| LadyKiller92 |
| | l'inizio di tutto..niente altro da dire.. "LA SCOMMESSA" cap.16 CITAZIONE - La Chips ha detto che sono stata fortunata…se l’esplosione mi avesse colpito da in piedi…sarei morta ora.- Il Serpeverde purtroppo capì solo che aveva di nuovo rischiato di perderla. Serrò le mascelle. - Ti sto ringraziando...- continuò Hermione, passandogli il panno fresco ancora su un graffio sulla guancia. Un lampo illuminò la stanza e Draco stavolta le afferrò dolcemente la mano. Inchiodò gli occhi argentei in quelli della Grifoncina ed entrambi ricordarono all’improvviso quella sensazione atroce, provata quando erano stati separati, appena ritrovati da sotto le macerie dell’esplosione. L’abbraccio, il loro cercarsi…tutto quanto era ritornato a galla. Improvvisamente cominciò a piovere. Le prime gocce di pioggia caddero lente, come l’alito caldo di quel Serpeverde che Hermione sentiva a pochi centimetri dalla sua faccia. Socchiuse gli occhi un secondo, quando lui le prese dolcemente il viso fra le mani. Abbassò il capo e quando lo rialzò le loro fronti si accostarono. Il cuore, da dolcemente eccitato, cominciò a battere all’impazzata…come la pioggia che ora infuriava contro Hogwarts. All’improvviso qualcosa cominciò a divorare anche lui. E non solo il suo cuore capriccioso che per la prima volta gli faceva temere di restare senza fiato…era tutt’altro. Era puro desiderio. Pura brama…unita però a qualcos’altro. Doveva averla, doveva averla a tutti i costi. Voleva stare con lei, tutte le notti, ogni momento…ogni istante. Che cos’era che lo stava bruciando in quel modo? Era lì a un passo dal baciarla, dall’averla per sé…e qualcosa ora lo terrorizzava… Bastò quella sua piccola indecisione a far rinsavire Hermione che, presero per il polso, si staccò un poco. Non resse i suoi occhi indagatori e incendiati di passione, così abbassò il volto. - Per quanto ancora intendi fuggirmi?- le chiese roco. - Fino a salvarmi.- sussurrò Hermione e dicendo quello gli dette velocemente le spalle, correndo alla porta. Ma non fu abbastanza veloce da nascondergli le sue lacrime. Oh no, non stavolta…pensò, mettendosi velocemente in piedi. Afferrò la camicia e a fatica se la infilò, lasciandola aperta. Basta, basta continuare a giocare! Uscì dall’infermeria di volata e si guardò attorno. La pioggia e il vento imperversavano…ma lui non le sentiva. La vide subito, sotto le arcate del giardino, alla sua destra. Era ferma, immobile, a guardare le gocce cadere ritmicamente. Poi guardò verso di lui…e Draco si mosse immediatamente. Più si avvicinava e più le chiedeva mentalmente scusa. Si, era un bastardo. Un maledetto che prendeva quello che voleva. Anche con lei avrebbe fatto così…e l’adorava, se n’era accorto quando l’aveva salvata da quell’esplosione. Se n’era accorto quando gliel’avevano strappata dalle braccia. Ma l’avrebbe fatta soffrire comunque. Lo sentiva. Perché lui la voleva interamente, fino allo spasimo, fino a farla gridare e piangere. La voleva fino a farle e farsi del male. Era un sogno…un sogno da cui pregava di non svegliarsi. Lei piangeva ancora quando le arrivò a pochi passi. Ma non indietreggiò. - Hermione…- sussurrò il suo nome, come se dicendolo avesse potuto esorcizzare ciò che provava ma non servì a niente. Fu come accendere una luce nel buio. Non si fermò davanti a niente. Né coscienza, né rimorsi. Le volò addosso e nello stesso istante in cui le passava le braccia alla vita, sollevandola alla sua altezza, Hermione gli cinse le esili braccia al collo. Lasciò che Draco affondasse la bocca nella sua e niente le importò più. Né la pioggia che l’inzuppava, né i tuoni che sovrastavano su di loro… Il desiderio di tanto tempo venne finalmente esaudito. Lo baciò, lottando con la sua lingua esigente e passionale, fino a quando ebbe fiato. Si lasciò mordere le labbra morbide, assaggiò il gusto di Draco…del suo maledetto Serpeverde. Al diavolo l’orgoglio. Al diavolo tutto… S’inarcò contro il suo corpo, schiacciandoglisi addosso. Voleva sentire ogni cosa…fra le sue braccia tutto era un mondo nuovo, magnifico. Tetro e sinistro… Quando si staccarono appena, Draco accostò la fronte alla sua, passandogli una mano dietro alla nuca. La baciò ancora, col sangue che gli galoppava nelle vene. Si staccò nuovamente, godendo delle carezze di lei fra i suoi capelli. Bastò uno sguardo…uno sguardo soltanto. Poi il tragitto a Grifondoro… Come in un vortice torbido, ogni pensiero razionale si perse. Gli unici sensi che rimasero intensamente accesi furono il tatto e il gusto, il tocco di mani impazzite e smaniose. A Grifondoro vuoto e silenzioso, le candele nella notte si consumarono. Su quel corpo bagnato di pioggia, lento e sensuale, umido e ipnotico, Draco capì che niente altro al mondo sarebbe valso tanto. Il batticuore che aveva avuto nell’entrare nella sua camera l’aveva quasi messo in ginocchio. Quando l’aveva spogliata…l’eccitazione era stata tanta che avrebbe voluto fermare il tempo. L’aveva fissata in quegli occhi dorati per tutto il tempo mentre le slacciava i bottoni della camicia della divisa…poi i baci sul collo, i morsi leggeri alla gola, i gemiti simili a sibili nell’ombra… Contro i bagliori del temporale il corpo di Hermione poi era nascosto e messo in luce solo ad attimi, a respiri… Fu passione pura, lussuria e appagamento dei sensi. Un prendere e un dare che durò più a lungo di quanto si sarebbero mai aspettati. Quando si lasciarono andare a letto non c’era più niente che li avesse potuti fermare. I loro corpi insieme, l’uno sull’altro, parvero incastrarsi alla perfezione, esattamente come le loro dita intrecciate che si univano e si lasciavano quando il desiderio di tornare a lambirsi di nuovo la pelle si faceva impossibile. Hermione annegò più volte il viso nella sua spalla, zittendo le grida che lottavano per uscirle dalla gola. Appagò il desiderio provato a lungo di affondargli le mani in quei capelli biondissimi. Non dimenticò mai la sua espressione, quasi dolcemente addolorata, a ogni palpito di piacere. Il peso di Draco su di lei non fu mai così agognato. E quando entrò in lei, come se non avesse mai desiderato altro nella vita, fu come perdersi. Non rimase più niente. Se non lei. Rimasero in due. E niente altro. Impararono a conoscere i gemiti dell’altro, a memorizzare le sensazioni di un tocco, di un alito caldo sulla pelle… E lo strano calore di un cuore che batte impazzito, abbracciato a un altro. la presunta fine di tutto... "LA SCOMMESSA" cap.50 CITAZIONE Sbuffando, Draco Malfoy si scostò i capelli dalla fronte e i suoi occhi si posarono su Hermione. Stava salutando le sue amiche che praticamente erano tutte in lacrime. Quando ebbe finito, lo raggiunse…e una folata di vento gelido lo colpì alle spalle. Rabbrividendo, tornò a prestare attenzione solo alla Grifoncina. - Ci siamo.- gli disse, stanca morta – Questa giornata è stata pesantissima…- ma la sua voce tremava. Draco se ne accorse, si accorse del modo strano in cui cercava di non guardarlo in viso. Fece per prenderle la mano ma, lasciandolo con una sensazione simile all’abbandono, lei si ritrasse. - Tieni.- gli disse invece. E gli porse una piuma nera che il Serpeverde, sconvolto, prese senza capire. Che stava facendo? Lo stava…lasciando ? L’afferrò per le braccia, stavolta senza lasciarsi scostare e le vide le lacrime agli occhi. Fu quello che in qualche modo lo fece a pezzi. Lacrime. Ancora. Non ne poteva più. Non poteva più vederla piangere. Se continuava a piangere per lui allora non erano veramente giunti a niente. Serrò la piuma nera fra le dita, desiderando urlare. Ma alla fine prevalse qualcos’altro. Si piegò su di lei e le sfiorò le labbra con un bacio, poi la sorpassò. - Draco…- la sentì singhiozzare, per richiamarlo. Quando si volse, Hermione gli vide un debole sorrise sulla bocca. - Sai una cosa?- le urlò facendo in modo che sentissero tutti e fissandola tanto da arrivarle fin nell’anima – Sei la maga migliore che conosca Hermione Granger! Non scordarlo mai mezzosangue…- La scommessa. Hermione si portò le mani alla bocca, reprimendo un altro singhiozzo. Chi aveva vinto davvero?, si chiese vedendolo andare via. Di certo non lei. E forse neanche lui. [...]Draco Lucius Malfoy, sulla carrozza dei Black, scese lungo il sentiero della campagna attorniato dalle discussioni della famiglia Zabini e di sua madre e sua zia. Ma non sentiva nulla. Attonito, provava solo un vuoto enorme che non avrebbe più saputo riempire. Poggiò la testa allo sportello, poi alzò la piuma nera davanti agli occhi…e improvvisamente vide tutto velato. Hermione… Un verso di rapace lo scosse e contro il rossore del cielo, un nero battito d’ali risaltava nel suo cuore. Il corvo seguì la sua carrozza per molto, molto tempo…poi nel folto della foresta, Draco non la vide più.
| | |
| |
|