Dopo il duello, Draco/Hermione - Rating Rosso

« Older   Newer »
  Share  
Cartoffen
view post Posted on 24/5/2008, 20:15




Titolo: Dopo il duello
Dove trovarla: EFP Fanworld
Introduzione: Draco ed Hermione sono avversari durante un duello ad Hogwarts. Dall'esito dello scontro e dai loro indomabili caratteri, dipenderà poi lo svolgersi del loro rapporto. I due protagonisti sono molto OOC (lettore avvisato, mezzo salvato) e presto la storia prenderà toni alquanto spinti (di nuovo, lettore avvisato, mezzo salvato).^^
È ambientata in un fantomatico settimo anno staccato dagli ultimi due libri della Rowling ed è raccontata in prima persona da Draco.







CAPITOLO 1
La sconfitta







L'amore è un fumo che nasce dalla nebbia dei sospiri; se purificato, è un fuoco, che guizza negli occhi degli amanti; se agitato, è un mare che si nutre delle loro lacrime...
Ma che altro può essere?
Pazzia discreta, soffocante amarezza e dolcezza che alla fine ti salva.
(Shakespeare)




Non credevo che sarebbe mai stato possibile ciò che mi accade al settimo anno. Lo ammetto, tuttora, a ripensare a quel tempo, mi stupisco di ciò che avvenne. Qualcosa di incredibile, inimmaginabile per me; e non solo per me, direi.
Io sono cresciuto in una sorta di torre di cristallo, alla quale gli accessi sono sempre stati limitati.
Arrivato ad Hogwarts, provai a far accomodare Potter tra le camere della mia torre, ma lui sin da subito sembrava aver intenzione di portarsi dietro anche Weasley. Poco bene, i biglietti per il rosso non erano disponibili, ed anche Potter finì per barricarsi oltre il cancello dell’elite da me proposta.
Dal mio pulpito dettai anche la regola, anzi, l’ordine che stabiliva il divieto d’accesso a Mezzosangue ed affini. Eppure lei, che poi si sarebbe rivelata tutto, all’inizio avrebbe di certo preferito scalpitare e dimenarsi piuttosto che scalare le vetta che conduceva alla mia vicinanza.
Non ero solo io a non volerla, il disprezzo era ben ricambiato da parte sua.
Ricordo con una certa limpidezza il giorno in cui la mia e la sua vita presero una strada piega, unendosi in una via fino a poco tempo prima biforcuta. Era una giornata di inizio novembre e ad Hogwarts l’atmosfera era alquanto elettrizzata per via di un’ennesima zuffa.
Come al solito il vero motivo della lite aveva perso di importanza dopo che le più rivali schiere della scuola, Serpeverde e Grifondoro, avevano rischiato di seminare eccessiva zizzania tra gli altri studenti con offese di un certo peso. Proprio per evitare che la questione continuasse ancora per molto, era arrivata la proposta, non ricordo neppure da che pulpito, di concludere le nostre scaramucce con un duello. Accettammo.
Il duello si sarebbe tenuto la sera –la stessa che poi avrebbe cambiato la mia vita-, e gli sfidanti erano Harry Potter e Blaise Zabini, artefici iniziali della disputa. I loro secondi eravamo io, ovviamente per Blaise, ed Hermione Granger.
Ricordo con molta vivezza la tensione che si respirava la mattina di quel giorno; gli scherzi e le offese non si erano volatilizzate, tutt’altro, ma nei confronti di noi sfidanti c’era un certo riserbo, come se nessuno volesse attentare alla nostra sacra figura di duellante.
Harry Potter andava in giro a testa alta e come suo solito era seguito da una schiera di pupattole vestite in rosso-oro e totalmente in tripudio per ciò che esse definivano “la sua imminente vittoria”. Hermione Granger, al contrario, si isolò volentieri dalla trepidazione pre-duello e si attenne rigorosamente al suo comportamento abituale. La incrociai qualche volta per i corridoi, quella mattina, e nessuna battuta cattiva valse il merito di farla arrabbiare anche solo per un minuto. Io la offendevo e lei mi passava oltre, sostenendo quello sguardo supponente che non sono mai riuscito a sopportare.
Passò la giornata e, di sera, ci ritrovammo al Club dei Duellanti. L’ambiente era davvero stimolante, lo ricordo molto bene.
I Serpeverde continuavano a girare attorno a me e a Blaise, distraendo soprattutto me in chiacchiere ed elogi senza fine. Dall’altra parte della stanza, Harry Potter bisbigliava ininterrottamente all’orecchio di Hermione, dettandole ammonimenti di cui la Mezzosangue sembrava non aver bisogno talmente appariva sicura di sé: con le maniche del maglione arrotolate fino al gomito, la bacchetta inforcata nella mano destra e il viso arrossato dalla determinazione, sembrava proprio l’emblema dello spirito da Grifondoro.
Io la osservavo attentamente, sapendo che, se Potter e Blaise non avessero finito il loro duello entro quindici minuti, sarebbe toccato a me dover combattere contro di lei.
La Granger incrociò più volte il mio sguardo, ma sembrò non prestare attenzione al dileggio che mi illuminava il viso.
Finalmente, ci fecero avvicinare all’arbitro del duello, Anthony Goldestein, che aveva il compito di controllare le nostre bacchette. Mentre soppesava la mia, mi rivolsi ad Hermione.
-Bella serata per essere sconfitta dal sottoscritto, vero Mezzosangue?- le chiesi.
Mosse la mano come per scacciare una mosca noiosa lontana da sé ed abbozzò una risata ironica.
-Piuttosto che ammonire me, pensa a preparare gli attrezzi con cui dovrai racimolare ciò che rimarrà di Zabini dopo il duello con Harry.-
Non prestò attenzione alla mia intenzione di ribattere e, ripresa la propria bacchetta, tornò alla sua postazione.
Io mi accomodai su uno dei divanetti, seguendo da lì il duello tra Potter e Zabini: certo, fu molto avvincente, peccato che dopo quindici minuti nessuno dei due sembrava vicino alla sconfitta. Purtroppo per loro, le regole dei duelli ad Hogwarts parlavano molto chiaramente: una sfida poteva durare al massimo un quarto d’ora, dopodiché entravano in campo i secondi dei competitori; in caso di ripetuto pareggio, il duello veniva sospeso e ripreso un altro giorno.
Così, toccò a me e alla Granger dover salire sulla pedana della sfida.
Ci venimmo incontro, io tracotante e lei agguerrita. Le nostre espressioni di sfida levarono un concitato brusio di eccitazione.
Mi portai la bacchetta di fronte al viso e, come richiesto da Goldestein, mi inchinai di fronte alla mia avversaria. Quando la vidi a sua volta piegata, mi lasciai sfuggire un ghigno cattivo.
-Non mi vergognerò mai abbastanza per essere stato costretto ad inchinarmi davanti ad una Mezzosangue.- mormorai in modo che solo lei mi sentisse.
La vidi incassare il colpo con indifferenza e piegare appena gli angoli della bocca, assumendo un cipiglio di superiorità.
-Preparati ad essere sconfitto, Malfoy.-
Mi voltò le spalle e si diresse verso l’estremità opposta a me della pedana. Anch’io andai a posizionarmi al mio posto.
Sollevai la mano nella quale tenevo la bacchetta e mi preparai puntandola verso la Granger. Dalla mia espressione si intuiva tutto fuorché che fossi disposto a perdere; anzi, nella mia alterigia non avevo neanche preso in considerazione la possibilità di essere sconfitto. Insomma, Hermione era la studente più brillante di Hogwarts, ma anche i miei voti non erano affatto scarsi. E poi, c’era da contare il fatto che una Mezzosangue, per quanto in gamba, ai miei occhi appariva pur sempre nulla.
Non ero perciò affatto turbato da quel duello, anzi, non vedevo l’ora di farla finita e tornarmene ai Dormitori.
Hermione stava di fronte a me, nella mia stessa posizione e con il viso inasprito dalla risolutezza.
Lei voleva vincere, io ero sicuro di vincere; in simili occasioni, ha sempre la meglio la buona volontà.
Appena Goldestein segnalò l’inizio del duello, la Granger avanzò di un passo, quasi come una leonessa, e mi scagliò un incantesimo di disarmo, che evitai facilmente con una barriera protettiva innalzata attorno a me.
-Stupeficium.- tuonai io, mentre lei rispondeva al mio attacco con un impeccabile Cave Inimicum.
La vedevo già affannata dall’impegno psicologico che metteva nel nostro duello, mentre io, completamente tranquillo, ero dato vincitore dal pubblico che seguiva ogni nostra mossa.
-Arrenditi.- le consigliai aspramente.
Adirata, la ragazza mi avventò contro un Incanto Confundus. Io, che assolutamente non me l’aspettavo, barcollai scioccamente avanti ed indietro, rischiando quasi di crollare oltre i bordi della pedana. Mi girò la testa e la vista mi si fece annebbiata: a stento riconobbi l’esultanza sul viso di Hermione e, arrabbiato, lanciai a caso uno Schiantesimo, che andò erroneamente a beccare la giovane Weasley, seduta lì accanto.
Scatenai i rimproveri dei Grifondoro, ma Hermione fece cenno loro di smetterla e poi, come ripicca, decise di Schiantarmi a sua volta.
Io volai in fondo al palco, ma almeno la botta servì a farmi riprendere i sensi dal mio stato di confusione. Le risate che sentì levarsi nei miei confronti mi aizzarono come una belva e, ancora steso per terra, lanciai contro alla Granger un Everte Statim ed anche lei ebbe così modo di venir sollevata da terra e scaraventata via.
La vidi ruzzolare poco più in là e, approfittando della sua momentanea perdita di orientamento, le scagliai un Aqua Eructo.
La mia rivale fu travolta da uno schizzo d’acqua, finché finalmente non riuscì a mormorare il richiamo al Testabolla e a rendersi inoffensiva al mio attacco. Con il viso avvolto in una bolla lattiginosa, avanzò contro di me, resistendo allo zampillo d’acqua con il quale cercavo di farla retrocedere.
Ma lei non cedeva; non avrebbe mai ceduto.
Mormorò Esulcero ed io, senza nemmeno capire cosa avesse detto, mi ritrovai accasciato a terra, con la pelle irritata da fastidiose macchie rosse. Mentre mi grattavo freneticamente le braccia, lei colse l’occasione per disarmarmi.
Allibito, seguì la traiettoria della mia bacchetta fino a quando non la vidi volare nella sua mano.
Da lì, il mio sguardo risalì velocemente fino ad incontrare gli occhi trionfanti di Hermione.
Un boato esplose tra le file dei Grifondoro.
Io, ancora intento a prudermi la pelle, sentì invece un urlo di disapprovazione graffiarmi la gola, tentando di avere la meglio sul mio buonsenso che mi diceva di mantenere la calma.
La Mezzosangue aveva vinto. Mi aveva battuto.
Mi sentì ridicolo, lì, osservato da tutti i miei compagni di Casata e sottoposto alla sua presenza esultante.
Mi venne incontro, camminando come una regina, e, ancor prima di porgermi la bacchetta, mi levò quelle insopportabili irritazioni dal corpo.
-Come ci si sente a finire a terra, Malfoy?-
Non potei tollerare oltre quella sua insolenza e borbottai un incisivo “Me la pagherai”.
Non badò alle mie parole, infischiandosene della durezza della mia voce e dell’irascibilità che rischiava di farmi esplodere da un momento all’altro.
Ero stato battuto.
Vidi i miei compagni allontanarsi con aria scocciata, e i Grifondoro si misero a beffarmi, capitanati specialmente da Ginevra Weasley e l’immancabile Harry Potter.
Hermione, che segnava il proprio trionfo con una firma all’albo dei vincitori, sorrise sfacciatamente in mia direzione. Sentì le gambe farsi quasi molli per quanto mi sentivo arrabbiato, eppure non avevo la minima intenzione di andarmene: era come se volessi stare lì a controllare come avrebbe festeggiato per la sua vittoria, come se il mio rancore fosse saziato dai brutti pensieri che mi sfrecciavano nella mente mentre la fissavo.
Arrabbiato, mi giurai che la Granger non avrebbe dovuto passarla liscia. Non si batteva un Malfoy e tanto meno lo si umiliava con simile naturalezza senza pagarne le conseguenze.
Dire che volevo avere vendetta sarebbe stato un eufemismo.


La vendetta non ha preveggenza.
(Napoleone Bonaparte)

Non si è mai troppo prudenti nella scelta dei propri nemici.
(Oscar Wilde)


 
Top
0 replies since 24/5/2008, 20:15   144 views
  Share