| il capitolo 47, dell'alchimia.
Il fuoco a Slytherin non era mai stato di quel colore. Quella notte fu un fuoco solo all’apparenza qualunque, rossastro, con lingue aranciate e dorate, che lambivano le pareti in ombre fioche e tenui, che carezzavano ogni superficie come teneri mani di amanti. Era il fuoco di Lucas. La porta si era chiusa dietro di loro…erano rimasti a guardarsi, vicino al letto. Le mani fra le mani, le dita intrecciate, sguardi impalati, pietrificati e poi quella fame, quell’essere vorace che sembrava aver preso il sopravvento di colpo. Non avevano mai neanche saputo che fosse lì insieme a loro. Era come essere ancora nel pozzo. Erano soli dove nessuno poteva trovarli. - Sai…- la voce bassa, calda, suadente – Gilda mi ha chiesto se sono felice.- Fronte contro fronte, i nasi che si sfioravano. In piedi, vicini al letto e di fronte al fuoco del camino, abbracciati o quasi, quella paura assurda di sentire troppo, di essere troppo vicini. Poteva sentire Lucas sorridere, contro la sua gota, le labbra vicine all’occhio. - Lo sei?- - Non lo so.- - La gente felice è irritante.- sussurrò, infilandole una mano fra i capelli, sopra la nuca, dove decine di piccole forcine e spille brillanti formavano la sua alta coda. Lui gliene sfilò una, depositandole un bacio sul sopracciglio sinistro. Poi una seconda, seguita da un bacio leggero sul naso. - Quando le gente è felice inizia a fare cose stupide, come rilassarsi…- continuò, togliendole altre forcine, una a una, staccandosi appena un poco per guardarla in viso, l’altra mano delicatamente posata sulla sua gota, il pollice che le carezzava la guancia ancora un po’ infreddolita – Inizia a dare tutto per scontato…smette di desiderare cose. Smette di sognare.- E lei comprese. Perché sorrise appena, con quegli occhi che gli leggevano dentro. - Qualunque cosa sogniamo allora…meglio non realizzarla mai dici?- Un ricciolo le scivolò sul viso, con le dita le liberò la massa rigonfia di capelli soffici e profumati che le scivolarono sulle spalle, mentre lui vi affondava il viso, inspirando. - Se smetti di desiderare qualcosa sei finito. Diventi inquieto. E non sei più felice.- le depositò un bacio sulla tempia, levando due ultime spille di brillanti – Quindi una persona cerca sempre qualcosa.- - Una volta che la ottiene poi perde d’interesse credi?- Ancora col volto nascosto contro i suoi capelli, Lucas provò l’impulso di ridere forte. Si stava riferendo a loro due. A quella cosa che era appena nata, anzi, che avevano appena scoperto, ma che era nata insieme a loro. - Dubito che questo sia il nostro caso.- - Ne sei sicuro?-
- Non avrai mica paura di una cosetta innocente come me…- lo sfidò – Non credo che sia la stessa paura che proviamo tutti quanti noi. Sei diverso. Non puoi sentirla. Sono solo…farfalle.-
Eh si. Era sempre stato un Dio per lei e a quella domanda ne ebbe la certezza. Non l’avrebbe mai visto come tutti gli altri. Lucas Potter per lei non era come tutti gli altri. Per un attimo anche Glory ne fu terrorizzata. Avevano paura entrambi. Non le era mai accaduto in circostanze simile e Lucas era un ardito.
La guardò a lungo, scrutando quella boccetta che aveva riposato al caldo, protetta. - La mia vita sul cuore di un’altra persona.- mormorò Lucas
Arse. E lei bruciò con lui, dandogli la certezza più assoluta che quella notte Glory gli avesse rubato per sempre qualcosa.
Queste frasi mi hanno sciolta letteralmente. Avevo le lacrime agli occhi dall'emozione!
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