Capitolo 29°

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Galya
view post Posted on 4/2/2009, 20:39




Jess Mckay stava appoggiato alla finestra, osservava il cielo nuvoloso, i fulmini che dardeggiavano in cielo...
E più si guardava dentro, più credeva di aver ragione.
- Che cos'hai fratellino?-
Sorrise gentilmente, sentendo la sorella abbracciarlo di schiena. Per una volta Sofia sembrava interessata.
- Sono un po' preoccupato...- mormorò fissando il vuoto - Per Tristan.-
La bionda sorrise amara, alzando le spalle - Lucilla non è cambiata. Sono più che sicura che tanto non avranno futuro. Lei non è stupida. Non ha alzato un dito su di lui allora e non lo farà adesso.- abbracciò più stretto l'Auror, scrutandolo pensierosa - A volte mi chiedo se lo ami davvero...-
Ma Jess non rispose. Lui pensava a tutt'altro. Che si amassero era palese. Anche negli occhi di ghiaccio della mezzo demone. Ma ora in quegli occhi c'era qualcosa di diverso. Di troppo diverso.
Eppure, anche se aveva capito cos'era...non riusciva a crederci. Era follia.
- Lo vedo felice sai?- Sofia socchiuse le palpebre, stringendolo forte - Da tanto tempo non sorrideva più.-
- Già...- suo fratello abbassò lo sguardo, ricordando i tanti anni passati a cercare di riportare suo fratello minore il ragazzo spensierato che era stato, prima di perdere qualcuno di molto importante. E ora che lei era tornata, ora che lei gli aveva riportato la gioia...nessuno dei due osava anche solo pensare, nonostante il loro brusco comportamento, di poter fare qualcosa per separarlo da Lucilla.
- Che mi dici di te?- Jess cambiò discorso, girandosi a guardarla - Allora Sofia? Cosa combini? Me lo vuoi dire?-
La strega sogghignò, alzando le spalle con aria sbarazzina - Niente che approveresti!-
- Non sarà illegale...-
- Oh, già...sono circondata da Auror e genitori votati alla causa di Silente.- sbuffò annoiata - Non vi passa mai per la testa, vero, che a me non possa importare nulla di difendere il prossimo...-
- Andiamo, non è così.-
- Si, invece!- replicò seccata, cambiando completamente espressione - Mi considerate un'egoista solo perché non sono diventata un Auror, perché non me ne frega niente delle beghe al Ministero e perché voglio vivere la mia vita tranquilla! Guarda che li sento i vostri discorsi! Bhè, sai che ti dico? A me non importa della pace mondiale, vorrei solo che i miei famigliari restassero vivi, attorno a me!- gli dette le spalle, furibonda - Qua a quanto pare preferite tutti morire per una causa che passare il poco tempo che abbiamo fra le persone amate. Bene, accomodatevi!-
- Aspetta Sofia!- la richiamò sconvolto - Aspetta un attimo!-
- No, non aspetto niente!- sibilò sulla porta - Ero solo venuta a salutare Tristan prima di partire! Esatto, parto! Io e Mike, il mio fidanzato, andiamo in Francia per qualche tempo. Quando tutto sarà finito torneremo...- Sofia lo guardò addolorata - Ammesso che abbia ancora qualcuno da cui tornare. Buona fortuna Jess!- e scese di corsa le scale, senza dargli il tempo di correrle dietro. Rimase lì alla finestra, senza parole. Di ghiaccio.
Si sentiva un imbecille. E stava ancora con lo sguardo perso quando Milo gli arrivò accanto.
- Jess...tutto ok?-
Guardò il Diurno e deglutì - No, non va bene per niente. Mia sorella è convinta che in famiglia ce ne freghiamo di lei, di morire e degli affetti. Tristan se andrà da Lucilla, mia madre e mio padre fanno i ragazzini e io ...- cercò le parole adatte, sentendosi anche peggio di un pazzo - Io comincio a vedere cose che non ci sono.-
Morrigan corrucciò quella sua espressione dolce, guardandolo curioso.
- Cioè?-
- Dai, non voglio darti fastidio...-
- Cazzate, i problemi di famiglia sono la mia specialità.-
- Scusa Milo, dovrei proprio tacere.-
- Eddai piantala, che musi che avete tutti...- lo fece sedere, sogghignando - Tristan è di pessimo umore oggi, deve aver litigato con Lucilla perché la sta evitando e non fa che bestemmiare dietro a Harcourt.-
- Lui e Clay hanno sempre gareggiato in tutto.- spiegò il biondo scocciato - A vent'anni sono finiti al San Mungo dopo un rissa. A ventuno si sono sfidati a duello, a ventidue Tristan gli ha fregato la ragazza e l'anno scorso Clay gli ha distrutto la moto. Da quando si sono conosciuti non hanno procurato altro che guai.-
- Traccheggi.- sbuffò il Diurno - Allora? Dici che vedi cose che non ci sono...-
- Le fragole.- sbottò Jess a quel punto, esasperato.
- Fragole?- Milo alzò un sopracciglio - Sarebbe? Vedi fragole in giro? Vedi della frutta che non c'è?-
- No, idiota.- lo guardò male - E'...è stata Lucilla... ha mangiato delle fragole e...-
- Cazzo ma è la ragazza di tuo fratello, sei un porco infame.-
- Porca vacca ma mi lasci spiegare? Ti sei offerto tu di ascoltare questa dannata storia!-
- Va bene, va bene...va avanti...-
- Vedi...pensavo...-
- Ah, perché tu pensi...-
- FOTTITI MORRIGAN!- Jess era uno che andava fuori di testa facilmente mentre il Diurno se la rideva.
- Scusa ma mi tiri fuori queste cose con la pinza!- ghignò Milo - Dai, adesso sto zitto sul serio.-
- Sarà meglio. E' stata davvero strana... quel modo di mangiare le fragole mi ha fatto ricordare un'altra persona.-
- Chi?-
Jess tacque, inspirando forte. Poi si decise a parlare.
- Sua sorella Lumia.-
Morrigan stavolta non rispose, limitandosi a spostare lo sguardo sul fuoco.
- Ti ricordi...- disse un attimo dopo - quando ti ho detto che sentivo odore di cadavere?-
- Si...-
- Lo sento ancora. È ovunque. Aleggia sulle nostre teste e non sparisce...- portò gli occhi dorati sul compagno Auror, serrando le mascelle - Questo vuol dire solo una cosa.-
- C'è un morto che cammina, qua a Hogwarts.- annuì Jess alzandosi - Si, lo so.-
- Allora? Che facciamo?-
- Va bene...- Mckay andò alla porta - Avvisiamo gli altri e diamo il via alla caccia.-

Erano le due di pomeriggio quando Harry aprì gli occhi. Ricordò cos'era accaduto non appena sentì il forte dolore al collo e si accorse che la sua vista era appannata.
Pensò a malincuore ai suoi occhiali, poi cercò di mettersi a sedere nel letto.
Facendolo urtò Malfoy con la mano ma il biondino non ne risentì minimamente, visto che continuò a dormire a pancia in sotto, per non premere sulle ferite alla schiena.
Potter pensò che se era pallido quanto lui allora dovevano sembrare due cadaveri.
Un violento mal di testa gli fece vedere tutto nero non appena mise piede a terra.
Doveva avere la pressione sotto i tacchi...
Fortunatamente Jane era vigile e appena sentiti i rumori dei movimenti del Grifondoro salì a controllare la situazione. Lo aiutò a uscire dalla stanza dove trovò Rose, già tutta piangente. Quasi stritolò Harry in abbraccio fin troppo forte ma il moretto riuscì comunque a raggiungere la cucina dove le due donne lo fecero accoccolare sul divano a fondo stanza.
Con una tazza di the ingurgitò due pastiglie di vitamine, poi un paio di biscotti e ammise che in effetti aveva un certo languorino, nonostante la brutta sensazione che quel morso al collo continuava a procurargli.
- Prude?- chiese Rose curiosa.
- Tantissimo.- ammise malconcio.
- Vuol dire che guarisce.- sorrise Jane sedendosi accanto a lui. Quando lo fece Harry la guardò sconsolato, cercando le parole adatte per spiegarle la situazione. Si sentiva in colpa ad esserle piombato in casa in quel modo, specialmente nelle loro condizioni. - Scusa Jane, davvero...- le disse con gli occhioni verdi tristi e languidi - Non avrei mai voluto farti preoccupare in questo modo.-
- Ti sei già scusato un sacco di volte da stamattina e a me delle tue scuse non importa niente, visto che ero preoccupata da morire per come mi siete piombati in casa, tesoro.- fece con aria falsamente severa - Adesso tu mi spieghi che accidenti ti è successo al collo, perché Draco è ridotto in quelle condizioni, perché eravate insieme e come mai siete arrivati qua, intesi? Ho preso una settimana di ferie apposta.-
- Mi spiace, non volevo disturbarti...-
- Dì ancora che ti dispiace e ti caverò la verità di bocca a modo mio.- lo minacciò sarcastica.
Il moretto allora annuì, sospirando. Era un po' difficile da spiegare.
- Ecco...ti ricordi di...Voldemort?-
- Il mago che tu, Ron e Hermione avete eliminato l'anno scorso?- Jane annuì.
- Si, lui...bhè, vedi...ci sono dei suoi seguaci che hanno sempre in testa di farmi la pelle. E di recente stanno tornando alla carica. Mi hanno preso e...hanno cercato di uccidermi.-
- E lo slavato che centra?- chiese Rose versando del the anche per la padrona di casa.
- Malferret?- Harry sentì lo sguardo di Jane farsi più intenso e anche...stranamente furente - Lui...l'hanno catturato insieme a me e...diciamo che i suoi genitori fanno parte di quelli che vorrebbero vedermi morto. Ma...- deglutì a vuoto, quando Jane si alzò di scatto, sempre più evidentemente in collera - Quella gente vuole farlo diventare un Mangiamorte, credo che Hermione vi abbia detto cosa sono. E l'unico modo per diventarlo è morire...-
- Quindi...- Jane si bloccò in mezzo alla cucina - Mi stai dicendo che i genitori di Draco lo vogliono uccidere?-
Il Grifondoro si accigliò.
- Per quel che ne so io...è suo padre a volerlo dalla sua parte. Sua madre l'ho vista solo un paio di volte e non credo le importi molto di lui.-
Un intervento di Rose lasciò in sospeso quel discorso ma dall'espressione della madre della sua ex, Harry capì che c'era qualcosa che non andava. Non aveva mai visto Jane Granger furente e ora quel suo sguardo gli metteva un pelino di angoscia. Comunque riuscì a sbollire in fretta perché tornò di buon umore, quando lo consolò da quella brutta avventura. Passò il pomeriggio in maniera serena e leggera e Rose era appena tornata da un negozio di abbigliamento maschile per comprare qualcosa ai due ammalati quando suonò il telefono.
Fu la domestica a rispondere intanto che Harry divorava una buona razione di latte e cereali al cioccolato per merenda ma a quanto vedeva da lontano l'interlocutore alla cornetta doveva essere particolarmente insistente perché quando Rose entrò in cucina era molto seccata.
- Signora...- disse alla padrona di casa - C'è una donna che la vuole. È molto agitata e non vuole dirmi chi è.-
Jane alzò gli occhi dal giornale, stava controllando nel caso qualche fatto strano fosse avvenuto quella notte, e la sua espressione serena mutò. Prese saldamente la cornetta e si diresse in soggiorno, come per non farsi sentire e come se avesse già capito chi la voleva. Harry alzò le sopracciglia ma continuò a mangiare, per rimettersi in forze.
Jane invece non riusciva a controllare la sua rabbia, tantomeno il suo tono.
- Come sta?- sibilò quando fu lontana - Come credi che stia?- ringhiò uscendo definitivamente di casa, per poter urlare in santa pace - Questa fa veramente ridere, lo sai? Hai una vaga idea di quello che abbia provato quando me li sono visti stesi nel salone coperti di sangue!?-
- Non m'interessa!- urlò la donna all'altro capo del filo, sempre più allarmata - Dannazione dimmi come sta!-
- Sta come uno che ha una decina di ferite di coltello sulla schiena, ecco come!-
Ci fu un attimo di silenzio angosciato, poi Jane sentì un gemito spezzato. Poi un singhiozzo...
- Dio...- Jane scosse il capo, troppo amareggiata per comprenderla - Narcissa ma cosa credevi di fare? Ho appena saputo che tutto questo fa parte di un ignobile rituale per diventare un membro effettivo di quella dannata setta! Hai quasi lasciato che ammazzassero tuo figlio!-
- MA IO NON LO SAPEVO!- esplose Narcissa Black Malfoy, con la voce rotta da un pianto represso - Io credevo fosse a Hogwarts! Non avrei mai immaginato che riuscissero a portarlo via da scuola! Credevo che laggiù fosse al sicuro!-
- E infatti Lucius è passato stamattina a cercarlo proprio da me!-
- Io non gli ho detto niente di Natale!- replicò la strega rabbiosamente - Come puoi pensare che sia così crudele?? E' mio figlio! Per me Draco viene prima di tutto! Morirei per lui e lo sai benissimo!-
Jane deglutì, passandosi una mano sugli occhi.
- Scusami, non volevo urlare...-
- Lascia stare.- Jane si sedette sui gradini, avvolgendosi nel maglione leggero.
- Starà bene vero?-
- Si...staranno bene tutti e due. Sono stati bravi a scappare.-
- Anni di addestramento.- rise amara Narcissa, nascosta in una cabina telefonica babbana molto lontana dal suo bel maniero - Vorrei solo...vorrei solo che sapesse che non ne sapevo nulla! Sapevo che Lucius e Bellatrix stavano combinando qualcosa ma non credevo che l'avrebbero rapito sotto gli occhi di Silente...- le sfuggì un altro singhiozzo e strinse forte la cornetta, quasi piegata in due per il dolore - Jane ti prego...aiutami...- si portò la mano alla bocca, sentendosi quasi morire - Jane...devi aiutarmi...io non riesco più a proteggerlo! Ci ho provato...ci ho provato in tutti questi anni...ma non è stato abbastanza!-
- Narsy...Narsy calmati adesso...-
- No...lo vogliono uccidere...- pianse a occhi chiusi, in ginocchio nella cabina - Vogliono uccidere il mio bambino...-
- Narsy, ti prego...- Jane si mise in piedi, senza sapere più cosa fare - Io ti posso stare vicino ma non ti posso aiutare. Quelli sono maghi...devi andare da Silente e dirgli tutto quello che sai! Forse siamo in tempo per salvare anche Lucius...-
- Ma lui non vuole!- scoppiò la strega picchiando un pugno contro l'anta della cabina - Non vuole, non vorrà mai! Per lui questa dannata causa viene prima di tutto! Anche di Draco... Dio...lo odio...lo odio!-
- Narsy...-
- Jane aiutami...-
- Vai da Silente! Ti prego Narcissa! Devi andare da lui e dirgli tutto!-
- Ho bisogno di te...-
Jane tacque, serrando la mano sulla cornetta - Riesci ad andartene via da casa per qualche tempo?-
- Per quanto? E dove dovrei andare?-
- Ti ricordo dell'hotel di mia cugina in Costa Azzurra?-
- Vuoi mandarmi lì?- Narcissa sgranò gli occhi umidi.
- Sta fuori di casa per qualche tempo, qualche settimana. Dì a Lucius che hai bisogno di una vacanza, non ti dirà di no e non verrà con te perché a quanto mi dice Harry stanno programmando qualcosa. Tu devi solo startene fuori lo stretto necessario perché pensino ai loro guai e non possano cadere ritorsioni su di te. Intanto Silente verrà a prendere Draco e Harry e li riporterà a scuola. Ti posso assicurare che dopo questo caos non accadrà una seconda volta. Harry ha già mandato un gufo a scuola nel pomeriggio, non ti devi preoccupare.-
La strega sospirò, pensando a quella soluzione.
- Si.- sussurrò infine - Farò come dici tu.-
- Brava, avviso io mia cugina. Tu devi solo fare i bagagli e startene lì buona per qualche settimana. Senza di te nessuno penserà che Draco è ancora protetto da qualcuno, quindi per forza dovranno attaccare Silente sotto il suo naso e non sarà facile. D'accordo?-
- Si, Jane... d'accordo.- Narcissa si rimise in piedi, pulendosi gli occhi gonfi di lacrime - Grazie per quello che fai.-
- Le amiche servono a questo no?-
- Abbraccia...Draco da parte mia.-
- Contaci.- sorrise Jane malinconica - Adesso va a casa, mi raccomando. E attenta.-
- Si, anche tu. Ciao Jane...-
- Ciao Narsy.- e chiuse la comunicazione, più depressa che mai. Non si era mai sentita così impotente in vita sua.
Certo, disse una vocina odiosa nella sua testa, se fosse stata una strega come doveva essere forse avrebbe potuto essere di ben più aiuto. Continuò a chiederselo mentre saliva le scale, entrando nella stanza degli ospiti.
Si sedette sulla sponda, guardando il sonno cupo e buio di Draco.
Gli carezzò i capelli biondi e questo lo svegliò leggermente ma Jane non si sarebbe mai aspettata che saltasse a sedere in quel modo, con gli occhi sbarrati, terrorizzato a morte, pallido e tremante, come se fosse stato il diavolo in persona a toccarlo. Si schiacciò contro la testata del letto...e solo quando la vide riuscì a riprendere a respirare.
- Tesoro, calmati...- Lei gli prese la mano, vedendo che la riconosceva - Sono io...-
- Jane...- mormorò, assumendo un'espressione distrutta.
- Si, sono io...sei a casa adesso.- gli disse dolcemente - E' tutto a posto. Harry sta bene e anche tu.-
- Perché siamo...-
- Non lo so...ma siete al sicuro qua.- gli passò il palmo sul viso con tenerezza, per tranquillizzarlo visto che continuava a fremere come un coniglio nella gabbia - Sei al sicuro qui. È tutto finito...- e appena conclusa la frase capì cos'era veramente successo. Perché Draco si piegò su se stesso, chiudendosi le mani sugli occhi.
Le sue spalle vennero scosse da lunghi fremiti che non si placarono fino a quando non lo abbracciò stretto, attenta a non fargli male. - Shh...- gli disse con tono dolce, carezzandogli i capelli e cullandolo - E' tutto a posto. È tutto a posto... qua sei al sicuro...-
Draco la strinse forte, affondando il viso nella sua spalla. Ecco ciò che aveva sempre voluto sentire.
Forse non da Jane...ma da un'altra donna...
Eppure faceva così bene sentirselo dire, pensò annaspando. Era come un balsamo su una ferita aperta.
Un abbraccio che sapeva di mamma. Un abbraccio che da troppo non provava.

Tristan lesse rapidamente il messaggio di Harry e la passò a Piton.
- E così quel Mutaforma ha rapito il signor Potter e il signor Malfoy con le sembianze di Lucilla.- bofonchiò Severus scocciato - Anche se è da appurare come abbia fatto, visto che i Mutaforma non hanno capacità di Smaterializzarsi.-
- Non ha idea di quanti Ibridi siano stati creati negli ultimi anni.- bofonchiò Clayton, seduto in poltrona.
- Un Ibrido parecchio incapace visto che sono ancora vivi.- sentenziò la Lancaster, semi sdraiata sul divano con aria annoiata - Ma sono stati decisamente fortunati.-
- Già, quei due sono baciati dalla fortuna Lucilla.- rispose Tristan senza guardarla - Allora professore? Adesso cosa facciamo?-
- Bhè,- la Mcgranitt versò a tutti una tazza di the con l'uso della magia - visto che il professor Silente è dovuto tornare a Londra sotto richiesta di quell'idiot...- si zittì di colpo, facendo sogghignare tutti i giovani Auror - volevo dire... con il Ministro Caramell, credo che dovremo aspettare che il preside sistemi la questione con i funzionari. Gli ci vorranno parecchi giorni e poi ha detto che andrà subito a casa della signorina Granger.-
- Va bene.- Jess sbuffò, stanco dopo la notte insonne - Allora riportiamo tutti i ragazzi nei loro dormitori. Li avvisiamo che Silente è andato a Londra per discutere di questa situazione, quindi se vogliono conservare la pelle è meglio tornino dentro.-
- Cristallino come sempre Mckay.- mugugnò Piton - In mancanza del preside vediamo di limitare le visite. Cancelliamo il convegno sull'Uso delle Scope negli Spostamenti in Città Babbane di domani e facciamo scortare i ragazzi nei dormitori da Capo Scuola e Auror.-
- Ottimo, noi invece potremmo occuparci del Mutaforma.- scandì Leblanc col suo accento fastidioso. Si girò verso la Lancaster e la guadò storto - Complimenti, signorina. Mi piacerebbe sapere come ha fatto a scovarlo.-
La mora alzò le spalle, ignorandolo - Con un semplice incantesimo di focalizzazione che voi maghi di certo non sapete fare, senza offesa.-
- Dove possiamo portarlo per interrogarlo?- chiese Clay, fregandosene di quei due.
- Nella torre Oscura.- disse la Mcgranitt - E' il posto più sicuro. Prima la occupava Lucilla.-
- Già,- disse la mezzo demone - e sapendolo l'ho già preparata ad accogliere il nostro ospite.-
- Quando arriverà?- chiese Jess, alla finestra.
- Oh, entro stanotte saranno qui. Mi preoccuperò di persona di controllare chi entrerà a Hogwarts col Mutaforma.-
- Io non credo che parlerà.- disse Milo, fissandola con aria dura.
I suoi occhi azzurri divennero freddi, osservandolo con durezza a sua volta.
- Non saprei Morrigan, io so come far parlare i prigionieri. E tu?-
- Oh, tranquilla.- replicò il Diurno - Dipende cosa uno vuol sentirsi dire.-
L'aria divenne di colpo pesante. Sembrava che potesse essere tagliata col coltello e gli altri si accorsero benissimo che Milo aveva qualcosa che non andava perché dopo aver ghignato acidamente verso la mezzo demone se ne andò, dicendo ai compagni che se ne lavava le mani.
- Ma che ha?- mugugnò Leblanc scocciato.
- Sente un odore fastidioso, ecco tutto.- replicò Jess vago.
- Maledetto vampiro...-
- Ehi Leblanc!- sibilò Tristan di colpo - Fammi un favore, vai a farti un giro ok?-
- Che c'è Mckay...hai dei problemi con quel vampiro?- continuò il francese.
- No,- si mise in mezzo Jess parandosi di fronte a suo fratello - qua nessuno di noi ha problemi con quello che tu chiami vampiro, Philip. Io meno che mai...- fece, insinuante - e visto che la mia squadra la dirigo io, non penso che questi siano fatti tuoi, d'accordo?-
- E un'altra cosa.- disse Sphin con voce roca, rigirando la spada fra le mani - Non è un vampiro.-
- No, solo un mezzo vampiro!- sibilò ironico Leblanc andando alla porta - Sai che differenza!-
Quando furono soli sentirono la risatina sarcastica della Lancaster. Lei si mise in piedi, scuotendo la chioma scura.
- Sentito gente? È sempre mezzo...che differenza volete che faccia?- e sparì ridacchiando, lasciando gli Auror parecchio nervosi, in attesa di sistemare la questione prima che Milo e Tristan avessero avuto una delle loro brillanti idee di come rendere la vita un inferno al loro nemico.
E quando calò la notte una carrozza senza cavalli, nera, senza uno spiraglio da cui far passare un filo di luce o un fiotto d'ossigeno venne fatta passare attraverso i cancelli di Hogwarts.
Lumia sorrise dalla Torre Oscura, carezzandolo con la mano la clessidra incantata che sgranava sabbia bianca.
Lentamente, quasi con insofferenza, i granelli cadevano...uno per volta, ancora e ancora. Lenti, leziosi...
Incantati e rallentati. Quella clessidra sarebbe potuto durare per giorni e giorni.
La mezzo demone riapparve sullo spiazzale della scuola dove gli Auror erano già schierati. Disposti a ferro di cavallo fecero passare le carrozza, i Cacciatori si ritirarono e alla fine con un gesto della mano di Clayton Harcourt la porta della carrozza si aprì. Ne tirarono giù qualcosa avvolto in un telo nero, si dibatteva ma non accennarono a cedere. Sphin prese in spalla il fagotto che continuava a scalciare e gridare.
Dalla torre del Grifondoro i ragazzi guardavano la scena...pregando che finalmente chi cercava di infangare il nome di Lucilla fosse stato catturato. Ma come si sbagliavano.
Raggiunta la torre oscura, Clay e Tristan aprirono la porta, fecero passare Sphin, Jess e la Lancaster poi richiusero i battenti con un incantesimo...e lasciarono andare il fagotto a terra.
Lucilla rotolò fuori dal telo, tossendo e ansando, pallida ma con le gote arrossate come mai le aveva avute.
Prima ancora di guardare gli altri si gettò come un falco su una brocca d'acqua lasciata in disparte e bevve fino a sfinirsi, fino a dissetarsi provando per la prima volta quella sensazione nuova, quando lei mai aveva avuto bisogni di quel genere. Lasciò andare la brocca poco dopo, girandosi lentamente verso gli Auror e... sua sorella.
Non assunse espressione, come non lo fece Lumia. Aveva preso le sue sembianze...
E in fondo...erano gemelle.
- Così sarebbe questo il Mutaforma...- chiese sua sorella con voce pacata.
Lucilla sogghignò, fissandola con gli occhi azzurri contratti. Un misto di rabbia, dolore, angoscia e disperazione la invase. Lei. Lei! Era stata lei! Lumia! Era colpa di quell'essere se aveva perso tutto quanto! Se la sua vita era stata rovinata!
- Come sei brava sorellina...una splendida attrice...- sibilò a bassa voce.
Tutti tacquero, sconvolti e senza parole...ma Lumia fu ancora più brava. Da perfetta ammaliatrice quale era fece per indietreggiare, come colpita da uno schiaffo. Faceva anche finta di essere ferita...
Lucilla serrò le mani, piantandosi le unghie nel palmo. Avrebbe dovuto aspettarselo.
- Come hai fatto a tornare in vita?- sussurrò rancorosa - Come diavolo hai fatto??-
- Perfetto Mutaforma.- fece Clay divertito - Dio, non ne avevo mai visto uno del genere.-
- I Mangiamorte addestrano bene le loro esche.- sentenziò Sphin - Tutto bene Lucilla?-
Lumia serrò le palpebre con aria dolente, avvicinandosi a Tristan e quando lo fece Lucilla quasi si sentì male.
Di colpo qualcosa negli occhi della gemella che aveva creduto morta le disse qualcosa...qualcosa che non avrebbe mai voluto sentire. Né vedere.
- Ci lasciate sole un attimo?- chiese Lumia con aria di pietra.
- Sei sicura?- le chiese Tristan premuroso, piantando un coltello nel petto di Lucilla.
- Si, male non può farmi...e poi la farò parlare io. Tranquillo.-
- Ok...- annuì, sforzandosi di stare calmo - Se hai bisogno siamo fuori.-
- Va bene, va bene...- Jess la scavalcò senza guardarla e raggiunse Lucilla che lo guardava allarmata - Io però l'ammanetto alla parete. Non si sa mai.- e chiuse dei bracciali magici attorno ai polsi della mora, poi seguì gli altri alla porta, voltandosi un'ultima volta - Ah, Lucilla...-
- Si?- chiese Lumia beata.
- Vedi di non uccidere...il Mutaforma.- fece il biondo - Non ancora.-
- Come vuoi.-
Quando il battente venne richiuso con la magia, Clay andò a farsi un giro e anche Sphin, che andò a controllare la situazione ma Jess si accorse che Tristan non aveva il solito sguardo.
Vide le sue mani serrarsi sullo scorri mano della scala a chioccola...e strinse così tanto da farsi venire le nocche bianche. Non gli vedeva gli occhi ma immaginava quanto fossero febbrili.
- La farà strillare Tristan...- gli disse suo fratello maggiore - E' meglio che vai via.-
Ma lui non si mosse, deglutendo a vuoto, col cuore in gola.
- Dio...- lo sentì sussurrare Jess, tremando come una foglia - Dio...ma come ho fatto...-
- Tristan non potevi saperlo. Come potevi riconoscerla?-
- Avrei dovuto capirlo prima di...prima di...-
- Andarci a letto?- Jess scosse il capo - In questo modo la stiamo salvando. Le farà del male ma se entri adesso Lumia ucciderà tutti quanti. Forse con Milo potremmo anche metterla in difficoltà ma rischiamo la vita di Lucilla. Non so cosa le ha fatto per renderla umana...e dobbiamo scoprirlo. Ora dobbiamo concentrarci su come salvarle la vita.-
- Si e intanto io sono andato a letto con quella maledetta di Lumia!- sibilò, mordendosi un labbro a sangue - E Lucilla invece è la dentro!- e proprio in quel momento un grido lacerò il silenzio nell'aria, costringendolo a tapparsi le orecchie mentre perfino Jess doveva costringersi a stare calmo.
Doveva farlo per forza. O sarebbe entrato e avrebbe distrutto quella traditrice una volta per tutte, con le sue stesse mani.
Ma dentro alla torre Lucilla non riusciva più a distinguere fra presente e passato.
Sotto i Cruciatus stava di nuovo patendo le pene dell'inferno, urlando con tutto il fiato che aveva in gola, dimenandosi, contorcendosi...sotto lo sguardo perverso di Lumia che usava la bacchetta con leggerezza, come se tutto fosse stato un gioco. Le girava attorno, dandole tempo per sentire dolore fra un colpo e l'altro, fra un attacco e l'altro, acuendole la tortura. A un certo punto s'inginocchiò accanto a lei, sorridendo con aria gentile.
Le carezzò la testa, sfiorandola appena.
- Come mi sei mancata sorellina...-
Lucilla sputò sangue dalla bocca, girata a faccia in giù - Vall'inferno...- sibilò in risposta.
- Crucio...- sussurrò Lumia e la gemella riprese a gridare, serrando le mani e i denti, quasi rischiandosi di spezzarseli.
- Attenta a come parli, tesoro...- rise Lumia, abbassandosi sulla bocca della sorella - Ti ho levato tutti i poteri. Allora?- chiese amara, afferrandole la nuca con forza - Come ci si sente ad essere come tutti gli altri? Com'è essere senza poteri, nel corpo di un essere indifeso?- ghignò, mentre Lucilla testardamente non sviava il suo sguardo - E' una sensazione fantastica, non credi? Il dolore poi...- poggiò l'altra mano sulla ferita a fulmine, rendendola incandescente, facendola strillare ancora - Il dolore è una sensazione inebriante...ti fa sentire vivo...vero mia cara? Viva...ti senti viva...come io non sono più!-
La ributtò a terra, facendole picchiare il capo e le mattonelle cominciarono a macchiarsi di rosso mentre Lumia si rimise in piedi, furibonda - Sei stata brava Lady Oscura, veramente brava! Mi hai aperto in due, mi hai strappato il cuore!-
Lucilla per un attimo tacque...ma lentamente si mise a sedere, incurante dell'atroce sensazione che stava provando al petto. Le rise in faccia, con le labbra sporche di sangue - Io ti avrei strappato il cuore?- un lampo di dolore le attraversò gli occhi azzurri - Ma come sei melodrammatica...chiunque ti abbia riportato in vita ha fatto solo una gran fatica...- di colpo la sua espressione si fece diabolica - tu prova solo a darmi le spalle...sorellina... prova solo a darmi il benché minimo appiglio e ti giuro che ammazzerò così lentamente che morirai sbadigliando dalla noia!-
L'altra retrocedette mentre Lucilla balzò in piedi, facendo tintinnare le catene che le ferivano i polsi.
- Come osi presentarti ancora davanti a me...- sibilò con gli occhi dardeggianti di collera - Come hai potuto uccidere la mamma?!- gridò fuori di sé - E nostro padre! Li hai lasciati massacrarsi! E per cosa?? Per il potere? Eh? Per Tom?- le sputò ai piedi, disgustata - E' questo il tuo problema sorellina! Lo è sempre stato...-
- Ma di cosa parli?- chiese Lumia ironica, tremando dentro.
- Di questo...- Lucilla le arrivò a un passo, per quanto le permettessero le catene e rise ancora, quasi istericamente - Tu... sei tu il problema! Sei un cadavere! Un cadavere che cammina! Sarai anche forte, si sei mezzo demone... ma sai bene che se solo mi riprendessi i miei poteri sarei in grado di schiacciarti con un dito!-
Fece in tempo a terminare la minaccia che la frustrazione di sua sorella esplose. Le volò addosso e la rischiacciò a terra. Le mise le mani alla gola e cominciò a stringere, mozzando il fiato a Lucilla che dibattendosi non riusciva però a togliersela di dosso.
- Tu...- ansimava Lumia furibonda - Tu maledetta... sei sempre tu...è sempre stata colpa tua!-
Nella lotta Lucilla riuscì a graffiarle il viso ma servì a poco: Lumia continuò a stringerle la gola fino a quando non le uscirono suoni strozzati dalla bocca e poi, sorridendo, si chinò al suo orecchio.
- Se non altro questa perdita di tempo mi ha fatto divertire...sai?- ghignò di più quando l'altra sgranò gli occhi, ormai pallida per la mancanza d'aria - Spero che Voldemort ti abbia fatto gridare...come Tristan ha soddisfatto me l'altra notte!- e con quell'ultima perfidia si alzò da lei, spedendola contro il muro con un gesto della bacchetta.
Lì Lucilla si rannicchiò, per non vederla più...per non ascoltarla più...
- Verrò di nuovo a trovarti, tranquilla sorellina.- le disse, prima di aprire la porta - E non preoccuparti di Tristan. Di lui mi occupo io! Ci vediamo!-
E quando il battente fu richiuso, un grosso singhiozzo riempì l'aria...mentre una lacrima solitaria le scendeva dagli occhi azzurri, le rigò la guancia per scenderle fino al collo.
Ora il suo cuore batteva forte, pensò Lucilla chiudendo le palpebre umide. Batteva all'impazzata. Batteva e batteva, era pesante come un martello, più forte di un rombo.
E pianse, pianse tutta la notte...accorgendosi che sua sorella le aveva portato via anche Tristan ormai.

- Senti idiota ma sei capace a usare le tue posate?-
- Vogliamo parlare del pezzo di bistecca che mi hai appena fregato dal piatto stupido Grifondoro?-
- Vogliamo parlare di quanto sei stronzo, stupido Serpeverde?-
Jane finì la sua insalata, scoccando un'occhiata di traverso a Rose.
- Oh e io che volevo dei figli maschi.- ironizzò sorridente mentre Draco e Harry di mangiavano una specie di fiorentina spessa sette centimetri che sarebbe servita a rimetterli in forze. In effetti stavano già meglio a quanto pareva...visto come s'insultavano e come si mettevano le dita negli occhi. Avevano mangiato dapprima piuttosto fiacchi, poi dovevano averci preso gusto perché si stavano contendendo anche gli avanzi, brandendo le posate come badili.
- Guardate che c'è ancora da mangiare, non è il caso che vi uccidete.- fece presente Rose, levandosi il grembiule e dando loro altro contorno. Quando ebbe finito di viziare quei due idioti mise il dolce in tavola e guardò l'ora. Le dieci e mezza - Signora, adesso è davvero ora che vada.-
- Sarebbe anche una bella cosa.- frecciò Draco.
- Zitto tu!- borbottò la domestica facendogli tuffare il naso nel budino, poi tornò a rivolgersi alla signora Granger - E' sicura che non vuole che resti qua? In fondo è a casa da sola e potrebbe aver bisogno di aiuto, nel caso succeda qualcosa.-
- Oh, con due maghi in casa cosa vuoi che capiti?- rise Jane mentre divideva con Draco i biscotti al cioccolato - E poi li metto a letto a dormiranno come angioletti. Non credo si sveglieranno neanche con le cannonate.-
- E se chiama suo marito?-
Jane fece un gesto vago - Gli dirò una balla...-
- Ma signora!-
- Ragazzi qualcuno vuole del gelato?-
Harry e Malferret la guardarono con gli occhioni pieni di stelline e come se non si fossero abbuffati abbastanza si buttarono anche su una confezione di panna e cioccolata da due chili. Il bello era che la perdita di tanto sangue e la stanchezza li aveva resi due cuccioli, almeno con la madre di Hermione, perché fra loro due avevano sempre la classica linguaccia dalla sferzata velenosa. In compenso, vestiti uguali con jeans e maglione, sembravano uno scherzo per le risate di tutta Hogwarts. Mentre Jane andava a chiudere la porta d'ingresso e il cancello, il Grifondoro si mise a trafficare col telecomando. Stava cercando il telegiornale e lo ascoltò attento, esattamente come Jane quando tornò in casa. Si sedette in mezzo fra i due moribondi, prendendo il cucchiaino che le porgeva il Serpeverde e attese le notizie importanti ma rimasero fortunatamente delusi. Nessun fatto sinistro, niente di strano...
- Bhè, la chiamerei la classica quiete prima della tempesta...- sbuffò la donna, tuffando il cucchiaio nel gelato al cioccolato a cui Draco stava già dando fondo, lasciando a Harry solo la panna.
- Decisamente.- rispose il moretto massaggiandosi la fronte che scottava anche a causa di una leggera febbre - Questa sera il signor Weasley dovrebbe mandarci un gufo. Silente verrà a Londra e fra qualche giorno viene a prenderci.-
- Verrà...qui?- chiese Jane, di colpo un po' tentennante - Ma sei sicuro tesoro?-
- Si...- Harry la guardò stranito - Perché, c'è qualche problema? Oh, lo so che potrebbe far venire un colpo ai vicini ma verrà di sera e vedremo di imbacuccarlo in qualche modo. Oppure getterà un incantesimo e...-
- Ehi San Potter, chiudi un po' la bocca eh?- mugugnò Malfoy roteando gli occhi.
- Sta zitto tu, imbecille.-
- Ehi, stop! Calma voi due...- Jane ridacchiò, cercando un film buono da vedere svogliatamente - Tranquilli, non era questo il problema. Solo che fra qualche giorno dovrò rimettermi a lavoro. Il mio socio mi ha maledetto per queste ferie improvvise e probabilmente non ci sarò quando arriverà.-
Le spiaceva mentire, pensò amara, ma non era ancora pronta a vedere Silente. Decisamente no.
- Te l'avevo detto che ti stavamo creando un sacco di guai.- disse Harry desolato.
- E io ti ho detto che non c'è nessun problema, anzi...mi sono presa un po' di ferie a scrocco e poi non posso certo lasciarvi qua da soli. Vi ammazzereste fra voi.- e sogghignò, vedendo l'occhiataccia che si lanciavano così spesso. Mentre guardavano un film su Guerre Stellari che parve sconvolgere un po' Malfoy, Harry ebbe modo di raccontare a Jane tutti gli ultimi avvenimenti a Hogwarts. Le raccontò degli ultimi esami, del ballo di giugno, della preparazione al M.A.G.O. e anche di quello stupido concorso per la coppia più bella.
- Coppia più bella?- chiese Jane - E in base a cosa scelgono scusa?-
- Al livello d'idiozia.- bofonchiò Draco con gli occhi fissi al televisore.
- Anche.- Harry invece non vedeva un tubo e si limitava a chiacchierare - Hanno scelto sette coppie e stanno girando per la scuola a farti domande a trabocchetto. A Hermione l'hanno già fatto e non è stato divertente.-
- E che mi dici della piccoletta?- insinuò Malferret sarcastico.
- Chi è la piccoletta?- mugugnò la donna stranita.
Harry scosse il capo, deciso a strangolarlo - La mia cacciatrice a quidditch. La odia perché frega sempre il suo portiere.-
- Discuto solo i suoi gusti in fatto di uomini.- continuò il biondo velenoso.
- Io potrei mettermi a discutere quelli di un'altra ragazza...- disse Harry, facendolo sbiancare davanti a Jane e la donna, sorridendo, decise di fare una pausa. Fece abbassare la armi e andò a prendere le loro vitamine.
- Senti, cazzone..- ringhiò il biondo - Ma te la tappi quella maledetta fogna?-
- Te la tappo io con un cuscino, tranquillo!- disse Potter beato.
- Spiacente ma uno di voi due filerà dritto in camera di Hermione stanotte.- celiò Jane tornando con due bicchieri colmi d'acqua e una decina di pastigliette colorate - Fate come vi pare ma non vi lascio in quel letto a soffocarvi col cuscino anche perché poi dovrei risponderne a Silente.-
Mandarono giù due integratori e tornarono a riposarsi, più tranquilli...anche se Harry cominciava davvero a chiedersi se Jane non fosse una santa. Era rimasto molto stupito, inutile dirlo, dal comportamento che il signor Draco Malfoy, detto l'anti-babbano, verso niente meno che la madre di Hermione. Voleva quasi fargli una foto mentre se ne stava lì con quella testa vuota appoggiata alla spalla di Jane, a farsi accarezzare la testa come un micio.
Innegabile che Jane sapesse sciogliere anche un cubetto di ghiaccio ma...insomma, sembrava sotto incantesimo!
Ma stavolta non fece battute di sorta. Si limitò a sorridere di quella strana scena, senza farsi notare ovviamente, e tornò a rilassarsi visto che non poteva vedere il film...ma appena lo fece ricordò Lucilla...che veniva usata per mascherare le tracce dei Mangiamorte. In effetti Draco aveva ragione. Nessuno, se non un morto, avrebbe potuto passare dalla porta del luogo della loro prigionia e Lucilla non era morta.
Harry Potter però non sapeva cosa stava realmente accadendo. Forse se fosse stato a Hogwarts quella notte per Lucilla dei Lancaster sarebbe stata meno lunga. E lo stesso per Tristan...
Passò la notte a disperarsi, a pensarla in quella torre...e a meditare finalmente vendetta.
Una vendetta che non avrebbe tardato ad arrivare.
 
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