La Mia Città, Scritta mooolto tempo fa.

« Older   Newer »
  Share  
Lady Bloodrott
view post Posted on 4/11/2008, 23:07




La mia città



La mia città è morta.
La mia città è schiava di un immagine non voluta, sporca e ricoperta di un giudizio che non le appartiene. La mia città compiange le anime perdute dei suoi figli.
Puoi sentirla, sai? Nitidamente riesci a percepire il suo sommesso singhiozzo atrofizzante, mentre nella notte della sua rovina, si dispera osservando i suoi figli morire piano dentro, maledetti da un marchio vecchio di decenni.
E piange ancora, ancora, ancora.
La mia città non è più mia. Perché dolorosamente ha diseredato i suoi figli, i suoi distruttori. Colpevoli di un crimine troppo grande per ottenere un perdono che non si meritano.
La mia città grida e urla e si dispera ancora, ancora, ancora.
La mia città è la mia storia. C’era alla mia nascita e ci sarà alla mia morte, testimone di come io odia ciò che siamo diventati.
Mi ha visto piangere, cadere, ridere, soffrire.
La mia città è la mia morte. Ho visto cose che non andranno mai raccontate. Sono sopravvissuta a faide e guerre.
Chi ha detto che la nostra generazione non ha vissuto niente?
La mia città è la mia rovina. Non c’è futuro qui. Non c’è lavoro né legalità, ma non posso andare via. Non scapperò dal luogo dove sono nata.
La mia città è una benedizione e una maledizione al tempo stesso. Benedetto è il mare, il cielo, benedetta è la sua storia. Maledetti coloro che la distruggono pezzo per pezzo ancora, ancora, ancora.
Non sentite le sue lacrime? Le sue urla, le sua grida?
Che Iddio abbia pietà di voi corrotti figli di una patria che non meritate.
Canta, la mia città, la leggenda della eternale sirena immortale che scelse le sue sponde come casa propria. Urla di rabbia, al ricordo di quella stessa sirena che i suoi figli uccisero.
Il mondo si inchina all’immortale Partenope.
Mia città sei storia, cultura, bellezza, natura, sei cielo, sei mare, sei vento, ma noi non meritiamo ciò che ci offri, perché non ti abbiamo mai ricambiato.
Mia città, non sei solo un nome o un luogo, sei madre, sorella, compagna.
La mia città mi ha visto camminare sola alle tre del mattino. Mi ha visto fuggire sola per le strade buie di un capoluogo solitario.
La mia città mi ha sorretto quando, dolorante, l’amore mi ha strappato il cuore dal petto. Mi ha scrollato e mi ha detto “Figlia mia, svegliati. Lui non ti merita.”
La mia città ricorda fiera i suoi patrioti che morirono per salvarla. Canta gli antichi canti popolari gitani e balla al suono dei fauni in festa che suonavano, limpidi di una pace passata, vecchie nenie dimenticate.
Compiange gli anni, in cui, era sinonimo di bellezza. Sinonimo di vita. Compiange l’epoca, in cui, orgogliosa osservava i suoi figli nascere, crescere, amare.
La mia città è una donna tradita. Osserva con dolore i suoi mariti maledire il suo nome.
La mia città è una madre che chiude gli occhi e si morde la lingua per i suoi figli, sorridendo a cattivo gioco e continuando ad andare avanti ancora, ancora, ancora.
È un anziana nonna che abbraccia sola la croce della sua vecchiaia, accettando i suoi rimpianti di una vita buttata al vento.
È una regina detronizzata per i suoi ideali troppo puri, esiliata lontana dal suo regno. Odi quest’invocare, mia sovrana? Il tuo popolo, il tuo popolo maledetto, non vuole lottare solo.

La mia città è una guerriera solitaria che affronta i suoi demoni nell’ultima battaglia della sua vita.
La mia città cade. [ e io cadrò con lei.]

 
Top
0 replies since 4/11/2008, 23:03   175 views
  Share