Ode Al Nemico

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view post Posted on 25/3/2008, 22:50


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Immolarsi.

Sapete cosa significa, vero?
Immolarsi. Sacrificarsi.
Sul dizionario c'è anche "darsi in olocausto".
Bhè, ve lo dico io cosa significa immolarsi.
Vuol dire sacrificare qualcosa per ottenere un surrogato di ciò che noi pensiamo sia la "cosa giusta".
Oppure qualcosa di totalmente inutile.
Un esempio sono gli uomini di Chiesa e le suore.
Andiamo, se non è un immolarsi alla causa quello...
Addio libertà, benvenuta sveglia delle quattro del mattino per il sacrosanto rosario.
Che goduria.
Niente sesso, niente tv, niente fumo, niente alcool, niente discoteca, niente prendere taxi, niente letture laiche, niente pillole per la nausea da viaggio quando sei in viaggio perché tanto non puoi viaggiare e specialmente mai e poi mai potrai abbandonare la setta del Signore.
E già.
Neanche io posso abbandonare la setta a cui attualmente sono aggregata.
Si, il nucleo famigliare.
Il mitico, irriducibile e unico nucleo famigliare.
Cioè, quando stai per nascere ci sarebbe il bisogno di un avviso.
O nasci e diventi parte della setta, o fai che schiattare e neanche provarci.
Io e i miei abbiamo la faccia degli accoliti.
Hn. Si, forse.
Ma è difficile notare espressioni da isterismo di gruppo o da legge del branco quando mia madre discute con mia sorella, che invece la ignora e lo stesso con mio padre.
Lui non dice mai niente d'importante se non quando mia madre lo spinge, chiedendo supporto.
Ridicolo.


Stasera Milano dove abito da sempre è brulicante.
Siamo usciti a cena non si sa bene per quale motivo, raggiungendo il ristorante preferito di mia madre, il Dulceamaro, in pieno centro storico e in macchina ho visto una vita che forse negli ultimi tempi ho ignorato.
Troppo presa.
Perché ha ragione mia madre.
Se penso alla mia vita e non vedo niente davanti a me, scervellandomi per questo, io sono egoista.
Non penso mai agli altri.
Idem mia sorella.
Lei, coi suoi 22 anni, quattro più di me, secondo mia madre è rovinata.
Perché o si cresce bene da piccoli, o niente.
I cani li sopprimono quando attaccano, sono violenti, vecchi o soffrono.
Mia sorella soffre.
Sopprimiamola.
Gliel'ho fatto notare un giorno e mia madre mi ha guardato malissimo.
Lo fa sempre.

Il Dulceamaro è pieno, tanto per cambiare.
E' il classico posto pieno di milanesi deficienti che vanno più per mettersi in vetrina che per mangiare.
Una cloaca di idioti che si fanno servire da camerieri che li guardano sdegnati se solo alzano un po' troppo i toni della conversazione, come in chiesa, tanto per tornare alle suore.
Un posto dove si mangiano porzioni per anoressici e dove però si beve. E tanto.
Vino pregiato ovvio. Perché c'è una bella differenza fra una cirrosi di qualità e una da vino rosso nel cartone.
Ecco, ci sediamo al tavolo da quattro accanto a una delle maledette vetrate, tanto per farsi vedere da chiunque.
Uno deve anche mangiare in vetrina.
Non gli basta vivere una vita intera sotto il microscopio di estranei. No.
Mi metto il tovagliolo sulle ginocchia, mentre mia madre continua a parlare.
Eccola.
Marinella Lisi, 47 anni. Infermiera professionale nonché la classica mamma perfetta e superattiva in qualunque campo.
E' spigliata, è seria, è cortese, è sorridente e brillante. E' solare insomma. E' tutto questo.
E' bassa ma ancora una bella donna, nonostante sia vicino al suo mezzo secolo.
Ma non è questo il meglio di mia madre.
Si. Perché qualunque cosa lei faccia, lei vince. Lei ci riesce.
Perché lei è una di quelle che fanno cinquanta cose insieme e la sera, dopo il turno, torna a casa e ha ancora la resistenza d'interrogarmi suoi miei compiti e le mie ricerche, sulle mie partite.
A volte fa anche le torte, come nella pubblicità.
Già. Mia madre è Wonderwoman.
E come ogni Wonderwoman cos'ha fatto?
Ha sposato mio padre.
E poi si dice che i cliché sono superati, andiamo.
Mio padre, Gian Marco Violante, 48 anni.
Un bell'uomo, specialmente in giacca e cravatta. Ma finisce qua.
Perché lui non parla, perché lui sente e vede, ma non dice mai.
Perché se parla, lui lo fa di macchine, di sport, di telegiornale. Di lavoro anche.
Lui, novello vicedirettore in non so in che cazzo di ufficio alle poste.
Ecco qua.
Il poliziotto buono e quello cattivo.
Cazzo ma nessuno mette in guardia la gente prima di sposarsi?
Non pretendo molto ma almeno mia zia poteva andare da mia madre e dirle "Cocca, guarda che stai facendo una cazzata colossale. Questo parla solo col telecomando, se sparisce smonta la casa e tu vuoi farci dei figli?"
Forse mia madre si drogava, non so.

E già.
Poi, dalla mia madre sempre attiva e perfetta nasce lei, mia sorella.
Desiré.
22 anni.
E ha l'anima di un fantasma che vaga sulla terra senza sapere perché.
Mia sorella è strana. Si, questo è vero.
E' bella, attrae. Castana, occhi verdi e faccino rotondo.
E' perfetta perché odia chi le dice di non mangiare, quindi non ha le ossa chele spuntano dalla pelle dei fianchi come alla fiera dell'ossobuco.
Aveva i capelli lunghi, fino a pochi giorni fa.
Poi non so perché ma è tornata a casa con i capelli cortissimi. Sparati, gli occhi truccati di nero...e ho visto la rabbia, per la prima volta.
Si, Desiré è strana.
Lei non esce. Non esce più con gli amici.
Ha conservato tre amiche, dal liceo, che considera sorelle. Ma nulla di più.
Sa ascoltare. Ma credo che pensi ad altro contemporaneamente.
E vive in un sogno.
Un giorno cadrà in coma spontaneo.
Si, forse si.
E' una di quelle ragazze che quando incontri per strada guardi, ma poi abbassi subito gli occhi.
Perché la sua espressione è sempre dura, disgustata.
Perché lei odia la gente. Le fa schifo.
E spesso la capisco.
Forse è ancora vergine, forse ha avuto milioni d'idioti e ora non vuole più niente.
Non so.
Lei parla poco. E di recente sorride sempre meno.
Perché?
Semplice.
Tenetevi gente.
Desiré ha rovinato i progetti di mia madre.
Rovinati.
Sfasciati.
Distrutti.
Spazzati via.
E che cazzo Desiré, sei una deficiente.
La vergogna della famiglia.
Perché Marinella Lisi voleva una figlia laureata, una figlia che prendesse la laurea, di cui vantarsi con le amiche.
Di cui essere orgogliose.
Non vuole una figlia che dopo due anni pianta tutto, di fronte alla tesi.
Stronza, Desiré, le hai rovinato i progetti.
Chissene frega se vomitavi ogni parola che sentivi da quei professori del cazzo, chissene frega se ti alzavi la mattina con la voglia di sputare in faccia a tutti che ne avevi basta di Lettere, dei loro corsi astrusi, della loro grammatica, chissene frega anche della posizione postverbale del soggetto, se non avevi più tempo di scrivere, di fare l'unica cosa che ami...tanto le tue sono solo cazzate.
Cretina Desiré.
Egoista. Hai rovinato il sogno di tua madre, che non avendo i soldi per iscriversi ad Architettura ha dovuto ripiegare sul corso d'infermiera. Che dopo i tre anni, finito il liceo, è subito stata assunta in ospedale.
Hai deluso tua madre che non sa neanche lontanamente cosa vuol dire girarsi attorno, sentirsi soli e piccoli, senza sapere dove sbattere la testa.
Le fai schifo perché sei un'indecisa.
E perché vivi di sogni.
E perché, se solo lo volessi, le dimostreresti quanto è inutile e priva di fondamento quella vita.
Ma tanto tua madre non capisce.
Perché lei ama tutto ciò che fa.
Lei, che ama il suo lavoro anche se non era quello che voleva.
E nostro padre che...forse voleva un maschio ma che forse non avrebbe prestato amore e attenzione neanche a lui.

E poi ci sono io.
Daniela, 18 anni.
Primato di fancazzista al liceo scientifico.
Già.
Sono un cane di matematica e fisica, il latino mi fa dormire e la tecnica è pari a zero.
Forse liceo artistico non faceva fine come quello scientifico ma...in fondo io sono solo così.
Ho diciotto anni e sono brava nel basket.
L'unico motivo che attira l'attenzione di mio padre su di me.
Ho diciotto anni e sto per avere la matura.
E mia madre, disgustata da Desiré che ha rovinato tutto, punta su di me.

Inginocchiamoci gente.
Perché per nove mesi passati nel grembo materno, questo è il debito che noi contraiamo.

Guardo mia madre, sta discutendo ancora con Desiré.
Lei prima rispondeva alle sue accuse.
Ora invece tace.
È stanca.
Tace.

E' forte mia sorella.
Si, forse una testa di cazzo ma...è forte, anche se non lo sembra.
Perché ha il coraggio di mostrarsi diversa quando tutti non fanno che chiedersi perché una ragazza di 22 anni deve chiudersi in casa e non uscire mai.
Ne parlano tutti. Anche i miei compagni di classe, innamorati di lei.
Il problema è che lei è innamorata di se stessa e ...della notte, quando riesce a chiudersi nella sua stanza, rannicchiarsi sotto le coperte e stare al buio.
Ecco cosa ama.

Io amerò Economia e Commercio.
La laurea in Economia e Commercio.
Perché è così che mia madre vuole. Perché è così che lei me lo fa passare per giusto.
E che cazzo, se non voglio farlo sono un'egoista.
Si, sono un'egoista di merda perché non voglio ciò che loro mi offrono.

- Insomma, cos'avete questa sera?- sbotta Marinella seccata - Con voi non si può mai andare da nessuna parte.-
Al solito, mio padre non risponde.
- Il tuo amico Alfredo invece si diverte coi suoi.- sentenzia mia madre, facendomi notare i Ferretti seduti poco lontani da noi. Il cameriere ha appena portato della sogliola.
Oddio.
Adesso si comincia.
- Ho sentito che il tuo amico farà Medicina!- sussurra mia madre estasiata.
Si, che si faccia una lobotomia Alfredo.
Anzi, Alfie. Il coglione super pompato della 5b alla fine s'è fatto mettere questo nome, dopo l'uscita del film.
Fra Jud e lui il genere umano maschile ha subito un calo pazzesco.
Lo guarda anche mia sorella, ma poi torna a fissare il bicchiere di bianco di fronte a lei.
Lo conosce.
Alfie, il re dei pompini.
Un genio di Medicina, mamma, come no. Quando darà la tesi e poi si metterà a fare praticantato sarà ancora seduto sui comodi soldi del paparino, a farsi fare pompini e tirare paste e acidi.
Come se i miei non lo sapessero.
Ma no.
Meglio un futuro medico del cazzo, pagato coi soldi di famiglia, ex drogato e magari con figli sparsi ovunque a cui ha trasmesso l'AIDS che due figlie che non sanno cosa fare della loro vita.
Ancora.
E che cazzo, Dani ragiona anche tu.
Tu non puoi non sapere cosa fare!
Tu non puoi aver paura di uscire da sola nel mondo, quando ti si chiuderanno tutte le porte in faccia!
Tu devi sapere cosa fare!
Tu devi dare soddisfazioni ai tuoi genitori! Che tanto ti amano e ma, che cazzo, ti giurano bene eterno e poi al primo sgarro ti rinfacciano anche i pannolini che hanno acquistato coi loro soldi per cambiarti.
Potevano lasciarti nella merda già che c'erano.
In fondo ora la situazione non è molto cambiata.

Ti vorrò sempre bene.
Tu sei la mia bambina, mi preoccupo.
Io devo decidere per te.
Io devo darti il tormento e renderti infelice, ma a cinquant'anni quando avrai finalmente un lavoro sicuro mi ringrazierai Dani.
Grazie mamma.

Ha ragione mia sorella.
La gente fa schifo.
Tutta quanta, non se ne salva uno.
Neanche Giada.

Giada.
La mia migliore amica.
Conoscenza all'asilo, una vita intera passata a giocare insieme, amicizia anche fra le mamme.
Poi un mese fa.
Guardavamo l'Attimo Fuggente.
Io perché amo i poeti.
Lei perché amava Robin Williams.
Peccato che dovesse aver preso la tematica troppo sul serio perché mentre io me ne tornavo a casa usando la linea gialla, lei la linea l'ha scavalcata. Buttandosi dal balcone.
Terzo piano.
S'è spezzata il collo.
E' venuto fuori che si stancava col basket e che studiava troppo, prendendo pillone che fanno perdere il sonno e aumentare l'energie col risultato di un sicuro e futuro attacco cardiaco.
Sua madre non cedeva sui voti, il padre sullo sport.
Grazie.
Grazie davvero.
E grazie anche a te mamma, che prima mi hai consolato, poi hai girato l'angolo e con la zia hai commentato che la gioventù di oggi è senza palle.
Che abbiamo tutto e subito.
E che quando non l'abbiamo, ci comportiamo da codardi e molliamo tutto.
Certo, codardi.

Perché per ammazzarsi e buttarsi nel vuoto assoluto ci va una dose di viltà bestiale, vero?
Fanculo.




Ode a questi nemici, amici miei.
Che si annidano fra impegni e lavoro, che ti guidano ma in verità ti spingono dove vogliono loro.
Ode a questi genitori, ragazzi.
Che sanno sempre tutto.
Ma che in realtà non sanno proprio un cazzo.
Ode a loro, che proiettano su di voi errori, sogni e desideri di gioventù.
Siamo i loro specchi, sveglia.
E col cazzo che ci lasceranno andare.
Amano troppo specchiarsi.
La loro immagine attraverso noi è sempre più nitida e lucente.
Per questo non molleranno la presa.


In bocca al lupo gente.
 
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view post Posted on 6/4/2008, 18:03
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E strana... ma bella Brava Denise.
Povera Daniela.... io non sopporterei dei genitori cossì!
 
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Alexiel Mihawk
view post Posted on 6/4/2008, 18:53




E' una delle storie più belle che hai scritto Den.
A me è sempre piaciuta molto.
Diciamo che mi ci sono ritrovata spesso.
E' un quadro del rapporto figlio/genitore che spesso coincide con la realtà.
E' eccezionale.
 
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Lady_Cherline
view post Posted on 7/4/2008, 17:45




Hai davvero espresso quello che una ragazza può provare in una situazione tanto complicata, resa tale dal groviglio di emozioni^^
E ancora una volta mi hai tolto il fiato -ma mi spiace non riuscirai mai ad accopparmi- :malefico:
Bacio^^

Ps. mi piace tanto il tuo modo di scrivere, ti fa cadere con tutti e due i piedi nella realtà del protagononista :wub:
 
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koalaaffettuoso
view post Posted on 12/4/2008, 13:26




Sono senza parole,complimenti sei riuscita a mettere su "carta" una verità che appartiene a molti giovani di oggi,è triste ma dannatamente bella e pure vera.Complimenti Denny sei bravissima.
 
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Lady Tsepesh
view post Posted on 12/4/2008, 16:47




Ah! Ma questa è la prima fic che ho letto su di te!!! ^_____________^ Sicuramente però non ti ricordi...
Vabbè, io però mi ricordo benissimo. Il saluto di Kysa. Il suo annuncio che tu, Denny, avresti preso presto il suo posto ed io, da brava impicciona e curiosa, che corro a leggere uno dei tuo lavori, per vedere come ti muovevi nella scrittura. ^^ E poi, beh... io che perdo completamente la testa per il tuo modo di scrivere! Grande Denny!!!!!!!
 
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*Urania*
view post Posted on 14/4/2008, 19:50




Io ho semplicemente adorato questa storia.
É una delle piú belle che tu abbia scritto Denise, davvero **
Complimenti! Scrivi in modo sublime!
 
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nutellina602
view post Posted on 2/9/2008, 17:41




Bella? è un aggettivo che non esprime in totaltà quello che questa one-shot è...
è la realtà per molte di noi, difficile, dura, la maggior parte delle volte schifosa...
mi è piaciuta, davvero!

mi chiedo come fanno "i nemici" a non vedere, a non capire quanto fanno male le loro azioni, quanto noi ne soffriamo in silenzio, facendo loro credere che ci sta bene.

Io non ho mai voluto andare ad un liceo scientifico, non sono una ragazza a cui piace studiare. Sono semplicemente una che in classe sta attenta e immagazina tutto ciò che il professore dice... studio con la logica, non sui libri. Ma vado ugualmente allo scientifico, perchè lo vuole la mamma, perchè secondo lei, è il mio modo di ripagare lei e papà di tutti i sacrifici fatti per me... mi ricorda sempre che sarà fiera di raccontare alle amiche che la figlia ha finito un liceo scientifico... beata lei, ne sarà davvero felice...spero di non deluderlà nemmeno questa volta...

Mi piace molto il personaggio di Desirè, ha smesso di ribellarsi apertamente, non reagisce più al comportamente meschino della madre nei suoi confronti, lei la guerra la combatte dentro...in silenzio... un personaggio davvero interessante...

Ti faccio i miei più sinceri complimenti Den, per quanto possano valere le parole di una quindicenne ^^ una storia stupenda!
 
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Lency
view post Posted on 6/9/2008, 19:16




I caratteri dei personaggi e le loro emozioni sono espressi benissimo. Descrivi una situazione familiare che potrebbe essere la realtà di molti di noi rendendo bene il disagio che provoca.
Realmente complimenti,è scritta in una maniera sublime.
 
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»Nasreen™
view post Posted on 21/10/2008, 01:38




Se mi permettete il termine... non battemi vi prego... AZZO Denny!
E'... niente da dire è nel tuo stile.
Schietta, sincera, bella e amara... meravigliosamente vera.

La tua pungente ironia mi è sempre piaciuta e non parlo solo della saga ma di tutti i tuoi lavori.

Scrivi bene ed adoro i tuoi pezzi ma questo in particolare mi ha colpita nel profondo... chissà, forse perchè leggendo mi è scesa una lacrima nel riconoscermi in quelle righe.

Grazie perchè stanotte mi hai fatto sentire un po' meno unica.
 
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cleomery
view post Posted on 20/11/2008, 15:41




Senza parole. Non l'avevo mai letta. Davvero senza parole, è la realtà messa a nudo. Grande Den.
 
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»Nasreen™
view post Posted on 25/11/2008, 11:20




io l'adoro qst pezzo!
 
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sabbfabb
view post Posted on 25/11/2008, 15:13




"Siamo i loro specchi" e noi figli di riflesso ci specchiamo in loro, e quello specchio lo facciamo a pezzi, ci camminiamo sopra e ci feriamo le mani per rendere quei frammenti ancora più piccoli, poi però sai cosa succede ? che un giorno, disperati, andremo a cercarli, quei cocci di vetro, e cercheremo di ricomporli per ritrovare un rifllesso di qualcosa che non c'è più e quello che ferirà le nostre dita non sarà sangue. scusate lo sfogo...
 
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solarial
view post Posted on 28/11/2008, 08:48




Ragazze, limitiamoci solo alle recensioni^^
 
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sabbfabb
view post Posted on 28/11/2008, 10:36




Scusa, Lu. come ho detto sopra, era un sfogo. Mi ha colpito molto questo brano, forse troppo.
 
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15 replies since 25/3/2008, 22:50   601 views
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