Capitolo 19°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 20:51




La porta si era aperta leggermente, la luce era filtrata per un misero secondo poi si era di nuovo spenta, come la candela che da tempo Lucilla fissava nel buio della sua stanza, a Dark Hell Manor.
L’aveva sentito svestirsi lentamente, con pazienza quasi predatrice…
La camicia era scivolata leggera a terra, seguita dai pantaloni neri.
Due mani l’avevano afferrata, possessive. Una bocca feroce si era posata sulla sue labbra fredde, divorandogliele.
Il suo corpo era stato percorso da quelle mani dannate mentre due grandi iridi color della notte l’avevano sferzata, godendo nel vederla tremare, godendo nel farle del male.
Tom Riddle…
"…Sarai sempre e solo mia…mia e di nessun altro…"
Tom…Tom…


Lucilla attraversò il corridoio immenso del sotterraneo quando il pendolo batté le quattro e mezza di mattina.
Stava nascosta sotto un lungo mantello, al suo fianco qualcuno col volto coperto.
Davanti a Serpeverde, Draco Malfoy la stava aspettando da qualche minuto. Quando la vide arrivare si affrettò a raggiungerla ma dovette ammettere che il suo sosia fatto d’argilla sembrava lui in tutto e per tutto.
Aveva la sua stessa espressione altera, il mento e il capo eretto…e solo gli occhi erano un po’ più vuoti dell'originale ma il biondo sosia non perse tempo. Consegnò il suo mantello al vero Draco, fece un profondo inchino alla Lancaster ed entrò nel dormitorio, senza più uscirne.
- Adesso andiamo. Gli altri sono già alla carrozza.- sussurrò la mora, facendogli cenno di seguirla.
- Perché devono venire anche loro?- le chiese, un po’ scocciato.
- Perché i leccapiedi di Voldemort hanno capito finalmente che Harry Potter è la grande punta dell’iceberg ma sotto ci sono Weasley e la sua famiglia, più l’abilità di Hermione. E anche loro sono nel mirino.-
- Se lo dici tu. Sicura che non ci vedranno?-
Giunsero al giardino e passarono sulla lunga scala fatta di lastre di pietra bianca fino davanti alla casetta di Hagrid e lì Draco vide una carrozza d'ebano a cui però non erano attaccati i cavalli. Fece per chiederle spiegazioni ma poi lasciò perdere, quando vide lo Sfregiato e Ron uscire dalla casa del custode delle chiavi con dei viveri per il viaggio.
- Si prospettano delle vacanze davvero rilassanti.- frecciò il rossino, passandogli davanti.
- Non temere Donnola, basta che mi stai alla larga!- insinuò il biondino, buttando la sua grossa borsa sul retro della carrozza – Idem per te!- aggiunse verso Harry ma il bambino sopravvissuto si limitò a osservarlo storto, come ad avvertirlo che un fiato e sarebbe rimasto secco di notte e guarda caso tutti l'avrebbero fatta franca.
Forse, pensò Malfoy, con quello sguardo da padre-padrone lo stava avvertendo di tenersi alla larga dalla Granger ma lui aveva tutt’altri programmi.
Sesso, sesso e ancora sesso per quindici giorni…
E la mezzosangue sempre nel letto. L’ultima prima di dormire, la prima al risveglio…
Salì in carrozza dopo Lucilla e si sbatté davanti alla bella Granger che sonnecchiava, stanca da tutto quel ballare. In effetti avevano mollato il ballo praticamente solo da quindici minuti e tutti si erano accasciati a letto, sbronzi ed esausti mentre Tristan, dopo essersi assicurato che nessuno fosse nei paraggi, aveva preso baracca e burattini ed era tornato a casa sua, giusto per prendere due cosette. Sarebbe arrivato a Lancaster Manor la sera dopo.
- Siamo pronti?- chiese Hagrid, davanti alla porta della carrozza.
- Si, ti ringrazio.- Lucilla annuì, guardando il cielo – Meglio partire ora, quando il sole sarà alto voglio essere al di sopra delle nuvole, così nessuno potrà scorgerci.-
- E se qualcuno si accorge che ora a casa tua c’è qualcuno?- bofonchiò Harry – Non passerai dei guai?-
- Dopo le vacanze la scuola sarà invasa di Dissennatori e Cacciatori. Prima o poi mi troveranno.- rispose lei pacata – Ma ne parliamo a casa mia, dopo qualche ora di sonno. Ok, Hagrid noi andiamo.-
- Mi raccomando! Attenti ragazzi!- disse accorato il custode, facendosi indietro.
Un secondo dopo Lucilla schioccò le dita e quattro grossi cavalli neri apparvero dal nulla, attaccati al cocchio. Peccato che non fossero comuni cavalli e i quattro se ne accorsero quando la carrozza prese il volo nel buio della notte.
I cavalli avevano grosse ali…ed Hermione si era quasi ammazzata, sporgendosi dallo sportello, per vederli.
Harry l’aveva tirata dentro in tempo ma da quel momento non aveva più dormito. Anzi…
- Secondo me saresti un’ottima insegnante.- scandì la streghetta e Lucilla per poco non si sbrodolò il contenuto del calice addosso. Il solo pensiero di trovarsi a fare come Mc la faceva star male.
- Dico sul serio!- continuò la Grifoncina.
- I genitori non hanno apprezzato un lupo mannaro, Herm.- le fece presento Ron.
- Già, perché dovrebbero cambiare idea con una come me?- rise la mora, indifferente alla questione.
- Sei solo mezza demone.-
- Non cambia la sostanza.- Lucilla alzò le spalle – E poi non credo che per gli studenti sia saggio avere a fianco qualcuno che conosca tanto bene la magia oscura.-
- Ma la Mcgranitt ha detto che tu hai imparato anche la magia dei druidi, quella benigna.- Potter ora era davvero curioso – Come mai l’hai fatto?-
- Per abbattere il nemico ho dovuto imparare tutte le sue armi.- rispose lei, con gli occhi azzurri limpidi come acqua – Ma il problema era che lui non conosceva la magia benigna. Voldemort aveva più di un punto debole, Harry e tu te ne sarai accorto immagino.-
- Forse se gli studenti potessero avere a che fare di più con la magia oscura saprebbero come contrastarla.- disse blandamente lo Ron, anche se non ne era minimamente convinto. Il suo tono era tale che Malfoy, silenzioso vista la compagnia, rise amaro, scuotendo il capo – Stronzate . Mettere la magia oscura a contatto di gente impreparata è un suicidio. Mai sentito parlare del fascino del male?-
- E tu ne sai qualcosa immagino.- frecciò Ron.
- Ehi…- li bloccò Hermione ma Weasley amava mettere le cose in chiaro – Scusate ma qua sono l’unico che ci penso? Io non voglio dire ma stiamo qui a chiacchierare con il figlio di Satana.-
- Visto che sono ancora respirante non vedo perché dovresti temere.- sibilò Draco maligno.
- Solo perché non sei un Mangiamorte non significa che non potresti complottare qualcosa.-
- Anche questo è vero.- si mise in mezzo Harry – Ma non dimentichiamo che ha avuto tempo tutto l’anno scorso, quando ero più debole e non ha fatto niente. Indipendentemente da ciò che penso io di lui, secondo me non abbiamo niente da temere da quel punto di vista.-
- Ti fidi sempre troppo Potter.- Draco sogghignò, perfido – Ma in questo hai quasi ragione.-
- Perfetto, ora che siete tutti d’accordo potete anche mettere la testolina sui cuscini e stare buoni per due minuti.- li pregò la Lancaster – Volete tranquillizzarvi? Avete quindici giorni per prepararvi.-
- Prepararci a cosa?- Hermione ora pareva un po’ allarmata.
- Ad aspettarvi di tutto dai leccapiedi, vero?- la prevenne Draco con aria cupa – Pensi che attaccheranno?-
- Tristan ha parlato di venti persone fuori da Hogwarts che quella notte aspettavano di vedere Rots in azione. Tre respiravano e una di questi tre era una donna.-
- Bellatrix.- ringhiò Harry furente.
- Probabile.-
- Gli altri erano probabilmente Lucius Malfoy e …un altro capo.- disse Lucilla.
- Si, senz’altro.-
Stettero zitti per un po’ fino a quando si ritrovarono sopra al manto delle nuvole. E lassù lo spettacolo fu stupendo.
L’alba sorgeva, illuminando all’interno della carrozza con la sua luce calda e dorata.
Stavano volando su colline verdi, frastagliate da piccoli fiumiciattoli, boschi bellissimi…
E poi delle strane rovine, rovine di un castello…
- Che posto è?- chiese Harry affascinato.
- Le rovine della proprietà di Samuel Lebonne.- gli spiegò Ron, sbadigliando.
- Il vecchio magnate che ha speso milioni nella ricerca degli homina nocturna?- allibì Hermione.
- Già. Un vero esperto…- ironizzò Draco sarcastico.
- Perché dici così?- chiese ancora lei.
- Perché Lucilla abita qua a fianco.- continuò il biondino – E con tutte le volte che era invitato a Lancaster Manor non ha mai capito che sua madre era una demone di stirpe fatta e finita.-
- Già, un vero imbecille.- scandì la Lancaster.
- Ma è un esperto di fama mondiale!- se ne uscì la Grifoncina sconvolta.
- Se, magari un giorno possiamo anche andare a trovarlo…- ghignò la mezza demone – Dopo gli ultimi anni è andato un po’ in depressione. Sua moglie l’ha piantato e sua figlia è diventata una cubista a Londra, quindi sai…-
- Cubista? Ma se era orrenda!- si lagnò Malfoy.
- Com’è che si chiama?- rise Harry a sua volta – Magari la conosco!-
- Su questo non c’erano dubbi!- disse il Serpeverde e andarono avanti a insultarsi per parecchio tempo, poi alla fine cedettero a un debole sonno, tutti tranne Lucilla che continuò a scrutare il cielo attorno a loro.
Alcuni uccelli grigi cominciarono a volare attorno a loro e dalla sua postazione la mezza demone cominciò a vedere qualcosa. Lontano, oltre la vecchia foresta in cui tante volte si era nascosta a parlare con gli spiriti, vide un agglomerato di nubi scure, frastagliate da lampi e fulmini arancioni e rossastri.
Casa sua era laggiù…
Socchiuse gli occhi, passandosi una mano sul viso.
Dio, erano più di otto anni che non tornava in quel castello. A casa sua…
L’ultima volta era stata atroce. L’ultima volta era stato come morire.
La sua bella madre…e suo padre, intenti a combattersi nel salone.
E poi la lama, nel cuore di suo padre. Le lacrime negli occhi di Degona, che non aveva mai versato lacrime nel suo millennio di esistenza immortale. Si era suicidata subito dopo, fra le risate isteriche di Lumia che aveva costretto Lucilla ad assistere a tutto quanto, imprigionata fra le braccia di Lucius Malfoy...
Serrò i denti. Per quanto aveva pensato di vendicarsi, per quanto?
Aveva pensato di uccidere Lucius, sua moglie, che nel bene e nel male lui amava più della sua ignobile vita…ma Narcissa Malfoy era sempre stata l’unica a lottare contro la follia di suo marito, scatenando una guerra fredda e silenziosa che durava ancora. Era stata lei in tutti quegli anni a proteggere suo figlio, con le unghie e coi denti, ben celata sotto una patina di Mangiamorte convinta e devota che era riuscita a ingannare tutti, perfino Draco. Sempre e solo lei. Ucciderla non avrebbe avuto senso.
Come non avrebbe avuto senso toccare Draco.
Lo vide dormire placidamente e si chiese se in fondo le loro vite erano state poi così diverse.
Anche lui aveva vissuto nella paura. Anche lui, per diciotto anni, aveva vissuto nel gelo.
Si strinse nel mantello, appoggiando il capo allo schienale.
Ora come ora desiderava tanto avere a fianco Tristan.
Si sentì debole a quel pensiero ma capì anche che purtroppo avrebbe dovuto entrare da sola in quella che una volta era stata casa sua…quando invece avrebbe preferito farlo con lui accanto.
Lo rivoleva indietro. Avevano vissuto a fianco per mesi, dormito nello stesso letto. Si era abituata alla sua presenza come aveva dovuto dolorosamente abituarsi tempo prima a non vederlo più. E adesso stava male.
Il bacio che si erano scambiati per un attimo l’aveva fatta sprofondare di nuovo nel buio…ma c’era sempre stato lui a trattenerla. A riportarla fra le sue braccia. Lì aveva visto la luce. Debole e fioca…ma la luce…oh, se era bella e calda…
La carrozza attraversò una piccola e innocua tempesta verso le sette di mattina.
Si stavano addentrando sempre di più nella residenza dei Lancaster, abbandonata da anni e a cui più nessuno si era avvicinato ma la mezza demone riconobbe subito l’aria di casa.
Harry si svegliò in quel momento, grazie anche al debole rombo di un tuono.
Si accorse del cielo come piombo ma si sporse ugualmente per godere di uno spettacolo fantastico.
Un bosco di sempreverdi attorniava a ferro di cavallo un grande castello, arroccato sulla sponda di un lago.
- Siamo arrivati.- gli disse Lucilla.
La carrozza atterrò dolcemente fra le fronde del bosco e percorse un piccolo tratto a terra, per evitare di incontrare direttamente qualcuno, nel caso di curiosi nei paraggi. Quando l’istinto dei cavalli della Lancaster disse loro che erano al sicuro, questi si mossero…e al trotto raggiunsero il grande maniero, circondato da alte e gloriose mura.
Si fermarono senza scossoni e scesero in un ampio spiazzale di roccia grigia. Hermione, una volta al vento del mattino, rimase immobile con Harry, Draco e Ron a guardare l’imponente Lancaster Manor.
Mai sentito un tale silenzio…pensò, osservando il piccolo diavoletto seduto su un pinnacolo di una fontana, nell’entrata. Li guardava e…ghignava.
Metteva i brividi. Come il resto della casa che aveva un’aria molto tetra.
- Mi sento quasi a casa.- ironizzò Malfoy, andando a prendere le sue valigie.
- Come mai non mi stupisco...- frecciò Ron.
- Finitela voi due.- si lagnò la Grifoncina seccata e stanca – Non potete litigare dopo una dormita?-
Harry invece rimase davanti al cancello. Scrutò le roselline bianche che infestavano le mura della casa insieme all’edera, gli strani bisbigli del vento…e si sentiva come osservato…
Si strinse meglio la felpa e la sciarpa al collo, fino a trovarsi Lucilla a fianco.
Anche lei guardava casa sua…e non diceva niente.
- Sei pronta a tornare indietro?- le chiese a bassa voce.
- Prima o poi ognuno deve affrontare i propri demoni.- rise lei – Anche se questa frase fa ridere detta da me.-
- No, non credo.- disse il Grifondoro fissandola intensamente – Forse nessuno merita tanto quanto te di tornare a casa.-
Lucilla abbasso lo sguardo, sempre sorridendo – T’invidio Harry Potter.-
- Perché?-
- Tu hai avuto degli amici che ti hanno protetto e difeso.-
- Anche tu li avevi.-
- Si, ma non ho accettato il loro aiuto. E poi allora Voldemort era troppo potente. Non volevo che Tristan si facesse male in un’impresa che a quel tempo credevo mi sarebbe costata la vita.- tacque un attimo, poi sollevò lo sguardo sulle grandi finestre del maniero. Tutte chiuse, con le pesanti tende di velluto serrate.
Prese un respiro, poi si fece avanti. Sfiorò il cancello e questo si aprì immediatamente, riconoscendo il tocco della sua padrona.
- Aspettiamo un attimo.- disse Hermione – Lasciamole cinque minuti.-
- Io le lascerei anche tutta la casa.- Ron si guardava attorno circospetto – Dicevano che era un posto bellissimo…e in effetti lo è davvero ma pensare che dentro ci abitasse un demone di stirpe vero e proprio mi mette l’angoscia.-
- Hn…- Draco si accese una sigaretta, fissandolo con scherno – Non diresti così se avessi visto sua madre, Donnola.-
- La conoscevi?- chiese Hermione.
- Di sfuggita. Lucilla le assomiglia in maniera impressionante ma…bhè, Degona Lancaster era un’altra cosa. Se Lucilla vi sembra poco umana allora resterete a bocca aperta davanti a un’immagine di sua madre. Lei si vedeva benissimo che fosse in tutto e per tutto un demone. Non sembrava di questo mondo...e in effetti non lo era.-
- Lucilla non è così…- Potter sospirò guardandola aggirarsi per l’entrata con aria malinconica – In lei si vede bene che una parte è mortale, come noi.-
Rimasero ad aspettare, sedendosi tutti e quattro per la stanchezza per terra, in mezzo allo spiazzale.
C’era chi continuò a fumare, chi si attaccò al lettore cd, chi sonnecchiò sulla gamba di Hermione facendo incazzare Malfoy ma non attesero a lungo. Lucilla apparve davanti a loro e si vedeva bene che si sforzava di sorridere.
Quando entrarono dentro al giardino si stupirono di come tutto fosse rimasto uguale.
- Ma qualcuno viene a fare dei lavori ogni tanto?- chiese Harry.
- No, erano le piante di mia madre queste. Sono magiche.- rispose Lucilla conducendoli davanti al portone di legno scuro e lì sopra videro tutti quanti lo stemma di famiglia. Un giglio bianco.
La mezzo demone appoggiò, dopo un attimo di esitazione, la mano sul battente. Questo, come il cancello, si aprì subito e rivelò un’entrata buia che non faceva scorgere nulla se non un sibilo freddo provenire da qualche parte, all’interno.
La Lancaster fece segno ai ragazzi di restare fermi dov’erano ed entrò per prima.
Il tempo di vederla sparire nell’ombra e un ruggito allucinante fece tremare i cardini dell’entrata.
Il quartetto si precipitò dentro con le bacchette spiegate anche se quando furono alle spalle di Lucilla si misero a tremare. La ragazza teneva a mezz’aria, con la forza della telecinesi e senza muovere un muscolo, un essere orripilante che non faceva che ringhiare, agitando i numerosi tentacoli e artigli che possedeva.
- Che orrore…- si schifò Harry. A Ron invece ricordava da matti un ragno e si fece alle spalle dell’amico, disgustato e terrorizzato. Quell’essere continuava ad agitarsi. Evidentemente era stato messo lì a guardia, per uccidere gl’intrusi.
- Ma che roba è?- rognò Draco, tenendo la bacchetta ben alta.
- Un ibrido.- borbottò Lucilla seccata da quegli strilli raschianti – Un incrocio fra un ragno gigante e una lucertola con gli artigli. Solo gli alchimisti possono creare cose del genere! Ah, al diavolo!- sbuffò e sollevata la mano la chiuse a pugno. Un attimo dopo l’essere crollò a terra, accartocciato e privo di vita.
Il quartetto fissò la scena sconvolto…se non altro ora erano al sicuro. Dalle grinfie di un ibrido e quelle di una mezza demone. Lucilla comunque non parve assolutamente sconvolta dall’incidente. Si limitò a far sparire il cadavere del ragno gigante con un gesto e poi fece qualche passo avanti, fino a ritrovarsi su un tappetto soffice.
Da lì si guardò attorno…e poi fece luce. Sollevò le mani e gli stoppini di ogni candela presente nel salone si accesero. Tutto ora divenne nitido, tutto venne messo in luce.
I ragazzi capirono di trovarsi in un grande salone d’entrata, con una scalinata di marmo che portava ai pieni superiori. Il maniero era in stile gotico, sfarzoso ma non troppo.
Le lunghe tende di velluto rimasero tirate. Niente si mosse, come se l’incantesimo della Bella Addormentata fosse caduto su quella casa. E l’unica proprietaria rimase a guardare la sua vecchia dimora. L’unico luogo che avesse mai amato.
Anche prima di Hogwarts.
Sospirò, posando lo sguardo su ogni angolo conosciuto, su ogni oggetto amato.
- Draco, ricordi dov’è la biblioteca?- chiese, a bassa voce.
Malfoy si scosse un attimo, poi annuì anche se un po’ incerto.
- Portali là, per favore. Faccio un giro, nel caso ci sia qualche altro ospite indesiderato.-
- E se ne troviamo un altro per la strada?!- alitò Ron piagnucolante.
- Smaterializzatevi.-
- Non siamo capaci.- fu la risposta di Harry.
- Voi tre…- chiarì Draco bastardamente.
- Urlare almeno sapete farlo?- frecciò Lucilla sarcastica – Ecco, allora fatelo se vedete qualcos’altro. Arrivo subito.- e lei sparì sul serio, mollandololi da soli con un candelabro in mano per fare luce. Malferret sollevò gli occhi per aria, nel caso avessero ancora qualche ragno a spasso sulle loro zucche, poi afferrò la borsa come Potter e cominciò a fare strada. Se la memoria non lo ingannava la biblioteca era al piano terra, nell'ala est.
Infilarono circospetti il corridoio, sobbalzando a ogni cigolio e a ogni statua non proprio amena. Erano strani gli accostamenti, pensò Hermione. C’erano angeli e demoni in ogni posizione. Che si combattevano, che si uccidevano, abbracciati, amanti…
Stava facendo luce con la bacchetta quando una voce le fece sfuggire un gridolino.
- Ehi voi! Abbassate quella luce! Chi diavolo siete!?-
Harry e Draco si misero in sue difesa ma Potter notò che era stato un quadro a parlare.
Un ritratto di una donna sulla cinquantina. Li fissava arcigna.
- Buon giorno…- balbettò il bambino sopravvissuto.
- Se non altro conoscete le buone maniere!- sibilò sospettosa – Chi siete? E come avete fatto a entrare?-
- Con la padrona di casa.- spiegò Harry ma quella sgranò gli occhi, furibonda – Di che parli, bugiardo! Tutti sono morti! Mio figlio, sua moglie e anche le mie nipoti!-
- Lei… lei è la nonna di Lucilla?- allibì Hermione.
- Conoscevate mia nipote?- continuò la donna stupita.
- Siamo entrati con lei. È viva.- spiegò Harry.
- Stupidaggini, mia nipote è morta otto anni fa!-
- Le dico che è viva.-
- Silenzio, ho ragione io! Teppistelli…-
Draco cominciava a spazientirsi – Senta, siamo entrati con Lucilla. Se le diciamo che è viva è viva, quindi non rompa e torni a dormire che sono solo le sette di mattina!-
Non l’avesse mai fatto…quella attaccò con un concerto di bestemmie che li fece scappare di corsa. Peccato che tutti gli altri quadri incantati si svegliarono a loro volta e non ne uscirono più fino a quando, dopo essersi persi un paio di volte, Malfoy riuscì finalmente a infilare la strada giusta per la biblioteca.
Weasley chiuse la porta alle loro spalle e vi mise contro anche una sedia, lasciandosi poi andare seduto.
Erano stanchi e a pezzi ma riuscirono ugualmente a trascinarsi fino ai grandi divani pregiati senza un filo di polvere. Solo dopo qualche minuto Hermione, riaprendo gli occhi e col respiro di nuovo regolare, si accorse della cosa più bella che avesse mai visto. L’emozione di quel giorno non la scordò più. Mai, per tutta la vita.
Si mise lentamente in piedi, con gli occhi sgranati, le mani quasi tremanti.
Afferrò Harry per la manica, tirandola leggermente. Lui sospirò, cercando di capire che avesse…e rimase senza parole. Fece qualche passo avanti con lei e davanti la biblioteca più grande che mente umana avesse mai potuto concepire: si trovava a un livello più basso del pavimento, separata dall'ingresso da una decina di gradini. Era a forma circolare, quasi labirintica. Riuscivano a vederla abbastanza bene solo perché erano in posizione rialzata.
- Ma quanti sono?- chiese Ron sconvolto – Saranno milioni…-
- E tutti di magia oscura.- bofonchiò Draco ancora seduto, non particolarmente interessato – Erano di sua madre.-
- Cazzo ma qua dentro c’è tutto il sapere oscuro..- Hermione lo fissò sconvolta – Perché non hanno mai provato a entrare qui? Questo potrebbe essere il quartiere generale dei seguaci di Voldemort.-
- Sarà quello che ti pare ma qua ci abitava il capo degli Auror di tutto il Ministero della Magia.- le ricordò il biondino scocciato, del tutto indifferente alle loro ridicole lotte – Maximilian dei Lancaster era potente. Tanto potente che nessuno, anche dopo la sua morte, riesce a espugnare casa sua. Per qualche tempo i suoi Auror hanno controllato questa tenuta, poi hanno lasciato perdere tanto i libri di Degona sono scritti in maniera incomprensibile per chi non conosce e il Serpentese e la lingua degli homina nocturna, quindi…-
Poco dopo arrivò Lucilla. Naturalmente li terrorizzò a morte perché apparve all’improvviso, come suo solito, ma portava buone notizie. Aveva fatto secchi tutti gli ibridi sparsi per casa e adesso potevano anche andarsene a nanna.
I quattro raccolsero quella notizia come la beatitudine.
S’infilarono al primo piano che era ancora più grande e buio del piano terra ma le loro stanze erano una favola.
Gigantesche e tutte comunicanti.
- Dormite tranquilli, ora non c’è più pericolo.- disse la Lancaster alla porta – Comunque io non dormo, quindi se c’è qualche problema lo sistemo io.-
- Un problema ci sarebbe.- borbottò Hermione sorridendo – Il cibo.-
Lucilla fece una smorfia – Già che voi dovete mangiare…che stress. Dirò a Mckay di fare la spesa. Fate la nanna.- e se ne andò, piantandoli lì a guardarsi nelle palle degli occhi.
E chi aveva più sonno?
I tre Grifondoro tirarono fuori la Play Station dai borsoni, fecero apparire una televisione e attaccarono a giocare sotto lo sguardo schifato di Malferret che preferì andare a farsi una doccia e poi il suo meritato riposo.
Salutò Potter e Weasley con un insulto, la Grifoncina con un’occhiata più eloquente di mille parole e si chiuse in camera sua, pregando che quei tre facessero poco baccano. Speranze vane, naturalmente…
Alla fine i grifoni s’impiombarono che erano le dieci e mezza di mattina coi joistick in mano, facce spiritate, posacenere pieni di mozziconi e la televisione accesa. Fu Hermione a spegnerla sul pomeriggio tardi, verso le sei e mezza.
Si ritrovò con Ron addormentato sulla sua pancia ed Harry al suo fianco con gli occhiali di traverso ma ormai non ci faceva più caso. Si mise a sedere e dopo essersi ricordata dov’era, sorrise.
Felice e ancora molto stanca decise di andare a farsi un bagno. Quella era la stanza di Harry e faceva da comunicante con tutte le altre. Infilò la sua, spaziosa e un po’ cupa con le tende tirate ma continuò ad essere allegra.
Si guardò un po’ attorno, con quell'eccitazione che non la lasciava dalla vista della biblioteca. Accese alcune candele con la bacchetta e poi passò tutti i libri presenti negli scaffali. Alcuni erano antichissimi, dall’inestimabile valore. E poi c’erano moltissimi oggetti strani di cui lei assolutamente non conosceva l’uso, tanto che se ne indispettì un po' ma pensandoci bene evitò di toccarli, nel caso staccassero le dita.
Il bagno era anche meglio. Vasto come una piazza d'armi, arredato con buon gusto. Al lume di decine e decine di candele lunghissime che creavano una luce soffusa eccezionale si godette la vasca grande e spaziosa, tutta bianca, di quelle con le vecchie zampe di leone che c'erano anche nei dormitori femminili di Hogwarts.
Si crogiolò nella schiuma fino a far diventare l’acqua tiepida e anche fino a quando qualcuno non le passò una mano sul collo. La Grifoncina represse un grido ma si rifece tirando dietro a Draco, che se la ghignava da perfetto sadico, il flacone dello shampoo.
- Al diavolo Malfoy!- tuonò rossa per la paura – Vuoi farmi venire un infarto?!-
- Mamma mia, Granger…hai la coda di paglia?- rise, cominciando a levarsi il maglione – Dovresti calmarti un po’.-
- Di certo sarei più calma se un idiota non mi soffiasse sul collo in una casa come questa!- ribatté.
- Ero a letto da solo e mi sono svegliato.- le spiegò serafico, slacciandosi anche la cintura – Mica posso stare a poltrire per tutto il giorno, no? Eddai mezzosangue, fammi spazio.-
- Cosa?- Hermione sollevò un sopracciglio, passando avidamente lo sguardo sul torace del biondino – Perché dovrei fare il bagno con un Serpeverde?-
- Perché il Serpeverde in questione sono io.- la blandì pigramente Malferret, fissandola con gli occhi argenti incendiati dal desiderio. Anche jeans e boxer volarono via, oltre il séparé di damasco, e solo allora la streghetta sorrise debolmente, decisa a non perdere neanche un secondo di quella vacanza.
Poco dopo Draco era alle sue spalle, appoggiato con la schiena al bordo della vasca e le sciacquava indolentemente la schiuma dalla nuca. Certamente con quelle mani ci sapeva davvero fare, pensò deliziata.
Era come se ogni tocco fosse un massaggio e quelle lunghe dita a volte sfioravano appena, altre premevano con evidente esperienza. Si lasciò baciare dietro l’orecchio, poi poggiò il capo contro la sua spalla.
- Fra quanto arriva Tristan?- bofonchiò lui, accendendosi una sigaretta.
Hermione guardò distrattamente l’orologio poggiato su una sedia, ormai abituata al fumo penetrante delle sue sigarette.
- Fra qualche ora sarà qua. Spero con del cibo anche…- mormorò, chiudendo gli occhi e intrecciando le dita in quelle della mano libera di Malfoy che dopo un secondo la strinse a sua volta. Aspirò una boccata di fumo, adagiandosi meglio alla vasca…tutto per sentire meglio il corpo della Grifoncina contro il suo che ormai l’aveva stregato letteralmente.
La sua pelle liscia lo mandava in estasi. Fare quel bagno insieme era stata un’ottima idea. Gli dava una sensazione di pace e d’intimità che certamente aveva sperimentato poche volte.
Si rimise la cicca fra le labbra, cominciando a passarle le dita fra i capelli.
- Sembri ancora stanca.- le disse.
Lei rispose tenendo sempre le palpebre chiuse – Ci siamo addormentati davanti alla Play.-
- Tutti e tre?-
- Si.-
- E tu dove hai dormito?-
- Nel letto no?-
- Con chi?-
Hermione aprì gli occhi e si voltò un poco, giusto per ritrovarsi il mento di Draco sulla fronte.
- Con tutti e due.-
Ride quasi, vedendo la sua mascella indurirsi. Gli passò il palmo umido sul viso, tornando a mettersi comoda.
- Avrei voluto dormire con qualcun altro ma l’antipatico in questione ha preferito mandarmi in bianco.-
- Ah si?- Malfoy cominciò a baciarle leggermente il collo, a morderle il lobo dell’orecchio – Allora fino alla fine della vacanze non ti staccherai più dal mio letto, mezzosangue. Intesi?-
- Altra sfida?- chiese, interessata.
- Direi di si.-
Fece per baciarla su quelle meravigliose labbra turgide quando un lieve bussare alla porta fece sobbalzare entrambi.
- Herm, sono io.-
Harry! La Grifoncina che conosceva bene le loro abitudini cadde nel panico e nel giro di un secondo fece una cosa che aveva del folle. Afferrò la sigaretta, la fece sparire dentro un vaso lì accanto, afferrò poi la testa a Malfoy e lo cacciò sotto la schiuma, senza dargli il tempo di emettere anche un solo lamento.
Potter infilò subito la testa fra lo stipite e la porta, bello come il sole e con la faccia fresca di sonno.
- Ciao bellissima! Tutto bene?-
Hermione affondò nell’acqua fino alle spalle, sentendo le mani di Draco artigliarle la vita per ricordarle che aveva bisogno di respirare. Annuì, cercando di non apparire nervosa.
- Tutto bene. Adesso esco e poi arrivo di là. Malfoy dov’è?-
Harry alzò le spalle – Sarà morto spero. Senti…posso prendere il tuo cellulare? Devo chiamare una persona.-
- Si, fa pure…- e gl’indicò la porta, invitandolo silenziosamente a uscire cosa che Harry fece subito, dopo averle strizzato l’occhio. Appena la porta fu sbattuta, Draco spuntò fuori dall’acqua, riprendendo una lunga boccata d’aria.
- Tu devi essere pazza!- le sibilò, levandosi la schiuma dalla faccia.
La Grifoncina però non lo ascoltava. Harry Potter che non le faceva battute oscene dentro alla vasca…
E la sua espressione…in effetti anche durante il viaggio e tutto il ballo le era parso un po’ sulle nuvole.
- Sarà meglio parlarne con Ron.- borbottò fra sé.
- Eh? Ma che mugugni?-
- Niente, lascia stare…dov’eravamo?-
- Eravamo a "Affoghiamo Malfoy perché San Potter entra ancora tranquillo nel tuo bagno!"-
Hermione sogghignò, passandogli le braccia al collo – Non fare il geloso, Malferret.-
- Non sono geloso mezzosangue.- ringhiò a bassa voce – Ma non sono abituato a dividere il bottino.-
- Nemmeno io se è per questo.- spiegò lei tranquilla – Ricordatelo bene.-
Nel frattempo fuori da quel bagno Ron stava cercando di sistemare la sua faccia cadaverica passandosi dei cubetti di ghiaccio sulle occhiaie, al contempo disgustato quando si ricordò che era Ginny a fare così dopo le sue nottate brave, quando vide Harry fare su e giù per l’anticamera col cellulare di Hermione all’orecchio.
Lo fissò un po’ stralunato, visto la sua faccia inebetita. E parlava anche a bassa voce...
- Con chi parlavi?- gli chiese, quando tornò dentro.
Potter evitò i suoi occhi, alzando le spalle – Seamus. Voleva chiederci se io ed Herm eravamo a Londra per il week end ma ho dovuto dirgli una balla.-
Weasley sollevò un sopracciglio. Harry era diventato gay? No, perché a quel telefono aveva fatto delle espressioni da piccione innamorato che il rossino non vedeva da quando i suoi migliori amici si erano lasciati. Comunque lasciò perdere, le inclinazioni sessuali del bambino sopravvissuto non erano cosa importante in quel momento.
Il fatto era che stavano morendo di fame.
La fortuna però a quanto pareva era dalla loro parte almeno in quel frangente.
Erano le sette ormai e qualche timida stella si stava affacciando in cielo quando Lucilla, seduta sul balcone della sua stanza, alzò gli occhi dal libro che leggeva per notare una luce più luminosa delle altre nel firmamento.
Chiuse il tomo, sorridendo appena. Si Smaterializzò per riapparire nel grande giardino e contemporaneamente una grande moto volante si fece più vicina, nel massimo del silenzio. Atterrò con leggerezza e si fermò davanti alla mezzo demone. Ne scese Mckay che dopo un attimo si levò gli occhiali dalle lenti blu, facendo un fischio.
- Così finì il tempo in cui i miei vestiti erano addosso a una bella donna.- si lagnò, osservando ammirato Lucilla di nuovo in abiti femminili, gonna corta, stivali e camicia da donna con una cravatta nera un po’ molle.
Una favola. Spense la moto, tirò via le chiavi e staccò le borse dai fianchi della sella.
- Fatto buon viaggio?- gli chiese la ragazza.
Tristan annuì, guardandosi attorno.
- Le pesti dove sono?- chiese.
- In casa. Perché?-
- Perché il loro prof sta per baciare la sua mezzosangue e non vorrei si scandalizzassero.-
- Ehi, no…- Lucilla si ritrovò fra le sue braccia, un poco imbarazzata – Tristan…-
Lui però non l’ascoltò neppure. Le passò le braccia alla vita e posò le labbra sulle sue, risalendo con la mano alla nuca della mora, deciso a non lasciarla andare. Sembrò non finire mai ma alla fine l’Auror si staccò lievemente, cercando aria. Sorrise tenero, sfregando il naso contro quello di Lucilla, quindi rialzò gli occhi.
- Sembra passato un secolo dall’ultima volta che sono venuto qui.- disse, tornando a guardarla premuroso – Tu come stai? Hai dormito un po’?-
Lei scosse il capo, addolorata.
- Ok…- le carezzò le spalle, cercando di farle coraggio – Adesso sfamiamo le pesti, poi io e te parleremo su come affrontare questa cosa. Ora che sono qua puoi stare tranquilla.-
- Veramente è il contrario, ma non importa.- frecciò, sollevando le borse con un gesto – Dai, andiamo dentro Mc.-
Una volta nel salone i ragazzi quasi gli saltarono addosso con la bava alla bocca per la fame.
In cucina poi, dove mangiarono su un grande tavolo piuttosto moderno dove un tempo la cuoca di casa aveva preparato deliziosi manicaretti praticamente solo per il signor Lancaster, Harry e Draco quasi si ammazzarono per ali di pollo e insalata.
Vedendoli così affamati Mckay quasi si sentì male per loro.
- Forse dovevo venire prima…-
- Che hai detto ai tuoi?- gli chiese Lucilla, versandogli due dita di Whisky Incendiario.
- Oh, non c’erano. Il vecchio è spasso con mia madre per l’Europa e come sempre Sofia era troppo presa dal mentecatto di turno per dirmi dove cavolo potevano essere finiti.-
- Hai una sorella?- si stupì Harry – E quanti anni ha?-
- Ventidue. Ma ho anche un fratello maggiore. È un cacciatore come me.-
- Già, come sta Jess?- cinguettò Draco velenoso.
- Che s’impicchi.- sibilò Lucilla a bassa voce, mandando giù il liquore.
- Ti rompe ancora?- Malferret non se ne stupì – E’ sempre fissato sui Mangiamorte.-
- Sapesse che sono viva cercherebbe d’impagliarmi credo.- rispose la mora con un’alzata di spalle – Anche se credo che alla fine di un combattimento non sarò io a finire sotto tre metri di terra.-
- Stattene buona.- la blandì Mckay – Pensa solo che fra due settimane dovremo sorbirci lui e gli altri due della mia squadra. Non li hai mai conosciuto ma credo che Milo ti piacerà.-
- Per non parlare dei Dissennatori.- insinuò Ron.
- E con questo io me ne vado a fumare da qualche parte.- disse Draco rapidamente, cacciandosi una sigaretta in bocca – Scusate ma a me non interessa. Ci si vede più tardi Mc.-
- Ok, ciao…-
Una volta soli i ragazzi si scambiarono un’occhiata strana ma sia Tristan che Lucilla sapevano bene che non potevano fargliene una colpa. In fondo era normale desiderare solo essere lasciato in pace. Più che normale.
Se Draco non voleva avere niente a che fare con quella storia allora l’avrebbero accontentato.
Ma loro avevano da lavorare.
E la portata della situazione era parecchio grave. Se ne accorsero verso le undici e mezza quando Tristan finì di scrivere su una lavagna bianca la rete di seguaci del Lord Oscuro che ancora esistevano.
Una ventina di famiglie di maghi, sette, mannari, un gagia, Dissennatori…
- Mamma mia…- si lasciò andare Ron, deciso a cominciare a fumare quella sera stessa.
- Sono troppi.- alitò Harry – Non ce la faremo mai a incastrarli tutti.-
- Per me è meglio eliminare alla radice.- ghignò Lucilla perfidamente – Ma non credo che siate d’accordo vero?-
- Tesoro, dopo questa storia forse potresti tornare a una vita quasi normale.- Tristan scosse il capo – Se ti metti ad ammazzare tutti non credo che il Ministero ti permetterà di andare a spasso tranquilla.-
- Come fa coi seguaci di Voldemort?- rimbeccò – Intendi questo?-
- Neanche ha tutti i torti.- sibilò Hermione amara – Loro sono tranquilli sotto il naso di tutti e lei chiusa qua dentro.-
- La verità verrà fuori.- li assicurò Tristan con una sicurezza che in un certo modo riuscì a risollevare anche l’inquieta anima della mezzo demone – Dobbiamo solo armarci di pazienza e lavorare tutti insieme. Dopo le vacanze intensificheremo le lezioni di Difesa e Lucilla ci darà una mano. Inoltre ho chiesto a Silente il permesso di riaprire il Circolo dei Duellanti per gli studenti del settimo anno. A quanto ho capito il preside intende organizzare dei turni seri di duelli e gare. È l’unico modo che abbiamo trovato per farvi combattere senza destare sospetti nelle famiglie di Serpeverde coinvolte e poi non possiamo continuare a bloccare la posta all’infinito.-
- Posso uccidere Nott allora…- ridacchiò Weasley – Buona come idea. Così facciamo pratica.-
- Ce ne sarà di pratica da fare.- disse Lucilla andando a prendere altro liquore – Di magia d’attacco siete a livelli vergognosi anche se con Tristan devo ammettere che fate passi da gigante.-
- Che fai, ci spii?- rise l’Auror.
- Che altro vuoi che faccia tutto il giorno?- rispose annoiata.
- Ma davvero ti annoi? Vuoi giocare con la Play insieme a noi per caso?- le chiese Harry giulivo.
- Vi siete portati dietro la Play Station?- Tristan ora pareva interessato sul serio.
- Ho anche il narghilè e della roba che m’ha dato Blaise.- continuò il Grifondoro con un sorriso da un orecchio all’altro – Tanto per sfruttare bene questi giorni…-
E vedendoli ridere Lucilla pensò che in fondo quelle vacanze non avrebbero potuto iniziare davvero in maniera migliore.
 
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