso, facendolo per incanto sentire benissimo. Era quella la magia di una mezza demone?
- Al mio castello tu ci sei stato da bambino.- gli disse alzandosi in piedi per andarsene - Credi che potresti starci per le prossime vacanze? Anche Mckay verrà, quindi non sarai solo.-
- Perché vuoi proteggermi?-
- Te l'ho detto. So che tuo padre vuole usarti da sempre, non ne ha mai fatto mistero.-
- Vuoi ucciderlo?- Draco ora la guardava senza espressione in viso. Era calmo, glaciale.
- Dicessi di no sarei una bugiarda...ma Azkaban è ciò che merita.- replicò con voce roca - Tu pensaci, va bene? Fammi sapere se vuoi il mio aiuto. Adesso vado via.-
- Aspetta, non c'è bisogno di pensarci.- la bloccò, afferrandola per il polso - Si, voglio andare a casa tua.-
Lucilla annuì, sospirando - Bene, non farne parola con nessuno.-
- Potter...glielo dirai?-
- Non ti considera un nemico.-
- E tu che ne sai?-
- Gliel'ho chiesto. Dice che sei "quasi" a posto.-
Malfoy, una volta solo, fece un ghigno strano. - Dannato Sfregiato...- e si ributtò a letto, stavolta sorridendo.
Altro che demone...quella era un vero e proprio angelo.

Passarono diversi giorni e mentre tutto sembrava tornato alla normalità, c'era chi ancora non riusciva a capacitarsi di quell'intrusione a Hogwarts da parte di tanti mostri.
Qualcuno lo aveva fatti entrare, non c'era altra via. E la Foresta Proibita era sotto gli occhi di Hagrid!
Non era possibile che qualcuno gli fosse scivolato sotto il naso.
Harry sbuffò, guardando fuori dalla finestra della biblioteca. Decisamente la giornata era fin troppo fiacca... decise così di tornarsene ai dormitori, ma in giro per i corridoi fece il solito fantastico incontro.
Davanti al bagno di Mirtilla trovò Draco Malfoy chino a terra, a smadonnare, perché aveva rovesciato il libri per terra.
Potter stava per pestarglieli ma fece in tempo a non farlo, onde evitare una rissa.
Il biondo lo guardò truce, dal basso - E allora? Che hai da guardare altezza?-
- Se sei girato male vai a farti dare una canna da Blaise.- replicò il moretto scocciato e fece per scavalcarlo sdegnato quando un rumore che da quasi cinque anni non sentiva gli arrivò all'orecchio, facendolo sbiancare. Quel rumore...era...guardò Malfoy e anche Draco pareva essere impallidito. Entrambi puntarono gli occhi verso la porta del bagno femminile.
La Camera...qualcuno la stava aprendo...
Harry fece per mettere la mano sulla porta quando Ron ed Hermione gli apparvero a fianco, terrorizzando i due nemici per la pelle a morte. Sobbalzarono come molle, stupendo a loro volta i due grifoni.
- Che succede?- gli chiese la Grifoncina - Harry...tutto ok?-
Il moretto fece ad entrambi il segno di tacere, poi li spinse nel bagno...e una volta dentro videro il lavandino totalmente aperto. L'intera costruzione si era spaccata, liberando la porta ottagonale della Camera dei Segreti.
- E adesso chi diavolo c'è entrato?- sussurrò Draco.
- Qualcuno che parla il Serpentese.-
Hermione aveva detto la verità. Weasley emise un gemito disperato, già vedendo il fido Potter "Cerca Guai" andare vicino alla porta. Guardò dentro poi...fissò gli altri tre.
- Te lo scordi!- chiarì il rossino - Mai!-
- Avanti!- sbuffò Potter - Non possiamo stare qua senza far niente!-
- Cosa? Ma vaffanculo che ci entro!- sibilò Malfoy schifato - Magari c'è un altro fottuto basilisco!-
- Certo che ne sai davvero parecchio della Camera!- frecciò Ron acido.
Draco lo fissò trucemente peccato che la discussione venne sedata immediatamente dalla Grifoncina che seguì Potter di volata, curiosa di vedere finalmente quel buco fetido e figurarsi se Weasley e Malfoy rimasero indietro, una volta davanti al fatto che una donna andava dove loro non osavano.
Scesero nel tunnel, poi si guardarono attorno. Tutto era pulito, niente cadaveri di animali in giro, tantomeno di esseri umani, grazie al cielo. L'umidità però era sempre la stessa e i grifoni, non essendosi abituati, cominciarono a provare un certo fastidio.
- E così sarebbe questa...- borbottò Hermione - Però...-
- Una discarica.- borbottò Ron levandosi una ragnatela dalla faccia - Se vedete della pelle lunga venti metri ditelo che me ne vado all'istante.-
- Bella questa.- ringhiò Draco - Ti vorrei davvero vedere!-
- State zitti.- ordinò Potter furente, indicando davanti a loro. Il bocchettone con le serpi era mezzo aperto.
Quando ci misero il naso dentro videro la Camera, poco illuminata, la grande statua di Salazar Serpeverde...
E poi Lucilla dei Lancaster guardarsi attorno, con le mani sui fianchi. Ma li aveva sentiti arrivare ancora prima che mettessero il naso dentro - Finitela di spiare voi quattro.-
- Beccati...- Potter si fece avanti per primo, tirandosi dietro Hermione per mano che si guardava attorno sempre più curiosa - Lucilla...cosa fai qua?-
- Una rimpatriata.- disse - E poi stavo cercando una cosa.-
- Quindi...sei rettilofona anche tu?-
La mora lo guardò eloquentemente, poi si accorse della Granger che la guardava come se fosse stata una specie di manna del cielo. Scambiarono due parole dove la Grifoncina ringraziò mille volte la sua salvatrice, poi Ron cominciò a farsi delle serie domande su quella mezzo demone, fugate da Tristan che per l'ennesima volta aveva sentito puzza di guai. Entrò sparato nella Camera, con aria incazzosa verso la sua vecchia compagna.
- Ciao Mc...- gli disse lei angelicamente - Niente festino, mi spiace.-
- Ogni volta ti pesco a far disastri cazzo!- abbaiò furibondo - Prima a Serpeverde, adesso di nuovo qua dentro! Da quando ce ne siamo andati questo posto non lo usano più, ficcatelo in quella testa di cemento armato!-
- Non è il caso che urli, ti sento...qua c'è anche l'eco. Ma la Lista non è neanche qua.-
- Che Lista?- chiese Harry allucinato - E davvero voi venivate qua?-
- Si, una volta al mese ci organizzavo una festa.- rognò l'Auror scocciato - Hai guardato dappertutto?-
- Ho guardato ovunque!- sbottò Lucilla - C'ho trovato perfino un vecchio di sigarette contraffatte con le tue iniziali ma di quel maledetto libro neanche a parlarne!-
- Insomma ci spiegate o no?- sbottò Ron - Cosa diavolo cercavate qua dentro? Che Lista?-
- E' un libro.- sbuffò Tristan guardando il loro antico ritrovo, con tanti ricordi divertenti - Si tratta di una raccolta scritta da...un'adepta di Lord Voldemort, lì ci sono segnati tutti i suoi seguaci.-
- Cosa???- Harry strabuzzò gli occhi verdissimi - Sarebbe grandioso avercela in mano!-
- E sarebbe anche grandioso che io me ne andassi!- sibilò Draco all'improvviso, avviandosi con aria stizzita - Ci si vede in classe Mc. Io me ne vado! Non me ne frega niente di questa storia!-
- Ehi, non sei per niente carino sai?- piagnucolò capricciosamente Tristan, prendendolo in giro - Ormai sei del gruppo!-
- Ma che si fotta il gruppo! Io non faccio parte di nessun gregge, quindi arrangiatevi per i cazzi vostri. Spiacente, "ognuno per sé e canne per tutti!" ecco come la penso io! Ci si vede!- e sbatté la porta alle sue spalle, con un diavolo per capello, lasciando i cinque a guardarsi nelle palle degli occhi.
Decisamente per trovare quel libro ci avrebbero messo più tempo del previsto...e questo non andava a loro favore.
 
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