Capitolo 20°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 20:50




Stava sorgendo il sole quando Lucilla riaprì gli occhi, dolorante.
- Per favore…- sussurrò – Tristan mi stai facendo impazzire.-
L’Auror si sollevò su un gomito, restandole a fianco dopo averla vegliata tutta la notte.
- Poche storie, manca ancora mezzora. Devi tenerle sulla schiena per sei ore o i cataplasmi non faranno effetto. Possibile che ti diano così fastidio? Sono solo ragnatele imbevute nella pozione Remake.-
- Appunto, un rimedio che farebbe schifo anche a un troll.- si lagnò, con la schiena nuda e ferita coperta di ragnatele umide – Avanti Mc…sono viscide e mi fanno senso. E poi mi bruciano.-
- Mezzora e te le tolgo.- scandì lapidario.
- Levamele adesso e faccio quello che vuoi.-
Lui sogghignò sadicamente, sfregandosi le mani – Ma guarda, a quanto pare la situazione si è ribaltata Lancaster.-
- Al diavolo, mi fanno male!- sbottò orgogliosa.
- Sei coperta di segni di frustate, cosa pretendi?- borbottò incupendosi – Stai buona ancora un poco!-
Lucilla in risposta emise un sibilo in Serpentese, poi tornò ad appoggiare il capo al cuscino, avvolgendosi meglio nel lenzuolo di seta. Tristan, per non essere troppo sfacciato anche in quell’occasione, tornò a vagare con lo sguardo per la camera da letto della mezzo demone. Lui era entrato molte volte in quella di Lumia ma mai in quella di Lucilla e non si stupì troppo nel vedere che le due camere erano diverse.
Sorrise dolcemente però, allungandosi sul pregiato comodino d’acero scuro a fianco del baldacchino.
Prese la cornice d’argento fra le mani, passando le dita sulla foto.
Lui a sedici anni che l’abbracciava di slancio, poi Lumia che correva da loro che li abbracciava forte a sua volta.
- Come ha fatto a cambiare?- sussurrò – Come ha fatto a odiare te e i tuoi?-
Lucilla sorrise con una tristezza infinita negli occhi azzurri – Forse ci ha sempre odiati. Forse lei odiava essere mezza demone ancora più di me. Avrà pensato che Voldemort era l’unica via d’uscita…e per un certo periodo di tempo l’ho pensato anche io. Ma non avrei mai ucciso mia madre e mio padre.-
L’Auror si voltò verso di lei e delicatamente le carezzò la guancia, chinandosi poi a baciargliela.
- Ti manca?- le chiese ma la mora scosse il capo, fissando la foto.
- Mia sorella non è mai stata quella che credevo.- rispose – Anche io sono diversa da ciò che pensavo allora. Ho fatto cose che non credevo di poter fare. Ne ho sopportate altre che non credevo di poter sopportare. Siamo diversi da quello che pensiamo Tristan. Ce ne accorgiamo quando uno meno se lo aspetta.-
- Già…- rimise a posto la cornice, sospirando.
Si sentì stringere le mano e le sorrise, carezzandole i capelli ormai felice.
In cucina invece Ron stava seduto a tavola e fissava disgustato e angosciato una scena, a suo giudizio, indecente.
- No, senti…chiariamoci, io non vengo da nessuna parte a piedi!- stava rognando Malfoy attaccato a Hermione con la caraffa del caffè in mano. Lei se lo filava giusto per sbaglio e intanto gli passò la tazza che lui riempì, senza smettere di borbottare – Sai quanta cazzo di strada c’è da fare fino al primo fottuto villaggio abitato?-
- Che palle, tanto per vedere qualcosa!- disse lei, passandogli i biscotti.
Lui li prese, sbattendoli sul tavolo e prendendo altre tazze che riempì con aria poco pacifica.
- Ma che vuoi vedere? Siamo nel bel mezzo del Linkonshire! È campagna aperta! Ci sono solo colline e boschi! Dove me li hai messi i biscotti al cioccolato?-
- Te li sei mangiati! Andiamo a vedere i boschi allora…-
- Ma che mangiati e mangiati!- Draco afferrò tutti i pacchi sclerato, per trovare i suoi biscotti – Oh, cazzo ma dove sono? Ah, eccoli…mi spieghi che vuoi vedere per i boschi? Nanetti? Non possiamo farci vedere accidenti a te!-
- Usiamo il mantello, tranquillo…il miele dove l’hai messo?-
- Sullo scaffale a destra. Di che mantello parli?-
In quel momento entrò anche Harry, sempre attaccato al telefono e per un attimo fissò la scena allibito.
- Dio, come siete sposati voi due…- si schifò, andando a sedersi.
Hermione lo guardò storto mentre Malfoy gli fece solo un chiaro gesto col dito.
- Guarda che la prossima scheda me la paghi tu, Harry! Il cellulare costa!-
- Ma si può sapere con chi parli?- se ne uscì Ron – Ancora con Seamus?-
Il moro fece un gesto seccato e si allontanò un poco, per stare tranquillo tanto che il rossino e la Grifoncina si scambiarono un’occhiata stranita.
- Ma che ha? È dal ballo che è strano.- disse la streghetta, portando le caraffe in tavola.
- Non lo so…ma parla con una ragazza, ne sono sicuro.- disse Weasley prendendo le zollette di zucchero – Herm vuoi una mano per le uova?-
- No, faccio da sola.- rispose lei, tornando a trafficare con le padelle – E che ragazza sarebbe? Una del ballo?-
- Ma se è stato tutto il tempo con Elettra.-
- Magari parla con la Baley, no?- frecciò Draco indifferente, continuando a mandare giù biscotti e a quel punto i due Grifondoro spalancarono gli occhi. Con Elettra? Bhè…
- Ma no!- disse Ron stranito – Lo sai che Harry è un porco, se le farebbe tutte ma non Elettra! L’adora.-
- E poi lei è innamorata di un altro.- borbottò Hermione friggendo il bacon – Dai, è assurdo.-
- Tanto assurdo che l’altra sera sono spariti.- se ne uscì ancora Malfoy, sfogliando il giornale.
E a quella di nuovo i due lo fissarono sconvolti.
- E tu che ne sai?- gli chiese Ron.
- Mi stavo giusto lustrando gli occhi sulle gambe della Baley quando è sparita con Potter dietro a una colonna.- rise, beccandosi una forchettata dalla Grifoncina nella schiena – Bhè? È di vetro la vostra cacciatrice? Non l’avrà mangiata.-
- Ma…ha 14 anni…- cominciò la Granger.
- E allora? A che età l’hai fatto la prima volta?-
- …15…-
- Appunto,- Draco levò le spalle – e poi stavo solo scherzando. Ma che vi prende a voi due?- e dicendo quello infilò la dispensa nell’altra porta della cucina, scuotendo il capo alla deficienza di quella gente anche se non sapeva che ormai il diabolico cervello di Ron e della sua mezzosangue aveva iniziato ad andare per i fatti suoi.
Quando iniziarono a fare colazione Harry chiacchierò tranquillo, come nulla fosse ma a un certo punto cominciò ad accorgersi che i suoi due migliori amici lo squadravano come se fosse stato un animale raro.
- Che c’è?- chiese, timoroso di scoprire la verità.
- Perché? È tutto a posto!- rise Hermione, eccessivamente giuliva – Tu stai bene? Sembri allegro oggi.-
- Non lo sono sempre?-
- Sempre è una parola grossa.- frecciò Draco.
- Strozzatici con quel bacon Malfoy.-
- Già litigate di prima mattina?- cinguettò Tristan entrando in cucina – Dio, Hermione…sei da sposare! A casa mia l’unica che cucina è la cuoca e se mi lamento che ho ancora fame mi fa andare a caccia.-
- Che c’è, non sei capace a sbatterti un uovo Mc?- ringhiò Lucilla seguendolo con la schiena tutta un bruciore e un umore più nero del suo vestito.
- Perché? Tu sai cucinare?- allibì, sconvolto.
- Avessi appetito credo che la troverei una cosa utile.- sibilò sedendosi a tavola.
- Dormito male?- le chiese Ron – Non vuoi del caffè? Almeno bevi, spero…-
- Si, grazie…- disse, allungando una tazza – Non ho chiuso occhio, ecco tutto.-
- Allora? Che si fa oggi?- Hermione arrivò con alte frittelle, facendo di Mckay un uomo felice.
- Fatevi due passi, allenatevi. Fatevi le canne…- Tristan fece un gesto vago con la mano, litigando con Malfoy per il cibo – Prendetevi una pausa, in fondo è sempre vacanza.-
- E con quelli della Lista?-
- Ne parliamo dopo cena.- disse Lucilla sorseggiando il suo caffè – Se volete potete fare un giro qua attorno, fossi in voi però starei attenta a non scorrazzare troppo per i boschi, sono pericolosi. C’è un villaggio abbastanza grosso a poche miglia da qua. Con la scopa lo raggiungereste in un’oretta. Si chiama Wizville.-
Il discorso si chiuse lì e dopo che Lucilla dette forfait alle loro iniziative, andando a tapparsi in camera sua e chiudendo fuori Tristan, i ragazzi decisero di organizzarsi per i fatti loro.
Mckay venne coinvolto in una gara infinita alla Play Station che si protrasse fino a sera fra una canna e l’altra.
Draco osservò quel casino elettronico solo di striscio anche perché a lui di quei giochi fregava proprio poco e finì con lo smaterializzarsi per andare alla ricerca di "qualcuno" di più allettante anche se non si accorse di come Harry l’aveva osservato sparire. Potter tornò a giocare ma per tutto il giorno un’idea strana continuò a ronzargli nella testa.
Quando riapparve Draco lo fece in cucina e trovò Hermione appoggiata coi fianchi alla tavola, intenta a fissare la lavagna bianca dove Tristan aveva elencato i nomi della Lista.
Malfoy non guardò di striscio l’elenco ma le si fece a fianco, scrutandola.
La Grifoncina aveva occhi solo per quella lavagna. Il suo sguardo era tanto fisso che le passò una mano davanti al viso.
- Ti ho visto.- disse.
- Che fai?- le chiese, cominciando a baciarle sensualmente il collo.
- Pensavo.- mormorò sospirando – Pensavo che sono davvero tanti. E noi troppo pochi.-
Draco allora si staccò irritato, cacciandosi le mani in tasca. Continuò a ignorare la lavagna, fissando lei più severamente – Ma a te che importa mezzosangue? Non è la tua guerra.-
- Non sarà la mia guerra ma Harry è il mio migliore amico. Per Blaise tu lo faresti.-
L’espressione del Serpeverde si ammorbidì di poco. Abbassò il volto, con una rabbia rovente nelle vene.
Non sapeva che risponderle. Non sapeva davvero che dire…neanche a se stesso.
- M’insegni a smaterializzarmi?-
Rimase colpito da quella domanda, tanto che sgranò gli occhi.
- Cosa? Vuoi che t’insegni a smaterializzarti?-
- Si, ma non adesso.- disse Hermione scostandosi da lui – Ora ho un altro progetto. È da un pezzo che ci penso e forse sto per portarlo a termine. In queste due settimane dovrei farcela e quando avrò finito vorrei che m’insegnassi.-
- Perché io?- bofonchiò, seguendola.
- Tristan e Lucilla hanno i loro problemi da risolvere.- spiegò dirigendosi verso la porta d’entrata – E poi è un modo come un altro per non destare sospetti agli occhi dei ragazzi.-
- Sempre meglio che annegarmi nella vasca, eh?- frecciò una volta fuori al sole del pomeriggio.
Si svaccarono fra le piante in giardino, sotto un grande albero che stava cominciando a fiorire.
Le gemme erano di un debole rosa ed emanavano un profumo sottile e delicato.
Ma Draco continuò a notare quanto la mezzosangue fosse con la testa fra le nuvole. Osservava qualsiasi cosa si muovesse, scrutava gli uccelli in cielo, gli insetti fra i rami…
Era come se cercasse qualcosa.
- Granger, qual è il problema?- si stufò, accendendosi una sigaretta.
- Sono preoccupata, ecco tutto.- gli disse, anche sapendo che tanto non avrebbe capito o avrebbe fatto finta di non farlo – La Lista è lunga e sinceramente credevo che fossero meno numerosi. E poi…-
- Poi cosa?- richiese stizzoso – Insomma, parla chiaro e spiegati!-
Hermione lo fissò truce, con gli occhi dorati incendiati per la collera – E poi ero preoccupata anche per un idiota che non conosci, ecco tutto.-
- E chi sarebbe?-
- Ti assicuro che lo odieresti.- sibilò ironica – Ha un pessimo carattere e fa l’indifferente quando sa benissimo che sono preoccupata anche per lui.- rise, vedendolo irritarsi di più e così la strega scosse il capo, sospirando – Niente, lascia stare Malferret. Mi ricordo cosa mi hai detto tempo fa. Devo farmi proprio gli affari miei. Adesso scusa,- si alzò di volata, levandosi l’erba dai jeans – ma torno in camera mia. Ho delle cose da sbrigare.-
Lo piantò in asso e passò un bel pezzo prima che il biondo principe delle Serpi si accorgesse che stare in quella casa e con quel clima rappresentava per il suo rapporto con la Granger un vero campo minato.
Era vero, non voleva che lei entrasse in quel frangente odioso e pericoloso che era la sua famiglia…
Tantomeno voleva parlare di quello che aveva passato in diciotto anni.
Si limitò a passeggiare per i fatti suoi nell’immenso giardino, senza alzare lo sguardo da terra.
Almeno fino a quando un suono che conosceva bene lo fece rallegrare un poco: era Ghismo, il gufo di Blaise.
Meno male che almeno Zabini, quel drogato, si ricordava di lui.
Il bel gufo grigio piombo si posò sul suo braccio proteso. Portava una lettera piuttosto spessa e un pacchettino.
Tornò al maniero e andò dritto nel salone, dove quei tre spostati continuavano a giocare alla Play.
- Posta?- chiese Tristan.
- Di Blaise.- borbottò il biondo. Si svaccò sul divano e scartò prima il pacchetto. Dentro c’erano non si sa bene quanti grammi di erbetta verdognola che fecero la gioia di tutta la casa, poi Malferret s’immerse nella lettura della lettera. Quel bastardo di Zabini si divertiva a legnarlo dicendogli che il sosia era più simpatico e utile di lui visto che si diluiva nelle serrature e gli apriva un sacco di porte chiuse a chiave ma a parte il lato da delinquente, Blaise gli raccontò in due parole come se la passava, chi era rimasto a Hogwarts per le vacanze, i casini fra le famiglie di Serpeverde che si chiedevano perché i loro gufi non tornassero mai a casa e altre storie. Poi chiese come se la cavavano loro e lo lasciò augurandogli di non fare troppe cazzate con una certa persona.
Gli sfuggì un mezzo ringhio e per poco non accartocciò la lettera, furibondo. Borbottò una mezza bestemmia in Serpentese che fece voltare Harry verso di lui, al limite dello sconvolto. Non sapeva che anche lui fosse rettilofono!
- Tutti bravi ragazzi voi, eh?- rise Tristan mollando il joistick a Ron – Che c’è Draco? Casini da Blaise?-
- No.- rognò accendendosi una sigaretta – Niente di niente.-
- So di per certo che quando vi mettete a imprecare in Serpentese c’è qualcosa.-
- Parli per esperienza diretta quando la Lancaster ti molla un due di picche?- frecciò sarcastico.
- Oh, il serpentello è arrabbiato!- celiò l’Auror – Non è che il due l’hai preso tu?-
- Pensa ai fattacci tuoi, seccatore!-
- Insomma la finite? Io sto giocando!- si lagnò Ron.
- Ma vai al diavolo Weasley!- ringhiò Malfoy sempre più fuori di testa e tra l’altro senza capirne il motivo. Era incazzato per la discussione con la mezzosangue, incazzato perché era rettilofono come suo padre, incazzato perché era Draco Malfoy e basta! In poche parole era la classica giornata di merda.
Passarono velocemente due giorni di pioggia e i ragazzi ebbero modo di girare soprattutto attorno alla tenuta, ben attenti a non trovare in giro nessun curioso, col mantello dell’invisibilità calato sulla zucca.
Giovedì invece sorse un sole piuttosto forte e mentre Lucilla che lo evitava come la peste rimase in camera sua, Tristan fece fare ai ragazzi un giro in moto tanto rompergliela non potevano…anche se più volte Draco ed Harry cercarono d’investirsi a vicenda. Quando tornò dentro si diresse nella camera della ragazza.
- Mamma mia!- borbottò esausto, levandosi la maglia e buttandola su una poltrona – Quei due sono intrattabili!-
Lucilla stava alla finestra e rimase immobile quando la raggiunse alle spalle e l’abbracciò per la vita.
- Tutto bene?- le chiese.
- Sopravvivo al caldo.- disse, poi gl’indicò una cosa. Hermione…che stava seduta su un vecchio muretto di cinta distrutto. Da quella posizione sembrava che stesse osservando i ragazzi con la moto dell’Auror ma invece faceva tutt’altro. Osservava il cielo, stava in ascolto.
- Sta cercando l’immagine…- rise Tristan – E’ bravissima, dovresti vederla Luci. Alla prima lezione ha steso un troll tutta da sola. Era agitata ma ce l’ha fatta con una furbizia e un sangue freddo eccezionali.-
- E adesso sta anche cercando un’immagine speculare. Non è facile trovarla da soli.-
- Bhè, è giovane. Parecchio giovane. Io ho imparato a vent’anni sotto il Ministero ma è talmente intelligente che penso possa farcela da sola. Non so bene come facciano ma se lei e Harry usano il mantello dell’invisibilità anche a Hogwarts allora è entrata nell’ala proibita della biblioteca e ha letto i libri giusti.-
La mezzo demone annuì – In effetti lo sento anche io. Ha una notevole forza in lei. E poi ama la magia, è quello che distingue uno bravo mago da uno eccezionale.-
- Lo fa per aiutarci.- Mc sospirò, baciandole la fronte – Vuole dare una mano.-
- Se ci riuscirà devo ammettere che sarà un aiuto gradito.- rispose la Lancaster – Che fai adesso?-
- Volevo due coccole.- mugugnò con aria da cucciolo, peccato che Lucilla non fosse la classica ragazza mielosa e tutta zucchero. Gli scoccò un’occhiata velenosa e andò a ributtarsi sul letto.
- Senti, tanto per parlare…- Tristan si appoggiò di peso al baldacchino, fissandola divertito.
- Già, tu parli solo per far prendere aria alla lingua, vero?-
- Che palle, sta zitta un minuto!- ridacchiò sedendosi all’altro capo del letto – Dicevo, tanto per parlare…se stanotte mi trasferissi di qui, invece che fare su e giù da camera mia a qua…-
- Per controllarmi la schiena immagino.- ironizzò sarcastica – Senti ma pensi davvero che sia scema!-
- Diciamo che ci speravo.- disse angelico – Dai, mi hai fatto dormire per terra, stanotte ho fatto l’infermiere…-
- Quindi adesso vuoi la ricompensa.- finì lei – Te la sei già presa l’altra sera.-
- Devo ammettere che passerei la giornata a baciarti, peccato che mi ritroverei senza occhi, vero?-
- E anche senza lingua.-
- Ottimo. Quindi posso dormire qua?-
- Sei esasperante.-
- Lo so. Ma prendi questa cosa come una garanzia anche a letto. Non smetto finché il lavoro non è finito.-
A quel punto Lucilla bestemmiò di nuovo in Serpentese, facendolo scoppiare a ridere.
La cena fu un fracasso d’insulti fra Potter e Malfoy ma anche Lucilla ci dette dentro, visto che Tristan voleva costringerla a mangiare qualcosa. A tutto questo si sommava la follia di Hermione che aveva la testa sulla luna probabilmente. Ron fu avvantaggiato perché poté mangiare tranquillo, visti i tentati omicidi da parte degli altri.
Si stavano scolando il bicchierino della staffa quando la televisione che avevano fatto apparire attirò l’attenzione di Weasley. Indicò il telegiornale locale a Hermione e quella zittì tutti, alzando il volume.
"Altri morti fra la Setta dei Menagrami…" stava dicendo la cronista "A quanto pare anche questi potenti maghi sono stati trucidati durante la notte da una potente maledizione. Tutte e quante le vittime, sette uomini e due donne, sono stati marchiati a fuoco prima di morire. Il simbolo è sempre lo stesso, una V incandescente e un grande teschio, con un serpente che esce dalla sua bocca spalancata. Gli esperti pensano ai seguaci del Lord Oscuro."
- Ma che ingegno.- sibilò Tristan.
"Dopo una notte insonne, il Ministero ha deciso di mandare alla Scuola di Magia di Hogwarts i Dissennatori di Azkaban e una squadra dei Cacciatori del Quartier Generale degli Auror. Presenti tutte le autorità del settore. Ci sono giunte ora voci non confermate che attorno alla cittadina di Wizville.." e a quel nome i ragazzi rizzarono le orecchie "…siano accaduti fatti misteriosi nelle ultime notti. I cittadini sono stati terrorizzati dalla morte di cinque famiglie babbane e due di mezzosangue. Le autorità stanno indagando."
- Ok, domani si va di ronda.- borbottò Lucilla.
- Già.- mormorò Harry – Posso venire?-
- Si, ma qualcuno deve restare qua.-
- Non preoccuparti, resto io.- le disse Hermione avviandosi verso la biblioteca – Adesso scusate ma sono stanca. Vado un po’ a leggere, Lucilla. Se non ti spiace…-
- Ma figurati.-
Una volta che se ne fu andata Harry e Ron si scambiarono un’occhiata complice ma decisero che per il momento era meglio lasciarla sola. Mentre mettevano giù il piano d’attacco se ne andò anche Malfoy. Salì lo scalone per andare in camera sua ma una volta che si fu chiuso la porta alle spalle si Smaterializzò, finendo in biblioteca.
La trovò subito, seduta in mezzo a un pentacolo fatto col gesso bianco.
Strabuzzò gli occhi, memore di brutti ricordi con Lavinia.
- Che diavolo fai?- le chiese prima ancora che lei lo notasse.
- Yoga.- ironizzò Hermione, continuando a tenere gli occhi chiusi e a concentrarsi – Che c’è Malferret?-
- C’è che mi devi spiegare che cazzo fai!- ringhiò – Allora?-
- Mi sto concentrando, niente di che.- disse, aprendo un occhio – Ti serve qualcosa?-
- Senti ma ci sei o ti fai?!-
Sbuffando la Grifoncina dovette lasciar perdere. E dire che si sentiva vicina!
Ora che era fuori da quel pentacolo Draco si calmò e andò a buttarsi sul divano. Lei rimase dietro lo schienale, in piedi e sempre corrucciata. Lo ascoltò un po’ a singhiozzo.
- Insomma mezzosangue mi spieghi che ti passa per la testa? Sono giorni che stai per aria più del solito.-
- Ma non è vero…- disse blandamente.
- Si che è vero! E non insultare la mia intelligenza, stai macchinando qualcosa. Prima mi chiedi di insegnarti a Smaterializzarti, poi te ne esci che hai un progetto in testa e spero per te che non sia un progetto di matrimonio perché non invidio per niente il poveretto che dovrebbe prendere la tua mano in questo stato…anche se a letto è un’altra cosa. Comunque…mi dici che facevi o no?- e senza aspettare una risposta andò avanti a imprecare, tanto che la Granger riprese presto a focalizzare un’immagine. La stessa immagine che da un pezzo sognava, solo che non capiva cos’era. L’aveva già vista ma non poteva e non riusciva ancora a metterla a fuoco.
Draco non la guardava, svaccato com’era sul divano, quando accadde qualcosa in lei.
Emise una specie di singhiozzo e Malfoy sentì anche una sorta di spostamento d’aria. Si voltò dove prima era stata la Grifoncina e vide il vuoto. La chiamò – Oh…dove sei? Granger?-
Niente.
Si mise in piedi, guardando in giro – Non fa ridere, maledetta Grifondoro!- abbaiò – Io ti stavo anche parlando! Allora? Dove sei?-
Fece il giro del divano e guardò il pentacolo vuoto.
- Guarda che me ne vado! Hermione!- gridò stizzito poi qualcosa lo fece sobbalzare. Un verso strano…
Una specie di gracchiata. Un verso di uccello.
Abbassò il viso e trovò spalmato per terra un volatile nero di taglia piccola.
- Un corvo?- bofonchiò inginocchiandosi – Ma che cazzo ci fa qua? Ehi tu…coso…- dette un colpetto all’animale che traballò sulle zampette e franò sulla coda, ribaltandosi. Riattaccò a gracchiare, infastidendo il Serpeverde.
- Ci mancava solo il corvo sbronzo adesso… dai, fila!- disse, agitando le braccia – Fila fuori!-
Ma quello continuò a non volare, non ci provava nemmeno. Anzi, pareva volerlo seguire.
- Senti, scavallati dalle palle, ok?- Draco ora si metteva anche a parlare con gli animali, tanto era in quadro – Come cacchio hai fatto a entrare qua dentro? Ehi Granger!- urlò quindi – E’ tuo questo coso?-
Visto che ci fu il silenzio totale e solo il corvo gli gracchiava dietro, Malferret mandò tutto al diavolo.
- Accidenti a te, mezzosangue!- borbottò prendendo il corvo sulla mano – Ascolta solo quando le pare…- fece una carezza sulle piume lucidissime dell’uccello piuttosto bello anche se un po’ tetro, poi decise di portarlo fuori.
Trovò una piccola finestrella, un lucernario aperto, sopra uno scaffale e pensò che da lì avrebbe potuto buttare fuori il corvo. Non l’avesse mai pensato!
Appena tentò di scaricarlo fuori dalla finestrella l’uccello nero fece un fracasso infernale, agitò istericamente le ali e quasi beccò un occhio argentato del Serpeverde…almeno fino a quando i versi del corvo non vennero sostituiti da voce umana. Draco se ne accorse tardi, quando il leggero corpo dell’anima ridivenne quello che era stato in precedenza e la sua mezzosangue gli franò addosso, facendoli cadere a terra una addosso all’altro.
Ci fu un po’ di casino, poi Malferret si rimise a sedere…
Un attimo e…
- MA CHE CAZZO T’È SALTATO IN TESTA?!- tuonò, richiamando tutto il maniero ed scuotendola come una bambola – MA SEI IMPAZZITA! ADESSO SEI DIVENTATA UN ANIMAGUS!-
Peccato che la Trasfigurazione molecolare della Grifoncina fosse stata troppo per le sue forze. Si accasciò contro di lui, boccheggiando prima di ogni residua energia e quando arrivarono Tristan e i ragazzi fu difficile da spiegare.
E poi era ridotta così male, mezza rimbambita, che faceva fatica anche a spiegarsi.
- Cosa??- Harry e Ron avevano le bocche a palla – E’ diventata un Animagus??-
- E come hai fatto?- alitò Weasley.
- E che animale era?- chiese invece Potter tutto curioso.
- Un corvo.- mugugnò Draco scocciato.
- Un corvo?- Tristan fece una mezza smorfia – Ma che cosa sinistra…-
- Ma che stronzate!- disse Lucilla bloccando quei monologhi assurdi – Se ci è riuscita da sola a 17 anni è davvero eccezionale. Anche se avrebbe dovuto stare più attenta. Le molecole fisiche quando prendono altre sembianze subiscono un bel colpo. Si sentirà a pezzi per qualche giorno.-
- Che bello...- biascicò la Grifoncina con la mano alla testa dolorante.
- Ma non potevi avvisare che stavi provando a fare una cosa del genere?- ringhiò Malfoy.
- Già, così avremmo fatto la prova tutti insieme!- disse Harry con aria da bambino capriccioso – Ora ci voglio provare anche io!-
- Ecco, diventa un verme e striscia via!- sibilò il Serpeverde.
- Tu invece vipera già ci sei!-
- Insomma zitti!- abbaiò Lucilla facendoli ammutolire subito. Si rivolse così alla Grifoncina pallida e debole stesa sul divano. Le passò una mano sulla fronte, scuotendo il capo.
- Senti, da quanto facevi esercizi?-
- Da Natale…- biascicò.
Tristan sputò tutto il whisky che stava bevendo mentre a Lucilla schizzarono quasi gli occhi fuori dalle orbite.
- Due mesi? Hai fatto esercizi per due mesi?- si sconvolse l’Auror.
- E’ troppo?- chiese Hermione tristemente.
- Ma che troppo! Nessuno ci riesce in due mesi! È impossibile!-
- Bhè io ho cominciato a Natale, appena tornata a Hogwarts…non sapevo bene come fare ma tempo fa mi è capitato di parlarne con Sirius…- spiegò a bassa voce, mentre il viso di Harry s'irrigidiva per il dolore – e lui mi ha dato qualche idea, così solo per fare esercizi di focalizzazione e concentrazione. Poi non so cos’è successo stasera…quando mi sono trasformata capivo che ero diventata qualcos’altro ma anche se provavo a sbattere le ali non riuscivo a volare…-
- E io che ti ho rovesciato sulla coda…- mugugnò Draco.
- Oh…voglio provare anche io!- continuò Harry – Come si fa?-
- Si fa con un minimo di testa!- sbuffò Tristan – Non è una cosa che si fa a schiocco! È come Smaterializzarsi. O lo s’impara da piccoli o ci va pazienza e fatica.-
- Cosa di cui non abbondo.- mugugnò Potter.
- E con Herm adesso come la mettiamo?- chiese Ron.
- Oh, dormirà due giorni interi!- disse Lucilla con un gesto annoiato.
- COOOSSSAAAA????-
Quello era Draco. Gli si erano rizzati i capelli in testa – DUE GIORNI?-
- Perché? A te che frega?- sibilò Harry rognoso.
Gli fregava che doveva andare in bianco per due giorni, ecco cosa!
Verso mezzanotte se ne andava ancora su e giù per la sua stanza, incazzato come un aspide, aspettando che San Potter e la Donnola si scollassero dalla camera della Granger ma a quanto pareva non ne avevano la minima intenzione.
Infatti i due grifoni erano tutti su di giri ora che la loro amica era diventata un Animagus.
Ci fu festino a manetta anche se Hermione era praticamente ridotta in stato comatoso. A quanto pareva però quella mossa della Grifoncina era servita a smuovere le acque.
- Cosa?- allibì fissandoli dopo la loro spettacolosa rivelazione – Davvero?-
- Già. Abbiamo chiesto a Tristan d’insegnarci a Smaterializzarci.- sorrise Ron – Io un po’ ho fratto pratica con Fred e George e sono avvantaggiato, mentre Harry dovrà cominciare coi primi rudimenti ma abbiamo deciso di provare. Tu ti stai impegnando tanto, quindi tanto vale seguirti per una volta, no?-
- Ottima idea.- sorrise debolmente, sprofondando nel cuscino – Poi imparerò anche io.-
- E noi cercheremo di diventare Animagi una volta finito l’addestramento a Smaterializzarci.- cinguettò ancora Potter, carezzandole la testa – Vedrai, tempo qualche mese e saremo una squadra perfetta.-
- Noi siamo già fortissimi…- sussurrò, cominciando a socchiudere gli occhi.
Si addormentò quasi subito e se ne tornarono in camera di Harry, dove i due rimasero a guardare fuori dalla finestra da cui avevano appena scostato la tenda. Il bambino sopravvissuto sospirò, posando la mano sul vetro.
- Che hai?- gli chiese Ron pacato – Sei strano da qualche giorno. Non dirmi di no.-
- Vedi…-
- Io sono qui, lo sai. Se vuoi parlare ci sono sempre.-
Il moro sorrise, dandogli una pacca sulle spalle – Grazie, lo so che ci sei sempre. Solo che…è una cosa che non so spiegare bene neanche a me stesso. Sto cercando di chiarirmela. Ma te la dirò, tranquillo.-
- Centra una ragazza?-
Harry rise, abbassando lo sguardo – Non è quello che mi fa stare male, tranquillo.-
- Però c’è una ragazza.-
Il moro rise ancora, dolcemente – Si, c’è…mi ha fatto perdere la testa.-
- La conosco?-
Lo Sfregiato fece un mezzo ghigno. Quello era un segreto che voleva custodire gelosamente ancora per un po’.
Un segreto tutto per sé.

La mattina dopo la carrozza era pronta per portarli a Wizville.
- Secondo me quella gentaglia potrebbe essere ancora a spasso per il villaggio!- stava dicendo Ron con la testa infilata nel frigo – Se ti vedessero Harry sarebbe un bel guaio, non credi? Anche se vedessero me comunque…-
- Tanto ormai!- disse il moro, mescolando lo zucchero nel suo caffè – Che vuoi che facciano? Stanno ammazzando una persona dietro l’altra e si firmano in allegria! Ha ragione Lucilla, stanno sfidando sia lei che me.-
- Non è un buon motivo per andare allo sbaraglio.- lo blandì Tristan svaccato al suo posto, col naso dentro alla tazza del suo caffè rigorosamente nero, o non stava in piedi neanche sotto tortura – Per oggi diamo solo un’occhiata in giro. Voi due per primi ve ne andrete a spasso sotto il mantello dell’invisibilità.-
- E Lucilla?-
- Travestita come al solito.-
- Siamo sicuri di poter lasciare Hermione a casa…- iniziò Ron guardando Malfoy di soppiatto - …nelle sue condizioni e da sola con quello lì?-
- Quello lì a un nome più importante del tuo Weasley!- frecciò Draco già incazzato per i fatti suoi.
- Tanto importante anche per quella povera gente morta eh?- disse Ron altrettanto velenoso.
- Li ho ammazzati io?- sibilò il biondo sollevando sul rossino uno sguardo gelido – Rispondimi! Sono stato io?-
- No..-
- E allora vedi di lasciarmi fuori!- abbaiò furibondo, prima che Tristan si mettesse fra i due per tenerli buoni.
- Adesso finitela, non è il momento di fare i bambini. Mi spiace ma per una volta ha ragione Draco.-
- Come sarebbe per una volta?- si seccò il Serpeverde.
- Zitto, adesso ascoltatemi. I nemici sono quelli su quella dannata lavagna ok?- Ron annuì non molto convinto, così l’Auror tornò a fare colazione – E adesso vedete di calmarvi tutti quanti. Abbiamo già abbastanza lavoro contro i seguaci di Voldemort senza che andiamo a recriminare fra noi, anche perché Malferret non centra davvero niente, quindi lasciamolo in pace.-
- Se parlasse potrebbe aiutarci però!- continuò Weasley.
- Io non so niente!- saltò ancora su il Serpeverde – Lo volete capire o no che a me di questa storia non me n’è mai fregato un cazzo?! Vai al diavolo Weasley, se vuoi fare l’eroe rischia la tua di vita! Io non questa guerra fottuta non voglio entrarci! Vedetela fra di voi!-
Stavano ancora discutendo animatamente quando Lucilla entrò in cucina coi giornali.
- E’ successo qualcos’altro?- le chiese Tristan afferrando la Gazzetta al volo.
- No, ma guardate!- disse la mezzo demone buttando sotto i loro nasi una cartina – Ci pensavo questa notte…- e indicò ai ragazzi i villaggi dove i seguaci di Voldemort avevano compiuto le stragi. Li cerchiò con un pennarello – Dunque, il primo è stato Bigsdale Ville, un mese fa. Tre settimane fa a Londra, quattordici giorni fa a Little Hangleton, ieri a Wizville. Sono quattro punti…- e lì unì sempre col pennarello.
- Sembrano…- Hermione era ancora mezza rimbambita ma sempre col cervello ben collegato – le punte di un pentacolo. E se conosciamo bene quella gente non dev’essere un pentacolo di magia benigna.-
- No, infatti…- disse Draco, scrutando il raggio dell’ultima punta mancante – La prossima volta compiranno intorno alle parti del cimitero dei maghi.-
- Chi possono giustiziare da quelle parti?- allibì Harry sollevando un sopracciglio – E’ assurdo.-
- Bhè, non proprio…- Tristan scoccò uno sguardo cupo alla Lancaster – I Mistici?-
- Si, vogliono massacrarli tutti.- sussurrò la mora, poi si rivolse agli altri con voce non proprio allegra – Non credo abbiate mai sentito parlare dei Mistici. Sono una branca dell’ordine di Merlino separata da parecchi secoli.-
- Bhè, se sono dell’ordine di Merlino devono essere forti, no?- chiese timidamente Ron.
- In teoria si ma…- Lucilla fece una smorfia – Diventando i Mistici hanno ceduto il privilegio di poter usare la magia per attaccare o…difendersi.-
- Una comunità di hippy…- chiarì Harry in due parole.
- Fate l’amore, non fate la guerra.- ironizzò Malferret – Farebbero la felicità di Blaise.-
- Più o meno.- disse Tristan malinconico – In effetti usano la loro magia per guarire le persone, per far crescere le piante, per salvare i raccolti. Sono un ordine chiuso e vivono nei sotterranei del vecchio cimitero dei Maghi. Nelle fondamenta c’è una sorta di loro corte segretissima.-
- Nemmeno al Ministero sanno dove si riuniscono.- disse Lucilla.
- E voi due com’è che lo sapete?- borbottò Hermione scettica.
- Bhè…- Mckay alzò le spalle – Insomma, è una lunga storia e non è il caso di menarla adesso. Comunque se guardiamo i tempi vagamente c’è una differenza di quindici, venti giorni da un attacco all’altro. Con questo potremmo presumere che stiano creando un pentacolo enorme per…-
- …la maledizione più grande da quasi due secoli.- sibilò Lucilla con livore, fissando la cartina – E in centro al pentacolo c’è seduta proprio Hogwarts.-
Il suo dito puntato fu più chiaro di mille parole. Avevano ragione. Erano seduti in mezzo al pericolo.
- Cazzo…- ringhiò Harry rabbioso – Hanno deciso che visto che non riesco a prendermi solo è meglio farci morire tutti insieme? È questo che vogliono fare?-
- Ma ci sono i loro figli dentro alla scuola!- alitò la Grifoncina terrificata. Purtroppo si pentì di quell’uscita quando sentì Draco sogghignare sommessamente. Fece per alzarsi dalla sedia, ficcandosi una sigaretta in bocca.
- Quando mai questo li ha fermati?- disse, senza guardare nessuno – Fossi in voi mi muoverei. Quelli non si fermano neanche davanti alle loro famiglie…sono capaci a passarti sulla faccia a prima vista, quindi se non volete avere altre vite sulla coscienza credo che dovreste cominciare a mandare i preziosi Auror del Ministero in ricognizione al cimitero.- e detto quello se la filò in biblioteca, mollando i ragazzi ai loro preparativi.
Erano le dieci quando Hermione li salutò alla porta di casa mentre il quartetto saliva in carrozza.
- Ho tirato tutte le tende di casa e non accendete nessuna luce.- le disse Lucilla trasformata nella solita ragazzina dai capelli rossi – Non dovrebbe girare nessuno qua attorno ma non fatevi vedere. E tu stai a letto.-
La Grifoncina annuì, docile.
- E se Malferret ti fa qualcosa cavagli un occhio trasformandoti in un corvo!- cinguettò Harry abbracciandola.
Li lasciò partire per quella che secondo lei sarebbe stata una sfacchinata bella pesante, poi chiuse la porta e tornò a brancolare nel buio di Lancaster Manor. Vide però una luce in salotto e trovò Malfoy intento a bestemmiare contro il telecomando che non prendeva il canale sportivo.
- Non c’è l’antenna qua.- gli disse, facendogli venire un colpo.
- La cosa?- le chiese stralunato.
- Quella cosa sferica, incavata…che Alan teneva abusivamente sul tetto del pub.-
- Ah, ho capito…come si fa a farne apparire una?-
- Dovrei chiamare un tecnico.- gli disse sbadigliando, un po’ in imbarazzo in quel pigiama con la stampa a pecore.
- Torni a letto?- Draco ora la fissava con un’aria che ormai Hermione cominciava a riconoscere.
- Sono inutilizzabile in questo stato.- bofonchiò arrossendo – E dire che dovevo dormire due giorni…-
- Meglio per me!- soffiò all’orecchio Smaterializzandolesi alle spalle.
– Allora? Me lo fai un po’ di posto nel letto?- le chiese ancora, prendendola in braccio. Lei gli passò le braccia al collo dopo un attimo, del tutto persa in quegli occhi dannatamente argentati e dannatamente perversi.
Si mosse per prima e posò le labbra sulle sue. Ottenne immediatamente una risposta e senza che se ne accorgesse si ritrovò schiacciata contro un materasso soffice, con Draco sopra di lei. Aveva Smaterializzato entrambi, li aveva portati in camera sua e tornarono di nuovo in quel posto solo loro, uniti in un abbraccio che sembrava non saziarli mai.
Dopo Hermione si addormentò immediatamente, col capo sul suo torace e Draco non riuscì a spostarsi, troppo deliziato di quel corpo meraviglioso contro il suo. L’abbracciò stretta, continuando a baciarla anche nel sonno e quando lei sorrise a mezze labbra pensò che stesse facendo un bel sogno.
Un sogno troppo bello per essere vero…
 
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